Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

La Qabbalah e l'anima dopo la morte

Condividi

Secondo la Qabbalah, vi sono tre gradi di esistenza dell’uomo nel corpo:
- ha la sua sede nel fegato;
- possiede molta attrazione per il corpo separandosene per ultimo, come è stato il primo a unirglisi;
- si inizia a ritirare solo quando i Masikim prendono possesso del cadavere, in concomitanza con la decomposizione del corpo. Tuttavia esso resta ancora a lungo vicino alla sua spoglia per piangerne la perdita;
- soltanto quando sopraggiunge la putrefazione completa egli si eleva al di sopra della sfera terrestre;
- resta comunque un principio spirituale di Nepesh che discende fino nella tomba, nelle ossa: lo spirito delle ossa, l’Habal di Garmin (il corpo della resurrezione: corpo sottile luminoso)

2) Ruah:
- ha sede è nel cuore (è la linea che unisce il cervello col fegato);
- dal corpo è sentita, ed esce dal cuore, attraverso la bocca, con l’ultimo respiro;
- appena Ruah si è separato, l’uomo sembra morto.
- ha sede nel cervello;
- si è unito per ultimo al corpo materiale, nell’età della pubertà;
- è il primo a lasciare il corpo, ancora prima del momento che noi indichiamo col nome di morte;
- l’individualità umana può sussistere anche senza la presenza effettiva di Neshamah.
Poichè il Micorcosmo-individuo e del tutto analogo al Macrocosmo-Universo, anche l’Universo si divide in tre mondi:
1) Assiah: il mondo in cui noi ci muoviamo, che percepiamo con i nostri sensi, il più materiale.
Corrisponde a Nephesh.
2) Yetzirah: il mondo della formazione.
Corrisponde a Ruah, che costituisce l’individualità, la sede della Volontà, in cui risiede la forza produttiva e creatrice.
3) Briah: il mondo del trono divino, il più alto grado della spiritualità.
Corrisponde a Neshamah.
Lo Zelem per la Qabalah è la figura sotto la quale sussistono i diversi principi dell’uomo e attraverso il quale essi operano.
Per analogia con tutta la natura umana, si suddivide in tre parti: una luce interiore spirituale e due Makifim o luci avvolgenti.
É soltanto attraverso il loro Zelem che è possibile a Nephesh, Ruah e Neshamah manifestarsi al di fuori.
Trenta giorni prima della morte, i Makifim si ritirano dapprima da Neshamah, per poi scomparire, successivamente, da Ruah e da Nephesh.
Per quante varietà offra la vita degli uomini sulla terra, altrettanto varia è la loro sorte negli altri mondi; infatti, più infrazioni alla legge divina sono state commesse quaggiù, più bisogna subire purificazione nell’altro mondo.
La Qabalah distingue due cause che possono portare la morte:
a) la prima consiste nella diminuzione graduale o repentina dell’influenza continuamente esercitata dalla Divinità su Neshamah e su Ruah in modo che Nephesh, diminuendo la forza con la quale vitalizza il corpo grossolano, ne provoca la morte.
E la morte dall’alto o dall’interno all’esterno.
b) la seconda causa della morte avviene quando il corpo, disorganizzandosi sotto l’influenza di qualche turbamento o qualche lesione, perde la duplice proprietà di ricevere dall’alto e di esercitare l’influenza necessaria per stimolare Nephesh, Ruah e Neshamah a scendere fino a lui.
È la morte dal basso, o dall’esterno all’interno.
I tre gradi di esistenza dell’uomo abbandonano il cadavere in momenti differenti e secondo un ordine inverso. Ne deriva che il processo della morte si estende per un periodo di tempo molto più lungo di quanto si pensi comunemente.
Il Talmud distingue novecento specie di morti diverse. La più dolce è denominata il bacio, la più penosa è quella nella quale il morente prova la sensazione di una spessa corda di capelli strappata dalla gola.
Secondo la Qabalah, la morte dell’uomo non è che il passaggio a una nuova forma di esistenza.
Egli è chiamato a ritornare finalmente nel seno di Dio, ma questa riunione non gli è possibile allo stato attuale a causa della materialità del suo corpo: deve dunque subire una purificazione necessaria per raggiungere quel grado di spiritualità richiesto dalla nuova vita.
Il più grande turbamento per coloro che dormono nella tomba è l’evocazione: lo spirito delle ossa resta ancora attaccato al cadavere e può essere evocato; ma questa evocazione raggiunge anche Nephesh Ruah e Neshamah.
Il riposo di coloro che dormono quest’ultimo sonno può essere turbato in tutte le maniere. Ecco perché presso gli Ebrei era vietato sotterrare una accanto all’altra persone che, nella loro vita, erano state nemiche; o collocare un santo vicino a un criminale. Al contrario si aveva cura di seppellire insieme due persone che si erano amate, perché nella morte questo attaccamento potesse continuare ancora.

1 commento:

  1. non è che ti sei dimenticato Atziluth? i mondi sono quattro, e cinque i livelli del'anima. Ma i numeri sono opinioni, e il Quarto è per altri ciò che "non è"

    non male, il blog

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...