Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Paracelso e il procedimento alchemico

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La Tintura Alchemica di Paracelso
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Nel concetto antico, è misto ciò che la Natura consegna in forma specificata nel processo evolutivo delle entità viventi e non viventi (dopo una elaborazione complessa e retta da leggi di interazione):
- un nucleo di Principi fondamentali (Mercurio, Zolfo e Sale)
- per il tramite di Elementi Primordiali che ne esprimono la Radice universale (Acqua, Aria, Fuoco, Terra).
1 Paracelso o la prima grande Rottura Epistemologica dell’Alchimia
Theophrastus Bombast von Hoenheim, detto Paracelso (1493-1591) è fondamentalmente un Medico che rifiuta la Teoria umorale di Galeno.
È uno Spagyrista, non un Alchimista in senso stretto. Questo aiuterà l’Alchimia, in quanto la solleverà dall’ocurità di un linguaggio incomprensibile.
Per Paracelso la conoscenza non può avvenire per pura illuminazione ma attraverso l’indagine precisa e l’esperienza ottimale di ricomposizione e miglioramento della materia. Quindi, vi è una necessità fondamentale di sottomettere la Cosmogonia alchemica all’osservazione naturalistica.
- esista analogia di struttura e di processo tra la dimensione Macrocosmica dell’Universo e il Microcosmo umano;
- la digestione è un processo alchemico nel quale un catalizzatore, l’Archeus, separerebbe nel Corpo le sostanze nutritive da quelle tossiche.


Secondo Paracelso tutto deriva da una formazione avvenuta nella Materia prima e non nella Materia ultima. La realtà tangibile è una continua attività di perfezionamento che si dipana dall’Essenziale al Complessificato e non viceversa.
Ciascun semen spiritualis contiene un Archeus specifico che determina caratteristiche e funzioni non semplicemente qualitativo-metafisiche ma anche quantitativo-fisiche.
I veri Principi e gli Elementi sono Forze archetipe presenti nelle realtà naturali, capaci di conferire caratteristiche e qualità ma anche Sostanze isolabili dai corpi differenziati in quanto sostanze concrete e concretamente trattabili, in quanto strutture di contenimento primo degli omologhi di natura energetica.
5 elementi concreti:
- Mercurio, Zolfo e Sale, come enti attivi (Principia o Tria Prima Paracelsiani);
- Acqua e Terra come enti passivi
Essi sono il risultato di precise estrazioni chimico-filosofiche dalla materia differenziata, ad opera di un Solvente Universale la cui Natura intrinseca ed Essenziale è la stessa del Cielo.
Definisce una volta per tutte l’importanza di un Agente esterno, essenziale e igneo, universale per Natura, che tuttavia può essere sedimentato attraverso le operazioni dell’Arte.
Attraverso un fenomeno di sublimazione, per permettere la penetrazione del Fuoco naturale nella matrice terrestre, evacua da essa tutta l’umidità superflua.
Attraverso un processo di discensione l’umidità viene restituita alla terra al fine di essere nuovamente elevata per azione del Sole nello strato aereo, per addensarvisi sotto forma di nubi e per ricadere a terra sottoforma di pioggia.
Dissoluzione della materia prima in Acqua (al fine di ridurre l’Elemento Terra in Elemento Acqua);
Volatilizzazione dell’Acqua superflua (evacuazione) per coagulare la materia in modo da ottenere un prodotto vischioso;
Putrefazione (“corruzione”, più propriamente) al fine di separare e rettificare le materie più sottili;
Generazione al fine di unire tra loro gli “spiriti puri” e ottenere il corpo stabile.
12 Operazioni e 4 Momenti Operativi
2 L’Ubi Consistant delle Dodici Operazioni
Per Via Secca
Calcinazione
Chiamata anche incinerazione o mortificazione, consisteva nel polverizzare e ridurre la materia prima in ceneri per mezzo di alte temperature. Per gli Alchimisti del passato, la calcinazione permetteva di rivelare la natura intima della materia organizzata.
Attraverso l’azione violenta del Fuoco, il Mercurio (Principio umido) era volatilizzato, il Sale fissato e lo Zolfo (Principio secco) veniva nutrito ed esaltato.
Congelazione
Ancora chiamata coagulazione consisteva nell’evaporare dalle sostanze tutta l’Acqua contenuta seccandole opportunamente.
Attraverso questa operazione, condotta a calore moderato e senza raggiungere la calcinazione del prodotto, all’interno di vasi in terra porosa, era possibile ottenere una forma compatta della materia di partenza dalla quale poter estrarre i sali minerali contenuti. La stessa procedura era applicata ai sali metallici per disidratarli.
Fissazione
Consiste nel cuocere la materia dopo la sua calcinazione in modo che essa resista al fuoco più violento e gli elementi fissi non volatilizzino più.
Era effettuata in vasi di forma circolare, anch’essi in terra refrattaria, i cui bordi erano
opportunamente curvati verso l’interno al fine di concentrare al massimo il calore. Alcuni di questi strumenti, ritrovati nei Laboratori di alcuni Monasteri, portavano un coperchio sul quale era stato praticato un foro di tiraggio; con tutta probabilità l’operazione era favorita ulteriormente da una circolazione d’aria capace di ossidare ulteriormente le materie rimaste solo in parte calcinate.
Sublimazione
Ancora chiamata esaltazione, non doveva confondersi con l’operazione distillatoria in quanto indirizzata alla purificazione a secco della materia dalle componenti eterogenee. In qualche modo si avvicinava al principio di distillazione ma con una tipologia esecutiva del tutto diversa, sia dal punto di vista strumentale che metodologico:
- senza fuoco, utilizzando il calore dei raggi solari, della calce viva, del fimo equino;
- con il fuoco utilizzando combustibili legnosi.

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