La simbologia segreta delle cattedrali gotiche
Analisi della trasformazione del simbolo medioevale in illusione moderna.
Analisi della trasformazione del simbolo medioevale in illusione moderna.
E’ nostra intenzione esaminare come, nel processo di secolarizzazione, simboli tradizionali e varie arti hanno progressivamente perduto il loro contenuto religioso, spesso mistico, per diventare illusioni.
In origine, tali simboli erano usati da iniziati ed adepti per intraprendere il cammino mistico, or per meditare su argomenti religiosi in accordo con la loro conoscenza gnostica. Alcuni simboli erano anche usati come allegorie per spiegare verità superiori ai non iniziati, attraverso un procedimento induttivo (è il caso delle parabole nei Vangeli, o la rappresentazione dell’Inferno o del Paradiso nel medioevo). Il simbolo era sempre usato con un fine escatologico, per indicare il cammino della Salvazione o la Gnosi.
Con l’Umanesimo ed il Rinascimento, attraverso la scienza, le scoperte e la tracotanza (Ybris) delle spedizioni transatlantiche, un accordo implicito venne raggiunto tra la Religione e la Scienza - o almeno tra i loro rappresentanti: la Religione non avrebbe più tentato di spiegare il mondo sensibile, e la Scienza non avrebbe toccato la sfera metafisica.
Le conseguenze di questo “accordo” sono state il progresso scientifico e il progressivo affievolirsi dell’interesse nel contenuto simbolico nei segni ed nelle immagini. Attraverso i secoli successivi, là dove le istituzioni religiose conservarono il loro “Potere” repressivo di distinzione tra il Bene ed il Male, esse presero progressivamente l’ "Autorità" di indicare il Cammino. Per converso, gli scienziati assunsero il ruolo di dimostrare la non-esistenza di qualunque sfera che eludesse il dominio dei sensi o - in maniera ancora più sottile - l’irrilevanza di qualsiasi fenomeno che non potesse essere analizzato con strumenti e principii scientifici (ad esempio il principio della ripetitivita’).
A causa di questi usi scientifici, i segni o le immagini persero il potere di innescare processi mistici nella mente dell’osservatore, ed il contenuto simbolico al di là della loro fisiognomia - se conosciuto - divenne un oggetto di curiosità o una ghiottoneria da studioso.
Il logico sviluppo di questo processo sarebbe stato la perdita del significato originario degli antichi simboli medioevali, confinati al mondo ristretto degli storici dell’arte, teologi ed antropologi. Hieronimus Bosch sarebbe diventato solo un “faizeur de diables”, gli “Esercizi Spirituali” di S. Ignazio da Loyola un metodo interessante per sviluppare la concentrazione mentale e la fantasia, e per raggiungere la calma mentale (come alcuni metodi di controllo della mente così alla moda, oggigiorno, tra dirigenti stressati).
Col tempo, il potere dei simboli ha assunto un’altra connotazione: il “segno”, che era considerato il “miraggio” di un’altra immagine, cominciò a significare l’illusione, una fuga della mente. La mente, assetata nella ricerca della sua ragion d’essere, era solo ormai capace, come disse Goya, "di dormire e generare mostri".
Ecco perchè il contenuto mistico del dipinto di Bosch “Il Regno Millenario” e’ svanito, ed il castello complicato di riferimenti biblici in esso contenuto è stato erroneamente interpretato come la contaminazione infernale del Paradiso. Parimenti, le creature di un Inferno immaginario hanno popolato il nostro ambiente contemporaneo di vita, sguinzagliate nel mondo dai pulpiti delle cattedrali gotiche. Le meraviglie delle Wunderkammers barocche, le anamorfosi dipinte, si sono mutate nelle allucinazioni del Surrealismo.
La parola “illusione”, almeno nel senso tradizionale, appartiene soprattutto alle attività delle forze del Demonio. L’illusione è la porta dell’Inferno, così come il Simbolo è il cammino verso l’Assoluto. L’osmosi tra l’Inferno ed il mondo reale, attraverso questo sportello aperto, è evidente nella vita di tutti i giorni.
I designers contemporanei hanno mutuato le forme dei sogni dai surrealisti, creando zuccheriere con zampe di insetto, spremiagrumi in forma di ragni giganti; i disegni di Walt Disney ci hanno abituato, sin dall’infanzia, alle immagini di animali che agiscono e parlano come gli uomini. La “realtà virtuale” è diventata la prossima frontiera di questo mondo dell’illusione, costituito dall’informatica e dalla televisione.
D’altra parte, vecchi simboli sono stati rimpiazzati da nuovi. Spesso un vecchio simbolo cambia la sua connotazione in qualcosa di differente, in una nuova civiltà, però il suo significato originario non e’ andato perduto: il suo potere è ancora efficace per un osservatore che abbia fede.
Un’analisi di questo processo può aiutarci a distinguere tra il Cammino Mistico e la strada della dissoluzione.
Differenti utilizzazioni dello stesso simbolo nella maniera religiosa tradizionale e nei movimenti artistici recenti.
Il mito dell’Eterno Ritorno della morte e della resurrezione contiene i germi della Rinascenza, dopo il suo completamento. Molte civiltà tradizionali nel mondo esprimono la paura della catastrofe cosmica, ma il terrore non è senza speranza. Le sofferenze per la degenerazione dei costumi, spesso provate alla fine di un ciclo, sono alleviate dalla speranza di una rinascita di nuovi valori, nuove contentezze e spiritualità in un mondo nuovo. In effetti ci sono movimenti, nel mondo contemporaneo, che riprendono l’idea della morte e resurrezione. Non è un caso che alla fine del secolo (che è anche la fine di un modello di civiltà come quello industriale, e l’inizio di quello informatico), dopo segni di disperazione, ci sono segni di un ritorno allo spirito.
I movimenti artistici, che sono i reagenti più sensibili alla situazione politica e sociale e riflettono l’identità spirituale di un’epoca, espressero la rottura dell’unità e l’internazionalizzazione del conflitto con pitture astratte, una maniera di esprimere “il caos”.
I movimenti artistici, che sono i reagenti più sensibili alla situazione politica e sociale e riflettono l’identità spirituale di un’epoca, espressero la rottura dell’unità e l’internazionalizzazione del conflitto con pitture astratte, una maniera di esprimere “il caos”.
Per un secolo intero, l’arte e la filosofia sono state dominate dal senso di sgomento dell’uomo di fronte al cataclisma, senza scampo. Il Surrealismo e’ stato in parte influenzato da questo concetto, però vorremmo più che altro riferirci all’Astrattismo. Ci viene alla mente un’immagine che e’ significativa del “caos senza speranza”, indicata da Hans Sedlmayr nel suo libro “La morte della Luce”. “Chronos”, Il Tempo, sta morendo e l’energia vitale che esce dalla bocca si dissolve nell’aria con la parola “Finis”. Nell’immagine il cocchio di Apollo sta precipitando dal cielo e c’e’ una serie di simboli che indicano la distruzione, la fine della fine. E’ un messaggio virtualmente senza speranza.
Viceversa, nelle religioni e folclore tradizionali il caos era originariamente considerato come una condizione dell’evoluzione. Il caos è il risultato naturale della fine di ogni ciclo, e contiene in se’ i germi della nuova vita. Nella storia dell’arte, un gran numero di opere dei movimenti dell’Astrattismo e del Surrealismo (ma anche del Romanticismo e dell’Impressionismo) trasmettono un messaggio di morte, distruzione e scoramento.
Il significato del Caos è ora da interpretare differentemente, alla fine del XX secolo, poiché ci sono segni di speranza. Assistiamo oggigiorno ad una rinascita dell’arte figurativa e della maniera “classica” di dipingere; l’astratto sta progressivamente perdendo fascino nella mente degli artisti. La nuova generazione sembra interessata ad un Neo-Simbolismo, o ad una nuova poetica in cui l’astrazione è solo apparente, ed indica qualcos’altro dietro le forme astratte.
C’è un’evoluzione dell’arte, dopo la sua involuzione. Dopo gli eccessi del Romanticismo, la dissoluzione delle forme nell’Impressionismo e la frammentazione delle stesse forme nel Cubismo, la strada era aperta per l’Astrattismo, che sembrava il modo più efficace per dipingere il caos del mondo e l’angoscia dell’uomo.
Ora invece, il simbolo religioso vien fuori automaticamente, in forme di linee e calligrafie, dalle ceneri dell’Astrattismo. La teoria espressa in precedenza, che i simboli hanno una vita in se’ al di la’ del loro riconoscimento da parte del lettore o dell’osservatore, è così confermata dal fatto che la vita risorge dal caos, esattamente come l’astratto era la degenerazione finale dell’arte. Il neo-Simbolismo o un’arte neo-spirituale si rigenererà dall’astratto, cioè dal caos.
Un secondo simbolo interessante e’ il fuoco, connesso con il suo significato. Il fuoco era sempre associato con la divinità nelle religioni tradizionali.
Nel suo saggio sullo sciamanismo, Mircea Eliade spiega che lo sciamano è quella creatura umana che riesce ad avere potere sul fuoco tramite tecniche ed esercizi fisici e spirituali: che può insomma maneggiare il fuoco. Il fuoco è anche un ostacolo nell’entrata al Paradiso, cosicché colui che può dominare il fuoco è una persona che può entrare facilmente in contatto con la divinità. Quando Mosè incontra Dio, Dio gli parla da un roveto ardente. D’altra parte, secondo le scritture, quando Dio cacciò Adamo ed Eva dal Paradiso, circondò questo con un cerchio di fuoco, così da impedire agli uomini, una volta per tutte, di ritornare indietro.
Nel mito di Deucalione e Pirra, dopo la catastrofe, solo due creature umane sopravvivono, e sono troppo vecchi per procreare una nuova progenie di uomini buoni. Il Creatore dice loro che devono camminare dritto davanti a sé, senza guardare indietro e lanciare pietre dietro di sé, che si trasformeranno in creature umane. Il parallelismo tra pietre e scheletro è evidente. Per dare alcuni esempi dell’uso di scheletri e pietre nell’arte, citeremo le pietre liquefatte di Salvador Dalì; creature viventi come su un palcoscenico, composte in parte da carne (spesso degenerata e decomposta) e parzialmente dallo scheletro, o da ossa ed appendici fatte di una strana materia, simile ad ossa, o pietra, o plastica. Nel movimento surrealista, l’uso del simbolo dello scheletro (o delle pietre) non indica la strada per una rinascenza spirituale, com’è invece il caso per le dottrine esoteriche o lamaiste, in cui la contemplazione, da parte del mistico, del proprio scheletro è un passo necessario per raggiungere l’Illuminazione. Al contrario, è una descrizione della Fine, una mera illusione.
Following this process the ancient medieval symbols should logically have lost their original meaning, which would be restricted to the world of Historians of Art, Theologians and Anthropologists. Hieronimus Bosch would become only a "faizeur de diables", the "Spiritual Exercises" by S. Ignacio an interesting method to develop thought concentration and fantasy, and to reach a serene state of mind (like some mind-control methods so fashionable nowadays amongst stressed executives).
RispondiEliminaIn my view, however, the process has been quite different. Over time, the power of the symbols has assumed another connotation: The "sign", which was considered to be a "mirage" of another image, began to signify an illusion, an escape of the mind. The mind, thirsty in the quest for its "raison d'être", was now only capable, as Goya said, "to sleep and to generate monsters" (Ill.No.1).
This is why the mystical content of Bosch's "Règne Millenaire" has vanished and the complicated castle of biblical references it contained has been misinterpreted as the contamination of Hell in Heaven. Likewise, the creatures of an imaginary Hell have populated our ordinary environment today, escaped into the world from the chiselled pulpits of Gothic cathedrals. The "merveilles" of the Baroque Wunderkammers, the depicted anamorphosis, have turned into the delusions of surrealism.
The word "illusion", at least in the traditional sense, pertains especially to the activities of Evil forces. Illusion is the gate to Hell, just as the symbol is the Path to the Absolute. The osmosis between Hell and the Real World, through this open gate, is evident even in objects of our everyday life.
Contemporary designers have borrowed the forms of surrealistic dreams in creating sugar pots with insect legs, lemon squeezers in the shape of giant spiders (Ill. No.2); Disney's cartoons have accustomed us, since our childhood, to animals acting and feeling like humans; the "virtual reality" has become the next frontier of this realm of illusion, informatics and television.
On the other hand, old symbols are indeed replaced by new ones. Often an old symbol changes its connotations into something quite different, in a new civilization, but its original meaning is not lost; its power is still effective for the believer or for a faithful reader.
An analysis of this process might help us to distinguish between the mystical Path and the way to dissolution.
THE RENAISSANCE OF THE RELIGIOUS SYMBOL IN THE ART AT THE END OF THE BI-MILLENARY
RispondiEliminaBy Paolo Sabbatini Rancidoro
An Analysis of the Transformation of Medieval Symbol into Modern Illusion.
I would like to examine how, in the secularization process, traditional symbols in the various arts have progressively lost their original religious and often mystical content to become illusions.
Originally, those symbols were used by initiates and adepts to undertake the mystic path, or to meditate on religious topics according to their gnostic knowledge. Some symbols were also used as allegories to explain superior truths to non-initiates, through an inductive process (this is the case of the parables in the Gospels, or the representation of Heaven or Hell in the figurative arts in the Middle Ages). The symbol was always used with an eschatological aim, to indicate the path to Salvation or Gnosis.
With Humanism and the Renaissance, through science, its discoveries and the hybris of trans-atlantic expeditions, an implicit agreement was reached between Religion and Science, or at least between their representatives: Religion would no longer seek to explain the world of the senses, the Science would not touch the metaphysical sphere.
The consequences of this "understanding" led to scientific progress and to the progressive fading of interest in the symbolic content of signs and images. Over the following centuries, where the establishment religious institutions kept their repressive "power" of distinguishing between Good and Evil, they progressively lost the "authority" to indicate the Path. On the other hand, scientists assumed the function to demonstrate the non-existence of any sphere escaping the domain of the senses or, more subtly, the irrelevance of any phenomenon which could not be analyzed with scientific tools and procedures, such as repetitivity.
Given those scientific habits, the signs, or the images lost their power to trigger mystical processes in the mind of the observer, and the symbolic content beyond their mere physiognomy, if known, became an object of curiosity or a delicacy for the scholar. Thus the word "imagerie".
The meaning of "chaos" is now interpreted differently at the end of the 20th century, because there are signs of hope. We assist, nowadays, to a rebirth of the "Figurativism" and of the "classical" way of painting; the abstract as such is progressively loosing impact on the mind of the artists. The "new generation" seem interested in an Neo-Symbolism, or on a different "abstractism" which is only apparent, and which indicates something else behind the abstract shapes. The work of the famous Pakistani painter, Ismail Gulgee, one of the most extraordinary creative artist of the Indian Sub-Continent (see “Almirah”, issue n.1, “Ismaeel Gulgee and the Instant of creation”) is an example of "order behind chaos". He makes paintings of shapes, archetypal shapes such as spheres (which may represent sun or planets, or expression of "thought"), surrounded by a kind of coloured magma, or mixed waves, somewhat cloudy. On top of these shapes he paints (in a state of trance or ecstasy) some lines, composed by a myriad of colours from an imaginary rainbow. This is a Theophany, a demonstration of power of the religious words, because he depicts the name of God, the name of Allah; those are the lines. The calligraphy is reinterpreted and re-used through an abstract medium. An Islamic reader could recognize, in those shapes, the name of Allah, but the main observer would see only strange shapes looking like cactus, or buildings, or silhouettes without immediate resemblance. All the above indicates that, in some cases there is a possibility of a Neo-abstractism, because Neo-abstract shapes are expanding into symbols. It is an evolution, after the involution of Art. After the excesses of Romanticism, after the dissolution of the shapes in the Impressionism and with a fragmentation of the same shapes in the "Cubism", the way was paved for the abstractism which looked to be the most effective way to depict the chaos of the world war and the anguish of man. Now, religious symbolism comes out automatically, in the form of lines and calligraphy, from the ashes of the abstractism. The theory, expressed above, that the symbols have a life in themselves beyond the recognition of the reader or the observer, is hence confirmed by the fact that the life resurrects from chaos, just as the abstractism was the final degeneration of the Arts. Neo-symbolism or a Neo-spiritual painting will regenerate from the abstractism, i.e. from the chaos.
RispondiEliminaDifferent uses of some symbols in the traditional religious manner and in the recent Artistic movements.
RispondiEliminaThe myth of the eternal cycle of death and rebirth contains the seeds for the Renaissance, after its completion. Many traditional cultures in the world express the fear for a cosmic catastrophe, but this fear is not without hope. The sufferings for the degeneration of costumes, felt that the end of a cycle, are soothed by the hope for the rebirth of new values, new happiness, new spirituality in a new world. There are, in fact, movements in the contemporary world which take this old idea of death and rebirth. It is not casual that by the end of the century (also the end of a civilization model -- the "industrial" one -- and the beginning of the "information" model), after a period of despair, there are signs of a spiritual comeback. The New Age movement, for example, indicates the possibility of a new "golden age", which will substitute our age of secularization of the spirit, and the "realm of quantity" indicated by Rene Guenon. What is interesting to see in the Arts, is the meaning of "chaos".
Prof. Augusto del Noce, who was a main exponent in Italy of the "traditional thought", indicated that the two World Wars were in fact two moments of the same global conflict. The first World War introduced the concept of a "cosmic cataclysm" which also permeated the 20 years of interval, till the 2nd World War. The artistic movements, which are the most sensitive reagents to the political and social situation and reflect the age's philosophical stand, expressed the break of the unity and the internationalization of conflicts with abstract painting, which was a way to express the "chaos". For one entire century, the art and the philosophy have been dominated by the sense of dismay of man in front of the cataclysm, without escape. The "Surrealism" has been partly influenced by this concept but I will mainly refer it to the "Abstractism". One image comes into in mind which is somewhat a promoter of the "chaos without hope". It is indicated by Hans Sedlmayr in his book "The death of light". It is a lithography by Hogart, entitled "Finis" (Ill. No.3). "Chronos", or "Time", is passing away and from his mouth the vital energy dissolves into the air with the word "Finis". In the image the coach of Apollon is falling from the sky and there is a series of symbols which indicate the destruction, the end of the end. It is a message virtually without hope. On the contrary, in the traditional religions or folklore the chaos was considered, originally, a condition for evolution. The chaos is the natural outcome of the end of every cycle, it contains in itself the seeds of the new life. In the history of art, a great number of works in the "Abstractism" and the "Surrealism" movements (but also some production of the "Romanticism" and the "Impressionism") transmit a message of death, destruction, dismay.
Brueghel, for example, in the series "The Five Senses" represents the sense of "hearing" as a nude female figure, surrounded by musical instruments and birds. It signifies the infinite possibilities given to us by God of expressing the sense of listening, enjoying musical sounds, understanding the language of birds (which is also one of the characteristics of the Shamans). In Magritte, the same symbol (a musical instrument) is associated with the symbol of fire and indicates destruction, impossibility to use one of the senses for attaining spiritual enlightenment or to listen the voice of God. Several interpretations have to be, however, acknowledged and, just as God was talking to Moses from the burning bush, in Magritte God could manifest through a French horn. This interpretation seems, however, out of context. In all the paintings by Magritte, there is a sense of suspension of the soul, which is also a characteristic of the "Surrealism"; the transportation of the human soul in a kind of limbo where there is no hope to ascend to an higher spiritual status. The conscience of the reader, or the observer, will remain in a semi-life or semi-death state, which is in fact neither horrifying nor ecstatic. It is a limbo, and as such, deprived of hope.
RispondiEliminaAnother important symbol is the "skeleton", not only the human skeleton but the myth of Mother Earth's Skeleton: The stones. In many religions, in many beliefs, mountains and rocks are considered to be the bones of the earth. In the myth of Deucalion and Pirra, after a catastrophe, only 2 human beings remain alive, and they are too old to procreate a new generation of good humans. The Creator tells them that they should walk straight, without looking behind and throw stones behind them, which would then transform into human beings. The parallelism of "skeleton" and "stone" is very evident. In one of the most famous children movies (which could be considered both "Surrealist" and "Symbolist"), "The never ending story", a giant being, made out of rocks and huge as mountain, suddenly comes to life and helps the movie's hero to overcome a series of difficulties or dangers.
To give some examples of the use of skeleton and stones in the Arts, I should mention Dali's melting stones; living creatures on stage, constituted partly by human flesh, (often degenerated and even decomposed) and partly by the skeleton, or by bones and appendices made out of strange material, similar to stones, or to bones, or to plastic. In the "Surrealism" movement, the use of the skeleton symbol (or of the stones) is not indicating the way for a spiritual Renaissance, as it is the case, for example, in the Lamaist or Esoteric doctrines, in which the contemplation of the mystic's own skeleton is a necessary step to reach the Enlightenment. On the contrary, it is the depiction of the End, a mere illusion.
A second interesting symbol is "Fire" and its meaning. Fire, in the traditional religions was always associated with the divinity. In his essays on the shamanism, Mircea Eliade explains that the shaman is the human being who, through techniques of physical and spiritual exercise, gets the power over fire, who can manage fire. Fire is also an obstacle to the heaven, so in a way, the man who can master fire is also a person who can enter into contact with the divinity easily, possibly at his/her will. In the judeo-christian tradition, fire is associated with punishment so it has a negative connotation, but it is also very much linked with God. When Moses encounters God, God is talking to him from an burning bush. On the other hand, according to the Scriptures, when God chased away Adam and Eve from the Heaven, he surrounded it with a circle of fire so as to impeach the humans to go back once for all. In the traditional images (perhaps a medieval misconception of the tradition), the hell is associated with fire. So fire is a symbol of divinity, or - at least - of the subtle world. Speaking of the degenerated use of the fire symbol in the art, I would like to recall a painting by Rene Magritte, an ominous image which depicts "the escalation of fire." (Ill. n.4)
RispondiEliminaIn a room, a paper ball is inflamed; subsequently, a chair made out of wood also takes fire; eventually a French horn (a wind instrument) is also taking fire. The "fire" symbol evidently does not indicate any path to the Absolute or to God in this context. It has relation with the myth, and it is used to indicate, perhaps, the destruction of the senses. The firing of the French horn shows how different is the use of a musical instrument as a symbol, in a surrealistic painting and a traditional paintings.