Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Le acque corrosive e l'Alkaest

Condividi

Alchimia e Psicologia di Jung
(se acquistate il testo da questo link contribuirete alla crescita del blog!)

Siamo permeabili e reagiamo scompostamente agli influssi che vengono dall’esterno: il sigillo di Ermete serve a non introdurre ulteriore caos nell’Athanor.
Le pareti calcaree fanno sì che non ci sia nè continuità nè trasparenza; le acque corrosive servono all’alchimista per decoaugularne le pareti.
Il solvente che è in grado di solvere qualsiasi cosa all’interno del vaso; con le acque corrosive si ammorbidiscono le strutture dell’Athanor.
Per il corpo fisico servono le arti motorie (tai-chi, yoga, etc...), a livello emotivo tutte le arti, a livello mentale tutto ciò che è scienza, meditazione, conteplazione.
Vivere nella Natura è corrosivo allo stesso modo; le erbe psicotropiche (il cui uso è però rischioso). Le acque corrosive vanno comunque scelte: vanno preferite le arti sperimentali che escano dallo schema (ad esempio non la canzone, o le musiche sinfoniche).
Più si sta a contatto con le arti corrosive, più le pareti si assottigliano: la coaugulazione avviene con la creazione del sigillo (impermeabilità, per combattere le reazioni scomposte); all’interno si solve.
Le acque corrosive paleseranno le influenze esterne maggiori, ma anche lo zolfo volgare che permea il nostro Regno, l’Io ordinario-volgare. All’inizio dei Lavori sono tutti in grado di riconoscerlo, ma in maniera astratta.




La visione si rende concreta solo con le acque corrosive: se ne prende coscienza; ci si rende conto del limite evolutivo, un confine oltre il quale non si cresce.
L’alkaest ha attinenza con l’acido solforico (vitriolo): idrogeno + zolfo + ossigeno (H2SO4).
Prima abbiamo l’anidride solforosa: zolfo + ossigeno (SO2); poi l’anidride solforica; poi c’è l’unione con l’acqua.
L’acido solforico è scoperto da un alchimista arabo nel IX secolo.
Dal punto di vista spirituale si pensa che tutto ciò che accade in Natura possa accadere anche all’interno dell’Uomo: se l’ossigeno toccando lo zolfo produce l’anidride solforosa, con l’acqua – la passione, il sentimento – si arriva all’acido solforico.
L’achimista per superare lo zolfo volgare deve riconoscersi come zolfo, e poi respirare, respirare e respirare, e aggiungere sentimento, allora inizierà a solvere.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...