Dopo i lavori preliminari, si affronta la Prima Opera, la separazione.
Così come in Genesi leggiamo:
«Dio vide che la luce era buona cosa e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte» (Genesi I, 4-5)
Otterrà, al termine di questa prima fase, una sostanza che viene chiamata calamita dei saggi, specchio dell'arte, l'aimant, che sarà in grado di incorporare il nostro Sale e allo stesso tempo caricare il Sale di energia.
È questo uno dei passaggi cruciali alchemici: questo racchiude il verbo dimissum, la parola perduta, il verbo creatore: l'incarnazione di Dio nella materia.
Dal vecchio drago nero, solfureo, si otterrà la Bianca Vergine, che recherà una stella o 'artiglio del grifone' (e indicherà all'artista che sta procedendo sulla strada giusta).
Il fatidico lingotto ottenuto, separato in due da un colpo di martello, rivela:
- una parte bassa, lucente e più pesante, quindi raccolta sul fondo dello stampo che raccoglie la fusione;
- una parte più alta, nerastra, uno scarto solforoso che è chiamato caput mortuum, la testa morta, che è più leggera ed occupa la parte più alta del cilindro.
Il principio maschile, igneo, si è installato nella terra (il caput). Esso non è inservibile, anzi costituirà uno dei punti cruciali delle successive operazioni.
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