Le Futuhat appaiono a ragione come il mare delle sponde della scienza divina.
Seguono poi i Fusus che, espressione della scienza profetica, sono una goccia del mare della scienza divina.
Infine, il Kitab manzil al-qutb (il libro della Dimora del Polo), espressione della scienza del Polo, che è una goccia del mare della scienza profetica.
L'esoterismo islamico fa espressamente menzione di una gerarchia di Santi – il Diwan-al-Awliya -, al cui vertice si trova il Polo, la cui funzione è quella di presiedere al governo esoterico del mondo.
Si tratta di Santi che, in virtù dell'elevato grado di realizzazione iniziatico raggiunto e della loro capacità carismatica di agire sulle cose mediante la sua partenza dell'energia spirituale, controllano gli eventi e si fanno garanti dell'integrità del mondo.
- la loro azione non può avvenire che in conformità all’Ordine divino, di cui non sono che gli esecutori,
- la loro funzione non ha nulla a che vedere col mondo dell'azione terrena e profana.
Il riferimento immediato di questa gerarchia è nell'ambito della tradizione islamica, ma lo stesso Ibn ‘Arabi ci informa che quattro Pilastri di questa gerarchia non sono che i sostituti dei quattro pilastri celesti, ossia dei quattro profeti che la tradizione islamica afferma non essere stati raggiunti dalla morte corporea:
Si afferma dunque l'esistenza di un Centro supremo al di fuori della forma particolare dell'Islam e al di sopra del centro spirituale islamico.
È da questo Centro supremo della Tradizione immutabile che, più o meno direttamente, emanano e dipendono i diversi centri particolari di ciascuna delle forme tradizionali esistenti. La maggior parte dei miti delle origini conserva tracce di questo Centro primordiale:
la Tula iperborea
l’Airyanem Vaejah iraniano
Esso non è altro che la “Terra dei viventi”, “Terra di luce”, “Terra d'immortalità” che non è stata toccata dalle vicissitudini della caduta della razza originale.
«il Polo, il signor dell'istante non è né ebreo né cristiano né appartiene ad alcuna altra dottrina né comunità religiose, a meno che queste non vi si conformino, per il segreto in lui deposto!»
Parole che riflettono in qualche modo il pensiero di Guénon a proposito del Sanatana Dharma (“la Legge perenne”), nome che designa essenzialmente la Tradizione primordiale.
Il Polo e il più eccellente fra i perfetti, gli altri Santi, ai quali è superiore non per grado di realizzazione spirituale, bensì per una funzione d'autorità e di controllo (sugli altri Uomini spirituale e sull'universo), ricevuta per investitura divina:
«la funzione non ha per così dire, che un carattere "accidentale" nei confronti del grado: l’esercizio di una determinata funzione può richiedere il possesso di questo o di quel grado, ma non è mai necessariamente collegata a tale grado, per quanto elevato possa essere»;
«l'Uomo Perfetto attualizza la Forma divina in maniera totale grazie al possesso del Grado supremo».
L'uomo Universale e il principio di tutta la manifestazione, vale a dire la Realtà per mezzo della quale ogni cosa è creata.
Egli rappresenta il punto di congiunzione e di separazione fra le realtà divine superiori e quelle cosmiche, creaturali: è un istmo sintetizzante, l'intermediario fra il Principio e la manifestazione.
Se il Polo è il Califfo, che è incaricato della custodia del mondo in quanto Occhio di Dio, ciò significa che il Polo è il luogo teofanico più eccellente e, di più, è «il luogo dello sguardo di Dio sul mondo», «il Supporto dello Sguardo di Dio fra le Sue creature».
«Grazie all’Uomo, il mondo è secondo la Forma di Dio; al contrario, il mondo senza l’Uomo non realizzerebbe la perfezione della Forma divina».
La funzione di Polo viene realizzata da un solo essere durante una determinata epoca: egli è unico, come unico è il centro del cerchio. Il nome di Polo gli deriva a motivo della sua funzione assiale: è il perno, il fulcro attorno al quale ruota l'universo.
Egli è in uno stato incondizionato e assoluto che denota il superamento delle dualità cosmiche:
«Egli possiede dei legami sottili estesi a tutti i cuori delle creature, nel bene nel male, in egual misura, senza alcuna preponderanza per il loro detentore: per lui non sono né bene nel male, ma semplicemente realtà.
Il loro essere si manifesta come bene ovvero come male nel ricettacolo che le accoglie, presso le Genti della Sunna in base alla sua posizione, e per alcuni speculativi secondo la condizione accidentale e il ragionamento.»
La radice dei numeri è l’Uno:
«il Centro è, prima di tutto, l'origine, il punto di partenza di tutte le cose; è il punto principale, senza forma, senza dimensione, dunque invisibile, e, di conseguenza, la sola immagine che si possa dare dell'Unità primordiale.
Da esso sono prodotte, per irradiazione, tutte le cose, come l'unità produce tutti i numeri, senza che la sua essenza ne riesca modificata o intaccata in alcuna maniera».
Chi non conosce l'unità del suo Creatore, allora i suoi dei sono numerosi, gli manca la Sua Conoscenza, perciò ignora il suo Signore.
Un'altra caratteristica del Polo, così come viene descritto, è quella di essere un “volto senza nuca”, conformemente alle parole del Profeta che così si descriveva, perché dichiarava di vedere anche dietro le sue spalle. Si tratta della Stazione spirituale della luce, poiché l'essere che la consegue diviene un occhio totale, capace di percepire alla vista tutte le direzioni dello spazio: egli ti viene dunque tutto luce poiché vede da ogni lato.
È per tale motivo che Ibn ‘ Arabi precisa, in un altro libro, che «la forma dell’Uomo nella sua verità essenziale è sferica».
«Quando Dio ama un servo lo rende noto ai portatori del Trono e ordina a Jibril di proclamare nei Cieli il nome di quel servo, affinchè essi lo conoscano e lo amino; poi viene imposto alla Terra di accoglierlo».
I portatori del Trono, secondo la tradizione, sono otto e possono essere identificati alle realtà angeliche che sostengono l’insieme della manifestazione fino al suo limite estremo, rappresentato dal Trono.
«poiché gli spiriti provengono dal mondo dell'espansione dell'ampiezza, fin dalle origini, ecco che in questo mondo angusto soffrono nel sentirsi costretti a causa di ciò che hanno ottenuto, infatti la ristrettezza è per loro il peggiore tormento».
Alcuni Poli sono superiori ad altri nelle conoscenze iniziatiche, ma non nella funzione di Polo in se stessa, né nel governo dell'esistenza, giacché questo Ciclo muhammadiano, in cui il Santo è un Profeta, non è come il ciclo terrestre. Quest'ultimo, infatti, permetteva l’esistenza, nella stessa epoca, di 2, 3 o più Profeti, e ognuno di loro era destinato ad una comunità particolare, come Abramo e Lot, in uno stesso tempo, in quel ciclo che ciò implicava per la sua stessa intima natura.
Questo ciclo superiore muhammadiano, invece, non è allo stesso modo, giacché il tempo ha compiuto una rotazione completa tornando com'era al suo inizio.
Nessun commento:
Posta un commento