da Filatete, Introitus apertus ad occlusium Regis Palatium, 1699.
«… forno che noi chiamiamo comune, il quale sarà stato formato di mattoni, oppure formato col fango del vasaio, formato con piastre di ferro e di bronzo e con fango [...] la cui forma per me è una torre col nido che piace di più. Per la qual cosa sia una torre dell’altezza di circa 3 piedi, larga nove dita oppure un palmo comune. Sopra il suolo e sottostante fondamento sia una piccola porta per mandar fuori le ceneri e di tre o quattro dita per lato fatta con una adatta pietra e sopra di essa si fermi una graticola; un poco sopra al superiore graticcio siano due fori di circa due dita per i quali il calore sia spinto in apposito Atanor. La torre sia esattamente chiusa dalle fessure [con il sigillo d’Ermete]. Poi il carbone deve esser messo dalla parte di sopra e sul carbone prima acceso si metta altro carbone fino a che la bocca della torre venga ad essere del tutto coperta.»
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