Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

L'angelo della Finestra d'Occidente, Meyrink

Condividi

L'angelo della finestra d'Occidente, il libro.
Se acquistate da questo link contribuirete alla crescita del blog!

John Dee, sapiente e cultore di discipline magiche, ermetiche ed astrologiche vissuto in Inghilterra al tempo della regina Elisabetta (egli nacque 1527 e morì nel 1608). Si pretende che il Meyrink abbia avuto conoscenza di speciali manoscritti relativi alla vita di John Dee.
Dei rapporti di John Dee con l'imperatore Rodolfo d'Asburgo si sa meno che non di quelli con l'imperatore Massimiliano II al quale vi dedicò nel 1564 una interessante trattazione ermetica dal titolo Monas hieroglyphica.
Infine nel British Museum si conserva un cristallo della grandezza di un arancio, appartenuto effettivamente a John Dee e da lui usato come uno specchio magico.
Ogni essere umano lungi da rappresentare un «Io» autonomo, sarebbe la manifestazione di un dio o demone anteriore e superiore alla sua esistenza finita in terra. Ad un dato momento, in un certo ceppo può essere stata creata una «causa»: può essersi innestata una influenza trascendente che, sovrastando il tempo, da quel momento fornisce la base per una continuità di destino e d'impulso verso il compimento lungo varie generazioni. Così, le generazioni dello stesso sangue potendo avere, nel riguardo, la funzione di un buon conduttore, in quel ceppo possono apparire degli esseri che, in realtà, sono un unico essere ripetentesi fino a che il ciclo si chiude con la genesi magica di chi è «un risorto in questo mondo e nell'altro» e «un vivente» in senso eminente.
Quanto al compimento, il Meyrink riprende la dottrina nell'androgine spirituale, che nell'esoterismo occidentale forse può essersi legata anche al misterioso simbolo templare di Bafometto, ma che molto più distintamente corrisponde a quello ermetico-alchimico del Rebis (res bina, cioè natura duplice), mentre l'equivalente estremo-orientale è lo yang-yin, l'unità del maschio con la femmina in una sola natura. Anche questo è un motivo centrale di altri libri del Meyrink. A tale riguardo, ermetisti e rosa-croce hanno anche parlato delle cosiddette «nozze chimiche», per congiungimento del giovane regale con la donna dei filosofi e con la regina della raggiunta terra di là dal mare, il che avrebbe per effetto il possesso della duplice corona e del duplice potere.



Alle "nozze alchimiche" si contrappone l'illusione generata dall'ebbrezza dell'unione materiale dell'uomo della donna. Chi aspira all’adeptato, per contro, deve essere in grado di conservare e di «fissare» la forza dei due principi maschile e femminile, impedendone la dissipazione e la degradazione nella comune vita erotica.
John Dee crede che l'essenza della pratica consiste nel far entrare in sé la “donna” – cioè nell'evocare e assorbire la forza occulta della femminilità – per redimerla (per farle cambiare la polarità) mediante il volere da rendere saldo e sicuro attraverso speciali discipline, ciò corrisponde all'insegnamento tantrico, alla cosiddetta civizzazione della Cakti.
Ci si riporta, a quanto pare, all’ «incantesimo delle palle rosse», consistente in una specie di prova dell'asfissia: dei fumi tossici vengono aspirati ed in, un iniziato essendo presente per aiutare il neofita a superare la crisi e a mantenersi cosciente fuori dal tratta di un corpo, oltre il cambiamento di stato. Riuscir e a tanto, significa assicurarsi la «virilità trascendente», avente relazione con la simbolica lancia di Hoel Dhat e altresì con la prova del «Pozzo di San Patrizio».
In quest'ultima devesi vedere la forma cristianizzata di antichi insegnamenti iniziatici pre-cristiani, divenuti, per degradazione, folklore.
Nel Pozzo di San Patrizio arde un fuoco avente il duplice potere di distruggere e di purificare; chi vi entra, va a conoscere la misura in cui egli è capace di superare la morte in una vita eterna. Allo studioso di scienze esoteriche abbiamo appena bisogno di far notare come non diversi motivi si ritrovino nel ciclo del Graal, la prova del Pozzo di San Patrizio corrispondendo quella del cosiddetto «posto pericoloso», che si fa voragine per i non-eletti.
La “Terra Verde”, insieme a regioni analoghe, per questo apparve come una terra mistica e simbolica; ciò, in alcuni casi si estese alla stessa Inghilterra che, quale «Albione» e «Terra Bianca», assunse un significato parimenti simbolico, donde la possibilità di giocare con la espressione Engelland [Groenlandia], significante sia Inghilterra, sia “Terra degli Angeli”.
Meyrink avrebbe introdotto nel romanzo il significato della mistica Groenlandia e avrebbe sviluppata in modo pandemico e dionisiaco ove la Dea è sovrana, come in antichi Misteri che ad essa si rifacevano.
La «Via di Elia» - del profeta che non lasciò il corpo sulla terra e che mai sarebbe morto – è la via magica di una alchimizzazione del corpo e dell’anima intesa ad assicurare ad entrambi l’intangibilità e l’immortalità sia qui, che nell’aldilà.
L’Io nella sua dimensione trascendentale è in realtà il presupposto del vero sentiero iniziatico.
Insieme a motivi rosacruciani, si presenta anche l’idea di un centro supremo del mondo (l’Elsbethstein, analogo all’Agartha indo-tibetana), sede di un Ordine che presiederebbe invisibilmente ai destini degli uomini. Gli appartenenti a questo Ordine sono concepiti come “alchimisti”; essi appaiono come dei “Liberati” rimasto qui per “trasformare”.
«Puoi leggere o non leggere! Puoi bruciare o conservare! Aggiungi putredine alla putredine
«egli mi narrò di un carbonchio esistente in una terra che nessun mortale può raggiungere, se non sia guidato da Uno che abbia superato la morte - e di una corona d’oro e di cristallo di rocca posata sulla doppia testa del… del…? Credo di ricordarmi che egli parlò di questo essere bicipite del sogno come di un capostipite o di uno spirito del ceppo»
«Non mettere in ordine! Non presumere di esserne capace! Quando l’intelletto vuol mettere in ordine, esso va a sovvertire le cause [cause-cosa/realtà primordiale] e guasta tutto… Non voler distruggere
Ho interrogato la Madre Nera, Gea,
Son scesa giù nella fenditura per sette volte settanta gradini:
Su, di buon animo, regina Elisabetta – ha detto la Madre.
Tu hai bevuto la salute – odo dire dalla guardiana.
La mia bevanda scioglie, per poi di nuovo legare,
Scioglie la donna dall’uomo.
L’interno è sano, solo l’esterno è malato:
L’intero sussiste, anche quando la metà crolla.
Io proteggo – io dispongo – io scongiuro!
Ti conduco il giovane nel tuo letto nuziale:
Divenite un sol essere nella notte! Divenite un sol essere nei giorni futuri!
Che la menzogna più non separi l’Io dal Tu!
Né quaggiù, né lassù si separino coloro, che nella regalità tutto sovrastano;
Il sacramento del mio filtro fa finalmente, dei due, l’uno,
Per colui che guarda avanti e dietro nella notte,
Che mai dorme, desto nell’eternità,
Per costui la veglia di eoni è come una veglia di giorni.
Consolati! Su, di buon animo, regina Elisabetta!
È stato promesso: il cristallo nero si separa dalla Madre!
Che esso risani la corona d’Inghilterra che – vedi! –
Al principio s’infranse – e che da allora giace spezzata:
Metà a Te, metà a Lui, che con spada d’argento
Giubila sulla collina verdeggiante!
Il crogiuolo aspetta, e aspetta il focolare della sposa.
Che oro con oro vada a risuscitare il principio primordiale,
A rinnovare l’antica corona!
«E San Patrizio disse: Chi cade in questo baratro, non ha bisogno di altra penitenza e se in lui vi è qualcosa che abbia qualità di oro schietto, esso sarà liberato dalle scorie e rivelato per la virtù della vampa della fornace, da una mattina all’altra. Il fuoco del destino, a seconda della natura di ciascuno, purifica o distrugge.»
«La paura del dolore che precede la morte è ciò che mantiene gli esseri nella rete della vita terrestre: senza questo dolore, non vi sarebbe nemmeno la paura, sulla terra
«Mi toccò la clavicola dicendo: “Questo è l’ossicino mistico che intendo io. Lo chiamiamo l’appendice del corvo. Vi si trova il sale segreto della vita. Esso non imputridisce nella terra. Per questo gli Ebrei hanno fantasticato circa una resurrezione nel Giorno del Giudizio […] noi conoscitori del mistero della luna nuova già da tempo siamo risorti.»
«Avendogli domandato, come avrei riconosciuto il momento giusto, egli mi disse: “Udrai il canto del gallo”»
«Il pastore mi aveva detto che il Taighearm mira ad estirpare, mediante il sacrificio ed il tormento dei gatti neri, animali sacri alla dea, tutte le radici nascoste della paura e del dolore, radici che sarebbero cinquanta.
È l’opposto di quel che fece il Nazareno, quando assunse i dolori di tutte le creature, dimenticando però gli animali.
E dopo che, in virtù del Taighearm, la paura e il dolore sono risucchiati nel mondo esteriore – nel mondo della luna – donde traggono la loro origine, allora anche il mio vero essere immortale verrebbe messo a nudo, e la morte con i suoi effetti – il grande oblio di ciò che fu e la perdita di ogni coscienza – sarebbe per sempre vinta.»
«… veniva su dalla terra un fumo nerastro, che assunse una forma piatta quasi di tavola e si dilatò fino a costituire una specie di grande triangolo oscuro, sospeso in cielo col vertice verso terra. Poi il triangolo si squarciò facendo apparire una fiamma rossa, ove un fuso gigantesco girava con una velocità pazza… alla fine vidi Isais, la terribile Madre Nera, che con le sue mille mani filava carne umana a quel fuso – dallo spacco, colava sangue – goccie di quel sangue, rimbalzando da terra, mi colpirono e mi fecero sul corpo delle macchie […] e ciò deve essere stato il misteriso battesimo di sangue… l’invocazione alla Grande Madre avendone verosimilmente destata la figlioletta dormiente in me come un seme, io sono entrato nella vita eterna, alla quale resto ormai per sempre congiunto, in una duplice esistenza.»
«… la Scarpa d’Argento, che toglie ogni paura a colui che la calza…»
«Con orrore, vidi che a quel piede mancavano le dita; quel troncone nudo sembrava una rozza scarpa metallica: la lebbra bianca l’aveva divorato. Bartlett era come uno dei lebbrosi della Bibbia, di cui è detto: “Egli era bianco come neve rilucente”.»
Dalla luna dalla rugiada argentea
Dalla luna calante,
Guardami
Guardami,
Tu che a me hai sempre pensato,
Tu he là hai sempre abitato.
«Avendo io compiuto il rito dei gatti e del fuoco, io stesso debbo esser sacrificato al fuoco, nello stesso modo, perché oggi comincia il trentatreesimo anno della mia vita […] ma domani tutto ciò sarà finito e il figlio dell’uomo diverrà lo sposo della casa della Grande Madre.»
«dovunque, nella vita, esiste questo solo ed unico mondo, il quale tuttavia comprende diversi aspetti – anzi infiniti aspetti – e può essere vissuto secondo diverse dimensioni: e le sue, ora, erano alquanto diverse dalle mie.»
«mi sembrò come se l’esperienza della morte non dovesse essere troppo diversa dal senso che ha chi esce da una porta all’aria libera, lasciando dietro – attaccata in qualche luogo come un abito smesso – la larva vuota, la pelle che possiamo talvolta considerare come una cosa estranea abbandonata suscitante in noilo stesso ribrezzo che proverebbe un morto se potesse rimirare il proprio cadavere»
«Ma la larva morta ed irrigidita era rimasta là, sulla frasca dissecata presso la putredine dello stagno. “Questo è il segreto della vita, l’immortale che ancora una volta ha assunto una spoglia, ancora una volta si è liberato dal carcere, come una volontà vittoriosa, per realizzare la propria missione!”»
«Ciò che in un momento di superbia si può aver compiuto non potrà mai infrangere le leggi della natura, ancor meno quelle dello spirito divino. Secondo natura, ciò che è nemico del corpo, determina la morte di questo, ovvero è esso a venir ucciso dal corpo, che lo consuma e lo espelle.
Secondo la legge dello spirito essendoci però concessa la libertà del volere, anche i nostri sogni sono sempre in relazione con la volontà nostra, sia che essi vengano assimilati come un nutrimento ovvero respinti come un escremento.»
«Sono divenuto assolutamente un altro di quello che era crisalide e che ora è rimasto attaccato, vuoto e morto, ai rami dell’Albero della Vita. Da quest’anno non sono più un burattino che lo specchio verde comanda; io sono libero!
Libero per la trasformazione; libero per l’ascesa, per il Regno, per la “Regina”, e per la “Corona”»
«Da Lei, il mistero del “Sia la luce!” si compie per gradi, proprio come nei templi primordiali della creazione!
Che cosa banale e volgare appare, dopo una tale, triplice, progressiva rivelazione del fuoco sacro, il prosaico girare un interruttore dei tempi nostri!
Proprio così, mio egregio amico! Chi passa troppo rapidamente dalla tenebra benefica alla luce, si rovina gli occhi. E appunto questo è il destino di voialtri Europei!»
«Noi della Rosa d’Oro non ci siamo mai applicati a decomporre la materia, a procastinare la morte o eccitare ancor di più l’ingordigia umana per quel maledetto gingillo che è l’oro. Noi siamo rimasti quel che eravamo: artefici della vita eterna»
«Puoi conservare e puoi bruciare! Ma non dissipare! L’alchimia dell’anima impone questo dilemma: trasformarsi o morire. Scegli liberamente…»
«Con ciò non solo il vero scopo della mia anima fu esposto al più grave pericolo, ma egli volle anche impedire che la vocazione del mio sangue, del mio ceppo, si realizzasse, cioè la vocazione di raggiungere quel che di più alto è riservato a chi si rialza dal peccato originale.»
«Finora non sospettavo che si potesse essere qualcosa di là sia da stato di veglia che da sonno, da sonno profondo o da allucinazione: una quinta e incomprensibile cosa e cioè: un vedere per immagini reali processi del tutto estranei a questa vita terrena. La visione che ho avuto è competamente diversa […] è stata una profezia data attraverso simboli.»
«Sciocco, ancor sempre tu non conosci te stesso! Che cosa è il tempo? Che cosa è il mutamento? Anche dopo secoli, io sono: sono dopo cento tombe, e dopo cento resurrezioni! Osi alzar la mano contro l’albero, tu che ne sei solo un ramo, una goccia della fonte che scorre ai tuoi piedi?
Colui la cui fede dura, alla fine vivrà! Se cresci alla mia altezza, io sarò te! Realizza te stesso e tu realizzerai anche me, Bafometto!».
«… il mistico battesimo dell’acqua, del sangue e del fuoco, l’apparire di lettere sulla pelle, il sentire un sapor di sale sulla lingua, l’udire il canto del gallo ed altro ancora, come ad esempio il sentir piangere un bimbo entro il corpo. Come tutto ciò sia da intendersi, egli non ha voluto rivelarmelo: sostiene di esser vincolato da un giuramento di silenzio.»
«Mi sarei dedicato allo studio del libro di San Dunstano nella parte riguardante la produzione della Pietra dei Saggi, e una volta venuto a sapere come si doveva usare la tintura rossa nella proiezione di un corpo incorruttibile di risurrezione, non l’avrei più impiegata per altri scopi.»
«Alle due di notte del 21 novembre, giorno della Presentazione di Maria Vergine…
Il tavolo doveva essere fatto di sandalo, di albero d’alloro e di geenhart ed aver la forma di una stella a cinque punte. In mezzo doveva esservi una grande apertura pentagonale. Gli spigoli dovevano recare, in intarsi di malachite e topazio bruno, segni cabbalistici, sigle e nomi»
«Allora giungi le mani per pregare! Quando si ha… imparato a pregare, pregare significa ricevere
«Oh, se non avessi mai scritto i sogni! Come è vero ciò che dicono gli antichi iniziati: chi scrive i sogni, o li racconta, fa sì che essi si avverino
I singolari abitanti di Opal bar snyd:
«I neofiti incensano l’ambiente mediante il fumo di una polvere contenuta in biglie rosse di avorio. Il suffimigio viene personalmente diretto dal capo del monastero, ed è tale da permettere al neofita di fare “Yang-Yin”, cioè di vivere in sé le nozze del circolo perfetto. Si vuole che, in virtù della “uscita” dal corpo causata dal’inspirare quel fumo rosso, si acquisti la capacità di oltrepassare la soglia della morte e di sposare l’altra “metà femminile”, quasi sempre nascosta nella vita terrena, conseguendo così poteri magici quasi inconcepibili, come per esempio: l’immortalità personale, l’arresto della ruota delle nascite, in breve: una specie di dignità da dio, da cui resta precluso ogni essere mortale che ignori il mistero delle biglie azzurre e rosse»
«…seguire l’alchimia delle due nature: di trasmutare l’elemento mortale in quello immortale. È la via di Elia»
«Rabbino, una preghiera non è certo una palla lanciata da una canna d’archibugio!
Perché no, Vostro Onore? Una preghiera è un dardo lanciato contro l’orecchio di Dio! Se il dardo giunge a segno, la preghiera viene esaudita – perché la preghiera è irresistibile… quando giunge a segno.
E se non giunge a segno?
Allora essa ricade giù come un dardo andato a vuoto e colpisce un bersaglio sbagliato, o finisce in terra, come il seme di Onan, ovvero… viene afferrata dall’Altro e dai suoi servi. Essi vanno allora ad esaudire la preghiera a… modo loro!
Da quale Altro?
Da colui che veglia nella regione fra il Sopra e il Sotto. Dall’Angelo Metatron, dal signore dai mille volti…»
«Dio non vuole che, sulla terra, l’oro divenga di tutti. Poiché questa terra è il regno dei maiali
«Fate sì che diveniate voi stesso un re, sir! Poi vedrete: è un continuo affanno. Chi ha trovato se stesso ed è divenuto un essere bicipite, non deve aspirare a delle corone, siano esse corone di questa terra, ovvero corone dell’Adeptato»
«Il Leone Rosso lo si trova sempre sulla soglia dei luoghi dei misteri. È una conoscenza elementare, per chi aspira all’adeptato.»
«Noi uomini, non sappiamo chi siamo. Siamo presenti a noi stessi e siamo oggetti della nostra esperienza solo in un certo “imballaggio” corrispondente alla forma che possiamo vedere riflessa in uno specchio e che noi amiamo chiamare la nostra persona
Che cosa sappiamo, noi dei pacchi, del vero contenuto? Io credo che un tale contenuto si trasfiguri a seconda di come si dispone la sorgente di forza, da cui trae origine la sostanza fluidica di esso. Esseri ben diversi da quelli che appaiono si manifestano attraverso di noi!»
«Ogni mortale ha un suo dio e un suo demone: è in lui che noi viviamo, ci muoviamo e siamo, secondo le parole dell’Apostolo, di eternità in eternità…»
«Debbo dirle circa la Isais del Ponto? In quella regione, la dea veniva infatti chiamata Isais, e non Iside!
Questa non è che una nota variante del nome di Iside nel greco volgare. Nella storia della civiltà Isais la Nera ha tuttavia un significato diverso da quello dell’Iside egizia. Come tutti sanno, nel mondo mediterraneo Iside doveva venire Venere, la Dea Madre protettrice dell’umanità.
Il culto pontico consacrato alla nera Isais esigeva che i sacerdoti, rivestiti abiti femminili, dopo orgie inconcepibili di introversione spirituale, si avvicinassero da sinistra alla dea con l’elemento femminile della loro corporeità, sacrificandole la coscienza dell’altro elemento, di quello maschile.
Solo nelle degenerazioni del culto per opera di nature deboli, che appunto come tali restavano escluse da ogni ulteriore iniziazione, da ogni ulteriore sviluppo sulla via del discepolato, accadeva talvolta che nell’ebbrezza del rito i neofiti sacrificassero il loro principio maschile nella sua stessa espressione corporea.
Questi mutilati erano condannati a restare per sempre nel vestibolo del tempio; alcuni di essi, che in seguito riuscirono a presentire la superiore verità, riconoscendo pieni di orrore l’errore del loro atto insano, finirono con l’uccidersi; le loro larve, i loro spettri vanno ad accrescere la turba dei lemuri servili – il regno degli schiavi di cui Isais lassù, nell’eternità, è la sovrana.
Nel culto dell’Isais pontide l’essenziale era di mettere inesorabilmente alla prova la forza e l’incrollabilità della forza di sé del neofita. A base di questa dottrina misteriosofica sta la grande idea, che il mezzo per redimere il mondo e per distruggere il demiurgo non è il tradimento proprio a chi si abbandona all’eros animalmente procreatore, bensì solo l’odio dell’un sesso verso l’altro, odio che, del resto, costituisce lo stesso mistero della sessualità.
L’attrazione che ogni uomo volgare è disposto a subire da parte del sesso opposto e che egli, con lo spregevole abbellimento di una menzogna, chiama amore, è l’esoso espediente di cui si serve il Demiurgo per tenere in vita l’eterna plebe della natura – ecco che cosa insegna la sapienza occulta del culto di Isais.
Per questo l’amore è una cosa plebea; infatti l’amore priva sia l’uomo che la donna del sacro principio della loro individualità precipitandoli entrambi nella vertigine di una unione, dopo la quale, per la creatura, non vi è altro risveglio se non il rinascere in quel mondo inferiore, da dove essa proviene e da dove essa sempre ritornerà.»
«Esorcizzare il sesso? E che resterebbe, allora, dell’uomo? Nemmeno la forma esteriore di un Santo. Ciò che è elementare non può venire distrutto! Ecco perché non ha senso voler esorcizzare la principessa!»
«Lo specchio della dea non è affatto simbolo della vanità femminile, ma, per chi capisce, è simbolo della irrealtà di tutto ciò che è molteplicità umana, nell’anima come nel corpo. È un simbolo dell’errore che sta alla base di ogni istinto alla riproduzione.»
«su di un cuscino di velluto rosso stava la lancia di Longino, il centurione del Golgota; vicino si poteva ammirare il pugnale incantato col quale l’imperatore Tiang Seng avrebbe segnato il tracciato di quella fossa, che nessun Mongolo d’Occidente avrebbe potuto attraversare, sì che gli imperatori successivi, a loro propria gloria e memoria, costruirono su quella linea la Gran Muraglia cinese, difesa superflua rispetto a quella magica frontiera; là mandava orribili bagliori l’acciaio di Damasco col quale Abu Bekr avrebbe di sua propria mano decapitato settecento Ebrei di Kureiza, senza fermarsi nemmeno per la durata di un respiro nella sua sanguinosa bisogna.»
«Questo prezioso metallo appartenne già alla lancia invincibile di Hoel, l’antico eroe, principe di Galles – chiamato “Dhat”, cioè “il Buono”. Ma Hoel Dhat ebbe una tale arma in modo affatto speciale, cioè con l’aiuto magico degli Elfi Bianchi, servi di un Ordine invisibile, chiamato dei “Giardinieri”.»
«La legge di Dio che vale qui in terra: Fedeltà per fedeltà, parola contro paroladeve valere anche lassù, altrimenti cielo e inferno crolleranno in un unico caos
«Indossa un bianco mantello di lino, sul quale, all’altezza dl cuore, è ricamata una rosa in rosso ed oro. Il fiore splende alla luce del mattino solare. E giovane, così giovane è rimasto il viso di Gardener!»
«La via deve trovare te, non sei tu che devi trovare la via. Noi tutti, una volta, abbiamo smarrita la via, perché il nostro scopo non deve essere l’andare, bensì il trovare il gioiello!
Ora tu hai evocato Colui che non ti lascerà più, anche se dovessi smarrirti: l’Io infinito. Medita sull’essenza che, per il tuo sguardo, non ha forma; e cerca di conoscere ciò che, nella tua coscienza, è primordiale!»
«Io, ho sempre la realtà che corrisponde al mio essere. Di solito, per “spettro” s’intende un morto, o una parte di morto, che ritorna quaggiù. Ma poiché ogni vivente non è che un essere il quale, mediante la nascita, riappare sulla terra, di rigore ogni vivente dovrebbe essere chiamato uno spettro.
La morte non determina nulla di essenziale; l’essenziale, purtroppo, si verifica solo con la nascita.»
«In magia, viene sempre solo ciò che ci sta più vicino.
La magia è un fare senza sapere. Queste parole del mio amico compenetrano tutto il mio essere.»
«Lei la odia già. Il che costituisce un più alto grado di magnetismo.»
«Vajroli-tantra: i gnostici dell’antichità lo chiamavano il “fluido in alto del Giordano”.
Se lei non sa scoprire da sé il mistero che vi si cela, anche se tentassi di comunicarglielo, coglierebbe solo una vuota spoglia. L’azione esterna senza quella interna è una pratica di magia rossa, che vale solo a generare un fuoco inestiguibile. E il segreto interiore…
Sciogliere ciò che è legato. Congiungere ciò che è separato a mezzo dell’amore. L’amore trionferà attraverso l’odio. L’odio trionferà attraverso l’immagine. L’immagine trionferà attraverso il sapere. Il sapere trionferà attarverso il non-più-sapere: questa è la Pietra del Vuoto diamantino.
Vajroli-mudra: farò che essa entri in me, per sanarla da ogni forma di odio. Io stesso non la odierò né l’amerò; così conseguirò la liberazione mia e quella di un’anima tormentata.
E tu hai davvero creduto di poter raggiungere la trasmutazione con l’aiuto di un’arte nera? Se sapessi la forza che è necessaria per praticare il vajroli-tantra senza esserne spezzati! Solo degli Orientali possono riuscire in simili pratiche!»
«l’Angelo della Finestra d’Occidente? Null’altro che un’eco! Egli era la somma delle domande, della conoscenza, e del potere magico che risiedeva nascostamente in voi e che voi non sospettavate essere vostra.
Questo globo è un vinculum. Quando il tuo non-sapere sarà divenuto perfetto, saprai usare tutte queste cose in vista della produzione dell’oro!
Allora, se toccherai un punto di questo globo, correnti armonizzatrici generate dal calore del tuo dito s’irradieranno proprio in quel luogo della terra; ovvero in esso, attraverso il gelo della tua mano purificatrice, si scateneranno, come da un vulcano spirituale, le tempeste turbinose della distruzione.
Perciò sappi ben custodire il tuo fuoco!
È così che qualcuno che, non qualificato, riuscì tuttavia a percorrere un certo tratto della via, morì nella forma di un “Angelo”»
«Questa è la grandezza dell’uomo, in ogni nascita umana: non saper più, poter tutto. Dio non ha mai mancato alla sua parola, né l’ha mai diminuita.»

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...