1) L’oro e l’argento devono essere i soli soggetti sui quali dovete lavorare.
2) Così dopo sei settimane l’oro, che era morto, diviene nella nostra opera vivo, vivente e spermatico, da quando è messo in una terra che gli è propria, cioè nel nostro composto.
3) Oltre l’oro, che è il corpo e che funge da maschio nella nostra opera, voi avrete ancora bisogno di un altro sperma, che è lo spirito, l’anima o la femmina; ed è il Mercurio Fluido simile nella sua forma all’argento vivo comune, ma che tuttavia è più netto e più puro. Se voi dunque seminate il vostro corpo, che è l’oro in una terra o in un Mercurio, che non sia metallico e che non sia Omogeneo ai metalli, al posto di un elisir metallico, voi non raccoglierete che una calce inutile.
4) Il nostro Mercurio non è che una medesima cosa in sostanza con l’argento vivo comune, ma è diverso nella sua forma, perché ha una forma celeste e ignea ed è di una virtù eccellente.
5) Bisogna impregnarlo con l’oro volatile che si trova nei reni di Marte, ed è con quello che bisogna purificare il Mercurio almeno fino a sette volte; essendo fatto ciò, questo Mercurio è preparato per il bagno del Re.
6) Dopo sette volte fino a dieci: se il Mercurio oltrepassa questo numero di sublimazioni, esso diviene troppo igneo, in modo che invece di dissolvere il corpo, si coagula esso stesso.
7) Questo Mercurio così assottigliato o animato deve ancora essere distillato in una storta di vetro due o tre volte; e poi bisogna lavarlo con vinagro e sale Ammoniaco.
8) Un oro puro e netto: allora lo metterete in polvere sottile, sia limandolo, sia calcinandolo con dei corrosivi, sia infine con qualsiasi altro metodo purché esso divenga molto sottile.
9) Un’oncia e due o tre once al più di Mercurio animato, come è stato detto prima: mischiateli in un mortaio di marmo, che sarà stato in precedenza riscaldato tanto quanto l’acqua bollente lo potrà fare; frantumateli e triturateli insieme fino a che siano incorporati; quindi aggiungetevi del vinagro e del sale fino a che sia molto puro, in ultima cosa voi lo dolcificherete con l’acqua calda e lo seccherete esattamente.
10) Nei due tipi di fuoco impiegato per la nostra opera. Il fuoco segreto interno è lo strumento di Dio: per il calore esterno esso è quasi lineare, eccetto che nei primi sette giorni, in cui noi teniamo questo calore un po’ debole per maggiore sicurezza. Per la condotta del fuoco esterno, esso è impercettibilmente graduato di ora in ora e come è giornalmente risvegliato dal seguito della cottura, i colori ne sono alterati e il composto ucciso.
11) Un vaso o matraccio di vetro, di forma ovale o sferica, in modo che possa contenere una dozzina di volte altrettanta materia nella sua capacità che ve ne metterete. Occorre che il vetro sia spesso, forte e trasparente, senza alcun difetto; il suo collo deve essere lungo un palmo o tutt’al più un piede; sigillando il collo con molta cura.
12) Athanor: nel primo lavoro quello di cui avete bisogno deve essere disposto in modo tale che possa dare un calore di un rosso scuro, o minore a vostra volontà, e che a un suo più alto grado di calore si possa mantenere uguale almeno dodici ore; non sia più ampio che per contenere il vostro involucro, con circa un pollice di vuoto tutto intorno, affinché il fuoco, che viene dallo spiraglio della torre, possa circolare intorno al vaso; circa un pollice di spessore di cenere tra il contenitore. Questo contenitore deve essere posto in modo da corrispondere precisamente all’apertura dello spiraglio da dove viene il fuoco; e questo spiraglio deve avere una sola apertura di circa tre pollici di diametro, che obliquando e montando condurrà una lingua di fuoco, che batterà sempre in alto del vaso. Sei pollici o circa all’imbocco del fuoco; la parte anteriore del vostro forno deve essere chiusa esattamente da un foro, che non deve essere che della grandezza necessaria, per introdurre il carbone, come circa un pollice di diametro affinché possa più fortemente ripercuotere in basso il calore.
13) Dategli il calore che la natura richiede; lento e non troppo violento; sappiate tuttavia che la natura ha lasciato la vostra materia nel regno minerale. Voi dovete conoscere il calore che è proprio dei minerali e quello deve essere chiamato piccolo o violento. Che il Mercurio è tenero e che può rompere i vasi che lo contengono, se il fuoco è troppo forte: che esso è incombustibile e che nessun fuoco lo può nutrire.
14) Ogni progresso di questa opera, che è una coobazione della luna sul sole, è di salire in nuvole e ricadere in pioggia; e perciò io vi sottolineo di sublimare in vapori continui, affinché la pietra prenda aria e possa vivere.
15) L’acqua del nostro lago bolla con le ceneri dell’albero di Ermete; io vi esorto a far bollire notte e giorno senza pausa. Perché io vi assicuro che se non facciamo bollire non possiamo mai chiamare la nostra opera una cottura, ma una digestione, così che quando gli spiriti circolano soltanto in silenzio, e il composto, che è in basso, non si muove per l’ebollizione, questo si chiama più propriamente digestione.
16) Se voi vigilerete con pazienza nello spazio di cinquanta giorni al più, vedrete il becco del corvo. L’oro, che è il corpo più solido del mondo, possa cambiare di forma in sì poco tempo? Occorre che aspettiamo nell’attesa fino al quarantesimo giorno che l’inizio del nero si fa vedere. Quando vedrete ciò concluderete che il vostro corpo è distrutto; cioè che è ridotto in un’anima vivente e il vostro spirito è morto; cioè che è coagulato con il corpo. Ma fino a questo annerimento l’oro e il mercurio conservano ciascuno la loro forma e la loro natura.
17) Fate attenzione che il vostro fuoco non si spenga neanche per un momento.
18) Vedrete infine il bianco, verso la fine del quinto mese. Il Re ha vinto la morte e apparirà in oriente con molta gloria.
19) Vedrete infine il bel cinabro e il papavero campestre.
20) Bollire (o piuttosto cuocere questa Pietra) daccapo nella stessa acqua, con la stessa proporzione e secondo lo stesso regime. Il vostro fuoco deve essere soltanto un poco più debole.
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