Nell’VIII sec. a.C., nel Lazio [Ladingmu 拉丁姆] abitavano i Latini [Ladingren 拉丁人], che fondarono Roma, scalo commerciale sul Tevere [Taibohe 台伯河]. Secondo M. Terenzio Varo [Telunxiusi Waluo 特伦休斯•瓦罗], Romolo [Luomulusi 罗穆卢斯] nel
I Romani combatterono non solo contro le poplazioni italiche, ma anche contro Pirro [Pilusi 皮鲁斯] re dell’Epiro [Yibilusi 伊壁鲁斯], accorso in difesa di Taranto [Talindun 他林敦].
L’avversario successivo fu Cartagine [Jiataiji 迦太基], contro la quale furono combattute le tre Guerre Puniche [Buni zhanzheng 布匿战争]. Durante la seconda guerra punica, Roma rischiò la distruzione a opera di Annibale [Hanniba 汉尼拔], che inflisse all’esercito romano una gravissima disfatta a Canne [Kanni 坎尼]. Fu solo grazie alla sconfitta inferta da Publio Cornelio Scipione [Pubiliusi Keneiliwusi Xibi’a 普布留斯•科内利乌斯•西庇阿] ai Cartaginesi a Zama [Zhama 扎马], che le sorti di Roma mutarono.
In seguito, Roma conquistò
L’assassinio, nel
Cesare [Kaisa 恺萨], Crasso [Kelasu 克拉苏] e Pompeo formarono il primo triumvirato [diyici sanren zhizheng 第一次三人执政]. Cesare fu poi nominato proconsole di Gallia [Gaolu zongdu 高卢总督], dove spinse l’esercito romano fino al Reno [Laiyinhe 莱茵河], Crasso invece combatté i Parti [Patiyaren 帕提亚人] ma fu sconfitto e ucciso a Carre [Kalai 卡莱]. Il primo triumvirato si smembrava.
Cesare, al ritorno dalle Gallie, passò il Rubicone [Lubikenhe 卢比肯河] e formò un uovo triumvirato, ma nel
Ad Augusto, venerato come padre della patria [zuguo zhi fu 祖国之父] succedettero gli imperatori della dinastia Giulio-Claudia [Zhuli’an-Kelaodi wangchao 朱丽安•克劳狄王朝]: Tiberio [Tibilüe 提比略], Caligola [Kaligula 卡利古拉], Claudio [Kelaodi 克劳狄] e Nerone [Nilu 尼禄]. Al tempo di Claudio, l’impero si estese alla Britannia [Buliedian 不列颠].
Ai Giulio-Claudi succedette la dinastia dei Flavi [Fulawei wangchao 弗拉维王朝], con Vespasiano [Weisipaxi’en 维斯帕西恩], Tito [Titusi 提图斯] e Domiziano [Tumishan 图密善]. Il primo vinse i barbari sul Danubio [Duonaohe 多瑙河], il secondo distrusse, durante la Guerra Giudaica [youtai zhanzheng 犹太战争] il tempio di Gerusalemme [Yelusaleng shenmiao耶路撒冷神庙], dando inizio alla diaspora [quzhu Youtairen 驱逐犹太人] e assistette all’eruzione del Vesuvio [Weisuwei huoshan 维苏威火山], che distrusse Pompei [Pangbei 庞贝], Ercolano [Hekulannimu 赫库兰尼姆] e Stabia [Sitabiya 斯塔比亚]. Ai Flavi si deve la costruzione del Colosseo [Da jingjichang 大竞技场].
Seguirono Nerva [Nie’erwa 涅尔瓦] e Traiano [Tulazhen 图拉镇], nativo dell’Iberia [Yibiliya 伊比利亚]. Quest’ ultimo conquistò la Dacia [Daqiya 达契亚] e sconfisse i Parti. Il successore, Adriano [Hadeliang 哈德良], rinunciò ai territori di là dall’Eufrate [Youfaladihe 幼发拉底河] e consolidò i confini settentrionali erigendo il Vallo [Hadeliangqiang 哈德良墙]. Antonino Pio [Andongni Bihu 安东尼庇护] e Marco Aurelio [Make Aoleliu 马可•奥勒留] proseguirono nella stessa direzione; il secondo fu anche filosofo, seguace dello stoicismo [siduoge xuepai 斯多葛学派]. Col figlio Commodo [Kangmaode 康茂德] si conclude il periodo del massimo splendore dell’Impero Romano.
Molte furono le religioni e le filosofie diffuse in questo periodo: allo stoicismo si aggiunse la scuola cinica [quanru zhuyi 犬儒主义] e fiorirono i culti di Iside [Yixisi 伊希斯], di Serapide [Sailapisi 塞拉皮斯], di Mitra [Mitela 蜜特拉], oltre al cristianesimo [jidujiao 基督教].
Sostenuto dalle legioni di Pannonia [Pannuoniya 潘诺尼亚] e di Germania [Ri’erman 日耳曼], ascese al trono Settimio Severo [Saiputimiwusi Saiweilu 塞普提密乌斯•塞维鲁], iniziatore della dinastia dei Severi [Saiweilu wangchao 塞维鲁王朝]; egli sconfisse i Parti, riconquistò la Mesopotamia e assoggettò Palmira [Pa’ermailacheng 帕尔迈拉城]; più tardi, in Africa, conquistò la Mauritania [Maolitaniya 毛里塔尼亚] e la Tripolitania [Dilibolitaniya 的黎波里塔尼亚], fondandovi le colonie di Sabrata [Saibalata 赛巴拉塔], Oea [Aoya 奥亚] e Leptis Magna [Leipudisi Magena 雷普蒂斯马格纳]. Il figlio M. Aurelio Antonino [Andongni 安东尼], più noto col nome di Caracalla [Kalakala 卡拉卡拉], promulgò la Costituzione Antoniniana [Andongnini’an xianfa 安东尼尼安宪法], concedendo la cittadinanza romana [luoma gongminquan 罗马公民权] a tutti i sudditi dell’Impero. Il successore Avito Bassiano [Aiweitusi Baxi’ailusi 埃维图斯•巴西埃鲁斯], detto Eliogabalo [Heli’aogaibalesi 赫利奥盖巴勒斯], cedette presto il trono all’ultimo imperatore della dinastia, Alessandro Severo [Saiweilu Yalishanda 塞维鲁•亚历山大] .
In seguito, lo stato economico e militare dell’Impero peggiorò e ciò si tradusse politicamente in una serie di imperatori effimeri: Giunio Filippo [Zhuliuwusi Feilipu 朱丽乌斯•菲利普], Decio [Desaiwusi 德塞乌斯], Valeriano [Waleliang 瓦勒良], fatto prigioniero dai Parti, Gallieno [Jiali’ainusi 伽利埃努斯] e Aureliano [Aoleliang 奥勒良], che distrusse Palimira e cinse Roma di mura [jiang Luoma yong chengqiang weiqilai 将罗马用城墙围起来]. Fu Diocleziano [Dailikexian 戴里克先] a por fine al periodo di anarchia militare [junshi hunluan shiqi 军事混乱时期]; a lui si devono le riforme che portarono alla tetrarchia [siren zhizheng tixi 四人执政体系], fondata sulla successione di due augusti [aogusidu 奥古斯都] e due cesari [kaisa 恺撒]. Il successore Costantino [Junshitantinusi 君士坦提努斯] sconfisse Massenzio [Makeximinusi 马克西米努斯] a Ponte Milvio [Mi’erpan qiao 米尔番桥], inalberando le insegne cristiane [shizijia 十字架]. Costantino condivise dapprima il potere con Licinio [Aogusidu Lixini 奥古斯都•李锡尼], augusto d’Oriente [Dong Luoma diguo de aogusidu 东罗马帝国的奥古斯都], ma poi lo sconfisse e riunificò l’Impero.
Nel 313, con l’editto di Milano [Milan leling 米兰勒令], Costantino poneva fine alle persecuzioni contro i cristiani [jidutu de pohai 基督徒的迫害] e, nel 330, spostava la capitale da Roma a Bisanzio [Baizhanting 拜占庭], ribattezzata Costantinopoli [Junshitandingbao 君士坦丁堡].
Nel 325 si tenne il Concilio di Nicea [Nixiya huiyi 尼西亚会议], mirante a comporre il dissidio fra cristiani e ariani [Aliwusipai jiaotu 阿里乌斯派教徒].
Il trasferimento della capitale segnò il declino dell’impero [diguo de wanqi 帝国的晚期]. Il successore di Costantino, Giuliano [Zhuli’an 朱丽安], detto l’apostata [beijiaozhe 被教者], cercò di restaurare i vecchi culti ma morì nella guerra contro i Parti. Nel 364, Valentiniano [Walundini'an 瓦伦提尼安] e Valente [Walunsi 瓦伦斯] si divisero l’Impero; quest’ultimo morì poi in sua difesa nella battaglia di Adrianopoli [Adeli’anbao zhanyi 阿德里安堡战役], consentendo ai Goti [Geteren 哥特人] di penetrare nei Balcani [Ba’ergan 巴尔干]. Graziano [Gelaxi’an 各拉西安] ereditò il trono occidentale di Valentiniano, Teodosio [Ti’aoduosi 提奥多斯] quello orientale di Valente. Li seguirono, rispettivamente, Onorio [Aonuoli’ersi 奥诺利耳斯] e Arcadio [A’erkadiwusi 阿尔卡狄乌斯].
Nel 440, il greco [xilayu 希腊语] soppiantò il latino come lingua ufficiale [guanfang yuyan 官方语言] dell’Impero d’Oriente. Il generale Stilicone [Sidilike 斯底里克] combatté validamente i barbari ma nel 410 i Visigoti [Xigeteren 西哥特人] di Alarico [Alalike 阿拉里克] misero ugualmente a sacco Roma [xijie Luoma 洗劫罗马]. Ezio [Aitiwusi 埃提乌斯] riuscì ancora a sconfiggere gli Unni [Xiongnu 匈奴], ma furono questa volta i Vandali [Wangda’er 汪达尔] di Genserico [Xiangsaili’ao 享塞里奥] a mettere nuovamente a sacco Roma. Il nuovo saccheggio e la morte di Valentiniano segnarono la fine definitiva dell’Impero Romano d’Occidente, che ricevette però la sua sanzione formale solo nel 476, allorché il re degli Eruli [Xiluliren 希鲁里人] Odoacre [Aoduo’aisai 奥多埃塞] impedì la nomina del successore dell’ultimo imperatore romano, Romolo Augustolo [Luomulusi Aogusitulusi 罗穆卢斯•奥古斯都鲁斯].
[1] Tratto dall’edizione cinese di “Roma antica: Storia di una civiltà che conquistò il mondo”, di Anna Maria Liberati e Fabio Bourbon, tradotta da Fang Chunhui 方春晖, pubblicata col titolo Gu Luoma: yige cengjing tongzhi shijie de wenming 古罗马:一个曾经统治世界的文明 dalla Zhongguo suili shuidian chubanshe di Pechino nel 2006.
(c) Prof. Giorgio Casacchia, Addetto Culturale, Istituto di Cultura di Shanghai, 2009.