Gurjieff afferma che in India
vi sono scuole filosofiche che conducono alla Conoscenza, in Egitto in passato è
stata conservata la teoria, e in Persia la pratica. Che i suoi capisaldi
fossero stati la tecnica dello stop e la danza è noto, e basa il primo sulla
conoscenza di se stessi a partire da quella fisica (e soprattutto sul
rilassamento muscolare) e la seconda su movimenti del corpo ben precisi tesi a
far scattare la scintilla per la scoperta delle leggi della natura.
Egli insiste anche sull’importanza del lavoro di
gruppo che, se rettamente guidato, può fare molto grazie a coloro
che sono usciti dalla prigione.
Gurdjieff parte dal presupposto che un uomo
ha in se molti uomini, e dal fatto che egli è un dormiente, una
macchina incapace di pensare nel vero senso della parola, utilizzando il suo
vero essere. Per smettere di essere una macchina è necessario conoscere la
macchina, che fino a quando non si conosce si è incapaci di fare qualsiasi
cosa. Per fare bisogna essere, altrimenti tutto accade senza che possiamo fare
nulla.
Su grande scala, tutto ciò che avviene è
regolato da leggi cosmiche generali e influenze, è così, dice Gurdjieff, anche
per le guerre. In questo c’entrano anche le influenze planetarie, e la luna
gioca un ruolo importante. La luna è un pianeta allo stato nascente.
Anche per l’uomo è impossibile non sottomettersi
ad influenze, ma lui in un certo senso e in certi casi può scegliere a quali
influenze sottomettersi.
L’umanità risponde ai bisogni della terre e
segue l’evoluzione dei pianeti. Essa, presa nel suo insieme, non può sfuggire
alla natura e alle sue leggi, e dunque alle sue finalità.
La luna si nutre dell’umanità, e una gran
percentuale di essa, quindi serve alla luna. L’umanità,
sempre nel suo insieme, non può opporsi a queste forze, ma un uomo solo che si
renda conto della situazione e vi si opponga con volontà, può. Questa è la vera
evoluzione.
L’essere dell’uomo può essere di qualità molto
differenti. Gurdjieff dice che affinchè si possa parlare di “vita futura” le
qualità interiori dell’uomo vanno cristallizzate, in un certo senso fuse,
ed allo stesso tempo si deve creare una certa indipendenza dalle influenze
esteriori. Il cosiddetto “corpo astrale” non è che il frutto di
questa cristallizzazione, e si deve creare. Ma per crearlo è necessario
un continuo sfregamento, una continua lotta interiore delle qualità dell’uomo,
che causerà il Fuoco del cambiamento.
Un uomo completo, nel vero senso della parola, è
composto di quattro corpi: fisico, astrale, spirituale, divino che è anche
corpo causale.
L’uomo non nasce con i corpi sottili.
Serve il sacrificio, è indispensabile
sacrificare ciò che è prezioso.
E
sulla Conoscenza dice anche un’altra cosa interessante: essa è materia, e come
tutta la materia è limitata ad una certa quantità. Per questo non può
appartenere né a tutti né a molti, ma a pochi.
Altro discorso importante di Gurdjieff è quello
sulle tre vie, che sono per lui incomplete, perché ciascuna sviluppa una
funzione particolare fisica (via del fachiro), emozionale (via del monaco),
intellettuale (via dello yogi), ma per uno sviluppo completo occorre una quarta
via. Tutte queste vie iniziano da una rinuncia, ma la quarta via non
richiede che ci si ritiri dal mondo. All’inizio questa quarta via è ben
più facile delle altre tre, e lavora su tutte e tre le funzioni dell’uomo
contemporaneamente, il lavoro è simultaneo, e fa a meno di tutto il
superfluo. L’uomo in questa via sa quali sostanze elaborare, a livello
fisico emozionale e mentale.
In realtà Gurdjieff individua 5 centri nell’uomo:
motore, istintivo, sessuale, poi emozionale e intellettuale, sessuale.
I tre inferiori in un uomo “normale” lavorano scoordinatamente e sprecano
molta energia, e il centro sessuale è una forza neutralizzante tra il centro
motore e quello istintivo.
La Totalità dell’uomo non esiste, ma bensì va
formata: è per questo che bisogna sconfiggere i vari io
della personalità che configgono.
La vera comprensione inizia quando si ha un
corretto funzionamento dei tre centri inferiori.
Ogni fenomeno su qualsiasi scala si basa su tre
forze: una positiva, una negativa ed una neutra.
E proprio quella neutra è necessaria alla produzione del fenomeno, ed è una
proprietà del mondo reale. E’ un errore considerare una sola delle forze
attiva, poiché tutte e tre, nel loro ambito, lo sono.
Ogni mondo che viene emanato dall’Assoluto, che
opera con queste tre forze, ha tre forze proprie.
Meno leggi vi sono in un dato mondo più vicini
si è all’Assoluto.
Gurdjieff dice che noi viviamo in un mondo
soggetto a 48 ordini di leggi (e quindi anche il
corpo fisico).
Per l’uomo c’è un metodo di liberarsi da queste
leggi, ma occorre una gran conoscenza senza crearsene un’altra in sostituzione.
A proposito, in merito al fatto della Conoscenza
che è come la materia, e pertanto limitata e per pochi, essa è dunque anche
soggetta a tempo e spazio, e con essi anche al ciclo di trasformazione della
materia, una materia che è dunque anche energia e vibrazione.
La liberazione dalle leggi meccaniche del mondo
è una liberazione dal giogo della luna che per crescere si nutre degli
organismi viventi della terra.
Tutta la materia del mondo che ci circonda è
attraversata da tutte le materie esistenti nell’universo, così ecco che l’uomo
è anche in questo senso un microcosmo e ha dentro di sé il proprio sole.
Se il corpo fisico (terra) possiede 48 ordini di
leggi, l’astrale 24 (pianeti), il mentale 12 (sole) e il quarto corpo 6 (tutti
i soli), per ogni “morte” del corpo inferiore, quello superiore sopravvive.
L’Assoluto non può interferire nella nostra vita
e sostituire altri risultati a quelli naturali, ci sono delle leggi da rispettare.
“Un uomo sazio non comprende un uomo che ha
fame.”
L’immaginazione è una delle cause principali del
cattivo lavoro dei centri; essa non è utile, cioè non aiuta a perseguire uno
scopo ben definito, e proviene da un impulso del centro
motore od emotivo.
Per tenere a bada il centro motore è necessario
osservare e prestare attenzione consapevole a tutte le proprie azioni,
soprattutto quelle che compiamo in maniera automatica.
Un metodo molto valido per tenere a bada il
centro emotivo è la lotta contro l’espressione verbale delle emozioni
sgradevoli: in genere facendo questo si può scoprire che
tutte le nostre azioni, pensieri, emozioni provengono da qualcosa di esterno a
noi. Ma non siamo capaci di guardarci internamente.
Il centro istintivo usa invece funzioni innate
(respirazione, circolazione, digestione, riflessi)
appoggiandosi al centro motore: è bene saper osservare e regolare anche queste
funzioni.
Il centro sessuale è il centro neutralizzante –
e quindi per definizione dello stesso Gurdjieff – quello che crea il fenomeno.
I tre centri inferiori (motore, istintivo, sessuale) sono sufficienti di per
sé alla vita.
Le vibrazioni continue dell’universo agiscono su
ogni tipo di materia, ma agiscono in modo non uniforme cioè con periodi di
accelerazione e periodi di rallentamento, con maggiore forza o debolezza.
E’ in questi termini che Gurdjieff introduce l’idea
dell’ottava, rappresentata dalla scala musicale. Le vibrazioni seguono
accelerazioni e rallentamenti per sette “gradini” diseguali, e raddoppiano di
intensità con il raggiungimento dell’intero (8).
Il fatto importante per lui non sono tanto i
gradini o le note, o la loro lunghezza, ma i “momenti di crisi” che sono
necessari a passare da un intervallo all’altro (in particolare fra il 3 e
il 4, e il 7 e l’8).
Dal punto di vista cosmico queste crisi sono lo “choc”
della creazione della via Lattea necessaria al sistema solare, e la vita
organica sulla terra, necessaria alla crescita della Terra stessa
(in ogni caso, ogni ottava “contiene” al suo interno infinite altre ottave).
Sarebbe bene, dice Gurdjieff, che l’uomo
imparasse a creare degli choc addizionali, che gli sono necessari in
primis per conoscere se stesso, e questi choc sarebbe meglio che li desse
una Scuola creata su questi stessi principi.
In effetti, dice Gurdjieff, vi sono 4 stati
per l’uomo: sonno, veglia (nello stato di veglia egli può agire e “fare”
qualcosa ma non può ricordarsi di se), il ricordarsi di sé (che gli permette di
vedere come realmente è) e la coscienza obiettiva cioè il vedere le cose come
sono. Gli ultimi 2 ovviamente non sono accessibili all’uomo ordinario che
dorme.
Per passare a questi ultimi due stati, bisogna
risvegliare i 2 centri superiori (emozionale e intellettuale superiori),
ma per avere un collegamento permanente fra i centri, è necessario, come
dicevamo, che i 3 centri inferiori lavorino correttamente. Ciò lo si fa
liberando ogni centro dal lavoro che non gli è proprio, a partire dall’inutile
flusso incessante di pensieri che abbiamo, la tensione continua dell’organismo,
la fretta.
Svegliarsi da sé è impossibile, anche perché c’è
il pericolo che ci si senta svegli e non lo si sia. Il dormiente ha bisogno di un
uomo che si si sia svegliato e lo aiuti.
Molti dei processi chimici, psichici, alchemici,
molti processi in generale dunque, avvengono al buio senza luce; bisogna
guardare dentro di sé, nella propria oscurità. E alla base del ricordarsi di se
c’è comunque la non identificazione con il proprio io.
Al tempo stesso però, non bisogna cadere nell’errore
di considerare solo se stessi senza considerare gli altri. Anche la
considerazione degli altri fa parte del lavoro, perché l’altro è il riflesso
di noi stessi. In tutto questo la morale non c’entra niente, non esiste una
morale generale, se non per auto giustificazione soggettiva e individuale.
L’idea di morale è connessa all’idea di buona e
cattiva condotta secondo delle interpretazioni personali o collettive, ma
sempre soggettive, perché anche l’idea di bene o male lo è. Nessuno fa mai di
sua volontà qualcosa di male per amore del male: ognuno agisce per servire il
bene come egli lo intende.
Certo che sentire la propria Coscienza nel senso
vero del termine, percepirla in modo continuo e nemmeno a sprazzi, sarebbe per
l’uomo come egli è insopportabile: da qui il non ricordo di sé, le auto
giustificazioni, le contraddizioni dell’Io.
Dice Gurdjieff che l’Io crea una sorta di
ammortizzatori (sociali, psicologici, comportamentali,…) che lo proteggono da
quello che non potrebbe sopportare da dormiente. Percorrere la via significa
iniziare a distruggere questi ammortizzatori, ma al contempo, e nel giusto
grado di tempo, sviluppare la propria volontà, che deve essere supportata
da qualcuno che la abbia già pienamente sviluppata.
Da qui anche il significato dell’obbedienza.
La personalità deve diventare passiva e l’essenza
attiva: solo così riusciremo a dare la giusta
importanza alle cose vere e alle illusioni del mondo. Per seguire la via del
quarto tipo, personalità ed essenza devono essere entrambe sviluppate poiché un
minimo di intellezione è necessario. Lo stesso per la via dello yoga;
differente cosa è per la prima e la seconda via, che richiedono rispettivamente
fermezza fisica e fede, anche senza un intelletto particolarmente sviluppato.
Nel discorso sugli idrogeni che fa Gurdjieff, la
cosa importante è che un elemento può alimentarsi di un idrogeno
superiore, ma non di un idrogeno inferiore nella scala. E quindi ogni
elemento ha un posto preciso nell’universo e un peso e funzione cosmica anch’essi
precisi.
Il lavoro del corpo umano è previsto per
produrre un’altissima quantità di energia e per trasformare le sostanze
grossolane in sostanze più fini. La formazione dei corpi seguenti a quello
fisico si ottiene proprio grazie a questa trasformazione e ad un corretto
uso di queste sostanze fini.
Dal punto di vista fisico noi mangiamo,
respiriamo, ci nutriamo di impressioni, e tutti e tre sono necessari.
E l’altra cosa che è importante è che queste tre
forme di nutrimento non sono disgiunte: l’una è collegata all’altra sia per l’assimilazione
del nutrimento inferiore rispetto a quello superiore (alimenti rispetto all’aria,
aria rispetto alle impressioni), sia per il cambiamento d’ottava. Creare uno choc
fra il primo e il secondo elemento è automatico perché avviene a livello
fisico, ma crearlo fra il secondo e il terzo e dopo il terzo non è automatico,
ma serve uno choc “artificiale”.
Interessante è il fatto che l’aria inspirata è
uguale per tutti, non così per l’aria espirata che dipende dalle sostanze fini
che abbiamo in noi.
“Le
influenze della seconda specie sono create invece al di fuori di questa vita,
sono le influenze che ci giungono dal centro interiore o esoterico dell’umanità;
in altre parole, esse sono state create sotto altre leggi, benché su questa terra.
Queste influenze differiscono dalle prime, soprattutto in quanto esse sono
coscienti alla loro origine. Ciò significa che esse sono state create
coscientemente da uomini coscienti, per scopi determinati. Le influenze di
questa specie prendono abitualmente corpo sotto forma di dottrine o di
insegnamenti religiosi, di sistemi filosofici, di opere d’arte…”
Queste influenze coscienti e create
ad hoc costituiscono la base per l’uomo per il ricordo di sé, e sono un modo per iniziare ad intraprendere la via che ci
conduce a questo ricordo di sè e a intravedere il vero ordine delle cose
(rito).
La dottrina dei cosmi considera 7
cosmi.
Essi sono: l’Assoluto nel raggio di
creazione, tutti i mondi nel raggio di creazione, la via Lattea, il Sole, tutti
i pianeti, l’uomo, l’atomo.
Ogni cosmo è un essere animato che
nasce, vive, muore, respira, pensa, sente.
In relazione alla legge dell’ottava
non vi è completa analogia fra questi cosmi, come non vi è analogia fra ottave
di piani diversi.
Un’immagine completa delle leggi
dell’Universo è data dalle leggi di un cosmo più quelle del cosmo superiore e
inferiore.
Nel suo stato ordinario l’uomo è
cosciente di sé solo in relazione al proprio cosmo; invece la Via può condurlo
al collegamento con il cosmo inferiore e superiore, ascendendo e discendendo allo stesso tempo.
Ogni cosmo superiore ha una
dimensione in più rispetto all’inferiore.
Il tempo è per noi la quarta
dimensione. Noi intendiamo l’ “esistenza” come
esistenza nel tempo, in realtà questa non è che una dimensione, ed è anche
movimento.
Ogni momento nel tempo contiene un
certo numero di possibilità, ma mai un numero infinito. Queste saranno un
numero di possibilità in potenza e il momento successivo nel tempo attuazione
di una di queste possibilità.
Al di fuori del tempo, tutto ciò che
esiste, esiste nell’eternità. L’eternità è la quinta dimensione.
Nell’eternità ogni momento del
tempo, della quarta dimensione, ha una esistenza infinita: le possibilità
realizzate continuano a essere realizzate senza fine, e tutte le altre
possibilità potenziali continua a essere non realizzato nell’eternità.
Quindi la quarta dimensione, il
tempo, è la sequenza lineare dei momenti di realizzazione di una possibilità.
La quinta dimensione, l’eternità, è
la linea dell’esistenza eterna delle possibilità realizzate.
La sesta dimensione è quella della
realizzazione di tutte le possibilità.
Ogni mondo è tridimensionale per se
stesso. Se si prende l’esistenza tridimensionale dell’uomo, esso può esplicare
le sue possibilità nei pianeti (quarta dimensione), Sole (quinta) e al massimo
fino alla Via Lattea (sesta), ma non oltre.
Solo un corpo a sei dimensioni può
essere completamente reale; gli altri non sono che dimensioni incomplete.
Il tempo è movimento, respirazione.
L’uomo non possiede niente e ha
formato per imitazione tutto quello che apparentemente gli appartiene. Quando
si rende conto della sua nullità e della sua miseria può finalmente morire.
Prima di questa presa di coscienza l’uomo
vive in un sonno che non è normale ma ipnotico.
Riguardo a Kundalini,
Gurdjieff dice che interpretarla esclusivamente come uso dell’energia sessuale
è sbagliato. Kundalini è questa forza che ci mantiene in stato di ipnosi.
Nel corso dei secoli ne è stato
stravolto il significato e se ne è sottovalutata la pericolosità.
Kundalini è la potenza dell’immaginazione.
Un uomo che immagina e sogna invece di agire è in preda di Kundalini.
Essa è stata introdotta negli uomini
per mantenerli nel loro stato attuale (senso negativo), ma ha anche la
potenzialità positiva di risvegliare l’uomo, se utilizzata correttamente.
Il risveglio imperfetto di Kundalini
risveglia inizialmente l’energia sessuale per poi passare ad altro.
Parlare di Kundalini è molto
delicato e può dare origine a grossolane interpretazioni. Essa viene trattata
in modo particolare nei testi tantrici dell’India, mentre nella tradizione
occidentale è praticamente sconosciuta. Quindi non si può fare del sincretismo.
Se l’uomo è capace di mantenere il
silenzio quando è necessario, che è molto più difficile del digiuno, sarà il
migliore esercizio per migliorarsi e per sviluppare la propria volontà.
Il carattere di ogni uomo presenta
un difetto principale sopra tutti gli altri e il lavoro deve consistere in una
lotta contro questo difetto principale, e il maestro deve indicargli quale.
Gurdjieff non parla mai di magia, ma
distingue semplicemente tra il non fare (ciò che capita per l’uomo dormiente) e
il fare (la cosiddetta “magia”, il fare dell’uomo risvegliato).
Egli dice che anche nella cosiddetta
“magia nera” non vi è interesse nel fare del male, ma ci si approfitta delle
debolezze umane. Ognuno fa il bene così come egli lo intende.
L’uomo che usa la magia nera, lo fa
usando le persone appoggiandosi alla loro fede, infatuazione e spesso paura.
Ma anche il mago nero è dovuto
passare attraverso una scuola.
Gurdjieff considera come peggiori
persone che non sono mai passate per una scuola, ed esattamente: le società
spiritistiche, occultistiche, teosofiche. Il loro
è solo un lavoro imitativo e falso. Una persona che segue queste scuole si
arresta fra due barriere e non può più andare né avanti né indietro.
Gli sforzi ordinari non contano,
solo i super-sforzi contano.
Con la tesi degli accumulatori Gurdjieff sostiene
come ogni centro abbia al suo fianco due “accumulatori” e ogni accumulatore e’
alimentato da un grande accumulatore.
Questi accumulatori danno energia aggiuntiva al
centro quando questo è affaticato e lo fanno in maniera alternata (secondo Gudjieff
è lo sbadiglio a ricaricarli, mentre il riso li scarica, e funzione dei centri
istintivo e motore). Quando entrambi sono scarichi, entra in funzione il grande
accumulatore anche a seguito di una “crisi” fisica o meno dell’organismo umano.
Per questo, dice Gurdjieff, non si deve avere
paura di fare grandi sforzi.
I piccoli accumulatori servono al lavoro ordinario
della vita, ma per il lavoro interiore su di sé essi non sono sufficienti,
ed è necessaria l’energia del grande accumulatore.
Si deve imparare ad attingere l’energia dal
grande accumulatore, ma questo è impossibile senza l’aiuto del centro emozionale.
Il riso ci libererebbe di energia perché nel
lungo tempo, se non utilizzata né liberata, diverrebbe negativa.
Ma nei centri superiori il riso non può esistere
perché non vi sono elementi di divisione, cioé elementi duali che
possono portare sia emozioni ed energia positiva ma anche emozioni ed energia
negativa.
Gurdjieff dice una cosa interessante sulla
rinascita: non è importante sapere se qualcuno possa rinascere o no. Se
un uomo sapesse, ad esempio, che avrebbe a disposizione altre vite non farebbe
nessuno sforzo in questa per compiere il suo lavoro. Inoltre, una vita è
sufficiente a vedere come tutte le cose già si ripetano in questa vita, una ed
una sola, e dove si può venire a conoscenza delle leggi.
Per ogni cosa vi sono delle possibilità latenti,
ma sono da sviluppare entro un tempo limitato.
L’uomo ordinario, quello meccanico, non può né amare
né non amare. Chi ama e non ama in lui è un qualcosa differente da lui
stesso.
Noi in realtà non possiamo cambiare
assolutamente nulla poiché la legge rimane immutabile.
Quello che possiamo fare è sottrarci alla legge ma non cambiarla;
cambiare lo stato delle cose, ma solo relativamente a noi stessi.
L’unione maschio e femmina costituisce uno choc
che crea una nuova ottava e un nuovo organismo. Nell’organismo stesso, però, vi
è un’altra via: l’energia può essere usata senza l’unione dei due principi
maschio e femmina, talché la nuova ottava si sviluppa all’interno dell’organismo
e non all’esterno.
Questa, dice Gurdjieff, è la nascita del
corpo astrale, che nasce dalla stessa materia da cui nasce il corpo
fisico. (questo è un punto che non va preso alla lettera ma che
DEVE essere approfondito)
L’astinenza sessuale è necessaria alla
trasmutazione ma solo in certi casi e per un certo tipo di uomo.
L’astinenza, inoltre, può essere utile solo se
avviene in tutti i centri, e se si come utilizzare l’energia che non si
disperde.
Ma nel lavoro solo chi ha un rapporto
completamente normale con il sesso può compiere il lavoro.
Il sesso comanda tutti gli altri centri.
Il male del sesso dunque non è l’uso, ma l’abuso
che non significa eccessi, ma il cattivo lavoro dei centri nei confronti e in
rapporto al centro sessuale a cui danno o prendono energia in maniera anormale.
Se però il centro sessuale si ricollega in
maniera anomala alla parte negativa del centro emozionale o istintivo o fisico
o intellettuale, ecco che subentra l’abuso e un uso scorretto di tale energia.
Al tempo stesso, quando il centro sessuale è svuotato prende energia (molto piu’
grossolana della sua) agli altri centri.
Proprio per questo, il lavoro su di se comprende
anche la costruzione di un centro di gravità permanente e tutto il
resto, subordinandosi ad esso, si organizza poco a poco. Questo centro si
costruisce anche grazie all’energia del centro sessuale, sino ad arrivare al
centro emozionale superiore.
“ho
detto un giorno che dovevano sacrificare ‘fede’, ‘tranquillità’ e ‘salute’.
Essi lo prendono alla lettera. Come se avessero la ‘fede’, la ‘tranquillità’ o
la ‘salute’. In realtà, devono soltanto sacrificare ciò che immaginano di avere,
e che invece non possiedono affatto. Devono sacrificare le loro fantasie. Ma
ciò è difficile per loro, molto difficile. È molto più facile sacrificare cose
reali.”
“È un’altra la cosa che si deve sacrificare: è
la propria sofferenza: e non vi è nulla di più difficile. Un uomo rinuncerà a
qualsiasi piacere piuttosto che alla propria sofferenza. L’uomo è fatto in modo
tale che vi è attaccato più che a qualsiasi altra cosa. Eppure, è
indispensabile essere liberi dalla sofferenza. Chi non ne sia libero, chi non
abbia sacrificato la sua sofferenza, non può lavorare. Più tardi avrò ancora molto
da dire a questo proposito. Niente può essere raggiunto senza la sofferenza, ma
allo stesso tempo, si deve cominciare col sacrificare la sofferenza.”
Quando sono nati miti e simboli, il loro scopo
era quello di trasmettere all’uomo idee inaccessibili alla sua ragione e
raggiungere i centri emozionale ed intellettuale superiore.
Trasmettere il significato dei simboli a un uomo
che non ne ha avuto intima comprensione è impossibile.
La lotta della dualità e la alternanza dei
principi duali all’interno dell’uomo è un processo
automatico che avviene appunto per mezzo delle leggi della dualità. La
decisione dell’uomo rappresenta la creazione di un terzo principio permanente,
e rappresenta la trasformazione della dualità in trinità. Se questa
decisione è definitiva e viene introdotta costantemente contro le circostanze
accidentali che gli capitano intorno, dara’ una linea permanente nel tempo, cioè
si agirà sul quaternario.
La trasformazione del quattro in cinque e il
passaggio dal quaternario al quinario, dice Gurdjieff, e’ la “costruzione di più
pentagrammi”, e significa il lavoro sui propri centri.
Gurdjieff distingue anche quattro linee di
insegnamento tradizionale: quella indu’, di cui conosciamo solo la
filosofia, e le ebraica-egiziana-iraniana, di cui conosciamo solo frammenti di
teoria.
Lui pero’ si fa portatore di un insegnamento
nuovo, e che fa uso del metodo simbolico.
Sulla preghiera Gurdjieff dice che la
preghiera degli uomini dormienti non può dare che risultati soggettivi. Bisogna
imparare a pregare. La preghiera non è una domanda, ma l’uomo si deve sforzare
di provare col pensiero ed emotivamente tutto il contenuto della preghiera, e
può comporre nuove preghiere con nuove intenzioni.
Riguardo alla chiesa cristiana delle origini,
dice che è una scuola. Le forme di culto dei primi cristiani
non potevano derivare né dal paganesimo né dal giudaismo: i loro templi erano
molto differenti dalle forme di culto della chiesa cristiana di primo e secondo
secolo.
Le forme di culto della chiesa cristiana provengono
dall’Egitto, in particolare da scuole di insegnamenti non conosciute. Le
preghiere, gli inni, le ripetizioni, tutto aveva un significato che è andato
perduto nel tempo.
“Alla parte Terra - Luna del raggio di creazione
sono state date esattamente quelle proprietà di sviluppo e di crescita che sono
state date ad ogni ramo di un grande albero. Ma la crescita di questo ramo non
è affatto garantita, dipende dall’azione armoniosa e corretta dei suoi tessuti.
La vita organica sulla terra è un fenomeno complesso, perché tutti i suoi elementi
dipendono strettamente gli uni dagli altri. La crescita generale è possibile
solo a condizione che cresca ‘l’estremità del ramo’, o, per parlare in modo più
preciso, ci sono nella vita organica dei tessuti che si evolvono ed altri che
servono loro da nutrimento.
La parte della vita organica che si evolve è l’umanità.
Anche l’umanità comporta una parte che si evolve, ma ne parleremo più tardi;
per ora, considereremo l’umanità come un tutto. Se l’umanità non si evolve, ciò
significa che l’evoluzione della vita organica deve arrestarsi e questo
provocherà a sua volta un arresto nella crescita del raggio di creazione. D’altra
parte, se l’umanità cessa di evolversi, diventa inutile dal punto di vista dei
fini per i quali essa era stata creata e, come tale, può essere
distrutta. Così l’arresto dell’evoluzione può
significare la distruzione dell’umanità.”
Il numero delle possibilità non è mai infinito.
Le forze per l’evoluzione dell’umanità hanno una scelta di mezzi più’ limitata,
e devono essere mezzi durevoli, rispetto alle forze contro questa evoluzione.
“Nella letteratura che ammette l’esistenza dell’esoterismo,
l’umanità è generalmente divisa in due cerchi solamente e il cerchio exoterico,
in quanto opposto al cerchio ‘esoterico’ è chiamato: la vita ordinaria.
È un errore; in realtà, il cerchio ‘exoterico’ è
molto distante da noi ed è situato ad un livello molto alto. Per l’uomo
ordinario, si tratta di ‘esoterismo’.”
“La differenza fondamentale tra le tre vie, del
fachiro, del monaco, dello yogi, e la quarta, è che le tre prime sono legate a
forme permanenti mantenutesi quasi invariate nel corso di lunghi periodi
storici.
La loro base comune è la religione.
La quarta via differisce dalle antiche e dalle
nuove per il fatto che non è mai permanente, non ha forme determinate e non
esistono istituzioni che le siano connesse. Essa appare e dispare secondo le
leggi che le sono proprie.
La quarta via non può esistere senza un certo
lavoro che abbia un senso ben definito, ed essa implica sempre una certa
attività, che sola sostiene e giustifica la sua esistenza. Quando questo lavoro
è compiuto, cioè quando lo scopo che si proponeva è raggiunto, la quarta via
scompare; ben inteso, scompare da questo o da quel luogo, scompare in una data
forma, per riapparire forse in un altro luogo e in un’altra forma”
“La verità non può pervenire agli uomini che
sotto forma di menzogna. Soltanto sotto questa forma essi sono in grado di
accettarla, digerirla e assimilarla. La verità non denaturata sarebbe per loro
un nutrimento non digeribile.”
Quanto più la materia è densa meno essa è
cosciente ed intelligente, tanto più le vibrazioni sono dense
tanto più la materia è cosciente e intelligente.
L’organismo è adattato a trasformare le materie
grossolane in materie sottili: se gli dessimo solo e da subito materie
grossolane esso morirebbe.
Ogni specie di creatura e ogni grado di essere
di una stessa specie è definito dal suo nutrimento, ma anche da chi esso stesso
serve come nutrimento nell’ordine cosmico.
Per Gurdjieff, infine, l’automatismo dei nostri
pensieri e dei nostri sentimenti, corrisponde perfettamente all’automatismo dei
nostri movimenti.
E per lui il lavoro iniziatico consiste nel
sottomettersi volontariamente a una sofferenza temporanea per rendersi liberi
da una sofferenza eterna.
Il digiuno consiste nel non lasciare
inutilizzate sostanze già elaborate dall’organismo e che si trovano in
soluzione molto concentrata. Se non si utilizzano esse avvelenano l’organismo.
“Colui
che è capace di raggiungere qualche cosa arriva prima o poi alla conclusione
che la sua libertà è un’illusione, ed allora acconsente a sacrificare questa
illusione. Diventa schiavo volontariamente. Fa ciò che gli si dice di fare,
ripete ciò che gli si dice di ripetere, e pensa ciò che gli si dice di pensare.
Non ha paura di perdere alcunché, perché sa che non possiede niente. In tal
modo acquista tutto.
Ciò che in lui era reale, nella sua
comprensione, nelle sue simpatie, i suoi gusti e i suoi desideri, tutto gli
ritorna con nuove proprietà che egli non aveva e che non avrebbe mai potuto
avere prima,
insieme a un sentimento interiore di unità e di
volontà. Ma per giungere a tal punto, l’uomo deve passare attraverso il duro
cammino della schiavitù e dell’obbedienza”
O - “Gli avvenimenti sono contro di noi, dissi,
ed è divenuto assai chiaro che è impossibile fare qualsiasi cosa in questo
turbine di follia collettiva.”
G - “Al contrario! Tutto diventa possibile. Gli
avvenimenti non sono affatto contro di noi, succedono soltanto troppo in
fretta. Ecco il male. Aspettate però cinque anni e vedrete che gli ostacoli d’oggi
ci saranno stati utili”.
O - Non comprendevo cosa Gurdjieff intendesse
dire. Né dopo cinque anni, né dopo quindici questo mi divenne più chiaro.
Guardando le cose dal punto di vista dei ‘fatti’, era difficile immaginare come
avremmo potuto essere aiutati da avvenimenti quali guerre civili, stragi,
epidemie, carestie, l’intera Russia in procinto di diventare selvaggia, la
menzogna senza fine della politica europea e la crisi generale che, senza alcun
dubbio, era il risultato di questa menzogna.
Perché queste idee non erano apparse prima?
Perché non le avevamo avute quando la Russia esisteva ancora e l’Europa era per
noi ‘l’estero’ confortevole e allettante? Qui si trovava senza dubbio la chiave
della enigmatica osservazione di G. Perché queste idee non erano venute?
Probabilmente proprio perché non possono venire
che al momento stesso in cui l’attenzione della maggioranza si sposta tutta
intera in un’altra direzione, e quando queste idee possono raggiungere soltanto
coloro che le cercano”
Ecco perchè la via esoterica è una via per pochi: essa
non deve fare massa, ma al contrario concentrarsi qualitativamente e con una
forza centripeta su pochi.
L'interessantissimo film su Gurdjieff (Incontri con uomini straordinari, di Peter Brook, 1979) è questo:
L'interessantissimo film su Gurdjieff (Incontri con uomini straordinari, di Peter Brook, 1979) è questo:
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