Ermete Trismegisto, il tre volte grande, considerato il padre fondatore del sapere e scriba degli dèi, è per molti collegabile al dio egizio Toth, inventore dell'alfabeto, depositario di tutte le Conoscenze.
Gli “Hyerogliphica” di Horapollo sono invece un trattato breve che risale ai primi secoli dopo Cristo, in cui vengono spiegati i geroglifici usati dagli Antichi Egizi
Jean Francois Champollion, nel suo “Precis de systeme hieroglyphique” distinse tre tipi diversi di scrittura del nome del Sovrano: fonetico, figurativo e simbolico.
Gli Egizi adottavano una scrittura per i testi sacri e un'altra per i libri contabili, opportunamente celata dall'utilizzo di simboli che indicavano il significato “divino” (rivelazione, materia prima) della prima o il carattere materiale della seconda scrittura.
In ogni caso, nell'Inno 10.71 dei Rig Veda sono riassunte le idee dei Rishi sul linguaggio:
“La parola sacra è un'invenzione degli antichi saggi... solo l'eletto è chiamato a ‘vedere'. L'iniziazione passa da un apprendimento attraverso la lettura”.
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