“L’uomo non pensa mai senza immagini”, senza forme.
Aristotele.
L'Infinito metafisico è incondizionato e
indeterminato, ed è in rapporto alla Possibilità Universale: essi sono
una realtà unica, ma il primo né è l’aspetto attivo e la seconda passivo.
L’Infinito è senza parti, in quanto ogni singola “parte” è
di per sé relativa e finita.
L’impossibilità, come pura negazione, il nulla, non esiste
percchè rappresenterebbe un limite, mentre la Possibilità Universale è
illimitata.
Siamo noi, secondo il nostro modo di vedere, che
consideriamo l’infinito come una molteplicità di apsetti esistenti, ma questo è
solo il nostro punto di vista secondo gli strumenti che disponiamo ora e su
questo piano di esistenza.
La tendenza di sistematizzare tipica dell’uomo è una tendenza
parziale e antimetafisica.
Secondo la Possibilità Universale ogni possibilità di
manifestazione può avere la propria esistenza secondo la sua natura, o può non
manifestarsi.
Il dominio della Manifestazione è un insieme di mondi
e di stati condizionati che non può esaurire da sé la Possibilità Universale, e
non ha alcuna superiorità sulla non-Manifestazione: ha solo, rispetto a
questa, un’altra natura.
Una “lotta di esistenza” fra Possibili non ha niente di
metafisico, ed è anzi solo una traposizione di un’ipotesi biologica alla
metafisica.
E’ il Non-Manifestato, permanente e incondizionato, che
contiene in sé il principio, e quindi costituisce la realtà profonda ed
essenziale delle cose.
Rispetto all’Infinito tutta la Manifestazione è nulla, per
quanto è piccola, di per sé un accidente vero e proprio.
Purtuttavia la Manifestazione, pur essendo contingente, è
necessaria.
Al di fuori dell’Essere vi sono tutte le possibilità
di non-manifestazione e tutte le possibilità di manifestazione allo stato non manifestato.
Il Non-Essere è una possibilità di manifestazione
non-manifestata in quanto principio (dell’Essere stesso): è quindi superiore
all’Essere.
Il Non-Essere non è infinito in quanto non coincide con la
Possibilità Universale: esso costituisce solo il principio della Manifestazione
di tutte le Possibilità che si manifestano
Nel Non-Essere non vi è una molteplicità di stati, e, a
rigore, nemmeno l’unità, in quanto
corrisponde allo Zero metafisico o non-dualità.
Solo l’insieme dell’Essere e del Non-Essere coincidono con
la Possibilità Universale,
Lo stato della manifestazione è sempre transitorio e
condizionato: ma tutto quello che è manifestato non si perde, poiché una volta
che finisce e si trasforma tornerà ad essere inglobato nel non-manifestato.
L’Essere comprende in sé l‘esistenza e ne è metafisicamente
superiore in quanto ne è principio
Il fine da raggiungere comune a tutti gli Esseri è la Liberazione,
che scioglie l’essere da ogni suo legame con condizioni speciali di esistenza.
Anche la libertà si trova nel dominio dell’essere, ed
è una sua possibilità in quando assenza da costrizione, che è via via più
relativa mano a mano che dall’unità si passa alla molteplicità.
L’Esistenza rispetto all’essere ha un minor grado di
determinazione e di universalità.
L’Esistenza comportà una molteplicità infinita di gradi e di
stati di manifestazione.
Lo Stato di un Essere è perciò lo sviluppo di una
particolare possibilità compresa in quel grado.
Né l’unità dell’Essere né l’unicità dell’Esistenza escludono
la molteplicità dei modi di manifestazione.
La molteplicità non proviene né dall’unità, né dal
Non-Essere, né dal Tutto: essa non proviene da essi in quanto è in essi già
incorporata nell’unità primordiale.
L’intelletto puro ha in sé la Conoscenza.
La vera Conoscenza è quella che permette di penetrare
nella natura intima delle cose, e permette di identificare il soggetto con
l’oggetto.
Essa è immediata, e ogni conoscenza mediata ha solamente un
valore relativo; essa non ammette limiti e si riferisce direttamente alla
Possibilità Universale.
La conoscenza vera degli stati dell’essere implica il loro
possesso effettivo.
Non vi è nulla che sia inconoscibile, siamo noi, nel nostro
attuale stato condizionato, a non essere in grado di conoscere.
L’intelletto puro nel passaggio dall’universale al
particolare produce la Coscienza.
La conoscenza si realizza come “presa di coscienza”
solamente in quegli stati laddove la coscienza esplica la sua azione, cioè
solamente in taluni stati individuali.
La coscienza è una condizione dell’esistenza in certi stati
individuali, e l’esistenza corporea umana è solo uno stato fra questi.
La coscienza ha comunque un’estensione indefinita, oltre le
modalità corporee, e non è che una conoscenza contingente e relativa.
Tra le forme che la coscienza può assumere, l’elemento
mentale è propriamente umano; ed è diverso dall’intelletto puro che è
universale e sussiste in tutti gli esseri e in tutti gli stati
Il pensiero individuale appartiene all’elemento
mentale.
La forma è una condizione particolare di certi modi
di manifestazione, e non è necessariamente determinata dallo spazio e dal
tempo, e appartiene a tutti i modi individuali di manifestazione .
Gli stati individuali accolgono perciò tutte le possibilità
formali, e quelli sopra-individuali tutte le possibilità informali (senza
forma). Guenon accomuna questa differenziazione alle Acque Superiori e alle
Acque Inferiori.
Le possibilità informali, cioè quelle che
corrispondono agli stati informali, comunemente vengono definite gerarchie spirituali.
L’individualità umana o non umana seppure indefinita
(non se ne conosce il limite) non è comunque infinita.
L’individualità umana corrisponde solo a un particolare
stato dell’Essere totale (Non-Essere + Essere); gli stati di non-manifestazione
sono extra-individuali.
La parte corporea non è che una modalità di questa
totalità; lo stato di sogno un’altra modalità.
L’Io è una unità frammentaria e si riferisce solo ad una
porzione dell’Essere totale (Non-Essere + Essere).
Vi è una gerarchia di facoltà individuali (in numero
definito) come vi è una gerarchia di stati dell’essere totale (in numero
indefinito): il grado attuale di sviluppo dell’essere umano ne limita la loro
consapevolezza.
Il principio psichico dell’uomo oltre all’elemento mentale
comprende anche l’elemento sentimentale.
--
Caro Mauro,
non so come abbia fatto a perdermi un libro così completo e
denso di cose interessanti.
A parte il fatto che ho scoperto che Guenon non crede nella
reincarnazione (forse non poteva essere altrimenti, vista la sua conversione
all’islamismo), ma egli struttura una sorta di gerarchia fra le varie modalità
dall’universale al particolare che è congeniale e completa. Avevo studiato
L’uomo e il suo divenire secondo il vedanta, ma questo scritto mi sembra a esso
preliminare in un certo senso, e che tocca gli aspetti trattati in maniera
astratta e metafisica parlando del generale e tralasciando il particolare.
Quello che ho letto mi fa meglio comprendere che noi non siamo che un punto
nell’infinito (anche se non c’era bisogno di Guenon per averne coscienza), ma
anche che il nostro stato contingente oltre che uno stato in evoluzione è anche
solo una delle infinite possibilità dell’Essere manifesto, e altamente
condizionata e limitata. Se, come afferma Guenon, la Manifestazione è
necessaria pur nell’infinito del Non-Manifestato, è anche vero che i limiti cui
siamo sottoposti sono molto stretti, e di difficile superamento in questo
stato.
Guenon aprirebbe anche un’ampia riflessione e meditazione
proprio sul concetto di infinito, e volendo anche su quello di eternità, due
concetti che la mente umana è impossibile che concepisca nella loro interezza.
Inoltre quello che mi ha suscitato il testo è ciò che sento
già da molto tempo dentro di me: una progressiva indifferenza di fronte alla
morte che va vissuta in un'ottica di liberazione, una graduale eliminazione
degli eccessi per collocarsi nella via della temperanza nella vita quotidiana
(considerato che la pacatezza di cuore apre vie infinite al rapporto con e nel
mondo), la visione del corpo e dei suoi strumenti anche sensoriali a come mero
strumento, a cui non attaccarsi: vivere ma allo stesso tempo essere in grado di
fare a meno degli attaccamenti.
Ti riporto un piccolo schema che ho fatto dalla lettura di
Guenon, mettendo in scala gerarchica quelllo che lui ha messo in forma
discorsiva. L’ho fatto per capirci meglio qualcosa, soprattutto in riferimento
alla tendenza che va dal generale al particolare:
L'Infinito metafisico è incondizionato e
indeterminato, ed è in rapporto alla Possibilità Universale: essi sono
una realtà unica, ma il primo né è l’aspetto attivo e la seconda passivo.
L’Infinito è senza parti, in quanto ogni singola “parte” è
di per sé relativa e finita.
L’impossibilità, come pura negazione, il nulla, non esiste
percchè rappresenterebbe un limite, mentre la Possibilità Universale è
illimitata.
Siamo noi, secondo il nostro modo di vedere, che
consideriamo l’infinito come una molteplicità di apsetti esistenti, ma questo è
solo il nostro punto di vista secondo gli strumenti che disponiamo ora e su
questo piano di esistenza.
La tendenza di sistematizzare tipica dell’uomo è una
tendenza parziale e antimetafisica.
Secondo la Possibilità Universale ogni possibilità di
manifestazione può avere la propria esistenza secondo la sua natura, o può non
manifestarsi.
Il dominio della Manifestazione è un insieme di mondi
e di stati condizionati che non può esaurire da sé la Possibilità Universale, e
non ha alcuna superiorità sulla non-Manifestazione: ha solo, rispetto a
questa, un’altra natura.
E’ il Non-Manifestato, permanente e incondizionato, che
contiene in sé il principio, e quindi costituisce la realtà profonda ed
essenziale delle cose.
Rispetto all’Infinito tutta la Manifestazione è nulla, per
quanto è piccola, di per sé un accidente vero e proprio.
Purtuttavia la Manifestazione, pur essendo contingente, è
necessaria.
Al di fuori dell’Essere vi sono tutte le possibilità
di non-manifestazione e tutte le possibilità di manifestazione allo stato non
manifestato.
Il Non-Essere è una possibilità di manifestazione
non-manifestata in quanto principio (dell’Essere stesso): è quindi superiore
all’Essere.
Il Non-Essere non è infinito in quanto non coincide con la
Possibilità Universale: esso costituisce solo il principio della Manifestazione
di tutte le Possibilità che si manifestano
Nel Non-Essere non vi è una molteplicità di stati, e, a
rigore, nemmeno l’unità, in quanto
corrisponde allo Zero metafisico o non-dualità.
Solo l’insieme dell’Essere e del Non-Essere coincidono con
la Possibilità Universale,
Lo stato della manifestazione è sempre transitorio e
condizionato: ma tutto quello che è manifestato non si perde, poiché una volta
che finisce e si trasforma tornerà ad essere inglobato nel non-manifestato.
L’Essere comprende in sé l‘esistenza e ne è metafisicamente
superiore in quanto ne è principio
Il fine da raggiungere comune a tutti gli Esseri è la Liberazione,
che scioglie l’essere da ogni suo legame con condizioni speciali di esistenza.
Anche la libertà si trova nel dominio dell’essere, ed
è una sua possibilità in quando assenza da costrizione, che è via via più
relativa mano a mano che dall’unità si passa alla molteplicità.
L’Esistenza rispetto all’essere ha un minor grado di
determinazione e di universalità.
L’Esistenza comportà una molteplicità infinita di gradi e di
stati di manifestazione.
Lo Stato di un Essere è perciò lo sviluppo di una
particolare possibilità compresa in quel grado.
Né l’unità dell’Essere né l’unicità dell’Esistenza escludono
la molteplicità dei modi di manifestazione.
La molteplicità non proviene né dall’unità, né dal
Non-Essere, né dal Tutto: essa non proviene da essi in quanto è in essi già
incorporata nell’unità primordiale.
L’intelletto puro ha in sé la Conoscenza.
La vera Conoscenza è quella che permette di penetrare
nella natura intima delle cose, e permette di identificare il soggetto con
l’oggetto.
Essa è immediata, e ogni conoscenza mediata ha solamente un
valore relativo; essa non ammette limiti e si riferisce direttamente alla
Possibilità Universale.
La conoscenza vera degli stati dell’essere implica il loro
possesso effettivo.
Non vi è nulla che sia inconoscibile, siamo noi, nel nostro
attuale stato condizionato, a non essere in grado di conoscere.
L’intelletto puro nel passaggio dall’universale al
particolare produce la Coscienza.
La conoscenza si realizza come “presa di coscienza”
solamente in quegli stati laddove la coscienza esplica la sua azione, cioè
solamente in taluni stati individuali.
La coscienza è una condizione dell’esistenza in certi stati
individuali, e l’esistenza corporea umana è solo uno stato fra questi.
La coscienza ha comunque un’estensione indefinita, oltre le
modalità corporee, e non è che una conoscenza contingente e relativa.
Tra le forme che la coscienza può assumere, l’elemento
mentale è propriamente umano; ed è diverso dall’intelletto puro che è
universale e sussiste in tutti gli esseri e in tutti gli stati
Il pensiero individuale appartiene all’elemento
mentale.
La forma è una condizione particolare di certi modi
di manifestazione, e non è necessariamente determinata dallo spazio e dal
tempo, e appartiene a tutti i modi individuali di manifestazione .
Gli stati individuali accolgono perciò tutte le possibilità
formali, e quelli sopra-individuali tutte le possibilità informali (senza
forma). Guenon accomuna questa differenziazione alle Acque Superiori e alle
Acque Inferiori.
Le possibilità informali, cioè quelle che
corrispondono agli stati informali, comunemente vengono definite gerarchie
spirituali.
L’individualità umana o non umana seppure indefinita
(non se ne conosce il limite) non è comunque infinita.
L’individualità umana corrisponde solo a un particolare
stato dell’Essere totale (Non-Essere + Essere); gli stati di non-manifestazione
sono extra-individuali.
La parte corporea non è che una modalità di questa
totalità; lo stato di sogno un’altra modalità.
L’Io è una unità frammentaria e si riferisce solo ad una
porzione dell’Essere totale (Non-Essere + Essere).
Vi è una gerarchia di facoltà individuali (in numero
definito) come vi è una gerarchia di stati dell’essere totale (in numero
indefinito): il grado attuale di sviluppo dell’essere umano ne limita la loro
consapevolezza.
Il principio psichico dell’uomo oltre all’elemento mentale comprende
anche l’elemento sentimentale.
Nessun commento:
Posta un commento