Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Misterioso cinese: lessico, grammatica e dizionario cinese. Confronto con l'italiano.

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L’editoria cinese sull’Italia è sempre più ricca. A una statistica approssimata, 
l’anno scorso so-no uscite svariate centinaia di libri in cinese sull’Italia in tutti i suoi aspetti, dalla storia al turi-smo, dall’arte alla gastronomia, anche se con una netta preferenza per quattro temi: l’impero ro-mano, il rinascimento, la mafia e Mussolini, che da soli coprono i due terzi del totale.


   Tanto rigoglio, largamente positivo, è dovuto a due tipi di testi: le opere originali di autori ci-nesi e le traduzioni. Per quanto riguarda queste ultime, solo di rado purtroppo sono condotte su testi in italiano, essendo assai spesso piuttosto di fonte angloamericana (perché, disgraziata-mente per la cultura italiana, sono ancora pochi i traduttori in grado di occuparsi di un testo nella nostra lingua e malpagati i loro sforzi). Inoltre, i libri sull’Italia, di qualunque origine siano, sono per la maggior parte testi commerciali, miranti alle vendite e quindi con una spiccata pre-ferenza per gli argomenti leggeri (i cibi, i viaggi) o scabrosi (ad esempio, gli amori fra le matro-ne e i gladiatori oppure la ierodulia). Peraltro, non mancano fortunatamente neanche i lavori se-ri e ambiziosi.
   Comunque sia, un così gran numero di testi cinesi sull’Italia offrono una grande possibilità, quella di raccogliere un vasto corpus di lemmi cinesi riguardanti l’Italia. Tale raccolta e la sua analisi possono essere di grande aiuto per una valutazione profonda, nel corpo stesso della lin-gua, dell’impatto che la cultura italiana ha su quella cinese contemporanea. Un solo parametro, ad esempio: il numero de termini italiani acclimatatisi in cinese e non rimasti confinati soltanto negli scritti di pochi specialisti.
   Si rileva subito tuttavia, operando tale raccolta, che nel lessico cinese di argomento italiano re-gna ancora una certa confusione, dovuta a due fattori principali:
(1) la fonte dei lemmi è solo raramente l’italiano, molto spesso l’inglese o altre lingue  
(2) la resa cinese del termine italiano non è sempre soddisfacente.
   A ciò si aggiunga il fatto che, per la prevalenza dell’approccio commerciale ricordato sopra, i traduttori lavorano spesso affrettatamente (ad esempio, senza controllare se un dato termine ita-liano non sia già stato tradotto e come e preferendo ritradurlo sui due piedi).
   Ad esempio, l’origine inglese del termine cinese è evidente in Dileni’anhai 第勒尼安海 “Mar Tirreno” [Thyrrenian], in Fulangsaisike 弗朗赛斯可 “Francesco” [Francis], in masaike 马赛克 “mo-saico” [mosaic].
   La frettolosità dei traduttori spiega anche probabilmente perché, accanto a Fulangsaisike, fi-gurino Fulangxi in 圣弗朗西Sheng Fulangxi “San Francesco d’Assisi” e Fulangqiesike in 弗朗切斯科科西加Fulangqiesike Kexijia Francesco Cossiga, quest’ultimo evidentemente dall’italiano.  
   Per fare un altro esempio della confusione di cui sopra, il lettore cinese potrebbe non capire che sia gli Aiteluliyaren 埃特鲁利亚人 sia gli Yitelasikanren 伊特拉斯坎人 sono sempre gli Etru-schi [una volta dall’italiano “Etruria” e una volta dall’inglese “Etruscan”], o che youlifa 尤利法 e youliwusifa尤利乌斯法 sia sempre la  lex Iulia.
   A parte i prestiti dalle altre lingue, la resa cinese appare talvolta insoddisfacente insoddi-sfacente anche nel caso delle traduzioni ex novo in cinese del termine italiano. Che Giulio Ce-sare sia chiamato Kaisa dadi 恺撒大帝, che pure è un tentativo di tradurre imperator, potrebbe far pensare al lettore cinese che Cesare sia stato imperatore, nonostante le 23 coltellate sferrategli, com’ è noto, apposta per impedirglielo. Che il cavaliere [jueshi 爵士] e il commendatore  [gong-xun jueshi 功勋爵士], le due note onorificenze italiane, siano indistinguibili nella resa cinese e per giunta equiparate al sir inglese [jueshi 爵士, appunto] potrebbe poi dispiacere addirittura al Quirinale.
   Talvolta entra in gioco perfino l’orgoglio nazionale, che impedisce di chiamare “grande mura-glia” il Vallo di Adriano [Hadeliang changqiang 哈德良长墙 “il lungo muro”].
   Svariati termini cinesi di argomento italiano sono stati al contrario ottime soluzioni di proble-mi resi difficili dalle differenze socioculturali fra Italia e Cina e sono entrati nell’uso, almeno in parte. Si pensi alla vecchia “scala mobile”, in cinese huadong gongzizhi 滑动工资制 (lett. “sistema salariale scorrevole”) o all’altrettanto datata “fiscalizzazione degli oneri sociali”, in cinese shehui fulifei shuishouhua 社会福利费税收化 (lett. “fiscalizzazione delle spese per la previdenza sociale”).
Ultimamente, negli ambienti degli italianisti (e latinisti) cinesi si è cominciato ad affrontare il problema. L’estate scorsa, presso l’Università di Xiamen, dove opera da anni un nucleo di ag-guerriti giuristi cinesi in contatto con le università italiane, si è tenuto ad esempio un convegno sulla normalizzazione dei termini cinesi del diritto romano.
   Per il poco che possono fare le istituzioni italiane in materia, ci sia consentito ricordare qui che presso l’Istituto Italiano di Cultura di Shangai opera circa da un anno una piccola redazione che sta preparando un dizionario dei termini cinesi di argomento italiano, la quale ha già rac-colto, ordinato e commentato circa tremila parole (ma la cifra potrebbe risultare decuplicata, a conclusione dei lavori).
In questa rubrica della neonata rivista, cercheremo di riferire sugli sviluppi della questione analizzando di mese in mese i termini cinesi più interessanti o controversi, nella speranza di av-viare un dibattito con i lettori cinesi e nella speranza di poter organizzare quanto prima un con-vegno in materia.





Con questo numero inizieremo a passare in rassegna le parole cinesi riguardanti la cultura italiana, cominciando con la storia greco-romana (per la grande attenzione con cui la cultura e l’editoria cinese seguono questo periodo), utilizzando soprattutto il Dizionario dei Termini Cinesi di Cultura Italiana, attualmente in preparazione presso l’Istituto Italiano di Cultura di Sciangai.
   Una premesssa: com’è noto, le parole straniere possono entrare in un’altra lingua sostanzialmente in due modi: conservando (e di regola adattando) la loro veste fonica alla lingua d’arrivo, e allora avremo i “prestiti”; oppure in traduzione, ed avremo le “perifrasi”. Nel caso del cinese, i prestiti dall’italiano (detti “italianismi”) sono in generale assai pochi (per esempio, kapuqinuo per “cappuccino” o tilamisu per “tiramisù”). Il fatto è confermato nel lessico cinese sull’Impero Romano, che conta, per le lettere qui prese in esame, ovvero la A e la B, solo pochi prestiti, per esempio abojiya “colonia greca” [dal greco apoikia], asi asse” [la moneta], bikuli彼库里 “peculio” [salario servile][dal latino peculium] (pes esempio in nuli de bukuli 奴隶的彼库里 “peculio degli schiavi”), oltre natu-ralmente ai nomi propri.
   Fra questi ultimi, si noterà che gli antroponimi (i nomi propri di persona) sono spesso incompleti. Lo storico Appiano Alessandri-no [95-165] si chiama in cinese solo Abi’an 庇安 “Appiano”; Marco Vipsanio Agrippa [63-12] solo Ageliba 格里巴 “Agrippa”; Agrippina Minore [15-59], la madre di Nerone, in cinese non è più minore, 格丽皮娜 Agelipina, mentre l’altra celebre Agrippina, quella maggiore [14-33], la madre di Caligola, gode solo lei dell’appellativo di “imperatrice madre”, Agelipina huangtaihou 皇太后. Allo stesso modo, per distinguere i due Tarquini, Tarquinio il Superbo è seguito dalla traduzione dell’appellativo, Gao’aozhe Take-wen 高傲者塔克文, ma anche da un altro appellativo, questa volta tutto cinese, Baojun Takewen 暴军塔克文 “Tarquinio il tiranno”.
   Peggiore, ma purtroppo alquanto frequente, è il caso dello stesso nome trascritto in cinese in modi diversi: Anco Marzio è talvolta Angusi 安古斯 talaltra Anku Ma’erxiusi 安库马尔修斯. In alcuni casi invece la comunanza del nome è mantenuta: Aogusidu 奥古斯都 è, scorciato, Ottaviano Augusto [63 a.C.-14 d.C.] ma anche “augusto” [l’attributo degli imperatori romani]. Altre volte invece tale comunanza è spezzata: Abiwu dàdào 庇乌大道 è la via Appia, aperta com’è noto da Appio Claudio, che invece si chiama Abi-wusi Kelaodiwusi 庇乌斯克劳狄乌斯.
   Fra i toponimi (i nomi di luogo) vige la stessa situazione. Albalonga è resa sia A’erba Longjia 尔巴龙加 sia 尔巴隆伽: stes-sa pronuncia, ma caratteri alquanto diversi. Ancora, il colle Aventino si presenta con e senza suffisso: Afending芬丁 Afending-shan 芬丁山. Aketimujia 克提姆岬 è il promontorio di Azio [dal latino Actium più il suffisso di “promontorio”] ma nel nome della celebre battaglia del 32 a.C. diventa Akexing haijiao 阿克兴海角 (Wudawei yu Andongni dazhan yu Xila de Akexing haijiao 屋大维与安东尼大战于希腊的阿克兴海角 “Ottaviano e Antonio si scontrarono nella battaglia di Azio, in Grecia”).
   Particolarmente grave è il caso dell’Etruria e dei suoi numerosi derivati. Esiste innanzitutto il prestito dall’italiano (o dal latino) Ai-teluliya 埃特鲁利亚, come in 埃特鲁利亚平原Aiteluliya pingyuan “Piana degli Etruschi”, Aiteluliyaren 埃特鲁利亚人 “etrusco”, aiteluliyashi 埃特鲁利亚式 [di tipo] etrusco” (Lao Takewen yinyongle quantao Aiteluliyashi de wangquan yizhang 老塔克文引用了全套埃特鲁利亚式的王权仪仗 “Tarquinio Prisco adottò l’intero complesso dei simboli della monarchia etrusca”), aiteluliyayu 埃特鲁利亚语 etrusco” [la lingua], anche se tale prestito è talvolta scritto con un’altra grafia, Yiteluliya 伊特鲁里亚 Etruria, e de-rivati (Yiteluliyaren 伊特鲁里亚人 etrusco” e Yiteluliya wenming 伊特鲁里亚文明 civiltà etrusca”).   
   Ma esiste anche, ed è altrettanto se non più diffuso, anche il prestito dall’inglese [Etruscan]: Yitelasikanren 伊特拉斯坎人 etru-sco”, Yitelasikan wenming 伊特拉斯坎文明 civiltà etrusca”, scritto talvolta perfino con un’altra grafia (cioè Yitelasikanren 伊特剌斯坎人).
   Come se non bastasse, il testo cinese più autorevole in materia, il dizionario enciclopedico Cihai, reca nell’indice, l’una sotto l’altra, le voci Yiteluliya 伊特鲁里亚 Etruria” e Aitelusikanren 埃特鲁斯坎人 etrusco”.
   È difficile credere che un lettore cinese ci si possa raccapezzare!
   In altri casi, invece, la resa è più costante. Bisanzio è sempre Baizhanting 拜占庭 [si direbbe, dalla pronuncia inglese di Byzan-tium], nei vari derivati: baizhanting shijia 拜占庭史家 “storico bizantino”, 拜占庭 feibaizhanting “non bizantino”, 拜占庭材料baizhanting cailiao “fonti bizantine”, baizhantingren 拜占庭人 “bizantino” [suddito dell’Impero Romano d’Oriente], baizhantingshi拜占庭史 “storia bizantina”, baizhantingshi 拜占庭式 “stile bizantino”, baizhanting xuezhe 拜占庭学者 “bizantinista” ecc.
   Gli agionimi (i nomi delle divinità e dei santi) sono in condizioni migliori, forse per l’altissima protezione di cui godono (più pro-babilmente per il fatto che i  loro nomi inglesi sono quasi sempre uguali a quelli greci e latini).
   Apollo è ormai attestato nella forma Aboluo 波罗 [dal greco Apollon], Afrodite è Afuluididì 芙罗狄蒂Esculapio è Aisiku-leipu 艾斯库累普.
   Nei titoli dei libri si riscontra una situazione simile. Agulikelazhuan 古利可拉传 “Vita di Agricola” è, abbreviato, il De vita et moribus Iulii Agricolae, di Tacito; Ainie’asiji 埃涅阿斯记 è l’ “Eneide”, regolarmente derivata da Ainie’asi 埃涅阿斯 Enea [ap-parentemente dal latino Aeneas, più probabilmente dall’inglese Aeneas], più il suffisso ji “biografia”.
   Il cinese tuttavia ha una netta propensione, nel caso dei nomi stranieri, per le perifrasi. Gran parte dei termini greco-romani sono infatti tradotti, spesso assai bene.
   La “centuria” latina è resa bairendui 百人队 [squadra di cento uomini], e di conseguenza i comizi centuriati si chiamano bairendui huiyi 百人队会议 [assemblee delle squadre di cento uomini]. Per “lesena” ci sono addirittura due termini, banlufangzhu 半露方柱 quando significa “mezzo pilastro” e banluyuanzhu 半露圆柱 quand’è la “mezza colonna”. Il temuto pubblicano [l’appaltatore delle imposte nell’antica Roma] è, correttaente, baoshuiren 包税人 (appunto, “appaltatore delle imposte”).
   Ancora, la “tribù” [ciascuna delle frazioni in cui era diviso il territorio dello Stato romano] è resa col termine tratto dall’antropo-logia buluo 部落 e derivati: chengshi buluo 城区部落 “tribù urbana”, xiangcun buluo 乡村部落 “tribù rurale”.
   Il caso di “tribuno della plebe” è notevole. Felicemente tradotto baominguan 保民官 [magistrato difensore del popolo], e costante nel derivato “tribunato” baominguanzhi 保民官制, conosce tuttavia anche una forma inutilmente prolissa, pingmin baominguan 平民保民官 [magistrato difensore della plebe e del popolo minuto] e sembra poi essere ciecamente applicato ogni volta che nel testo ri-corra la parola “tribuno”, anche quando il termine significa piuttosto “comandante delle truppe”, come in “tribuno militare” junshi baominguan 军事保民官 [magistrato difensore del popolo nelle cose militari ?!].
   La celebre arma dei legionari, il “pilo”, è sbrigativamente assimilata al biaoqiang 标枪 [che è piuttosto il giavellotto dello sport moderno].
   In conclusione, il lessico cinese della cultura greco-romana, pu assai ricco, risente tuttavia, probabilmente per la gran messe di testi commerciali in materia, per il successo che riscuotono sul mercato librario, di gravi incertezze, oscillazioni e approssimazioni.

Continuiamo, come preannunciato, a passare in rassegna le parole cinesi riguardanti la cultura italiana, utilizzando soprattutto il Di-zionario dei Termini Cinesi di Cultura Italiana, attualmente in preparazione presso l’Istituto Italiano di Cultura di Sciangai.
   In questo numero, vedremo alcuni termini cinesi relativi al cattolicesimo, in campo storico, artistico, religioso, liturgico ecc.. L’in-teresse cinese per la religione cattolica e il Vaticano si è andato infatti costantemente intensificando in quest’ultimo decennio, durante il quale sono fioriti studi e convegni in materia, producendo un gran numero di termini cinesi relativi a tali domini, in passato al-quanto negletti.
   Innanzitutto, il nome di Gesù: la forma più completa rintracciabile è Jidu Yesu基督耶稣 o viceversa, Yesu Jidu 耶稣基督, solita-mente abbreviata inJidu基督, contrazione di Jilisidu基利斯督, dall’inglese Christ (grecoCristoV). La forma contratta ha prodotto molti derivati: innanzituttoJidujiao 基督教 “dottrina di Cristo”, che com’è noto in cinese indica soprattutto il protestantesimo, mentre per cattolicesimo si preferisceTianzhujiao 天主教 “dottrina del Signore dei Cieli”; Jidujiao shenxue基督教神學 “teologia cristiana”; jidutu基督徒 “cristiano” [storicamente parlando] ecc.
   Anche il termine Yesu [ebraico Yehošua aramaico Yešua greco Iesous lat.Iesus “il Salvatore”] (scritto anche Yesu耶酥) è assai prolifico. TroviamoYesu mentu耶稣门徒 “discepolo di Gesù”; Yesu shengtianjie 耶稣升天节“Ascensione” [il nome della festività religiosa], Yesu shounanxiang 耶稣受难像 “martirio di Cristo” [il nome della scultura] ecc.
   Oltre al Nuovo Testamento (Xinyue 新约), anche il Vecchio Testamento (Jiuyue 旧约) è sempre più letto e tradotto, oltre che, so-prattutto, riassunto e compendiato, con il risultato di produrre termini quali, fra i tanti, Geliya 歌利亚 Golia [inglese Goliath, ebraico Golyat], come per esempio in juda Geliya 巨人歌利亚 “il gigante Golia” o Nuoya fangzhou 诺亚方舟 “l’arca di Noè” [inglese Noah, ebraico Nōah].
   Il Vaticano e le sue gerarchie e la storia dello Stato della Chiesa e la sua organizzazione presente interessano molto i Cinesi, che hanno dotato la loro lingua di tutti i termini necessari, sia pure con alcune delle consuete incertezze.
   “Vaticano” è consolidatissimo nella forma Fandigang 梵蒂冈 [lat.Vaticanu(m)], ad esempio: dayue 4-6 shiji shi, Fandigang chengwei Luoma jiaohuang de guandi 大约4-6世纪时,梵蒂冈成为罗马教皇的官邸 “intorno ai secc. IV-VI, il Vaticano divenne la residenza ufficiale del papa di Roma”. Tuttavia, c’è ancora chi pensa (e scrive) che zai ladingyu zhong, Fndigang yiwei xianzhi zhi di 在拉丁语中,梵蒂冈意为先知之地” “in latino, Vaticano significa ‘contrada della scienza infusa’ ”!
   Anche tale termine è, ovviamente, prolificissimo: si hanno Fandigang bowuguan 梵蒂冈博物馆 i “Musei Vaticani”; Fandigang-cheng 梵蒂冈城 la “Città del Vaticano”, detta anche Fandigang chengguo 梵蒂冈城国 “Città-stato del Vaticano”, col suo Fandi-gang chengguo guanli weiyuanhuì 梵蒂冈城国管理委员会 “governatorato”; Fandiganggong 梵蒂冈宫i “palazzi Vaticani”; Fandi-gang Guangbo Diantai 梵蒂冈广播电台la “Radio Vaticana”. Compare perfino l’espressione Fandigang qiutu “prigioniero in Vati-cano”, riferita a Pio IX dopo la presa di Roma.
   Il Vaticano è inoltre talvolta definito anche guo zhong zho guo 国中之国“Stato nello Stato” o jiaohuangguo教皇国 “Stato ponti-ficio”.
   I nomi dei papi compaiono in forma ben regolata, da Wu’erban Ershi乌尔班二世 Urbano II [1040-1099, nato Ottone o Oddone di Lagery] a Wu’erban Sishi 乌尔班四世 Urbano IV [Jacques Pantaléon, 1195-1264] a Wu’erban Bashi 乌尔班八世 Urbano VIII [Maffeo Barberini, 1568-1644], e così via per gli altri pontefici.
   Le gerarchie vaticane contemplano il 教皇 jiaohuang “papa”, termine preferito a jiaozong 教宗 (ma, storicamente, figura anche il fanjiaohuang反教皇 “antipapa”), definito Fandigang de guojia yuanshou 梵蒂冈的国家元首 “capo di Stato del Vaticano” e jiaohui de jingshen lingdao 教会的精神领导 “guida spirituale della Chiesa”, assiso sul jiaohuang baozuo 教皇宝座 “soglio pontificio” e dotato del ducai zhengzhi 独裁政治 potere temporale [lett. “assoluto”], che diventa tale grazie alla decisione deljiaohuang xuanju huiyi 教皇选举会议 “conclave” e alla jiaohuang de jiamian yishi “intronizzazione papale” e tiene in pugno il jiezhang 节杖“basto-ne pastorale” e in capo calza la guiguan 桂冠 mitra”. Storicamente, il papa ricevette l’appoggio del jiaohuangpai 教皇派 “partito guelfo” [lett. “partito papalino”].
   Figura anche la Guardia Svizzera, col nome di Ruishi Weidui 瑞士卫队.
   Le gerarchie costituiscono la jiaoting 教廷 “curia”, talvolta alquanto confusamente spiegata: jiaoting shi jiaohuang zai xiang xia-shu de quanqiu gedi de Luoma tianzhu jiaohui fachu zhiling shi suo shiyong de zheng-shi mingcheng 教廷是教皇在向下属的全球各地的罗马天主教会发出指令时所使用的正式名称 “Curia è il nome ufficiale adottato dal papa quando emana le bolle alle chiese cattoliche nel mondo”!
   Lo shengfu 圣父 “Santo Padre” è coadiuvato dal hongyi zhujiao“cardinale”, nome preferito nella Cina popolare a shuji zhujiao 枢机主教, dal zongzhujiao 总主教 “arcivescovo”, dal zhujiao “vescovo” e daljiaohuang shijie 教皇使节 “legato pontificio, giù giù fi-no al jiaoquzhang区长 “parroco”, che regge la jiaoqu   “parrocchia”. E’ coadiuvato cioè, in generale, dai jiaoshi 教士 sacer-doti e dai gaoji jiaoshi 高级教士“prelati” [lett. “sacerdoti d’alto livello”], che costituiscono il jiaoshi jieceng 教士阶层 “clero”, non esente peraltro neanch’esso da questioni irrisolte, quali quella del jiaoshi jiehun 教士结婚 “matrimonio dei preti”.
   L’organizzazione retta dal pontefice è la jiaohui 教会 “chiesa”, in particolare la Luoma jiaohui 罗马教会 “Chiesa di Roma”, che prevede unajiaoji 教籍 “appartenenza alla chiesa, che può essere tolta con la zhuchu jiaohui 逐出教会 “scomunica”, peraltro revo-cabile: huifu jiaoji 恢复教籍. Il gregge pastorale è formato dai jiaotu 教徒  “fedele, credente” o, più precisamente nel caso cinese, dai jiaoyou 教友, il termine usato per i credenti affiliati alla Chiesa Cattolica Patriottica. Essi si scambiano ilheping zhi wen 和平之吻 “bacio della pace” (che ha origini antiche:huangdi jieshou jiaohuang de heping zhi wen 皇帝接受教皇的和平之吻“L’imperato-re ricevette il bacio della pace dal papa”).
   Chiesa come edificio è invece la jiaotang 教堂 e Jidujiao jiaotang 基督教教堂 la “chiesa cristiana”, con le sue xiaojiaotang 教堂 “cappelle”, iljitan 祭坛 “altare” e il zhujitan 主祭坛 “altare maggiore”, abbellito dallajitanhua 祭坛 “pala d’ al tare”. Talvolta è una dajiaotang 大教堂“basilica”, addirittura “d’oro”, come nel caso della Jinse Dajiaotang 金色大教堂 , altro nome della basilica di San Marco a Venezia., talaltra è un “duomo”, ma il termine cinese resta lo stesso.
   Vi si celebrano le festività religiose, come la Dazhaijie 大斋节“quaresima”.
   Un termine infine che appare con altissima frequenza nel lessico di cui ci stiamo occupando è naturalmente sheng  “santo”. Ecco un elenco non certo esauriente delle parole che cominciano così: sheng’ai圣爱 “divino amore”; shengdi 圣地 “Terra Santa”; sheng-gu 圣骨 “reliquia”; shengmu圣墓 “Santo Sepolcro”; shengmu 圣母 la Madonna”; shengpao 圣袍“piviale”; shengren 圣人 “santo”, con la locuzione shouhu shengren守护圣人 “santo patrono”; shengtu  “discepolo [di Cristo]”, con la locuzioneshengtu zhuanji 徒传记 “Vite dei discepoli”; shengxianghua 像畫“ritrattistica sacra”; Shengying圣婴 “Bambin Gesù”; shengzhi 圣职 “carica ec-clesiastica”; Shengzi  “Bambin Gesù” ecc.

(c) Prof. Giorgio Casacchia, Istituto Italiano di Cultura di Shanghai, 2009.

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