Per il puro divertimento degli Shanghainese fu creato nella Concessione Francese un complesso, di sei piani, il Great World, chimato “casa delle multiple joys”.
Il regista Joseph von Sternberg, che si trovava a Shanghai nel 1932 con Marlen Dietrich per girare il film Shanghai Express, fornì uan descrizione dettagliata del posto. E, dopo aver visitato il complesso, il regista definì Shanghai “la città del peccato”.
“Era un complesso a sei piani di volgarità, allegria e sesso. Dal pianterreno, con i giochi d’azzardo, ascendeva come un paradiso di pessimo gusto attraverso sale per massaggi, salottini per il gelato, locali pieni di giocolieri, una balena impagliata, agopunturisti, peep-show e stranezze erotiche varie, fino all’ultimo piano, con acrobati che camminavano su funi in una tempesta di fuochi d’artificio. Le ragazze che si agitavano in giro per l’edificio e che intrattenevano i clienti avevano una sola caratteristica distintiva: la castità lasciva dei loro chipao – abiti a collo alto – diventava sempre più oltraggiosa man mano che si salivano i piani.”
Tutte le case fiorite pagavano una tengente – definita “tassa di amicizia” – alla triade chiamata Banda Verde.
Una donna poteva entrare a far parte di un bordello in vari modi.
a) venduta dalla famiglia: apparteneva in tutto e per tutto alla casa: riceveva vitto, alloggio e vestiti, ma il suo guadagno andava per intero al proprietario;
b) ceduta a tempo: la metà del guadagno andava la proprietario, l’altra metà serviva a pagare i debiti contratti dai genitori;
c) prostitute volontarie: donne fuggite dalla tirannia del marito.
All’interno delle case, le ragazze erano classificate in base alla loro abilità e al prezzo che richiedevano per le loro prestazioni.
Le loro denominazioni erano ripresi dal gioco del domino, che risaliva all’epoca Tang:
1) le “tre lunghe”: cortigiane esperte nell’intrattenere gli ospiti, frequentatrici di luoghi interdetti alle prostitute di classe inferiore come il teatro o le corse. 3 yuan per un drink e altri 3 per una notte;
2) le “uno-due”: 1 yuan per i semi di melone, 2 per il drink;
3) le “negozio di maiale sotto casa”: molto meno giovani, i clienti per spendere meno potevano dividersi la donna, come se tagliassero un pezzo di carne per farne tante porzioni;
4) le “fagianelle”: battevano le strade e non vivevano nei bordelli, anche se ne dipendevano e da questo erano controllate.
Se inoltre la cortigiana possedeva anche i gigli d’oro, i piedi resi piccoli e deformi dalla fasciatura, il suo prezzo aumentava notevolmente.
Shanghai Express, Joseph von Sternberg, 1932.
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