Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Psicologia Collettiva per autori

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TAINE (Le origini della Francia contemporanea, 1875-93) = eccento su aspetti violenti e delinquenziali del movimento rivoluzionario

CHARCOT = ipnotismo-suggestionabilità-suggestione

CESARE LOMBROSO = criminologia, studio del criminale in modo scientifico e moralmente neutrale, trascurato dalla scuola penale classica, il deliquente in secondo piano rispetto al contesto

SPENCER, DARWIN = evoluzionismo

FERRI = penalista vicino a Lombroso, introduce il concetto di psicologia sociale “anello di congiunzione” psicologia-sociologia

PUGLIESE = avvocato che pubblica la prima dissertazione sul delitto collettivo

SCIPIO SIGHELE (La folla delinquente, 1891) = rivendica a Le Bon gli studi sulla folla, maggior interesse, semplicità, ha interessato i capi di stato; il maestro fu Ferri, in sintonia con la nuova scuola criminologica; natuara dell’aggregato (omogeneo/organico o eterogeneo/inorganico), folla per eccellenza eterogenea perché varia e inorganica perché spontanea, è ambito della psicologia collettiva, la sociologia si occupoa degli aggregati organici, la folal si organizza, 1) non c’è imitazione ma suggestionabilità, teorie di SERGI-ESPINAS sulla ricettività riflessiva, società delle vespe, 2) la folla è più orinetta al male che al bene per via delle “facoltà medie”, 3) delitti per via dello stato di collera a causq della moltitudine, li accentua la forza del numero; fraintendimento personale di ciò che viene detto, come fosse comunicazione non verbale, la causa dei fermenti non sono le dottirnee socialiste, le motivazioni non sono ideologiche ma pratiche, l’individuo resta sempre qualcuno, “circostnaze attenuanti in un reato del cp, non tutti gli individui sono ugualmente suggestionabili: “idea sconosciuta non suggerisce nulla [JANET], una maggioranza di buoni potrà pervertisri, ma non come una maggioranza di cattivi, bisogna capire il movente che spinge l’agire collettivo, Le Bon dice che ha messo in luce solo aspetti negativi ma lui parla di “folle eroiche e che s’innalzano al sacrificio”

PASQUALE ROSSI (L’animo della folla, 1898+ Sociologia e psicologia collettiva, 1904) = socialista, calabrese, lavora con l’ “Archivio di psicologia collettiva e scienze affini”; la psicologia è la scienz del futuro perché ha come fine pratico l’educazione della folla, svegliare le folle mute più che reprimerle, integrare il materialismo storico col collettivo, “forma zione stabile ed indifferenziata che si svolge in un aggregato stabile e differenziato”, vallida per forme primitive poi ic’è differenziamento e integrazione: 1) setta 2) casta 3) classe 4) Stato, ciascuna forma vive di vita propria, tre leggi 1) la folla non è mai risultato uguale alla somma dei singoli [FERRI, gestalt] 2) i pensieri si ellidono i sentimenti si assommano [SIGHELE] 3) legge iperorganica di aggregazione degli animi; polarizzazione psichica: se la passione si assomma può anche passare al sentimento opposto, il sentimento potrebbe diventare anche senso morale, solo raramente caratteri patologici, rappresenta la cultura del paese in cui si sviluppa, rimprovera Sighele e Tardeevidenziando i contrasti tra psicologia sociale e collettiva e riunendole sotto la scienza madre della sociologia: la psicologia collettiva affonta le aggregazioni umani in termini universali, quella sociale è solo una psicologia dei popoli, continuum individuale-collettiva-sociale-sociologia, psicologia collettiva sintetica e scienza pratica, folel protagoniste dei progressi della umanità e della storia, ma non è in grado di fornire strumenti reali anche se è stato fra i primi a non vedere la fola come patologia

GUSTAV LE BON (Psicologia delle folle, 1895) = pessimismo antidemocratico dopo la Comune, scjuioppero del sindacato dei falegnami, attentati anarchici, Sedan, boulangismo, Dreyfus, sia lui sia Tarde rimanerono sempre marginali agli ambienti accademici, entrambi antisociaisti, contravcvegono all’incontrastato DURKHEIM della “specificità” (fatti sociali precedenti e non individui); reazione alle teorie razionalistiche e volontaristiche, accento su irrazionalismo e istinto, seguito delle scoperte psichiatriche, visione pessimistica sul futuro, la razionalità ha poca influenza sulla storia, miti religiosi e politici stimolano logiche affettive e mistiche, razionalismo e meccanicismo appare solo quando elite intellettuali riescono a domare la natura, primato dell’individuo sulla collettività, contraddetto dalkl’accumularsi ereditario dell’”anima della razza”, analogia con la “coscienza collettiva” di Durkheim (insieme delle credenze comuni per la media dei membri) per la maggiore o minore estensione (società primitive/con divisione del lavoro), fatto sociale fondante è l’ineguaglianza, prova scientifica delle dimensioni volumetriche del cervello, scala gerarchica delle “razze”: non è razzismo ma confonde il termine con “carattere nazionale”, indluenza di GABINEAU e il “Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane” (1853), il socialismo ha trovato adepti tar gli operai per istinti bassi e interessi materiali e tra i borghesi per paura di perdere l’elettorato, tendenza delle fole alla dittatura che ditrugerà democrazia e socialismo; “il diritto divino del re (credenze religiose, sociali, politiche) è sostituito da quello divino delle folle”, la psicologia delle folle è l’uunico strumento per non essere governato da esse, aggregarto con anima collettiva dove si annulla la personalità cosciente dei singoli, “legge dell’unità mentale delle folle”: trasformazione e cose che l’individuo fa nella folla non le farebbe mai da solo, non c’è somma di elementi, ma creazione di elementi nuovi, quattro effetti: 1) livellamento (influenza dell’inconscio ereditario, l’anima della razza è l’anima dell’anima della folla) 2) inferiorirtà intellettuale rispetto agli elementi che la compongono 3) violenza 4) l’emotività eccitata dal leader si esaspera, unica caratteristica positiva e rara è la probabilità di un effetto moralizzatore, modificazioni nell’individuo: 1) senso di invincibilità per anonimato 2) contagio 3) accettazione degli imperativi per suggestione, connubio per pasicologia sociale-clinica per influenza ipnotismo, no influenzabilità con ragionamenti perché pensano per immagini, caraterristiche dei sentimenti religiosi tra cui fanatismo ed intolleranza, le credenze non sono sradicabili, mentre le opinioni hanno alta mutabilità, credenze si cambiano solo con le rivoluzioni, argomenti ripresi nel “Mein Kampf” (1934); una folla ricerac un meneur d’azione, esercita dispotismo, frasi concise e ripetute, prestigio personale, classificazione folle: 1) omogenee (sette, caste, classi) 2) eterogenee (anonime, non anonime); filosofia della storia di tipo evoluzionistico basata su SPENCER (barbari-razza-popolo), il popolo ha ideale comune, decadimento con eprdita ideale e la razza perde l’anima; ripetizioni e formule di grande effetto, eventi del suo tempo in modo aristocratico

GABRIEL TARDE (Folle e sette dal punto di vista criminale, 1893 + L’opinione e la folla, 1901) = scia della criminologia italiana ma vi entra in polemica, rifita interptretazione detrministica della psicologia politica, autonomia di pensiero (religiosa, politica, positivista); realtà collettiva no entità autonoma perché c’è la persona, infleunza reciproca degli individui, imitazione ala base della folla, delimita la folla rispetto a 1) grado di organizazione interna (folla eterogenea VS corporazione omogenea, tra cui setta) 2) livello di concretezza (folla intollerante brutale e passata VS pubblico come folla dspiritualizzata moderna) (SIGHELE al contrario dice che sia le folle sia il pubblico sono moderni), spirito di corpo nelle folle omogenee e spirito di folla in quelle eterogenee, nella folla razza forte e differenze individuali neutralizzate, folla meno omogena del pubblico, gli individui nella folla non si armonizzano ma si confondono in unisono, è basata sul tipo di relazioni, disntinte per scopo (“desiderosi”) o per fede (“credenti”), la folla NON è spontanea, quattro modalità di comporatmento: 1) aspettanti (sipario/condananto) 2) attente (predicatore/professore 3) manifestanti (simbolismo espressivo con grande ripetitività) 4) agenti (scarse capacità di costruire), le folle agenti sono amore-odio-festra-dolore, nella storia prevalgono amore-festa, funzione sociale della folla perché aggrega, la vilenza le ha offuscate, non sono considerati i delitti verso la folla (es. promesse fatte davanti a una folla), i delitti della folla sono sempre rivolti al fare giustizia; no obiettiv pratici con l’opera di Tarde

COOLEY = la psicologia della folla italo-francese è vista come autooritaria e antidemocratica, e contraria all’indirizzo della americana, difficilmente quella folla animata e tumultuosa di trova nella grandi città USA, no teorie valide universalmente, c’è una generalizzazione della storia francese, contrario non agli psicologi della folla, ma alla situazione storico-politica; questa diffidenza rimane fino ad oggi, a confutazione dele sue argomentazioni SIGHELE: confronto esecuzioni regolari con linciaggi negli USA

ROSS = accoglie molto bene Tarde, Ross introduce l’approccio psicologico al tema delle folle
MCDOUGALL (The group Mind – La mente di gruppo, 1920) = istintivista come Trotter; gli istinti forniscono l’energia che attiva il comportamento umano che è però volontaristico e basato su fini, l’istinto gregario è solo uno dei moventi, l’energia è esplicitata in molte direzioni, la soluzione alla violenza al branco al panico è l’organizzazione, procede con l’evoluzione sociale, le emozioni vengono comunicate per simpatia, il livello intellettuale senza organizzazione è basso altrimenti con volontà collettiva e scopo condiviso alto, masse organizzate: 1) grado di continuità 2) presenza di tradizioni 3) abitudini comuni 4) mente di gruppo (coscienza che il gruppo ha della propria esistenza e della propria specificità), la mente di gruppo non c’è nei gruppi primitivi, processo di crescita che può superare la fase affettiva

TROTTER (L’istinto del gregge in pace e in guerra) = istintivista coem McDougall, scomparso dai manuali; meccanico determinismo istintuale oggi superato, risente del momento storico della grande guerra, fattori innati ed ereditari, diffusioni di notizie incontrollate, nazioni unite nello sforzo bellico, la gregaroetà è l’unico monvente (a differenza di McDougall) che caratterizza tutti i gruppi e perfino la società, l’essere umano non sopporta solitudine fisica e psichica, ma sente sempre the voice of the herd

MOSSE = offre al fascismo i miti e i culti, il fascismo si appropria di desideri e aspirazioni, le folle caotiche sono diventate organizzate sotto un capo

SIGMUND FREUD (Psicologia delle masse e analisi dell’Io, 1921 + Introduzione al narcisismo, 1914) = contributo più importante del primo dopoguerra (processi psicologici in guerra, nevrosi di guerra, rapporti capo-masse, ascesa dei partiti totalitari, riscoperta della cultura); concorda con l’impostazione leboniana, il problema è di capire il mutamento individuale che soggiace alal massa, le pulsioni della massa sono le stesse dell’individuo: non c’è irriducibilità, struttura libidinale e identificazione dell’Io con il capo, così che gli individui si identificano l’uno con l’altro, Le Bon non tiene conto del legame emotivo capo-seguaci, Chiesa-Esercito masse organizzate e non disgregabili per via del Cristo-comandante, la pulsione gregaria di trotter non è gregaria perché non è presente nella prima infanzia, il bambino ama la solitudine, è l’arrivo del secondo figlio che mina l’affetto con i genitori che provoca la socialità, in parte c’è inibizione alla meta poiché non si soddisfa una pulsione d’amore in maniera diretta, non è sublimazione dove c’è abbandono della meta originaria, la psicologia della massa corrisponde a regressione ad attività psichica primitiva, il narcisismo del capo fa sì che i desideri sessuali repressi dal Super-Io-padre (gelosia e intolleranza) siano indirizzati verso di lui, se il capo è forte il seguace annulla la propria volontà e diventa passivo, la massa si basa sulla inibizione delle puslioni sessuali, che se soddisfatti con l’innamoramento ostacolano l’aggregazione, la nevrosi nella massa produce lo stesso effetto disgregativo dell’innamoramento, nesuna importanmza al fattore rganizzativo di Mc>Dougall dove questi legami sono solo più forti, ciò che varia con l’organizzazione è il livello di regressione e frena l’estremizzazione, il capo può perdere centralità per due motivi 1) infezione psichica (isterismo) 2) carnevale (trasgressione), rifiuto assoluto della patologia della massa: la nevrosi rappresenta solo l’insuccesso dell’inibizione alla meta, incompatibilità tra massa-nevrosi (asocialità); l’Ideale dell’Io è il riferimento dell’Io per le sue realizzazioni affettive, spesso Freud usa Ideale e Super-IO come sinonimi, ma l’Ideale è un modello, il Super-Io funzione proibitrice

ORTEGA Y GASSET (La ribellione delle masse, 1930) = Madrid, trionfo delle masse con fascismi e bolscevismo, l’uomo-massa sta sostituendo il governo delle minoranze, “massa è l’uomo medio” non qualificato, le minoranze sono qualificate, massa è modo di essere e struttura psicologica permanente , no unitò mentale e irrazionalità come Le Bon, l’uomo-massa è inconsapevole di esserlo, vantaggio del maggior benessere: 1) democrazia liberale 2) esperienza scientifica 3) industrialismo, la crescita demografica ha creato l’uomo massa, ha le caratteristiche del bimbo viziato, l’avvento delle masse al potere è l’avvento dell’ignoranza storica, la violenza da ultima è passata a prima ratio, la minoranza ha rinunciato al proprio ruolo; affinità con “La Psicologia delle folle” di Le Bon, il collettivo domina il singolo, appiattisce, violenza, per Le Bon è la decadenza irreversibile della scoietà occidentale, per Y Gasset è riversibile purché le minoranze invece di essere “massa” anch’essa le dirigano, democrazia precoce incapace di produrre cultura equivalente, speranza di un progetto in crescita

REICH (Psicologia di massa del fascismo, 1933) = vuole coonciliare pasicanalisi-teoria marxista, ripudiato da API-PC; struttura caratteriale delel masse decisiva per la forma di stato, è in grado di radicare tendenze democratiche, sviluppa il processo ell’amore, del lavoro, del sapere, la radice del nazionalsocialismo di trova nella piccola borghesia, la psicologia di massa è del ceto medio dipendente dall’autorità, funzionario intermedio fra autorità e lavoro manuale, carattere autoritario della piccola borgghesia dnell’ideologia della famiglia (repressione e rimozione sessuale, patriarcalità), tale processo si è ripercosso nella società, ha coinvolto anche il ceto operaio che ingrandendosi è diventato come il ceto medio, il fascismo non è altra che l’espressione organizzata del carattere umano, il fascismo è pronto a rinascere in ogni momento e in ogni gruppo, la regeressione deriva dalla poca importanza che si dà alla psicologia collettiva, la democrazia si realizza non con l’abolizione della dittatura ma con la modificazione del carattere umano, le masse dei lavoratori devono essere mature e responsabili per la socializzazione dei mezzi di prioduzione, l’incapacità di ribellione delle masse è iun prodotto storico e culturale, come Rossi propsetta l’educazionew delle masse ma non con la regolazione della natura umana ma l’emersione deil carattere più profondo, è la repressione che crea la patologia; minaccia per i partiti socialisti che volevano realizzare in tempi brevi la rivoluzione strutturale; tre strati del carattere umano: 1) superficiale della forma e dell’educazione-liberalismo dell’autocontrollo e della tolleranza 2) starto intermedio del conscio freudiano-fascismo antisociale e delle pulsioni biologiche primarie 3) inconscio freudiano con impulsi crudelli e sadici-rivoluzione liberazione e autogoverno sociale (non espresso per via del patriarcato)

CIACOTINE (La violenza delle folle, 1952) = sperimentalista russo, comportamento delle folle su base biologicaseguace di PAVLOV (riflessi innati o condizionati); la dittatura è attivata da riflessi condizionati, al contrario di y Gasset vede in diminuzione il potere delle folle, fasi: 1) le masse disperse topograficamente vengono riunite in folle con contatto corporale e gli è inflitto un “colpo di frusta psichico” con arringhe e simboli 2) le folle sono ridisperse in masse che agiscono più diffusamente e con l’uso di quella simbologia, il riflesso condizionato ha bisogno di tanto in tanto di essere rinfresctao, non c’è un’unica pulsione come per Freud la sessualità ma una differenziazione: 1) combattiva (sete di dominazione di Adler) 2) nutritiva (materialista economica del marxismo cieco) 3) sessuale (Freud) 4) parentale (Chiesa cattolica), non c’è un’anima collettiva, è il “riflesso d’imitazione” che rende omogeneo il comportamento 1) ripetizione di un gesto in tutte le direzioni per le folle amorfe/acefale 2) ripetizione dall’alto verso il basso nelle strutturate/con un capo, la soluzione alla sottomissione non è l’educazione o l’autogestione ma il “tribuno” che mette a frutto le energie della folla; la sua opera loda il regime staliniano e depreca le duittature europee, nazifascismo e bolscevismo hanno vinto operai e menscevichi perché era una lotta tra pulsione combattiva-nutritiva

ASCH = in realtà le nuove teorie basate su influenza di apprendimento e ambiente sul comportamento umano dopo 2gm si muovono ancora su basi istintuali

WATSON, 1913 = avvio del comportamentismo/behaviorismo, resppinge l’analisi introspettiva, osservazione esterna in base a stimolo-risposta, matrice teorica di PIERCE e JAMES

MUSTENBERG = allievo di James, ijncarna la matrice sperimentale-Harvard, rimane colpito da MOEDE sulel ricerche dell’influenza dle gruppo sull’individuo (1913) e fa prosseguire lo studio all’allievo Allport

DEWEY = allievo di James, ijncarna la matrice sociologica-Chicago

ALLPORT (Social Psicology, 1924) = allievo di Musteberg; distinzione folla-gruppo (agglomerato verso oggetto comune che causa reazioni semplici ed emotive vs azioni comuni basate sul compito e reazioni complesse), il comportamento delle folle è elementare ma non aggressivo, le pulsioni degli individui che le compongono sono state minacciate, l’individuo non subisce sconvolgimento psicologico ma la folla è solo cassa di risonanza, no anima collettiva ma solo comportamento indivuìisuale amplificato, violenza solo per disibinizione o suggestione su larga scala, da PAVLOV: 1) pulsione primaria egositica e non socializzata 2) pulsione socializzata frutto dell’apprendimento per paura della punizione e abitudine, “facilitazione sociale”: il comportamento degli altri è sia stimolo sia rinforzo, non per imitazione/contagio ma anch’esso frutto di apprendimento, “impressione di universalità”: il soggetto tende ad attribuire ad altri le sue idee e sentimenti, il po9tere del capo è limitato: inacanala la reazione necessaria ma non può pporvisi, la suggestione è frutto della facilitazione sociale che inibisce le reazioni di pensiero implicite, ma non c’è pèer niente irrazionalità, gli obiettivi non per faorza sono condivisi dall’intero gruppo; critiche comportamentistiche: 1) comporatmento come fatto meccanico 2) rigida causalità che non coglie imprevedibilità comportamento umano 3) paradossalemnte non coglie l’individuo nella sua capacità di mutare

BETCHEREW = riprende come molti psicologic russi il comportamentismo USA (tranne Ciacotine: oppera successiva e influenza Stalin); vuole dimostrare, e ci riecse in laboratorio, la superiorità dei comportamenti collettivi su quelli umani

SHERIF = psicologo turco di Harvard, mette in luce come i meccanismi di influenza sociale sono più complessi della facilitazione sociale di Allport

PARK (The Crowd and the public) = unico libro “nuovo” sul tema della prima metà 1900, uno dei fondatori della scuola di Chicago, studia quattro anni in Germania e conosce Simmel, Dipartimento di Sociologia di Chicago (1892, vs carrierra giornalistica) + Filosofia Dewey/Mead, approccio pragmatista , comporamentista ma ben lontano da Watson; integra Simmel con una collettive behavior che segue Le Bon e Sighele, ogni tipo di raggruppamento sociale va studiato per le relazioni al suo interno [SIMMEL], unico obiettivo è la “reciprocità psichica”, caratteristiche: unanimità, intolleranza, emozionalità, suggestionabilità, la suggestionabilità è il tratto caratteristico, sono fenomeni necessari perché producono il cambiamento istituzionale; la presenza erciproca crea scambio di influenze, “il comportamento è frutto delll’impuslo comune e collettivo risultato dell’interazione sociale”, “inquietudine sociale” creata da un “processo di assiepamento” circolare fra A-B, l’inquietudine sociale rappresenta la rottura della routine e la preparazione per nuova azione collettiva, incremento nella modernità per maggiore globalizzazione e rottura legami familiari tradizionali, processo di evoluzione istituzionale: 1) diffusione dell’inquietudine sociale attraverso il contagio 2) formazione della folla e poi movimento di massa 3) cristallizzazione nella istituzione accettata e legalizzata (“movimenti sociali sopravvissuti al conflitto di culture e alla lotta per l’esistenza”), sviluppo di leadership/org.ne/dogmi, critica l’indeterminatezza concettuale di Le Bon/Tarde, no folle come animali, importanza dell’obiettivo comune, no imitazione del capo ma si seguono i suggerimenti, divisione lavoro fra capo-seguacui, la folla-gregge si crea proprio quando viene a mancare quell’obiettivo, in questo caso non è più folla in senso psicologico perché viene a mancare l’unità mentale, riformulazione folla-pubblico di Tarde: 1) la fola si asiiepa, non discute, non riflette 2) il pubblico si caratterizza per la discussione; molti parlano di Park come creatore del comportamentismo collettivo deviato rispetto a quello istituzionalizzato ripreso dalla sociologia, ma Mucchi Faina pensa alla teoria di Park come qualcosa che “enra-esce” dall’istituzione e non come qualcosa di “normale-patologico”

SIMMEL = fondatore della sociologia formale, rapporto tra dimensione del gruppo e tipo di relazione, il gruppo grande deve sviluppare forme e organi per il suo mantenimento e cancella quelle relazioni di qualità che ha il gruppo piccolo, gruppo grande meno radicale e deciso dei piccoli; influenza di Simmel in USA è recente come dimostra l’interazionismo di MEAD, a differenza di Tarde molto accolto

MEAD = come Park integra perfettamente Simmel, importanza dei rapporti interpersonali, stimoli e risposte si influenzano reciprocamente, tra psicologia e ambiente continuo scambio e riaggiustamento

HORKHEIMER-ADORNO-FROMM = sproporzione tra dimensione collettiva e individuale nella società tecnologica, il singolo ha perso ogni autonomia e viene espropriato dai suoi istinti, debolezza soggettiva, identificazione col collettivo e col capo è surrogato delle mancanze raeli; FROMM: c’è autorità anonima dell’opinione pubblica e della pubblicità, profonda interconnessione tra governo autoritario e personalità psicosadomasochista

RIESMAN = carattere etero-diretto della scoietà industriale guidato dall’esempio degl altri, tradizione e ridflessione interiore sostituite dalla relazione, la folla dei pari prende il sopravvento sulla vita e i pensieri, e ci fa sentire ancor più soli

MILLS = alle opinioni efficaci ed autonome del pubblico si sostituisce la massa inerme subordinata ai mezzi d’informazione

REIWALD = si conosce poco di sé stessi, si attribuisce all’irrazionalità tutto ciò che ancora non ci si sa spiegare, 1) la soluzione organizzative non va bene perhcè la massa organizzata è molto più pericolosa: le forze affettive della massa non vanno eliminate ma sublimate 2) le forze produttive hanno potenzialitàperchè come quelle distruttive sone più della somma dei singoli, il lavoro soddisfacente consente all’individuo di sublimare l’istinto aggressivo e crea coesione e spirito di corpo, meglio le piccole masse per far emergere la forza costruttiva dell’individuo

RUESCH = appartenenza di gruppo nella società USA è sostituto della famiglia patriarcale europea incostruibile in USA, ci si aspettava di essere protetti dal gruppo

MAYO-NEWCOMB-WARNER-LUN = importanza della rete dei rapporti interpersonali come punto d’ancoraggio delle opinioni

LEWIN-SHERIF = 1) “atmosfera di gruppo” 2) “stile di leadership” 3) “norma emergente”

PAUL LAZARFELD = analisi elezioni USA 1940, campione per analisi opinioni in formazione e variazione nel tempo, importanza rapporti amicali e di gruppo per cambiamento d’opijione, “procedimento a due tempi della ricezione dei messaggi”: mezzo di comunicazione influenza direttamente solo gli opinion leaders interesasti del gruppo che lo trasmettono a tutto il gruppo => nasce imporatnza intermediazione gruppo

LEWIN-MORENO = importanza del piccolo gruppo, indagare attraverso il piccolo anche il grande gruppo, ripresa della Gestalt

CARTWRIGHT-ZANDER = allievi di Lewwin, anche loro dicono che per studiare grandi gruppi bastano i piccoli, e ciò si integra con la ricerca in laboratorio tipica della psicologia sociale

DOLLARD = integra il comportamentismo con Freud, per Freud l’aggressività è causata dalla tendenza di ricercare il piacere ed evitare il dolore (gfino ad arrivare all’autodistruzione), “frustazione-aggressività”: un comportamento aggressivo presuppone frustazione e la frustazione porta all’aggressività, se la persona è sottoposta ad istigazione (idea, movente, privazione) è portata a ridurla con la risposta-meta, la frustazione è un’interferenza che ne impedisce il compimento, l’aggressività è un tipo si risposta sostitutiva, inizialmente l’aggressività va verso l’agente frustante, ma se inibita va prima verso l’oggetto inibente poi dislocata ad altri oggetti (varianti in base a fattori culturali, normativi, esperienze precedenti), se l’aggressività è soddisfatta c’è la catarsi, altrimenti accummulo

SEARS, 1941 = oltre all’aggresività individua altre risposte a frustazione: 1) persistenza (ripetizione degli atti inefficaci) 2) regressione (comportamenti di una precdente fase di sviluppo individuale) 3) sostituzione (cambio di comportamenti e oibiettivo)

MILLER, 1941 = l’aggressività è fondata sulla frustazione, ma la frustazione non sempre produce aggressività, che è il livello più alto (prima si provano altre)

BANDURA-WALTERS, 1963 = esprimenti su bambini che stroncano la frustazione-aggressività, l’aggressività c’era anche per imitazione: la risposta aggressiva alla frustazione avviene solo quando ci sono comportamenti aggressivi da imitare

BERKOWITZ = tenta di conciliare Bandura-Walters con la frustazione-aggressività, c’è aggressività solo quando si incontrano fattori emotivi e sociali, la frustazione a8umenta la probabilità di una risposta aggressiva perchè aumenta la tensione emotiva, ma dipende dalla “collaborazione” del soggetto, “aggressività collettiva”, in polemica con la teoria della razionalità che vede il comportamento umano diretto a un fine, intervcengono anche fattoti emotivi e impulsivi, l’aggressività non deriva solo da frustazione ma anche da esperienze precdenti e confronto sociale

TAJFEL = ridimensiona frustazione-aggressività, critica la transposizione dei comporatmenti umani sul piano collettivo, non è stimolo esterno che produce convergenza comportamentale ma un’attribuzione di significato socialmente condivisa (di tipo prevalentemente ideologico), limite frusitazione-aggressività: il comportamento umano anche quello più irrazionale ha una logica; non dà conto però delle diversità all’interno di un’azione collettiva (diversi contributi), la teoria di Tajfel va integrata col comportamentismo individuale

BROWN (Mass Phenomena, 1965) = autore di uno dei più classici manuale di psicologia sociale, interpretazione della teoria dei giochi, passando per Le Bon parla di due problemi: 1) le folle non sono necessariamente emotive, ma di sicuro anti-norme, imprevedibili, non istituzionalizzate 2) carattere contagioso del comportamento non normativo in tre circostanze contewmporanee: molte persone in comunicazione+due impuslsi pro e contro norma+la situazione deve rendere fisicamente possibile fare azione contro norma, motivi diversi dal panico all’ostilità, “dilemma del prigioniero” LUCE-RAIFFA 1957: nella folla come nel dilemma la suluzione più razionale non èla più vantaggiosa ma è legata al contesto, se il numero porta l’anonimato la risposta è aggressiva, ma ci vuole un detonatore e il fatto di essere sicuri di ciò che faranno gli altri: si è aggressivi solo se si crede che anche gli altri lo saranno, limiti: nella folla vantaggi e svantaggi sono uguali per tutti 1) nel panico il numero è poco importante: basta che si è troppi rispetto ai beni disponibili, sicurezza su ciò che faranno gli altri 2) nell’ostilità conta la mediazione fra soddisfazione del proprio impulso e rischio di essere imprigionato, insicurezza su ciò che avverrà: assiepamento e confusione per capire ciò che faranno gli altri, intervento del leader detonatoreleadeship convenzionale per persona pro norme e status sociale elevato, contrario leadership folle, non smepre il detonatore è asociale (alcol, collaboratori pagati); limite dell’approccio di considerare i comportamenti solo come contro-normativi, il controllo siociale può essere infatti esercitato oltre che da norme anche da gruppi intermedi e rapporti interpersonali

MILGRAM-TOCH (Handbook of Social Psycology, 1969) = dieci ragioni per cui gli psicologi sociali studiano I fenomeni collettivi: 1) la folla è uno dei temi storici 2) può dare contributi alla psicologia sociale generale 3) si colloca fra individualià e socialità e spesso indica I cambiamenti (es. linciaggio passa attraverso pregiudizio) 4) supera rottura mondo accademico-società perché fornisce indicazioni sulal stabilità della vita quotidiana (stessa funzione della nevrosi nello studio della personalità) 5) storici, giuristi, economisti che syudiano le folle guardano solo ad aspetti particolari, 1)apprfondire struttura delle folle che deve diventare l’oggetto di studio e non più il luogo 2) attraverso la struttura individuare prevedibilità, caso del Watts Riot Los Angeles 1965attraverso voce diretta e non più fonti indirette, il tumulto è l’ultima ratio dopo lil fallimento di istituzioni e movimenti, sentimenti motivi e meccanismi vanno distinti, teoricamente è possibile distinguere tra folla e movimento ma nella realtà è più difficile, non sono la stessa cosa ma tutte e due rappresentano l’individuyo che sacrifica la propria autonomia a favore di un interesse condiviso

BLUMER = ancora con lui il collettive behavior è ancora marginalizzato in USA perché non trova confereme empiriche, allievo di Park a Chicago lo puntualizza, “diversità dei comportaenti collettivi”, la maggior parte dei comportamenti sociali sono basati su accordi o obiettivi comuni ma non la folla, la folla è spontanea e immediata, gli individui non adattano l’agire ma sviluppano modelli omogenei di comportamento secondo la reazione circolare di Park, nel piccolo gruppo si cerde di avere la situazione sotto controllo e i comportamenti sono semplici e diretti basati sullo scambio, nel grande gruppo si perde il controllo della situazione con reazione circolare emotiva e unidirezionale, il comportamento collettivo è delimitato da due sfere 1) non-istituzionalizzato 2) grande gruppo, sancisce lo scollamento tra psicologia sociale e psicologia collettiva

TURNER-KILLIAN = di chicago, capovolgono Blumer, con Blumer riconscono spontaneità-imprevedibilità ma non si basa sull’emozione ma il piano di esecuzione può anche essere ben studiato, il nesso emotività-irrazionalità cnon è automatico come aveva detto Le Bon, 1) criteri esterni: direttamente verso l’obiettivo sono i più efficaci 2) criteri interni: scelta razionale tenendo conto delle alternative possibili, in entrambi i casi quello istituzionale èun comporatmento irrazionale perché non seguono per etica i criteri esterni e per impossibilità pratica di considerare tutte le alternative quelli interni, la fola non è omogenea perché c’è partecipazione differenziale e divisione del alvoro, non c’è contagio per l’emozione ma per forme di comportamento che si riconoscono appropriate, le norme generalemnet accettate vengono abbandonate pere una “nuova norma emergente” che deriva dall’indeterminatezza dell’”effetto autocinetico” di SHERIF (prima ricerca sperimetale usata) : norma comune di giudizio per la formulazione di giudizi successivi (“qualità nuove e sopraindividuali”), Turner-Killian poensano che ciò avviene anche nella folla

SMELSER (Theory of Collettive Behavior, 1963) = contributo più importante anni ’60, il comportamento collettivo è il tentativo di ricostruire l’ordine sociale disturbato, alla base c’è sempre 1) credenza 2)desiderio o 3) aspettativa, le credenze generalizzate sono affini a quelle magiche e implicano che esistano forze straordinarie che operano nel mondo, comportamento non istituzionalizzato, ha in comune con quello istituzionalizzato affrontare esigenze della vita sociale-essere legittimati da valori-presuppore uan valutazione della situaiozne, le azioni sonciali caratterizzano il comportamento collettivo e con quattro compèonenti in ordine gerarchico 1) valori (principi di legittimità) 2) norme 3) mobilitazione delle motivazioni individuali 4) facilitazioni (o meno) per raggiunger esiti concreti, il comportamento collettivo è mobilitazione che ricostruire di una componente dell’azione sociale disturbata da tensioni, insolute due domande del perché nasce un comporatmento collettivo e perché con quelle modalità, le variabilidi nascita/modalità non sono psicologiche ma sociali (propensione strutturale, tensione strutturale, indsorgenza e diffusione di credenza generalkizzata, fattori precipitanti, mobilitazione dei partecipanti, operazione di ocntrollo sociale), la combinazione di questi cinque fattori sociali crea valori aggiunti, per risolvere la tensione di una componente la credenza attiva la componente superiore; la critica di BROWN sul fatto di dover tenere in considerazione fattori psicologici e cognitivi fa rivedergli la sua posizione, rileaborazione di approccio sintetico rielaborando quello psicanalitico, Freud ha sottovalutato rapporto ijndividuo-autorità non spiegamando il coinvolgimento diverso degli individui nei fenomeni collettivi, per Smelser è la personalità (storia personale) che influisce, difficoltà di verifiche empiriche indagine psicologica e caratteristiche sociali dell’evento; il suo non è approccio sintetico perché le motivazioni indiviiduali non dipendono solo dal contesto dell’evento ma anche dal rapporto delle interazioni che in questo viaa via hanno luogo; però contribuisce al grande sviluppo del colletive behavior

COUCH = corrente interazionista, critica spontaneità che è uno stereotipo perché l’azione collettiva si basa su fase preparatoria, le relazioni tra parteciapnti precedono e promuovono l’azione, la differenza è nel carattere informale della pianificazione

BRISSET = corrente interazionista, interpretazione drammaturgica in linea con GOFFMAN, la disnzione tra comportamenti normativi e non risale al Sé soiciale di MEAD, comportamenti spontanei dell’Io e solo una parte basata sull’interazione e sulle aspettative degli altri del Me fraintendendo la sua interconnessione Io-Me che formano insieme il Sé, perciò distinzione dei comportamenti in termini relazioni (Me) o psicologici (Io), il concetto di moticvazione è vuoto e non spiega l’agire umano

BERK, 1974 = teorico analisi costi-benefici e aspetto razionale, riprende “teoria dei giochi” e “teioria della decisione” (elencazione vie ed eventi probabili, ordine cronologico di informazioni e scelte, decidere quanto piacciono le conseguenze e la probabilità di imprevisti) di RAIFFA, se il risultato è razionale può non esserlo il risultato o l’azione, questo ha fatto confondere la folla come irrazionale, la presenza di “sostegni” fa diminuire costi anticipati: numero, visibilità folla, prossimità, pressione degli altri, le folle differeiscono nel mix costi-benefici, le informazioni di una folla sono inattendibili e mutevoli, la comunicazione è ridotta per assenza di strutture formali, il linguaggio confuso per “rumore”, la decisione è presa da persone che vivono sentimenti forti, si deve agire rapidamente per avere un guadagno prima che la folla si disperda, c’è una prima ed unica riunione

GRANOVETTER, 1978 = due limiti a Brown e Berk e loro teoria dei giochi per la fola: 1) riduzione al gioco di due (uno contro tutti gli altri) 2) presupposto che le decisioni siano simultanee e precedenti l’azione (prendibili invece anche durante), “soglia”: “punto dsove i benefici percepiti superano i costi”, è relativa alle scelte degli eltri, può mutare nel tempo anche per minore o maggiore presenza di sostegni, la distribuzione di frequenza di soglie all’interno delle folle è determinante

COOPER = spocietà antropoemiche che ricacciano il deviante e antropofagiche che l’ingoiano

NORRIS JOHNSON = mette in discussione la pretesa totalizzante della razionalità limitata, il problema vero e irrisolto sin da le Bon è perché i limiti convenzionali si rompono con la fola, la siua spiegazione è “l’accentuazione del rischio”, ritorna così l’analisi psicologica anzi psicosociale, riparla di “disposizione individuale” e “suggestionabilità” connesse a variabili sociali, componenti emotive non più demonizzate

MOSCOVICI (L’age des foules, 1981) = rivisita Le Bon (padre fondatore per folle e capo)-Tarde(estendendo Le Bon fa la rpiam teoria sulla comunicazione di massa)-Freud (fonde Le Bon-Tarde nel sistema organico della sua spiegazioen unica), integra Freud con capo carismatico-homo duplex di Weber-Mauss, alla base della relazione c’è Eros (innamoramento) verso el eprsone che vogliamo avere e Mimesis (desiderio mimetico) verso le persone che vogliamo essere, non c’è libido ma i due impulsi sno dinamici e continuativi, nell’individuo prevale Eros nella folal Mimesis, la soddisfazione del desiderio mimetico fa scomparire gli individui nella folla ed è uguale alla soddisfazione dell’Eros che però li isola in coppia, 2) il panico è infezione narcisista contro la folla 2) la violenza è la fola contro l’individuo non conforme, importanza dimensione affettiva e carisma del capo, l’eredità generazionale si trasmette nella vita mentale delle masse con tracce mnestiche, i lcapo è sia sopra sia come gli altri (es. imperatori romani), il grande uomo è l’homo duplex dove c’è tensione Eros-Mimesis individualità-socialità, si è identificato col personaggio ideale, nell’uomo normale invec prevale o Eros o Mimesis, capi 1) mosaici(ideologia o religione: Marx-Ghandi) 2) totemici (solo lui: Napoleone), il potere del capo si basa sulla religione profana delal credenza e la sua fede; no intrepretazione prevalenti della scienza che non hanno fornito spiegazioni, la psicologia sociale è troppo riduttiva mentre quella collettiva è arrivata al cuore del problema e spiega la realtà; rappresentazione sociale

REICHER, 1960 = influenza di Le Bon oltre l’accademia fino alle destre, uno degli artefici della storiaperò insufficienza teorica, come Allport rifiuta mente di gruppo irrazionalità universalità della violenza, due distorsioni di Le Bon: 1) politica perché la teoria è congeniale ai governanti che voglionolo status quo parlando dell’irrazionalità dei conflitti 2) di prospettiva perché Le Bon è stato sempre esreno rispetto a partecipanti, l’utilità pratica dell’opera non c’è se non per la retorica ma priva di contenuti che altri hanno dovuto dare (Hitler, Mussolini,…); nel 2000 è definito “Modello Elaborato di identità sociale”. Conversioneverso modello teorico complessivo

DAVIES = si collca nel campo della privazione relativa fraternalistica ed egositica, divario tra quello che si ha e quello che ci si aspetta, divari in base al passato o all’outgrupo azione se c’è tale privazione con confini impermeabilie percezione di cambiare la situazione; curva J: l’insoddisfazione è più probabile non dopo lunga privazione, ma con crescita degli standard per lungo tempo e poi abbassamento di colpo

JODELET, 1984 = parla delle rappresentazioni sociali di MOSCOVICI, forma di conoscenza specifica elaborata e condivisa (senso comune), nucleo centrale egemonicho, altre variano in rapporto all’appartenenza di gruppo

ROUQUETTE, 1994 = rappresentazione sociale come nexus, intreccio di elementi affettivi pre-logici condivisipolarità affettiva molto marcata espressa con unico termine (destra, sinistra,..), cristallizzazione di valori e contro-valori, quando un nexus è attivato le persone dimenticano divesioni e diversità e si tengono unite, rispetto alle rappresentazioni identità più ristrette e meno articolate, sono i “colpo di frust psichico di CIACOTINE

TAJFEL-TURNER, 1979, 1986-87 = “teorie identità sociale e categorizzazione del sé”, concetto d’identità centrale aveva preso avvio con Mead, dualità d’identità personale e sociale, ogni identificazione sociale è la consapevolezza di appartenere ad un gruppo sociale unita al significato emozionale di questa appartenenza, folla ha improvvisazione e novità e gli individui elaborano identità situazionale, il collettivo non distrugge maconferisce il senso di sé, l’individuo non prede il controllo ma cambia i criteri di controllo, depersonalizzazioe, nelle folle non organizzate la situazione è volubile ma c’è norma condivisa, il contagio si manigfesta solo tar coloro identificati con la categoria rilevante nella situazione e secondo comportamenti coerenti con la nroma, ; limite di non individuare sifferenze individuali e di gruppo rispèetto alla norma

KELMAM, 1961 = distinzione classica tipi di consenso 1) interiorizzazione (condivisione valori) identificazione (a metà starda) 3) compiacenza (superficiale)

CODOL = in situazione di minaaccia una strategia è di mostrarsi più conforme degli altri diventando primus inter pares, ciò è una spiegazione dell’escalation d’aggressività

ASCH, 1948 = padre della psicologia sociale, sposta l’approccio a ragionemnti/processi decisionali rispetto alla dimensione affettiva, “riorganizzazione cognitiva”: cambiamento dei giudizi su un oggetto per via della mutata situazione mentre ci si esprime, valutazione connessa al significato individduale e al contesto, la suggestione considerava identico uno stimolo in situazioni diverse; ma sottovalitando Asch si è giunti a sottovalutare ei fattori emozionali

HATFIELD-CACIOPPO-RAPSON, 1994 = riscoperta del contagio emozionale, rapporto diretto tra emozione di una persona e comportamento dei suoi più diretti vicini

NEUMANN-STRACK, 2000 = importanza della comunicazione non verbale, se assistiamo all’espressione di un’emozione tendiamo ad assumere la stessa espressione e lo stesso umore, ciò è più probabile in situazione minacciosa o all’opposto si pensa di essere nella stessa situaizone del soggetto

CHARTRAND-BARGH, 1999 = “effetto camaleonte”, meccanismo non iintenzionale di ssunzione degli stessi comportamenti della persona con cui interagiamo, il passo successivo è provare la stessa emozione ma dopo un processo cognitivo di elaborazione, se capiamo che l’emozione ha fondamento noi la proviamo più forteil “moello idraulico” (maggior emozione minore ragionamento) non è valido

KATO-MAKUS-KITAYAMA, 1991-1992 = lke persone che interpretano sé stesse in termini d’interdipendenza sono più influenzabili da quelle he interpretano il sèì come unico, nelle culture collettiviste come cinese e giapponesse gli individui sono più vulnerabili, assonanza co ROSSI e folle latine (meno educate) e anglosassoni

FREEDMAN, 1975 = “effetto d’intensificazione”: la numerosità favorisce diffusione delle emozioni più pertinenti alla situazione, ma percezione d’affollmento e costrizione personale sono limiti all’azione, secondo GRAUMANN-KRUSE può anche sviluppare aggressività

FESTINGER-PEPITONE-NEWCOMB, 1952 = “deindividuazione”: in un gruppo i singoli nonconsiderano gli altri come individui, ciò facilita perdita d’inibizione, esprimento degli studenti universitari maschi che discutono dei sentimenti sui genitori (tanto più si era espresso negativamente sui genitori tanto meno si ricordava ciò che aveva detto il vicino), correlazine deindividuazione-disinibiizone

ZIMBARDO = approfondisce il concetto di deindividuazione di Festinger, situazioni in cui l’individuo cambia l apercezione di sé stesso e mette in atto comportamenti relativamente disinibiti, l’anonimità concorre, esperimento scosse elettriche di studenti in tuta e cappuccio

JOHNSON-DOWNING = completano Zimbardo, 1) non necessariamente deindividuazione conduce a comporatmenti aggressivi 2) comportamenti sono in linea con la norma del gruppo di riferimento, esperimento studenti vestiti da infermiri (meno violenti) e membri KKK (più violenti)

POSTMES, 1993 = metanalisi, prende in considerazione effetti dei tre fattori più rilevanti 1) anonimità 2) auto-consapevolezzain diminuzione con deindividuazione 3) grande gruppo ha maggiore deindividuazione, in realtà questoi tre fattori non conducono a comportamenti antisociali, confermano solo adesione più forte alla norma ingroup, non c’è disibinizione ma solo pro-normazione

STONER, 1961 = studi su polarizzazione, esperimento sulla scelta di una posizione rischiosa ma desiderabile e ed una sicura ma meno desiderabile (lavoro meno redditizio ma stabile), nel grupop c’è uno “spostamento veros il rischio”, la spiegazione è la “diffusione di responsabilità”, ricorda esagerazione e assenza di responsabilità delle folle di Le Bon; nelle ricerche successive ciò si dimostrò noon vero

BROWN, 1965 = il “valore culturale rischio” e il “valore culturale prudenza” nella cultura occientale agirebbero in alternativa

MOSCOVICI-ZAVALLONI, 1969 = polarizzazione non riguarda solo rischio-prudenza ma anche opinioni e atteggiamenti, esperimento su studenti con atteggiamento positivo De Gaulle e negativo sugli USA

MYERS-BISHOP, 1970 = confermano Moscovici-Zavallani, gruppi con atteggiamenti etnci simili aumnta polarizzazione tra gruppi ad alto e basso livello di pregiudizio; l’estremizzazione non dipende dalla grandezza del gruppo perché è il normale risultato dell’interazione, ciò riguarda atteggiamento (rilevato da ricerche) e comportamento perché ambedue si basano su componenti affettive

ISENBERG, 1986 = spiega la polarizzazione con due meccanismi 1) argomentazioni persuasive (nuove argomentazioni a favore della propria opinione per estremizzarla) 2) confronto sociale (le persone vogliono essere un po’ meglioi degli altri), quindi secondo il confronto sociale ritorna il primus inter pares, se tutti i parteciapnti vogliono essere primus inter pares c’è spostamento verso valore sociale che raccoglie consensi e quindi polarizzazione

TURNER = i gruppi più coesi sono quelli che polarizzano più facilmente, convergenza ingrup sulla posizione prototipica, è un modo per sentirsi diversi dall’outgroup

TESSE, 1978 = polarizzazione favorita anche dalle proprie idee, più gli indivisui riflettono sulle proprie valutazioni più polarizzano, quindi anche l frequenza delle comunicazioni date agli altri polarizza; maggiori persone che concordano significa maggiore polarizzazione (persuasione di fonti multipli), la polarizzazione è diversa da gruppo a gruppo

CANTRILL, 1938 = esempio di ricerca su fatti reali, paura collettiva post-trasmissione radiofonica; ma osservazione partecipante in media res è difficile e c’è problema d’etica

MAIER-MENNEGA-STOLTZ, 1941 = ricreazione in laboratorio del linciaggio, esperimeto del rapimento del bambino, i partecipanti più inclini a raggiungere la presunat “folla estrena” erano i meno intelligenti e più estroversi, e all’opposto i nevrotici,; ma validità tutta da verificare, lSIGHELE: “lo scopo è di pochi, molti vanno a vedere”

MILGRAM-BICKAM-BERKOWITZ, 1969 = ipotesi che un gruppo in azione crea attrazione sugli altri, rapporto tra la grandezza della “folla-stimolo” e la proporzione dei passanti, esempio finestra di New York, aumentata proporzionalemnte all’ingrandirsi la permeabilità dei confini el gruppo

KNOWLES, 1973 = rileva l’opposto: gruupo interattivo che conversa respinge i passanti e impermeabilità nei grandi gruppi, variazione a seconda dell’attività del gruppo 1) permeabilità con attività coinvolgenet 2) impermeabilità con attività escludnte

FRENCH, 1944 studia il panico collettivo in gruppi organizzati (sportivi) e non (studenti), nessun panico e reazioni moderate di fronte al presunto fumo di un incendio, però gruppi organizzati hanno reagito in modo più omogeneo

MINTZ, 1951 = esperimento dei coni nella bottiglia, ingorghi anche se c’erano stati accordi sul comportamento da tenere, eliminando sanzioni e ricompense il comportamento era ordinato nonostante lo sperimentatore cercava di craere confusion, ricompense e clima competitivo è più importante durante il panico della paura

KELLEY, 1965 = rileva limiti di Mintz: premi e sanzioni non sono equiparabili a paura reale, eseperimento degli elettrodi senza troppe fughe contemporanee, le fughe compiute con successo diminuivano in relazione all’aumentare dell’intensità della paura, l’atteggiamento di fiducia di un partecipante si trasmette agli altri; sempre probleam della paura non paragonabile alal perdita di vita (Brown e disponibilità risorse)

PARK-BLUMER = la diceria è uno dei preamboli all’azione collettiva

ALLPORT-POSTMAN, 1945 = prende spunto da dicerie post-disfatta Pearl Harbour, esperimento del racconto dell’immagine diretto e poi mediato da altre persone, individua tre processi di trasformazione dell’informazione 1) riduzione d’informazione 2) accentuazione di elementi a scapito di altri 3) ssimilazione di elementi coerenti col quadro generale e altri stereotipati, strutturazione soggettiva dello stimolo: si tende a far combaciare gli atteggiamenti con i propri interessi, le nootizie tipo slogan sono più difficilemnte trasformabili nel tempo, la strutturazione soggettiva cresce al crescere del numero ma si ferma all’aforisma, ruolo importantissimo del contesto ambientale; cinque fattori differenziano esperimento da vita reale 1) pubblico che spinge per restringere il racconto 2) le istruzioni ricevute insistevano sulla precisione 3) i partecipanti non potevano porre domande all’interlocutore 4) tempo breve tra sc0olto e riproduzione 5) meno tensione emozionale

CANTRIL-GAUDET-HERTZOG, 1940 = esperimento annuncio radio invasione aliena da Welles, fenomeni di panico e isteria, partecipanti clami turbati spaventati, suddivisione in 1) controllo interiore 2) esteriore positivo 2) esteriore negativo 4) assenza di controllo, effetto maggiore su persone più credule e bassoa istruzione, fondato su tensione ante-2gm e su assenza di categorie interpretative per un messaggio inusuale; limiti: richiedeva capacità di autoanalisi partecipanti, che poi dopo l’avvenimento si ricomponevano convenzionalmente, davano risposta più socialemnte desiderabile

MILGRAM-TOCH, 1969 = ricerac sui tumulti del quartiere afro-americano di Los Angeles, uso di interviste, riferimento s Smelser

RECIHER = ricerca sui tumulti di Bristol 1980, £triangolazione” per la ricostruzione, generalizzate solo azioni congruenti con identità sociale; analisi della “battaglia di Estminster” ma diffidenza polizia e stessi studenti, rischio dell’uso strumentale dell’indagine per favorire l’ingroup, confermerme ella teoria di Tjafel-Turner

RIME’, 1985 = maggior parte avvenimenti vilenti odierni in gruppi organizzato; fianle coppa d’Europa 1985 Bruxelles, “errore fonadmentale d’attribuzione£” [ROSS] nel concentraris su ultrà, eccessiva importanza a disposizioni indiviiduali più che situazionali, altri fattori 1) deindividuazione e inizio del panicosport come istigatore di violenza 3) stimoli quali alcol e affollamento; utilizzo solo datoi archivio ma importanza di aver individuato altre cause

JOHNSON, 1987 = studi a posteriori del concerto dei Who 1979, il panico non sono risposte individuali e competitive ma controllate, forme di mutuo soccorso, con struttura sociale preesistente e ruoli, le folle non sono formate da singoli ma da piccoli gruppi
LEFFINGWELL = già nell’800 dimostrava come le alte temperature incitavano a violenza, analizza cromini 1878-87 in aumento Uk e Galles (es. di oggi anche Watts Riot)

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