Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Cenni di storia della forchetta

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Se il Medioevo era intriso di salse e di grassi e l’unto era sui visi e le mani dei commensali, compenetrando le lloro vesti, tovaglie e salviette, con il Rinascimento tutto ciò viene considerato oltraggioso, incivile, barbaro e condannabile.
Già in epoca longobarda la forchettaveniva utilizzata alle mense dei nobili , come dimostrato dalla miniatura del Codice delle leggi Longobarde del Monastero della Cavache mostra re Rotari mentre mangia servendosi di una forchetta.

 Ancora alla metà del Quattrocento nella Firenze medicea, meta di letterati ed artisti, l’uso della forchetta veniva guardato con ostilità e considerato in qualche modo “trasgressivo”; bisogna addentrarci nel Cinquecento, epoca in cui si respira l’aria nuova che investe tutta la società urbana e determina nuove condizioni di vita e nuovi stili comportamentali, per trovare improvvisamente diffuso l’uso delle posate.
Nella seconda metà del Cinquecento l’uso della forchetta è ormai generalizzato in Italia. Ma nel resto d’Europa permangono varie resistenze: il sospetto che l’uso delle posate conservi un risvolto in qualche modo condannabile come eccesso di lusso e concessione a qualche peccaminosa debolezza di carattere è ancora presente. E ancora alla fine del ‘600 Luigi XVI, il re Sole, caccia dalla sua tavola il re di Borgogna reo di dare il cattivo esempio i bambini perché aveva tratto dalla tasca una elegante forchettina.

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