Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

«Quando la Cina si sveglierà il mondo tremerà»

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Quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà
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Nel 1816, dopo aver letto la relazione del primo ambasciatore inglese in Cina Lord MacCarteney, Napoleone profetizzò: «Quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà».
 L’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), che riunisce i 30 paesi più industrializzati, nel 2003 ha rilevato come gli Usa non sono più la destinazione preferita per gli investimenti, ma tutte le multinazionali puntano sulla Cina (attirando 53 miliardi di dollari contro i 40 Usa).


Dal 1978 ad oggi il PIL cinese si è quadruplicato, e passando dall’assenza totale del commercio internazionale con Mao, è arrivata oggi al terzo posto tra le potenze esportatrici, dietro Usa e Germania, ma già davanti al Giappone.
Ma attenzione: secondo le attuali misurazioni del PIL, queste sottovalutano il più basso costo della vita, e a Parità di Potere d’Acquisto (PPA) la Cina è già davanti alla Germania.

È anche vero che, dati alla mano, nel 2007 le esportazioni sono calate sensibilmente, e le importazioni aumentate vertiginosamente, ma ciò non è un gran problema: il PIL continua a crescere, anche se si teme l’inflazione.

La Cina, pur avendo moltissimi poveri, è il primo paese al mondo che è riuscito a sconfiggere più velocemente sacche di povertà estreme.

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