Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Compagnia teatrale, Artur, mostra fotografica, giapponese, Purificati di Sarah Kane, Dal mi' cocco

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Il ritorno a Perugia è stato un pò traumatico. Soprattutto perchè sono rientrato nel mio mondo, e ne ho lasciato uno completamente diverso e nuovo; amo le novità, anche nella quotidianità, non le banalità.
Ad ogni modo, sono stato contento di rivedere, il giorno dopo del mio rientro (martedì), il buon caro vecchio Cisky, sempre ospitale, con me e con gli altri: ha ospitato, fino ad oggi, il gruppo di teatro del Cut di Perugia, ragazze e ragazzi simpaticissimi, fra cui la mitica Caro, e tante belle e simpaticissime persone, da David a Domenico a Stefano, dalle due Francesche per passare a Carolina, Marta, la "maneggevole" Tea. Hanno lavorato duro per 4 anni, ma lo spettacolo, diretto dall'importante Antonio Latella (già coordinatore di Albertazzi, vedi il suo Moby Dick) è veramente ben riuscito, e gli auguro di intraprendere, dopo Perugia e Terni, una brillante carriera in giro per l'Italia.
Dalla Cina, ho riportato al Cisky un "kimono" (non è il termine esatto) rosso con rifiniture d'oro, più un cd di karaoke in cinese (e alcune canzoni in inglese) di Sun Yan Zi, la bellissima (e bravissima) cantante in voga in Cina.
Giovedì, dopo essere stato a parlare con la Cicoletti, cui ho chiesto alcuni documenti per la mia tesi, ho incontrato non solo il mitico Artur, di sfuggita, alla mensa universitaria (il ragazzo albanese più corretto, educato, gentile, con voglia di lavorare e studiare che conosca, dal karma veramente positivo, unico nel suo genere); ma anche l'intrigante Fedevenz - alias Federico Ventriglia - appassionato di fotografia, e cui l'Università degli Stranieri ha concesso uno spazio per la mostra delle sue foto, che ti trasportano, in un colpo d'occhio, da Perugia a Parigi, da Parigi a Bilbao. Da vedersi tutta d'un fiato. Finisce la settimana prossima, affrettatevi (maggiori info qui).


Inoltre per 2 giorni ho fatto volantinaggio per dei ragazzi veramente intraprendenti, che ho conosciuto da poco, e che hanno aperto un negozio tramite cui poter vendere su ebay dietro il pagamento di una percentuale (servizio soprattutto, ma non solo, per le aziende).
La sera di venerdì un breve incontro con la meravigliosa May, semre lieto di vederla, e poi ci ha aspettato, a me, alla Giola e alle mie amiche, il festeggiamento del compleanno dell’Annina alla pizzeria Malafemmena, dietro al Gherlinda: pizza speciale, nonché buffet con un mucchio di roba. E, ancora, brindisi per l’Annina a Magione, con tanto di dolce.
A Francesco Bruni, che ho incontrato invece sabato, ho regalato un "kimono" nero, sempre rifiniture color oro, che - mi ha assicurato - metterà per il passaggio di cintura, la Vera cintura, quella nera. Il Kung fu è arte, e lui ne è maestro.
Sabato abbiamo immediatamente provato il nuovo ristorante giapponese aperto a Perugia, distro l'Università per Stranieri: ne è valsa veramente la pena: pesce fresco, perparato di fronte ai clienti, vero (o quasi) sushi bar, atmosfera incasellata in legni ebanati e separè alla giapponese, tavolini incastonati in meravigliose alcove, cameriere sensualli, gentilissime, servizievoli. Cibo ottimo; dopo vari sushi misti, tè verde, zuppe di miso, riso, gli splendidi temaki a 3 euro con la vera alga giapponese (e si sente!), siamo rimasti pienamente soddisfatti. Un pò caro, ma il gioco ne è valso assolutamente la candela. Ci è preso sonno dopo la cena: e dopo aver sfatato il mito - tutto americano - che il tacchino è il cibo-sonnifero per eccellenza (in realtà forse solo leggenda, data dalle grandi abbuffate del Giorno del Ringraziamento americano; o forse realtà per via del suo aminoacido...), sono tornato a casa, cullato dalle dolci note di Morfeo. Non prima di aver abbracciato, e re-incontrato, il Fedo e il Fede in centro. E accompagnato il Cisky verso il passaggio per il Norman.
La domenica d'obbligo rivedere i miei zii, e le mie cugine, a Migiana, in quel di Corciano, col sempre più matto Fausto (lo zio) e Ilario (il nonno, che dalla sua venderanda età sa parlare solo - e male - di politica e bollette). Poi, nel pomeriggio appuntamento alle 17 col Cisky, per vedere lo spettacolo dei miei amici della Compagnia Teatrale, presso la sede del Cut, sopra il Parcheggio Pellini. "Purificati" di Sarah Kane, reinterpretazione del libro del 1998, ultima opera della scrittrice dai toni drark (drama + dark), morta suicida con un laccio l'anno seguente.


Erede autrevole di una linea rosso sangue dela drammaturgia inglese, che affonda le proprie origini nelle elisabettiani e nei giacobiti e che nel ‘900 ha avuto tra i propri fautori un altro autore controverso come Edward Bond, Sarah Kane ha indagato gli abissi del dolore e del desiderio, della speranza e della disperazione, creando un universo teatrale compatto eppure aperto a variazioni e cambiamenti, in cui la cupezza delle relazioni vissute come incubo lascia spazio anche alla lingua delle vittime e concede loro, in tanto strazio, l’opportunità di affermare se stessi. La sua ricerca espressiva utilizza un linguaggio allo stesso tempo minuzioso e visionario, con violente liriche impennate, che sigilla la sua statura di classico della contemporaneità.
Poi, breve sosta a casa Cisky, e cena al ristorante tipico perugino "Dal mi' cocco" (traducibile in italiano come: "Dal mio carissimo amico" - cocco = persona cui si tiene in paniera particolare, protetto, pargoletto). Menù fisso a seconda dei giorni, 10 euro, antipasti, 2 tipi di pasta, carne mista, dolce, vin santo, caffè, acqua (vino "dalmicocco" non so se incluso). Da provare assolutamente.


Il proprietario che parla solo perugino, è il tipico perugino, e di solito veste con camicia a maniche corte color carta zucchero, e fa di tutto per far sentire a proprio agio i clienti, con la sua meravigliosa inflessione dialettale. L'idea del posto è quella di voler ricostruire un ambiente e un'atmosfera come se fosse casa (e cibo) contadino, rustico, tipico perugino appunto; senza tanti fronzoli e chiccherie, la taverna sotto casa, insomma; la casa della nonna. E gli è venuto bene, è un posto abbastanza conosciuto qui a Perugia.
Inoltre, al momento del conto, il proprietario ti dà i cocchi, fac-simile di una cartamoneta dal valore di 1 cocco; con 15 cocchi, c'è un regalo un fiaschetto di vin santo.
Infine, a giocare a Hotel a casa di una delle attrici, una delle due Francesche, a casa sua, con (quasi) tutti gli altri, fra una cavolata e l'altra, anche il gioco della verità tra l'altro, fino alle 5.30. E poi a letto. Serata divertentissima, comunque!

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