Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Pellegrinaggio a Compostela: Santiago ed esoterismo

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Il pellegrino è colui che nell' Europa medievale e moderna, abbandonata la casa, va per la campagna (per agra) con tre principali destinazioni: il Santo Sepolcro a Gerusalemme; la Basilica di San Pietro a Roma; la cattedrale di San Giacomo (Santiago) nella città galiziana di Compostela.

La cattedrale di questa piccola città, nell' estremo occidente della penisola iberica, svolge dunque un ruolo di grande importanza nello scenario mistico e simbolico della Respublica Christiana. E' la terza chiesa per importanza, è sede delle spoglie di un protomartire, San Giacomo, ed è mèta di un percorso - fisico e metafisico - di salvezza più comunemente noto come il cammino di Santiago.

Va ricordato che San Giacomo era fratello di San Giovanni (Evangelista), entrambi figli di Zebedeo, e verrà definito Maggiore, per distinguerlo dall' altro San Giacomo figlio di Zaccheo, detto Minore. Giacomo, Giovanni e Pietro costituivano il gruppo dei prediletti di Gesù, e i due fratelli in particolare erano soprannominati "raggianti" o "tuonanti" per il loro carattere ricco d' impeto e di generosità.

Uno, Pietro, emigrato a Roma, ne sarebbe divenuto il primo Vescovo, fondatore della Sede Apostolica nell' allora capitale dell' impero; il secondo Giovanni, vissuto da anacoreta nell' isola di Patmos, avrebbe scritto il IV Evangelo - segnatamente, il più filosofico - ed un altro importante scritto, fonte per tutta l' escatologia cristiana, cioè l' Apocalisse; il terzo, San Giacomo, era destinato ad essere uno dei primi martiri (fatto decapitare da Erode Agrippa nel 44) ed evangelizzatore della terra iberica, la più ferventemente cristiana e cattolica fino ai nostri giorni (insieme all’Irlanda e all’Italia).

Il culto, da subito sviluppatosi intorno al santo, non potè tuttavia impedire che la memoria dell' allocazione delle sue spoglie andasse perduta nel corso dell' VIII secolo; solo un episodio straordinario consentì di rinvenire le sue reliquie, dando vita al nuovo ciclo di edificazioni santuariali che pervengono fino ai nostri giorni nella forma della attuale cattedrale.

Un eremita, cui la tradizione dà il nome di Pelayo (Pelagio), informa il vescovo della diocesi di Iria Flavia che, a non molta distanza dal suo eremo, precipiterà una pioggia di corpi celesti. Il vescovo, Teodomiro, deve prepararsi con digiuni e orazioni per affrontare la visione di questa località, una caverna, la cui ubicazione era dunque nota al solo monaco Pelayo.

Ivi fu ritrovata un' arca, di fattura quindi protocristiana, il cui contenuto erano i resti di San Giacomo, secondo quanto una voce interiore aveva rivelato al monaco. A seguito di questi avvenimenti il re di Oviedo Alfonso II detto il Casto fece costruire, a custodia dell' arca, una semplice cappella, che avrebbe poi conosciuto numerosi ampliamenti ed abbellimenti, fino all' attuale colosso architettonico.
Non sfuggirà che la denominazione di essa, Compostela, ha dunque una relazione diretta con la leggenda, poiché è la corruzione dell' espressione latina campus stellæ, campo stellato o delle stelle.

La Via Lattea rappresenta il rispecchiamento cosmico del cammino verso Santiago.

Il simbolo della cometa è notissimo nella tradizione cristiana, e riguarda la leggenda della natività di Cristo. Ugualmente, in Massoneria, è ben conosciuto il simbolo della Stella Fiammeggiante, al cui centro campeggia la lettera G. Nell' ambito del ritrovamento delle reliquie di Santiago Apostolo, il Campus Stellæ mostra un significato ambivalente: da un lato è il luogo dove precipitano corpi celesti (meteore), e dall' altro è l' immagine celeste, la Via Lactea, dello stesso percorso del pellegrinaggio. Significato statico il primo, dinamico il secondo.

Un supplemento di leggenda racconta che l' imperatore Carlo Magno, pur informato dal re di Oviedo del ritrovamento straordinario, dell' edificazione di un santuario e della volontà della Chiesa di farne una mèta di pellegrini, non avesse ancora maturato alcuna decisione per rendere sicuro il cammino - visto che nel secolo IX i musulmani controllavano gran parte della penisola iberica - e fu persuaso ad avviare la lotta per la bonifica del cammino proprio dall' Apostolo, apparsogli in sogno.

«Il cammino stellato che hai visto nel cielo significa che devi recarti in Galizia con una grande armata per combattere le perfide genti pagane, liberare la mia via e la mia terra e rendere visita alla mia basilica e al sarcofago. Dopo di te, lì si recheranno tutte le genti cristiane, venendo anche per mare, chiedendo perdono dei peccati e cantando le lodi del Signore, le virtù e i prodigi che operò. E in verità essi vi andranno, dal tuo tempo fino alla fine di questa età presente.»
Il testo riportato deriva da uno dei cinque libri che compongono il codice Callistino, cioè la guida di Aimeryc; il codice, una silloge sul pellegrinaggio verso Compostela voluta da papa Callisto II, e dedicata al patriarca di Gerusalemme, contiene testi di epoche diverse ma grossomodo risalenti al secolo XII.

In queste regioni ultramarine, dunque, il sistema religioso fondamentale è il culto totemico, che altro non vuol dire che adorazione degli idoli. In queste regioni il cristiano è e sarà sempre un culto d' importazione, venuto con i colonizzatori, anche se apparirà ampiamente maggioritario. Tuttavia le terre, i boschi, i corsi d' acqua e le montagne in quei luoghi sono tutte consacrate agli idoli, ed alla religione naturale di cui questi rappresentano i nomi e le forze fondamentali. Ma l' ultima terra cristiana, l' estrema parte di quella estensione di pianeta che l' avvento del Messia ha strappato per sempre agli idoli è il capo di Finisterre, alcuni chilometri più ad ovest di Compostela, dove le teofanie si moltiplicano e gli strati leggendari tendono a sovrapporsi e confondersi, come una potente risacca oceanica.

Suggestive le leggende intorno all' approdo delle spoglie di Santiago sulla costa galiziana: quella degli uomini apostolici, i discepoli di Santiago, che fondarono il clero ispanico; quella della liberazione dei discepoli dal carcere, dove Rea Lupa li aveva gettati, ad opera degli angeli; infine, la leggenda dell' ammansimento dei tori che tirarono il carro con le spoglie fino al luogo del seppellimento.

Una leggenda ancor più grandiosa, quella secondo cui Maria Vergine sarebbe venuta di persona in Galizia e la nave che la trasportava si sarebbe pietrificata sulla riva, va considerata isolatamente dalle altre, in quanto si riferisce all' epoca in cui il santo era ancora vivo e attivo: la Vergine sarebbe venuta proprio per sostenere la sua opera di predicazione e conversione.

Il percorso e le località collegate a San Giacomo sono ricche di rappresentazioni il cui effetto è di fissare e strutturare i vari livelli di racconto leggendario e, in più, di assicurare a Compostela la costante presenza dei simboli principiali della devozione cristiana.
Altri livelli leggendari più antichi, precristiani, sono allusi nei molti aspetti dell' Apostolo (evangelizzatore, primo vescovo d' Iberia, matamoros, cioè combattente per la bonifica del sacro cammino,…).

Il crusmon , il segno che riunisce le lettere greche C e R, più comunemente detto il monogramma di Costantino, rappresenta le prime due lettere del nome di Cristo ed è simbolo di speciale importanza. Viene segnato sulla fronte del candidato durante le ordinazioni sacerdotali, ed è del tutto evidente che svolga tale funzione, in quanto Cristo, il nome che ordinariamente associamo ad un uomo storico chiamato Gesù (Joshua, Giosuè, Youssef), altro non significa che l' unto.
La trasmissione dell' autorità mediante unzione fu adottata prima in campo ecclesiastico, come si è detto, e successivamente anche per il potere laico o civile: in tal modo fu unto, nel Natale dell' anno 800, Carlo Magno, e assunse il titolo di imperatore del Sacro Romano Impero d' Occidente.

Tutto ciò non deve celare, tuttavia, che il simbolismo riferibile alla croce può essere fatto risalire a tempi assai più remoti. Basti pensare al simbolo dei punti cardinali e a quello dei venti, che ci mette direttamente in contatto col simbolo della rosa (la rosa dei venti), che appare pienamente cristianizzato nell' emblema (glifo, o geroglifico) della Rosa + Croce.

Un discorso anche più complesso è quello riguardante il simbolo paleocristiano del pesce, affrontato da Renè Guénòn.

L' AW compare, invece, nella lunetta interna della porta Santa (o del Perdono) della cattedrale di Santiago, in una curiosa inversione (WA) al cui riguardo si possono solo fare ipotesi. Chi è giunto fino al punto di leggerle su quella lunetta ha percorso il cammino per intero, ed è quindi alla fine, all' W. Tutto ciò che da questo momento dovrà fare è tornare indietro, nel mondo, alle occupazioni private da cui era partito: all' A.
Ma un significato un po' meno palese dell' AW sta in questo; che il Messia, affermando di essere l' Alfa e l' Omega, il Principio e la Fine di tutte le cose, afferma anche implicitamente di governare l' universo (da qui il diritto legale che, nel medioevo, viene fatto discendere dall' unzione divina) e di riassorbire in sé tutte le precedenti tradizioni magiche, tutte le pratiche spirituali ancestrali, tutte le fonti sacerdotali.

San Giacomo è presente, con maggior frequenza che in ogni altro, nel vangelo di Marco, dove è citato sette volte. Negli Atti è invece ricordato solo due volte, nell' elenco dei Dodici e nella notizia del suo martirio. Nel vangelo, una delle più significative occorrenze del nome di Giacomo figlio di Zebedeo è nell' episodio della trasfigurazione di Gesù, dove questi si manifesta in Corpo di Luce a Giacomo, Pietro e Giovanni.
La trasfigurazione è una vicenda fra le più misteriose, paragonabile per profondità misterica alla Pentecoste.

«... Apparve una nuvola che li avvolse con la sua ombra, e dalla nuvola si fece sentire una voce: "Questo è il Figlio mio, che io amo. Ascoltatelo!". »
«I discepoli si guardarono subito intorno, ma non videro più nessuno: con loro c' era solo Gesù. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò di non raccontare a nessuno quel che avevano visto, prima che il Figlio dell' uomofosse risorto dai morti. I discepoli ubbidirono a quest' ordine, ma discutevano tra loro che cosa Gesù volesse dire con le parole: "risorgere dai morti".»

La Trasfigurazione è dunque un episodio velato (una nuvola) e lo stesso nembo che scende a velare l'apparizione di Gesù in corpo glorioso - del tutto analogo a quello della Resurrezione.
Ebbene, anche questa appena trattata è un' immagine (tale da ostacolare, mediante il nembo divino, tutte le immagini sensibili che se ne potrebbero trarre) del cammino e delle sue finalità occulte.

Ignoriamo, per un momento, che la storia ha costellato di borghi, città, ostelli e alberghi per pellegrini il cammino di Santiago ed immedesimiamoci, sia pure per un istante, nel pellegrino ideale, che ha una veste sola, niente denaro, un bastone sormontato da una conchiglia. Scopriremo che ciò che egli anela è una folgorazione, una rivelazione invocata dall' Apostolo che ebbe questo ruolo particolare, di migratore e guardia del corpo di Gesù .

D' altronde non era, Giacomo, il "tonante"? Questo attributo, probabilmente canzonatorio, dell' Apostolo è basato su un passo di Luca (9, 51 - 56) dove si dice che lui e suo fratello Giovanni chiesero a Cristo il permesso d' invocare il fuoco celeste per annientare i Samaritani che li avevano respinti; un eccesso di zelo, che il maestro rimproverò, ma che testimonia anche il loro grande amore per lui.
Da questo si desume che, in qualche modo, il potere della folgore doveva essere stato loro promesso, o perlomeno alluso. Qui ci troviamo di fronte ad una manifestazione meteorica alquanto diversa: la folgore, il tuono, la scarica elettrica, secondo antiche tradizioni contadine era accompagnata da una pioggia di pietre. Il fulmine che risveglia l' aria, che la galvanizza, è dunque una delle proprietà insite nell' atmosfera rarefatta di Compostela.

Il crucero è un pilastro sormontato da una croce, reperibile quasi dovunque lungo il cammino di Santiago. Si ricollega alla tradizione magica cristiana di consacrare i crocicchi, con evidente allusione alla potenziale perversità delle biforcazioni, dove secondo tradizioni remote si annida il maligno. I luoghi dove le strade si dividono rendono i viandanti vulnerabili alla tentazione.

E' d' altronde facile, dal simbolo del crocevia, derivare l' onnidirezionalità, le quattro direzioni cardinali di cui la quinta, quella assiale - axis mundi - altro non è che quanto è simboleggiato nel pilastro del crucero, ed è la direzione invisibile e metafisica, la vera fuga dal mondo. A tale proposito, non sarà inutile ricordare che i cruceros hanno, sovente, due facce; su una è di norma raffigurato il Salvatore crocefisso e sul retro la Vergine.
In questo modo viene ripreso il simbolismo di Giano il quale, nella tradizione latina, è bifronte e posto sulla sommità dei portali, al punto che il suo stesso nome designa la porta; e la porta è una uscita, l' inizio di un cammino ulteriore, superiore ma normale al piano terrestre, in quanto rimane in prossimità di questo.
L' asse - crucero designa una fuoriuscita violenta, irresistibile dal mondo; e da questo punto di vista, potrebbe essere un segno che la croce cristiana mitiga, rendendolo lentamente progressivo: mentre il mistico aspira all' uscita verso la quinta direzione, metafisica, Cristo resta l' uomo celeste e terrestre che ha riscattato il mondo dalla sua corruzione.

Del tutto affine per significato è il milladoiro. Si tratta di mucchi di pietre costruiti dai pellegrini che, passando in un certo luogo, vi lanciavano un sasso a testimonianza della propria presenza. Anche i milladoiros sono frequenti, nel paesaggio galiziano.
Esso potrebbe rappresentare un simbolismo connesso alla montagna e al Centro del Mondo. Un passo del “Re del Mondo” di Guénon sembra confermare l' eguaglianza fra crucero e milladoiro: «La pietra che rappresentava l' Omphalos poteva avere la forma di un pilastro, come la pietra di Giacobbe; ma è molto probabile che, presso i popoli celtici, certi menhir avessero questo significato; e gli oracoli venivano dati vicino a simili pietre, come a Delfi, il che si può spiegare col fatto che esse erano considerate la dimora della divinità; la "casa di Dio", del resto, si identifica naturalmente col "Centro del Mondo" . (...) Il cono ricordava la montagna sacra, simbolo del Polo o dell' "Asse del Mondo"»
Appare allora possibile che i milladoiros, localizzazioni sacre nelle civiltà precristiane celtibere, siano stati adottati dai pellegrini cristiani con significato del tutto diverso, pur se non del tutto deprivato del senso profondo collegato ai simboli che qui enumero: asse, occhio, mundus infero, pietra sacra (analoga alla qabbah musulmana), luogo di culto, ara sacrificale, luogo metafisico, centro universale e, perfino, paradiso terrestre, poiché ogni montagna sacra fa allusione all'Eden.

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