Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

A volte ritornano... Elena, Giulietta e Renato, Vaticano, il Bruco Mela, modi di dire, sesso col cane, i ricchi di Prato

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Ci siamo lasciati due settimane fa e di cose ne sono successe un’infinità. A parte il doveroso omaggio al cinquantesimo compleanno di Ricci senior il giorno della festa del papà di cui potete vedere le foto e il video (tra i regali un uovo di Pasqua e un GPS), sabato 22 marzo con Lorenzo siamo stati a Roma a prendere Elena a Fiumicino. Un’alzataccia, ma tra un cappuccino e il pranzo da Spizzico in autostrada ne è valsa la pena. Anche se, essendo il weekend di Pasqua, il traffico non ci ha risparmiato. Ma almeno Elena mi ha riportato il book fotografico che avevo fatto in Cina!

Mentre per Pasqua, dopo la classica colazione uovo-torta di pasqua-vino
benedetti, abbiamo pranzato a Migiana con tutti i parenti, Faustolo compreso, il lunedì di Pasquetta l’ho passato con le amiche della Giola alla Magione.

Mercoledì, invece, altra alzataccia. Tornava Giulietta, sempre a Fiumicino, e a me, al Cisky, e a Elena, ci è toccato di tornare a Fiumicino a prelevarla: tornare con Elena era per lei sconveniente, 190 euro in più il prezzo del biglietto. In compenso l’occasione è stata buona per andare al Vaticano, che mi è sembrato – non me ne vogliano gli ammiratori – noioso. Certo, l’accoglienza nelle braccia del Bernini è stata rituale, ma non ho provato emozioni così forti; e nemmeno a vedere le guardie svizzere. Sarà stata la troppa fila, il posto eccessivamente turistico, la coda infinita per la Cappella Sistina, o il fatto che non abbiamo visitato né i Musei Vaticani, né i Giardini, ma il tutto mi è sembrato stantìo. In compenso, siamo stati alle Poste Vaticane e abbiamo preso un gelato. Tutte le foto
qui. E sembrerebbe che Giulietta si sia dimagrita.
E la sera, mega-concerto al Pala Evangelisti della celeberrima Gianna Nannini, spettacolo intrigante… Bello e impossibile, diciamo. Mi è piaciuto! Anche qui le foto e il video. (biglietto gentilmente offerto da Gianluca, distributore del vino della Gianna nazionale… fa anche il vino…)

Invece, giovedì è toccato a Renato, di nuovo alle 6.30, ma questa volta alla stazione di Perugia. Il mio amico cinese, tornato alla sua città di studio Torino (Facoltà di Economia), è dovuto venire a Perugia per prendere dei documenti ed il diploma alla Stranieri. È venuto con Luca (il cugino cinese che studia Economia a Milano) e Giorgio (che studia a Bologna, e grande
appassionato di Finanza).
Dopo la mattinata in centro, abbiamo pranzato a casa mia, il mio cane Frizzy si è innamorato di Renato (anche lui è un maschio…) (c’è anche il video…).
Il pomeriggio trascorso il Questura è stato surclassato la sera da un convivio al ristorante tipico perugino Dal mi’ cocco, noi quattro, più il Cisky e le immancabili Elena e Giulietta, dopo le dovute presentazioni degli ospiti casa del Cisky.

Li ho ospitati a casa mia per la notte, e il mattino dopo Luca e Giorgio sono ripartiti, non senza essersi risparmiati un giro sul “bruco mela” locale, il Minimetrò, che – devo dire – ha il suo fascino, anche se non mi piace il troppo grigiume del percorso.
Pranzo con Renato al Mac Donald’s e pomeriggio in banca, e poi ad assistere ad una lezione di italiano alla Università per Stranieri, piena zeppa di cinesi e… da morire dal ridere!
La cena di nuovo tutti insieme, Cisky & Co. al ristornate cinese, tanto per cambiare, in via Cortonese, L’Imperiale. E poi discoteca, Lido Village a Ponte San Giovanni, serata sprecata: musica reggae, con pochissima gente e niente divertimento.

Fortuna che il giorno dopo ci siamo svegliati con un succulento pranzo cucinato dalla Giola, e che Renato ha mangiato come un porco. Gli ho fatto conoscere Ilario, il mio vecchio nonno ottantenne, che cercava di circuirlo in stretto dialetto perugino (pensate quanto poteva capire Renato…) del come la parità fra donna e uomo avesse rovinato la società italiana, e del come tutto il mondo fosse in mano al Papa, detentore del potere supremo in terra, e fautore anche della rivolta tibetana in Cina. Mah… Anche questa è saggezza…
Per la sera abbiamo raggiunto casa Cisky, per dirigerci a cena al Pub Joyce per un hamburger, anche con parte della compagnia teatrale della Caro (con David e Michele), seguita da una partita ad Hotel (loro) e una dormita (io) a casa del Cisky.
Intanto progredisce la conoscenza dei proverbi e modi di dire di Renato, che oltre all’ormai classico “Parliamo del più e del meno” (detto da un cinese fa sbellicare) fra i tanti altri ha imparato “Sono pieno come un uovo”, “Magna la merda”, “Non mettere troppa carne sul fuoco”, e su consiglio del vecchio Bruni “Se dà ‘na botta anche tal pesco”.
Dopotutto il Bruni è passato a trovarci a casa Cisky, forse sbronzo, la notte, ma è stato un gran piacere, ricordi gioviali e risate a non finire, oltre che un brindisi col nuovo tè verde (rigorosamente cinese) di Lorenzo.

Tornati alle 3.30 a casa, la sveglia per me e Renato era alle 6.00, per andare a Prato, colonia cinese in Italia, in particolar modo delle manifatture tessili. Preso il treno alle 6.40 eravamo lì alle 8.40, accolti da una carinissima Valentina, cinese di 18 anni, che parlava benissimo italiano, e che ha una ditta di import-export di vestiti, con cifre da capogiro, come tutti lì.
Dopo un giro al centro di Prato, allietato anche da cibo a bevande gratis perché c’era una gara podistica, siamo andati a quello che è il vero cuore della città: il quartiere cinese, tutto cinese, dalla insegne alla gente, ai negozi. Un misto di gente ricca e gente povera.
Quattro chiacchiere a casa di Valentina (Lì Hue in cinese), siamo andati a pranzo – gentilissima lei che ci ha offerto – a mangiare huo guo in un tipico ristorante cinese, specialità shanghainese in base alle quale ti cuoci il cibo che vuoi in una pentola di acqua speziata posta sopra un fornello presente in ogni tavolo.
Certo è che i cinesi di Prato nono sono di Shanghai: la più grande colonia cinese in Italia è quella di Wènzhou, città di emigrati in Italia per eccellenza.
Dopo pranzo, visita alla fabbrica tessile di Valentina: come centinaia di altre nella zona, un capannone per lo spaccio, di rivendita per i grossisti. Se c’è modestia senza nessun fasto in tale fabbrica e nel lavoro, non c’è nelle macchine: lì sono tutti ricchissimi, ed è pieno di Audi, BMW, Mercedes, più o meno lucidate.
Valentina è fortissima, e ha un sorriso bellissimo, oltre che un riso contagioso. È scontenta della sua situazione: è ricchissima, ma i suoi genitori non gli permettono di studiare e di divertirsi, deve solo lavorare, assumersi responsabilità; e lei a 18 anni non ne ha voglia – forse giustamente per i carichi che gli impongono, aggiungo io. Deve e può stare soltanto con la famiglia. Nonostante questo è molto alla mano, ha fatto la scuola di moda ma non l’ha finita (non è nemmeno diplomata), ha studiato 6 mesi lingua italiana a Perugia. È senz’altro, nei modi, italiana. E il bello è che i suoi genitori sono partiti da zero, e in 7 anni hanno costruito l’impero.
Funziona così. Prato è la Prato di oggi, colonia cinese, solo dal 2005; prima ce n’erano ma avevano per lo più negozietti e non erano in tanti. Oggi ne hanno metà e sono tutti sfondi di soldi, fatti grazie alla loro parsimonia, alla manodopera a basso costo, al non pagare le tasse o pagarne poco, ai contatti internazionali. E al loro pensare solo a quello, solo a far soldi. In questi 3 anni l’affitto di un capannone è passato da 2 mila a 7 mila euro.

Lasciata Valentina, che col padre (che non parla italiano) ci ha riaccompagnato alla stazione, Renato è tornato a Torino via Milano, e io a Perugia via Firenze.

Nuovi Video su Youtube!
a Perugia:
- cinesi sul minimetrò
- Renato che fa l'amore col mio cane
- Masticchèmela

a Prato:
- parliamo del più e del meno e sono pieno come un uovo
- magna la merda
- non mettiamo troppa carne sul fuoco

Le azioni più decisive della nostra vita sono il più delle volte azioni avventate, Andrè gide



Ho dei gusti semplicissimi, mi accontento sempre del meglio, Oscar Wilde

Bisogna scegliere per moglie solo una donna che, se fosse un uomo, si sceglierebbe per amico, Joseph Joubert


Sei golosa? Avrai una figlia femmina


Troppa televisione alza la pressione

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