Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Shanghai New Area e moto, Hongzhou fra gondole laghi e templi, ristoranti coreani thailandesi hongkonghesi

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Ho passato momenti magici questi giorni.
Venerdì sono tornato con Giulietta alla Shanghai New Area, dove c'è anche una bellissima pista per gli skateboard, a chiedere 'sto maledetto visto che mi scade domani, e, dopo una fila lunghissima, sono riuscito a fare tutto e lo dovrò andare a prendere venerdì. Devo dire che sono organizzati al massimo: l'insofferente Giulietta per le file, è voluta andare – invece di aspettare – a mangiare, così siamo andati in un Ristorante Coreano lì vicino, buonissimo, piccante e dove abbiamo preso tantissima roba (ho provato la consuetudine di portare via il cibo come fanno qui!); ritornando al palazzo del visto il mio numero era passato, ma il bello è che a differenza dell'Italia qui c'è uno sportello per i numeri arretrati, poiché forse la logica è quella di dire "se uno ha da fare, deve mangiare…"…

La sera prima Renato mi ha fatto guidare la sua macchina per le impervie strade di Shanghai, e la cosa è molto semplice, tutte dritte, un semaforo ogni 200 metri (ma non come da noi che ti ci fermi sotto, qui il semaforo è dall'altra parte dell'incrocio), e quando devi girare a destra la luce rossa non conta.

Dopo il visto Giulietta è valuta andare a comprare dei vestiti e scegli scegli, per essere un tantino più bella, come il desiderio di tutte le ragazze, siamo andati a Raffle City, il mega-centro commerciale fra People's Square e Nanjin Lu, dove – veramente – a forza di vedere vestiti mi faceva male la testa. Fortuna che dopo – dopo l'uscita dal suo lavoro – avevo un appuntamento con Yimei alla stazione della metro di HuangPi. Aveva portato due banane, una per me e una per lei. Lei adora le banane, da Mac Donald's prendere sempre la Banana Pie, la tortina alle mele e il suo animale preferito, se non fosse per la bruttezza, è la scimmia… perché mangia sempre banane. Cena al giapponese con lei, e poi incontro con Renato in un locale-discoteca presso Hongkou Football Stadium, con suo amico Alex (sposato con una ragazza australiana) ed altri amici, con cui abbiamo fatto il giochino per bere, che qui funziona così: tiri i dadi su un posacenere, e se esce 9 bevi tutto e decidi quanto riempire i nuovi bicchieri, se esce 8 bevi metà di quello che è nei bicchieri, se esce 7 riempi metà bicchiere e ritiri i dadi (attenzione! Se ti escono tre 7 di fila bevi tutto), se esce 6 cambia il giro. Tutti gli altri numeri non contano, fanno solo passare il turno. Siccome si beve tanto, la bevanda preferita è tè… o meglio, tantissimo tè con pochissimo alcol… mah!

Per arrivare a questo posto ho scoperto un nuovo mezzo, di cui mi ha parlato Giulietta nel pomeriggio: con Yimei, siamo andati a Hongkou Football Stadium con la moto, perché ci sono motociclisti che chiedono soldi per dare passaggi; e costano, se vai da solo, un po' meno del taxi, ma sono estremamente più veloci negli orari di punta. Noi eravamo in 3 su una moto, qui si può fare, nessuno dice niente e… senza casco ovviamente. L'uomo ci ha chiesto 2 euro a testa per portarci, ma l'emozione è stata unica, di notte, col vento fra i capelli, Yimei dietro, il motociclista pazzo che siccome non c'era traffico non faceva i semafori.


Dopo il localetto, di corsa a casa con Yimei, perché l'indomani (sabato) ci saremmo dovuti svegliare alle 6, per raggiungere Renato col taxi alla stazione alle 7 e andare, noi tre, ad Hangzhou, città che dista 1 ora da Shanghai col treno veloce (circa 5.50 euro a testa) e 2 con quello lento (circa 4 euro a testa). La distanza è all'incirca come Perugia-Firenze. Ho fatto molte foto ed un video.

Arrivati prima di Renato, abbiamo preso due caffè alla macchinetta, che qui vendono in lattina, come la Coca-Cola, un caffè lungo ma energico. Siccome il treno "lento" era pieno alle 8, abbiamo preso quello "veloce" delle 9.30 per essere – tra una cosa e l'altra – ad Hangzhou alle 11. I treni sono belli e, spesso, pieni (conviene comprare il biglietto in anticipo). Non c'è controllore perché prima di imbarcarsi a raggiungere la sala d'aspetto c'è il controllo biglietti (i binari non sono "aperti" come in Italia) e un inutile controllo bagagli come in aeroporto, una macchina in cui far passare le borse, ma senza metal detector per il corpo (come dire: dentro la borsa non portare niente, ma se hai una pistola con te puoi passare); tuttavia, spesso i guardiani della macchina per le borse stanno seduti e guardano senza dire niente, vedi molti cinesi passare senza controllo, e puoi vedere anche i guardiani davanti allo schermo dormire. Sul treno c'è il ristorante, anche per un'ora di viaggio.

Arrivati ad Hangzhou, ci sono varie uscite, tutte con la fila, e noi abbiamo preso quella per i taxi: una bolgia infernale, fila lunghissima di taxi e di persone, con i guardiani che come al luna park facevano entrare (o meglio, uscire) 4-5 persone per volta. Preso il taxi ci siamo diretti all'albergo dove avremo alloggiato la notte io ed Yimei, poiché Renato sarebbe tornato a Shanghai per il pranzo della sua ex-compagna di classe che domenica prossima si sposa, e sono invitato anch'io. L'albergo ci era stato gentilmente prenotato da Lucia, un'amica 35enne di Renato, sposata con un cinese ricchissimo (hanno varie case per il mondo, tra cui anche Canada) che commercia con l'Italia, con Alessandria. L'albergo era una struttura normalissima, un tre stelle occidentale diciamo, in cui una doppia per una notte è costata 26 euro. La cosa strana è che qui, anche negli alberghi, quando arrivi bisogna dare la caparra, 30 euro, per cose che eventualmente rompi, o se non paghi. Fatto sta che il giorno dopo, alla fin dei conti mi hanno stornato i 26 euro da quei 30 e mi son ritrovato con 4 euro in più del giorno prima. Siccome non avevo un documento, è stata Yimei a firmare.

A pranzo – 12.30-1 circa – siamo andati con Lucia in un ristorante extra-lusso di Hangzhou (gentilmente offerto da lei) di un albergo cinque stelle con buffet scoppia-trippa, che andava da pasta italiana a quella cinese, pane, cibi cotti al vapore, salse di ogni specie, cucina giapponese, salmone freschissimo, formaggi, ostriche e altri pesci, affettati, dolci di ogni tipo, frutta esotica, gelato, carni di tutte le specie, un'infinità di roba. Renato ha regalato a Lucia lenticchie umbre e un salume piccate calabrese.

Andare a Hangzhou significa vedere il suo meraviglioso lago, immerso in una meravigliosa foschia di questi tempi, con un raggiante sole in estate, o con spettacolari fiori da cartolina a marzo. E significa anche farsi un giro nelle "gondole" di legno di questo lago, 5 persone = 16 euro 1 ora o 30 euro 2 ore, con tipici vogatori cinesi, che ti portano in una nuova atmosfera. Siccome eravamo in tre, abbiamo scelto la formula 8 euro noi, e 8 euro due ragazze sconosciute che si sono imbarcate con noi. Scesi, impossibile non vedere la passeggiata costellata di tempietti e negozietti, tra un pop corn dolce e frutta caramellata, e peach… e, perché no?, un giro nelle sgangherate e piccolissime biciclette locali per 2 euro.

Poi taxi-pullman (una specie di macchina per una decina di persone) che per 50 centesimi ti portava nel mercato per turisti locale, dove ho fatto un po' di spesucce e – soprattutto – dove siamo andati a mangiare in un fast food cinese tipico, in cui al posto dl panino c'erano ravioli al vapore o carne, e al posto della Coca-Cola latte e succo di cocco. Dopo ciò, taxi per accompagnare Renato alla stazione e portare a me ed Yimei in albergo.


Siamo usciti poco prima dell'orario per lasciare la stanza, le 12, e, fatta una passeggiata per le strade della città, di nuovo Mac Donald's, fra tortine alla banana e caffè, che abbiamo anche preso "take away", i momenti sono stati bellissimi. Poi, alla volta dell'immenso parco, ricchissimo di templi e statue buddiste, mendicanti a tutte le ore, laghetti, rocce, rami, monaci buddisti come turisti. Anche questo indimenticabile, e la compagnia di Yimei è stata p i a c e v o l i s s i m a.

Ci siamo diretti alla stazione verso le 18, su consiglio di Renato (l'ultimo treno per Shanghai era alle 20.30 ma il fine settimana è sempre pieno per via del week-end), con un autobus stranissimo, forse per turisti, con panche di legno al posto dei sedili. Comunque, come preventivato da Renato, il treno non c'era. C'era il pullman delle gite classico, 6 euro e 2,5 ore di viaggio…

In Shanghai Ristorante Thailandese Coconut Paradise (Fumin Road per chi volesse andarci) con Yimei, a dir poco eccezionale, atmosfera fantastica, piatti favolosi, mi aspettavo tanto piccante (seppur mi piaccia) e invece no: riso, carne, uovo, bevande, era tutto perfetto (in 21 euro in due). E alle 23 incontro al Windows con Renato, Alex, un'amica di Renato, gli amici di Yimei (tre ragazzi coreani e quattro ragazze cinesi, tra cui la sua migliore amica Melody, moooolto carina). Abbiamo ballato allo sfinimento. C'era un coreano che beveva gin a tutto spiano. Dopotutto Windows è famoso per i prezzi bassi, tra cui 1 euro per la birra e 1,5 euro per un bicchiere di Baileys.

Ancora: tutti insieme la notte ad un ristorante con cucina hongkonghese, non facciamo altro che mangiare, ma si smaltisce tutto bene… anzi, da quando sono qui sono dimagrito: sarò il movimento o la leggerezza dei cibi, ma mi sto innamorando di questa cucina, a metà fra un tè caldo e un pasto coi bastoncini. Infine, a letto, Yimei lavora stamattina, e non riusciva ad aprire gli occhi e… è partita senza una doccia perché nel mio appartamento la doccia non va a gas, bisogna aspettare un po' prima che l'acqua diventi calda. Ahhh… adesso tocca a me una doccia!

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