Prima di andare da Giulietta per la cena del Capodanno, mi sono fatto un giro a People's Square, Piazza del Popolo, lo snodo principale della città, e la cui stazione della metrò è immensa, comprensiva anche di centro commerciale a tutti gli effetti. Siccome andare a cena a mani vuote non è educato, e qui è quasi d'obbligo portare qualcosa, ho comprato due bottiglie di vino e dei dolci/pasticcini; l'appuntamento era alle 16.50, tant'è che mi sono incontrato con Yè e la sua sorellina di 7 anni per andare subito al ristorante. È così. Si inizia a cenare alle 5-5.30, o 6-6.30 se uno lavora.
È stata la cena più buona in assoluto finora, eccezionale, consumata con la quindicina di parenti di Giulietta, mamma, marito di lei (sua mamma si è risposata; per questo hanno "scavalcato" la politica del figlio unico e Giulietta ha una sorella), zii vari, cugini tra cui una ragazza carinissima, nonni. Allestimento su due tavoli rotondi da 8 persone l'uno. La consuetudine primaria appena seduti è quella di scambiarsi le fatidiche bustine rosse, con sopra le scritte di augurio in cinese (lunga vita, fortuna, soldi, buon lavoro,…) e dentro di solito 100 yuan (10 euro): tale regalo, come già detto, è d'obbligo farlo alle persone che non lavorano. Fatto sta che io ho regalato due bustine, una a Giulietta e sua sorella (le uniche due persone che non lavoravano in tutta la tavolata oltre a me), per riceverne tre dalle tre famiglie presenti. In genere possono essere accompagnate da una "ricevuta" che attesti il numero della banconota all'interno, per maggiori auspici.
Da notare che, siccome ad entrare è l'anno del topo, la città è tappezzata di topolini rossi e rosa in tutta la città, statuite, cartelloni, ecc.; ovviamente, il capitalismo fa a sua e al speculazione maggiore è sull'abbinamento Anno del Topo-Mickey Mouse della Walt Disney: gadget a non finire di Topolino con scritte di buon augurio.
L'eccezionalità della cena è impossibile da descrivere, accompagnata da vino, vino cinese, succo di cocco, grappa e caciara a non finire. Siccome ero l'ospite italiano, hanno voluto tutti fare un brindisi con me, quindi ne sono uscito malconcio (!); e i brindisi sono eccezionali perché: 1) se accompagnati da una frase di augurio, bisogna bere tutto il contenuto del bicchiere 2) altrimenti, è chi propone il brindisi che decide quanto ne devi bere, di solito tutto, oppure metà 3) però è possibile fare brindisi anche con cose non alcoliche (tipo il succo). Poi c'è un'altra particolarità: oltre le proposte del singolo (vicino di posto, mamma di Giulietta, zii vari,..), c'è il brindisi "per anzianità"; ad un momento della cena, il nonno o comunque una delle persone più vecchie propone il brindisi ai giovani; dopo un po' sono i giovani che devono proporre un brindisi, a tutti questa volta, a cominciare dai vecchi e poi a scalare fino ai bambini. Ed è divertentissimo.
I cinesi lo reggono un po' più dei giapponesi l'alcol, anche se la gradazione delle loro bevande non è mai altissima, ma ad ogni modo è facile vederli dopo un po' brilli; in particolare c'era una zia di Giulietta che ho soprannominato con il beneplacito di tutti "zia mela", perché già dopo il secondo bicchierino era rossa come un peperone ( e faceva finta di niente!) ed in particolare le gote erano violacee.
Siccome questa cena era gentilmente offerta dalla famiglia, ho proposto di farne un'altra con tutti e pagare io, ma non hanno voluto; però la promessa che mi ha fatto fare lo zio di Giulietta è stata – quasi sottoscritta – che quando fra qualche anno "avrò un buon lavoro e guadagnerò tanto" inviterò tutti in Italia ed offrirò io.
Alla fine della cena, con Giulietta, sua cugina, suo cugino, siamo andati a casa della zia, piccolina ma confortevole. Perlomeno in estate: in Cina non esiste il riscaldamento, nessuna casa privata lo ha e solo i più ricchi, i negozi di tutti i tipi, ovviamente posti pubblici e/o aperti al pubblico hanno i condizionatori con l'aria calda (anche il mio appartamento). Non esiste il nostro termosifone, al massimo qualche stufetta o, ancora, la borsa dell'acqua calda da mettere sulla pancia. Nelle case cinesi, appena si entra si mettono le buste ai piedi per non sporcare. Nella casa della zia di Giulietta c'era un pollo appeso fuori dalla finestra… mah! Però c'era anche un cagnolino, yorkshire bianco con orecchie arancioni (tinte dalla zia pazza) e cappottino celeste, che sapeva stare in piedi su due zampe!
Per il Capodanno non c'erano carri, festoni e colori come mi aspettavo (un po' di delusione?) ma la città è scoppiata: prima dell'ora x il traffico era in tilt, c'è stata una bolgia infernale, la città ha tremato, e tutta la notte è stata come se fosse stato giorno; fuochi d'artificio in continuazione, senza cessare un secondo, fuochi d'artificio che continuano anche adesso, sebbene siano quasi le una del giorno, tant'è che non si riesce a dormire. Con Giulietta e sua cugina abbiamo fatto anche una punta al mitico Bon Bon.
Qui, le ambulanze non accendono mai le sirene, nemmeno con le urgenze: mi è stato detto che non lo fanno perché altrimenti ci sarebbe, tra il traffico e tutto, troppo rumore. Accendono semplicemente il lampeggiante e passano; in effetti, così ne ho viste molte, con la sirena ne ho sentita solo una.
La festa durerà 5 giorni.
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