Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Rat e unghie, The Bund, St. Valentine's Day, aperitivi e Babyface

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Siamo in pieno Anno del Topo, il mio, che viene tradotto in cinese – e dunque anche in inglese – come lo squallido Rat ("ratto", non topo di per sé: evidentemente qui di topolini non ne esistono, ma vi sono solo pantegane). Non è raro, visto che l'aria si è un attimino riscaldata, trovare in giro signore a spasso col cane o al mercato con i famosi pigiamoni di flanella, quelli con cui stanno nel soggiorno di casa. Gli stessi con cui escono senza vergognarsi, pesanti ed orrendi vestiti, di solito rossi con motivi floreali.


Un'altra usanza tipica per l'uomo medio di mezza età è l'unghia del mignolo lunga, di moda, e soprattutto con un'utilità: non è raro vedere taxisti – o anche persone a tavola, che poi si puliscono sulla tovaglia dove si mangia – usarla come scarnificatore a spatola per togliere tutto il "male del mondo" che sta dentro al naso, una sorta di escavatore naturale per lubrificare l'orifizio nasale.


Un'errata corrige: il fatto che per i cinesi l'uso de fazzoletto sia considerata maleducazione è una leggenda metropolitana, una credenza occidentale (o, forse, solo italiana), dettata dal fatto che immaginiamo cinesi e giapponesi con la mascherina. In realtà non la portano per lo smog, ma proprio per il raffreddore. Allo steso tempo, però, mentre i giapponesi sono quelli che temono l'uso del fazzoletto, i cinesi no. Qui, insomma, lo si può usare tranquillamente; come confermato dai miei amici e da altri.


Stamattina appena dopo le 13, sono andato ad incontrare Giulietta a The Bund, una delle aree più turistiche e moderne, con la famosa Tower a tre palle (l'ultima è un ristorante girevole). Questo periodo Giulietta è innamorata, ed è scappata subito a casa, era con la sua sorellina; la zona di The Bund è costeggiata da un bel parco, dove tra l'altro oggi c'erano degli sposi in posa per le foto. È spuntato il sole oggi, e l'atmosfera era fantastica: raggi che riflettevano negli alti e luminescenti palazzi e grattacieli di vetro, una sorta di città post-moderna in perenne movimento (il settore edilizio è costantemente dinamico, gli edifici spuntano come funghi da una settimana all'altra). Lasciata Giulietta solito giretto a People's Square e nella sua metropolitana, immensa, e al cui interno il centro commerciale (cioè, un mega-centro commerciale all'interno della metro) è sempre pieno di gente; solito giretto anche a Nanjin Lu, con pranzo (alle 17) al Mac, dove c'era uno che mi voleva fare un ritratto… a pagamento, ovvio. Mah…


In realtà oggi è San Valentino, nel senso che i fidanzati lo festeggiano non il 14, ma il 13 sera, per poi sbizzarrirsi la notte. Il S. Valentine's Day è un giorno molto sentito dai cinesi, moooolto più che da noi: oltre la corsa ai regali e la cena, anche chi non ha una fidanzata fa di tutto per trovarla per un sol giorno; cerca un'amica single e gli chiede di passare questa festa insieme a lui, con tanto di regalo (anche se senza impegno sessuale).


Tornato a casa, mi sono cambiato per andare con Elena dalle parti di Xintiandi per l'aperitivo e buffet da M&J, dove ho incontrato il mio amico Nico, e conosciuto la simpaticissima Giusy, insegnante di italiano (saltuariamente) qui. Dopo allo Sugar, presso The Collection, il locale chic dell'altra volta, dove c'era musica e una festa di compleanno; non mancavano neppure ragazze carine. Tornati a casa Elena e Nico, mi sono recato a Babyface, da sballo! Ci andrò tutte le sere, dopo mezzanotte (si entra gratis): lo farò mio.

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