Finalmente è arrivata Elena! La coppia Giulietta-Elena si è riformata! Ieri ho incontrato alle 4.30, per un mio sfizio, un italiano; Nico Florio alloggia in un albergo di People's Square, visto che ha scelto di venire a lavorare qui per sei mesi tramite l'azienda tedesca per cui lavora. Abbiamo fatto un giro insieme, poi siamo andati da Starbuck's per un caffè. Di sicuro, visto che l'appuntamento al Mural di ieri notte è saltato, ci rivedremo presto per una discoteca, visto che Renato, Giulietta ed Elena sono talvolta restii fare tardi.
Ad ogni modo, mi sono poi incontrato con Giulietta alle 8 per andare alla fermata della metro numero 8 Hongkou Football Stadium (sì, c'è anche lo stadio), scendere, mangiare qualcosa da KFC e raggiungere Elena, che non avevo ancora incontrato, alla sala giochi. Insieme, noi tre, più due cugini di Elena ci siamo fatti qualche partitina a snoke, per poi salire al piano superiore nella saletta da karaoke. Mi sono innamorato follemente di una canzone, che – conoscendo il testo – fa piangere: c'è di mezzo, come al solito, l'amore e la morte. Di tal guisa è Tong Hua di Guang Liang, meravigliosa!Aspettando Giulietta prima delle 8 mi son visto una scena indimenticabile: all'interno di un centro commerciale c'era una suonatrice di arpa, abito rosso tipico cinese, incantevole, e, al suo fianco, un vecchio che scriveva su cartoncino delle frasi di buon augurio per la Festa di Primavera, con pennello e caratteri cinesi tradizionali. C'è proprio un'arte, e una materia scolastica, che insegnano a scrivere a tratti, poiché ogni kanji, in realtà è l'unione di tratti non dello stesso spessore ma che hanno un inizio e una fine, tratti più o meno sottili, punte.
Parlando di cellulari, qui mandare un messaggio costa solo 1 centesimo di un centesimo di euro (0,0001 euro), mentre una chiamata si assesta all'incirca sui 13 centesimi al minuto. È impossibile fare lo squillino come da noi. Quando si chiama non c'è il classico trillo, ma tutti i telefoni hanno una canzone che sia avvia mentre si aspetta che l'altro risponda.
Qui, le lenti a contatto si tendono a portare il meno possibile: per questo lo stereotipo cinese è con gli occhiali; si pensa che le lenti a contatto (e in effetti è così) intorpidiscano la vista, e non lascino respirare l'occhio); non è raro, così, vedere cinesi che non portano nulla sebbene non vedano granché e, caso ancor più frequente, cinesi sia con lenti a contatto a bassa gradazione, e, insieme occhiali (anche Renato!).
Oggi alle 12 avevo un appuntamento combinato dalla famiglia di Renato con una ragazza cinese che parlava bene l'inglese (strano, i cinesi, ripeto, lo parlano malissimo – se lo parlano); lei lavora in un negozio dell'aeroporto di Shanghai, non il principale, il più grande, ma quello per i voli domestici. Non bellissima, ma veramente simpatica; abbiamo parlato di tutto un po', camminato molto, e soprattutto riso molto; scoprendo la stessa passione per manga e cartoons (lei è appassionata anche di videogiochi e cinema): voglio senz'altro rivederla. Il suo nickname è KK.
Alle 5.30 mi è venuta a prendere Elena con la sua famiglia per andare al matrimonio di suo cugino. Non solo i posto era magnifico, ma se io mi sposerò lo farò come fanno in Cina. All'arrivo foto alla svelta con tutti i familiari (niente cerimonia in Chiesa, qui il matrimonio è un contratto, solo una firma coi testimoni, niente invitati, ed è possibile stipularlo anche prima; la coppia di oggi lo aveva fatto addirittura un anno fa!), con sfondo di raso bianco e banchetto di accoglienza per le firme di presenza. Al mio arrivo ho consegnato i fiori che avevo portato loro come regalo, accompagnati dall'augurio classico di "Felice Matrimonio, felici cose" (gong xì). Poi ingresso nella sala da pranzo, coi soliti tavoli girevoli per una decina di persone, ben apparecchiati, stile elegante color rosso, con "bomboniera" di Ferrero Rocher e anche sigarette Chunghwa ("Cina"), le più costose, e che il padre di Xia Jie (Elena), ha regalato a me: di solito qui le sigarette si attestano sui 50 centesimi, ma questa marca speciale costa tantissimo (6 euro). Tutta la cerimonia si svolge nella sala del ristorante, con circa 200 invitati.
1) All'ingresso in sala iniziano le canzoni di augurio in cinese, cantate da uno speaker, mentre gli sposi entrano attraverso un tappeto rosso e un arco floreale posizionato in sala. Vengono portati gli anelli, che si scambiano su un palco "degli sposi" illuminato da un riflettore. C'è poi il bacio, a luce spente, illuminato dalla luce del riflettore, mentre si fanno uscire bolle di sapone sugli sposi. L'atmosfera è fantastica, commovente, ho pianto per due perfetti sconosciuti. Il vestito, per questa prima parte è tradizionalmente bianco, su modello italiano ma senza strascico.
2) Inizia la cena. Gli sposi passano, come di consuetudine, a ritirare una rosa rossa per ogni tavolo, e farne un mazzo di buon augurio. Dopo un po' la sposa va a cambiare vestito. Gli sposi cantano delle canzoni di buon augurio e di amore. Il dolce non è tagliato come da noi alla fine, ma a metà cena; viene servito comunque alla fine, ed è la nostra stessa tipologia (panna e pan di spagna).
3) Quasi alla fine della cena lo sposo fa i ringraziamenti, e poi c'è il lancio del bouquet della sposa dal tappeto rosso di prima, dietro al quale si devono posizionare per acchiapparlo tutti i ragazzi (me compreso!) non sposati. Fortunatamente, non mi è capitato. Chi prende il bouquet, è poi obbligato a fare un discorso sul palchetto degli sposi. Il brindisi degli sposi viene fatto a luci basse e a calici incrociati; poi la sposa cambia di nuovo vestito, per i saluti finali, girando per i tavoli e facendo un brindisi per ogni tavolo.
Alcune curiosità: in genere i cinesi servono di cibo e di vino gli ospiti (come il mio caso), ma non fra di loro; io che ho tirato giù delle cose nel piatto di Elena per gentilezza, sono stato scambiato per il suo fidanzato, perché così si fa solo fra innamorati. È confermato il fatto che i cinesi sono timidissimi, soprattutto le ragazze, ma che non hanno remore nello scegliere i ragazzi ricchi: qui non conta il fidanzamento, non ci si fidanza e poi ci si lascia come da noi, ma si sceglie l'uomo della propria vita (da fidanzato a sposo) in base al trinomio bellezza-ricchezza-proprietà di un'auto e una casa. Non interessano le storielle passeggere, al limite solo fra i giovanissimi.
I cinesi parlano poco non solo per la timidezza, ma anche per il fatto che esprimono concetti complessi in poche parole: se un italiano per esprimere un'idea impiega 20 parole, al cinese ne bastano 2. E la nostra Perugia, in cinese, si chiama Peruga!
Cena stil classico: tavolo girevole, bastoncini, servizio in comunità. In particolare ho assaggiato due piatti nuovi: carne di squalo (ottima) e tartaruga in brodo (non granché). Il dolce finale è stato servito a "pezzo unico" per tavolo e poi ognuno se l'è dovuto servire con i propri bastoncini: in pratica un intingolo di panna e saliva altrui!
La cena è comunque durata poco rispetto a noi: dalle 18.30 alle 21, poi ognuno per i fatti suoi. Con Elena, abbiamo raggiunto Renato e una sua mica (non bellissima, ma intrigante) al Mac Donald's di Wojiaochang (Piazza delle Cinque Stelle), per provare ad andare in una simil-discoteca, cui son voluti rifuggire per il troppo rumore, e poi dirigerci per breve tempo a casa mia. Buonanotte.
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