Il testo di Guenon lo trovate qua.
Questo testo di Guenon fa capire subito quali sono le ramificazioni pseudo-tradizionali o anti-tradizionali presenti: in particolare gli aspetti che riguardano le influenze moderniste in India (Rabindra Nath Tagore, Dayananda Saraswati e la Società Ariana, Seth Bai e i collegamenti con la Blavatski) dove il protestantesimo ha avuto una grande influenza (pietismo); Barlett e la Società Teosofica (anche se tanta importanza è stata alla Hermetic Brotherhood of Luxor perchè Guenon ne è stato uno dei fondatori); il mormonismo; spiritismo, sciamanesimo, feticismo che vanno a toccare solo i livelli più bassi; nè tantomeno la psicologia o lo yoga inteso nella concezione occidentale di esercizi fisici.
Questo testo di Guenon fa capire subito quali sono le ramificazioni pseudo-tradizionali o anti-tradizionali presenti: in particolare gli aspetti che riguardano le influenze moderniste in India (Rabindra Nath Tagore, Dayananda Saraswati e la Società Ariana, Seth Bai e i collegamenti con la Blavatski) dove il protestantesimo ha avuto una grande influenza (pietismo); Barlett e la Società Teosofica (anche se tanta importanza è stata alla Hermetic Brotherhood of Luxor perchè Guenon ne è stato uno dei fondatori); il mormonismo; spiritismo, sciamanesimo, feticismo che vanno a toccare solo i livelli più bassi; nè tantomeno la psicologia o lo yoga inteso nella concezione occidentale di esercizi fisici.
A tal proposito Guenon, mutuando Eleusi, parla di “caduta nel pantano”, di coloro che, pur non essendo qualificati, pretendono di essere iniziati e per imprudenza cadono nell’inferiore senza poter essere rialzati.
Per quanto riguarda il Jainismo, Guenon ne parla come una deviazione del Buddismo. In realtà questo ha una teologia propria ben definita, ed assai diversa dal quella del Budda.
- ogni forma tradizionale particolare è un adattamento della Tradizione primordiale;
- egli riconosce come tradizionale l'iniziazione all'interno dei monasteri ed è supportato dalla convinzione di Evola che nell'ordine cistercense ci fosse "qualcosa di positivo";
- allo stesso modo attribuisce agli "esercizi spirituali" di Ignazio di Loyola (e immagino che si siano divulgati fra i gesuiti) un carattere esclusivamente religioso.
Ma la conoscenza di Guenon sul cristianesimo è limitata: gli esercizi di cui parla Guenon sono un testo validissimo per chi segue la via del cristianesimo esoterico.
Pensiamo ad esempio, alla via iniziatica intrapresa da Kircher.
Per quanto riguarda un altro grande gesuita, Matteo Ricci, in questo caso non si tratta di via iniziatica, ma di una via molto simile al sincretismo religioso.
- riafferma la natura antitradizionale del protestantesimo.
Ma anche qui ci sono da fare dei distinguo: il protestantesimo è antitradizionale, ma non per quanto riguarda il luteranesimo e l’anglicanesimo;
- è inutile possedere le formule e i riti di un Ordine Tradizionale e recitarli o ripeterli senza appartenere ed essere vivificati dall'influenza spirituale dell'iniziazione che quell'Ordine ha trasmesso;
- Guenon vede la mentalità moderna come il prodotto di una vasta ed abile suggestione collettiva. Arriverà il momento, dice, dove lo stato di disequilibrio e disordine che ne consegue sarà così forte che alcuni inizieranno ad accorgersene, anche se queste persone non avranno la capacità di trovare i giusti “mezzi di riequilibrio”, Guenon intendendo con essi, gli Ordini tradizionali.
Ciò porta ad una visione del mondo tradizionalista e non tradizionale, cioè che si ferma ad un livello umano e non considera l’elemento indispensabile sovraumano.
La reazione tradizionalista sarebbe innocua se rimane inefficacemente nel dominio umano, ma diventa “satanica” quando la reazione va emulare la Tradizione contraffacendola e instillando uno spirito di negazione e rovesciamento nell’ordine di natura tradizionale.
Il problema, in sostanza, è quando il disordine appare come falso ordine: infatti, mentre gli effetti della pseudo-iniziazione (che è una “parodia”, un ingranaggio meccanico dove lo spirito è assente) sono nulli, quelli della contro-iniziazione pretendono di opporsi a quelli della vera iniziazione e diventano così negativi;
- In base a ciò: i riti sacri esoterici non si possono simulare impunemente; la pseudo-iniziazione può essere una delle forme in cui si manifesta la contro-iniziazione;
- Una pseudo-iniziazione può contraffare la tradizione attraverso il sincretismo di differenti elementi validi per uno o più Ordini, e creando ad hoc idee direttrici (spesso create da capi-scuola) per giustificarne la presenza simultanee; tale idee direttrici non hanno ovviamente nulla di tradizionale.
A tal proposito Guenon parla dei Società Teosofica che riprende elementi dalla tradizione orientale, degli pesudo-rosacruciani (e della presenza di una Gran Loggia Bianca), e di “occultisti francesi” per quella occidentale (intendendo con questi: Elifas Levi , Papus,la Chiesa Gnostica);
- La contro-iniziazione, dunque, non è una simmetria in senso inverso dell’iniziazione tradizionale, non divide con essa la supremazia, non c’è, in sostanza, una dualità fra alto e basso.
Essa è invece una iniziazione snaturata, alterata, troncata: paradossalmente non è affatto indipendente, perchè nulla può opporsi all’autorità divina suprema, altrimenti non sarebbe tale.
In una certa misura, quindi, anche i contro-inziati sono “strumenti” della realizzazione del piano divino nel mondo umano.
“Satana è la scimmia di Dio” e non i contro-iniziati non possono attingere alla fonte spirituale suprema (l’influenza è psichica e non più spirituale).
- L’animismo può avere un senso accettabile, ma se inteso correttamente: il mondo corporeo non è nè sufficiente a sè stesso, nè disgiunto dalle altre forme della manifestazione universale; con gli elementi sottili psichici (greco, psikè)/animici di cui si può parlare nell’animismo, si intende che ad ogni esistenza corporea corrisponde uno spirito vitale. In definitiva, se inteso in questo modo, non corrisponde che ad un piccolo punto di ogni dottrina tradizionale;
- Se è vero che nella manifestazione vi è un allontanamento graduale dal principio sino ad una materializzazione massima (kali yuga attuale docet), è anche vero che il raggiungimento completo di tale tendenza è uno stato irrealizzabile, perchè per completare questo processo sarebbe necessario che l’uomo perdesse “le facoltà che gli permetterebbero di oltrepassare i limiti del mondo sensibile”, che per quanto possano essere limitate, non possono essere annullate.
Anzi, tale solidificazione più si tende a completare più diviene precaria e nulla può impedire quelle che Guenon chiama “fenditure” che vanno a rompere la materialità e l’illusorietà della vita ordinaria.
L'allontanamento graduale dal principio comporta una progressiva materializzazione, e ciò è particolarmente evidente nella nostra epoca. Tale materializzazione non potrà però mai essere massima, poichè ciò che non potrà essere annullato è il principio vitale e spirituale dell'uomo e la mediazione di un'anima immortale, che contengono in potenza le facoltà che permettono la reintegrazione dell'uomo;
- “se i principi dell'iniziazione sono immutabili, la loro rappresentazione simbolica può e deve tuttavia variare in modo di adattarsi alle condizioni molteplici e relative dell'esistenza, condizioni la cui diversità fa sì che, matematicamente, non ci possano essere due cose identiche in tutto l'universo, perché, se esse fossero veramente identiche in tutto e per tutto, o, in altri termini, se fossero perfettamente coincidenti in tutta la loro estensione, evidentemente non potrebbero essere due cose distinte, bensì una sola e medesima cosa”;
- la dottrina manichea non si può definire solo dualistica, è molto di più: “Ahriman non è affatto "l'eterno nemico" di Ormuzd, e non è sufficiente dire che "egli dev'essere un giorno definitivamente vinto"; egli dev'essere riconciliato nell'unità del Principio supremo, chiamato Akarana;
- principi d'ordine differente possono, per una sorta di riflesso, ricevere un'espressione in un grado determinato dell'esistenza, tanto che non sarà fra i termini della dualità primitiva che vi sarà conflitto, ma solo fra quelli della dualità riflessa (Filebo);
È quello che si dice nel Filebo in termini di conflittualità duale nel mondo manifestato, ma anche quanto si dice nel Timeo in termini di diversi livelli di creazione della manifestazione: ogni aggiuntivo creato da "un dio che ha questo compito e funzione" si perde sempre più la perfezione originaria. Questo comporta che la dualità primitiva sarà sempre più imperfetta e con un grado di conflittualità maggiore.
- importanza delle forze attrativa ed espansiva (paragonabili al solve et coagula): sono sempre d ovunque simultaneamente presenti ed agenti, non c’è un prediminio di una sull’altra, formano un ciclo completo, essendo l’espressione simbolica di una concatenazione logica e causale (ciò vale anche per il “grande anno”);
l'abbassamento della temperatura traduce una tendenza alla differenziazione, di cui la solidificazione segna l'ultimo grado, il ritorno all'indifferenziazione dovrà, nello stesso ordine d'esistenza, effettuarsi correlativamente, ed in senso inverso, attraverso un'elevazione di temperatura”.
“L'equilibrio relativo è necessario per mantenere la differenziazione” (si veda il Timeo di Platone).
- Giano: una delle interpretazioni delle facce riguarda passato e futuro, più una terza faccia invisibile perché il presente, nella manifestazione temporale, non è che un istante inavvertibile; un’altra la compara la Rebis degli ermetisti. Ma è interessante anche l’interpretazione di cui parla Guenon Guenon sulle due vie della mano destra e della mano sinistra (Hesed e Din).
Chiave e Scettro rappresentano potere sacerdotale e regale;
- la compresenza delle due funzioni, quella sacerdotale e regale, secondo l’ordine di Melchissedec, è superiore alla presenza di solo una delle due. Anche Abramo riconosce tale superiorità;
- La materia non è un principio passivo, ma è un principio attivo quanto lo spirito.
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