Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Riflessioni su Iran e petroeuro

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Da un po' di tempo il Presidente degli Stati Uniti d'America,
coadiuvato dal suo Segretario di Stato e dal Ministro della Difesa americani, parlano incessantemente dei pericoli che rappresenterebbe l'Iran quale destabilizzatore medio-orientale al pari dei palestinesi e degli arabi in generale!

Esuli da questo discorso sono ovviamente i Paesi amici, che seppur con una componente umana anch'essa araba forniscono petrolio agli USA (Arabia Saudita), appoggio (Egitto), e incessanti finanziamenti nonché un po' di pura ideologia (Israele).

Il problema non e' tanto l'essere amici o meno degli USA, quanto il capire perché Ahmandinejad, Presidente iraniano, sia sotto il mirino degli americani, ed i conseguenza dei media.

Si tratta della semplicistica ragione che sta arricchendo uranio per le atomiche? Suvvia, non prendiamoci in giro.
Si tratta per semplice e pura retorica ideologica? Nemmeno.

Sappiamo benissimo che in Iraq armi di distruzione di massa non sono state trovate, e a suo tempo, prima della guerra, sia Blix, sia El Baradei, per mezzo dell'AIEA e dell'ONU avevano avvertito Bush che Hussein era pulito... ma per il semplice fatto che era costantemente controllato dalla Prima Guerra del Golfo dai Servizi Segreti mondiali, in particolar modo americani e filo-americani.

Non dico assolutamente che Ahmadinejad sia uno stinco di santo, anzi lui manderebbe avanti con l'ideologia l'intero stato, ma non e' così stupido da farsi l'atomica per poi usarla, e nemmeno per minacciare di farlo. L'atomica come deterrente persuasivo e' d'altronde in mano a Paesi medio-orientali, ma filo-americani, come il Pakistan. In realtà l'uso dell'atomica, o la sola minaccia dell’uso è ormai argomento non convincente, poiché data la sua distruttività annulla se stessa [v. tesi Ennio Di Nolfo, D'Amoja,...]: gli Stati sanno di averla, sanno che la possono usare, ma sanno che non lo faranno mai, sarebbe un impatto troppo grande per l'opinione pubblica, ma in primis per le oligarchie al potere.

Allora qual è il punto?
Il punto e' che un Paese ad oggi sfiancato come gli USA, sfiancato da una costosissima guerra in Iraq, e in Afghanistan, ma soprattutto sfiancato da un dollaro che si sta deprezzando sempre di più tanto che il "capo supremo" della FED (la banca centrale americana) Bernanke è dovuto ricorrere all'occultazione dei dati statistici riguardanti la massa monetaria M3 (per permettersi di emettere cartamoneta a iosa sopperendo ai bisogni contingenti del deprezzamento, ma non a quelli di lungo periodo – e lo si vede dalla crisi dei mutui subprime e dall’andamento attuale della Borsa).
Inoltre anche la Cina e la Russia (storici Paesi di certo non filo-americani) stanno convertendo le proprie riserve monetarie, vendendo dollari in cambio di monete più forti (leggi: euro) e contribuendo all'ulteriore deprezzamento della moneta. Da notare che la Cina ha in scacco gli USA perché detiene e finanzia l’immenso debito pubblico americano, tant’è che se oggi [15 gennaio 2008] la borsa scende di media del 6% e quella europea del 4%, quella cinese sale in media dell’8%.

E l'Iran sta facendo di più: ha creato un borsa iraniana del petrolio dove il petrolio non e' pagato in dollari, ma in euro. Ecco che il petroeuro sta sostituendo il petrodollaro, e questo significherebbe, e significa, una catastrofe per le finanze, l'economia e gli scambi (non commerciali, si badi bene) con gli USA. Se anche gli altri Paesi (ad es. la Siria sta seguendo l'esempio iraniano) iniziassero a pagare in euro il petrolio, per il dollaro, e di conseguenza per l'America, sarebbe finanziariamente, la fine. Ma al di là dell'aspetto finanziario, sarebbe la fine per l'egemonia che l'America rappresenta, e per il suo nuovo colonialismo, quello dell'influenza indiretta tramite le multinazionali, la ricostruzione, gli aiuti finanziari, l'esportazione di know-how. E un Mercosur (l’area di libero scambio sudamericana, che non vuole più sottostare, Colombia a parte, ai diktat nordamericani) docet.

D'altronde, si sa, l'Europa è stata ed è in mano agli USA, ma questa è un'altra storia.

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