Ho capito che forse la Cina inibisce in qualche modo l'intervento nei blog, visto che non mi si pubblicano post nemmeno su splinder. L'unico che sembra funzionare, e solo dopo moltissimi tentativi è MSN; ho provato: ovviamente c'è il blocco su tutti i siti porno, su tutti quelli che permettono la pubblicazione di blog, su gran parte di wikipedia (se non tutta), su alcuni siti comici (quello dei Simpson compreso).
Una cosa fondamentale per venire in Cina è fare eventuali dichiarazioni alla dogana: tra le altre cose due voci mi hanno colpito, una che riguarda l'importazione di moneta limitata all'equivalente di 5000 dollari, l'altra relativa al fatto che non si deve portare merce dal valore superiore si 200 dollari se poi si intende lasciarla in Cina.
Po aver dormito, bene devo dire, nel mio letto, anche se sempre per poco (non posso sprecare il tempo a dormire!), e aver fatto una doccia, ieri (adesso sono le 7 del 28 mattina) per colazione ho mangiato non solo le patatine locali e la carne rossa secca dolce, ma anche la bustina sottovuoto di pescetti piccanti (non chiedetemi quali perché non saprei rispondervi). All'arrivo di Giulietta abbiamo cercato la fermata della metro, e per faro siamo passati nella baraccopoli: al di fuori del centro si Shanghai con palazzi moderni, c'è la periferia con grattacieli più vecchi (in parte dove sto anch'io), e in questa vi sono zone assurde di degrado che i cinesi vivono con normalità, una sorta di enclave nella città: qui, casette di legno della grandezza di un nostro bagno, con roba tutta ammassata, e la cui occupazione principale sembra aggiustare il carretto di casa, o lavarsi i denti in mezzo alla strada sputacchiando a destra e a manca. Poi, ogni tanto, qualche venditore di cibo: né ho provati due lungo il cammino per fare colazione (come da foto): uno che vendeva ravioli al vapore a 1 yuan (10 centesimi), un altro che penso che cucinava con l'olio più inquinato della terra, e vendeva un impasto di farina con porri a 6 jiao, cioè 6 centesimi. Abbiamo preso la metro M8 per dirigerci ad incontrare lo "Xia Jie Papà", il babbo di Elena, di cui nemmeno Giulietta conosceva il nome! Qui funziona che le persone, anche amici strettissimi, si chiamino per cognome, e persone un po' meno strette aggiungendo il sostantivo onorifico al nome quindi "signorina Zhou" o "signore Xia", o, ancora "Xia Jie Papà" cioè babbo di Xia Jie (Xia è il cognome, Jie il nome, poi italianizzato in Elena). Lui, mi doveva dare la tessera universale taxi-bus-metrò-treno ricaricata di 50 euro; per poi accompagnarci in Piazza delle 5 Stelle, dove c'è un mega centro commerciale multi-piano con tutti i tipi di negozi, cari e meno cari, tutti gestiti da ragazze o donne. In 4 palazzi di negozi non ho visto un uomo ad attirare clienti; in più lì funziona che tu non paghi al negozio, ma c'è un "punto di pagamento" per ogni area che gestisce tutti gli incassi. C'è un'area riservata esclusivamente a far giocare i bambini, e un bar che ha il monopolio in tutta Shanghai di una marca di gelato italiano (non ricordo quale), dove abbiamo preso due cappuccini a 5 euro (tantissimo per la vita di qui) e un gelato costa 3,50 euro. Alle 14 abbiamo poi incontrato Renato, un amico cinese che studia a Torino tornato per caso qui a Shanghai proprio in questo periodo: con lui, con il taxi siamo andati in comitiva a fare l'attività che tutti almeno una volta a settimana fanno: il Karaoke. In un posto aperto da poco, carinissimo, una miriade di stanzette chiuse e buie, in cui cantare e mangiare, è uno dei passatempi preferiti dei cinesi. Se rompi qualcosa lo paghi salato, visto che c'è anche una "carta" delle cose rotte, e il prezzo è comunque di 1 euro a persona per un'ora (circa): visto che sono aperti 24/24 h, la notte costa meno mentre il venerdì sera e il sabato sono i giorni più cari.
Una rettifica sul costo del taxi: nel momento in cui vi ci si sale, il tassametro parte da 11 yuan, 1,1 euro, per poi scorrere molto lentamente: di giorno circa 35 minuti è costato 2,70 euro, di notte più (2 euro per 15 minuti).
Dopo il karaoke, in cui c'erano oltre me, Giulietta e Renato un'altra decina di persone, siamo andati a cena: alle 18, in un ristorante cinese in stanza riservata, spendendo 3 euro a testa per una decina di portate comuni più bevande e servizio. Fra le cose ordinate: pollo con verdure, rane con verdure e bambù, pesce al sugo con carote e pinoli (veramente speciale!), cannolicchi, zuppa dolce con riso (anche questa buonissima), toufu con salsa piccante e una cosa che non ho mangiato, con mio rammarico, ma non ce l'ho fatta: gamberi vivi semi-cotti al vapore e immersi in una soluzione di aceto per intontirli. Cioè, tu ti metti in bocca questi affari e senti che stridono fra i denti e ti si muovono le zampette sotto la lingua
mentre tu tenti di non farti solleticare dai baffi che si dimenano per uscire dalla labbra.
Una cosa è certa: il maoismo era portato all'estremo: noi avevamo la lira e abbiamo l'euro, con banconote in cui primeggia a seconda del taglio un personaggio e/o un monumento. Qui, in qualsiasi taglio di banconota primeggia Mao.
Poi ho scoperto che qui esistono casi di (e cito traducendo alla lettera) "occhi unici": così chiamate quelle persone che non hanno le ciglia, cioè non gli spuntano dalla palpebra e se vogliono averle devono farsi aprire chirurgicamente la palpebra stessa. In effetti, le ciglia dei cinesi sono cortissime, ma altro discorso è non averne proprio! Gli altri i "normali", quelli con le cigli sono invece casi di "occhi doppi".
Va bè, comunque dopo la cena puntata da Starbucks per un beverone da 1,50-2 euro (è per questo che in Italia Starbucks non apre, nessuno vi andrebbe!), sebbene devo ammettere che il cappucino-beverone lo fanno buono; in attesa della discoteca "Honey Honey", con consumazioni all'italiana (da 4,50-5 euro in media, sino oltre 200) e possibilità di prenotare tavoli per 120-200 euro: per l'èlite, insomma. Posto bellissimo, anche se qui funziona che l'orario di apertura non è come da noi ma dalle 21 alle 3 massimo, questione di cultura; ragazze a dir poco S T U P E N D E: la maggior parte delle cinesi per strada è indecente, con qualche eccezione che vale da morire, ma lì dentro è il girone della lussuria, cose da paura. E siccome sanno di essere bellissime, tu puoi anche portarti a letto la cubista, ma devi pagare, una notte intera 100 euro. Per loro non è prostituzione, è cultura del sesso che emerge (la prostituzione è vietatissima). O si possono invitare al tavolo, anche questo a pagamento. Poi se gli piaci, ci può essere l'eccezione che conferma la regola. In strada, soprattutto nelle vie principali "del centro" (diciamo così) è la stessa storia, se sei da solo, senza ragazze, trovi una che ti ferma e ti chiede se vuoi fare sesso, rigorosamente a casa, 30 euro un paio d'ore, 50 euro tutta la notte. Anche questa è globalizzazione!
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