Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Lettere dalla Kirghisia

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Silvano Agosti, scrittore, ma più che altro regista, ha pubblicato il bellissimo “Lettere dalla Kirghisia”.

Ha rievocato, riattualizzandolo ed andando oltre, l’”Utopia” di Moro, in un contesto pseudo-comunitario.


Andando oltre Silvano Agosti, vorrei porre l’accento sulla sua veduta dell’Amore, quello senza confini, assolutamente non religioso o cattoperbenista.

La semplicità della frase “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”, richiama un’infinità di matrici filosofiche, culturali ed esistenzialiste.

Vorrei citarne solo una: il concetto di karma, inteso qui nel senso secondo cui “ad una buona azione fatta né corrisponderà una buona ricevuta e desiderata, ad una cattiva una altrettando indesiderata”.

Non voglio proporre assolutamente una visione perbenista.

Voglio solo riscoprire, prima di tutto in me, poi negli altri, un senso del dare senza pretendere, perché le cose inaspettatamente belle arrivano quando uno meno le desidera.

Apertura mentale senza invidie né gelosie, lasciarsi scorrere addosso gli intoppi senza prendersela, “mettersi un fiore all’occhiello o dietro l’orecchio” senza proclami quando uno vuol fare l’amore. In tutti i sensi.

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