Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Storia del capitalismo, Michel Beaud

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·         il capitalismo nasce in seno alle società mercantili e monetarie dell’Europa occidentale, ma nel mondo vi sono state società in cui non si è sviluppata questa nuova forma dotata di eccezionali capacità creatrici e distruttrici

La lunga marcia verso il capitalismo

·         la società feudale è da ritenersi compiuta nell’XI secolo: 1) organizzazione della produzione (servaggio, lavoro forzato, corvèes) 2) estorsione del pluslavoro (rendita in lavoro) di cui beneficia il signore con prerogative politiche e giurisdizionali
·         ma appena costituita del tutto la società feudale si decompone: a) rendita in lavoro progressivamente sostituita da quella in natura ed in denaro b) rinascita della vita urbana c) ripresa del commercio e formazione di una borghesia e capitalismo mercantili
·         processo complesso che coinvolge formazione degli Stati nazionali, comparsa di nuovi modi di produzione, colonizzazione, espansione degli scambi
·         la due tappe della lunga marcia sono: 1) la conquista e il saccheggio dell’America nel XVI secolo 2) espansione e affermazione della borghesia
·         le crociate hanno segnato accumulazione di ricchezza; le attività si sviluppano dapprima nelle città italiane nel XIII e XIV secolo, poi in Olanda e Inghilterra; processi tecnologici: stampa, metallurgia, utilizzo dell’acqua come forza motrice, carri nelle miniere, migliore cantieristica per lo sviluppo dei commerci navali
·         prima della formazione dello Stato Nazionale si guarda all’autonomia dalla Chiesa, incrinata dalla Riforma e dal calvinismo, che rompeva con la morale medievale del giusto prezzo e del divieto del prestito ad interesse
·         1487 = Diaz supera il capo di Buona Speranza
1492 = America
1498 = Vasco del Gama raggiunge le Indie circumnavigando l’Africa
·         la sete d’oro inizia nel 1503 dalle Antille (primo carico), per continuare nel 1519 col saccheggio del tesoro azteco in Messico e nel 1534 di quello inca in Perù [in un secolo la popolazione indiana si riduce del 90% in Messico e del 95% in Perù; «l’oro è capace di far entrare le anime in paradiso« dice Colombo]

·         la Spagna si arricchisce con metalli preziosi, canna da zucchero, rum, melassa e commercio di schiavi neri, pur avendo enormi debiti per le guerre; il re autoriduce gli interessi del debito di due terzi nel 1557
·         mentre i metalli sono sempre più abbondanti i prezzi salgono; e via via che si riducono si riduce anche l’inflazione, ma in ogni caso i sari rimangono stabili e ciò porta alle rivolte dei popoli
·         i principi emanano leggi severe per mettere ordine al disordine di monete-prezzi: con l’editto di Villers-Cotterets 1539 si vietano le associazioni operai in Francia, in Uk si vieta il vagabondaggio e poi vengono istituiti le workhouses dove è imposto il lavoro obbligatorio. Il tutto è accompagnato da misure – di solito inefficaci – con tetti massimi di rialzo dei prezzi
·         dal libro di GRESHAM si ricava la legge che cattiva moneta scaccia quella buona
·         prede più piede la convinzione di BODIN circa il fatto che condizione unica del rialzo dei prezzi è «l’abbondanza di ciò che serve a misurare il prezzo delle merci, cioè oro e argento» [anche se non considerava il lusso dei re e dei nobili ed il costo delle guerre]
·         si cercano misure nel divieto di esportazione dei metalli e delle materie prime (manifatture tessili soprattutto), ma anche queste non hanno grandi risultati; si creano le prima manifatture, si concedono monopoli, si impongono dazi, si cerca un mercato nazionale
·         si vuole, comunque e in ogni caso, la ricchezza del principe, per lui e per finanziare le costosissime guerre; ma si sviluppa anche un’altra idea, quella dell’arricchimento pubblico
·         si crea surplus supplementare in vari modi: a) manodopera oltreoceano b) inflazione che si ripercuote sui salari europei c) enclosures inglesi che portano nuova manodopera povera d) ingrandimento delle città e) arricchimento dei banchieri e dei mercanti
·         la borghesia si riconosce in parte nella Riforma in parte nel credo umanistico dell’uomo al centro del mondo, indipendente dall’autorità regia (Erasmo, Michelangelo, Copernico, Moro)
·         l’antico è ancora predominante e le popolazioni essenzialmente rurali inserite nella regola dell’autosussistenza; la rendita è prelevata dalla massa contadina a favore di clero-nobiltà-Stato regio
·         lo scambio riguarda principalmente la produzione artigianale che si inscrive nelle corporazioni, con una piccola produzione mercantile M-D-M1 (merce-denaro-altra merce) [successivo valore d’uso]
·         i commercianti sono invece intermediari, che acquistano le merci per rivenderle per denaro ∆D con la formula D-M1-D1, dove D1 è proprio D+∆D
·         le due principali forme di accumulazione sono quella statale (manifatture e infrastrutture) e quella borghese
·         il nuovo non è rappresentato tanto dalla dimensione internazionale, quanto dal flusso americano dato da schiavismo-saccheggi-produzione agricola ed estrattiva
·         la visione statica del mondo secondo cui si deve formare un mercato chiuso nazionale non si è dimostrata valida: il mercantilismo e il banchierismo aprono alla conquista attraverso l’embrione del capitalismo

L’affermarsi della borghesia nel XVII secolo

·         la popolazione vive ancora per i 9/10 di agricoltura: dissodamenti superficiali, seminagione fitta, mancanza di concime, rendimento delle semine mediocre, maggesi improduttive, messi tagliate a mano, bestiame malnutrito
·         la nobiltà era attaccata la rango e ai privilegi , la Chiesa al mantenimento dell’ordine delle idee
·         solo le Province Unite si staccavano dal contesto generale: il commercio è attivo, l’agricoltura moderna, borghesia potente, tolleranza nota, anche se – staccate dalla Spagna nel 1609 – sembravano molto meno potenti (influenza su penisola iberica, Usa latina, Filippine, Milanese, regno di Napoli, Sardegna e Sicilia, antico regno di Borgogna, alleato degli Asburgo d’Austria, sino in Boemia e Ungheria)
·         ma la disfatta dell’Invincibile Armada 1558 anticipa 1) la diminuzione delle scorte dei preziosi 2) la riduzione del movimento commerciali di Siviglia 3) aumento delle spese di guerra e del debito, che portano al deprezzamento della moneta e al rallentamento dell’economia
·         l’alleato, l’Impero d’Austria, è costretto a fronteggiare le ondate successive alle guerra dei Trent’anni sino alla pace di Vestfalia 1648: la predominanza successiva sarà di Olanda-Uk-Francia

·         i tre pilastri per lo sviluppo olandese sono 1) la Compagnia delle Indie Orientali, 2) la Banca di Amsterdam creata nel 1609 dopo la soppressione dei cambiavalute accusati d’essere responsabili del disordine monetario, banca cui si accordò l’esclusiva dei cambi [che fece affluire denaro anche dall’estero], 3) la flotta: sia navi di grossa stazza solide e armate, sia flotta leggera per la navigazione nel nord e ad ovest, con equipaggi dalla dura disciplina [nel 1614 la flotta olandese impiegava più equipaggio di tutte messe insieme la spagnola, inglese e scozzese]
·         nel 1600 la flotta olandese arriva in Giappone e in Cina e nel 1621 è creata la Compagni delle Indie Occidentali, anche se fatica ad impiantarsi in America (solo Pernambuco, Surinam, Caracas): e Nuova Amsterdam creata nel 1626 sarà presa dagli inglesi nel 1664 come NY
·         nel 1619-1663 sono comunque i padroni dell’Oriente con Batavia, Molucche, Giava fino Singapore e Tasmania per le spezie, il tessile e la canna da zucchero
·         diventata potenza commerciale, l’Olanda sviluppa le attività di trasformazione delle materie prime, e la metà della popolazione (2,5 milioni in totale) è urbanizzata, con una ricca borghesia
·         la borghesia d’Olanda tenta di imporsi su tutte le Province Unite, tanto che gli Orange si appoggiano con le forze tradizionali delle altre province creando tensione internazionale: Maurizio di Nassau Orange vs. Ordenbanvelt (1619) e Guglielmo III d’Orange vs. Jan de Witt (1672)
·         in seguito il capitalismo olandese si indebita e perde la propria posizione dominante, anche a causa a) sviluppo del capitalismo inglese e del protezionismo francese b) le tre guerre contro l’Uk (1652-54/65-67/72-74) c) la guerra contro la Francia nel 1672 d) la partecipazione alla guerra di successione spagnola (1702-14) e) la caduta dei prezzi dei beni coloniali

·         in Uk, pur alleata alla monarchia per l’espansione coloniale e il mercantilismo, la borghesia inglese sarà utilizzare il malcontento popolare nella lotta contro l’assolutismo
·         la flotta inglese fronteggia quella spagnola nel XVI secolo, quella olandese nel XVII, quella francese nel XVIII: l’espansione coloniale inizia comunque nel 1600 con la creazione da parte della regina Elisabetta della Compagnia delle Indie orientali, presente in India, Indonesia, Giappone
·         in America gli inglesi hanno Barbados (1625), Quebec (1629), Giamaica (1655), NY (1664), oltre che le colonie del nord dopo il 1620 [il commercio inglese con l’estero aumenta di 10 volte dal 1610 al 1640]
·         la borghesia ha bisogno di agevolazioni e protezioni e «non si tratta di accumulare i metalli preziosi, ma di farli circolare per ottenere un saldo positivo»; Giacomo I e Carlo I distribuiscono privilegi e concedono monopoli; le leggi del Parlamento arriveranno a rendere obbligatorio l’uso del panno di lana per il lutto e le lenzuola funebri
·         anche la politica di Cromwell ebbe caratteri mercantilistici, ma più accentuati
1)      primo Navigation Act 1651 = le merci europee devono essere trasportate solo da navi inglesi o dai loro paesi d’origine, anche fossero delle colonie
2)      secondo Navigation Act 660 = il comandante e almeno i ¾ dell’equipaggio devono essere inglesi
·         le stime di GREGORY KING  su popolazione e ricchezza nell’Inghilterra del XVII secolo (1688) mettono in luce la predominanza del mondo rurale, la stratificazione del ceto contadino che produce la gran parte dei prodotti d’origine interna cui beneficiano i ricchi; i contadini più poveri che riuscivano a sopravvivere con i terreni comunali sono colpiti dalle enclosures che «ingrassano i greggi e fanno dimagrire la povera gente»
·         all’interno del malcontento popolare che porterà alla decapitazione del re (Carlo I, 1649) ci sono varie posizioni tra cui i moderati Levellers (1648): democrazia parlamentare, libertà, proprietà
·         parallelamente si sviluppa un dominio indiretto dei commercianti nei confronti degli artigiani, che non invocano libertà e democrazia (appannaggio della borghesia), ma piuttosto la protezione data dai regolamenti, rispetto al mercante-imprenditore la monarchia moltiplica il malcontento con la sua tendenza all’assolutismo, con l’alleanza con la Francia e le tendenze al cattolicesimo: dopo Carlo II, Giacomo II sarà costretto all’esilio; il Parlamento offre la Corona a Guglielmo d’Orange che però dovrà promulgare il BoR (1689)
·         non c’è il suffragio universale e solo 50mila possidenti possono votare; ad ogni modo il contratto sociale lockeano (1691) per «la salvaguardia dei beni e la tutela della legislazione, col libero consenso dei cittadini» sostituisce quello per la protezione hobbesiano; c’è il diritto all’insurrezione in Locke, ma non ad essere poveri: gli uomini liberi sono per lui i membri della nobiltà, del clero, della gentry, della borghesia

·         il Francia c’è il più forte binomio assolutismo-mercantilismo: alleanza tra una borghesia debole e un re e una nobiltà forti, espressione Luigi XIV, anche se le agitazioni non sono mancate: a) Fronda della nobiltà (1648-53), b) rivolta dei contadini (1936-39), rivolte urbane (1623-52)
·         si formano anche sindacati clandestini contro imposte, affitti, rendete, decima, 12-16 ore di lavoro per le corporazioni; la borghesia subisce comunque il fascino del re e della nobiltà
·         MONTCHRESTIEN: «non è l’abbondanza d’oro e d’argento né la quantità di perle e di diamanti che fanno gli Stati ricchi e prosperi, ma la disponibilità di ciò che è necessario per vivere e vestirsi», riassumendo alla perfezione il pensiero mercantilistico «è necessario il denaro e, non avendolo per conto nostro, bisogna ricavarlo dagli stranieri» [a questo vi lavoreranno Richelieu e Colbert]
·         dopo l’assassinio di Enrico IV, sotto la reggenza di Maria de’ Medici il potere ha un indebolimento: nel 1624 è chiamato Richelieu e resterà a capo del Consiglio del re sino al 1942: accomodante col Parlamento, duro contro l’orgoglio dei ricchi e i complotti, avversario dei protestanti, incoraggia i conflitti che indeboliscono gli Asburgo, restaura i mezzi che producono ricchezza (agricoltura, strade, canali, porti, produzioni manifatturiere, compagnie di commercio)
·         si sviluppa il commercio in Canada, Senegal, Antille, Madagascar, Algeri, Marocco
·         il vero connubio assolutismo-mercantilismo si ha con Luigi XIV-Colbert, l’alleanza monarchia-borghesia: alla nobiltà resta la corte, mentre la borghesia accede sempre di più alle responsabilità dello Stato; il re sceglie i suoi ministri e consiglieri tra i borghesi e li rende nobili [e la vecchia aristocrazia disapprova]
·         COLBERT: «è l’abbondanza del denaro a determinare la grandezza e la potenza di uno Stato»,«non si può aumentare la quantità di denaro di un regno se allo stesso tempo non se ne toglie una medesima quantità agli Stati vicini»
·         si inizia con misure difensive: a) il prelevamento della tassa sul naviglio straniero b) la tariffa protettiva (1664 e 1667); poi si inizia lo sviluppo della produzione, anche tramite rilevazioni statistiche
·         per questo, Colbert cura la fondazione di più di 400 manifatture, alcune di tipo collettivo che riuniscono vari centri artigianali e che hanno privilegi  (panno di Sedan, maglierie di Troyes, armi di St.-Etienne)
·         e si impone a mendicanti, poveri, perditempo, ragazzi l’apprendistato di manifatture: il lavoro si svolge in silenzio o con canti, inizia con la messa per gli operai, in caso di errore c’è l’ammenda/la frusta/la gogna, si lavora 12-16 ore
·         la Compagnia delle Indie orientali (1664) ha il monopolio del Pacifico e dell’Indiano per 50 anni, quella del Levante (1670) ha sovvenzioni e commercia in panno e canna da zucchero, ma cesserà le attività dopo la competizione con l’olandese e la protesta dei commercianti di Marsiglia
·         la Francia si estende a Santo Domingo (1655), nel Mississipi (1673), in India (1674)
·         anche se nella depressione economica, e con basi modeste ma solide, con l’intervento della monarchia (sotto il cui segno si forma la borghesia) la Francia getta le basi per un capitalismo manifatturiero e coloniale
·         le critiche vengono da parte degli interessi colpiti: i fabbricanti ostacolati dalle manifatture, i commercianti di Nantes, Rouen e Marsiglia intralciati dalle compagnie di commercio
·         inoltre si contestano l’incertezza della taglia, le barriere doganali, le imposte e i dazi sui passaggi

·         al termine di questa lunga marcia di vari secoli verso il capitalismo, il capitale come rapporti sociale di dominio per l’estorsione del plusvalore non ha ancora raggiunto da nessuna parte la propria maturità. È quindi solo alla luce del suo successivo sviluppo che si può parlare di “capitale usuraio”, di “capitale commerciale”, “capitale mercantile”, “capitalismo manifatturiero”
·         nelle formazioni sociali europee dove si svilupperà il capitalismo, il sistema principale di estorsione di pluslavoro resta di natura tributaria (di diversa natura, e versato dai contadini alla nobiltà, Chiesa, Stato monarchico)
·         poi c’è l’America a) afflusso di ricchezze b) estorsione di pluslavoro dagli schiavi americani c) sviluppo dell’agricoltura e delle miniere basato sul lavoro forzato e sulla schiavitù
·         la borghesia europea si arricchisce col commercio di beni D-M-D e col commercio di denaro D-D1
·         la creazione delle manifatture e le prime fabbriche rappresentano un nuovo modo di produzione P al fine di creare un profitto D-M-P-M1-D1
·         le due principali forme di accumulazione sono quella statale (strade, canali, porti, flotta, manifatture del re) e quella borghese (monete, metalli preziosi, diamanti, merci, navi, strumenti di produzione, manifatture)
·         il «compromesso mercantilistico» è l’alleanza che si realizza tra la borghesia bancaria e mercantilistica col sovrano al fine di contrastare la nobiltà; per promuovere una politica di difesa nei confronti dei concorrenti stranieri, d’espansione commerciale e coloniale, di sviluppo della produzione la borghesia favorisce la ricchezza del principe, affermando la coincidenza tra la prosperità dello Stato e quella dei mercanti
·         quando la borghesia si sente abbastanza forte, abbandona poi le tesi mercantilistiche per abbracciare quelle del libero scambio; poi, quando si sente abbastanza forte per contrastare l’assolutismo promuove idee di libertà e libero consenso trovando appoggio tra i piccoli borghesi ed il popolo, e riesce al allearsi con gli strati illuminati della nobiltà di fronte al pericolo dei sollevamenti contadini e di fronte al malcontento popolare
·         in entrambi i livelli è presente nei più alti livelli dello Stato (funzionari, intendenti, uffici, Parlamento, giustizia), primo embrione della tecnoburocrazia che trarrà potere dalla pratica degli affari pubblici
·         al capitalismo è legata la dimensione nazionale della formazione del capitalismo, oltre che la borghesia e la scala internazionale di reperimento della manodopera. Fin dalla sua formazione il capitalismo è nazionale e mondiale, privato e statale, concorrenziale e monopolistico

Il secolo delle tre rivoluzioni (XVIII secolo)

·         nella seconda metà del 1700 aumenta la produzione (mercantile, dell’agricoltura e delle manifatture), ma anche i prezzi e la produzione: forbice tra aumento della ricchezza e aumento della povertà
·         il capitalismo si indebolisce in Olanda, vegeta in Francia (rurale e dominata dalla corte e dai salotti): è il secolo inglese, fatto di recinzioni, proletarizzazione delle masse, scambio con le colonie americane
·         si accentuano tre contraddizioni 1) della dominazione coloniale, con guerre tra Uk e Francia e indipendenza delle colonie USA 2) tra nobiltà e borghesia in Francia che sfociano nel 1789 3) tra lo sviluppo degli scambi commerciali e i limiti della produzione manifatturiera, da cui prenderà l’avvio la rivoluzione industriale inglese

·         le guerre di Luigi XIV hanno esaurito la Francia, mentre l’Uk con i trattati del 1703 e 1713 ha ottenuto l’apertura del mercato brasiliano, di quello dell’impero spagnolo, e la netta superiorità marittima
·         il saccheggio nelle colonie si intensifica nel 1720-1780 con la produzione d’oro (America spagnola e Brasile) e lo zucchero (Barbados, Giamaica); la tratta degli schiavi arriva a 55mila l’anno, con punte di 100mila
·         il plusvalore permette l’aumento degli acquisti nel resto del mondo, specie in Asia
·         nel 1730 le stoffe francesi fanno concorrenza a quelle inglesi, i commercianti francesi sono forti, l’isola di Malta diventa uno scalo essenziale del commercio francese: l’Uk deve bloccare l’espansionismo francese
·         ma prima della Francia pensa di bloccare la Spagna nel 1739, perché i potere regio spagnolo tentava di limitare le attività inglesi
·         con la guerra di successione austriaca 1740-1748 in cui Francia e Spagna si alleano contro Uk e Austria, e la pace di Aquisgrana, non si fa chiarezza sulla questioni principali e la Francia resta una minaccia grave
·         nel 1754 ci sono nell’Ohio incidenti di frontiera tra francesi ed inglesi: con la guerra dei sette anni seguente, gli inglesi riportano successi e prendono le colonie francesi (Calcutta, Quebec, Montreal, Pondichery e molte altre).  Col trattato di Parigi del 1763 inoltre la potenza Uk si estende: prende dalla Francia tutto il Canada, parte della Lousiana e la Florida dalla Spagna; più le Antille e le basi francesi in Senegal
·         «le colonie non devono mai dimenticare il loro debito verso la madrepatria per la prosperità di cui godono e devono garantirle: 1) una metropoli per lo sbocco dei suoi prodotti 2) dare occupazione ai suoi manifatturieri, artigiani, marinai 3)fornirle gli oggetti che le sono necessari
·         se gli USA del Sud sono agricoli e schiavistici, gli USA del Nord-est hanno la triplice dimensione agricola-commerciale (“triangolare”)-manifatturiera (trasformazione prodotti agricoli, ferro, legname,…); la costruzione delle navi ha molto beneficiato del Navigation Act del secolo precedente
·         l’espansione verso l’Ovest era ostacolato da 1) francesi e spagnoli, tolti di mezzo nel 1763 2) gli indiani d’America; ad ogni modo, tutte le colonie erano sottoposte al regime dell’esclusiva e la metropoli aveva il monopolio degli acquisti e delle vendite
·         nel 1764 il governo PITT della madrepatria vuole imporre tasse sullo zucchero e sul bollo, nel 1766 carta, vetro, piombo e tè: i commercianti americani boicottano e contrabbandano; nel 1770 le tasse vengono abolite tranne che sul tè, sino all’incidente di Boston del 1773. Gli inglesi allora sottopongono Boston e il Massachussets al regime militare nel 1774e uniscono i territori del Nord Ovest, sino all’Ohio e al Quebec
·         Nel 1775-e 1776 ci sono i due congressi continentali delle 13 colonie e il 4 luglio 1776 adottano la Dichiarazione d’Indipendenza: la guerra d’indipendenza dura 6 anni, con l’appoggio di Francia (1778), Spagna (1779), Olanda (1780), tanto che Luigi XIV dopo aver riottenuto Tobago, Santa Lucia e Senegal presta franchi per la ricostruzione economica
·         l’indipendenza degli Stati Uniti permette anche altre proclamazioni come Argentina (1816), Colombia (1819), Perù, Messico e Venezuela (1821)

·         10.000 sono le famiglie veramente agiate: 3000-4000 legate alla corte, la nobiltà togata, l’alta borghesia, i letterati dei salotti, gli ufficiali delle imposte
·         dopo la morte di Luigi XIV la nobiltà tenta di ritornare al potere, e il reggente Filippo d’Orleans crea 7 consigli di nobili per altrettante branchie del governo, ma gli intrighi e l’assenteismo riconducono alla monarchia assoluta; è tra i nobili che il re sceglie i propri consiglieri (anche per entrare nel clero e nell’esercito)
·         nel 1724 è creata la Borsa di Parigi e la politica liberale del cardinale Fleury (1726-43) facilità le attività commerciali; viene migliorata la rete stradale, istituito il Genio civile,  creato l’Ordine degli ingegneri
·         importanti sono i porti di Bordeaux, Nantes, Le Havre, Marsiglia; Reims per i telai (in Bretagna e in Normandia l’industria della tela è esclusivamente rurale e domestica)
·         talvolta la produzione riunita e quella a domicilio si combinano tra loro 8ad es. le dodici manifatture reali di lana commissionano l’appettatura a laboratori riuniti mentre filatura e tessitura vengono affidate a domicilio ai contadini)
·         nelle campagne, vagabondi, mendicanti, uomini e donne senza lavoro e senza risorse costituiscono una massa instabile di manodopera disponibile
·         ma è proprio nei salotti, tra il lusso dei velluti, dei pizzi e dei gioielli, là dove germinano e circolano le scoperte degli studiosi e le idee dei filosofi, che si crea il clima favorevole alla corrente multiforme della contestazione
·         è nel contesto scientifico che si sviluppano le idee dei filosofi: l’evidenza, la chiarezza, la conformità alla ragione; un universo mirabile, meccanico, obbediente alle leggi eterne stabilite da un essere supremo, Dio, che tutto può e tutto comprende; un mondo fondato su leggi naturali, sul diritto naturale, sulla morale naturale che è necessario riscoprire; la felicità, il piacere, l’egoismo, l’utilitarismo, ma anche l’indulgenza, la tolleranza, una certa dose di umanità. E poi l’idea del progresso, attraverso lo sviluppo intellettuale, dello spirito delle conoscenze, dei lumi (l’Enciclopedia 1751-4 ne è la summa filosofica, destinata a sostituire la Summa theologica di san Tommaso d’Aquino) [la Chiesa condanna due volte l’Enciclopedia, nel 1752 e 1759]
·         se MONTESQUIEU guarda alla tripartizione di potere e alla rappresentanza, ROUSSEAU guarda alla rappresentanza diretta, democrazia, libertà, contratto sociale, volontà generale, ai piccoli stati
·         nella realtà del capitalismo mercantile e della povertà, alcuni rinnovano la tradizione utopistica, altri s’impietosiscono e invitano alla carità; incaricato di scrivere la voce “Economie politique” nell’Enciclopedia, ROUSSEAU riassume brutalmente il patto sociale proposto dal ricco ai poveri: in tutte le sue opere Rousseau attacca la ricchezza e chi la possiede, e scrive l’Emile anche per educare il ricco («è impossibile a chi non ha nulla acquistare qualcosa»); o scrive il discorso sulla Origine della disuguaglianza fra gli uomini
·         tuttavia ROUSSEAU non preconizza l’estinzione della proprietà privata, diritto più sacro di tutti
·         l’abate MABLY attacca la proprietà privata
·         DIDEROT vede nella proprietà privata una protezione per l’individuo, anche se deplora che «l’indigenza condanni alcuni al lavoro mentre altri si ingrassano della fatica e del sudore dei primi»
·         HELVETIUS preoccupato della felicità del genere umano riprende la critica dell’ineguaglianza
·         D’HOLBACH, accanito nel sostituire la religione con la morale naturale, chiede al governo di tassare il lusso, di dare al povero la possibilità di vivere del proprio lavoro, propone laboratori per gli indigenti e la proprietà comune
·         l’abate RAYNAL formula il concetto «ovunque il ricco sfrutta il povero»; e progetta la soppressione dell’eredità
·         per LINGUET società e proprietà hanno la medesima base, la violenza: «L’avarizia e la violenza hanno usurpato la terra a tal punto che il possesso oggi porta all’usurpazione più rivoltante. Il desiderio di possedere, dal momento in cui ha incominciato a impadronirsi degli animi li ha resi ottusi, li ha immaterialiti. Ha bloccato ogni altro motivo che non sia l’interesse»
LINGUET non è un utopista: «Voler rendere felici tutti i cittadini di uno Stato è un progetto tanto falso in politica quanto, in chimica, cercare la pietra filosofale. Gli economisti ci ingannano quando promettono di accrescere le ricchezze, poiché il segreto per aumentare le ricchezze di un popolo non consiste in altro che nell’aumentare il numero dei suoi infelici»
·         in VOLTAIRE c’è una possibile definizione di capitalismo: il sistema che obbliga i ricchi a far lavorare sempre di più i poveri. A questa logica ROUSSEAU oppone quella del diritto dei lavoratori, che sarà alla base del pensiero socialista
·         nella seconda metà del 1700 si apre un ampio dibattito sulla produzione: come produrre meglio, di più, ottenere surplus dall’accumulazione
·         la Francia, per popolazione e produzione, è in quest’epoca agricola e rurale per ¾: l’agricoltura è poi tradizionale (senza i nuovi metodi di coltura adottati in Uk e Olanda): terre sassose, lavori superficiali, semine tardive, rendimento scarso, maggesi sterili, incuria dei grandi proprietari, insufficienza delle vie di comunicazione
·         lo fa notare anche QUESNAY il caposcuola dei fisiocratici (e chirurgo di Nantes e medico ordinario del re): nella voce “Fermiers” dell’Enciclopedia dimostra la superiorità del contratto d’affitto su quello della mezzadria e i vantaggi dell’uso del cavallo in sostituzione del bue per i lavori agricoli; dimostra i vantaggi di una buona coltura cerealicola
«I redditi sono il prodotto della terra e degli uomini»
nelle Massime del governo economico compaiono le sue idee di forza: 1) produttività esclusiva della terra 2) sterilità dell’industria e rifiuto della misura dell’arricchimento attraverso la bilancia commerciale («il piccolo commercio di lusso non rende le spese della manodopera», «le manifatture industriale sono invece assicurate da prodotti come cereali, vino, canapa, lana»)
precisa le sue idee nel Tableau economique 1758-59, e nella Philosphie rurale 1763
ma è con L’analisi della formula aritmetica della tavola economica 1766 scritta con MIRABEAU che completa il suo discorso:
1)      la nazione si riduce a tre classi di cittadini a) produttiva, che accresce la ricchezza della nazione attraverso la coltura del territorio, e che anticipa le spese dei lavori agricoli e paga i redditi. Spettano a questa classe tutti i lavori e tutte le spese prima della vendita dei prodotti b) proprietari, che comprende il sovrano, i possessori delle terre, i percettori delle decime; si sostiene col redito derivante dalle colture, pagato annualmente dalla classe produttiva c) sterile, cioè tutti i cittadini occupati in lavori diversi dall’agricoltura, le cui spese sono pagate dalla prime due classi
2)      analisi della circolazione delle ricchezze
3)      individuazione di un prodotto netto, cioè di un surplus disponibile
4)      importanza del ruolo degli anticipi (a carico della classe produttiva)
Insomma, Quesnay è stato il teorico di un capitalismo agrario che a quell’epoca non aveva nulla di assurdo (una Francia prevalentemente agricola aperta al mercantilismo e al colonialismo, ma poco alle manifatture).
·         TURGOT era controllore generale delle finanze dello Stato, pubblica le Riflessioni sulla formazione e la distribuzione delle classi 1766
1)      largamente influenzato dalla concezione fisiocratica di primaria importanza della terra
2)      però vede con chiarezza la prospettiva di sviluppo di un capitalismo manifatturiero [in pratica è un passo avanti rispetto a Quesnay], e su questa base approfondisce l’analisi dello sviluppo delle classi:
classe industriosa, divisa in a) imprenditori manifatturieri e fabbricanti, tutti possessori di grossi capitali che valorizzano mettendo in piedi un’attività per cui anticipano i capitali b) artigiani, che non hanno latri beni che le loro braccia, e che non possono anticipare l’attività lavorativa
classe di chi vive sulla terra, divisa in a) imprenditori, che possono anticipare tutte le spese b) lavoratori salariati
3)      è molto vicino a Marx: «la classe mercantile si divide in una infinità di settori o, per meglio dire, di gradi»
4)      è comunque il difensore del nascente capitalismo manifatturiero: raccomanda bassi tassi di interesse perché è l’abbondanza di capitali che anima tutte le imprese, si oppone al dirigismo e al protezionismo, sostiene il laissez faire e la libertà economica
·         i principi di TURGOT si applicano in parte con le successive riforme francesi, quando entrerà in politica (1774-76): libertà del commercio dei grani 1774 (entrata nel1763 ma poi sospesa), soppressione delle figure del mastro e del giurato nelle corporazioni 1776, e dava libertà di esercitare commerci e arti e professioni; trattati commerciali con Uk (1786) e Russia (1787)
·         in pratica nel XVIII sec. in Francia ci sono armi per contestare la monarchia (contratto sociale, volontà generale, democrazia), per guadagnarsi l’appoggio dei contadini e degli artigiani (libertà, eguaglianza, proprietà), per rispondere alle aspirazioni dei produttori e dei commercianti (libertà di produzione e di commercio)
·         se in un primo momento la borghesia si allea con nobiltà e clero, con il 1789 si aboliscono i privilegi, l’ordine corporativo, le compagnie commerciali, i monopoli delle società minerarie; poi si accolgono i cahiers de doleances dei contadini: salvaguardia dell’uomo lavoratore + minimo vitale garantito
·         con la legge Le Chapelier 1791 vengono vietate le associazioni dei lavoratori, con la proibizione per mastri e operai di prendere decisioni sui loro supposti interessi comuni, con divieto della libertà di associazione e riunione: sembrandole ormai ottenuta la vittoria contro la nobiltà, la borghesia si guarda già dalle classi lavoratrici

·         «il commercio delle Indie fornirà, verosimilmente, l’occasione di introdurre nelle nostre industrie inglesi maggiore abilità, ordine e regolarità. Di fatto farà sparire le meno utili e le meno vantaggiose.»
·         all’inizio del 1700 la produzione in Uk è ancora agricola e artigianale: lo stimolo al cambiamento giungerà dal commercio mondiale, sostanzialmente fondato sullo sfruttamento coloniale
·         dopo la GR 1688 la Compagnia delle Indie è sotto attacco e i commercianti nel 1698 creano una Compagnia concorrente; nel 1702 c’è l’accordo per la fusione delle due compagnie che diventa Compagnia Unita nel 1709
·         nello stesso periodo, nel 1694, viene creata la Banca d’Inghilterra, che presta al tasso dell’8% 1,5 milioni di sterline alla corona per far fronte alla guerra delle Fiandre; nel 1708 la Banca riceve il monopolio sull’emissione delle banconote per Uk e Galles (e inizia a prestare e garantire lettere di cambio)
·         a rispondere ai bisogni più modesti sono le banche degli stessi produttori provinciali, come Lloyd e Barclay
·         la Scozia fu autorizzata a partecipare al commercio coloniale nel 1707 con l’Atto di Unione
·         lo sviluppo di Manchester per il cotone era legato a quello del porto di Liverpool per gli schiavi; Birmingham divenne il centro di commercio delle armi
·         inizia il miglioramento delle infrastrutture di trasporto, non col sistema delle corvè come in Europa, ma per iniziativa di imprenditori locali; si apre anche l’era dei canali (Leeds, Halifax, Derby, Nottingham, Liverpool, Manchester,…)
·         gli Enclosures Acts del 1760 favoriscono la pratica delle recinzioni: i contadini con piccoli appezzamenti se ne vanno
·         si estendono anche le terre per il pascolo: «il ricco accresce la sua forza e il povero muore a causa della miseria»; l’aristocrazia terriera ammoderna i metodi di coltivazione e allevamento: bonifica delle paludi, aratri di ferro, incrocio e selezione delle razze, rotazione delle colture
·         tali trasformazioni della proprietà accrescono notevolmente la manodopera, da utilizzare in miniera e nelle manifatture; la produzione del carbon fossile raddoppia e si diffonde il lavoro salariato
·         nelle attività di trasformazione l’artigianato è importante, ma si trova in concorrenza ad esempio col manifatturiero a domicilio dei fabbricanti-mercanti. Ad ogni modo la manifattura, che riunisce in un solo locale i numerosi lavoratori che producono secondo i metodi tradizionali non ha mai conosciuto in Uk un importante sviluppo
·         nella seconda metà del 1700 si sviluppa il “sistema fabbrica”: a) Lombe carpisce a Livorno i segreti per la filatura della seta b) i Derby producono ghisa e usano pompe a vapore c) Kay fa tessuti più grandi d) Huntsman produce acciaio fuso per i suoi orologi e) Highs e Arkwright inventano il telaio ad acqua, migliorato da Compton
·         dal 1730 al 1760 l’utilizzo del ferro aumenta del 50% e quello del cotone del 117%
·         nel 1775 si inizia a usare nell’industria la macchina a vapore di Watt e nel 1785 Cartwright inventa il telaio meccanico
·         la fabbrica utilizza energia e macchine, ma ai vecchi artigiani e lavoratori a domicilio gli ripugna andarci perché «sottomessi ad un regolamento inflessibile e trascinati come ingranaggi, nell’inesorabile movimento di un meccanismo inanimato»; perciò è tra il proletariato più povero cacciato dalle campagne che i primi industriali reclutano la manodopera
·         nel settore tessile la manodopera è costituita da donne e bambini, in particolare quelli assistiti dalle parrocchie
·         un particolare processo della trasformazione capitalista della produzione sarà definito «rivoluzione industriale»:
1)      la dominazione coloniale, il commercio mondiale e il capitalismo mercantile, provocano la crescita della disponibilità di prodotti di base e del mercato manifatturiero
2)      le enclosures e le modernizzazioni in agricoltura rendono disponibile un proletariato strappato dalle proprie radici sociali
3)      lo spirito scientifico innesca nuove invenzioni con processi a valanga
4)      i capitali disponibili accumulati col commercio e l’agricoltura permettono la nascita di fabbriche
5)      il lavoro salariato si diffonde e le lotte operaie si moltiplicano e acquistano maggiore organizzazione
6)      lo Stato gioca un ruolo importante: adotta la politica mercantilistica con il suo protezionismo-privilegi-monopoli, affida alla polizia la repressione delle rivolte operaie (la legge del 1769 giudica con la pena di morte la distruzione delle macchine), una legge del 1799 vieta associazioni per chiedere aumenti salariali, riduzione orario o altre cose
7)     l’influenza della borghesia aumenta a discapito dei due re “tedeschi” Giorgio I (fino al 1727) e Giorgio II (fino al 1760); PITT riassume il tutto con la formula: «la politica inglese è il commercio inglese»
·         il banchiere CANTILLON nel suo Saggio sulla natura del commercio in genere 1955 anticipa le idee dei fisiocratici, sostenendo che l’eccessiva abbondanza di denaro fa forti gli Stati ma poi è pericolosa
·         lo stesso dice HUME nei suoi Discorsi politici 1752: la ricchezza non risiede nell’abbondanza dei metalli, perché causano l’aumento dei prezzi e lo squilibrio della bilancia commerciale; invece, è il commercio estero a fare la ricchezza, perché aumenta il lavoro, il consumo di merci che non possono essere consumate all’interno, favorisce le importazioni; aggiunge che «gli uomini non vanno governati secondo regolamentazioni e controllo ma secondo il loro interesse»
·         discepolo di Hume, SMITH nella Teoria dei sentimenti morali 1759 sarà più esplicito: «l’ordine sociale è fondato sugli interessi individuali», avanzando l’ipotesi della mano invisibile (e chiudendo gli occhi di fronte alla miseria). Rifiuta il sistema mercantilista in nome dei consumatori e dice che l’errore dei fisiocrati è stato quello di considerare classe sterile artigiani-mainfatturieri-mercanti. Esalta il sistema semplice della libertà naturale.
In tutto questo il sovrano deve solo a) difendere la società contro violenze e invasioni b) proteggere ogni suo membro dalle ingiustizie e da ogni altro membro c) creare e mantenere opere pubbliche e istituzioni.
Il mondo di Smith è quello del capitalismo manifatturiero (fabbrica di spilli), e guarda all’importanza del lavoro: come «misura reale del valore di scambio di ogni merce»:
1)      lavoro produttivo e lavoro improduttivo (che permette l’accumulazione di capitale)
2)      il capitale a) fornisce alla società le materie prime per il consumo annuale (agricoltura, miniera, pesca) b) lavorare quella materia prima per il consumo (manifatture e fabbricanti) c) trasportarla (commercianti all’ingrosso) d) segmentarla a seconda delle esigenze dei consumatori (commercianti al dettaglio).
È usato come fisso, circolante, per stipendi.
Rifiuta il concetto predominante di bilancia commerciale a favore della «bilancia fra il prodotto annuale e il consumo», dove chi la produzione per importanza è data da: 1) agricoltura 2) manifatture 3) capitale da esportazione.
La libertà naturale deve agire attraverso il mercato: perciò non ci devono essere intese fra commercianti e produttori. Ciò implica anche l’accettazione della diseguaglianza e la difesa dell’ordine sociale esistente («il governo civile è anche strumento per difendere i ricchi dai poveri»)
·         PAINE riprende l’utopia liberale e nel Senso comune 1776 distingue tra 1) società = benedizione, prodotto dei nostri bisogni 2) governo = prodotto delle nostre debolezze, anche se è un male necessario; e se i governi repubblicani hanno un vantaggio è che il sovrano vi ha meno da fare.
Nei Diritti dell’uomo 1791 parla nella non necessità di un governo in un contesto di mercato generalizzato, che sarà sostituito dalla mutua dipendenza e dall’interesse reciproco

·         col sistema fabbrica il capitalismo si attua nel modo che gli è proprio, e l’accumulazione di ricchezza continua a derivare da 1) l’estorsione del pluslavoro contadino 2) il multiforme sfruttamento coloniale
·         alle forme tradizionali di manifattura e lavoro a domicilio, con la fabbrica – dove si utilizza una fonte di energia e la nuova tecnica – c’è una terza fonte di valore: 3) l’energia
·         le forme sono così:
circolazione del denaro = D-D1
piccola produzione mercantile = M-D-M1
scambio commerciale = D-M-D1
produzione organizzata per valorizzare il capitale = D-M(sia mezzi che forza lavoro)-P-M1-D1
·         l’ultima forma di valorizzazione del capitale inizia con la manifattura e si completa con la fabbrica, anche per via della maggiore disponibilità di manodopera (colonie, enclosures)
·         dal lavoro produttivo si ottiene un prodotto netto che permette soprattutto di costruire degli anticipi grazie ai quali si potranno ampliare o migliorare le basi della produzione
·         la libertà borghese 1) in Uk è libertà economica, ed è legata agli affari di Stato 2) in Francia è tenuta lontana dallo Stato, ed è libertà politica (soppressione dei privilegi, Costituzione, legalità)
·         tra le forze trasformatrici quella dello Stato resta la più forte: creare le condizioni di un mercato nazionale, incoraggiare il rinnovamento della produzione, assicurare l’ordine sociale, organizzare la conquista e la dominazione
·         la scienza affascina ma viene vista come promessa per un futuro progresso

L’irresistibile sviluppo del capitalismo industriale (1800-1870)

·         alla fine del XVI secolo c’è l’impossessamento delle ricchezze, alla fine del XVIII c’è la descrizione dell’accumulazione del capitale: prima finanze regie, poi esportazioni, poi lavoro nazionale, poi lavoro produttivo sotto la spinta delle tesi mercantilistiche prima e liberali poi
·         la religione e l’ordine nato dal feudalesimo assicuravano coesione sociale: con la Riforma la Chiesa si rifugia nell’astrattismo dei philosophes, e i nobili perdono i privilegi; il nuovo modello è dato dal contratto sociale
·         all’inizio del XIX il capitalismo industriale è tutt’altro che predominante e non corrisponde ad uno strato sociale omogeneo; le classi dell’antico sistema sociale sono ancora al loro posto anche se sono sensibili alla trasformazione in atto tramite i valori del passato (Burke, de Maistre, Fichte) o meno (Godwin, Owen, Saint Simon, Fourier)
·         già GODWIN denuncia la disuguaglianza e i ricchi che ne beneficiano, oltre che lo sfruttamento del lavoro: «lo spirito dell’oppressione, del servilismo e della frode, sono il diretto prodotto della regolazione consolidata della proprietà»
·         il reverendo MALTHUS osserva la stessa miseria a e postula la tesi della scarsità delle risorse (progressione aritmetica) correlata alla popolazione (progressione geometrica); non spetta ai ricchi fornire occupazione e pane, perché i poveri periodicamente sono condannati alla miseria: il povero è infatti colpevole di non aver rispettato le leggi di natura, non ha seguito la via della ragione; deve essergli impedito l’accesso all’assistenza delle parrocchie; il ricco non deve aiutarlo; le leggi di Dio l’hanno infatti condannato a vivere penosamente per averle violate.
Nel Saggio sul principio della popolazione 1798: «al grande banchetto della natura non c’è posto libero per lui. La natura gli ordina di andarsene, e non esiterà a far eseguire i suoi ordini, se quest’uomo non può ricorrere alla compassione di qualche convitato seduto al banchetto. Se questi convitati si stringono e gli fanno posto, si presentano immediatamente altri intrusi che chiedono lo stesso favore».
La necessità scientifica della miseria è data dalla «legge bronzea dei salari.
·         SAY descrive il salario come un qualcosa che aumenta diminuendo l’offerta di lavoro quando la popolazione perisce; RICARDO aggiunge che i salari come tutte le altre leggi del mercato devono perciò essere lasciati alla libera concorrenza senza interferenza del legislatore, visto che «le leggi inglesi, invece di rendere ricchi i poveri, rendono poveri i ricchi»
·         all’inizio del XIX secolo c’erano due visioni utopiche e opposte che pensavano di garantire la felicità di tutti: 1) liberale 2) socialista (definita così dal 1930)
·         per SAY Proprietà dei capitali, Libertà dell’uso di questi capitali e Prosperità di tutti, ricchi e poveri, sono indissociabili («è per l’interesse proprio che il ricco somministra al povero un terreno, arnesi, concimi, sementi per coltivarlo, e lo nutre insino al ricolto»)
·         per RICARDO la legge della domanda e dell’offerta assicura l’equilibrio economico e sociale tra proprietari fondiari, di capitali e lavoratori; assicura anche equilibrio fra le nazioni: il gioco dei costi comparativi e della specializzazione garantisce l’interesse reciproco di tutti
·         l’utopia liberale significa anche ridurre al minimo l’intervento dello Stato che deve solo assicurare (secondo BASTIAT) solo ordine-sicurezza-giustizia («vanno solo impedite le cose disoneste, per il resto il lasciar fare»)
·         l’utopia liberale ha saputo presentarsi sin dall’inizio come fondata scientificamente, e secondo BASTIAT «gli economisti osservano l’uomo e le leggi della sua natura» mentre «i socialisti immaginano una società fantastica»
·         la Congiura degli eguali di BABEUF ne è l’esempio, così come gli autori affascinati da Newton e dall’armonia della gravitazione universale quali:
1)      SAINT-SIMON vede l’amministrazione delle terre in mano ad un « Consiglio di Newton2 in mano a saggi ed artisti (1802); si mostrerà attento all’Industria e agli industriali
2)      FOURIER nella Teoria dei quattro movimenti 1808 espone la legge unica e costante dell’”attrazione passionale”; le cellule della nuova armonia universale sono i falansteri, composti dalle falangi, società complete ed autonome di 1800 persone; il mondo sino ad allora era alla rovescia, con asservimento al lavoro
3)      OWEN, direttore e poi proprietario di uno stabilimento tessile a New Lanark, è uno dei primi padroni sociali, e più visitati; perde l’appoggio della borghesia quando mette in discussione religione e famiglia; la sua società USA di cooperazione e comunismo New Armony del 1824-29 andò in fallimento; diverrà allora uno degli organizzatori del movimento operaio britannico
·         con l’utopia socialista la felicità non è garantita dalle legge della domanda e dell’offerta protetta dalla scienza, ma da una corretta organizzazione della società, ma che tenderà verso il misticismo e il settarismo, e sarà abbracciata da tecnici-piccola borghesia (artigiani, bottegai)-ceti popolari (servitori, operai); MARX darà all’utopia socialista una visione scientifica
·         JEAN-BAPTISTE SAY è di Lione, ed è figlio di un commerciante di Ginevra, viaggia in Uk e si arruola durante la campagna del 1792, frequenta gli ideologues e pubblica il suo Trattato di economia politica 1803; disapprova le misure autoritarie dell’Impero, rifiuta i posti che gli vengono assegnati, e crea una filatura del cotone; poiché durante la Restaurazione l’economia politica è tinta di liberalismo e anticlericalismo, e quindi è considerata sovversiva, può insegnare solo presso istituzioni private.
Nel Catechismo di economia politica 1817 postula come la ricchezza si crei aumentando l’utilità di un bene: produrre significa accrescere l’utilità; e concorrono tre fattori – L, K, e terra – che vengono remunerati in proporzione al loro contributo
·         RICARDO è figlio di un banchiere ebreo trasferitosi in Olanda, e si arricchisce per speculazioni in Borsa e a quasi 50 anni entra n Parlamento dopo la pubblicazione dei Principi dell’economia politica e delle imposte 1817.
Ricardo è in disaccordo sul Catechismo di Say in due punti:
1)      l’utilità è a fondamento del valore del bene, ma questo dipende anche dalla difficoltà della sua produzione, dalla quantità di lavoro necessario («il ferro, sebbene più utile, ha meno valore dell’oro»)
2)      a conferire valore al bene è anche il lavoro per la produzione dei beni con cui tale bene è assistito
·         con SAY gli interessi operai-capitalisti-proprietari sono in accordo; con RICARDO sono in opposizione; è dalle tesi di Ricardo e dalla critica dei suoi punti deboli che Marx scriverà il Capitale
·         sia SAY che RICARDO sono a favore dell’uso delle macchine, perché le fabbriche in cui queste vengono usate sono quelle col più alto numero di operai; ma Ricardo abbandonerà presto questa posizione, anche se le macchine sono comunque sempre necessarie
·         la crescita delle industrie meccanizzate si vede soprattutto nei settori trainanti (tessile e metallurgico)
·         l’industrializzazione si divide in tre fasi, in relazione alla estensione settoriale e geografica:
1)      1780-1880 = a) cotone b) ghisa c) rotaie ferroviarie; sviluppo marcato in Uk (poi Francia e Germania, e USA dopo indipendenza); il volume delle merci aumenta, anche grazie a forza motrice di acqua e vapore, manodopera abbondante, priva di protezioni e poco costosa; urbanizzazione e diffusione del lavoro salariato.
Il mondo agricolo e rurale resta preponderante in Francia e USA, mentre in Uk industria-commercio-servizi comprendono già i 2/3 nel 1800 e i 4/5 nel 1870; eppure in Uk gli impiegati in agricoltura non diminuiscono, ma quelli della industria crescono (le campagne inglesi sono un’importante fonte di manodopera).
Le carestie sono particolarmente gravi in Irlanda, tanto che gli irlandesi si ammassano nelle città dove si sviluppano le industrie.
Urbanizzazione: Londra 2,3 mln, Parigi 1 mln, Manchester (città del cotone) 400mila, Glasgow 300mila, Birmingham 200mila.
Anche la diffusione del lavoro salariato è più ampia in Uk e supera i ¾; eppure i lavoratori salariati non riguardano solo l’industria; e non tutti i lavoratori produttivi dell’industria sono salariati
2)      1880-1950
3)      1950-oggi
·         eterogeneità della classe operaia = studiando la classe operaia, ENGELS parla degli:
1)      «operai propriamente detti»
2)      «quelli che cadono sotto la legge sulle fabbriche»
3)      «quelli delle altre branche dell’industria» (tra cui miniere e agricoltura)
Mette in luce la durezza delle condizioni e la schiavitù a cui la borghesia ha costretto il proletariato.
La diversificazione del sistema inglese (artigianato, lavoro a domicilio, manifattura, workhouses, fabbrica) porta a distinguere fra a) il factory system, con fabbriche di dimensioni sempre più grandi b) lo sweating system, “sistema del sudore”, nuova forma di lavoro a domicilio =
Partendo da una forza motrice, l’acqua o la macchina a vapore, la fabbrica crea un sistema di macchine servito dalla manodopera di donne e bambini, con riduzione del lavoro degli operai, perché i bambini sono più vigili e hanno più destrezza (nel 1834 nell’industria cotonifera ci sono il 13% di bambini).
Solo apparentemente ricalca il lavoro a domicilio, secondo cui un imprenditore assegna l’esecuzione di lavori a famiglie povere: in realtà i lavoratori dello sweating system ricevono periodicamente il materiale che viene preparato in fabbrica e devono eseguire una determinata lavorazione; la remunerazione è a cottimo (che costringe a orari interminabili).
La macchina da cucire a pedale facilita lo sweating system.

Anche in Francia c’è diversificazione (artigianato, lavoro a domicilio, Compagnons du Tour de France, edilizia, operai specializzati e generici), ma il vecchio sistema manifatturiero a tre livelli sopravvive: 1) i commercianti/mercanti-fabbricanti utilizzano 2) intermediari che affidano il lavoro a 3) persone di fiducia, a domicilio, con i mezzi di proprietà del lavoratore, e a cottimo, che ricevono il 50% del guadagno degli intermediari.
Ma si sviluppano anche fabbriche di piccole e medie dimensioni (in media 14 dipendenti), ma nella Francia del II Impero gli occupati nell’artigianato sono il doppio di quelli nell’industria.
I divieti della legge Le Chapelier sono ripresi nel 1811 e inaspriti dal c.p.; il c.c. stabilisce che in caso di controversia «il datore di lavoro viene creduto sulla parola».
·         affermazione della borghesia = si creano legami molteplici: matrimoniale e di parentela, di educazione comune, di associazione nella direzione d’impresa, di interessi convergenti; in Uk c’è un cambiamento decisivo nella composizione del patrimonio nazionale: rispetto al patrimonio fondiario tradizionale (terra e fattorie) divengono predominanti le varie componenti legate allo sviluppo del capitalismo (possedimenti dom, ferrovie, capitale industriale, commerciale e finanziario, immobili) che esprime il declino della vecchia classe dominante (nobiltà e gentry): ma solo relativo, perché sebbene perda potere politico e nell’amministrazione locale, nasce una sorta di patto non scritto tra l’aristocrazia terriera e le grandi famiglie della finanza/commercio internazionale, tanto che sono state sempre solidali 1) sia nell’acquisto di proprietà per entrare in parlamento 2) sia nella lotta alle sollevazioni popolari
·         la classe operaia è oltretutto eterogenea e divisa all’interno, in cerca di una espressione politica
·         1) il tory riformatore PEEL nel 1829 abolisce il Test Act permettendo ai cattolici di accedere alle cariche pubbliche
2) anche la riforma elettorale 1832 viene accettata dall’aristocrazia perché la base elettorale aumenta di poco (da 500mila a 813mila) e favorisce soprattutto commercianti e industriali
4)      l’abolizione delle leggi sul grano nel 1846, nonostante tutto non sono un disastro per gli aristocratici, ed anzi fanno si che acquisiscano una “buona gestione” e si meccanizzino; e quando questi replicano con l’adozione delle leggi sulle fabbriche trovano comunque l’appoggio del padronato illuminato

·         in Uk l’ascesa della borghesia si avrà col regno di Vittoria; mentre in Francia è stata meno sicura per via della Rivoluzione che ha contrastato i privilegi dell’aristocrazia/clero e favorito di più la media e la piccola borghesia, e la grande borghesia avrà meno possibilità di allearsi con l’aristocrazia terriera
·         l’aristocrazia terriera francese ha riposto le speranze in Luigi XVIII e, delusa, in Carlo X, riservandosi posti di potere: quando Carlo X fu rovesciato nel 1830 si rassegna al declino ritirandosi nelle terre e nei palazzi
·         la borghesia capitalista francese deve quindi appoggiarsi alla piccola/media borghesia, sia contro l’aristocrazia che contro il proletariato industriale: il cemento dell'allenza 1) contro i privilegi sono le idee di libertà e democrazia 2) contro la redistribuzione delle terre è la proprietà
·         di contro, la piccola e media borghesia chiede protezione dallo sviluppo del capitalismo, che è il motivo della lentezza di crescita del sistema industriale francese: a) protezionismo verso l’esterno, b) lentezza nell’adozione delle nuove tecniche, c) garanzie di sopravvivenza dell’agricoltura e dell’artigianato
·         si dovrà attendere che l’ala della borghesia dinamica trovi l’aiuto dello Stato, sotto Luigi Filippo e Napoleone III: Stato che dà impulso a banche, ferrovie, canale di Suez, urbanizzazione [anche se una parte resterà chiusa a questo]

·         in Prussia invece la rivoluzione borghese non c’è stata: il movimento del 1848 e la successiva Costituzione non segnano una svolta importante, e non cambiano la struttura dello Stato né i detentori del potere politico rispetto allo Zollverein del 1848e la rete di strutture feudali; la direzione verso lo Stato capitalistico si avrà solo con Bismarck, che tenterà di far accedere la borghesia al potere politico [1860]
·         però nel 1860, con Bismarck, la borghesia si trova di fronte ad una classe operaia che si sviluppa altrettanto rapidamente: deve perciò avere il secondo posto nella gerarchia, dopo il primo della nobiltà terriera/burocrati statali

·         negli USA, dove non c’era una società feudale da distruggere, coesistevano tre tipi di società: 1) schiavitù di piantagioni e cotone del Sud, che controlla l’apparato statale federale 2) capitalismo industriale del Nordest 3) produzione agricola familiare all’Ovest
·         la creazione del Partito repubblicano nel 1854 e il suo successo nel 1860 mettono in discussione l’egemonia del Sud a favore del Nordest: la guerra civile del 1860 consente di a) eliminare il pericolo della secessione b) eliminare la schiavitù, base economica dell’aristocrazia terriera c) dare fiato ad armamenti-ferrovie-banche [era Rockfeller]

·         dominazione coloniale e commercio mondiale = l’Uk apre tutti i suoi porti e rimuove tutte le barriere, è la fabbrica del mondo, legata a espansione coloniale e commercio marittimo, è già impegnata nella specializzazione e divisione internazionale del lavoro; il suo sforzo di esportare aumenta di decennio in decennio
·         nonostante ciò il commercio inglese dell’era vittoriana è deficitario: compra più di quanto non venda ma è grazie a servizi-trasporto-profitti-interessi-dividendi che riesce a mantenere la bilancia commerciale in attivo
·         i principali partner commerciali inglesi solo l’Europa e l’America (tessuti, macchinari, beni strumentali, manifatture da esportare; carne australiane e argentine, latticini dalla Danimarca, prodotti tropicali, stagno malesiano, ferro americano, legname scandinavo da importare)
·         invece le esportazioni francesi sono limitate ai paesi vicini: il 60% nel Mediterraneo, 24% Centronord e Nordoccidentale, 12% Europa centrale; solo il 4% in America
·         la Francia della Restaurazione riprende le imprese in Senegal, Madagascar, Guyana, Algeria [unica presenza non di tipo militare ma capitalistico]; poi col II Impero continua in Egitto, Libano, Tunisia, Nuova Caledonia, Cocincina, Cambogia
·         dopo l’indipendenza delle colonie americane l’Impero britannico sembra compromesso, ad alcuni le colonie sembravano un peso: «l’Australia era un insediamento penitenziario, il Canada forniva pellicce, legname e pesce piuttosto che grano»; le colonie diventano però autonome e da quelle date aumenta però l’espansione commerciale: Natal 1843, Tasmania 1825, Australia 1829 e 1836, Nuova Zelanda 1839, Singapore 1819, Hong Kong 1842
·         nel 1840 Alto Canada inglese e Basso Canada francese si uniscono in un sistema federale; lo stesso per Nuova Zelanda
·         nel 1857, dopo la rivolta dei sepoy, e il governo del Sud Africa passa sotto il controllo della Corona (Capo e Natal indipendenti)
·         due universi nella stessa fabbrica, nella stessa città: da un lato i quartieri dell’ordine, della sicurezza, del buon gusto; dall’altro sporcizia, promiscuità, volgarità, insicurezza. Spiriti illuminati come Luigi Napoleone Bonaparte si preoccupano della situazione: «La classe operaia non possiede nulla, bisogna renderla proprietaria. Non ha altra ricchezza che le sue braccia, bisogna dare a queste braccia un impiego utile per tutti […], bisogna darle un posto nella società e legare i suoi interessi a quelli del suolo. […] bisogna darle dei diritti e un avvenire e risollevarla, ai suoi stessi occhi, attraverso l’associazione, l’educazione e la disciplina.».
Anche se la risposta del duca di Morny sarà: «Il socialismo ha compiuto progressi spaventosi…»
·         il cammino del movimento operaio è stato lento e multiforme a) lotte operaie con uomini e donne che rischiano prigione e deportazione b) distruzione di macchine c) instancabile sforzo di organizzarsi e di essere solidali (col tentativo di rianimare le vecchie strutture di mestieri e il compagnonnage, e le società di mutuo soccorso) d) le idee di Owen-Fourier-Prouhon vengono riprese
·         matura il pensiero socialista e le idee sociali non sono solo appannaggio dei socialisti (MILL, SISMONDI)

·         nascita del movimento operaio = OWEN non si lascia abbattere dall’insuccesso della comunità Usa, ed anima le Trade Unions inglesi, che prima dello scioglimento del 1833 raggiungono 500.000 membri
·         LOWETT è ispiratore del cartismo (1838-48), per l’approvazione di una Carta del Popolo che sarà adottata nel 1839 che prevede:
1)      il suffragio universale
2)      la retribuzione parlamentare affinché possano essere eletti anche membri privi di risorse
La Carta nel 1848 raccoglie 5-6- mln di firme, ma il movimento è diviso al suo interno dall’uso o meno della violenza, e si scontra con l’indecisione del Parlamento, le minacce, la repressione
·         la valvola di sfogo dell’emigrazione gioca in questo periodo un gioco di rilievo
·         nel 1867 viene concesso il suffragio universale e nel 1868 si fonda il Trade Union Congress: il movimento operaio sarà d’ora innanzi considerato dalla borghesia inglese come una forza con cui dover fare i conti
·         negli USA la National Labor Union di SYLVIS viene fondata nel 1866
·         nel 1864 a Londra un gruppo di sindacalisti inglesi ed emigrati, fra cui MARX, fondano l’Associazione Internazionale dei Lavoratori, e nasce l’Internazionalismo

·         in Francia nel 1830 gli operai sono le forze attive che ottengono l’abdicazione di Carlo X, anche se il trono a Luigi Filippo – non voluto – non attenua la loro precarietà; e se questo abbassa il censo per il voto è a vantaggio di pochi
·         mentre nel 1830 tutte le classi si erano unite contro l’aristocrazia fondiaria, nel 1848 l’obiettivo operaio è la grande borghesia, Luigi Filippo e Guizot: 1) proclamazione della Repubblica e del suffragio universale 2) diritto al lavoro trasformato in libertà del lavoro 3) istituzione degli Atelier Nationaux (opifici nazionali)
·         eletto a suffragio universale il PdR Luigi Napoleone Bonaparte diviene Imperatore e preconizza «l’estinzione del pauperismo con una combinazione di socialismo e militarismo», e tramite la creazione di una classe intermedia fra padroni e operai. Favorisce il capitalismo industriale e bancario.
Durante l’Impero “liberale” è riconosciuto il diritto allo sciopero nel 1864 con primo autentico successo sindacale.

·         in Germania il movimento sindacale nasce dopo lotte sanguinose, come dimostra la sollevazione dei tessitori della Slesia nel 1844
·         nel 1862 LASSALLE fonda l’Associazione generale dei lavoratori tedeschi, e si sviluppa il movimento sindacale
·         nel 1867 la Costituzione stabilisce il suffragio universale
·         nel 1869 BEBEL e LIEBKNECHT fondano il Partito Operaio Socialdemocratico

·         Il Capitale di MARX 1867 = il filosofo tedesco vuole sistematizzare tutto quanto detto e le sue intuizioni avute a metà 1800.
Dice che non è stato lui a scoprire le classi, ma è lui che ha dimostrato come:
1)      l’esistenza delle classi si collega a lotte definite, storiche, legate allo sviluppo della produzione
2)      la lotta di classe conduce necessariamente alla dittatura del proletariato
3)      tale dittatura è solo una transizione verso la soppressione di tutte le classi.
«La storia è una storia di lotte di classi, che raggiunge il suo apice col capitalismo», perché la scissione è sempre più fra le sole due borghesia e proletariato
«Le forze produttive di cui la società dispone non giovano più a favorire lo sviluppo della civiltà borghese e della proprietà borghese; al contrario, esse sono divenute troppo potenti per tali rapporti, sicché ne vengono inceppate;  e non appena superano questo impedimento, gettano nel disordine tutta quanta la società borghese».
Il proletariato ha una missione storica, che preveda una positiva emancipazione tedesca con catene radicali; una classe che abbia un carattere universale, che combatta l’ingiustizia in generale (e non in particolare), che operi per il completo ricupero dell’uomo.
«Insieme alla borghesia cade anche la proprietà privata, e la vittoria della classe operaia mette fine per sempre a tutte le signorie di classe e di casta».
Il modo di produzione capitalistica è una «immane raccolta di merci» perciò la merce singola è la forma elementare. «I valori d’uso vengono prodotti soltanto perché sono i depositari del valore di scambio. Il capitale è lavoro morto, che si ravviva, come un vampiro, soltanto succhiando lavoro vivo.».
Non è il lavoro, bensì la forza-lavoro che il proletario vende al capitalista, il cui valore è determinato dalle spese di sostentamento dell’operaio e della sua famiglia; ma che produce più plusvalore di quanto basti a lui e alla stessa sua famiglia: c’è una legge che equilibra costantemente la sovrappopolazione relativa con una accumulazione di miseria proporzionata all’accumulazione di capitale.
Il monopolio del capitale diventa un vincolo del modo di produzione; il vero limite della produzione capitalistica è il capitale stesso: lo sviluppo incondizionato delle forze produttive sociali viene permanentemente in conflitto con il fine ristretto, la valorizzazione del capitale esistente.
·         la concezione del processo storico è riassunta in Per la critica dell’economia politica [vedi Bettoni] =
1)      le merci sono il prodotto del capitale
2)      la produzione capitalista è produzione di plusvalore
3)      la produzione capitalista è anche produzione e riproduzione dell’intero rapporto
·         Marx viene letto da ENGELS come il fautore di un socialismo scientifico a dispetto di quello utopico
·         la lettura del capitalismo offerta dal Capitale venne elaborata partendo dall’osservazione del capitalismo industriale del XIX secolo: l’analisi marxiana non è dunque facilmente applicabile ad altre forme di capitalismo, mercantile, bancario, manifatturiero, né tantomeno a quello industriale del XX secolo. Oggi questa griglia di lettura può persino ostacolare il tentativo di comprendere le mutazioni del capitalismo
·         tuttavia la questione principale è quella della potenza trasformatrice del capitalismo, la sua tendenza a rivoluzionare (Marx) la produzione, e la sua capacità di distruzione creatrice (Schumpeter)

·         la logica capitalistica dell’accumulazione si è diffusa nell’ultimo terzo del XVIII secolo e nei primi due terzi del XIX (1870-1970); ma bisogna considerare anche tutte le realtà sociali e il ruolo dello Stato, luogo strategico delle alleanze di classe
·         con il capitalismo la cellula di riproduzione e sostentamento della forza lavoro diventa la famiglia, e pur perpetuando le vecchie classi ne forma anche di nuove; grazie alla famiglia si trasmettono le norme fondamentali della società: gerarchia, disciplina, risparmio, consumo. E senza famiglia molte lotte del movimento operaio non si sarebbero potute sviluppare e molti scioperi non avrebbero avuto successo
·         anche la scuola diffonde valori, idee e norme della società capitalista, e sebbene tacciata dai movimenti post-sessantontini, ha anche diffuso gli ideali repubblicani, democratici e spesso socialisti
·         i primi imperialismi declinano e se ne affermano di nuovi; si riconosce il movimento operaio ma si mettono in atto nuovi strumenti di sfruttamento dei lavoratori
·         occorre sottolineare il momento di rottura chiamato rivoluzione industriale: il passaggio dal capitalismo mercantile e manifatturiero a quello industriale; nell’ultimo secolo, la produzione è aumentata di 6 volte e anche la popolazione (da 1mld a 6 mld), quindi nella realtà la produzione è cresciuta di 6 x6 = 36 volte; allo stesso modo la velocità di spostamento è aumentata di 14, di disporre di fonti energetiche di 300 milioni, di distruzione delle armi di 1 miliardo, di trasmettere informazioni di diversi miliardi

Dalla Grande Depressione alla Grande Guerra (1873-1914)

·         prima dell’imposizione del capitalismo, la vita economica aveva conosciuto scosse più o meno regolari dovute a tempo-popolazione-guerre; anche l’industrializzazione ha movimenti ciclici di una certa regolarità
·         all’origine della crisi del XX vi sono la perdita di sbocchi commerciali o di fonti di approvvigionamento dovuti a una guerra, di un cattivo raccolto, e sempre più, a) dell’eccessivo sviluppo delle capacità produttive b) l’inasprimento della concorrenza c) il calo dei profitti legato al valore prodotto o alla diminuzione dei prezzi
·         la Grande Depressione va dal 1873 al 1895 e apre al secondo capitalismo industriale e all’età dell’imperialismo:
1)      sviluppo di una seconda generazione di tecniche industriali e industrie
2)      affermazione del movimento operaio
3)      concentrazione del capitale e emersione del capitalismo finanziario
4)      nuova ondata di colonizzazione che porta alla spartizione del mondo/1GM
·         1873 = il crack della Borsa di Vienna è seguito da fallimenti bancari in Austria e poi in Germania: la forte espansione dell’industria pesante tedesca si arresta a causa dell’aumento dei costi, la produzione di ghisa scende  e la disoccupazione provoca il ritorno di alcuni operai al lavoro rurale
·         1869-1873 = la rete ferroviaria USA aumenta del 50%, che è uno sbocco per la produzione di ghisa il cui prezzo scende; ma speculazione, scarsità di manodopera, calo dei profitti non impediscono panico in Borsa e fallimento di banche, disoccupazione, abbassamento dei salari e problemi in tessile ed edilizia
·         1872-75 = in Uk le esportazioni diminuiscono del 25%, aumentano i fallimenti, e la disoccupazione, i prezzi diminuiscono; c’è sovrapproduzione
·         1882 = crac borsistico a Lione che causa il fallimento di molte banche della Loira; la disoccupazione provoca la caduta dei salari; la causa è il piano Freycinet che aveva previsto la modernizzazione delle reti di trasporto e che invece ha rallentato i lavori pubblici
·         1884 = panico delle ferrovie in USA: dopo un breve aumento c’è crisi per via dei costi che aumentano e della concorrenza, crollano le azioni della Union Pacific, c’è disoccupazione; si rafforza il gruppo Carnegie che acquista a basso prezzo gli impianti dei gruppi concorrenti
·         la Germania dopo la depressione sceglie il protezionismo e i cartelli, e la Uk ne subisce le conseguenze a livello di esportazione e produzione; inoltre c’è disoccupazione
·         nuove prospettive di profitto = 1) oro in Sudafrica, 2) progetto francese per Panama, 3) nuove reti ferroviarie negli USA 4) sviluppo economico in Argentina/Australia/Nuova Zelanda
·         1889 = in Francia la Compagnia del Canale di Panama e la Societè des Metaux, impegnata in speculazioni sul rame, vanno in bancarotta; c’è panico in Borsa e crisi del credito, che porta alla reazione protezionistica con le tariffe Meline
·         1890 = c’è crisi per pessimismo anche in Uk per l’istituto finanziario Barings, che intermediava per l‘Argentina; risollevato solo con l’intervento della Bank of England; il panico investe il tessile, la cantieristica, la metallurgia
·         1893 = riduzione degli scambi per via delle crisi in USA, Argentina, Australia; leggera ripresa degli USA nell’edilizia e nelle ferrovie, che rafforza solo i grandi gruppi (Rockfeller, Carnagie, Morgan) e vengono adottati dazi per proteggere l’industria: tariffa McKinley. Ciononostante i titoli crollano e le borse falliscono nel 1894
·         quando i costi si alzano, il mercato si chiude e i prezzi scendono (con crisi di redditività): la concorrenza aumenta, i salari diminuiscono, la disoccupazione aumenta
1)      diminuzione del valore e dunque eliminazione delle imprese più deboli
2)      disoccupazione/riduzione dei salari fanno calare i consumi [la produzione può comunque ripartire per via della disponibilità di forza lavoro ad un prezzo più basso]
·         la tendenza pesante della Grande Depressione è nel 1873-1896: i prezzi all’ingrosso cadono dal 32% (Uk) al 45% (Usa)
·         la classe imprenditoriale cerca di organizzare il capitalismo: 1) formazioni di gruppi di grandi dimensioni (Usa e Uk), 2) cartelli (Germania), 3) organizzazioni professionali (Francia)
·         ogni crisi capitalista è il risultato del concorso di quattro contraddizioni fondamentali:
A) tra capitale e lavoro
B) tra capitalismi nazionali
C) tra capitalismi dominanti e popolazioni/paesi/regioni dominate
D) tra capitalisti [non costituisce tanto un fattore di crisi quanto piuttosto di soluzione della crisi: espansione mondiale, esportazioni di capitali, colonizzazioni]
E ovviamente in questo periodo la contraddizione è l’organizzazione delle classi operaie (A) e la crescita del capitalismo tedesco e Usa mettono in discussione quello britannico (B)
·         sport, missione kiplingiana dell’uomo bianco, scoutismo, Borsa, sterlina come valuta internazionale: l’egemonia è britannica, ma la crisi relativa si capisce già con la GD 1873-1896 che è un primo sintomo, e non provoca gli stessi effetti nei vari capitalismi: negli Usa e in Germania accompagnano la vigorosa crescita dei settori ferroviario/carbonifero/metallurgico/cantieristico; in Uk mette invece in luce le difficoltà di un capitalismo in piena maturità e potenza (ad es. se nel 1880 produce più carbone di Usa/Germania insieme e copre ¼ degli scambi mondiali, nel 1913 è la metà Usa e 1/6 degli scambi)
·         tuttavia il regresso Uk non è che relativo: nell’insieme la produzione e gli scambi Uk aumentano, ma mano a mano non si mantiene più in testa: «l’agricoltura inglese, dopo una depressione prolungata, sopravvisse al prezzo di una depressione prolungata, sopravvisse al prezzo di una conversione dei suoi metodi più collaudati, ma divenne incapace di soddisfare più del 40% dei bisogni alimentari del paese». Per questo ottiene degli aiuti di governo, ma solo durante la guerra, per vederli sopprimere nel 1921. Le industrie si chiusero anche alle innovazioni più promettenti.
·         lo sviluppo della classe operaia ha visto una manodopera strappata dalle proprie radici, dipendente, asservita, oppressa, ad un’altra che prende coscienza di sé, si organizza, e impone un nuovo rapporto di forze. nei 4 grandi Paesi capitalisti la classe operaia conta 30 milioni di uomini e donne; 40 milioni compresi tutti quelli industrializzati.
1)      prosegue il processo di salarizzazione ( e diventano più degli indipendenti di agricoltura, commercio, manifatture)
2)      si accentua l’urbanizzazione
3)      vengono messe in atto forma di resistenza all’opposizione e allo sfruttamento [in un lavoro svolto a cottimo]: il fingere di lavorare e andare per le lunghe per i tempi di misurazione è abitudine generale; gli scioperi diventano sempre più imponenti e lunghi (specie fra i ferrovieri o nei porti, e nelle miniere)
4)      crescono le organizzazioni operaie: sindacati, camere del lavoro, associazioni di mutuo soccorso, partiti:
i primi parlamentari operai in Uk sono eletti nel 1892, anche se il partito laburista nascerà solo quando i sindacati decidono di partecipare a un Comitato per la rappresentanza del lavoro nel 1900;
Sfio 1905 e Cgt in Francia;
in Germania dopo le leggi eccezionali votate nel 1878 contro i socialisti e un difficile periodo di azione semiclandestina, i socialdemocratici ottengono un primo successo in Parlamento nel 1884, l’accordo firmato nel 1906 obbliga il partito e l’organizzazione sindacale a prendere le decisioni essenziali in comune;
negli Usa ci sono i Cavalieri del Lavoro, l’American railway Union, la Federazione dei Minatori Americani, l’AFL
·         nel complesso, nel 1913 nel mondo ci sono 15 milioni di iscritti al sindacato
·         dalla nuova situazione deriva la tendenza all’aumento del salario reale (che crescono da 1/5 a 2/5) e la riduzione della durata di lavoro, possibili anche grazie alla produttività
·         rafforzamento dovuto anche alle importanti leggi sociali di quegli anni:
a)      leggi Uk 1875-1876 che accordano uno status legale alle Trade Unions, e accordano picchetti non violenti durante gli scioperi, leggi per facilitare l’azione sindacale 1906, sul pensionamento operaio e il lavoro a domicilio 1908, l’indennità di disoccupazione 1911
b)      in Germania Bismarck approva provvedimenti sociali: assicurazioni per malattia 1883, incidenti 1884 e vecchiaia, pensionamento a 60 anni 1889
c)      in Francia si votano leggi sulla libertà d’associazione 1884, sulla durata dell’orario di lavoro 1900, sull’igiene e la sicurezza 1893, sugli infortuni sul lavoro 1898, sulle pensioni 1905, sul riposo settimanale 1906
d)      negli Usa si adottano provvedimenti sulla giornata lavorativa di 8 ore, la regolamentazione del lavoro infantile, la legge sugli infortuni sul lavoro
e)      la Chiesa considera la questione sociale con la Rerum Novarum 1891 di Leone XIII
·         i nuovi rapporti di forze spiegano la convinzione socialista/anarchica/comunista di rovesciare il sistema capitalista, come in LAFARGUE, POUGET, GUESDE o BELLAMY
·         la concorrenza fra capitalisti si inasprisce, in particolare nei settori della prima industrializzazione; tuttavia le classi dirigenti sanno adattarsi e aprono nuove prospettive in primis contro le classi operaie organizzate
·         ci sono imprenditori favorevoli ad aggirare le leggi sociali, ma i più si rassegnano, un po’ per calcolo, un po’ per filantropia; gli scioperi vengono comunque condannati con durezza
a) in Francia con polizia ed esercito, e con la sent. 1907 della Corte di Cassazione che stabilisce che il datore non è obbligato a riassumere l’operaio che sciopera (anche se successivamente sarà ammesso, e integrato in un dispositivo istituzionalizzato di negoziazione collettiva)
b) in Usa con guardie private, crumiri, truppe federali
·         lo sforzo dei padroni per porre rimedio alla frenata della produzione è stato incessante e si è incentrato sul sistema dei salari, anche perché il salario a cottimo sta perdendo la sua efficacia, anche perché tende all’inganno del datore di lavoro.
Vengono escogitati altri sistemi di pagamento, come:
- la tariffa Lallemand introdotta dal 1888 e sistematicamente dal 1912 = salario a premio, che premia lo sforzo più che il tempo/il lavoro prodotto
- tariffe decrescenti, applicati negli arsenali con risultati scadenti
- tariffe crescenti, utilizzate nel settore automobilistico
Nel 1889 viene anche creata in tutto il mondo la Società per lo studio pratico della partecipazione del personale agli utili
·         l’organizzazione del lavoro darà al padronato l’arma di cui ha bisogno: FAYOL, ingegnere minerario distingue fra 1) capacità professionale degli agenti inferiori, e 2) capacità amministrativa dei capi, raccomandando una chiara definizione dei ruoli e un’organizzazione sistematica; mentre TAYLOR propaganda per la OSL (organizzazione scientifica del lavoro, basata sulla divisione dei compiti: scegliere persone abili, studiare la successione delle operazioni, cronometrarle, eliminare movimenti errati-lenti-inutili, riunire movimenti rapidi e razionali con gli attrezzi più adatti)
·         ci vorrà la guerra e la produzione di massa affinché i principi della OSL vengano sistematicamente applicati
·         contro la concorrenza intercapitalista in primo luogo si ricorre al protezionismo, soprattutto sotto forma di rialzo delle tariffe (sfugge solo l’Uk); cartelli e intese (soprattutto in Germania, ad es. del carbone del Reno-vestfalia; e negli Usa nelle ferrovie-polvere da sparo-tabacco-petrolio)
·         parallelamente c’è un fiorire immane di brevetti (elettricità con lampadina 1879 Edison e diffusa dal 1910, motori a scoppio, industria aeronautica, i primi oleodotti Usa, la prima nave-cisterna russa, le petroliere; la chimica e la saldatura; la farmaceutica,…). Con conseguente nascita di monopoli ed espansione mondiale, che causa rivalità.

Fine del XX secolo: l’inizio di un ribaltamento del mondo?

·         se le conseguenze della 2GM avevano consacrato la preminenza dei sistemi di accumulazione (capitalismo e statalismo) a scapito del sistema tributario, la caduta del blocco sovietico segna la fine dello statalismo generalizzato
·         i rapporti monetari e mercantili divengono predominanti in gran parte della società del pianeta
·         con la Grande Depressione del XIX secolo c’è un processo di decomposizione-ricomposizione del mondo, del quale il termine “mondializzazione” è un’espressione fallace
·         il periodo 1793-1990 può essere paragonato con la GD 19873-95
·         la crisi e la instabilità economica apertesi nel 1973 richiamano le quattro grandi contraddizioni: K/L, tra imprese, tra capitalismi nazionali, tra capitalismi dominanti/paesi dominanti/PVS
·         i Paesi del Terzo Mondo – Brasile per le crisi, Cina e India per ragioni demografiche – non sembrano ancora in grado di assurgere al ruolo di potenza
·         i paesi del blocco sovietico appaiono soffocati economicamente e socialmente dal peso del sistema statalista; per converso, nuovi capitalismi si sviluppano soprattutto in Asia
·         fine anni ’60 = i lavoratori hanno messo in discussone o rifiutato certe forme di costrizione al lavoro, ma dall’altro lato, un’evidente rinascita dell’ideologia liberale e liberista ha messo in discussione il ruolo dello Stato e il potere sindacale
·         a) in Giappone si sono cercate s0oluzione nell’impresa, attraverso flessibilità ed adattabilità
b) in Usa sono stati costretti a mantenere un certo grado di protezione sociale
c) l’Europa ha dovuto tentare di emarginare la disoccupazione
·         nessun paese/società/microsocietà può ormai essere considerata un’entità chiusa o con relazioni esterne di importanza secondaria: ci sono intricati rapporti di interdipendenza
·         il presidente Reagan – che ha seguito in modo assai parziale il proprio programma economico elettorale – se ha ridotto alcune spese federali, ha mantenuto alto il livello delle spese per la ricerca e il settore militare: il suo obiettivo era quello di mantenere la supremazia strategica Usa e di far espandere i settori di punta, scientifici, tecnologici, industriali. Al contempo, il deficit dei conti Usa con l’estero nel 1982-87 è cresciuto: tutto questo ha fatto crescere il bisogno di prestiti dell’amministrazione, e il dollaro ha toccato il suo massimo storico nel 1985 (che ha aggravato ancor di più il deficit per via elle basse esportazioni)
·         il rincaro del dollaro ha pesato sulle congiunture dei paesi che pagano in questa moneta una parte consistente delle importazioni
·         si sono così susseguiti numerosi negoziati sfociati in nuove rateizzazioni e, in moltissimi casi, sotto la pressione degli esperti del FMI
·         una volta raggiunti livelli di cambio dichiaratamente eccessivi, gli speculatori hanno concretizzato i loro guadagni, cercando poi di ridurre i loro beni in dollari. Il rischio è stato quello di un crollo. I governatori delle banche centrali, a partire dall’inverno del 1985, sono riusciti ad accompagnare “l’atterraggio morbido” del dollaro
·         in tal contesto il piano Baker Usa dell’autunno 1985 ha tentato di lenire le ferite dell’America Latina
·         il calo del dollaro ha fatto diminuire anche il prezzo del petrolio, quindi dopo il 1973 anche la posizione dell’OPEC si è indebolita: dal 1981 la sua produzione petrolifera viene superata da quella di altri Paesi.
L’OPEC appare poi divisa: l’Arabia Saudita, preoccupata di riconquistare quote di mercato, è disposte a rendite bassissime sul petrolio influendo sulla diminuzione del greggio
·         dal 1990 ciò ha rappresentato un vero affare per i paesi consumatori europei, del Terzo Mondo, e giapponesi; ma ha posto seri problemi per i paesi produttori dell’Europa del Nord e dell’area del Golfo, come Messico, Nigeria, Algeria, Egitto
·         il peso della fase attuale della crisi grava 1) sui disoccupati e sui gruppi sociali emarginati dei paesi industrializzati 2) sui produttori dei Paesi del Terzo Mondo, in special modo agricoltori, salariati, lavoratori dei settori sommersi, disoccupati
·         l’interdipendenza è quindi un rapporto asimmetrico, dominato in primis dagli Usa e poi dal Nord del mondo
·         la politica liberista degli anni ’80 della Tatcher (restrizione dell’intervento dello Stato, privatizzazioni, deregulation, riduzioni del sistema di protezione sociale, offensiva antisindacale,….); tale politica è portata avanti senza ardore da John Major, che a contribuito al ritorno al potere dei laburisti con Blair, che però è stato fautore di una politica social-liberale
·         in Usa, dopo Reagan, Bush (1988-92) fece restare le tasse federali alte e la difesa degli interessi degli americani rimase la priorità nei negoziati del commercio mondiale; i 2 mandati di Clinton, anch’esso pragmatico, non hanno modificato la situazione: certo, il deficit pubblico è stato ridotto grazie alla crescita economica e ai tagli alla spesa, l’impostazione liberale ha assunto una coloritura sociale, ma il nazionalismo economico ha mantenuto un ruolo rilevante
·         in Europa il punto di vista liberista si è ampiamente imposto nel dibattito ideologico, penetrando nelle alte sfere dell’amministrazione; le forme di corporativismo profondamente radicate non sono state messe in discussione e diverse conquiste in materia sociale saldamente difese
·         in Francia il governo della “sinistra plurale” di Jospin del 1997 ha privatizzato e deregolarizzato molto di più di quello di destra, con posizioni vicine a Blair e Schroder che dicono che «la maggior parte della gente non ha più una visione del mondo ispirata al dogma della destra e della sinistra»
·         in Asia, il credo liberista appare, da tempo, determinante nell’approccio alle questioni internazionali; le debolezze sono: il modello di crescita completamente rivolto all’inserimento nell’economia mondiale (tanto con le esportazioni quanto attraverso gli investimenti e i finanziamenti esteri) l’eccesso di indebitamento, la mancanza di prudenza delle banche, i meccanismi speculativi
·         in Russia e nell’insieme del vecchio impero sovietico sembra imporsi una politica liberale di tipo reazionario: il Fmi, imponendo in tale area (come con tutti i paesi in difficoltà) le ricette di un liberismo dottrinario come condizione per beneficiare di finanziamenti, non ha davvero contribuito alla ricostruzione di un’economia solida e coerente.
In Russia, poiché il vecchio sistema centralizzato non funzionava più, le maggiori ricchezze e i principali posti di potere sono divenuti appannaggio di clan costituiti da membri dei vecchi apparati ripiegatisi sull’ideologia nazionalista e più o meno legati a reti mafiose
·         il 1990 è un periodo di forte ribasso per gli Usa e di picco per l’Europa: la differenza è che negli Usa c’è la sostanziale abolizione della piattaforma del salario minimo
·         incominciata con le gravi difficoltà del baht thailandese nel luglio 1997, la crisi si è estesa rapidamente alla Malaysia, all’Indonesia e alle Filippine, e mettendo in luce le debolezze finanziarie e bancarie della Corea del Sud; nel 1998 si registrano segnali di crisi in Russia e forti scossoni in Argentina e Brasile; la debolezza del sistema bancario e finanziario e le rigidità dell’apparato produttivo hanno messo in luce le debolezze del Giappone
·         aggravata dalle ricette del Fmi e in particolare dai suoi elevati tassi di interesse, la crisi viene in parte attenuata dalla decisione della Cina di non svalutare lo yuan
·         il termine “mondializzazione” è un surrogato di “globalizzazione”, “imperialismo”, “capitalismo mondiale”, “dipendenza”: ma l’uso sempre più frequente del termine non è neutro, ma caratteristico dell’ondata neoliberista fatta di un numero sempre maggiore di fenomeni mondiali, interazioni ed interdipendenze, la diffusione organica di nuove realtà. Ma la globalizzazione in corso è polarizzata, ineguale, asimmetrica.
·         risulta determinante il peso geopolitico dei paesi capitalisti ricchi, definiti “Triade” da KENICHI OHMAE e “arcipelago metropolitano mondiale” dal geografo OLIVIER DOLLFUS: dove si decidono le strategie planetarie dei grandi Stati e delle multinazionali (finanza internazionale, nuove tecniche, nuovi modi di consumo e di vita) ma dove sorgeranno anche i nuovi pericoli tecnoscientifici
·         parte dei dollari presenti nel mondo sono xenodollari, generati dai crediti accordati in dollari al di fuori degli Usa da banche non necessariamente americane; in più, il creditore internazionale più importante rimane la Federal Reserve (in collegamento col Fmi e le banche del G7)
·         Paradossalmente il mondo intero ha contribuito al finanziamento della crescita americana degli ultimi vent’anni del XX secolo: oggi gli Usa necessitano di tale finanziamento; due grandi Paesi-continente, la Cina e l’India, sono in grado di salvaguardare una certa autonomia; a queste si potrà aggiungere la Russia una volta uscita dalla crisi
·         a fare da cerniera tra Primo e Terzo mondo vi sono i “paesi di appoggio” e nuovi paesi industrializzati in via di modernizzazione, integrati nella struttura gerarchizzata del sistema capitalista nazionale-mondiale. Nel punto di articolazione tra il Secondo e il Terzo mondo i due paesi-continente: la Cina (che dopo la rottura con la Russia aspirava a diventare la nuova guida comunista e il più influente dei Paesi poveri), e l’India (che ostenta chiaramente la sua appartenenza al Terzo Mondo, e conservava solide relazioni con l’Urss)
·         i livelli di ricchezza sono sempre più diseguali, soprattutto dopo l’arricchimento dei paesi produttori di petrolio scarsamente popolati. Inoltre: il legame tra capitalismo e democrazia liberale non è stabilito con chiarezza, e non si possono dimenticare le forze profonde mosse dal sentimento nazionale, dalla fede religiosa, dal radicamento in una civiltà, dalla sete di ricchezza e di dominio. Il capitalismo è una forza trasformatrice.
·         gli Usa hanno ampliato il loro mercato interno con il NAFTA (area di libero scambio con Canada e Messico)
·         la Cina e l’India hanno una storia prestigiosa e segnata da momenti di progresso; sono in grado di coniugare mercato e amministrazione, centralizzazione e decentralizzazione, capacità manifatturiera e sapere scientifico, Stato e società. L’una e l’altra hanno sviluppato, sotto la direzione statale, importanti capacità produttive. Sono ancora lontane dai paesi ricchi, ma si sono ormai affermate nel settore nucleare e spaziale; i loro studenti e i loro ricercatori sono presenti in tutti i campi moderni; a PPA hanno un peso sensibilmente maggiore; il loro mercato interno è potenzialmente immenso
·         ROBERT BONNAUD ha sottolineato l’asimmetria degli ultimi 5 secoli: «dalla fine del XV secolo all’inizio del XX, è l’Occidente a fare la storia, ma adesso questo periodo è finito». L’era di un mondo dominato dall’Europa appartiene al passato, la leadership occidentale mostra ormai segni di affaticamento sempre più evidenti, riuscendo a imporsi soltanto nei confronti di paesi piccoli e deboli
·         si inducono nuovi bisogni per soddisfare i quali occorrerà disporre di denaro, e quindi di potere d’acquisto, e ciò comporterà la mercificazione dell’uomo, delle società, della terra (non più caratterizzato da moltiplicazione e accumulo dei beni materiali)
·         con conseguente monetarizzazione della vita sociale e progressivo aumento del lavoro salariato; con creazioni di nuove povertà e nuove emarginazioni; con l’importanza crescente della tecnologia, della ricerca, della scienza; e una continua accentuazione della divisione del lavoro
·         questo processo è stato reso possibile dalla distruzione, speso violenta, di antiche forme sociali, nelle quali l’intreccio delle dimensioni religiosa, sociale, economica e politica, i legami familiari, le relazioni di dipendenza, di sottomissione o di alleanza, i sistemi di solidarietà e redistribuzione, creavano tessuti complessi
·         KARL POLANYI: «la società viene condotta come accessoria rispetto al mercato. Non è più l’economia ad essere inserita nei rapporti sociali, ma sono i rapporti sociali ad essere inseriti nel sistema economico»
·         tutto sarebbe ormai soltanto una questione di massimizzazione o di ottimizzazione: il miglioramento delle condizioni di vita degli uomini, la loro stessa esistenza, persino la loro felicità sembrano ormai dipendere unicamente dalla crescita economica
·         1) Asia = in queste aree la crescita è al contempo motore e fine, motivazione di un’intera generazione che vi vede la possibilità di uscire dalla povertà, occasione di arricchimento eccezionale per gli oligarchi
2) Africa = paesi in cui coesistono ricchezze tradizionali o recenti, e l’estrema miseria di ampi settori della popolazione
3) Usa latina e mondo arabo-musulamno = paesi che, avendo conosciuto le prime fasi dell’industrializzazione e della modernizzazione, sono stati gravemente colpiti dalla crisi degli anni ‘80
·         ambiente = Conferenza ONU di Stoccolma 1972, Vienna 1985, Montreal 1987, Londra 1990, Basilea 1989, Rio de Janeiro 1992, Berlino 1995, Kyoto 1997, Bonn 1999, Aia 2000
·         ma il problema ambientale è strettamente connaturato alla crescita della popolazione, e della produzione: sono noti i problemi posti dalla stima in termini monetari delle produzioni di società strutturate secondo logiche economiche e sociali differenti; e nessuno può dire se si tratti dell’inizio di un processo duraturo o di un’eccezionale periodo di transizione verso un nuovo regime semistazionario oppure verso una sorta di apoteosi cui farà seguito un grande caos
·         rispetto al ricco Nord, il Sud consuma poca energia: se, ferme restando le tecniche utilizzate oggi, lo stile di vita occidentale si generalizzasse, e dunque ciascuna persona consumasse tanta energia quanta un abitante del Nord, il consumo annuo mondiale crescerebbe di 4 volte
·         a partire dagli anni ’30 e ’40 COLIN CLARK aveva messo in luce un nuovo processo: il progresso del terzo settore; ma l’importanza del terziario è condizione necessaria ma non sufficiente a caratterizzare i paesi economicamente più avanzati (appare dunque necessario distinguere tra servizi tradizionali e nuove attività terziarie)
·         al contrario di quanto accade nel terziario, sia in Europa Occidentale sia in America del Nord, interi settori dell’industria del XIX secolo o fino al 1950, declinano, scompaiono, vengono dislocati, si trasformano: con questa trasformazione, che dopo il 1973 si estende a tutti i paesi occidentali,  il capitalismo industriale inizia il proprio declino e con esso la classe operaia, e una determinata forma di conflitti e rapporti sociali. Allo stesso tempo si indebolisce il socialismo.
·         con il comunismo crolla anche l’idea, a lungo centrale in quel progetto politico, del primato dell’industria. Tuttavia, questa continua a progredire in ampie aree del vecchio Terzo Mondo, tanto sotto l’impulso di imprese multinazionali quanto per le iniziative di imprenditori o Stati nazionali: si veda il caso dell’Asia, ed in particolare della Cina, ad indirizzo capitalista con il sostegno dello Stato
·         PETER DRUCKER sostiene che nella trasformazione in corso ci sia la fine del capitalismo: la conoscenza sostituirà il capitale, e una nuova realtà socioeconomica prenderà il posto del capitalismo. BEAUD è in contrasto con questa tesi, e ritiene il capitalismo più forte e vivo che mai
·         da un lato si assiste al declino del capitalismo industriale (???), caratterizzato dal forte investimento in beni strumentali e dal massiccio utilizzo di energia, dall’altro allo sviluppo di un capitalismo postindustriale, tecnoscientifico, che mobilita costantemente i progressi e le potenzialità della scienza e della tecnologia, e orienta la ricerca e lo sviluppo per inventare i bisogni e i consumi di domani. Si parla di terza rivoluzione industriale.
·         vengono creati nuovi mercati e nuove merci, plasmati da nuovi saperi tecnici con fondamento scientifico. Tutto ciò determina una nuova e profonda trasformazione dei modi di vita e delle dinamiche sociali; a questo,  i macrosistemi tecnici dell’era industriale avevano aperto la strada (elettricità, ferrovia, telecomunicazioni, aerei)
·         ogni settore strategico finisce per essere dominato da una ristretta cerchia di imprese; le concentrazioni si sono accentuate nel corso degli anni ’90 e nella maggior parte dei settori si moltiplicano accordi, riavvicinamenti, alleanza tra gruppi, all’interno ma anche sulla scala della Triade
·         per la % della spesa per la ricerca e lo sviluppo sul PIL, gli Usa appaiono in testa, seguiti da vicino dal Giappone, al terzo posto i paesi dell’Europa Occidentale; nel resto del mondo solo la Cina, l’India e le CSI (debole erede dell’Urss) sembrano in grado di esercitare un certo ruolo
·         gli antichi starti dei capitalismi manifatturiero e industriale si assottigliano e si rimodellano, mentre si rafforza il capitalismo tecnologico
·         c’è l’annuncio apocalittico del ritorno della GD, a causa delle dinamiche diverse e contraddittorie del capitalismo
·         il capitalismo è dinamico e si rinnova. L’aveva sottolineato anche MARX nel 1848 nel “Manifesto”: «Il continuo rivoluzionamento della produzione, l’incessante scuotimento di tutte le condizioni sociali, l’incertezza e il movimento eterni contraddistinguono l’epoca borghese da tutte le altre»
Nel 1911 anche SCHUMPETER nella “Teoria dello sviluppo economico”, aveva insistito sulla grandissima importanza della rottura storica, avvenuta con il passaggio delle “produzioni cicliche”
·         il capitalismo è diventato la principale forza trasformatrice della società e del mondo, e gli ultimi 50 anni ci hanno fornito l’esempio a contrario dell’Urss.
Il regime sovietico ha esteso al massimo il ruolo del potere dello Stato, e quest’ultimo ha accordato una estrema importanza alla scienza e alla tecnica; tuttavia, scienza e tecnica sono state incapaci di competere nella corsa alla crescita e all’innovazione permanenti (consumi, armamenti, informazioni,…) che vedeva in testa i capitalismi dominanti
·         al pari di altre logiche e sistemi sociali, la logica capitalista è maturata attraverso i tempi della storia e non può essere ridotta né alla logica commerciale né a quella dell’arricchimento. La sua specificità consiste nel reinvestire il surplus ottenuto tramite la produzione e il commercio in vista dell’ottenimento di un nuovo surplus
·         il capitalismo non può dunque essere ridotto né a un «modo di produzione» (MARX) né a un «sistema economico» (SOMBART)
·         nel 1942 SCHUMPETER ha sottolineato l’importanza della “distruzione creatrice” che affonda le sue radici nelle dinamiche dell’innovazione
·         HANS JONAS afferma con forza «la responsabilità al centro dell’etica»: il Principio di Responsabilità è per lui «preservare all’uomo, nella residua ambiguità della sua libertà, che nessun mutamento delle circostanze può mai sopprimere, l’integrità del suo mondo e del suo essere contro gli abusi del suo potere»

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