Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Autori di Psicologia Politica

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[psicologia politica] = studia le rappresentazioni e azioni dei potenziali o attuali attori della politica, cioè di qualunque cittadino, leader o membro di gruppi che abbiano fini di carattere pubblico o collettivo = HERMANN 1986-LARRUS 1994-AMERIO 1996
distInzione di LARRUS 1994 =
1) ricerche di psicologia sociale estese all’ambito politico = l’attore della relatà politica porta con sé alcune caratteristiche che gli sono proprie anche come attore della realtà sociale più generale
" si possono coprire tutti i temi classici della psicologia sociale attraverso il contesto politico
" FISKE-PAVELCHAK 1986 = distinzione a) piecemeal = il giudizio su una persona viene fondato su singoli elementi di conoscenza b) schematiche = giudizio fondato su più conoscenze strutturate e organizzate =>
" perciò in alcune circostanze ci possiamo fare un’idea sul candidato politico su singole caratteristiche che rimandano ad altre analoghe viste su altre persone in precedenza, oppure sulla base di una categoria
2) ricerche di psicologia sociale della politica = l’accento viene posto sulla specificità del contesto politico = GHIGLIONE 1989
" è vero che ci sono dei processi di base, ma gli attori politici hanno peculiarità
" lo specifico contesto politico porta con sé conseguenze = a) scopi b) ruoli c) regole e vincoli
cenni storici =
1) 1940-1950 = fattori psicobiografici in politica = FREUD-LASSWELL-BERBER-MASLOW =
" studi fondati essenzialmente sul patrimonio interpretativo lasciato dalla teoria psicanalitica
" opere di FREUD come [“Futuro di un’illusione”, 1927] o [“Disagio della civiltà”, 1929] = gettano le basi
" la psicobiografia costituisce il lavoro di LASSWELL 1930 e 1948 = si propone di spiegare perché alcune persone e non altre si impegnano in politica = A) ansie irrisolte del proprio ego B) scarsa stima di sé, tanto che si rivolgono all’esterno per cercare le conferme che non trovano all’interno di sé => l’attivitò politica sarebbe funzionale alla risoluzione dei conflitti interiori: si spostano tali conflitti privati su oggetti pubblici
" BERBER 1985 = tipologia della personalità nella quale colloca i diversi Presidenti USA e cui cui spiega i loro successi ed insuccessi (ad es. Wilson, Johnson, Nixon “attivi negativi”: scarsa stima di sé, che non cambiano strategia politica nemmeno quando segnali evidenti suggeriscono di sì
" MASLOW 1954 = modello motivazionale = attività politica in alto nella piramide, intrapresa solo quando i bisogni primari sono stati soddisfatti => soggetti ad alta stima di sé [contrasto con Lasswell-Berber]
" critiche di SEARS 1987 sull’approccio psicobiografico = A) l’approccio fornito nel caso dei leader non vale per i militanti, studiati attraverso il questionario B) accento esclusivo sul carattere-aspetti interni, senza analisi delle componenti ambientali = errore fondamentale di attribuzione di ROSS 1977: ruolo accentuato sui fattori disposizionali e poco su quelli situazionalI
2) 1960-1970 = opinione pubblica e comportamento elettorale = CAMPBELL&CO.-DOWNS =
" i protagonisti della politica sono anche i cittadini la cui influenza appare soprattutto col voto
" per questo inizia l’interesse della psicologia politica sul comportamento elettorale atteggiamenti cittadini
" dal 1952 l’Università del Michigan effettua ogni 4 anni indagine su vasta scala per monitorare i cittadini = NES [National Election Study], indagine che a tutt’oggi costituisce preziosa fonte
" si passa così dallo studio delle elite allo studio dell’opinione pubblica = l’idea impplicita è che i soggetti non reagiscono direttamente alla realtà che li circonda, ma si costruiscono delle rappresentazioni in genere stereotipate e semplificate
" a partire da questo indagine di CAMPBELL&co. 1960 sull’elettore USA = [“The American voter”] = estendere all’ambito politico la nozione di atteggiamento, prima sviluppato solo in psicologia sociale, anche se è percettibile ancora la fase precedente sulla nozione di atteggiamento =
a) si fa risalire alla personalità e cioè all’età evolutiva lo svilupop di atteggiamenti che nel corso dell’età diventano stabili e resistenti al cambiamento
b) la socializzazione, e soprattutto la famiglia, giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo di una identificazione con il partito
c) così il voto non sarebbe basato su esame obiettivo ma su comportamento irrazionale su spinta interna
d) dopo aver verificato che la gente comune possiede informazioni davvero scarse sulla realtà politica e nemmeno si preoccupa di raccoglierle perché è più interessata alla vita privata = povertà cognitiva
e) il soggetto si limita ad adattare così le poche informazioni alle idee già preconcette che ha
" la nozione di “identificazione col partito” verrà messa in crisi con i nuovi paradigmi per mezzo del nuovo comportamento di voto anni ’70 = spostamento di voto da un partito all’altro
" la visione di Campbell dell’homo politicus irrazionale è da contrapporsi a quella razionale di DOWNS 1957 = [“Una teoria economica della democrazia”] = l’elettore anche se dispone di informazioni parziali ha comunque la possibilità di decidere in modo razionale per via della “massima utilità attesa”
3) 1980 = social cognition = LAU/SEARS-SIMON =
" estensione dell’approccio cognitivista nell’ambito della psicologia politica = la questione non è più tanto solo cosa pensa un soggetto di un certo candidato o se lo voterà, bensì attraverso quali processi mentali
" la ricerca della social cognition crea il filone della political cognition grazie a LAU-SEARS 1986
" dalla social la political elabora diverse fasi di elaborazione delle informazioni = A) codifica B) organizzazione C) recupero => diverse ricerche effettuate in ambito politico finiscono con replicare i risultati di altri ambiti
" razionalità limitata SIMON 1983 = un soggetto attivo seleziona ed elabora le informazioni provenienti dall’ambiente esterno compatibilmente con vincoli oggettivi provenienti da mente umana => questa versione è nuova rispetto agli studi precedenti (uomo completamente irrazionale ed emotivo) ma anche rispetto all’uomo completamente razionale (come si è visto nell’applicazione delle teorie economiche all’ambito politico)
3) 1990 = allontanamento dal modello cognitive miser-economizzatore cognitivo per avvicinarsi al [tattico motivato] di FISKE-TAYLOR 1991 = i processi cognitivo possono variare in funzione di ciò che li origina e della meta cui sono diretti

la ricerca di YOUNG è indagato ilriferimento al concetto di “interesse personale” su temi politici

se il concetto è attivato sia frequentemente sia recentemente i due effetti si sommano, ma non coincidono = l’accessibilità dipende dal tempo intercorso tra priming e soggetto = BARGH-LOMBARDI-HIGGINS 1988 =
a) nel breve periodo prevale il priming
b) nel lungo periodo prevale la frequenza, nel senso che decade il concetto attivato col priming

i cognitivisti hanno avanzato l’ipotesi che anche gli obiettivi sono depositati in memoria, e che a ciascuno di essi si colleghino blocchi di informazioni utili al conseguimento dell’obiettivo stesso = WYER-SRULL 1986

MILLER-WATTENBERG-MALANCHUK 1986 = analisi dei dati NES pre-elettorali USA, specie riguardo ai commenti liberi sui candidati

altri ricercatori tra cui OTTATI 1990 e RIGGLE 1992 hanno ulteriormente indagato il peso delle informazioni sui candidati, con indagini più strutturate, anche con informazioni non spontanee come i commenti => BUDESHEIM-DE PAOLA 1994 =
esperimento 1) = giudizio appare influenzato in maniera simile sia dalle info sulla personalità che da quelle sull’aspetto fisico, e quest’ultimo, anche se non compore nei commenti spontanei, può avere ruolo di rilievo
esperimento 2) = conferma che le notizie sull’aspetto fisico sono rilevanti, perché il grado di accordo con le posizioni dei candidati ha meno peso sul giudizio quando i soggetti hanno anche informazioni dell’immagine

dato il peso delle caratteristiche della personalità ci si chiede se questo può essere influenzato dal grado di competenza politica del soggetto = MILLER-WATTENBERG-MALANCHUK 1986 sempre nella ricercas del NES hanno misurato la competenza col grado di istruzione dei soggetti (non diretta) e hasnno visto come quelli con più alto grado basano i giudizi sui tratti del’immagine uguale o più a quelli di bassa


LAVINE 1996 = fa una ricerca sui temi politici e vede come quelli di politica interna sono più salienti sul piano personale e più accessibili, mentre quelli di estera più salienti sul piano nazionale ma meno accessibili; è probabile che la decisione di voto sia più coerente con i temi interni che esteri


YOUNG 1991 = ha indagato come l’effetto priming dell’interesse personale innalza il livello di accessibilità sul giudizio di un tema = il gruppo sperimentale sottoposto al priming dell’interesse personale vuole destinata l’eccedenza all’assitenza sociale per le persone che avevano avuto sussidi e restituiti indietro per chi non li aveva avuto; laddove per il gruppo di controllo senza priming su interesse personale questo è stato indifferente

tra le fasi della codifica e dell’organizzazione vi sono stretti rapportimolti dei modelli si basano su COLLINS-LOFTUS 1975 = rete semantica: serie di nodi corrispondenti ai singoli concetti, caratterizzati da legami che corrispondono alle relazioni (di somiglianza, inclusione, causa-effetto,..) => l’idea prevalente è che l’uomo politico costituisce una sorta di nodo superordinato collegati a 3 sottordinati = 1) suoi tratti 2) posizioni sui temi 3) appartenenza partitica

A) organizzazione delle conoscenze su un tema [intra-issue] = PRATKANIS =
· non è detto innanzitutto che ci sia PRATKANIS 1989 = nell’organizzazione su un tema è smepre implicita una componente valutativa del soggetto
a) unipolare = relazione solo positiva o neutra = più mi interessa un argomento più lo conoscerò, ol al massimo ho atteggiamento neutro (es. più il calcio mi piace più vorrò saperne, altrimenti lo ignorerò)
b) bipolare = solo negativa o neurtra = caratteristica dei temi politici = non c’è relazione diretta tra positività dell’atteggiamento sul tema e conoscenza: chi è a favore del tema non ne sa necessariamente di più di chi è contrario (es. nucleare) =>
· PRATKAINS = non vi è ricordo migliore delle informazioni coerenti col proprio atteggiamento ma semplicemente che quelle favorevoli o contrarie vengono ricordate meglio delle neutre
B) organizzazione delle conoscenze su più temi [intre-issue] = JUDD-FRONISCK 1989 =
· modello più generale che non riguarda solo le conoscenze relative ai temi, ma include tutte le conoscenze politiche = livello più astratto legato a valori e principi ideologici, uno più concreto temi, uomini, partiti
· nodi appartenenti alla stessa categoriea o a categorie diverse, possono essere collegati fra loro
· l’ipotesi è che due nodi sono collegati qunado vengono attivati simultaneamente => e ciò avviene quando uno include od esclude l’altro, senza mezze vie
· ricerca sulla coerenza nelle posizioni politiche dei soggetti = la competenza determina un maggior nuemro di legami fra nodi e l’importanza dell’oggetto per il soggetto aumenta l’attivazione di un nodo (accessibilità) => la coerenza politica è tanto maggiore quanto maggiori sono ei legami fra nofdi e l’accessibilità

ABELSON 1982 = dimostra come le emozioni abiano influenza sul giudizio espresso, e nel caso siano positive come questa infleuenza sia siuperiore alla personalità dell’uomo politico

TRENTIN-MONACI-NUNIA 1996 = stessa ricerca nell’ambito politico italiano = anche in questo caso i predittori migliori delle valutazione sono risultate le emozioni positive

AJZEN-FISHBEIN 1977 = la tipologia di comportamento può variare sotto 4 diverse direzioni = 1) azione intrapresa 2) oggetto cui è rivolta l’azione 3) contesto dell’azione 4) tempo dell’azione => è più probabile che ci sia correlazione atteggiamento-comportamento quando questi sono compatibili con le 4 dimensioni

FAZIO 1986 = dimostra come la “forzza” dell’atteggiamento è aumentabile dall’accumulo di esperienza relativa all’oggetto che aumenta l’accessibilità (come fa la frequenza ad una informazione), soprattutto se le esperienze che si succedono tra loro sono coerenti => dopo basterà poco per attivarlo (es. innamorati)

e l’accessibilità all’atteggiamento fara sì che vi sia minore probabilità di contraddizione tra esperessione verbale e traduzione in azione concreta attraverso il comportamento [MANSTEDA, 1996]

FAZIO-WILLIAMS 1986 = i soggetti che hanno dimostrato di avere un atteggiamento più accessibile sono anche quelli risultati più coerenti con quest’atteggiamento in seguito
ma non si tratta solo di vedere coerenza atteggiamento-comportamento ma anche in “quali condizioni” l’atteggiamento sfocia in comportamento =
teoria del comportamento pianificato [planned behaviour] di AJZEN 1988 (versione modificata della teroria dell’azione ragionata del 1975) = l’idea soggiacente è che un’azione viene intrapresa se si pensa di portarla a termine (3 fattori attegiamento, norma soggettiva, percezione di controllo) =
1) l’atteggiamento verso il comportamento è solo una delle determinanti
2) è la norma soggettiva, cioè le aspettative degli altri, che per la maggior parte spiegano il comportamento
3) inoltre c’è una percezione di controllo del comportamento: quanto facile o difficile possa essere compiere l’azione

teoria dell’equilibrio di HEIDER per correggere lo squilibrio cognitivo, applicata anche ad ambito politico da altrii autori

ma se percepisco che il leader che mi piace ha un atteggiamento per me negativo su un tema? HEIDER dice che l’atteggiamento ritenuto meno importante si cambia (se per me è più importante il leader cambierò atteggiamento sul tema, se è più importante i tema, sul leader)

OTTATI-FISHBEIN-MIDDLESTADT 1988 = assimilazione e contrasto = tendenza ad accenturae la vicinanza tra noi stessi e ciò verso cui abbiamo un atteggiamento positivo [assimilazione] e la distanza tra quello con cui abbiamo atteggiamento negativo [contrasto]

SHRIF-HOVLAND 1961 = teoria del giudizio sociale = la posizione del soggetto è una sorta di àancora di giudizio con cui vengono confrontate tutte le posizioni possibili, e gli atteggiamneti più vicini a quelli personali saranno percepiti come più simili ai propri di quanto non lo siano in realtà [sovrastima della vicinanza del messaggio]

processi di assimilazione e contrastoci sono anche con candidati politici e partiti = GRANBERG 1993 = il soggetto tende a considerarsi più simile rispetto a chi ha deciso di votare e aumentare la distanza verso l’opposizione

ricerca sempre di GRANBERG sul Center Party dell’Olanda = tendenza al contrasto

FISKE-LAU-SMITH 1990 = l’expertise politico è sintesi di 5 diverse dimensioni = A) l’interesse politico B) l’attività politica C) la conoscenza politica (nozioni su istituzioni, temi personaggi) D) la fruizione dei media E) il concetto di sé politico: peso della prorpia appartenenza politica enlla definizione di sé

ricerca di CATELLANI su campione di studenti milanesi = lo scarso legame trovato in passato tra conoscenza-attività politica è rotto = si è scoperto infatti che non è diretto ma mediato dall’autoefficacia politica, da quanto uno percepisce di poter passare all’azione sul serio

QUADRIO-CATELLANI-SALA 1988 = con riferimento alla teoria delle rappresentazioni sociali di MOSCOVICI 1961 hanno studiato A) la rappresentazione della politica che emerge spontaneamente nei discorsi B) se questa rappresentazione coincide con la definizione scietifica di politica C)come la rappresentazione varia in funzione del coinvolgimento politico

in una ricerca successiva di CATELLANI 1990 sono stati presi in esame militanti e non milintanti di partito = mentre la definizione di politica è meglio definita dai militanti, i politico è meglio definito dai non militanti, che percepiscono maggiore variabilità nei suoi tratti => [l’analisi di regressione multipla] mostra come il fattore “ambizione” dell’uomo politico rilevanto sia da milintanti che non sia coerente con una delkel definizione dei militanti di politica, ma con nessuna dei non militanti (uno degli scopi della ricerca era proprio vedere se l’idea di uomo politico era correlabile con quella diella definizione di politica)

teroia della scelta razione DOWNS 1957 [“An economic theory of democracy”] = proponeva di estenderla all’ambito politico e alla decisione di voto = la decisione di voto è guidata dalla ricerac dell’interesse personale, e questo è essenzialmente di tipo economico
si prendono in esame tutte le informazioni necessarie per la scelta migliore per massimizzare il proprio benessere economico, anche se non si può disporre di tutte in assoluto (no familiraità con gli indicatori, mediazione dei media, risultato di equilibri internazionali)
ma anche se la presa della decisione è fatta in condizioni di incertezza, il soggetto può comportarsi in maniera razionale grazie alla statisticae alla teoria della probabilità per scegliere gli esiti migliori

un’indicazione chiara del percorso è data da EDWARDS 1954 = teoria dell’utilità attesa soggettiva = la decisione viene scomposta in termini di utilità attribuibili a ciascuno dei possibili esiti tenendoconto della probabilità soggettiva = Ei pi u(xi) [ con p = probabilità esito i-esimo e u(x) = utilità percepita per quell’esito]
l’alternativa va scelta fra la “massima utilità soggettiva attesa”: pur muovendosi da dati incerti, così si raggiunge alla decisione ottimale
questo non è però ciò che succede quando prendiamo qualsiasi decisione, anche se la teoria dell’utilità attesa non ha intenti descrittivi ma normativi (definire il percorso per giungere alla decisione migliore)

approccio descrittivo o psicologico di RUMAITI 1990 = la natura umana è molto più complessa di come viene presentata dalal teroia della scelta razionale = ci sono fattori di matrice a) cognitiva e sb) ociale che interagiscono fra loro, e che mettono in discussione la perfetta razionalità della teroai dela scelta razionale e il fatto che lo scopo ultimo di qualunque decisione politica sia l’interesse personale

riferimento alla teoria dell’identità sociale TAJFEL-TURNER 1986 = parte dell’identità di un soggetto è costituita dalle appartenenze di un gruppo => anche quando decide da solo, gli altri sono comunque sempre presenti = a volte ciò ci porta a non prendere nemmeno in considerazione alternative possibili perché inappropriate alla categoria

ELSTER 1986 = i soggetti hanno identità multiple il cui peso varia a seconda delle circostanze, e spesso possono portare ad aspettative di ruolo contrastanti (ad es. donna con bambino al lavoro o no?)

tuttvia rimane il fatto che le scelte saranno di fatto diverse (anche se la motivazione interiore potrebbe essere uguale) => per questo è stata fatta distinzione fra =
1) decisioni fondate su valori strumentali (benessere materiale, economico)
2) decisioni fondate su valori espressivi (conferma o consolidamento identità) =>
MANSBRIDGE = la ricompensa non è tangibile ma può essere lo stesso percepita come rilevante per a) approvazione dei pari b) fare qualcosa di innovativo c) mantenere un’immagine positiva di sé stessi

TVERSKY-KAHNEMAN 1981 = teoria del prospetto = rilettura in chiave psicologica della teoria della scelta razionale = nella vita reale la decisione del soggetto è fortemente condizionata dal modo in cui gli si prospettano i diversi possibili esiti, se in termini di guadagno o di perdita rispetto a situazione iniziale

ricerca TVERSKY = esempio di decisione di voto durante le elezioni presidenziali di una ipotetica nazione Alpha = si sceglie maggior rischio quando si vogliono evitare o attenuare le perdite

non sono mancate interpretazioni della teoria del prospetto a proposito di decisioni politiche reali, di decisioni di Capi di Stato in politica internazionale = FARNHAM 1992 = crisi di Monaco Roosvelt/Hitler settembre 1938

RIKER-ORDEWSHOOK 1968 = senza uscire dal paradigma della scelta razionale hanno introdotto nella funzione di utilità un fattore D, che sta per “dovere del cittadino” = si andrebbe a votare per principio etico

una spiegazione del voto basata su processi cognitivi è stata spiegata da TVERSKY-QUATTRONE 1984 = [illusione del votante] = chi va a votare avrebbe la percezione illusoria che la propria scelta possa influenzare anche quella degli altri => accade spesso che il soggetto assuma sé stesso come standard di riferimento per interpretare il comportamento degli altri

PALMONARI-ARCURO-GIROTTO 1994 = spigano che un ulteriore fattore che può contribuire all’illusione del votante è [l’efficacia politica] = percezione di poter influenzare gli eventi politici attraverso la propria azione

ADORNO 1950 = [personalità autoritaria] = esame psicologico del pergiudizio razziale, in particolare antisemitismo = l’idea era che le convinzioni politiche, economiche, e sociali di un individuo costituiscano un modello unico di disposizioni stabili dell’individuo

una scala che ovvia a questo limite è la RWA di ALTEMEYER 1981 = affermazioni relative a temi solo indirettamente colelgabili all’autorismo (famiglia, religiosità, moralità, ruolo della donna) con scala 1-6

PRATTO 1994 = SDO = “orientamento alla dominanza sociale” = 14 item da valutare con scala 1-7 per rilevare il grado di dominanza sociale con somma dei punteggi di tutti gli item sotratti quelli degli item 8-14

con la SDO c’è un’apertura sociale che non c’era con l’autoritarismo ma che è parziale = l’identità sociale di TAJFEL-TURNER 1986 è fondamentale, ma è pur sempre na variabile di personalità definitia in mofdo indipendente dalla situazione e dal contesto =>

ROKEACH 1973 = è possibile trovare core values di base che connotano gli obiettivi ultimi di qualunque azione politica come 1) l’uguaglianza sociale 2) l’efficienza economica 3) la libertà individuale => rispetto al costrutto autoritario i valori hanno il vantaggio dipotere essere rilevati in modo meno ambiguo e meno condizionato storicamente e culturalmente

La “scala gerarchica dei valori” di Rokeach è stata ampiamente ripresa da TETLOCK 1986 =

una teoria che ha pretese di universalità è quella di SCHWARTZ 1992 = relativa ai contenuti di valori sia alle loro relazioni di compatibilità o meno => molte verifiche empiriche e accuratezza dell’impainto metodologico = ricerche in 20 paesi ed elenco di 56 valori raggruppati in 10 tipi =
1) apertura al cambiamento VS conservatorismo = autordirezione e stimolazione contro tradizione e sicurezza
2) autotrascendenza VS autoaffermazione = universalismo e benevolenza contro potere e successo

ci può essere interessante rovesciamento = ciò che viene studiato non è più come il sistema di valori influenza le posizioni politiche, ma come il sistema politico nel quale il soggetto vive può influenzare il sistema di valori => prospettiva BARDI-SCHWARTZ 1996

livelli di svilupop del ragionamento morale di KOHLBERG 1963 =
1) preconvenzionale = le regole sono percepite come qualcosa di esteerno dal soggetto, qualcosa che comporta dei premi o delle punizioni e che quindi è necessario conformarvisi
2) convenzionale = conformazione alle regole socilamente approvate, perché attivamente sosstenute e giustificate => giustificazione dell’ordine sociale
3) postconvenzionale = norme morali dei soggetti legate a un sistema di principi astratti e vallori universali: il soggetto identifica la moralità con la giustizia e con il riconoscimento dei diritti degli altri => spinta verso principi morali autonomi

EMLER-RENWICK-MALONE 1982 = vogliono dimostrare che l’ipotesi Kohlber della morale che influenza è sbagliata, per mezzo della maggiore plausibilità delle ipotesi 2 e 3 = conferma ulteriore che conservatori e progressisti tendono a dare due livelli di risposte, ma i conservatori sanno predire le risposte dei progressisti = la differenza tra ragionamento convenzioanle e postconvenzionale non è tanto nella struttura del ragionamento ma proprio una differenza di contenuti legata all’orinetamento ideologico

ma tale conclusio ne non implica comunque un rigetto completo dello studio di Kohlberg = EMLER-RENWICK-MALONE dicono che la sequanza evolutiva di Kohlberg si può anche accettare, ma quando si arriva agli stadui più elevati non si può parlare solo di questione cognitivo-evolutiva, ma anche di questione ideologica e legata ad uno specifico contesto

l’orientamento politico conservatore-progressita è stato messo in relazine anche con lo stile cognitico dei soggetti = TETLOCK 1993 = “indice di complessità integrativa” = combinazione di
1) grado di differenziazione = numero di dimensioni distinte di un problema èprese in esame da un soggetto
2) grado di integrazione = numero di connessioni che il soggetto stabilisce tra le varie dimensioni del problema individuato
=> è evidente che i due gradi sono collegati perché il numero di dimensioni individuate condiziona il numero di connessioni che si possono stabilire
=> però non è ddetto che chi individua molte dimensioni sia in grado di fare moolte connessioni

IYENGAR-OTTATI 1994 stanno attenti al ruolo giocato dai media, anche per mezzo dll’accessiboilità (recenza e frequneza)

però non siamo tutti sensibili allo stesso modo sull’influenza dei media = vulnerabilità e resistenza indagata da KROSNICK-BRANNON 1993 =
a) la maggior resistenza all’influenza è stata di chi aveva alta conoscenza, alto interesse e alta fruizione: le tre variabili sono infatti collegate =>
b) però chi ha un’alta conoscenza della politica, questa da sola, non è garanzia di maggiore resistenza = ciò perché hanno un’immediata comprensione dei messaggi, e ciò può aumentarne l’effetto priming, se non accompaganta da un alto interesse

DAVISON 1983 = conferma che si sovrastima l’influenza su terze persone e si sottostima sulla propria = forte bisogno di avere un pieno controllo sulle propeie azioni, in modo di accrescere la propria autostima =>

DUCK-HOGG-TERRY 1993 = hanno indagato influenza dei media nella campagna elettorale Australia 1993 = il grado di differenziazione sull’influenza varia in funzione di quali altri si parla e quindi del loro grado di identificazione col partito o meno: una più forte identificazione coincide col fatto di giudicare i membri del proprio partito meno influenzati
=> ciò è coerente con i presupposti Tajfel-.Turner sulla teoria dell’identità sociale o categorizzazione del sè

SEARLE-GRICE = studi sulla componente pragmatica dle linguaggio = la possibilità di disambiguare un testo è favorita dall’esame del contesto e comunque resta sempr un’area di opacità del linguaggio

in questo, come dimostrano i CARON, anche la situazione del monologo può essere studiata come dialogo

BULL-MAYER 1993 = ricerca su otto interviste della Tatcher e di Kinnock, nelle quali la % di non risposte era stata per entrambi superiore al 50%

CONVERSO-DEPICCOLI = Analisi Proposizionale del Discorso – ADP = la proposizione (costituita da argomento e predicato, ciò che si afferma sull’argomento) viene assunta come unità di base per individuare i referenti nodali (punti principali) dle discorso; si utilizzano poi diverse categoriae di analisi come indicatori delle strategie discorsive, come verbi, avverbi, congiunzioni

REICHER-HOPKINS 1996 = studiano i discorsi di Tatcher-Kinnock nei loro Conressi, incentrati sulo scipero dei minatori inglesi 1984-85 = l’azione collettiva è vista in buona misura come derivante dallo sviluppo di una identità collettiva, e perciò è imporatnte vedere come nasce questa identità => si ricercano tracce nelle produzioni discorsive dei soggetti con rifermiento a Tajfel-Turner =
1) si cerca di creare identità consonante con orientamento del prorpio partito e dissonante con orientamento del partito opposto
2) definire il contesto in modo da includere il maggior numero possibile nell’ingroup
3) definire le proposte politiche in mdoo che siano onsonanti con l’ingroup

eventi = altra ricerca di REICHER 1996 sull’esame del libguaggio = modificazione delle percezioni ingroup ed outgroup nel corso degli eventi =
à episodio della “battaglia di Estminster 24.nov.1988: Unione Nazionale Studenti contro la proposta di sostituire i sussidi agli studenti con prestiti agevolati

ricerca di COLUCCI-CAMUSSI 1996 = “senso comune” = analogia con la rappresentazione sociale di Moscovici 1961 = netrambe le nozioni riguardano il modo di ragionare della gente comune e della vita quotidiana (con i relativi processi di elaborazione e semplificazione), ma non dstudiati nella prospettiva intraindiviaduale cognitiva ma in un contesto interattivo => torna l’effetto terza persona
à analisi della campagne elettorali politiche 1994 e amministrative 1996

TAJFEL-TURNER 1986 = [“teoria dell’identità sociale”] = nel corso dello sviluppo ciascun individuo comprende di essere una 1) unità distinta dagli altri (soggetti non indifferenziati ma con propria unicità) e 2) continui e stabili nel tempo (con costanti e loro possibilità di mutamento) => ma il soggetto è riginariamente sociale: è sin dalla nscita inserito in una rete di rapporti con gli altri e parte della sua identità sarà determinata dall’appartenenza a gruppi (già date ed altre)

gli sviluppi proposti dagli alliievi di Tajfel riguardano la [“categorizzazione del sé”] = minore accento sul perseguimento dell’identità positiva e maggiore sulla componente cogniticva dell’identità = esigenxza primaria di definirsi in modo chiaro e distinto, autodefinizione che sarebbe ancora più presante di avere connotati positivi => il soggetto potrebbe preferire di sentirsi appartenente ad un gruppo non connotato positivamente ma ben definito [ABRAMS-HOGG 1988]

il voto non è la forma più importante di parteciapzione politica, ma è la più facilmente analizzabile = spiegazioni del comporatmento di voto di KINDER-.SEARS 1985 =
1) identificazione col partito = prima spiegazione storica a valenza psicologica
· “The American Voter” di CAMPBELL 1960 parla di identificazione del partito, che è variabile psicologica e soggettiva, e non oggettiva
· deciso cambio di interpretazione rispetto a quella prevalente di LAZARSFELD-BERELSON-GAUDET 1948 = la scleta di voto poteva essere predetta sulla bese di variabili sociodemografiche
· l’identificazione col partito coincide per CAMPBELL la scarsa conoscenza e l’incoerenza in ambito politico = i osggetti non si impegnano in un esame razionale perché le loro scelte sono di matrice affettiva
· CAMPBELL mette in evidenza il tema dell’influenza familiare ma anche il fenomeno: il votare sempre per lo stesso partito
2) voto basato sui candidati = si ricordi la ricerca NES si MILLER-WATTEMBERG-MALANCHUK 1986: i tratti attribuiti ai candidati sono il fattore più spesso ricorrente nei commenti
3) voto basato sulla prestazione = valutazione del comporatmento di un partito/governo nel passato più o meno recente, importante per poter effettuare previsini => ma KINDER-SEARS 1985 ci dicono che un simile criterio può essere adottato solo in momenti particolari =
A) un voto di protesta
B) una situazione di emergenza
4) voto basato su temi politici = panorama di informazioni più ampio rispetto al voto di prestazione perché si riferisce non solo al passato ma anche ai programmi

modelli sviluppati in questo ambito contrapposti nella fase iniziale al pessimismo del Michigan model
· A) [“modello del consumatore”] di HIMMELWEIT 1985 = ricerca sul comportamento di voto in UK dove si rileva sostanziale coerenza tra le posizioni dei cittadini sui temi e suyi programmi = il voto è sempre più spesso determinato dall’accordo contingente con le posizioni di un partito piuttosto che dall’identificazione con il partito, che trasforma l’elettore in consumatore perché sceglierebbe in funzione dell’esigenza del momento
· B) [“modello ideologico”] di HEAT-JOWELL-CURTICE 1985 = sempre UK, per loro non c’è tanto accordo su temi specifici, quanto condivisione di credenze più generali => delineate in 2 dimensioni =
a) uguaglianza VS disuguaglianza
b) conservatorismo VS progressismo

· ABRAMS-EMLER 1992 = la scelta di voto si basa su valori espressivi come quello di esprimere la proprià identità, piuttosto che su valori strumentali come trarre benefici
=> questa ipotesi è stata formulata per spiegare le differenze regionali
=> la rilettura dei due studiosi è psicosociale = la sociologia ha precisato i termini della relazione regione-voto, la psicologia sociale indaga i fattori psicologici sottesi a questa relazione
a) motivazione strumentale (benefici a proprio favore, crescita settoriale,…)
b) motivazioni espressive (esprimere identità regionale ocme Lega Nord o PDS,…) => non è ipotizzabile sempre, ma solo in ambito regionale, percheè il soggetto deve ritenere di possedere quegli attributi tipici
ricerca SIMON-KULLA-ZOBEL 1995 sul regione tedesca Saarland =

ABRAMS 1994 ipotizza che i valori espressivi di identificazione col partito, siano maggiori quando il partito è di minoranza e strumentali con partito di maggioranza , secondo la teroia della distintività ottimale di Brewer 1991 (gruppo medio) = se il gruppo ottimale è in minoranza manca l’identità positiva perché la mancanza di potere non è positiva, però non va dimenticato che il gruppo “ben definito” più importante di quello “positivo”

ricerac SMITH-TYLER 1996 = dimostrano come l’interesse di gruppo può coimpetere o prevalere su quello individuale =
à non si occupano del comporatmento di voto ma degli atteggiamenti sulle politche del governo
à campione di bianchi sul potere dfel Congresso di emanare leggi su assunzioni e licenziamento nell’impresa privata di favorire un soggetto di razza nera, con scala 1-7

BREAKWELL = le indagini condotte suoprattutto su giovani nei paesi occidentali rilevano un’evidente tendenza a non coinvolgersi nella vita politica

BYNNER-ASHFORD = l’associano a fenomeno più generale di cirsi delle ideologie e dei partiti, e dal ricercare modalità di coinvolgimento nella vita pubblica non mediate dall’appartenenza partitica => il quadro include sindacati, ambientalisti, gruppi di categoria, volontariato

MILBRATH 1965 = rileva il continuum che va da un livello minimo di attività (essere esposti a stimoli politici) ads uno massimo (detenere cariche pubbliche o di partito) => in questa scala gerarchica le attività superiori includono quelle inferiori

comunque tutte le ricerche che hano evidenziato più dimensioni della partecipazione sono state sottoposte da KELLOWAY-BARLING 1993 alla critica metodologicadi accentuare differenze che in realtà non sarebbero così rilevanti => l’utilizzo di uan scala gerarchica su dimensione unica di Milbrath (non divisa) sembra nella maggior parte dei casi adeguata

derivazione dalla sociologia dell’organizzazione di MCCARTHY-ZALD = in molte circostanze lke persone possono acquisire la consapevolezza di avere interessi in comune con latri ma che al momento non si ha e si ritiene di aver diritto (es. migliore riconoscimento economico per una categoria di lavoratori)

negli anni successivi le critiche rivolte a ciò si sono concentrate nei due punti di KELLY =
a) l’accento sulle organizzazioni ha condotto ha sottacere il come e il perché nascono e si sviluppano
b) la teoria della scelta razionale ha fatto pensare solo e sempre alla motivazione dell’interesse individuale => si è giunti da un individualismo radicale svincolato dal rapporto con gli altri e dal contesto in cui agisce
2) approccio sociocotsruttivista =
· ciò rimanda direttamente a MOSCOVICI 1961 e alla “teroia delle rappresentazioni sociali”, e all’accento che da questa viene posto sulla costruzione socialre dei significati e sulla loro condivisione, ma anche a TAJFEL-TURNER

l’azione collettiva per molto tempo è stata vista come guidata da processi irrazionali e automatici, derivanti solo dalla psiche individuale => LE BON, “La psicologia delle folle”

Le Bon trova conferma anche nell’approccio psicanalitico di FREUD, “Psicologia delle masse e analisi dell’Io” 1921 = il cokmportamento pubblico in situazioni di questo tipo non è che un modo di proiettare verso oggetti esterni un’aggressività rivolta inizialmente verso oeggetti intern, e quindi potenzialmente molto pericolosa per la salute mentale e l’incolumità della persona

SMELSER nel “Manuale di sociologia” 1981 individua nell’azione collettiva 3 principali cambiamenti =
1) spostamento di attenzione dall’esame dei processi irrazionali a quelli razionali e nintenzionali
2) spostamento da attivazione di processi auotmatici a influenza complessa di più eventi concatenati
3) passaggio dall’approccio psicologico all’approccio sociologico => che vede nelle condizioni sociali e non più individuali la causa scatenanate dell’azione collettiva
l’approccio individuale di Le Bon sulla folla viene riletto in chiave psicolosociale, come dimostra la ricerca di REICHER 1996 sulla “battaglia di Westminster” = l’origine del comportamento della e nella folla è da ricerfcare non nei processi individuali o irrazionali ma nel contesto sociale in cui si manifesta
1) locus of control = ROTTER 1966 = aspettativa generalizzata in base alla quale il soggetto può essere orientato o meno a riteneree che la propria azione sarà determinante o meno per il conseguimento dei propri scopi
· A) interno = soggetti che percepiscono gli eventi come una conseguenza del proprio agire
· B) esterno = soggetti che percepiscono gli eventi come estranei al proprio agire
· quale delle due condizioni sia più correlata all’azione collettiva non è stato ancora chiarito
· tale dicotomia fa sì che sia impossibile prevedere la relazione locus of control/azione collettiva
2) efficacia politica = CAMPBELL-GURIN-MILLER 1954 = sensazione che l’azione politica individuale abbia un impatto sul processo politico, che valga la pena di compiere il proprio dovere di cittadino
· non è chiaro se l’accento sia posto sul sistema politico o sull’individuo
· di conseguenza l’efficacia politica è stata vista da BALCH-SHINGLES come costituita da 2 dimensioni =
A) esterna = percezione di efficacia che deriva da componenti esytrene all’individuo => vi rientra la “fiducia nel sisetma”, la convinzione che il governo possa e voglia rispondere ai bisogni dei cittadini
B) interna = efficacia che deriva dalla propria forza o debolezza => “autoefficacia”: rapporto tra motivazione/azione che usa il modello valore-aspettativa di BANDURA 1977 (previsione del soggetto per esiti futuri)
à a) espettative di competenza = capacità di mettere in atto una certa azione politica; basate su una valutazione delle difficoltà dello scopo rispetto alle risorse cognitive del soggetto
à b) aspettative di risultato = probabilità che l’azione politica abbia successo; basate sul risultato
· si ricordino anche i rapporti conoscenza/azione: l’autoefficacia gioca un importanet ruolo di mediazione => importanza della competenza cognitiva, ma anche possesso o percezione del possesso del potere di compiere quell’azione
· può lasciari perplessi che il soggetto valuti solo la propria autoefficacia e non quella dei soggetti vicini a lui, perché l’azione collettiva deriva dal coinvolgimento di più persone =>ANDREWS-KLANDERMANN parlano infatti di “efficacia di gruppo” = apsettative sia di competenza che di risulatto (a e b) che il soggetto ha verso gli altri potenziali o effettivi parteciapanti all’azione politica
à valutazione della probabilità che gli altri oltre a me compiano l’azione
à valutazione della competenza degli altri ad agire
à valutazione della probabilità che l’azione abbia successo se molti parteciperanno
3) orientamento individualista/collettivista = sviluppato soprattutto nell’ambito della ricerca crossculturale di TRIANDIS, effettuate su persone di vari paesi e diversi temi = c’è un denominatore comune all’interno di una setssa cultura, che tende a stabilizzarsi nel singolo fino a trasformarsi in una vera e propria caratteristica della personalità
· costrutto indagato per le differenze fra le varie culture ma non fra gli individui di una stessa cultura
· si può ipotizzare che dato per scontato un livello base di individualismo o collettivismo in una cultura, i singoli individui possano conformarvisi o differenzirvisi in gradi diversi
· nello studio della relazione con l’attività politica HINKLE-BROWN 1990 indicano che chi ha un orientamento collettivista ha più probabilità di partecipare e impegnarsi nell’azione collettiva
4) deprivazione relativa = una delle determinanti principali dell’azione politica sembra essere la percezione del soggetto di subire ingiustizie, discriminato, privato di qualcosa di cui ha diritto, non in termini assoluti, ma relativi, rispetto ad altri individui o gruppi
· alla fine degli anni 40 alcune ricerche di STOUFFER hanno indagato le relazioni fra classe sociale/status e deprivazione relativa
· FOLGER-ROSENFIELD-ROBINSON 1983 = 3 condizioni per parlare di deprivazione relativa =
1) desiderare qualcosa che non si ha e che si ritiene importante
2) sentirsi in diritto di avere questo qualcosa
3) non attribuire a sé stessi la colpa di non averlo, ma anzi avere la percezione che altri abbiano determinato questa carenza
· distinzione = a) deprivazione “egositica” = l’individuo sente di essere discriminato, b) deprivazione “collettiva” = l’indivisduo sente che l’ingroup è discriminato =>
· è la deprivazione collettiva che può essere una determinante dell’azioen collettiva = una carenza individuale può essere risolta in vari modi, ma uan di gruppo può percorrere le vie istituzionali
· c’è una componente cognitiva: l’ampiezza della deprivazione + componente affettiva: percezione dell’intensità della deprivazione
· il fatto che la deprivazione deriva dal contesto sociale ha affinità con la teoria di Tajfel-Turner

· come rilevano HINKLE-BROWN 1990 può dipendere dal tipo di gruppo perché ve ne sono alcuni ad orientamento individualista ed autonomo (pesca sportiva, tennis, golf, trekking,…)

anche TAJFEL-TURNER individuano gruppi caratterizzati da status differente =
1) che detengono il potere [high status] = benefici materiali, ma anche identità sociale positiva ed alto livello di autostima
2)caratterizzati da mancanza di potere [low status] = l’appartenenza dovrebbe essere più problematica perchè non derivano vantaggi immediati.

risposta degli individui low status per modificare la situazione ad high status =
1)mobilità individuale = possibile solo nel caso di un certo grado di permeabilità
2)creatività sociale = cerco dimensioni di confronto con l’outgroup che non siano penalizzanti con la mia identità => ricerca di VAN KNIPPENBERG 1978 =
à l’istituo tecnico meno prestigioso per riallinearsi spostava il confronto con quello più prestigioso su temi diversi dalla pura competenz scientifica, come la competenza pratica
à non veniva negata l’evidenza, ma al tempo stesso si salvaguardava l’identità sociale positiva
à al contarrio della mobilità individuale questa è una soluzione di gruppo che però mantiene invariate le posizioni dei gruppi
3)competizione e cambiamento sociale = cerco di cambiare lo status quo ingroup => TAJFEL-TURNER sottolineano che è solo questa strategia a creare conflittualità, e viene messa in atto quando si percepisce instabilità e illegittimità della gerarchia sociale attuale = c’è perciò una deprivazione relativa ed è qquesta quindi che può condurre all’azione collettiva
à anche se l’azione collettiva è solo una delle possibili azioni =>

modello TAYLOR-MCKIRNAN 1984 = si ipotizza una sequneza di svilupop delle relazini intergruppo in 5 stadi (riiassumibili in tre) =
A) condizione di stratificazione sociale iniziale con chiara identificazione gruppi low e high status
B) gli individui dei gruppi low status tentano di inserirsi nei gruppi high status per avere un’identità sociale positiva => soluzione indivuidualistica!
C) se il tentativo fallisce per impermeabilità il low status ha piena coscienza delal sua posizione, e ciò lo indurrebbe a intraprendere un’azione collettiva allo scopo di modificare la situazione di potere del gruppo stesso => anche se inizialmente non lo scopo non era cambiare l’ingroup ma l’outgroup

ricerca KELLY-KELLY 1994 = l’identità di gruppo è ruisultata il predittore più importante in assoluto, (e solo per la partecipazione “facile” è stato importante l’orientamento collettivista e la percezione stereotipata dell’outgroup)
à questionario a campione di sindacalistri per indagare i fattori associati alla volontà di parteciapre all’azione collettiva

ricerca KELLY-BREINLINGER 1996 = anche qui l’identità di genere è il migliore predittore
à obiettivi uguali alla ricerac Kelly-Kelly ma questa riferita alla donna
inoltre KELLY-BREINLINGER hanno infdagato l’eventuale effetto moderatore = ipotesi che
A) dove c’era identità di gruppo forte la partecipazione sarebbe maggioramente determinata da fattori sociali come la percezione di disuguaglianza o la deprivazione relativa
B) con identità di gruppo debole la determinante era data da fattori individuali come l’efficacia personale
à distinziaione in due gruppi a seconda della alta o bassa identità sociale
à la deprivazione relativa è predittore inmportante per gruppi a forte identità, mentre tutti gli altri fattori per gruppi a debole identità

ricerca CATELLANI 1996 = confronto fra determinanti psicosociale dell’attività sindacale con quelle dell’attività di partito = gli attivisti sindacali hanno a) identità b) efficacia c) conflitto outgroupdi gruppo molto più alte =>sia nel partito sia nel sindacato hanno peso fattori connotati socialmente ma certe caratteristiche del sindacato come l’agire localmente fa sì che la determinante principale diventi l’identità di gruppo

Fonti:
Psicologia Politica, Patrizia Catellani, Il Mulino

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