· non è disciplina nuova ma tradizione empirica consolidata, anche fuori USA (maggior sviluppo)
· l’Italia è un paese a riflessione teorica e ricerca empirica in crescita
· ciò che i soggetti sanno di politica non dipende dalle infos cui sono esposti ma dalla interpretazione di queste
· gli atteggiamenti a riguardo della politica si fondano anche su esperienze extracognitive (emozioni, esperienze,…)
· la lettura è alternatva rispetto a quella dominante proposta dalle teorie economiche e basata sull’idea dell’uomo come decisore razionale, guidato dal perseguimento del proprio interesse personale
· a questo approccio si sostituisce gradualmente di uomo decisore per mezzo di fattori di natura cognitiva e sociale
· per arrivare a ciò ci si è basati sui risultati della ricerac empirica
· c’è una dimensione ideologica (destra-sinistra) e altri principi e valori che risultano fondanti per le scelte politiche
· c’è poi l’influenza dei media e come questa viene percepita dai soggetti, anche per mezzo del linguaggio politico (comunicazione politica)
· la partecipazione politica riguarda sia il comportamento di voto sia altre forme di azione collettiva
· si privilegiano inoltre i fattori piscolosociali coinvolti nella partecipazione con particolare riguardo alla teoria dell’identità sociale di TAJFEL-TURNER 1986
· argomenti = 1) definizione psicologia politica 2) conoscenza e atteggiamento politico 3) “uomo decisore” basato su ricerca empirica 4) dimensione ideologica 5) comunicazione politica 6) partecipazione politica e identità sociale
L’area di studio della psicologia politica
· 5 settembre 1996 = marcia sul Po della Lega Nord per la costituzione della Padania di Bossi => la psicologia potrebbe spiegare perché i dirigenti hanno agito come agito , qual era la percezione di loro stessi in quel monento, come si sono sviluppate nel tempo queste percezioni, quali sono le idee e i valori ultimi =>
· [psicologia politica] = studia le rappresentazioni e azioni dei potenziali o attuali attori della politica, cioè di qualunque cittadino, leader o membro di gruppi che abbiano fini di carattere pubblico o collettivo = HERMANN 1986-LARRUS 1994-AMERIO 1996
· il soggetto non è astratto ma concreto = all’interno di una certa realtà che influenza e di cui ne è influenzato
· è proprio attraverso l’azione che il soggetto entra in relazione con l’ambiente esterno e con gli altri
· e una delle funzioni della politica è prorpio quella di regolare la distribuzione di risorse e potere individui/gruppi
· la CATELLANI considera la politica come uno degli ambiti di applicazione della psicologia sociale =>
· distInzione di LARRUS 1994 =
1) ricerche di psicologia sociale estese all’ambito politico = l’attore della relatà politica porta con sé alcune caratteristiche che gli sono proprie anche come attore della realtà sociale più generale
" si possono coprire tutti i temi classici della psicologia sociale attraverso il contesto politico
" FISKE-PAVELCHAK 1986 = distinzione a) piecemeal = il giudizio su una persona viene fondato su singoli elementi di conoscenza b) schematiche = giudizio fondato su più conoscenze strutturate e organizzate =>
" perciò in alcune circostanze ci possiamo fare un’idea sul candidato politico su singole caratteristiche che rimandano ad altre analoghe viste su altre persone in precedenza, oppure sulla base di una categoria
2) ricerche di psicologia sociale della politica = l’accento viene posto sulla specificità del contesto politico = GHIGLIONE 1989
" è vero che ci sono dei processi di base, ma gli attori politici hanno peculiarità
" lo specifico contesto politico porta con sé conseguenze = a) scopi b) ruoli c) regole e vincoli
· la distinzione fra i due tipi di ricerche non va intesa in senso rigido => poi in entrambi i casi la dimensione sociale viene assunta come costitutiva della politica
· lo sviluppo della disciplina è stato finora ineguale dal punto di vista territoriale = + USA – UE e Italia
· UE = interesse prevalente per l’ideologia e per le istituzioni VS USA = impostazioone più funzionalista che vede il sistema politico come insieme di relazioni e come espressione dei leader e opinione pubblico [v. assenza partiti!]
· l’accetto USA è perciò sui soggetti della politica = collaborazione incessante fra politologi e psicologi, anche con percorsi universitari ad hoc per la preparazione di specialisti in psicologia politica
· cenni storici =
1) 1940-1950 = fattori psicobiografici in politica = FREUD-LASSWELL-BERBER-MASLOW =
" studi fondati essenzialmente sul patrimonio interpretativo lasciato dalla teoria psicanalitica
" opere di FREUD come [“Futuro di un’illusione”, 1927] o [“Disagio della civiltà”, 1929] = gettano le basi
" sono importanti anche le spicobiografie di personaggi del passato come il saggio di Freud su Leonardo = offrono una metodologia di ricostruzione della personalità =>
" la psicobiografia costituisce il lavoro di LASSWELL 1930 e 1948 = si propone di spiegare perché alcune persone e non altre si impegnano in politica = A) ansie irrisolte del proprio ego B) scarsa stima di sé, tanto che si rivolgono all’esterno per cercare le conferme che non trovano all’interno di sé => l’attivitò politica sarebbe funzionale alla risoluzione dei conflitti interiori: si spostano tali conflitti privati su oggetti pubblici
" BERBER 1985 = tipologia della personalità nella quale colloca i diversi Presidenti USA e cui cui spiega i loro successi ed insuccessi (ad es. Wilson, Johnson, Nixon “attivi negativi”: scarsa stima di sé, che non cambiano strategia politica nemmeno quando segnali evidenti suggeriscono di sì
" MASLOW 1954 = modello motivazionale = attività politica in alto nella piramide, intrapresa solo quando i bisogni primari sono stati soddisfatti => soggetti ad alta stima di sé [contrasto con Lasswell-Berber]
" critiche di SEARS 1987 sull’approccio psicobiografico = A) l’approccio fornito nel caso dei leader non vale per i militanti, studiati attraverso il questionario B) accento esclusivo sul carattere-aspetti interni, senza analisi delle componenti ambientali = errore fondamentale di attribuzione di ROSS 1977: ruolo accentuato sui fattori disposizionali e poco su quelli situazionalI
2) 1960-1970 = opinione pubblica e comportamento elettorale = CAMPBELL&CO.-DOWNS =
" i protagonisti della politica sono anche i cittadini la cui influenza appare soprattutto col voto
" per questo inizia l’interesse della psicologia politica sul comportamento elettorale atteggiamenti cittadini
" dal 1952 l’Università del Michigan effettua ogni 4 anni indagine su vasta scala per monitorare i cittadini = NES [National Election Study], indagine che a tutt’oggi costituisce preziosa fonte
" si passa così dallo studio delle elite allo studio dell’opinione pubblica = l’idea impplicita è che i soggetti non reagiscono direttamente alla realtà che li circonda, ma si costruiscono delle rappresentazioni in genere stereotipate e semplificate
" a partire da questo indagine di CAMPBELL&co. 1960 sull’elettore USA = [“The American voter”] = estendere all’ambito politico la nozione di atteggiamento, prima sviluppato solo in psicologia sociale, anche se è percettibile ancora la fase precedente sulla nozione di atteggiamento =
a) si fa risalire alla personalità e cioè all’età evolutiva lo svilupop di atteggiamenti che nel corso dell’età diventano stabili e resistenti al cambiamento
b) la socializzazione, e soprattutto la famiglia, giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo di una identificazione con il partito
c) così il voto non sarebbe basato su esame obiettivo ma su comportamento irrazionale su spinta interna
d) dopo aver verificato che la gente comune possiede informazioni davvero scarse sulla realtà politica e nemmeno si preoccupa di raccoglierle perché è più interessata alla vita privata = povertà cognitiva
e) il soggetto si limita ad adattare così le poche informazioni alle idee già preconcette che ha
" la nozione di “identificazione col partito” verrà messa in crisi con i nuovi paradigmi per mezzo del nuovo comportamento di voto anni ’70 = spostamento di voto da un partito all’altro
" la visione di Campbell dell’homo politicus irrazionale è da contrapporsi a quella razionale di DOWNS 1957 = [“Una teoria economica della democrazia”] = l’elettore anche se dispone di informazioni parziali ha comunque la possibilità di decidere in modo razionale per via della “massima utilità attesa”
3) 1980 = social cognition = LAU/SEARS-SIMON =
" estensione dell’approccio cognitivista nell’ambito della psicologia politica = la questione non è più tanto solo cosa pensa un soggetto di un certo candidato o se lo voterà, bensì attraverso quali processi mentali
" la ricerca della social cognition crea il filone della political cognition grazie a LAU-SEARS 1986
" dalla social la political elabora diverse fasi di elaborazione delle informazioni = A) codifica B) organizzazione C) recupero => diverse ricerche effettuate in ambito politico finiscono con replicare i risultati di altri ambiti
" razionalità limitata SIMON 1983 = un soggetto attivo seleziona ed elabora le informazioni provenienti dall’ambiente esterno compatibilmente con vincoli oggettivi provenienti da mente umana => questa versione è nuova rispetto agli studi precedenti (uomo completamente irrazionale ed emotivo) ma anche rispetto all’uomo completamente razionale (come si è visto nell’applicazione delle teorie economiche all’ambito politico)
" così si afferma la definizione di uomo come [economizzatore cognitivo] = economizzazione delle energie mentali tramite scorciatoie e semplificazioni, così da assolvere al compito conoscitivo ma senza elaborazione completa delle informazioni disponibili
" questo modello è funzionale all’obiettivo di conoscenza della realtà, ma c’è il rischio di distorsioni sistematiche nel giudizio (bias)
4) 1990 =
" 1) sviluppo del tema della conoscenza politica della razionalità limitata anni ’80 ma con più marcata attenzione sul contesto = sul dove i processi di conoscenza vengono messi in atto
" si analizzano i limiti del “sistema di elaborazione” che variano a seconda di diversi fattori = a) motivazione b) scopi c) ruoli d) regole e vincoli
" allontanamento dal modello cognitive miser-economizzatore cognitivo per avvicinarsi al [tattico motivato] di FISKE-TAYLOR 1991 = i processi cognitivo possono variare in funzione di ciò che li origina e della meta cui sono diretti
" non is tratta più di minimizzare o di ignorare, ma semmai di sottolineare la specificità
" 2) maggiore attenzione al contesto significa anche maggiore attenzione a variabili originariamente sociali = abbandono di una prospettiva individualistica (pur sempre valorizzando le specirficità) e aasunzione di una propsettiva più strutturalmente sociale
La conoscenza e gli atteggiamenti politici
· il problema non è della mancanza di informazioni ma quello della sovrabbondanza
· di fatto però le informazioni poliiche cui si accede sono molto inferiori delle esistenti => selezione =
1) fase uno = media
2) fase due = esistenza di ciascun soggetto ma indipendente dalla sua volontà (ambiente familiare, scuola,…) => con anche “esposizione involontaria all’informazione”
3) fase tre = selezione volontaria del soggetto = limitazione numero informazioni cui si presta attenzione
4) fase quattro = salienza delle informazioni
· il modo in cui l’informazione viene codificata avrà effetti su succesive fasi di organizzazione e recupero
· in genere confrontiamo un’informazione con concetti già noti e poi le attribuiamo un significato = richiamo dalla memoria a lungo termine MLT nella memoria a breve termine MBT
· l’accessibilità di un concetto è proprio la probabilità che questo venga richiamato nella MBT =>
1) recenza = un concetto da poco richiamato nella MBT rimane per un certo tempo più accessibile di altri
" ciò che avviene in modo sposntaneo viene risprodotto sperimentalmente nelle ricerche psicologiche attraverso la procedura del [priming] = si propongono ai soggetti situazioni-stimolo allo scopo di innalzare l’accessibilità di certi concetti
" la ricerca di YOUNG è indagato ilriferimento al concetto di “interesse personale” su temi politici
2) frequenza = se un concetto viene frequentemente attivato ciò fa si che la sua accessibilità sia cronicamente alta e basta poco per richiamarlo nella MBT
" se il concetto è attivato sia frequentemente sia recentemente i due effetti si sommano, ma non coincidono = l’accessibilità dipende dal tempo intercorso tra priming e soggetto = BARGH-LOMBARDI-HIGGINS 1988 =
a) nel breve periodo prevale il priming
b) nel lungo periodo prevale la frequenza, nel senso che decade il concetto attivato col priming
3) obiettivi = che il soggetto persegue nel momento della codifica
" i cognitivisti hanno avanzato l’ipotesi che anche gli obiettivi sono depositati in memoria, e che a ciascuno di essi si colleghino blocchi di informazioni utili al conseguimento dell’obiettivo stesso = WYER-SRULL 1986
" ma ciò è difficile da indagare perché più obiettivi possono competere o coesistere a livelli gerarchici diversi (breve, medio, o lungo)
· c’è comunque la difficoltà di distinguere se un concetto è accessibile per gli obiettivi o per la frequenza
· vi possono poi essere momenti in cui l’atenzione si rivolga soprattutto alle persone (come in campagna elettorale) oppure ai temi => e ciò non preclude che possano esservi dei legami
· la ricerca sulla percezione degli uomini politici è stata favorita da progressi nella social cognition
· le informazioni di cui teniamo conto di possono ridurre a tre categorie = 1) appartenenza partitica 2) posizione su temi politici 3) caratteristiche personali
· MILLER-WATTENBERG-MALANCHUK 1986 = analisi dei dati NES pre-elettorali USA, specie riguardo ai commenti liberi sui candidati
" è stata calcolata la % riconducibile a una delle tre categorie
a) pur essendoci variabilità tra tornate elettorali i commenti relativi a tratti personali quasi sempre prevalgono
b) l’importanza dei tratti è ancora maggiore perché smebra rimanere una costante anche rispetto alla diversità delle condizioni politiche [anche se è abagliato generalizzare perché in altre nazioni potrebbe essere diverso]
c) tratti personali salienti = in ordine =
1) competenza (intelligenza, abilità come leader, comprensione di temi politici)
2) integrità (onestà)
3) affidabilità (fede nella parola data, deciso)
4) carisma
5) caratteristiche personali (età, religione, situazione economica)
· altri ricercatori tra cui OTTATI 1990 e RIGGLE 1992 hanno ulteriormente indagato il peso delle informazioni sui candidati, con indagini più strutturate, anche con informazioni non spontanee come i commenti => BUDESHEIM-DE PAOLA 1994 =
esperimento 1) = giudizio appare influenzato in maniera simile sia dalle info sulla personalità che da quelle sull’aspetto fisico, e quest’ultimo, anche se non compore nei commenti spontanei, può avere ruolo di rilievo
" venivano fornite brevi descrizioni favorevoli o sfavorevoli
" veniva mostrata fotografia candidato attraente onon attranete
" veniva chiesto di esprimere giudizio su una scala 0-10
esperimento 2) = conferma che le notizie sull’aspetto fisico sono rilevanti, perché il grado di accordo con le posizioni dei candidati ha meno peso sul giudizio quando i soggetti hanno anche informazioni dell’immagine
ci si poteva aspettare che i soggetti giudicassero il dato meno ambiguo della posizione sui temi, ma così non è stato => la contraddittorietà delle informazioni sull’immagine fa sì che l’attenzione vada su di esse e quindi divengano le affermazioni più accessibili alla mente
" si doveva verificare se i soggetti erano più inclini a basarsi su imagine del candidato (aspetto fisico e personalità piuttosto che sulle posizioni nei temi politici
" si dicevano le loro posizioni di voto su 12 provvedimenti votati in Parlamento
" avevano informazioni su aspetto fisico e personalità
· dato il peso delle caratteristiche della personalità ci si chiede se questo può essere influenzato dal grado di competenza politica del soggetto = MILLER-WATTENBERG-MALANCHUK 1986 sempre nella ricercas del NES hanno misurato la competenza col grado di istruzione dei soggetti (non diretta) e hasnno visto come quelli con più alto grado basano i giudizi sui tratti del’immagine uguale o più a quelli di bassa
· quindi le caratteristiche della persona sono più rilevanti delle idee
· LAVINE 1996 = fa una ricerca sui temi politici e vede come quelli di politica interna sono più salienti sul piano personale e più accessibili, mentre quelli di estera più salienti sul piano nazionale ma meno accessibili; è probabile che la decisione di voto sia più coerente con i temi interni che esteri
" elenco di 7 temi di politica interna (aborto, pena di morte, disoccupazione,…) e 7 di estera (difesa, Golfo, diritti dei Palestinesi,…)
" si chiedeva di metterli in ordine di importanza due volte: una sul piano personale, una nazionale
" poi in sequneza casuale ha chiesto il giudizio su ciascun tema e il tempo impiegato per dare il giudizio è stato utilizzato per l’indice di accessibilità
· YOUNG 1991 = ha indagato come l’effetto priming dell’interesse personale innalza il livello di accessibilità sul giudizio di un tema = il gruppo sperimentale sottoposto al priming dell’interesse personale vuole destinata l’eccedenza all’assitenza sociale per le persone che avevano avuto sussidi e restituiti indietro per chi non li aveva avuto; laddove per il gruppo di controllo senza priming su interesse personale questo è stato indifferente
" si chiedeva a gruppo di studenti se avessero mai avuto sussudi statali per misurare coinvolgimento
" assegnazione di due gruppi sperimentale/controllo
" si diceva che si era in ritardo con l’esperimento e se intanto potevano partecipare ad un altro
" veniva fatta ascoltare conversazione fra due persone con argomento le trattenute delle buste paga: secondo uno andavano usato per interessi personali, l’altro individua altri motivi
" l’obiettivo dei ricercatori era di aumentare l’accessibilità per il concetto di “interesse personale” attraverso una stimolazione non legato al primo tema dei sussidi
" poi si diceva che c’era l’esperimento vero e proprio: venivano fatte leggere tre diverse proposte per l’impiego di eccedenze di bilancio statali = a) assistenza sociale [in coerenza con interesse personale dei soggetti “sussidiati] b) restituzione ai contribuenti [interesse personale dei non sussidiati] c) da mettere nel bilancio per l’anno successivo
· poiché il giudizio sulle proposte di legge è molto correlato con il comportamento di voto, i risultati di YOUNG hanno implicazioni pratiche anche per gli obiettivi del candidato
· ma per avere voti potrebbe non essere sufficiente guaradare all’interesse personale = esso va stimolato = non è sufficiente fare gli interesse degli elettori ma vanno indirizzati in modo che lo utilizzino come priming
· ciò trova ampio sostegno nelle applicazioni della teoria economica sul comportamento di voto
· ma se l’interesse personale è sempre importante, non è detto che sia la determinante
· un ruolo importante è giocato dai media e dalla loro agenda setting = può aumentare accessibilità ai temi => inoltre può influenzare di molto il giudizio sui candidati, visto che possono essere favoriti coloro che mettono nel programma i temi più salienti
· ad es. se la questione centrale è la moralizzazione della politica, è più importante che il candidato sia ritenuto integerrimo, passando in secondo piano la sua competenza sul piano operativo
· tra le fasi della codifica e dell’organizzazione vi sono stretti rapportimolti dei modelli si basano su COLLINS-LOFTUS 1975 = rete semantica: serie di nodi corrispondenti ai singoli concetti, caratterizzati da legami che corrispondono alle relazioni (di somiglianza, inclusione, causa-effetto,..) => l’idea prevalente è che l’uomo politico costituisce una sorta di nodo superordinato collegati a 3 sottordinati = 1) suoi tratti 2) posizioni sui temi 3) appartenenza partitica
· poi vi sono in lui altri inferiori, come la competenz, l’onestà, il carisma,..
A) organizzazione delle conoscenze su un tema [intra-issue] = PRATKANIS =
· non è detto innanzitutto che ci sia PRATKANIS 1989 = nell’organizzazione su un tema è smepre implicita una componente valutativa del soggetto
a) unipolare = relazione solo positiva o neutra = più mi interessa un argomento più lo conoscerò, ol al massimo ho atteggiamento neutro (es. più il calcio mi piace più vorrò saperne, altrimenti lo ignorerò)
b) bipolare = solo negativa o neurtra = caratteristica dei temi politici = non c’è relazione diretta tra positività dell’atteggiamento sul tema e conoscenza: chi è a favore del tema non ne sa necessariamente di più di chi è contrario (es. nucleare) =>
· PRATKAINS = non vi è ricordo migliore delle informazioni coerenti col proprio atteggiamento ma semplicemente che quelle favorevoli o contrarie vengono ricordate meglio delle neutre
à veniva chiesto ai soggetti di esprimere affermazioni favorevoli, neutri o contrarie sul nucleare
à poi era chiesto ai soggetti di ricordare il maggior numero di informazioni possibili
à le conoscenze organizzate su un tema saranno perciò quelle a sostegno della propria posizione ma anche quelle contrarie
B) organizzazione delle conoscenze su più temi [intre-issue] = JUDD-FRONISCK 1989 =
· modello più generale che non riguarda solo le conoscenze relative ai temi, ma include tutte le conoscenze politiche = livello più astratto legato a valori e principi ideologici, uno più concreto temi, uomini, partiti
· nodi appartenenti alla stessa categoriea o a categorie diverse, possono essere collegati fra loro
· l’ipotesi è che due nodi sono collegati qunado vengono attivati simultaneamente => e ciò avviene quando uno include od esclude l’altro, senza mezze vie
· ricerca sulla coerenza nelle posizioni politiche dei soggetti = la competenza determina un maggior nuemro di legami fra nodi e l’importanza dell’oggetto per il soggetto aumenta l’attivazione di un nodo (accessibilità) => la coerenza politica è tanto maggiore quanto maggiori sono ei legami fra nofdi e l’accessibilità
à è stato chiesto di esprimere atteggiamneti su temi, 2 candidati ad elezioni USA (Reagan e Carter) e 2 gruppi politici (democratici e repubblicani)
à si è misurata la correlazione tra gli atteggiamtni
à si è visto che la corrlazione è aumentata per via di due fattori = 1) competenza politica 2) imporatnza per i soggetti dell’oggetto preso in esame
· ma il mio giudizio positivo o negativo su un tema/candidato non dipende solo dalle conoscenze che ho in merito o da quelle attivate, ma anche da aspetti = a) cognitivi b) affetrtivi c) comportamentali
· il legame tra le tre componenti e gli atteggiamenti è bidirezionale = influenza reciproca
· non è detto che alla base di atteggiamento vi siano tutte e tre le componenti
· allo stesso modo non è detto che le tre componenti siano coerenti fra loro
1) componenti cognitive = imporatnte ma non unica, rappresenta le “credenze”, l’insieme di cognizione relative su un’oggetto al quale è rivolto l’atteggiamento
2) componenti affettive = emozioni e sentimenti che un soggetto prova di fronte all’oggetto
· ABELSON 1982 = dimostra come le emozioni abiano influenza sul giudizio espresso, e nel caso siano positive come questa infleuenza sia siuperiore alla personalità dell’uomo politico
à ha presentato ai soggetti 16 tratti di personalità posittivi e 8 negativi, di descrizione di politici USA
à è stata proposta una lista di 12 emozioni sia negative sia positive che sarebbero state suscitate ogni qual volta quel politico appariva
à si chiedeva di dare una valutazione a ciascun uomo politico da 0 a 100
· TRENTIN-MONACI-NUNIA 1996 = stessa ricerca nell’ambito politico italiano = anche in questo caso i predittori migliori delle valutazione sono risultate le emozioni positive
à si dove attribuire una lista di tratti positivi e nagativi alle tre principali forze scese in campo nel 1994 (progressisiti, centro, polo delle libertà)
à poi si doveva dare valutazione diei tre polit e dire la propria intenzione di voto
· tuttavia è da dire con cautela che la maggior determinante è la componente affettiva = non tutte le ricerche hanno ottenuto gli stessi risultati, e comunque nbon tutti i fattori intervengono nella stessa misura
· ma se una valutazione si è formata attraverso il canale emotivo, è più probabile che quel canale sia il migliore predittore
· inoltre il peso relativo della componente cognitiva o emotiva ppuò essere dato dal contesto politico in cui quel giudizio viene emesso (ad es. nello studio di Trentin-Monaci-Nunia era caratterizzato da forti novità)
3) componenti comportamentali = esperienze che il soggetto ha avuto, o intende avere in futuro, rispetto all’oggetto di atteggiamento
· tecniche sempre più raffinate dei sonfdaggi elettorali per monitorare la campagna elettorale e nel caso fare inversione di rotta, tecnica usata anche nel marketing = lo scopo non è tanto di rilevare atteggiamenti in quanto tali, ma in quanto predittori di comportamento futuro
· non sempre le ricerche riscontrano correlazione tra atteggiamento-comportamento, anche per via delle scaele di misurazione dell’uno e dell’altro =a) le scale di atteggiamento avevano domande a carattere generale b) quelle di comportamento domande più specifiche
· questo non significa che atteggiamento-comportamento siano contraddittori, ma semplicemente che un atteggiamento espresso in termini generali non ha condotto a un comportamento specifico
· AJZEN-FISHBEIN 1977 = la tipologia di comportamento può variare sotto 4 diverse direzioni = 1) azione intrapresa 2) oggetto cui è rivolta l’azione 3) contesto dell’azione 4) tempo dell’azione => è più probabile che ci sia correlazione atteggiamento-comportamento quando questi sono compatibili con le 4 dimensioni
· comunque misuarare atteggiamenti-comportamenti a livello di specificità uguale può aumntare correlazione
· inoltre la correlazione è influenzata dalla “forza” dell’atteggiamento = chiarezza, stabilità nel tempo, coerenza, particolare legame tra componenete cognitiva e affettiva,…
· FAZIO 1986 = dimostra come la “forzza” dell’atteggiamento è aumentabile dall’accumulo di esperienza relativa all’oggetto che aumenta l’accessibilità (come fa la frequenza ad una informazione), soprattutto se le esperienze che si succedono tra loro sono coerenti => dopo basterà poco per attivarlo (es. innamorati)
· e l’accessibilità all’atteggiamento fara sì che vi sia minore probabilità di contraddizione tra esperessione verbale e traduzione in azione concreta attraverso il comportamento [MANSTEDA, 1996]
· FAZIO-WILLIAMS 1986 = i soggetti che hanno dimostrato di avere un atteggiamento più accessibile sono anche quelli risultati più coerenti con quest’atteggiamento in seguito
à esprimere atteggiamento su candidati Reagan e Mondale prima delel elezioni USA
à l’accessibilità era misurata nella velocità di risposta
à si chiedeva quale delle due figure aveva fatto una miglior figura in dibattito TV
à dopo le elezioni i soggetti venivano contattati e gli era chiesto per chi avevano votato
· ma non si tratta solo di vedere coerenza atteggiamento-comportamento ma anche in “quali condizioni” l’atteggiamento sfocia in comportamento =
teoria del comportamento pianificato [planned behaviour] di AJZEN 1988 (versione modificata della teroria dell’azione ragionata del 1975) = l’idea soggiacente è che un’azione viene intrapresa se si pensa di portarla a termine (3 fattori attegiamento, norma soggettiva, percezione di controllo) =
1) l’atteggiamento verso il comportamento è solo una delle determinanti
2) è la norma soggettiva, cioè le aspettative degli altri, che per la maggior parte spiegano il comportamento
3) inoltre c’è una percezione di controllo del comportamento: quanto facile o difficile possa essere compiere l’azione
à queste spiegano il comportamento, ma anche “l’intenzione” di comportamento, che quindi spesso coincidono
à però ci sono comportamenti del soggetto non intenzionali che in questo caso sono spiegabili “solo” dalla percezione di controllo del comportamento
· ci può essere la relazione contraria: cioè come l’atteggiamento può influenzare la conoscenza di un certo oggetto => ciò può condurre a molte distorsioni nella codifica di nuove informazioni
· questo può essere tanto più rilevante, quanto a) il soggetto è coinvoolto b) più l’atteggiamento è forte
· inoltre spesso gli atteggiamenti politici non si sviluppano nei confronti di oggetti stabili, ma mutevoli = 1) il politico dice cose diverse in circostanze diverse (“ritaglio” del messaggio) 2)il politico può cambiare posizione nel tempo (o anche il partito)
· quanto più è ambigua e contraddittoria una situazione, tanto più peserà la selezione, la ricostruzione esspesso la stessa distorsione => l’individuo cercherà di intervenire per ridurre le incoerenze che riguardano gli altri e sé stesso anche a costo di distorsioni [dissonanza cognitiva]: squilib rio cognitivo in presenza di atteggiamenti contraddittori (momento di tensione) =>
· teoria dell’equilibrio di HEIDER per correggere lo squilibrio cognitivo, applicata anche ad ambito politico da altrii autori
· relazione triadica dell’atteggiamento = a) dell’uomo politico sul tema b) del cittadino sul tema c) del cittadino sul politico [ + percezione del cittadino sull’atteggiamento dell’uomo politico riguardo al tema] =
equilibrio con: 1) segno positivo su tutti e tre gli elementi (ho attegiamento positivo nei confronti del politico e tutti e due ce l’abbiamo sul tema)
2) segno positivo solo su una (favorevole al politico, ed entrambi sfavorevoli al tema)
· ma se percepisco che il leader che mi piace ha un atteggiamento per me negativo su un tema? HEIDER dice che l’atteggiamento ritenuto meno importante si cambia (se per me è più importante il leader cambierò atteggiamento sul tema, se è più importante i tema, sul leader)
· lo squilibrio è più sentito quando le due persone sono legate
· l’obiettivo di ristabilire l’equilibrio agisce cioè come bias o tendenza sistematica alla lettura dei dati =>
· OTTATI-FISHBEIN-MIDDLESTADT 1988 = assimilazione e contrasto = tendenza ad accenturae la vicinanza tra noi stessi e ciò verso cui abbiamo un atteggiamento positivo [assimilazione] e la distanza tra quello con cui abbiamo atteggiamento negativo [contrasto]
à durante campagna presidenziale Reagan/Mondale venivano presentate affermazioni sulla loro posizione
à alcune erano vere altre false
à si chiedeva ai soggetti di valutare la probabilità che fossero false o vere su scala –3/+3
à si chiedeva poi ddi esprimere un giudizio sia sui candidati sia sui temi
à venivano poi divisi in due gruppi: il primo con i soggetti che concordavano con le affermazioni vere, e il secondo con quelli che dissentivano
à se l’attribuzione di “verità” alle affermazioni non fossero influenzate dalle posizioni personali dei soggetti non si dovevano vedere differenze tra i due gruppi
à invece nel 1 gruppo di chi concordava con le affermazioni queste sono risultate “più vere”
· SHRIF-HOVLAND 1961 = teoria del giudizio sociale = la posizione del soggetto è una sorta di àancora di giudizio con cui vengono confrontate tutte le posizioni possibili, e gli atteggiamneti più vicini a quelli personali saranno percepiti come più simili ai propri di quanto non lo siano in realtà [sovrastima della vicinanza del messaggio]
· processi di assimilazione e contrastoci sono anche con candidati politici e partiti = GRANBERG 1993 = il soggetto tende a considerarsi più simile rispetto a chi ha deciso di votare e aumentare la distanza verso l’opposizione
à era chiesto ai soggetti il prorpio atteggiamento su nove temi, e poi l’atteggiamenrto sugli stessi temi dei candidati Bush/Dukakis alle elezioni USA 1988
à le risposte erano su scala 1-7 che corrispondeva a +liberale/+conservatrice
à indipendentemente dal punto della scala dove si sono collocati i soggetti riguardo ai temi, ha collocato il candidato favorito vicino alle proprie posizioni e lontano dall’oppositore
à ad ogni modo la tendenza di contrasto è di solito meno marcata di quella dell’assimilazione
· il fatto che “l’effetto contrasto” sia meno marcato è attribuibile al fatto che i soggetti preferiscono l’accordo al disaccordo e il gradire una persona piutosto che non gradirla [agreement effect e positivity effect]
· ma in particolari circostanze anche la tendenza al contrasto può emergere in modo evidente =>
· ricerca sempre di GRANBERG sul Center Party dell’Olanda = tendenza al contrasto =
à nonostante i nome il partito era percepito o come di estrema destra o come estrema sinistra
à in ogni caso aveva pochi consensi e tutti i soggetti avevano aumentato distanza fra sé e il partito
à ai soggetti veniva chiesto di collocare seè stessi e il partito in una scala 1-100
à tutti i sogegtti collocano il partito in una posizione antitetica alla propria => effetto contrasto
· gli atteggiamenti dunque uan volta formati influenzano la conoscenza perché il soggetto tende ad ancorare la codifica di nuove informazioni al giudizio di cui già si dispone
· ma anche altri fattori di matrice sociale possono favorire la comparsa di tendenze sistematiche all’assimilazione =
1) l’identità di gruppo del soggetto = TAJFEL-TURNER 1986 (es. appartenenza ad un partito)
3) la relazione del soggetto con altri soggetti
· la differenza fra il competente e l’incompetente non è nella quantità di nozioni possedute, ma nella capacità di utilizzarle efficacemente nell’attività di soluzione dei problemi
· in ambito poliyttico può essere più difficile definire tale expertise
à qui la competenza consiste nell’integrazione di conoscenze appartenenti a diverse discipline
à le fonti di acquisizione di competenza non sono le solite fonti scientifiche ma latre, ti po i media
à non esiste altro ambito come la politica in cui le persone possano essere coinvoolte indipendentemente dalla loro effettiva competenza (le questioni politiche in misura maggiore o minore toccano uttti)
· FISKE-LAU-SMITH 1990 = l’expertise politico è sintesi di 5 diverse dimensioni = A) l’interesse politico B) l’attività politica C) la conoscenza politica (nozioni su istituzioni, temi personaggi) D) la fruizione dei media E) il concetto di sé politico: peso della prorpia appartenenza politica enlla definizione di sé
· differenze nella codifica delle informazioni tra espert e non =
1) maggiore velocità nella comprensione di nuove informazioni e sulla valutazione
2) maggiore coerenza negli atteggiamenti e nell’organizzazione delle informazioni, con una rete concettuale più ricca (che riesce ad attivare più facilmente i legami fra nodi)
4) superiorità nel ricordo (per via delle informazioni meglio organizzate)
· ma nonostante la correlazione fra le 5 dimensioni dell’expertise, è meglio tenerle distinte perché possono anche agire da indipendenti
· un’attenzione particolare merita la relazione conoscenza politica-attività politica, importante se si vuole studiare il soggetto come attore politico (e quindi attivamente coinvolto)
· ricerca di CATELLANI su campione di studenti milanesi = lo scarso legame trovato in passato tra conoscenza-attività politica è rotto = si è scoperto infatti che non è diretto ma mediato dall’autoefficacia politica, da quanto uno percepisce di poter passare all’azione sul serio
à raccolta di dati su conoscenza politica: di base, d’attualità, appliacata
à si dovevano elenacare azioni che il governo doveva fare per risolvere problemi e quali persone o figure istituzionali avrebbero potuto avre un’influenza sulla soluzione
à ulteriori dati sono stati raccolti riguardo all’expertise: l’interesse politico, l’attività, fruizione dei media
à veniva misurato il grado di autoefficacia politica con domande al fine di valutare la percezione della possibilità di agire = misura introdotta perché si ritiene che l’autoefficacia politica possa influire nel rapporto conoscenza politica-azione politica
à tutte le situazioni indagate sono risultate altamente correlate fra loro: maggiore è l’interesse per la politica, maggiore è la fruizione dei media,, maggiore la conoscenza, incrementata da quella di base che a sua volta ri-influenza tutto il resto
· QUADRIO-CATELLANI-SALA 1988 = con riferimento alla teoria delle rappresentazioni sociali di MOSCOVICI 1961 hanno studiato A) la rappresentazione della politica che emerge spontaneamente nei discorsi B) se questa rappresentazione coincide con la definizione scietifica di politica C)come la rappresentazione varia in funzione del coinvolgimento politico
à divisione in 4 grupi di soggetti: uomini politici, militanti di partito, soggetti interessati, indifferenti
à agli esteremi ci sono gli uomini politici dai quali il potere viene visto come funzionale alla presa di decisione e alla gestione amministrativa dello Stato, e gli interessati che vedeono il potere come profitto personale degli uomini politici
· in una ricerca successiva di CATELLANI 1990 sono stati presi in esame militanti e non milintanti di partito = mentre la definizione di politica è meglio definita dai militanti, i politico è meglio definito dai non militanti, che percepiscono maggiore variabilità nei suoi tratti => [l’analisi di regressione multipla] mostra come il fattore “ambizione” dell’uomo politico rilevanto sia da milintanti che non sia coerente con una delkel definizione dei militanti di politica, ma con nessuna dei non militanti (uno degli scopi della ricerca era proprio vedere se l’idea di uomo politico era correlabile con quella diella definizione di politica)
à metodologia differente perché non si indagano le rappresentazioni della politica nei discorsi, ma nella loro organizzazione in categoria concettuale attraverso un processo di astrazione
à è stata mesas a punto una lista di 24 definizioni di politica con scala 1-7
à e 31 tratti personali con scala 1-5
à il concetto di politica appare più ricco di tratti definenti nei militanti = “azione sociale”/”potere” per i militanti, “abuso di potere”/”delega” per i non militanti (forte connotazione morale) => il significato attribuito è comunque diverso a seconda dell’appartenenza partitica (PCI-DC/PSI) o al diverso grado di coinvolgimento politico
à il concetto di uomo politico appare più ricco tra i non militanti = in entrambi però c’è “ambizione”
La decisione politica
· l’approccio psicologico allo studio della decisione politica deriva da una critica della teoria della decisione sviluppata inizialmente in ambito economico =>
· teroia della scelta razione DOWNS 1957 [“An economic theory of democracy”] = proponeva di estenderla all’ambito politico e alla decisione di voto = la decisione di voto è guidata dalla ricerac dell’interesse personale, e questo è essenzialmente di tipo economico
1) si prendono in esame tutte le informazioni necessarie per la scelta migliore per massimizzare il proprio benessere economico, anche se non si può disporre di tutte in assoluto (no familiraità con gli indicatori, mediazione dei media, risultato di equilibri internazionali)
2) ma anche se la presa della decisione è fatta in condizioni di incertezza, il soggetto può comportarsi in maniera razionale grazie alla statisticae alla teoria della probabilità per scegliere gli esiti migliori
· un’indicazione chiara del percorso è data da EDWARDS 1954 = teoria dell’utilità attesa soggettiva = la decisione viene scomposta in termini di utilità attribuibili a ciascuno dei possibili esiti tenendoconto della probabilità soggettiva = Ei pi u(xi) [ con p = probabilità esito i-esimo e u(x) = utilità percepita per quell’esito]
l’alternativa va scelta fra la “massima utilità soggettiva attesa”: pur muovendosi da dati incerti, così si raggiunge alla decisione ottimale
questo non è però ciò che succede quando prendiamo qualsiasi decisione, anche se la teoria dell’utilità attesa non ha intenti descrittivi ma normativi (definire il percorso per giungere alla decisione migliore)
· ma per decisione specifiche bisogna far rifermineto anche ad aspetti doi contenuto e non solo di forma
· la teoria della decisone di solito fa delle assunzioni a priori, e anche in mabito politico = 1) lo scopo dei governi è massimizzare il potere politico 2) lo scopo dei politici è massimizzare la possibilità di rimanere in carica 3) lo scopo degli elettori è massimizzare il proprio benessere economico
· e questi scopi egositici sono del tutto plausibili, anche se ciò non aiuta molto a predire una decisione = lo sctesso scopo può essere perseguito in modi diveris, e anche l’interpretazione è diversa
· questo non crea grossi problemi ai teorici della sclta razionale in quanto considerano il numero di valori da inserire nella funzione di utilità come illimitato => va bene in ambito teorico, ma non nel campo umano =>
· approccio descrittivo o psicologico di RUMAITI 1990 = la natura umana è molto più complessa di come viene presentata dalal teroia della scelta razionale = ci sono fattori di matrice a) cognitiva e sb) ociale che interagiscono fra loro, e che mettono in discussione la perfetta razionalità della teroai dela scelta razionale e il fatto che lo scopo ultimo di qualunque decisione politica sia l’interesse personale
1) fattori cognitivi =
· limiti della memoria e della capacità di eleborazione delle informazioni
· non si prendono in considerazione tutte le alternative possibili, ma si focalizzano solo quelle accessibili (spinti dal contesto politico, dalla campagna elettorale, da eventi nazinali e internazionali)
2) fattori sociali =
· riferimento alla teoria dell’identità sociale TAJFEL-TURNER 1986 = parte dell’identità di un soggetto è costituita dalle appartenenze di un gruppo => anche quando decide da solo, gli altri sono comunque sempre presenti = a volte ciò ci porta a non prendere nemmeno in considerazione alternative possibili perché inappropriate alla categoria
· ELSTER 1986 = i soggetti hanno identità multiple il cui peso varia a seconda delle circostanze, e spesso possono portare ad aspettative di ruolo contrastanti (ad es. donna con bambino al lavoro o no?)
· per es. l’elettore potrebbe votare per il partito che ha fatto della lotta alla disoccupazione la bandiera semplicemente perché riguarda molte persone che frequenta
· certo, cè da chiedersi se una decisione basata sull’interesse del gruppo invece che su quello personale non possa essere ricondotta anch’essa in ultima analisi all’interesse personale, come modo di esprimere e consolidare la parte sociale della propria identità
à in effetti i teorici della scelta razionale hanno sottovalutato che la scelta parta da basi diverse proprio perché anche una scelta apparentemente altruistica può avere un ritorno positivo per il soggetto, ad esempio tramite un aumento della propria autostima
· tuttvia rimane il fatto che le scelte saranno di fatto diverse (anche se la motivazione interiore potrebbe essere uguale) => per questo è stata fatta distinzione fra =
1) decisioni fondate su valori strumentali (benessere materiale, economico)
2) decisioni fondate su valori espressivi (conferma o consolidamento identità) =>
MANSBRIDGE = la ricompensa non è tangibile ma può essere lo stesso percepita come rilevante per a) approvazione dei pari b) fare qualcosa di innovativo c) mantenere un’immagine positiva di sé stessi
· fattori psicologici propri della natura umana sono essenziali se si vuole elaborare una teoria non prescrittiva ed ideale, ma descrittiva e basata sulla ricerca empirica =>
· TVERSKY-KAHNEMAN 1981 = teoria del prospetto = rilettura in chiave psicologica della teoria della scelta razionale = nella vita reale la decisione del soggetto è fortemente condizionata dal modo in cui gli si prospettano i diversi possibili esiti, se in termini di guadagno o di perdita rispetto a situazione iniziale
· si deve tornare alla formula dell’utilità soggettiva che farla dipendere dal valore soggettivo “v” = definita in termini di guadagno o perdita rispetto ad un punto di riferimento neutro, che è soggettivo
· non si tratta di una funzione lineare, ma ad s, concava nella regione dei guadagni e convessa in quella delle prdite = a ogni incremento unitario ipotetico nel guadagno, non corrisponde un incremento uguale nel valore soggettivo attribuito [differenza di percezione]
· la funzione non ha la stessa inclinazione nelle due regioni, ma è più ripida nelle perdite = è ovvio che la percezione del dispiacere della perdita è maggiore al piacere ottenuto dal guadagno => ciò ho un’inunfluenza nell’atteggiamento nei confronti del rischio
· [effetto certezza] = si preferisce guadagno più basso ma certo, che più alto ma incerto
· [effetto riflessione] = si inverte l’effetto certezza del guadagno, quando si parla di perdita
· in pratica è sufficiente cambiare i termini di una stessa situazione in modo da presentarla a seconda delle esigenze come guadagno o come perdita (bicchiere mezo pieno o mezzo vuoto)
· ricerca TVERSKY = esempio di decisione di voto durante le elezioni presidenziali di una ipotetica nazione Alpha = si sceglie maggior rischio quando si vogliono evitare o attenuare le perdite
" secondo 2 economisti, vittoria di Frank avrebbe portato inflazione 16% o 14%, mentre Carl 4% o 26%
" per entrambi i candidati quindi l’inflazione media era 15% ma distribuita diversamente (la scelta di Carl era perciò un fatto più rischioso)
" solo ad una parte di candidati si diceva anche che in altre 4 nazioni della stessa comunità economica l’inflazione media sarebbe stata del 24% o 26%, superiore quindi al 15% di Alpha: prospettiva di guadagno
" all’altra parte si diceva che l’inflazione media dei 4 paesi era del 4% o 6%: prospettiva di perdita (15%!)
" il secondo gruppo vota molto di più per Carl, propsettiva più rischiosa, ma al fine di attenuare le perdite
· altro esperimento =
" due versioni:
" A = programma J disoccupazione 10%, programma K 5%
" B = programma J occupazione 90%, programma K 95%
" non vi erano differenze nei casi A e B per l’inflazione, in entrambi i casi superiore per programma K
" versione A (perdita) 1/3 ha scelto programma J, 2/3 programma K
" versione B (guadagno) > 50% programma J, perché l’attenzione, essendo comunque un buon guadagno, era rivolta al tasso d’inflazione più basso in J
· non sono mancate interpretazioni della teoria del prospetto a proposito di decisioni politiche reali, di decisioni di Capi di Stato in politica internazionale = FARNHAM 1992 = crisi di Monaco Roosvelt/Hitler settembre 1938 =
" easme dichiarazioni pubbliche e private di Roosvelt, giornali, dati di archivio
" Germania esercitava pressione insistente su Cecoslovacchia per i Sudeti e l’orientamento UK era di accondiscendenza per evitare la guerra: ma Hitler chiede sempre più a Chamberlain
" vi fu Roosvelt che suggerisce di non interrompere il negoziato => accordo di Monaco 29-30/9 fra Germ, Uk, Fr, It che prevedeva la graduale occupazione del territorio dei Sudeti
" inizialmente Roosvelt era convinto che gli USA non dovessero intervenire perché avrebbe portato danni all’immagine del Presidente, all’economia interna, e in più non c’era rischio per i territori
" ma solo una settimana dopo Roosvelt cambiò idea e decide di rompere la neutralità => in quei pochi giorni non era cambiato nulla e la sua decisione restava inspeigabile = in termini di teoria del prospetto però la cosa si spiega in un cambio di prospettiva di Roosvelt che l’aveva portatoa percepire quella situazione come perdita molto grave per gli USA
· uan delle decisioni più difficili da spiegare con la teoria della scelta razionale è la scelta di voto = nio sappiamo che il nostro singolo voto non sarà decisivo ai fini dell’esito delle elezioni
· il costo che comporta per l’elettore andare a votare è sicuramente superiore ai benefici = [paradosso del voto] = si tratta allora di spiegare perché la gente va a votare
· RIKER-ORDEWSHOOK 1968 = senza uscire dal paradigma della scelta razionale hanno introdotto nella funzione di utilità un fattore D, che sta per “dovere del cittadino” = si andrebbe a votare per principio etico
· una spiegazione del voto basata su processi cognitivi è stata spiegata da TVERSKY-QUATTRONE 1984 = [illusione del votante] = chi va a votare avrebbe la percezione illusoria che la propria scelta possa influenzare anche quella degli altri => accade spesso che il soggetto assuma sé stesso come standard di riferimento per interpretare il comportamento degli altri
· loro ricerca = i soggetti che percepiscono come più influente il proprio voto sono più disposti a votare; inoltre stimano di più che i loro “colleghi” vadano a votare per essere influenti e che il loro partito vincerà
si diceva di immaginare le elezioni di una nazione bipartitica e che in tutto c’erano 12 mln di votanti: 4 partito A, 4 partito B, 4 indecisi
i soggetti dovevano essere tutti simpatizzanti per A
condizione non-diagnostica = si diceva che secondo i politologici il vincitore l’avrebbero fatto indecisi
condizione diagnostica = si diceva che secondo i politologici il vincitore l’avrebbro fatto i simpatizzanti di A o B => si dava importanza al voto dei soggetti
si chiedeva a tutti i soggetti a) se sarebbero andati a votare b) la probabilità 1-9 che i simpatizzanti del proprio partito A sarebbero andati a votare in misura maggiore del partito B c) la probabilità 1-9 che il partito A avesse vinto
· insomma c’è una sorta di “pensiero quasi-magico” = il soggetto è indotto a ritenere che il suo comportamento sia non solo influente sugli altri, ma ne sia in un certo qual modo la “causa”
· PALMONARI-ARCURO-GIROTTO 1994 = spigano che un ulteriore fattore che può contribuire all’illusione del votante è [l’efficacia politica] = percezione di poter influenzare gli eventi politici attraverso la propria azione
· non è possibile, poi, che si possa integrare una terza spiegazione = quella dell’identità di gruppo [TAJFEL-TURNER 1986] = nel caso specifico una forte identità di partito può indurre a sovrastimare la probabilità di vittoria del proprio partito, e che influisca anche le altre due variabili (illusione e efficacia)
L’orientamento ideologico e politico
· le prime ricerche psicologiche in tema di orientamento politico hanno messo in relazione la dimensione ideologica liberale-conservatore con la struttura di personalità dei soggetti
· ADORNO 1950 = [personalità autoritaria] = esame psicologico del pergiudizio razziale, in particolare antisemitismo = l’idea era che le convinzioni politiche, economiche, e sociali di un individuo costituiscano un modello unico di disposizioni stabili dell’individuo
· l’ipotesi era che chi nutre un pregiudizio nei confronti degli ebrei avrà di fatto lo stesso atteggiamento anche nei confronti di altri gruppi perché tale atteggiamento non è legato a fattori del contesto, esterni, ma motivi che risiedono all’interno dell’individuo stesso
· ha indagato 4 diverse dimensioni =
1) antisemitismo = scala accordo/disaccordo
2) etnocentrismo = visto come tendenza largamente inconscia, ma legata a razionalizzazione di tipo ideologico a valutare positivamente caratteristiche ingroup e negativamente outgroup => in particolare quando l’outgroup è una minoranza: spiegazione di tipo psicanalitica = un soggetto sottoposto a educazione autoritaria avilupperebbe un senso di frustazione e una forte aggressività, che invece di essere rivolta all’interno o alle figure genitoriali è proiettata all’estreno, soprattutto su soggetti/oggetti percepiti come meno pericolosi
3) conservatorismo politico-economico = affermazioni su status quo, difesa valori conservatori, idee sull’equilibrio di potere, affari, lavoratori, governo
4) tendenze antidemocratiche e Fascismo potenziale = scala F = si passa dal piano dell’ideologia a quello della personalità =>
· la personalità autoritaria avrebbe 3 disposizioni = A) convenzionalismo (adesione rigida a valori convenzionali della classe media) B) sottomissione all’autorità (forma di rispetto acritico per autorità morali idealizzate) C) aggressività autoritaria (ostilità per coloro che violano valori convenzionali)
· a partire da Adorno ci sono stati molti lavori che mettono in luce i limiti della scala F = gli item sono tutti formulati nela stessa direzione: come affermazioni coerenti con l’autoritarismo, che porta a risposte acquiescenti dei soggetti
· una scala che ovvia a questo limite è la RWA di ALTEMEYER 1981 = affermazioni relative a temi solo indirettamente colelgabili all’autorismo (famiglia, religiosità, moralità, ruolo della donna) con scala 1-6
· ma tutte le scale di questo tipo hanno due problemi
1) sono fortemente legati a contenuti specifici e perciò connoytate sul piano culturale e storico
2) le ricerche sono per lo più fatte in USA e UK, dove le sinsiter sono una minoranza ed omogenee, con elevato livello di istruzione e preparazione politica, tanto che risultano inversamente correlate con l’autoritarismo =>
à ma il legame tra autoritarismo e orientamento politico di destra è messo in dubbio già dalle ricerche di Adorno perché è vero che c’era correlazione, ma non particolarmente alta
à studi effettuati ad es. in URSShanno mostrato come ci sia anche un autoritarismo di sinistra
· lo stesso autoritarismo è troppo ampio = RAY 1976 propone di ridimensionarlo in leadership
· per tutti questi motivi la ricerca si è spostata verso altri tratti di personalità e altre nozioni, come i valori
· PRATTO 1994 = SDO = “orientamento alla dominanza sociale” = 14 item da valutare con scala 1-7 per rilevare il grado di dominanza sociale con somma dei punteggi di tutti gli item sotratti quelli degli item 8-14
· è diversa ripsetto all’autoritarismo perché pRatto parte dal fatto che nel mondo esiste sempre il conflitto tra gruppo = allo scopo di ridurlo le società tendono a creare miti di legittimaziojne delle superiorità =>
· chi è conservatore giustifica in modo aprioristico la prevalenza di alcuni su altri (per via dell’adesione al capitalismo e alla meritocrazia)
· la variabile della personalità della dominanza sociale rileva proprio il gardo in cui il soggetto desidera che il proprio ingroup sia superiore all’outgroup, e lo fa con 4 differenze dall’autoritarismo =
1) l’autoritarismo è legato ad una patologia dello sviluppo, la SDO è una tendenza ukana normale
2) l’autoritaritarsmo è spiegato in chiave evolutiva e processi biodinamici, la Sdo assolutamente no
3) l’autoritarismo è desiderio di dominio individuale, la SDO di uno o più gruppi su altri
4) la SDO è un costrutto più limitato e quindi più chiaramente definibile
· gli item della SDO sono molto semplici ed essenziali ed il più possibile preivi di riferimetni connotaqti culturalmente
à Pratto l’ha sottoposta a diverse verifiche e ha rilevato che risulta correlata con le diverse scale di autoritarismo senza essere a queste sovrapponibile
à inoltre il punteggio sulla scala risulta collegato a molti temi con rilevanza politica (pena di morte, diritti delle donne, normative razziali,…)
· con la SDO c’è un’apertura sociale che non c’era con l’autoritarismo ma che è parziale = l’identità sociale di TAJFEL-TURNER 1986 è fondamentale, ma è pur sempre na variabile di personalità definitia in mofdo indipendente dalla situazione e dal contesto =>
· questa variable predittrice degli atteggiamenti politici, non ha lo steso risultato per i comportamenti, per i quali è importante proprio il contesto
· un altro modo per indagare gli orientamenti politici è il sistema di valori del soggetto 0 cioè gli scopi del soggetto, perseguiti con le sue scelte e i suooi comportamenti
· ROKEACH 1973 = è possibile trovare core values di base che connotano gli obiettivi ultimi di qualunque azione politica come 1) l’uguaglianza sociale 2) l’efficienza economica 3) la libertà individuale => rispetto al costrutto autoritario i valori hanno il vantaggio dipotere essere rilevati in modo meno ambiguo e meno condizionato storicamente e culturalmente
· La “scala gerarchica dei valori” di Rokeach è stata ampiamente ripresa da TETLOCK 1986 =
à ipotizza che per i conservatori valori dominanti su altri faciliterebbero la loro presa di posizione siu molti temi politici: libertà economica individuale e al contempo riduzione dell’uguaglianza sociale
à i progressisti invece hanno maggior conflitto tra valori perché gli stesi due valori (libertà economica individuale e uguaglianza sociale) hanno forza molto simile
à per questo nei progressisti la conciliazione del conflitto avviene con strategia di ragiojnamento e soluzione politiche più complesse e articolate
· una teoria che ha pretese di universalità è quella di SCHWARTZ 1992 = relativa ai contenuti di valori sia alle loro relazioni di compatibilità o meno => molte verifiche empiriche e accuratezza dell’impainto metodologico = ricerche in 20 paesi ed elenco di 56 valori raggruppati in 10 tipi =
à proposto un elenco di valori ai soggeti e si chiede di valutarne l’importanza come principio guida
à poi vengono effettuate analisi a partire dalle correlazioni tra i diversi punteggi
à schema circolare = valori in quadranti opposti sarebbero in conflitto e compatibili quelli adiacenti
1) apertura al cambiamento VS conservatorismo = autordirezione e stimolazione contro tradizione e sicurezza
2) autotrascendenza VS autoaffermazione = universalismo e benevolenza contro potere e successo
· alcuni di questi valori si sono dimostrati predittivi di molte posizioni polittiche dei soggetti = ad es. valori di sicurezza (nazionale e ordine sociale) appratiengono ai conservatori, mntre valori universali (pace e uguaglianza) appartengono a socialisti e comunisti
· l’accentio viene posto sull’universalità della ricerca: aspetti comuni alle diverse culture anche se questo non preclude un uso diverso della teoria per rilevarne le differenze
· ci può essere interessante rovesciamento = ciò che viene studiato non è più come il sistema di valori influenza le posizioni politiche, ma come il sistema politico nel quale il soggetto vive può influenzare il sistema di valori => prospettiva BARDI-SCHWARTZ 1996 =
à deviazioni sistematiche nel sistema di valori dei Paesi dell’Est europa derivano dal loro regime politico: in effetti qui i valori di universalismo e sicurezza non sono in opposizione ma compatibili
à una deviazione così sistematica ha indotto al spiegazione del regime comunista: è questo che ha fatto sì che si pensasse che la difesa della propria nazione servisse a salvaguardare valori di pace e uguaglianza
à in quegli stessi paesi coloro che rivedono l’opposizione classica dei valori del tipo sicurezza vs universalismo sono proprio gli oppositori del regime comunista
· sui rapporti tra politica e morale vale la pena soffermarsi = rapporti orinetamento politico/sviluppo del ragionamento morale
· livelli di svilupop del ragionamento morale di KOHLBERG 1963 =
1) preconvenzionale = le regole sono percepite come qualcosa di esteerno dal soggetto, qualcosa che comporta dei premi o delle punizioni e che quindi è necessario conformarvisi
2) convenzionale = conformazione alle regole socilamente approvate, perché attivamente sosstenute e giustificate => giustificazione dell’ordine sociale
3) postconvenzionale = norme morali dei soggetti legate a un sistema di principi astratti e vallori universali: il soggetto identifica la moralità con la giustizia e con il riconoscimento dei diritti degli altri => spinta verso principi morali autonomi
· di fatto si è trovato un legame fra i 3 livelli e l’orientamento politico = A) convenzionale = conservatori B) postconvenzionale = progressisti => ma è interpretato in tre diversi modi complementari/opposti =
1) lo sviluppo morale influenza l’orientamento politico = è corente con approccio cognitivo evolutivo del modello di Kohlberg: il passaggio da uno stadio a quello successivo è reso possibile da una maturazione della capacità di ragionamento, tanto che le risposte conservatori sono inferiori a quelle progressiste
2) l’orientamento politico influenza il ragionamento morale = il ragionamento morale dipende da ideologie politiche
3) vi è una dimensione soggiacente sia all’orinetamento politico che la ragionamento morale = si rinuncia a individuare il legame causale fra morale e politica, che invece è prorpio di una dimensione sovraordinata di ideologia politico-morale
· EMLER-RENWICK-MALONE 1982 = vogliono dimostrare che l’ipotesi Kohlber della morale che influenza è sbagliata, per mezzo della maggiore plausibilità delle ipotesi 2 e 3 = conferma ulteriore che conservatori e progressisti tendono a dare due livelli di risposte, ma i conservatori sanno predire le risposte dei progressisti = la differenza tra ragionamento convenzioanle e postconvenzionale non è tanto nella struttura del ragionamento ma proprio una differenza di contenuti legata all’orinetamento ideologico
à misurazione del grado di conservatorismo/progressismo e suddivisione in tre gruppi : conservatori, moderati, progressisti
à sottoposti a 6 dilemmi morali con scala 1-5
à la valutazione doveva essere fatta tre volte sulla base personale, nei panni di un conservatore estremista, nei panni di un proggressista estremista => si è così indagata la capacità di predire il ragionamento morale di persone con orientamenti politici contrastanti
à in partico9lare si voleva dimostrare se i conservatori, che secondo Kohlbertg ragionavamno convenzionalmente, sarebbero stati in grado di predire il postconvenzionalismo progressista
à in caso affermativo ciò avrebbe costituito smentita di Kohlberg secondo cui non si possono comprendere o riprodurre risposte di un livello di ragionamento superiore al proprio
à si può dire che la capacità predittiva dei conservatori fosse facilitata laddove avrebbero risposto come comportamenti dei progressisti quelli opposti ai propri
à in realtà ciò è smentito dai moderati, che sanno individuare entrambe le risposte
· l’ideologia progressista è tipicamente antitetica allo status quo, perciò sarà più orientata a principi morali che a norme convenzionali della siocietà attuale
· invece i conservatori si rivolgono a status quo e quindi a quella giustificazione convenzionale della società
· ma tale conclusio ne non implica comunque un rigetto completo dello studio di Kohlberg = EMLER-RENWICK-MALONE dicono che la sequanza evolutiva di Kohlberg si può anche accettare, ma quando si arriva agli stadui più elevati non si può parlare solo di questione cognitivo-evolutiva, ma anche di questione ideologica e legata ad uno specifico contesto
· più che parlare dell’influenza morale della politica o viceversa )ipotesi 1 e 2), è meglio pensare ud un’unica dimensione politico morale (ipotesi 3) = l’indagine si può anche spostare così su fattori diu matrice sociale che possono favorire lo sviluppo proprio di una ideologia politico-morale
· l’orientamento politico conservatore-progressita è stato messo in relazine anche con lo stile cognitico dei soggetti = TETLOCK 1993 = “indice di complessità integrativa” = combinazione di
1) grado di differenziazione = numero di dimensioni distinte di un problema èprese in esame da un soggetto
2) grado di integrazione = numero di connessioni che il soggetto stabilisce tra le varie dimensioni del problema individuato
=> è evidente che i due gradi sono collegati perché il numero di dimensioni individuate condiziona il numero di connessioni che si possono stabilire
=> però non è ddetto che chi individua molte dimensioni sia in grado di fare moolte connessioni
à serie di ricerche basate sull’analisi di testi di contenuto politico prodotte dai soggetti
à nelle proime ricerche c’era la richiesta di completare delle frasi formulate da sperimentatore
à poi si è passato ad includere testi di vario tipo, spesso ricerche di archivio (Churchille Gorvbaciov)
à uno stesso tema viene affrontato secondo più prospettive poste a confronto tra loro
· vi sono così due diverse ipotesi sul raporto tra orinetamento ideologico e stile cognitivo =
1)rigidità della destra = modalità di ragionamento più rigide e dogmatiche rispetto alla sinistra => rilettura in termini cognitivi delle caratteristiche della personalità di Adorno
2)ipotesi ideologica = la rigidità non è una peculiarità della destra ma di chi si colloca agli estremi del continuum destra sinistra => rilettura del post-Adorno
· risultati contraddittori di Tetlock : difficoltà di stabilire un legame diretto tra orientamento politico e stile cognitivo, tanto che prende piede l’opportunità di tener conto dell’influenza di altre variabili
· una di queste è il tema politico = sono certi temi politici più che altri, ad evocare nei soggetti un conflitto di valori di riferimento, che si deve risolvere tramite strategie di ragionamento più articolate = livello più elevato di complessità integrativa
· la soluzione è piuttosto semplice quando i due valori in conflitto sono di forza diversa perché il più forte prevale, ma il problema è quando i due valori hanno forza simile
· ricerche di Tetlock = in tutti i casi i valori in poteniziale conflitto rientravano tra quelli inclusi nella scala gerarchica dei valori proposta da Rakeach 1973
à i testi scritti sono stati valutati in merito al loro livello di complessità integrativa
à il miglior predittore della posizione del soggetto è stato il confronto dei due valori per lui più importanti
à la complessità integrativa aumenta quanto maggiore è il conflitto, dato dal =
A) tema preso in esame
B) ruolo rivestito dal soggetto, in particolare se è in posizione di potere o no = chi lotta per il potere è più orientato a dare messaggi chiari e semplici per porre meglio in evidenza la propria posizione e quindi a bassa complessità integrativa, mnenter chi è già al potere ha più complesità perché deve mediare diverse posizioni (es. progressisti dopo-Gorbaciov al potere)
1 studio =
à dire la posizione su 6 temi scelti in modo che attivassero conflitto nei soggetti
à a) tema della’umento della tasse sull’assistenza sanitaria in modo di estenderla anche ai poveri: conflitto di due valori importanti per il soggetto (uguaglianza sociale e propserità personale)
à b) tema di maggiori scavi delle risorese energetiche nei parchi naturali per l’economia del paese (bellezza dell’universo e prosperità personale)
à c) aprire la posta dei cittadini USA per trovare spie (sicurezza nazionale e libertà individuale)
à d) riduzione del diritto di stabilire tariffe dei medici per rendere accessibile i servizi ai poveri
à e) difesa della nazione anche se questo significherebbe abbassamento standard di vita
à f) relazioni commericlai con paesi che negano le basilari libertà ai cittadini
2 studio =
à analici di discorsii di uomini politici URSS
à non vi è come nella ricerac precedente la possibilità di indagare i processi psicologici
à pur riconoscendosi tutti nell’ideologia comunsta si possono distinguere in a) tradizionalisti prima di Gorbaciov b) riformisti dopo Gorbaciov
à la complessità integrativa varia prima e dopo perché i discrosi dei tradizionalisti sono più assimilabili ai conservatori, quelli dei riformisti ai progressisti
à la complessità integrativa è superiore ai riformisti, e risulta ancora maggiore se questi sono al potere
La comunicazione politica
· possibilità di comunicazione politica amplificata ma anche condizionata dai media
· offrono già prima codifica e interpretazione = i media contribuiscono a creare la realtà politica
· IYENGAR-OTTATI 1994 stanno attenti al ruolo giocato dai media, anche per mezzo dll’accessiboilità (recenza e frequneza)
· influenza sia la rilevanza di un’interpretazine, sia l’imporatnza attribuita a un certo tema
· le ricerche che hanno misurato la copertura di un certo tema nell’ambito dei notiziari televisivi, hanno dimostrato che all’aumtare di questa copertura aumenta anche l’accessibilità al tema (frequenza)
· ciò può avere a sua volta influenza su un candidato politico (e sulla scelta del tema in campagna elettorale)
· per questo alcune ricerche approfondiscono lo spazio attribuito a certi temi e il peso effettivo che questi hanno nella vita reale = ma è difficile stabilire chiari legamei di causa-effetto = un tema politico è rilevante perché riceve risalto dai media, o riceve questo spazio proprio perché è rilevante?
· “metodologia delle serie temporali” = è stata rilevata l’importanza attribuita a certi temi in diversoi momenti successivi e lo spazio di volta in volta dedicatogli = la cosa più probabile èc he temi rilevanti trovano più spazio nei media, che però li fanno diventare ancor più rilevanti
· insomma, i media da soli non sembrano in grado di creare la percezione di rilevanza (!!!)
· però non siamo tutti sensibili allo stesso modo sull’influenza dei media = vulnerabilità e resistenza indagata da KROSNICK-BRANNON 1993 =
a) la maggior resistenza all’influenza è stata di chi aveva alta conoscenza, alto interesse e alta fruizione: le tre variabili sono infatti collegate =>
b) però chi ha un’alta conoscenza della politica, questa da sola, non è garanzia di maggiore resistenza = ciò perché hanno un’immediata comprensione dei messaggi, e ciò può aumentarne l’effetto priming, se non accompaganta da un alto interesse
à ruolo giocato dai media nelle valutazione di Bush padre e come varia grado di conoscenza politica, interesse per la politica, fruizione dei media
à prima e dopo la guerra del Golfo
à dopo la vittoria contro Saddam il giudizio globale è diventato più positivo
à ipotesi che incremento della positività fosse solo in parte giustificato dalla vittoria in sé, e andasse invece attribuito all’aumetato peso degli americani all’importanza della politica estra in quel periodod storico
à la politica estra sarebbe divenuto il tema più saliente perché è stato il tema dominanate nei media
à a) prima della guerra del Golfo = importanza uguale delle tre linee estera-interna-questioni economiche
à b) dopo la guerra del Golfo = l’apporto della politica estra era di molto aumentato
à a parità di peso dei tre temi l’incremento della positività del giudizio di Bush dal 56 al 65% (+9%)
à invece l’incremento rilevato è stato del 20% (+11%) per via del maggior peso dei media per l’estera
à tale incremento sarebbe variato in funzione del grado di conoscenza politica, interesse politico e fruizione dei media = l’influenza dei media non solo esiste, ma non è nemmeno limitatat alle persone con absse conoscenze politiche
· [“effetto terza persona”] = sappiamo che i media ci influenzano ma pensiamo che a usbirla siano gli altri
· DAVISON 1983 = conferma che si sovrastima l’influenza su terze persone e si sottostima sulla propria = forte bisogno di avere un pieno controllo sulle propeie azioni, in modo di accrescere la propria autostima =>
· mantenimento di un’immagine positiva di sé (anche per es. con iil fatto di vedere sé stessi come la causa dei propri successi, e gli altri dei propri fallimenti)
· la mia positività risulterà enfatizzata dalla negatività degli altri
· in più l’effetto terza persona è influenzato da tre fattori =
1) la fonte della comunicazione è percepita come tendenziosa o inaffidabile
2) il messaggio è percepito come dannoso o socialmente indesiderabile
3) gli altri sono percepiti come categoria molto ampia e come distanti
· DUCK-HOGG-TERRY 1993 = hanno indagato influenza dei media nella campagna elettorale Australia 1993 = il grado di differenziazione sull’influenza varia in funzione di quali altri si parla e quindi del loro grado di identificazione col partito o meno: una più forte identificazione coincide col fatto di giudicare i membri del proprio partito meno influenzati
=> ciò è coerente con i presupposti Tajfel-.Turner sulla teoria dell’identità sociale o categorizzazione del sè
à valutare influenza nel periodo elettorale di una serie di trasmissioni televisive, su a) sé stessi b) gli elettori in genere c) le persone pro-partito laburista d) le persone pro coalizione liberale-nazionale
à nelle situazioni in cui i soggetti vedono sé stessi come membri di gruppi tendono a fare confronti intergruppo che favoriscono il proprio ingroup
à influuenza in ordine crescente: sé stessi, ingroup, outgroup, elettori in genere
· nella realtà politica il linguaggio gioca una parte determinante
· la politica è in buona misura pianificazione, strategie e anticipazione della realtà futtura = le parole non hanno referente concreto attuale anche sde potrebbero averlo in futuro
· SEARLE-GRICE = studi sulla componente pragmatica dle linguaggio = la possibilità di disambiguare un testo è favorita dall’esame del contesto e comunque resta sempr un’area di opacità del linguaggio
· tale opacità è resa ancora più difficile dalla presenza di scopi e sovrascopi non sempre identificabili =>
· la linguistica e la semiotica hanno pèosto l’accento sulle patologie, sulle carenze e sulel deviazioni del linguaggio = l’uomo politico è colui che nasconde invece di mostrare
· negli studi c’è preoccupazione normativao etica che non si accorda con i presuupposti descrittivi della psicologia = questo fa sì che l’attenzione non è più rivolta la testo in quanto tale ma alle produzioni discorsive => espressione di un soggetto mosso da scopi che quando usa un linguaggio presuppone una presenza altra
· in questo, come dimostrano i CARON, anche la situazione del monologo può essere studiata come dialogo
· se è vero che il tema dle potere è centrale per la politica, e che le relazioni di potere microlocali hanno un’eco a livello macrosociale, c’è il rischio di panpoliticismo = rischio di estendere i confini della sfera politica fino a includere tutta la realtà sociale, e perdendo la specificità politica =>
· perciò non si tratterà di studiare il linguaggio tout court, am di studiralo in quanto attori della politica
· studiare il linguaggi significa studiare un canale privilegiato con il quale i soggetti entrano in relazione
· uno dei canali per lo studio del linguaggio sono le interviste agli uomini politici, con le diverse startegia che si possono adottare nel formulare la domanda per otteenre i propri scopi, o per rispondere a domande
· bisogna tenre conto delle risposte ma anche delle non-risposte
· BULL-MAYER 1993 = ricerca su otto interviste della Tatcher e di Kinnock, nelle quali la % di non risposte era stata per entrambi superiore al 50%
à obiettivo descrittivo e classificatorio di offrire una tipologia di non risposte
à più che costituire un prodotto finale di un perocrso è una tappa perliminare, necessarie per ricerche sucessive, per indagre come l’uso delle non-risposte può variare in funzione dei ruoli degli interlocutori
à a) ignorare la domanda b) riconoscere la domanda senza rispondere c) rispondere con un’altra domanda d) attaccare la domanda e) rifiutare di rispondre f) affrontare una questione politica g) dare una risposta incompleta h) ripetere la risposta a una precedente domanda i) implicare che la domanda ha già avuto una risposta j) scusarsi
· importanza dei faccia a faccia politici perché non vi è uomo politico dsenza avversario politico
· la dimesnione conflittuale è tipica della politica = i soggetti spesso ricordano le informazioni a sostegno della propria posizione ma anche quelle contrarie
· ciò è essenziale per prevedere le mosse ed essere persuasivi, e per rendere chiaro il proprio punto di vista
· l’obiettivo diretto è quello di convincere il proprio interlocutore, ma in relatà i destinatari del massaggio sono molti, e il vero obiettivo è convincere loro (publico comunque protagonista)
· lo scopo principale è quello di ottenre il consenso degli elttori, ma ci sono anche sottoscopi: 1) difendere la propria immagine, 2) attaccare quella dell’altro, 3) dimostrare la propria coerenza come fosse prova generale dell’azione politica governativa
· l’analisi oltre che alla compnente semantica del discorso può estendersi anche ai giochi interattivi: ad una o più rappresentazioni della realtà, cioè alla componente pragmatica del discorso
· l’ambivalenza del linguaggio fa sì che conclusioni attendibili non si possono tarre su singoli indicatori
· CONVERSO-DEPICCOLI = Analisi Proposizionale del Discorso – ADP = la proposizione (costituita da argomento e predicato, ciò che si afferma sull’argomento) viene assunta come unità di base per individuare i referenti nodali (punti principali) dle discorso; si utilizzano poi diverse categoriae di analisi come indicatori delle strategie discorsive, come verbi, avverbi, congiunzioni
à ricerca su lezioni politiche 1994 faccia faccia Occhetto-Berlusconi
à le aree tematiche toccate sono state le stesse
à a ciascuna di esse è stato dedicato spazio simile
à si sono differenziati non tanto per ciò che hanno detto ma per il modo in cui lo hanno detto
à il contesto è dichiaratamente conflittuale, quindi è normale che ci si riferisca sia a sé stesso sia all’altro
à l’obiettivo era di vedere dse si sarebbero differenziati per numero di riferimenti positivi a sé stesso e negativi all’altro
à il pronome “io” è il più frequnete,e maggiore in Berlusconi; gli avverbi affermativi sono più frequenti in Berlusconi e quelli negativi in Occhetto
à tutti e due hanno una presa in carica delle proprie affermazioni e quindi una messa in evidenza della propria identità (credo, ritengo,..)
à Occhetto però critica più frequentemente Berlusconi, come se l’affermazione della propria identità non potesse passare sre non attraverspo la negazione di quella dell’interlocutore => Occhetto attacca di più l’avversario più che proporre in prima persona i propri argomenti
· il discorso politico di fornte a un auditorio è l’essempio più calssico e viene spesso ampliato dai media
· REICHER-HOPKINS 1996 = studiano i discorsi di Tatcher-Kinnock nei loro Conressi, incentrati sulo scipero dei minatori inglesi 1984-85 = l’azione collettiva è vista in buona misura come derivante dallo sviluppo di una identità collettiva, e perciò è imporatnte vedere come nasce questa identità => si ricercano tracce nelle produzioni discorsive dei soggetti con rifermiento a Tajfel-Turner =
1) si cerca di creare identità consonante con orientamento del prorpio partito e dissonante con orientamento del partito opposto
2) definire il contesto in modo da includere il maggior numero possibile nell’ingroup
3) definire le proposte politiche in mdoo che siano onsonanti con l’ingroup
à sia Tatcher sia Kinnock cercano di indurre chi li ascolta a defiunirsi in termine di identità collettiva che sia coerente con l’uomo politico che pronuncia il discorso
à la Tatcher crea una cornice nella qual i minatori che non hanno partecipato a sciopero hanno tratti di personalità forti, positivi e tipici degli inglesi (riporta l’esperienza di una moglie di un minatore minacciata dagli scioperanti): non include solo una parte di minatori ma tutti coloro che “si sentono” inglesi
à anche Kinnock parlando degli sciopernati, arriva ad includere prima i laburisti, poi tutti coloro che si vogliono difendere dalla Tatcher
à dopo entrambi propongono un futuro coerente con le “cornici” e quindi con l’inrgroup
· eventi = altra ricerca di REICHER 1996 sull’esame del libguaggio = modificazione delle percezioni ingroup ed outgroup nel corso degli eventi =
à episodio della “battaglia di Estminster 24.nov.1988: Unione Nazionale Studenti contro la proposta di sostituire i sussidi agli studenti con prestiti agevolati
à indagine sia su studenti sia usu poliziotti con resoconto dettagliato
à si è proposto di risalire alle dimnamiche di percezione reciproca e di definizione di identità che hanno precedeuto e accompagnato quella specifica azione collettiva
à la definizione come mebro di una categoria sociale è precondizione essenziale
à la modificazione nel corso degli eventi si è avuta con analisi espressioni linguistiche: categorizzazione del sé e degli altri e come questa è mutata, e come tutto ciò è collegato all’azione =>
à a) ingroup studentesco eterogeneo con uan parte che vuole il confronto un'altra no
à b) compattazioe omogenea ingroup pro-scontro, quando c’è la precezione della polizia outgroup
à c) il fatto di aiutarsi reciprocamente diviene il crieterio di appratenenza ingroup per l’inreo svolgersi del’azione collettiva
· politica parlata dai cittadini nella vita quotisiana
· ricerca di COLUCCI-CAMUSSI 1996 = “senso comune” = analogia con la rappresentazione sociale di Moscovici 1961 = netrambe le nozioni riguardano il modo di ragionare della gente comune e della vita quotidiana (con i relativi processi di elaborazione e semplificazione), ma non dstudiati nella prospettiva intraindiviaduale cognitiva ma in un contesto interattivo => torna l’effetto terza persona
à analisi della campagne elettorali politiche 1994 e amministrative 1996
à analisi materiale discorsivo, diari, interviste: valorizzazione dell’articolazione e della contraddittorietà tipiche del linguaggio naturale
à “effetto terza persona” rilevato non attraverso questionari, ma all’interno del discorso
à in questo contesto la tv viene vista come una presenza intrusiva e minacciosa dalla quale è difficile difendersi
à a parte gli specialisti, gli intervistati operano distinzione tra le persone bene informate che includono loro stessi e le persone a loro vicine, e la gente comune (tutti gli altri) => la vulnerabilità della gente comune viene spiegata come mancanza di competenza
· se per l’uomo politico la preoccupazione maggiore è la definizione di sé stesso e dell’ingroupcontro l’uotgroup, per i cittadinic’è una duplice direzione = 1) definizione di sé stessi contro il proprio avversario 2) definizione di sé stessi in relazine agli “specialisti” (uomini politici e media)
· i fattori che influenzato o sono influenzati dal contesto interattivo vengono indagati proprio nel mentre di quel contesto dialogico e discorsivo = dilemma cornuto =
1)se si chiede ai soggetti di autovalutare i propri atteggiamenti si hanno situazioni lontane dalla realtà mma che mettono in campo variabili e verifica di ipotesi
2)se si entra nel monmento interattivo, anche con lo studio del linguaggio, si avrà un tipo di indagine più vicina alla realtà, ricca, ma con materiale ambiguo e forse incompleto dal punto di vista empirico
· anche per questo si devono creare strumenti statistici adeguati
La partecipazione politica
· il riferimento all’azione non ha caratteristiche astratte ma è smepre inserito in un arete di relazioni
· l’accento è sulle determinanti psicosociali, soprattutto Tajfel-Turner (e su partecipazione più diffusa: voto)
· TAJFEL-TURNER 1986 = [“teoria dell’identità sociale”] = nel corso dello sviluppo ciascun individuo comprende di essere una 1) unità distinta dagli altri (soggetti non indifferenziati ma con propria unicità) e 2) continui e stabili nel tempo (con costanti e loro possibilità di mutamento) => ma il soggetto è riginariamente sociale: è sin dalla nscita inserito in una rete di rapporti con gli altri e parte della sua identità sarà determinata dall’appartenenza a gruppi (già date ed altre)
· l’dentità sociale è “quella parte dell’immagine che un individuo si fa di sé stesso che deriva dalla consapevolezza di appartenere ad un gruppo sociale, unita al valore e al significato emozionale associati a tale appartenenza
· ciascuno di noi è alla ricerac di una identità sociale positiva, per mantenere alto il nostro livello di autostima, bisogno primario => obiettivo raggiunto mediante confronto ingroup-outgroup
· gli sviluppi proposti dagli alliievi di Tajfel riguardano la [“categorizzazione del sé”] = minore accento sul perseguimento dell’identità positiva e maggiore sulla componente cogniticva dell’identità = esigenxza primaria di definirsi in modo chiaro e distinto, autodefinizione che sarebbe ancora più presante di avere connotati positivi => il soggetto potrebbe preferire di sentirsi appartenente ad un gruppo non connotato positivamente ma ben definito [ABRAMS-HOGG 1988]
· caratteristiche per una buona definizione di sé =
1) dimensione del gruppo di appartenenza = secondo la “teoria della distintività ottimale” di BREWER 1991 i gruppi intermedi sarebbero più distinti di quelli troppo picoli o troppo grandi
2) contesto (es. definizione di impiegato di banca coi clienti e di sindacalismta coi colleghi)
· identità e azione si influenzano reciprocamente = una forte identità di gruppo indurrà il soggetto a partecipare attivamente all viat del gruppo e a favorirne la continuità ed il consolidamento « a sua volta il fatto di partecipare contribuirà a rafforzare il senso di appartenenza
· non solo l’identità politica, ma anche quella sociale (ad es. regionale) può giocare un ruolo nel determinare le modalità di partecipazione politica
· il voto non è la forma più importante di parteciapzione politica, ma è la più facilmente analizzabile = spiegazioni del comporatmento di voto di KINDER-.SEARS 1985 =
1) identificazione col partito = prima spiegazione storica a valenza psicologica
· “The American Voter” di CAMPBELL 1960 parla di identificazione del partito, che è variabile psicologica e soggettiva, e non oggettiva
· deciso cambio di interpretazione rispetto a quella prevalente di LAZARSFELD-BERELSON-GAUDET 1948 = la scleta di voto poteva essere predetta sulla bese di variabili sociodemografiche
· l’insufficienza di tale interpretazione fu dimostrata proprio dagli eventi USA 1948: cambiamenti dei risulati elettorali nonostante stabilità della sociodemografia
· la nozione di identificazione col partito è mutuata dalla teoria psicanalitica = nel corso dell’età evolutiva vi sono diverse forme di identificazione, tra cui quella col partito, con ruolo importante dell’ambiente e in particolare della famiglia => svilupop precoce di questa scelta e perciò con notevoile stabilità
· l’identificazione col partito coincide per CAMPBELL la scarsa conoscenza e l’incoerenza in ambito politico = i osggetti non si impegnano in un esame razionale perché le loro scelte sono di matrice affettiva
· i dati offerti sono ignorati, e selezinati e trasformati per risultare coerenti con la scelta fatta a priori
· CAMPBELL mette in evidenza il tema dell’influenza familiare ma anche il fenomeno: il votare sempre per lo stesso partito
· ma la nozione di identificazione col partito ha limiti di tipo metodologico = viene vista come causa del voto, ma operazionalmente viene misurata attraverso il voto: è la stabilità nel voto che viene assunta come misura dell’identificazione => non viè distinzione sufficiente fra variabile dipendente e indipendente
· Campbell non appare così diverso dagli altri sociologi da cui si voleva distinguere, nel senso che rimanada alla famiglia e alla classe sociale la determinanate del voto
· e infatti alla fine anni ’60 si mette in evidenza l’inadeguatezza delle spiegazioni del voto = declino immagine e senso di appartenenza dei partiti e “tiscket splinning” (voto partiti diversi in elezioni di tipo diverso)
· lecritiche al Michigan model di Campbell conducono a nuyovi modelli e l’accento si sposta dall’etàa evlutiva alla realtà politica vissuta dal soggetto nell’età adulta con effetti mutevoli nel tempo
2) voto basato sui candidati = si ricordi la ricerca NES si MILLER-WATTEMBERG-MALANCHUK 1986: i tratti attribuiti ai candidati sono il fattore più spesso ricorrente nei commenti
3) voto basato sulla prestazione = valutazione del comporatmento di un partito/governo nel passato più o meno recente, importante per poter effettuare previsini => ma KINDER-SEARS 1985 ci dicono che un simile criterio può essere adottato solo in momenti particolari =
A) un voto di protesta
B) una situazione di emergenza
4) voto basato su temi politici = panorama di informazioni più ampio rispetto al voto di prestazione perché si riferisce non solo al passato ma anche ai programmi
· modelli sviluppati in questo ambito contrapposti nella fase iniziale al pessimismo del Michigan model
· A) [“modello del consumatore”] di HIMMELWEIT 1985 = ricerca sul comportamento di voto in UK dove si rileva sostanziale coerenza tra le posizioni dei cittadini sui temi e suyi programmi = il voto è sempre più spesso determinato dall’accordo contingente con le posizioni di un partito piuttosto che dall’identificazione con il partito, che trasforma l’elettore in consumatore perché sceglierebbe in funzione dell’esigenza del momento
· B) [“modello ideologico”] di HEAT-JOWELL-CURTICE 1985 = sempre UK, per loro non c’è tanto accordo su temi specifici, quanto condivisione di credenze più generali => delineate in 2 dimensioni =
a) uguaglianza VS disuguaglianza
b) conservatorismo VS progressismo
· nei modelli 3)-4) prestazione-temi l’assunto è che la scelta di voto è vbasata sull’imnteresse personale e la teoria ultima di riferimento è quella della scleta razionale (massimizzazione benessere economico)
· ma è impensabile che solo il mio voto possa codurmi benefici immediati, e perciò è difficle spiegare il comportamento di voto in questo senso => per questo viene in aiuto la teoria dell’identità sociale = il benessere derivante dall’appartenenza a un gruppo può essere complementare al benessere individuale: benessere derivante dall’appartenenza in competizione/affiancamento al benessere economico individuale immediato
· 1) negli approcci sociologici iniziali c’è influenza unidirezionale della società sull’individuo (Campbell)
· 2) poi appare il soggetto in quanto singolo, svincolato dalla realtà sociale
· 3) infine, appare l’interazione tra fattori psicologici individuli e fattori sociali strutturali = il soggetto agisce in quanto per sua natura essere sociale, realtà parte integrante della sua setssa identità (appunto sociale)
· ABRAMS-EMLER 1992 = la scelta di voto si basa su valori espressivi come quello di esprimere la proprià identità, piuttosto che su valori strumentali come trarre benefici
=> questa ipotesi è stata formulata per spiegare le differenze regionali
=> la rilettura dei due studiosi è psicosociale = la sociologia ha precisato i termini della relazione regione-voto, la psicologia sociale indaga i fattori psicologici sottesi a questa relazione
a) motivazione strumentale (benefici a proprio favore, crescita settoriale,…)
b) motivazioni espressive (esprimere identità regionale ocme Lega Nord o PDS,…) => non è ipotizzabile sempre, ma solo in ambito regionale, percheè il soggetto deve ritenere di possedere quegli attributi tipici
à prendono le mosse da differenza storica UK = nord povero e laburista, sud ricco e conservatore
à indagine su vasta scale nelle città UK sud e nord, perfino Scozia
à come misura dell’identità regionale vi è grado di accordo su una serie di affermazioni
à misura messa in relaizone con la preferenza di voto dei soggetti
à nel nord c’è maggiore identificazione con la propria regione per i laburisti, nel sud contrario
à nel nord laburista c’è anche una minore tendenza alla mobilità
à per il campione scozzese c’era anche grado di accordo su affermazioni per stabilire la percezione di discriminazione del governo UK: il voto laburista del nord è dato anche da questa discriminazione => ciò comporta rafforzamento identità di gruppo e scelta di voto: l’identità sociale e le motivazioni espressive prevaricano le motivazioni strumentali individuali
· ricerca SIMON-KULLA-ZOBEL 1995 sul regione tedesca Saarland =
à partito leader SPD vs opposizione CDU, a livello nazionale invece era l’opposto
à sostenitori regionale SPD hanno identità più forte di quelli per la CDU
à e ciò anche se le caratteristiche idelologiche avrebbero potuto far pensare a risultato diverso perché la CDU è attento a famiglia e comunità locale come in Saaarland; mentre SPD progressista, internazionalista, universalità q uindi squilibrato rispetto al praticolarismo regionale
· ABRAMS 1994 ipotizza che i valori espressivi di identificazione col partito, siano maggiori quando il partito è di minoranza e strumentali con partito di maggioranza , secondo la teroia della distintività ottimale di Brewer 1991 (gruppo medio) = se il gruppo ottimale è in minoranza manca l’identità positiva perché la mancanza di potere non è positiva, però non va dimenticato che il gruppo “ben definito” più importante di quello “positivo”
à a un gruppo di giovani sono state chieste le intenzioni di voto e il motivo da scegliere su una lista
à se è vero che alcune ragioni prevalgono su latre, è vero che si distinguono anche in base al votare partiti di maggioranza o minoranza
à a) maggioranza = 1) qualità del leader 2) programmi politici 3) legame con la famiglia
à b) minoranza = ideali di partito
· il passaggio da partito di minoranza a maggioranza potrebbe essere accompganato da variazioni nella forza dell’identificazione col partito = i bisogni di identificazione in un primo tempo soddisfatti non potrebbero esserlo più per vai delle dimensioni accresciute del partito
· i nuovi modi di dare risposta del partito potrebbero formare correnti e sottogruppi più adatti per dimesnione
· ricerac SMITH-TYLER 1996 = dimostrano come l’interesse di gruppo può coimpetere o prevalere su quello individuale =
à non si occupano del comporatmento di voto ma degli atteggiamenti sulle politche del governo
à campione di bianchi sul potere dfel Congresso di emanare leggi su assunzioni e licenziamento nell’impresa privata di favorire un soggetto di razza nera, con scala 1-7
à la m isura era valevole anche per altre cose: a) valutazioni relazionali del Congresso (onestà e preoccupazione per il cittadino medio) e strumentali (leggi antidiscrimaznione), b) identificazione con l’ingrup di razza bianca, c) identificazione con gli americani in generale
à le valutazioni relazionali del Congresso sono altrettanto predittive di quelle strumentali, ed è anzi addirittura superiore nei soggetti con basso senso di identificazione ingroup e alto grado di identificazione con gli americani in generale
à quanto più l’appartenenza a un gruppo è importante per il soggetto tanto più cercherà di perseguire gli interessi del gruppo
à lo scopo è sempre quello di perseguire un interesse, che da personale diventa però collettivo => nel caso specifico significa aspirare ad avere un governo che si ocmporti con giustizia e imparzialità di tutti i gruppi
· se ci si colloca nell’ambito della teoria della “distintività ottimale” non è facile pensare che l’identificazione col gruppo nazionale possa prevalre su quella di un gruppo più ristretto => il dato di Smith-Teyler andrebbe sottoposto ad ulteriore verifica
· bisognerebbe vedere se gli effetti significativi rilevati a livello di atteggiamenti si ripdrodurrebbero anche a livello di decisioni di voto/comportamenti politici
· conclusioni provvisorie =
1) il bisogno di consolidare la propria appartenenza ingroup può essere più forte di quello di perseguire i propri interessipersonali
2) quando il gruppo è avvantaggiato/di maggioranza è difficle distinguere se la scelta politica è fatta per l’interesse collettivo ingroup o l’interesse personale (anche perché coincidono)
à può essere invece semplice quando il grupp oè senza potere o svantaggiato
à nelgruppo svantaggiato è possibile che il soggetto possa pensare che perseguire l’interesse del gruppo significhi aumentare le probabilità che si possa perseguire anche il proprio interesse in futuro
à ma nell’immediato l’interesse personale potrebbe essere perseguito tramite una scelta diversa
3) l’identità sociale di un soggetto può essere costituita dall’appartenenza contemporanea a più gruppi = quanto più il soggetto deciderà sulla base della sua appartenenza ad un gruppo aovraordinato inclusivo di più gruppi sottoordinati, tanto più aumentarà la probabilità che la sua scelta si allontani dal semplice perseguimento del proprio interesse [vedi ricerca su “americani in generale di Smith-Tyler
· certo, il bisogno di confermare la propria identità, sia pure sociale, è un bisogno egoistico => ma nell’ambito immediato è bisgno in quanto essere sociale e non in quanto interesse personale
· la partecipazione politica ulteriore al voto sempbra essere andata in crisi =>
· BREAKWELL = le indagini condotte suoprattutto su giovani nei paesi occidentali rilevano un’evidente tendenza a non coinvolgersi nella vita politica
· BYNNER-ASHFORD = l’associano a fenomeno più generale di cirsi delle ideologie e dei partiti, e dal ricercare modalità di coinvolgimento nella vita pubblica non mediate dall’appartenenza partitica => il quadro include sindacati, ambientalisti, gruppi di categoria, volontariato
· spsso più che di movimenti si può parlare di gruppi che nascono introno a problemi specifici: solo in un secondo tempo possono formare gruppi o confluire in movimenti già esistenti
· definizione di partecipazione politica sufficientemente ampia = ciclopedia del Novecento di Giuliano Urbani 1980 = “comportamento autonomo di chi, essendo e sentendosi parte di una qualche collettività, concorre in vario modo al processo delle decisioni che la riguardano” =>
· un lettura in chiave psicologica mette l’accento su tre fattori =
1) c’è l’appartenenza oggettiva ad una collettività, ma anche una appartenenza soggettiva che non può identificare quella collettivaù
2) il soggetto che partecipa stabilisce delle relazioni con altri, per risultati diffusi e noon limitati a sé stesso
3) il fine è qiuello di esercitare un’influenza più o meno diretta sulle decisioni che riguardano la collettività
=> nella relatà questa influenza potrà esserci o non esserci ma in chiave psicologica è imporante sottolinearne la presenza
· lo stesso Urbani dell’Enciclopedia riòleva le diverse forme e gradi di partecipazione
· MILBRATH 1965 = rileva il continuum che va da un livello minimo di attività (essere esposti a stimoli politici) ads uno massimo (detenere cariche pubbliche o di partito) => in questa scala gerarchica le attività superiori includono quelle inferiori
à un modo semplice di ottenere una misura della partecipazione è quello di chiedere quali attività della lista Milbarth fanno e prendere il numero citato
à ma Milbrath ha previsto di raggruppare le sue attività in 3 categorie nell’ipotesi che la scal non abbia intervalli equivalenti, ma ci sia un salto qualitativo e quantitativo = a) attività da gladiatore (esposizione in prima persona) b) di transizione (esposizione relativa) c) da spettatore(prende le parti di un gladiatore)
à all’interno di ciascuna categoria ci sarebbero attività molto correlate fra loro
à il passaggio da una categoria all’altra implica un cambiamento di prospettiva e non avviene in maniera automatica all’aumentare del coinvolgimento
· comunque tutte le ricerche che hano evidenziato più dimensioni della partecipazione sono state sottoposte da KELLOWAY-BARLING 1993 alla critica metodologicadi accentuare differenze che in realtà non sarebbero così rilevanti => l’utilizzo di uan scala gerarchica su dimensione unica di Milbrath (non divisa) sembra nella maggior parte dei casi adeguata
· l’approccio psicosociale ha anche studiato quali condizioni favoriscono od ostacolano l’esistenza di grupp politici e come questi evolvono nel tempo
1) teoria della mobilitazione delle risorse =
· derivazione dalla sociologia dell’organizzazione di MCCARTHY-ZALD = in molte circostanze lke persone possono acquisire la consapevolezza di avere interessi in comune con latri ma che al momento non si ha e si ritiene di aver diritto (es. migliore riconoscimento economico per una categoria di lavoratori)
· per ottenere ciò i soggetti sono costretti a unire i loro sforzi, per disporre delle risorse appropriate =
A) persone B) mezzi economici C) organizzazione
· un’organizzazione funziona quando è in grado di garantire a chi ne fa parte un adeguato equilibrio costi-benefici e fa da cerniera tra due elementi =
a) vincoli e opportunità offerti dal sistema
b) comportamenti degli attori visti con la teoria della sleta razionale
· in anni ’60-70 le persone sono state studiate, ma solo in quanto parte di un’organizzazione, indipendentemente dalle loro motivazioni, a parte quella dell’interesse personale
· negli anni successivi le critiche rivolte a ciò si sono concentrate nei due punti di KELLY =
a) l’accento sulle organizzazioni ha condotto ha sottacere il come e il perché nascono e si sviluppano
b) la teoria della scelta razionale ha fatto pensare solo e sempre alla motivazione dell’interesse individuale => si è giunti da un individualismo radicale svincolato dal rapporto con gli altri e dal contesto in cui agisce
2) approccio sociocotsruttivista =
· per questo si sono sviluppati nuovi approcci rivolti allo studio dell’azione collettiva =
1) i significati si creano e si costruiscono socialmente = prima della costruzione delle organizzazioni c’è lo sviluppo di significati condivisi
2) il soggetto dell’azione collettiva è collocato nel contesto sociale per mezzo di vari gruppi che ha il suo peso nela formazione dell’identità del soggetto
· ciò rimanda direttamente a MOSCOVICI 1961 e alla “teroia delle rappresentazioni sociali”, e all’accento che da questa viene posto sulla costruzione socialre dei significati e sulla loro condivisione, ma anche a TAJFEL-TURNER
· l’azione collettiva per molto tempo è stata vista come guidata da processi irrazionali e automatici, derivanti solo dalla psiche individuale => LE BON, “La psicologia delle folle” =ù
à comportamentei9 generici e standardizzati
à caratteristiche invarianti proprie della folla
à circostaze che evocano reazioni ewmotive come la paura, reazioni violentre e incontrollate che si manifestano sempre nello stesso modo
· Le Bon trova conferma anche nell’approccio psicanalitico di FREUD, “Psicologia delle masse e analisi dell’Io” 1921 = il cokmportamento pubblico in situazioni di questo tipo non è che un modo di proiettare verso oggetti esterni un’aggressività rivolta inizialmente verso oeggetti intern, e quindi potenzialmente molto pericolosa per la salute mentale e l’incolumità della persona
· Le Bon e Freud hanno avuto notevole impatto sullo studio dell’azione collettiva
· SMELSER nel “Manuale di sociologia” 1981 individua nell’azione collettiva 3 principali cambiamenti =
1) spostamento di attenzione dall’esame dei processi irrazionali a quelli razionali e nintenzionali
2) spostamento da attivazione di processi auotmatici a influenza complessa di più eventi concatenati
3) passaggio dall’approccio psicologico all’approccio sociologico => che vede nelle condizioni sociali e non più individuali la causa scatenanate dell’azione collettiva
· l’approccio individuale di Le Bon sulla folla viene riletto in chiave psicolosociale, come dimostra la ricerca di REICHER 1996 sulla “battaglia di Westminster” = l’origine del comportamento della e nella folla è da ricerfcare non nei processi individuali o irrazionali ma nel contesto sociale in cui si manifesta
· breve rassegna dei fattori o costrutti psicologici per spiegare partecipazione individuale a azione collettiva =
1) locus of control
2) efficacia politica
3) orientamento individualista/collettivista
4) deprivazione relativa = è l’unico che rimanda al soggetto in quanto essere sociale e non solo come gli atri tre in quanto singolo
· nessuno dei 4 fattori elencati, da solo, è sufficiente a spiegare la partecipazione politica
1) locus of control = ROTTER 1966 = aspettativa generalizzata in base alla quale il soggetto può essere orientato o meno a riteneree che la propria azione sarà determinante o meno per il conseguimento dei propri scopi
· A) interno = soggetti che percepiscono gli eventi come una conseguenza del proprio agire
· B) esterno = soggetti che percepiscono gli eventi come estranei al proprio agire
· quale delle due condizioni sia più correlata all’azione collettiva non è stato ancora chiarito
à alcuni dati hanno confermato che quello interno sia più orientato alla partecipazione politica per la credenza di poter controllare gli eventi con il proprio comportamento
à però con i risultati contraddittori si è pensato a quello estrno per il fatto chew chi non crede di poter influenzare gli eventi fa di tutto per ottenere quel potere che gli permette di influenzarli
· tale dicotomia fa sì che sia impossibile prevedere la relazione locus of control/azione collettiva
2) efficacia politica = CAMPBELL-GURIN-MILLER 1954 = sensazione che l’azione politica individuale abbia un impatto sul processo politico, che valga la pena di compiere il proprio dovere di cittadino
· non è chiaro se l’accento sia posto sul sistema politico o sull’individuo
· di conseguenza l’efficacia politica è stata vista da BALCH-SHINGLES come costituita da 2 dimensioni =
A) esterna = percezione di efficacia che deriva da componenti esytrene all’individuo => vi rientra la “fiducia nel sisetma”, la convinzione che il governo possa e voglia rispondere ai bisogni dei cittadini
B) interna = efficacia che deriva dalla propria forza o debolezza => “autoefficacia”: rapporto tra motivazione/azione che usa il modello valore-aspettativa di BANDURA 1977 (previsione del soggetto per esiti futuri)
à a) espettative di competenza = capacità di mettere in atto una certa azione politica; basate su una valutazione delle difficoltà dello scopo rispetto alle risorse cognitive del soggetto
à b) aspettative di risultato = probabilità che l’azione politica abbia successo; basate sul risultato
· si ricordino anche i rapporti conoscenza/azione: l’autoefficacia gioca un importanet ruolo di mediazione => importanza della competenza cognitiva, ma anche possesso o percezione del possesso del potere di compiere quell’azione
· può lasciari perplessi che il soggetto valuti solo la propria autoefficacia e non quella dei soggetti vicini a lui, perché l’azione collettiva deriva dal coinvolgimento di più persone =>ANDREWS-KLANDERMANN parlano infatti di “efficacia di gruppo” = apsettative sia di competenza che di risulatto (a e b) che il soggetto ha verso gli altri potenziali o effettivi parteciapanti all’azione politica
à valutazione della probabilità che gli altri oltre a me compiano l’azione
à valutazione della competenza degli altri ad agire
à valutazione della probabilità che l’azione abbia successo se molti parteciperanno
3) orientamento individualista/collettivista = sviluppato soprattutto nell’ambito della ricerca crossculturale di TRIANDIS, effettuate su persone di vari paesi e diversi temi = c’è un denominatore comune all’interno di una setssa cultura, che tende a stabilizzarsi nel singolo fino a trasformarsi in una vera e propria caratteristica della personalità
· costrutto indagato per le differenze fra le varie culture ma non fra gli individui di una stessa cultura
· si può ipotizzare che dato per scontato un livello base di individualismo o collettivismo in una cultura, i singoli individui possano conformarvisi o differenzirvisi in gradi diversi
· nello studio della relazione con l’attività politica HINKLE-BROWN 1990 indicano che chi ha un orientamento collettivista ha più probabilità di partecipare e impegnarsi nell’azione collettiva
4) deprivazione relativa = una delle determinanti principali dell’azione politica sembra essere la percezione del soggetto di subire ingiustizie, discriminato, privato di qualcosa di cui ha diritto, non in termini assoluti, ma relativi, rispetto ad altri individui o gruppi
· alla fine degli anni 40 alcune ricerche di STOUFFER hanno indagato le relazioni fra classe sociale/status e deprivazione relativa
· FOLGER-ROSENFIELD-ROBINSON 1983 = 3 condizioni per parlare di deprivazione relativa =
1) desiderare qualcosa che non si ha e che si ritiene importante
2) sentirsi in diritto di avere questo qualcosa
3) non attribuire a sé stessi la colpa di non averlo, ma anzi avere la percezione che altri abbiano determinato questa carenza
· distinzione = a) deprivazione “egositica” = l’individuo sente di essere discriminato, b) deprivazione “collettiva” = l’indivisduo sente che l’ingroup è discriminato =>
· è la deprivazione collettiva che può essere una determinante dell’azioen collettiva = una carenza individuale può essere risolta in vari modi, ma uan di gruppo può percorrere le vie istituzionali
· c’è una componente cognitiva: l’ampiezza della deprivazione + componente affettiva: percezione dell’intensità della deprivazione
· il fatto che la deprivazione deriva dal contesto sociale ha affinità con la teoria di Tajfel-Turner
· ma un aforte identità sociale non si traduce necessariamente in azione in generale o azione politica
· come rilevano HINKLE-BROWN 1990 può dipendere dal tipo di gruppo perché ve ne sono alcuni ad orientamento individualista ed autonomo (pesca sportiva, tennis, golf, trekking,…)
· è quando il grupop si basa su orinetamento collettivista e relazionale che sorge il problema
· anche TAJFEL-TURNER individuano gruppi caratterizzati da status differente =
1) che detengono il potere [high status] = benefici materiali, ma anche identità sociale positiva ed alto livello di autostima
2)caratterizzati da mancanza di potere [low status] = l’appartenenza dovrebbe essere più problematica perchè non derivano vantaggi immediati
· risposta degli individui low status per modificare la situazione ad high status =
1)mobilità individuale = possibile solo nel caso di un certo grado di permeabilità
2)creatività sociale = cerco dimensioni di confronto con l’outgroup che non siano penalizzanti con la mia identità => ricerca di VAN KNIPPENBERG 1978 =
à l’istituo tecnico meno prestigioso per riallinearsi spostava il confronto con quello più prestigioso su temi diversi dalla pura competenz scientifica, come la competenza pratica
à non veniva negata l’evidenza, ma al tempo stesso si salvaguardava l’identità sociale positiva
à al contarrio della mobilità individuale questa è una soluzione di gruppo che però mantiene invariate le posizioni dei gruppi
3)competizione e cambiamento sociale = cerco di cambiare lo status quo ingroup => TAJFEL-TURNER sottolineano che è solo questa strategia a creare conflittualità, e viene messa in atto quando si percepisce instabilità e illegittimità della gerarchia sociale attuale = c’è perciò una deprivazione relativa ed è qquesta quindi che può condurre all’azione collettiva
à anche se l’azione collettiva è solo una delle possibili azioni =>
· modello TAYLOR-MCKIRNAN 1984 = si ipotizza una sequneza di svilupop delle relazini intergruppo in 5 stadi (riiassumibili in tre) =
A) condizione di stratificazione sociale iniziale con chiara identificazione gruppi low e high status
B) gli individui dei gruppi low status tentano di inserirsi nei gruppi high status per avere un’identità sociale positiva => soluzione indivuidualistica!
C) se il tentativo fallisce per impermeabilità il low status ha piena coscienza delal sua posizione, e ciò lo indurrebbe a intraprendere un’azione collettiva allo scopo di modificare la situazione di potere del gruppo stesso => anche se inizialmente non lo scopo non era cambiare l’ingroup ma l’outgroup
· il merito di Taylor-McKinnarn è stato quello di aver indicato una possibile catena causale, anche se si sono state ricerche equivoche =>
· critiche sul fatto che l’azione collettiva è sempre una soluzione di ripiego dopo il fallito tentativo dell’azione individuale di lasciare il gruppo
· di fatto nei gruppi reali le cose non sembrano andare in questo modo
· comunque si può affermare che = 1) l’influenza sociale ha un effetto diretto sull’azione collettiva 2) ha un effetto moderatore dell’influenza di altri fattori su tale azione
· ricerca KELLY-KELLY 1994 = l’identità di gruppo è ruisultata il predittore più importante in assoluto, (e solo per la partecipazione “facile” è stato importante l’orientamento collettivista e la percezione stereotipata dell’outgroup)
à questionario a campione di sindacalistri per indagare i fattori associati alla volontà di parteciapre all’azione collettiva
à è misurata la prevista partecipazione alel prossime 10 attività sindacali
à poi c’erano uan serie di possibili determinanti: identificazione ingroup, orinetamento collettivista o individualista, percepito conflitto intergruppo, percezione stereotipata outgroup, deprivazione relativa individuale o collettiva, efficacia politica
à distinzione tra partecipazione “facile” e “difficile”
· ricerca KELLY-BREINLINGER 1996 = anche qui l’identità di genere è il migliore predittore
à obiettivi uguali alla ricerac Kelly-Kelly ma questa riferita alla donna
à prima è indagata l’intenzione di partecipazione, poi quella effettiva
à 4 forme di partecipazione: gruppi femnministi, protesta collettiva, partecipazione informale, protesta individuale
à le determinanti erano: identità di genere, deprivazione relativa, efficacia politica, orientamento collettivista in generale o di genere
· inoltre KELLY-BREINLINGER hanno infdagato l’eventuale effetto moderatore = ipotesi che
A) dove c’era identità di gruppo forte la partecipazione sarebbe maggioramente determinata da fattori sociali come la percezione di disuguaglianza o la deprivazione relativa
B) con identità di gruppo debole la determinante era data da fattori individuali come l’efficacia personale
à distinziaione in due gruppi a seconda della alta o bassa identità sociale
à la deprivazione relativa è predittore inmportante per gruppi a forte identità, mentre tutti gli altri fattori per gruppi a debole identità
· ancora molto resta da indagare
· ricerca CATELLANI 1996 = confronto fra determinanti psicosociale dell’attività sindacale con quelle dell’attività di partito = gli attivisti sindacali hanno a) identità b) efficacia c) conflitto outgroupdi gruppo molto più alte =>sia nel partito sia nel sindacato hanno peso fattori connotati socialmente ma certe caratteristiche del sindacato come l’agire localmente fa sì che la determinante principale diventi l’identità di gruppo
· l’Italia è un paese a riflessione teorica e ricerca empirica in crescita
· ciò che i soggetti sanno di politica non dipende dalle infos cui sono esposti ma dalla interpretazione di queste
· gli atteggiamenti a riguardo della politica si fondano anche su esperienze extracognitive (emozioni, esperienze,…)
· la lettura è alternatva rispetto a quella dominante proposta dalle teorie economiche e basata sull’idea dell’uomo come decisore razionale, guidato dal perseguimento del proprio interesse personale
· a questo approccio si sostituisce gradualmente di uomo decisore per mezzo di fattori di natura cognitiva e sociale
· per arrivare a ciò ci si è basati sui risultati della ricerac empirica
· c’è una dimensione ideologica (destra-sinistra) e altri principi e valori che risultano fondanti per le scelte politiche
· c’è poi l’influenza dei media e come questa viene percepita dai soggetti, anche per mezzo del linguaggio politico (comunicazione politica)
· la partecipazione politica riguarda sia il comportamento di voto sia altre forme di azione collettiva
· si privilegiano inoltre i fattori piscolosociali coinvolti nella partecipazione con particolare riguardo alla teoria dell’identità sociale di TAJFEL-TURNER 1986
· argomenti = 1) definizione psicologia politica 2) conoscenza e atteggiamento politico 3) “uomo decisore” basato su ricerca empirica 4) dimensione ideologica 5) comunicazione politica 6) partecipazione politica e identità sociale
L’area di studio della psicologia politica
· 5 settembre 1996 = marcia sul Po della Lega Nord per la costituzione della Padania di Bossi => la psicologia potrebbe spiegare perché i dirigenti hanno agito come agito , qual era la percezione di loro stessi in quel monento, come si sono sviluppate nel tempo queste percezioni, quali sono le idee e i valori ultimi =>
· [psicologia politica] = studia le rappresentazioni e azioni dei potenziali o attuali attori della politica, cioè di qualunque cittadino, leader o membro di gruppi che abbiano fini di carattere pubblico o collettivo = HERMANN 1986-LARRUS 1994-AMERIO 1996
· il soggetto non è astratto ma concreto = all’interno di una certa realtà che influenza e di cui ne è influenzato
· è proprio attraverso l’azione che il soggetto entra in relazione con l’ambiente esterno e con gli altri
· e una delle funzioni della politica è prorpio quella di regolare la distribuzione di risorse e potere individui/gruppi
· la CATELLANI considera la politica come uno degli ambiti di applicazione della psicologia sociale =>
· distInzione di LARRUS 1994 =
1) ricerche di psicologia sociale estese all’ambito politico = l’attore della relatà politica porta con sé alcune caratteristiche che gli sono proprie anche come attore della realtà sociale più generale
" si possono coprire tutti i temi classici della psicologia sociale attraverso il contesto politico
" FISKE-PAVELCHAK 1986 = distinzione a) piecemeal = il giudizio su una persona viene fondato su singoli elementi di conoscenza b) schematiche = giudizio fondato su più conoscenze strutturate e organizzate =>
" perciò in alcune circostanze ci possiamo fare un’idea sul candidato politico su singole caratteristiche che rimandano ad altre analoghe viste su altre persone in precedenza, oppure sulla base di una categoria
2) ricerche di psicologia sociale della politica = l’accento viene posto sulla specificità del contesto politico = GHIGLIONE 1989
" è vero che ci sono dei processi di base, ma gli attori politici hanno peculiarità
" lo specifico contesto politico porta con sé conseguenze = a) scopi b) ruoli c) regole e vincoli
· la distinzione fra i due tipi di ricerche non va intesa in senso rigido => poi in entrambi i casi la dimensione sociale viene assunta come costitutiva della politica
· lo sviluppo della disciplina è stato finora ineguale dal punto di vista territoriale = + USA – UE e Italia
· UE = interesse prevalente per l’ideologia e per le istituzioni VS USA = impostazioone più funzionalista che vede il sistema politico come insieme di relazioni e come espressione dei leader e opinione pubblico [v. assenza partiti!]
· l’accetto USA è perciò sui soggetti della politica = collaborazione incessante fra politologi e psicologi, anche con percorsi universitari ad hoc per la preparazione di specialisti in psicologia politica
· cenni storici =
1) 1940-1950 = fattori psicobiografici in politica = FREUD-LASSWELL-BERBER-MASLOW =
" studi fondati essenzialmente sul patrimonio interpretativo lasciato dalla teoria psicanalitica
" opere di FREUD come [“Futuro di un’illusione”, 1927] o [“Disagio della civiltà”, 1929] = gettano le basi
" sono importanti anche le spicobiografie di personaggi del passato come il saggio di Freud su Leonardo = offrono una metodologia di ricostruzione della personalità =>
" la psicobiografia costituisce il lavoro di LASSWELL 1930 e 1948 = si propone di spiegare perché alcune persone e non altre si impegnano in politica = A) ansie irrisolte del proprio ego B) scarsa stima di sé, tanto che si rivolgono all’esterno per cercare le conferme che non trovano all’interno di sé => l’attivitò politica sarebbe funzionale alla risoluzione dei conflitti interiori: si spostano tali conflitti privati su oggetti pubblici
" BERBER 1985 = tipologia della personalità nella quale colloca i diversi Presidenti USA e cui cui spiega i loro successi ed insuccessi (ad es. Wilson, Johnson, Nixon “attivi negativi”: scarsa stima di sé, che non cambiano strategia politica nemmeno quando segnali evidenti suggeriscono di sì
" MASLOW 1954 = modello motivazionale = attività politica in alto nella piramide, intrapresa solo quando i bisogni primari sono stati soddisfatti => soggetti ad alta stima di sé [contrasto con Lasswell-Berber]
" critiche di SEARS 1987 sull’approccio psicobiografico = A) l’approccio fornito nel caso dei leader non vale per i militanti, studiati attraverso il questionario B) accento esclusivo sul carattere-aspetti interni, senza analisi delle componenti ambientali = errore fondamentale di attribuzione di ROSS 1977: ruolo accentuato sui fattori disposizionali e poco su quelli situazionalI
2) 1960-1970 = opinione pubblica e comportamento elettorale = CAMPBELL&CO.-DOWNS =
" i protagonisti della politica sono anche i cittadini la cui influenza appare soprattutto col voto
" per questo inizia l’interesse della psicologia politica sul comportamento elettorale atteggiamenti cittadini
" dal 1952 l’Università del Michigan effettua ogni 4 anni indagine su vasta scala per monitorare i cittadini = NES [National Election Study], indagine che a tutt’oggi costituisce preziosa fonte
" si passa così dallo studio delle elite allo studio dell’opinione pubblica = l’idea impplicita è che i soggetti non reagiscono direttamente alla realtà che li circonda, ma si costruiscono delle rappresentazioni in genere stereotipate e semplificate
" a partire da questo indagine di CAMPBELL&co. 1960 sull’elettore USA = [“The American voter”] = estendere all’ambito politico la nozione di atteggiamento, prima sviluppato solo in psicologia sociale, anche se è percettibile ancora la fase precedente sulla nozione di atteggiamento =
a) si fa risalire alla personalità e cioè all’età evolutiva lo svilupop di atteggiamenti che nel corso dell’età diventano stabili e resistenti al cambiamento
b) la socializzazione, e soprattutto la famiglia, giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo di una identificazione con il partito
c) così il voto non sarebbe basato su esame obiettivo ma su comportamento irrazionale su spinta interna
d) dopo aver verificato che la gente comune possiede informazioni davvero scarse sulla realtà politica e nemmeno si preoccupa di raccoglierle perché è più interessata alla vita privata = povertà cognitiva
e) il soggetto si limita ad adattare così le poche informazioni alle idee già preconcette che ha
" la nozione di “identificazione col partito” verrà messa in crisi con i nuovi paradigmi per mezzo del nuovo comportamento di voto anni ’70 = spostamento di voto da un partito all’altro
" la visione di Campbell dell’homo politicus irrazionale è da contrapporsi a quella razionale di DOWNS 1957 = [“Una teoria economica della democrazia”] = l’elettore anche se dispone di informazioni parziali ha comunque la possibilità di decidere in modo razionale per via della “massima utilità attesa”
3) 1980 = social cognition = LAU/SEARS-SIMON =
" estensione dell’approccio cognitivista nell’ambito della psicologia politica = la questione non è più tanto solo cosa pensa un soggetto di un certo candidato o se lo voterà, bensì attraverso quali processi mentali
" la ricerca della social cognition crea il filone della political cognition grazie a LAU-SEARS 1986
" dalla social la political elabora diverse fasi di elaborazione delle informazioni = A) codifica B) organizzazione C) recupero => diverse ricerche effettuate in ambito politico finiscono con replicare i risultati di altri ambiti
" razionalità limitata SIMON 1983 = un soggetto attivo seleziona ed elabora le informazioni provenienti dall’ambiente esterno compatibilmente con vincoli oggettivi provenienti da mente umana => questa versione è nuova rispetto agli studi precedenti (uomo completamente irrazionale ed emotivo) ma anche rispetto all’uomo completamente razionale (come si è visto nell’applicazione delle teorie economiche all’ambito politico)
" così si afferma la definizione di uomo come [economizzatore cognitivo] = economizzazione delle energie mentali tramite scorciatoie e semplificazioni, così da assolvere al compito conoscitivo ma senza elaborazione completa delle informazioni disponibili
" questo modello è funzionale all’obiettivo di conoscenza della realtà, ma c’è il rischio di distorsioni sistematiche nel giudizio (bias)
4) 1990 =
" 1) sviluppo del tema della conoscenza politica della razionalità limitata anni ’80 ma con più marcata attenzione sul contesto = sul dove i processi di conoscenza vengono messi in atto
" si analizzano i limiti del “sistema di elaborazione” che variano a seconda di diversi fattori = a) motivazione b) scopi c) ruoli d) regole e vincoli
" allontanamento dal modello cognitive miser-economizzatore cognitivo per avvicinarsi al [tattico motivato] di FISKE-TAYLOR 1991 = i processi cognitivo possono variare in funzione di ciò che li origina e della meta cui sono diretti
" non is tratta più di minimizzare o di ignorare, ma semmai di sottolineare la specificità
" 2) maggiore attenzione al contesto significa anche maggiore attenzione a variabili originariamente sociali = abbandono di una prospettiva individualistica (pur sempre valorizzando le specirficità) e aasunzione di una propsettiva più strutturalmente sociale
La conoscenza e gli atteggiamenti politici
· il problema non è della mancanza di informazioni ma quello della sovrabbondanza
· di fatto però le informazioni poliiche cui si accede sono molto inferiori delle esistenti => selezione =
1) fase uno = media
2) fase due = esistenza di ciascun soggetto ma indipendente dalla sua volontà (ambiente familiare, scuola,…) => con anche “esposizione involontaria all’informazione”
3) fase tre = selezione volontaria del soggetto = limitazione numero informazioni cui si presta attenzione
4) fase quattro = salienza delle informazioni
· il modo in cui l’informazione viene codificata avrà effetti su succesive fasi di organizzazione e recupero
· in genere confrontiamo un’informazione con concetti già noti e poi le attribuiamo un significato = richiamo dalla memoria a lungo termine MLT nella memoria a breve termine MBT
· l’accessibilità di un concetto è proprio la probabilità che questo venga richiamato nella MBT =>
1) recenza = un concetto da poco richiamato nella MBT rimane per un certo tempo più accessibile di altri
" ciò che avviene in modo sposntaneo viene risprodotto sperimentalmente nelle ricerche psicologiche attraverso la procedura del [priming] = si propongono ai soggetti situazioni-stimolo allo scopo di innalzare l’accessibilità di certi concetti
" la ricerca di YOUNG è indagato ilriferimento al concetto di “interesse personale” su temi politici
2) frequenza = se un concetto viene frequentemente attivato ciò fa si che la sua accessibilità sia cronicamente alta e basta poco per richiamarlo nella MBT
" se il concetto è attivato sia frequentemente sia recentemente i due effetti si sommano, ma non coincidono = l’accessibilità dipende dal tempo intercorso tra priming e soggetto = BARGH-LOMBARDI-HIGGINS 1988 =
a) nel breve periodo prevale il priming
b) nel lungo periodo prevale la frequenza, nel senso che decade il concetto attivato col priming
3) obiettivi = che il soggetto persegue nel momento della codifica
" i cognitivisti hanno avanzato l’ipotesi che anche gli obiettivi sono depositati in memoria, e che a ciascuno di essi si colleghino blocchi di informazioni utili al conseguimento dell’obiettivo stesso = WYER-SRULL 1986
" ma ciò è difficile da indagare perché più obiettivi possono competere o coesistere a livelli gerarchici diversi (breve, medio, o lungo)
· c’è comunque la difficoltà di distinguere se un concetto è accessibile per gli obiettivi o per la frequenza
· vi possono poi essere momenti in cui l’atenzione si rivolga soprattutto alle persone (come in campagna elettorale) oppure ai temi => e ciò non preclude che possano esservi dei legami
· la ricerca sulla percezione degli uomini politici è stata favorita da progressi nella social cognition
· le informazioni di cui teniamo conto di possono ridurre a tre categorie = 1) appartenenza partitica 2) posizione su temi politici 3) caratteristiche personali
· MILLER-WATTENBERG-MALANCHUK 1986 = analisi dei dati NES pre-elettorali USA, specie riguardo ai commenti liberi sui candidati
" è stata calcolata la % riconducibile a una delle tre categorie
a) pur essendoci variabilità tra tornate elettorali i commenti relativi a tratti personali quasi sempre prevalgono
b) l’importanza dei tratti è ancora maggiore perché smebra rimanere una costante anche rispetto alla diversità delle condizioni politiche [anche se è abagliato generalizzare perché in altre nazioni potrebbe essere diverso]
c) tratti personali salienti = in ordine =
1) competenza (intelligenza, abilità come leader, comprensione di temi politici)
2) integrità (onestà)
3) affidabilità (fede nella parola data, deciso)
4) carisma
5) caratteristiche personali (età, religione, situazione economica)
· altri ricercatori tra cui OTTATI 1990 e RIGGLE 1992 hanno ulteriormente indagato il peso delle informazioni sui candidati, con indagini più strutturate, anche con informazioni non spontanee come i commenti => BUDESHEIM-DE PAOLA 1994 =
esperimento 1) = giudizio appare influenzato in maniera simile sia dalle info sulla personalità che da quelle sull’aspetto fisico, e quest’ultimo, anche se non compore nei commenti spontanei, può avere ruolo di rilievo
" venivano fornite brevi descrizioni favorevoli o sfavorevoli
" veniva mostrata fotografia candidato attraente onon attranete
" veniva chiesto di esprimere giudizio su una scala 0-10
esperimento 2) = conferma che le notizie sull’aspetto fisico sono rilevanti, perché il grado di accordo con le posizioni dei candidati ha meno peso sul giudizio quando i soggetti hanno anche informazioni dell’immagine
ci si poteva aspettare che i soggetti giudicassero il dato meno ambiguo della posizione sui temi, ma così non è stato => la contraddittorietà delle informazioni sull’immagine fa sì che l’attenzione vada su di esse e quindi divengano le affermazioni più accessibili alla mente
" si doveva verificare se i soggetti erano più inclini a basarsi su imagine del candidato (aspetto fisico e personalità piuttosto che sulle posizioni nei temi politici
" si dicevano le loro posizioni di voto su 12 provvedimenti votati in Parlamento
" avevano informazioni su aspetto fisico e personalità
· dato il peso delle caratteristiche della personalità ci si chiede se questo può essere influenzato dal grado di competenza politica del soggetto = MILLER-WATTENBERG-MALANCHUK 1986 sempre nella ricercas del NES hanno misurato la competenza col grado di istruzione dei soggetti (non diretta) e hasnno visto come quelli con più alto grado basano i giudizi sui tratti del’immagine uguale o più a quelli di bassa
· quindi le caratteristiche della persona sono più rilevanti delle idee
· LAVINE 1996 = fa una ricerca sui temi politici e vede come quelli di politica interna sono più salienti sul piano personale e più accessibili, mentre quelli di estera più salienti sul piano nazionale ma meno accessibili; è probabile che la decisione di voto sia più coerente con i temi interni che esteri
" elenco di 7 temi di politica interna (aborto, pena di morte, disoccupazione,…) e 7 di estera (difesa, Golfo, diritti dei Palestinesi,…)
" si chiedeva di metterli in ordine di importanza due volte: una sul piano personale, una nazionale
" poi in sequneza casuale ha chiesto il giudizio su ciascun tema e il tempo impiegato per dare il giudizio è stato utilizzato per l’indice di accessibilità
· YOUNG 1991 = ha indagato come l’effetto priming dell’interesse personale innalza il livello di accessibilità sul giudizio di un tema = il gruppo sperimentale sottoposto al priming dell’interesse personale vuole destinata l’eccedenza all’assitenza sociale per le persone che avevano avuto sussidi e restituiti indietro per chi non li aveva avuto; laddove per il gruppo di controllo senza priming su interesse personale questo è stato indifferente
" si chiedeva a gruppo di studenti se avessero mai avuto sussudi statali per misurare coinvolgimento
" assegnazione di due gruppi sperimentale/controllo
" si diceva che si era in ritardo con l’esperimento e se intanto potevano partecipare ad un altro
" veniva fatta ascoltare conversazione fra due persone con argomento le trattenute delle buste paga: secondo uno andavano usato per interessi personali, l’altro individua altri motivi
" l’obiettivo dei ricercatori era di aumentare l’accessibilità per il concetto di “interesse personale” attraverso una stimolazione non legato al primo tema dei sussidi
" poi si diceva che c’era l’esperimento vero e proprio: venivano fatte leggere tre diverse proposte per l’impiego di eccedenze di bilancio statali = a) assistenza sociale [in coerenza con interesse personale dei soggetti “sussidiati] b) restituzione ai contribuenti [interesse personale dei non sussidiati] c) da mettere nel bilancio per l’anno successivo
· poiché il giudizio sulle proposte di legge è molto correlato con il comportamento di voto, i risultati di YOUNG hanno implicazioni pratiche anche per gli obiettivi del candidato
· ma per avere voti potrebbe non essere sufficiente guaradare all’interesse personale = esso va stimolato = non è sufficiente fare gli interesse degli elettori ma vanno indirizzati in modo che lo utilizzino come priming
· ciò trova ampio sostegno nelle applicazioni della teoria economica sul comportamento di voto
· ma se l’interesse personale è sempre importante, non è detto che sia la determinante
· un ruolo importante è giocato dai media e dalla loro agenda setting = può aumentare accessibilità ai temi => inoltre può influenzare di molto il giudizio sui candidati, visto che possono essere favoriti coloro che mettono nel programma i temi più salienti
· ad es. se la questione centrale è la moralizzazione della politica, è più importante che il candidato sia ritenuto integerrimo, passando in secondo piano la sua competenza sul piano operativo
· tra le fasi della codifica e dell’organizzazione vi sono stretti rapportimolti dei modelli si basano su COLLINS-LOFTUS 1975 = rete semantica: serie di nodi corrispondenti ai singoli concetti, caratterizzati da legami che corrispondono alle relazioni (di somiglianza, inclusione, causa-effetto,..) => l’idea prevalente è che l’uomo politico costituisce una sorta di nodo superordinato collegati a 3 sottordinati = 1) suoi tratti 2) posizioni sui temi 3) appartenenza partitica
· poi vi sono in lui altri inferiori, come la competenz, l’onestà, il carisma,..
A) organizzazione delle conoscenze su un tema [intra-issue] = PRATKANIS =
· non è detto innanzitutto che ci sia PRATKANIS 1989 = nell’organizzazione su un tema è smepre implicita una componente valutativa del soggetto
a) unipolare = relazione solo positiva o neutra = più mi interessa un argomento più lo conoscerò, ol al massimo ho atteggiamento neutro (es. più il calcio mi piace più vorrò saperne, altrimenti lo ignorerò)
b) bipolare = solo negativa o neurtra = caratteristica dei temi politici = non c’è relazione diretta tra positività dell’atteggiamento sul tema e conoscenza: chi è a favore del tema non ne sa necessariamente di più di chi è contrario (es. nucleare) =>
· PRATKAINS = non vi è ricordo migliore delle informazioni coerenti col proprio atteggiamento ma semplicemente che quelle favorevoli o contrarie vengono ricordate meglio delle neutre
à veniva chiesto ai soggetti di esprimere affermazioni favorevoli, neutri o contrarie sul nucleare
à poi era chiesto ai soggetti di ricordare il maggior numero di informazioni possibili
à le conoscenze organizzate su un tema saranno perciò quelle a sostegno della propria posizione ma anche quelle contrarie
B) organizzazione delle conoscenze su più temi [intre-issue] = JUDD-FRONISCK 1989 =
· modello più generale che non riguarda solo le conoscenze relative ai temi, ma include tutte le conoscenze politiche = livello più astratto legato a valori e principi ideologici, uno più concreto temi, uomini, partiti
· nodi appartenenti alla stessa categoriea o a categorie diverse, possono essere collegati fra loro
· l’ipotesi è che due nodi sono collegati qunado vengono attivati simultaneamente => e ciò avviene quando uno include od esclude l’altro, senza mezze vie
· ricerca sulla coerenza nelle posizioni politiche dei soggetti = la competenza determina un maggior nuemro di legami fra nodi e l’importanza dell’oggetto per il soggetto aumenta l’attivazione di un nodo (accessibilità) => la coerenza politica è tanto maggiore quanto maggiori sono ei legami fra nofdi e l’accessibilità
à è stato chiesto di esprimere atteggiamneti su temi, 2 candidati ad elezioni USA (Reagan e Carter) e 2 gruppi politici (democratici e repubblicani)
à si è misurata la correlazione tra gli atteggiamtni
à si è visto che la corrlazione è aumentata per via di due fattori = 1) competenza politica 2) imporatnza per i soggetti dell’oggetto preso in esame
· ma il mio giudizio positivo o negativo su un tema/candidato non dipende solo dalle conoscenze che ho in merito o da quelle attivate, ma anche da aspetti = a) cognitivi b) affetrtivi c) comportamentali
· il legame tra le tre componenti e gli atteggiamenti è bidirezionale = influenza reciproca
· non è detto che alla base di atteggiamento vi siano tutte e tre le componenti
· allo stesso modo non è detto che le tre componenti siano coerenti fra loro
1) componenti cognitive = imporatnte ma non unica, rappresenta le “credenze”, l’insieme di cognizione relative su un’oggetto al quale è rivolto l’atteggiamento
2) componenti affettive = emozioni e sentimenti che un soggetto prova di fronte all’oggetto
· ABELSON 1982 = dimostra come le emozioni abiano influenza sul giudizio espresso, e nel caso siano positive come questa infleuenza sia siuperiore alla personalità dell’uomo politico
à ha presentato ai soggetti 16 tratti di personalità posittivi e 8 negativi, di descrizione di politici USA
à è stata proposta una lista di 12 emozioni sia negative sia positive che sarebbero state suscitate ogni qual volta quel politico appariva
à si chiedeva di dare una valutazione a ciascun uomo politico da 0 a 100
· TRENTIN-MONACI-NUNIA 1996 = stessa ricerca nell’ambito politico italiano = anche in questo caso i predittori migliori delle valutazione sono risultate le emozioni positive
à si dove attribuire una lista di tratti positivi e nagativi alle tre principali forze scese in campo nel 1994 (progressisiti, centro, polo delle libertà)
à poi si doveva dare valutazione diei tre polit e dire la propria intenzione di voto
· tuttavia è da dire con cautela che la maggior determinante è la componente affettiva = non tutte le ricerche hanno ottenuto gli stessi risultati, e comunque nbon tutti i fattori intervengono nella stessa misura
· ma se una valutazione si è formata attraverso il canale emotivo, è più probabile che quel canale sia il migliore predittore
· inoltre il peso relativo della componente cognitiva o emotiva ppuò essere dato dal contesto politico in cui quel giudizio viene emesso (ad es. nello studio di Trentin-Monaci-Nunia era caratterizzato da forti novità)
3) componenti comportamentali = esperienze che il soggetto ha avuto, o intende avere in futuro, rispetto all’oggetto di atteggiamento
· tecniche sempre più raffinate dei sonfdaggi elettorali per monitorare la campagna elettorale e nel caso fare inversione di rotta, tecnica usata anche nel marketing = lo scopo non è tanto di rilevare atteggiamenti in quanto tali, ma in quanto predittori di comportamento futuro
· non sempre le ricerche riscontrano correlazione tra atteggiamento-comportamento, anche per via delle scaele di misurazione dell’uno e dell’altro =a) le scale di atteggiamento avevano domande a carattere generale b) quelle di comportamento domande più specifiche
· questo non significa che atteggiamento-comportamento siano contraddittori, ma semplicemente che un atteggiamento espresso in termini generali non ha condotto a un comportamento specifico
· AJZEN-FISHBEIN 1977 = la tipologia di comportamento può variare sotto 4 diverse direzioni = 1) azione intrapresa 2) oggetto cui è rivolta l’azione 3) contesto dell’azione 4) tempo dell’azione => è più probabile che ci sia correlazione atteggiamento-comportamento quando questi sono compatibili con le 4 dimensioni
· comunque misuarare atteggiamenti-comportamenti a livello di specificità uguale può aumntare correlazione
· inoltre la correlazione è influenzata dalla “forza” dell’atteggiamento = chiarezza, stabilità nel tempo, coerenza, particolare legame tra componenete cognitiva e affettiva,…
· FAZIO 1986 = dimostra come la “forzza” dell’atteggiamento è aumentabile dall’accumulo di esperienza relativa all’oggetto che aumenta l’accessibilità (come fa la frequenza ad una informazione), soprattutto se le esperienze che si succedono tra loro sono coerenti => dopo basterà poco per attivarlo (es. innamorati)
· e l’accessibilità all’atteggiamento fara sì che vi sia minore probabilità di contraddizione tra esperessione verbale e traduzione in azione concreta attraverso il comportamento [MANSTEDA, 1996]
· FAZIO-WILLIAMS 1986 = i soggetti che hanno dimostrato di avere un atteggiamento più accessibile sono anche quelli risultati più coerenti con quest’atteggiamento in seguito
à esprimere atteggiamento su candidati Reagan e Mondale prima delel elezioni USA
à l’accessibilità era misurata nella velocità di risposta
à si chiedeva quale delle due figure aveva fatto una miglior figura in dibattito TV
à dopo le elezioni i soggetti venivano contattati e gli era chiesto per chi avevano votato
· ma non si tratta solo di vedere coerenza atteggiamento-comportamento ma anche in “quali condizioni” l’atteggiamento sfocia in comportamento =
teoria del comportamento pianificato [planned behaviour] di AJZEN 1988 (versione modificata della teroria dell’azione ragionata del 1975) = l’idea soggiacente è che un’azione viene intrapresa se si pensa di portarla a termine (3 fattori attegiamento, norma soggettiva, percezione di controllo) =
1) l’atteggiamento verso il comportamento è solo una delle determinanti
2) è la norma soggettiva, cioè le aspettative degli altri, che per la maggior parte spiegano il comportamento
3) inoltre c’è una percezione di controllo del comportamento: quanto facile o difficile possa essere compiere l’azione
à queste spiegano il comportamento, ma anche “l’intenzione” di comportamento, che quindi spesso coincidono
à però ci sono comportamenti del soggetto non intenzionali che in questo caso sono spiegabili “solo” dalla percezione di controllo del comportamento
· ci può essere la relazione contraria: cioè come l’atteggiamento può influenzare la conoscenza di un certo oggetto => ciò può condurre a molte distorsioni nella codifica di nuove informazioni
· questo può essere tanto più rilevante, quanto a) il soggetto è coinvoolto b) più l’atteggiamento è forte
· inoltre spesso gli atteggiamenti politici non si sviluppano nei confronti di oggetti stabili, ma mutevoli = 1) il politico dice cose diverse in circostanze diverse (“ritaglio” del messaggio) 2)il politico può cambiare posizione nel tempo (o anche il partito)
· quanto più è ambigua e contraddittoria una situazione, tanto più peserà la selezione, la ricostruzione esspesso la stessa distorsione => l’individuo cercherà di intervenire per ridurre le incoerenze che riguardano gli altri e sé stesso anche a costo di distorsioni [dissonanza cognitiva]: squilib rio cognitivo in presenza di atteggiamenti contraddittori (momento di tensione) =>
· teoria dell’equilibrio di HEIDER per correggere lo squilibrio cognitivo, applicata anche ad ambito politico da altrii autori
· relazione triadica dell’atteggiamento = a) dell’uomo politico sul tema b) del cittadino sul tema c) del cittadino sul politico [ + percezione del cittadino sull’atteggiamento dell’uomo politico riguardo al tema] =
equilibrio con: 1) segno positivo su tutti e tre gli elementi (ho attegiamento positivo nei confronti del politico e tutti e due ce l’abbiamo sul tema)
2) segno positivo solo su una (favorevole al politico, ed entrambi sfavorevoli al tema)
· ma se percepisco che il leader che mi piace ha un atteggiamento per me negativo su un tema? HEIDER dice che l’atteggiamento ritenuto meno importante si cambia (se per me è più importante il leader cambierò atteggiamento sul tema, se è più importante i tema, sul leader)
· lo squilibrio è più sentito quando le due persone sono legate
· l’obiettivo di ristabilire l’equilibrio agisce cioè come bias o tendenza sistematica alla lettura dei dati =>
· OTTATI-FISHBEIN-MIDDLESTADT 1988 = assimilazione e contrasto = tendenza ad accenturae la vicinanza tra noi stessi e ciò verso cui abbiamo un atteggiamento positivo [assimilazione] e la distanza tra quello con cui abbiamo atteggiamento negativo [contrasto]
à durante campagna presidenziale Reagan/Mondale venivano presentate affermazioni sulla loro posizione
à alcune erano vere altre false
à si chiedeva ai soggetti di valutare la probabilità che fossero false o vere su scala –3/+3
à si chiedeva poi ddi esprimere un giudizio sia sui candidati sia sui temi
à venivano poi divisi in due gruppi: il primo con i soggetti che concordavano con le affermazioni vere, e il secondo con quelli che dissentivano
à se l’attribuzione di “verità” alle affermazioni non fossero influenzate dalle posizioni personali dei soggetti non si dovevano vedere differenze tra i due gruppi
à invece nel 1 gruppo di chi concordava con le affermazioni queste sono risultate “più vere”
· SHRIF-HOVLAND 1961 = teoria del giudizio sociale = la posizione del soggetto è una sorta di àancora di giudizio con cui vengono confrontate tutte le posizioni possibili, e gli atteggiamneti più vicini a quelli personali saranno percepiti come più simili ai propri di quanto non lo siano in realtà [sovrastima della vicinanza del messaggio]
· processi di assimilazione e contrastoci sono anche con candidati politici e partiti = GRANBERG 1993 = il soggetto tende a considerarsi più simile rispetto a chi ha deciso di votare e aumentare la distanza verso l’opposizione
à era chiesto ai soggetti il prorpio atteggiamento su nove temi, e poi l’atteggiamenrto sugli stessi temi dei candidati Bush/Dukakis alle elezioni USA 1988
à le risposte erano su scala 1-7 che corrispondeva a +liberale/+conservatrice
à indipendentemente dal punto della scala dove si sono collocati i soggetti riguardo ai temi, ha collocato il candidato favorito vicino alle proprie posizioni e lontano dall’oppositore
à ad ogni modo la tendenza di contrasto è di solito meno marcata di quella dell’assimilazione
· il fatto che “l’effetto contrasto” sia meno marcato è attribuibile al fatto che i soggetti preferiscono l’accordo al disaccordo e il gradire una persona piutosto che non gradirla [agreement effect e positivity effect]
· ma in particolari circostanze anche la tendenza al contrasto può emergere in modo evidente =>
· ricerca sempre di GRANBERG sul Center Party dell’Olanda = tendenza al contrasto =
à nonostante i nome il partito era percepito o come di estrema destra o come estrema sinistra
à in ogni caso aveva pochi consensi e tutti i soggetti avevano aumentato distanza fra sé e il partito
à ai soggetti veniva chiesto di collocare seè stessi e il partito in una scala 1-100
à tutti i sogegtti collocano il partito in una posizione antitetica alla propria => effetto contrasto
· gli atteggiamenti dunque uan volta formati influenzano la conoscenza perché il soggetto tende ad ancorare la codifica di nuove informazioni al giudizio di cui già si dispone
· ma anche altri fattori di matrice sociale possono favorire la comparsa di tendenze sistematiche all’assimilazione =
1) l’identità di gruppo del soggetto = TAJFEL-TURNER 1986 (es. appartenenza ad un partito)
3) la relazione del soggetto con altri soggetti
· la differenza fra il competente e l’incompetente non è nella quantità di nozioni possedute, ma nella capacità di utilizzarle efficacemente nell’attività di soluzione dei problemi
· in ambito poliyttico può essere più difficile definire tale expertise
à qui la competenza consiste nell’integrazione di conoscenze appartenenti a diverse discipline
à le fonti di acquisizione di competenza non sono le solite fonti scientifiche ma latre, ti po i media
à non esiste altro ambito come la politica in cui le persone possano essere coinvoolte indipendentemente dalla loro effettiva competenza (le questioni politiche in misura maggiore o minore toccano uttti)
· FISKE-LAU-SMITH 1990 = l’expertise politico è sintesi di 5 diverse dimensioni = A) l’interesse politico B) l’attività politica C) la conoscenza politica (nozioni su istituzioni, temi personaggi) D) la fruizione dei media E) il concetto di sé politico: peso della prorpia appartenenza politica enlla definizione di sé
· differenze nella codifica delle informazioni tra espert e non =
1) maggiore velocità nella comprensione di nuove informazioni e sulla valutazione
2) maggiore coerenza negli atteggiamenti e nell’organizzazione delle informazioni, con una rete concettuale più ricca (che riesce ad attivare più facilmente i legami fra nodi)
4) superiorità nel ricordo (per via delle informazioni meglio organizzate)
· ma nonostante la correlazione fra le 5 dimensioni dell’expertise, è meglio tenerle distinte perché possono anche agire da indipendenti
· un’attenzione particolare merita la relazione conoscenza politica-attività politica, importante se si vuole studiare il soggetto come attore politico (e quindi attivamente coinvolto)
· ricerca di CATELLANI su campione di studenti milanesi = lo scarso legame trovato in passato tra conoscenza-attività politica è rotto = si è scoperto infatti che non è diretto ma mediato dall’autoefficacia politica, da quanto uno percepisce di poter passare all’azione sul serio
à raccolta di dati su conoscenza politica: di base, d’attualità, appliacata
à si dovevano elenacare azioni che il governo doveva fare per risolvere problemi e quali persone o figure istituzionali avrebbero potuto avre un’influenza sulla soluzione
à ulteriori dati sono stati raccolti riguardo all’expertise: l’interesse politico, l’attività, fruizione dei media
à veniva misurato il grado di autoefficacia politica con domande al fine di valutare la percezione della possibilità di agire = misura introdotta perché si ritiene che l’autoefficacia politica possa influire nel rapporto conoscenza politica-azione politica
à tutte le situazioni indagate sono risultate altamente correlate fra loro: maggiore è l’interesse per la politica, maggiore è la fruizione dei media,, maggiore la conoscenza, incrementata da quella di base che a sua volta ri-influenza tutto il resto
· QUADRIO-CATELLANI-SALA 1988 = con riferimento alla teoria delle rappresentazioni sociali di MOSCOVICI 1961 hanno studiato A) la rappresentazione della politica che emerge spontaneamente nei discorsi B) se questa rappresentazione coincide con la definizione scietifica di politica C)come la rappresentazione varia in funzione del coinvolgimento politico
à divisione in 4 grupi di soggetti: uomini politici, militanti di partito, soggetti interessati, indifferenti
à agli esteremi ci sono gli uomini politici dai quali il potere viene visto come funzionale alla presa di decisione e alla gestione amministrativa dello Stato, e gli interessati che vedeono il potere come profitto personale degli uomini politici
· in una ricerca successiva di CATELLANI 1990 sono stati presi in esame militanti e non milintanti di partito = mentre la definizione di politica è meglio definita dai militanti, i politico è meglio definito dai non militanti, che percepiscono maggiore variabilità nei suoi tratti => [l’analisi di regressione multipla] mostra come il fattore “ambizione” dell’uomo politico rilevanto sia da milintanti che non sia coerente con una delkel definizione dei militanti di politica, ma con nessuna dei non militanti (uno degli scopi della ricerca era proprio vedere se l’idea di uomo politico era correlabile con quella diella definizione di politica)
à metodologia differente perché non si indagano le rappresentazioni della politica nei discorsi, ma nella loro organizzazione in categoria concettuale attraverso un processo di astrazione
à è stata mesas a punto una lista di 24 definizioni di politica con scala 1-7
à e 31 tratti personali con scala 1-5
à il concetto di politica appare più ricco di tratti definenti nei militanti = “azione sociale”/”potere” per i militanti, “abuso di potere”/”delega” per i non militanti (forte connotazione morale) => il significato attribuito è comunque diverso a seconda dell’appartenenza partitica (PCI-DC/PSI) o al diverso grado di coinvolgimento politico
à il concetto di uomo politico appare più ricco tra i non militanti = in entrambi però c’è “ambizione”
La decisione politica
· l’approccio psicologico allo studio della decisione politica deriva da una critica della teoria della decisione sviluppata inizialmente in ambito economico =>
· teroia della scelta razione DOWNS 1957 [“An economic theory of democracy”] = proponeva di estenderla all’ambito politico e alla decisione di voto = la decisione di voto è guidata dalla ricerac dell’interesse personale, e questo è essenzialmente di tipo economico
1) si prendono in esame tutte le informazioni necessarie per la scelta migliore per massimizzare il proprio benessere economico, anche se non si può disporre di tutte in assoluto (no familiraità con gli indicatori, mediazione dei media, risultato di equilibri internazionali)
2) ma anche se la presa della decisione è fatta in condizioni di incertezza, il soggetto può comportarsi in maniera razionale grazie alla statisticae alla teoria della probabilità per scegliere gli esiti migliori
· un’indicazione chiara del percorso è data da EDWARDS 1954 = teoria dell’utilità attesa soggettiva = la decisione viene scomposta in termini di utilità attribuibili a ciascuno dei possibili esiti tenendoconto della probabilità soggettiva = Ei pi u(xi) [ con p = probabilità esito i-esimo e u(x) = utilità percepita per quell’esito]
l’alternativa va scelta fra la “massima utilità soggettiva attesa”: pur muovendosi da dati incerti, così si raggiunge alla decisione ottimale
questo non è però ciò che succede quando prendiamo qualsiasi decisione, anche se la teoria dell’utilità attesa non ha intenti descrittivi ma normativi (definire il percorso per giungere alla decisione migliore)
· ma per decisione specifiche bisogna far rifermineto anche ad aspetti doi contenuto e non solo di forma
· la teoria della decisone di solito fa delle assunzioni a priori, e anche in mabito politico = 1) lo scopo dei governi è massimizzare il potere politico 2) lo scopo dei politici è massimizzare la possibilità di rimanere in carica 3) lo scopo degli elettori è massimizzare il proprio benessere economico
· e questi scopi egositici sono del tutto plausibili, anche se ciò non aiuta molto a predire una decisione = lo sctesso scopo può essere perseguito in modi diveris, e anche l’interpretazione è diversa
· questo non crea grossi problemi ai teorici della sclta razionale in quanto considerano il numero di valori da inserire nella funzione di utilità come illimitato => va bene in ambito teorico, ma non nel campo umano =>
· approccio descrittivo o psicologico di RUMAITI 1990 = la natura umana è molto più complessa di come viene presentata dalal teroia della scelta razionale = ci sono fattori di matrice a) cognitiva e sb) ociale che interagiscono fra loro, e che mettono in discussione la perfetta razionalità della teroai dela scelta razionale e il fatto che lo scopo ultimo di qualunque decisione politica sia l’interesse personale
1) fattori cognitivi =
· limiti della memoria e della capacità di eleborazione delle informazioni
· non si prendono in considerazione tutte le alternative possibili, ma si focalizzano solo quelle accessibili (spinti dal contesto politico, dalla campagna elettorale, da eventi nazinali e internazionali)
2) fattori sociali =
· riferimento alla teoria dell’identità sociale TAJFEL-TURNER 1986 = parte dell’identità di un soggetto è costituita dalle appartenenze di un gruppo => anche quando decide da solo, gli altri sono comunque sempre presenti = a volte ciò ci porta a non prendere nemmeno in considerazione alternative possibili perché inappropriate alla categoria
· ELSTER 1986 = i soggetti hanno identità multiple il cui peso varia a seconda delle circostanze, e spesso possono portare ad aspettative di ruolo contrastanti (ad es. donna con bambino al lavoro o no?)
· per es. l’elettore potrebbe votare per il partito che ha fatto della lotta alla disoccupazione la bandiera semplicemente perché riguarda molte persone che frequenta
· certo, cè da chiedersi se una decisione basata sull’interesse del gruppo invece che su quello personale non possa essere ricondotta anch’essa in ultima analisi all’interesse personale, come modo di esprimere e consolidare la parte sociale della propria identità
à in effetti i teorici della scelta razionale hanno sottovalutato che la scelta parta da basi diverse proprio perché anche una scelta apparentemente altruistica può avere un ritorno positivo per il soggetto, ad esempio tramite un aumento della propria autostima
· tuttvia rimane il fatto che le scelte saranno di fatto diverse (anche se la motivazione interiore potrebbe essere uguale) => per questo è stata fatta distinzione fra =
1) decisioni fondate su valori strumentali (benessere materiale, economico)
2) decisioni fondate su valori espressivi (conferma o consolidamento identità) =>
MANSBRIDGE = la ricompensa non è tangibile ma può essere lo stesso percepita come rilevante per a) approvazione dei pari b) fare qualcosa di innovativo c) mantenere un’immagine positiva di sé stessi
· fattori psicologici propri della natura umana sono essenziali se si vuole elaborare una teoria non prescrittiva ed ideale, ma descrittiva e basata sulla ricerca empirica =>
· TVERSKY-KAHNEMAN 1981 = teoria del prospetto = rilettura in chiave psicologica della teoria della scelta razionale = nella vita reale la decisione del soggetto è fortemente condizionata dal modo in cui gli si prospettano i diversi possibili esiti, se in termini di guadagno o di perdita rispetto a situazione iniziale
· si deve tornare alla formula dell’utilità soggettiva che farla dipendere dal valore soggettivo “v” = definita in termini di guadagno o perdita rispetto ad un punto di riferimento neutro, che è soggettivo
· non si tratta di una funzione lineare, ma ad s, concava nella regione dei guadagni e convessa in quella delle prdite = a ogni incremento unitario ipotetico nel guadagno, non corrisponde un incremento uguale nel valore soggettivo attribuito [differenza di percezione]
· la funzione non ha la stessa inclinazione nelle due regioni, ma è più ripida nelle perdite = è ovvio che la percezione del dispiacere della perdita è maggiore al piacere ottenuto dal guadagno => ciò ho un’inunfluenza nell’atteggiamento nei confronti del rischio
· [effetto certezza] = si preferisce guadagno più basso ma certo, che più alto ma incerto
· [effetto riflessione] = si inverte l’effetto certezza del guadagno, quando si parla di perdita
· in pratica è sufficiente cambiare i termini di una stessa situazione in modo da presentarla a seconda delle esigenze come guadagno o come perdita (bicchiere mezo pieno o mezzo vuoto)
· ricerca TVERSKY = esempio di decisione di voto durante le elezioni presidenziali di una ipotetica nazione Alpha = si sceglie maggior rischio quando si vogliono evitare o attenuare le perdite
" secondo 2 economisti, vittoria di Frank avrebbe portato inflazione 16% o 14%, mentre Carl 4% o 26%
" per entrambi i candidati quindi l’inflazione media era 15% ma distribuita diversamente (la scelta di Carl era perciò un fatto più rischioso)
" solo ad una parte di candidati si diceva anche che in altre 4 nazioni della stessa comunità economica l’inflazione media sarebbe stata del 24% o 26%, superiore quindi al 15% di Alpha: prospettiva di guadagno
" all’altra parte si diceva che l’inflazione media dei 4 paesi era del 4% o 6%: prospettiva di perdita (15%!)
" il secondo gruppo vota molto di più per Carl, propsettiva più rischiosa, ma al fine di attenuare le perdite
· altro esperimento =
" due versioni:
" A = programma J disoccupazione 10%, programma K 5%
" B = programma J occupazione 90%, programma K 95%
" non vi erano differenze nei casi A e B per l’inflazione, in entrambi i casi superiore per programma K
" versione A (perdita) 1/3 ha scelto programma J, 2/3 programma K
" versione B (guadagno) > 50% programma J, perché l’attenzione, essendo comunque un buon guadagno, era rivolta al tasso d’inflazione più basso in J
· non sono mancate interpretazioni della teoria del prospetto a proposito di decisioni politiche reali, di decisioni di Capi di Stato in politica internazionale = FARNHAM 1992 = crisi di Monaco Roosvelt/Hitler settembre 1938 =
" easme dichiarazioni pubbliche e private di Roosvelt, giornali, dati di archivio
" Germania esercitava pressione insistente su Cecoslovacchia per i Sudeti e l’orientamento UK era di accondiscendenza per evitare la guerra: ma Hitler chiede sempre più a Chamberlain
" vi fu Roosvelt che suggerisce di non interrompere il negoziato => accordo di Monaco 29-30/9 fra Germ, Uk, Fr, It che prevedeva la graduale occupazione del territorio dei Sudeti
" inizialmente Roosvelt era convinto che gli USA non dovessero intervenire perché avrebbe portato danni all’immagine del Presidente, all’economia interna, e in più non c’era rischio per i territori
" ma solo una settimana dopo Roosvelt cambiò idea e decide di rompere la neutralità => in quei pochi giorni non era cambiato nulla e la sua decisione restava inspeigabile = in termini di teoria del prospetto però la cosa si spiega in un cambio di prospettiva di Roosvelt che l’aveva portatoa percepire quella situazione come perdita molto grave per gli USA
· uan delle decisioni più difficili da spiegare con la teoria della scelta razionale è la scelta di voto = nio sappiamo che il nostro singolo voto non sarà decisivo ai fini dell’esito delle elezioni
· il costo che comporta per l’elettore andare a votare è sicuramente superiore ai benefici = [paradosso del voto] = si tratta allora di spiegare perché la gente va a votare
· RIKER-ORDEWSHOOK 1968 = senza uscire dal paradigma della scelta razionale hanno introdotto nella funzione di utilità un fattore D, che sta per “dovere del cittadino” = si andrebbe a votare per principio etico
· una spiegazione del voto basata su processi cognitivi è stata spiegata da TVERSKY-QUATTRONE 1984 = [illusione del votante] = chi va a votare avrebbe la percezione illusoria che la propria scelta possa influenzare anche quella degli altri => accade spesso che il soggetto assuma sé stesso come standard di riferimento per interpretare il comportamento degli altri
· loro ricerca = i soggetti che percepiscono come più influente il proprio voto sono più disposti a votare; inoltre stimano di più che i loro “colleghi” vadano a votare per essere influenti e che il loro partito vincerà
si diceva di immaginare le elezioni di una nazione bipartitica e che in tutto c’erano 12 mln di votanti: 4 partito A, 4 partito B, 4 indecisi
i soggetti dovevano essere tutti simpatizzanti per A
condizione non-diagnostica = si diceva che secondo i politologici il vincitore l’avrebbero fatto indecisi
condizione diagnostica = si diceva che secondo i politologici il vincitore l’avrebbro fatto i simpatizzanti di A o B => si dava importanza al voto dei soggetti
si chiedeva a tutti i soggetti a) se sarebbero andati a votare b) la probabilità 1-9 che i simpatizzanti del proprio partito A sarebbero andati a votare in misura maggiore del partito B c) la probabilità 1-9 che il partito A avesse vinto
· insomma c’è una sorta di “pensiero quasi-magico” = il soggetto è indotto a ritenere che il suo comportamento sia non solo influente sugli altri, ma ne sia in un certo qual modo la “causa”
· PALMONARI-ARCURO-GIROTTO 1994 = spigano che un ulteriore fattore che può contribuire all’illusione del votante è [l’efficacia politica] = percezione di poter influenzare gli eventi politici attraverso la propria azione
· non è possibile, poi, che si possa integrare una terza spiegazione = quella dell’identità di gruppo [TAJFEL-TURNER 1986] = nel caso specifico una forte identità di partito può indurre a sovrastimare la probabilità di vittoria del proprio partito, e che influisca anche le altre due variabili (illusione e efficacia)
L’orientamento ideologico e politico
· le prime ricerche psicologiche in tema di orientamento politico hanno messo in relazione la dimensione ideologica liberale-conservatore con la struttura di personalità dei soggetti
· ADORNO 1950 = [personalità autoritaria] = esame psicologico del pergiudizio razziale, in particolare antisemitismo = l’idea era che le convinzioni politiche, economiche, e sociali di un individuo costituiscano un modello unico di disposizioni stabili dell’individuo
· l’ipotesi era che chi nutre un pregiudizio nei confronti degli ebrei avrà di fatto lo stesso atteggiamento anche nei confronti di altri gruppi perché tale atteggiamento non è legato a fattori del contesto, esterni, ma motivi che risiedono all’interno dell’individuo stesso
· ha indagato 4 diverse dimensioni =
1) antisemitismo = scala accordo/disaccordo
2) etnocentrismo = visto come tendenza largamente inconscia, ma legata a razionalizzazione di tipo ideologico a valutare positivamente caratteristiche ingroup e negativamente outgroup => in particolare quando l’outgroup è una minoranza: spiegazione di tipo psicanalitica = un soggetto sottoposto a educazione autoritaria avilupperebbe un senso di frustazione e una forte aggressività, che invece di essere rivolta all’interno o alle figure genitoriali è proiettata all’estreno, soprattutto su soggetti/oggetti percepiti come meno pericolosi
3) conservatorismo politico-economico = affermazioni su status quo, difesa valori conservatori, idee sull’equilibrio di potere, affari, lavoratori, governo
4) tendenze antidemocratiche e Fascismo potenziale = scala F = si passa dal piano dell’ideologia a quello della personalità =>
· la personalità autoritaria avrebbe 3 disposizioni = A) convenzionalismo (adesione rigida a valori convenzionali della classe media) B) sottomissione all’autorità (forma di rispetto acritico per autorità morali idealizzate) C) aggressività autoritaria (ostilità per coloro che violano valori convenzionali)
· a partire da Adorno ci sono stati molti lavori che mettono in luce i limiti della scala F = gli item sono tutti formulati nela stessa direzione: come affermazioni coerenti con l’autoritarismo, che porta a risposte acquiescenti dei soggetti
· una scala che ovvia a questo limite è la RWA di ALTEMEYER 1981 = affermazioni relative a temi solo indirettamente colelgabili all’autorismo (famiglia, religiosità, moralità, ruolo della donna) con scala 1-6
· ma tutte le scale di questo tipo hanno due problemi
1) sono fortemente legati a contenuti specifici e perciò connoytate sul piano culturale e storico
2) le ricerche sono per lo più fatte in USA e UK, dove le sinsiter sono una minoranza ed omogenee, con elevato livello di istruzione e preparazione politica, tanto che risultano inversamente correlate con l’autoritarismo =>
à ma il legame tra autoritarismo e orientamento politico di destra è messo in dubbio già dalle ricerche di Adorno perché è vero che c’era correlazione, ma non particolarmente alta
à studi effettuati ad es. in URSShanno mostrato come ci sia anche un autoritarismo di sinistra
· lo stesso autoritarismo è troppo ampio = RAY 1976 propone di ridimensionarlo in leadership
· per tutti questi motivi la ricerca si è spostata verso altri tratti di personalità e altre nozioni, come i valori
· PRATTO 1994 = SDO = “orientamento alla dominanza sociale” = 14 item da valutare con scala 1-7 per rilevare il grado di dominanza sociale con somma dei punteggi di tutti gli item sotratti quelli degli item 8-14
· è diversa ripsetto all’autoritarismo perché pRatto parte dal fatto che nel mondo esiste sempre il conflitto tra gruppo = allo scopo di ridurlo le società tendono a creare miti di legittimaziojne delle superiorità =>
· chi è conservatore giustifica in modo aprioristico la prevalenza di alcuni su altri (per via dell’adesione al capitalismo e alla meritocrazia)
· la variabile della personalità della dominanza sociale rileva proprio il gardo in cui il soggetto desidera che il proprio ingroup sia superiore all’outgroup, e lo fa con 4 differenze dall’autoritarismo =
1) l’autoritarismo è legato ad una patologia dello sviluppo, la SDO è una tendenza ukana normale
2) l’autoritaritarsmo è spiegato in chiave evolutiva e processi biodinamici, la Sdo assolutamente no
3) l’autoritarismo è desiderio di dominio individuale, la SDO di uno o più gruppi su altri
4) la SDO è un costrutto più limitato e quindi più chiaramente definibile
· gli item della SDO sono molto semplici ed essenziali ed il più possibile preivi di riferimetni connotaqti culturalmente
à Pratto l’ha sottoposta a diverse verifiche e ha rilevato che risulta correlata con le diverse scale di autoritarismo senza essere a queste sovrapponibile
à inoltre il punteggio sulla scala risulta collegato a molti temi con rilevanza politica (pena di morte, diritti delle donne, normative razziali,…)
· con la SDO c’è un’apertura sociale che non c’era con l’autoritarismo ma che è parziale = l’identità sociale di TAJFEL-TURNER 1986 è fondamentale, ma è pur sempre na variabile di personalità definitia in mofdo indipendente dalla situazione e dal contesto =>
· questa variable predittrice degli atteggiamenti politici, non ha lo steso risultato per i comportamenti, per i quali è importante proprio il contesto
· un altro modo per indagare gli orientamenti politici è il sistema di valori del soggetto 0 cioè gli scopi del soggetto, perseguiti con le sue scelte e i suooi comportamenti
· ROKEACH 1973 = è possibile trovare core values di base che connotano gli obiettivi ultimi di qualunque azione politica come 1) l’uguaglianza sociale 2) l’efficienza economica 3) la libertà individuale => rispetto al costrutto autoritario i valori hanno il vantaggio dipotere essere rilevati in modo meno ambiguo e meno condizionato storicamente e culturalmente
· La “scala gerarchica dei valori” di Rokeach è stata ampiamente ripresa da TETLOCK 1986 =
à ipotizza che per i conservatori valori dominanti su altri faciliterebbero la loro presa di posizione siu molti temi politici: libertà economica individuale e al contempo riduzione dell’uguaglianza sociale
à i progressisti invece hanno maggior conflitto tra valori perché gli stesi due valori (libertà economica individuale e uguaglianza sociale) hanno forza molto simile
à per questo nei progressisti la conciliazione del conflitto avviene con strategia di ragiojnamento e soluzione politiche più complesse e articolate
· una teoria che ha pretese di universalità è quella di SCHWARTZ 1992 = relativa ai contenuti di valori sia alle loro relazioni di compatibilità o meno => molte verifiche empiriche e accuratezza dell’impainto metodologico = ricerche in 20 paesi ed elenco di 56 valori raggruppati in 10 tipi =
à proposto un elenco di valori ai soggeti e si chiede di valutarne l’importanza come principio guida
à poi vengono effettuate analisi a partire dalle correlazioni tra i diversi punteggi
à schema circolare = valori in quadranti opposti sarebbero in conflitto e compatibili quelli adiacenti
1) apertura al cambiamento VS conservatorismo = autordirezione e stimolazione contro tradizione e sicurezza
2) autotrascendenza VS autoaffermazione = universalismo e benevolenza contro potere e successo
· alcuni di questi valori si sono dimostrati predittivi di molte posizioni polittiche dei soggetti = ad es. valori di sicurezza (nazionale e ordine sociale) appratiengono ai conservatori, mntre valori universali (pace e uguaglianza) appartengono a socialisti e comunisti
· l’accentio viene posto sull’universalità della ricerca: aspetti comuni alle diverse culture anche se questo non preclude un uso diverso della teoria per rilevarne le differenze
· ci può essere interessante rovesciamento = ciò che viene studiato non è più come il sistema di valori influenza le posizioni politiche, ma come il sistema politico nel quale il soggetto vive può influenzare il sistema di valori => prospettiva BARDI-SCHWARTZ 1996 =
à deviazioni sistematiche nel sistema di valori dei Paesi dell’Est europa derivano dal loro regime politico: in effetti qui i valori di universalismo e sicurezza non sono in opposizione ma compatibili
à una deviazione così sistematica ha indotto al spiegazione del regime comunista: è questo che ha fatto sì che si pensasse che la difesa della propria nazione servisse a salvaguardare valori di pace e uguaglianza
à in quegli stessi paesi coloro che rivedono l’opposizione classica dei valori del tipo sicurezza vs universalismo sono proprio gli oppositori del regime comunista
· sui rapporti tra politica e morale vale la pena soffermarsi = rapporti orinetamento politico/sviluppo del ragionamento morale
· livelli di svilupop del ragionamento morale di KOHLBERG 1963 =
1) preconvenzionale = le regole sono percepite come qualcosa di esteerno dal soggetto, qualcosa che comporta dei premi o delle punizioni e che quindi è necessario conformarvisi
2) convenzionale = conformazione alle regole socilamente approvate, perché attivamente sosstenute e giustificate => giustificazione dell’ordine sociale
3) postconvenzionale = norme morali dei soggetti legate a un sistema di principi astratti e vallori universali: il soggetto identifica la moralità con la giustizia e con il riconoscimento dei diritti degli altri => spinta verso principi morali autonomi
· di fatto si è trovato un legame fra i 3 livelli e l’orientamento politico = A) convenzionale = conservatori B) postconvenzionale = progressisti => ma è interpretato in tre diversi modi complementari/opposti =
1) lo sviluppo morale influenza l’orientamento politico = è corente con approccio cognitivo evolutivo del modello di Kohlberg: il passaggio da uno stadio a quello successivo è reso possibile da una maturazione della capacità di ragionamento, tanto che le risposte conservatori sono inferiori a quelle progressiste
2) l’orientamento politico influenza il ragionamento morale = il ragionamento morale dipende da ideologie politiche
3) vi è una dimensione soggiacente sia all’orinetamento politico che la ragionamento morale = si rinuncia a individuare il legame causale fra morale e politica, che invece è prorpio di una dimensione sovraordinata di ideologia politico-morale
· EMLER-RENWICK-MALONE 1982 = vogliono dimostrare che l’ipotesi Kohlber della morale che influenza è sbagliata, per mezzo della maggiore plausibilità delle ipotesi 2 e 3 = conferma ulteriore che conservatori e progressisti tendono a dare due livelli di risposte, ma i conservatori sanno predire le risposte dei progressisti = la differenza tra ragionamento convenzioanle e postconvenzionale non è tanto nella struttura del ragionamento ma proprio una differenza di contenuti legata all’orinetamento ideologico
à misurazione del grado di conservatorismo/progressismo e suddivisione in tre gruppi : conservatori, moderati, progressisti
à sottoposti a 6 dilemmi morali con scala 1-5
à la valutazione doveva essere fatta tre volte sulla base personale, nei panni di un conservatore estremista, nei panni di un proggressista estremista => si è così indagata la capacità di predire il ragionamento morale di persone con orientamenti politici contrastanti
à in partico9lare si voleva dimostrare se i conservatori, che secondo Kohlbertg ragionavamno convenzionalmente, sarebbero stati in grado di predire il postconvenzionalismo progressista
à in caso affermativo ciò avrebbe costituito smentita di Kohlberg secondo cui non si possono comprendere o riprodurre risposte di un livello di ragionamento superiore al proprio
à si può dire che la capacità predittiva dei conservatori fosse facilitata laddove avrebbero risposto come comportamenti dei progressisti quelli opposti ai propri
à in realtà ciò è smentito dai moderati, che sanno individuare entrambe le risposte
· l’ideologia progressista è tipicamente antitetica allo status quo, perciò sarà più orientata a principi morali che a norme convenzionali della siocietà attuale
· invece i conservatori si rivolgono a status quo e quindi a quella giustificazione convenzionale della società
· ma tale conclusio ne non implica comunque un rigetto completo dello studio di Kohlberg = EMLER-RENWICK-MALONE dicono che la sequanza evolutiva di Kohlberg si può anche accettare, ma quando si arriva agli stadui più elevati non si può parlare solo di questione cognitivo-evolutiva, ma anche di questione ideologica e legata ad uno specifico contesto
· più che parlare dell’influenza morale della politica o viceversa )ipotesi 1 e 2), è meglio pensare ud un’unica dimensione politico morale (ipotesi 3) = l’indagine si può anche spostare così su fattori diu matrice sociale che possono favorire lo sviluppo proprio di una ideologia politico-morale
· l’orientamento politico conservatore-progressita è stato messo in relazine anche con lo stile cognitico dei soggetti = TETLOCK 1993 = “indice di complessità integrativa” = combinazione di
1) grado di differenziazione = numero di dimensioni distinte di un problema èprese in esame da un soggetto
2) grado di integrazione = numero di connessioni che il soggetto stabilisce tra le varie dimensioni del problema individuato
=> è evidente che i due gradi sono collegati perché il numero di dimensioni individuate condiziona il numero di connessioni che si possono stabilire
=> però non è ddetto che chi individua molte dimensioni sia in grado di fare moolte connessioni
à serie di ricerche basate sull’analisi di testi di contenuto politico prodotte dai soggetti
à nelle proime ricerche c’era la richiesta di completare delle frasi formulate da sperimentatore
à poi si è passato ad includere testi di vario tipo, spesso ricerche di archivio (Churchille Gorvbaciov)
à uno stesso tema viene affrontato secondo più prospettive poste a confronto tra loro
· vi sono così due diverse ipotesi sul raporto tra orinetamento ideologico e stile cognitivo =
1)rigidità della destra = modalità di ragionamento più rigide e dogmatiche rispetto alla sinistra => rilettura in termini cognitivi delle caratteristiche della personalità di Adorno
2)ipotesi ideologica = la rigidità non è una peculiarità della destra ma di chi si colloca agli estremi del continuum destra sinistra => rilettura del post-Adorno
· risultati contraddittori di Tetlock : difficoltà di stabilire un legame diretto tra orientamento politico e stile cognitivo, tanto che prende piede l’opportunità di tener conto dell’influenza di altre variabili
· una di queste è il tema politico = sono certi temi politici più che altri, ad evocare nei soggetti un conflitto di valori di riferimento, che si deve risolvere tramite strategie di ragionamento più articolate = livello più elevato di complessità integrativa
· la soluzione è piuttosto semplice quando i due valori in conflitto sono di forza diversa perché il più forte prevale, ma il problema è quando i due valori hanno forza simile
· ricerche di Tetlock = in tutti i casi i valori in poteniziale conflitto rientravano tra quelli inclusi nella scala gerarchica dei valori proposta da Rakeach 1973
à i testi scritti sono stati valutati in merito al loro livello di complessità integrativa
à il miglior predittore della posizione del soggetto è stato il confronto dei due valori per lui più importanti
à la complessità integrativa aumenta quanto maggiore è il conflitto, dato dal =
A) tema preso in esame
B) ruolo rivestito dal soggetto, in particolare se è in posizione di potere o no = chi lotta per il potere è più orientato a dare messaggi chiari e semplici per porre meglio in evidenza la propria posizione e quindi a bassa complessità integrativa, mnenter chi è già al potere ha più complesità perché deve mediare diverse posizioni (es. progressisti dopo-Gorbaciov al potere)
1 studio =
à dire la posizione su 6 temi scelti in modo che attivassero conflitto nei soggetti
à a) tema della’umento della tasse sull’assistenza sanitaria in modo di estenderla anche ai poveri: conflitto di due valori importanti per il soggetto (uguaglianza sociale e propserità personale)
à b) tema di maggiori scavi delle risorese energetiche nei parchi naturali per l’economia del paese (bellezza dell’universo e prosperità personale)
à c) aprire la posta dei cittadini USA per trovare spie (sicurezza nazionale e libertà individuale)
à d) riduzione del diritto di stabilire tariffe dei medici per rendere accessibile i servizi ai poveri
à e) difesa della nazione anche se questo significherebbe abbassamento standard di vita
à f) relazioni commericlai con paesi che negano le basilari libertà ai cittadini
2 studio =
à analici di discorsii di uomini politici URSS
à non vi è come nella ricerac precedente la possibilità di indagare i processi psicologici
à pur riconoscendosi tutti nell’ideologia comunsta si possono distinguere in a) tradizionalisti prima di Gorbaciov b) riformisti dopo Gorbaciov
à la complessità integrativa varia prima e dopo perché i discrosi dei tradizionalisti sono più assimilabili ai conservatori, quelli dei riformisti ai progressisti
à la complessità integrativa è superiore ai riformisti, e risulta ancora maggiore se questi sono al potere
La comunicazione politica
· possibilità di comunicazione politica amplificata ma anche condizionata dai media
· offrono già prima codifica e interpretazione = i media contribuiscono a creare la realtà politica
· IYENGAR-OTTATI 1994 stanno attenti al ruolo giocato dai media, anche per mezzo dll’accessiboilità (recenza e frequneza)
· influenza sia la rilevanza di un’interpretazine, sia l’imporatnza attribuita a un certo tema
· le ricerche che hanno misurato la copertura di un certo tema nell’ambito dei notiziari televisivi, hanno dimostrato che all’aumtare di questa copertura aumenta anche l’accessibilità al tema (frequenza)
· ciò può avere a sua volta influenza su un candidato politico (e sulla scelta del tema in campagna elettorale)
· per questo alcune ricerche approfondiscono lo spazio attribuito a certi temi e il peso effettivo che questi hanno nella vita reale = ma è difficile stabilire chiari legamei di causa-effetto = un tema politico è rilevante perché riceve risalto dai media, o riceve questo spazio proprio perché è rilevante?
· “metodologia delle serie temporali” = è stata rilevata l’importanza attribuita a certi temi in diversoi momenti successivi e lo spazio di volta in volta dedicatogli = la cosa più probabile èc he temi rilevanti trovano più spazio nei media, che però li fanno diventare ancor più rilevanti
· insomma, i media da soli non sembrano in grado di creare la percezione di rilevanza (!!!)
· però non siamo tutti sensibili allo stesso modo sull’influenza dei media = vulnerabilità e resistenza indagata da KROSNICK-BRANNON 1993 =
a) la maggior resistenza all’influenza è stata di chi aveva alta conoscenza, alto interesse e alta fruizione: le tre variabili sono infatti collegate =>
b) però chi ha un’alta conoscenza della politica, questa da sola, non è garanzia di maggiore resistenza = ciò perché hanno un’immediata comprensione dei messaggi, e ciò può aumentarne l’effetto priming, se non accompaganta da un alto interesse
à ruolo giocato dai media nelle valutazione di Bush padre e come varia grado di conoscenza politica, interesse per la politica, fruizione dei media
à prima e dopo la guerra del Golfo
à dopo la vittoria contro Saddam il giudizio globale è diventato più positivo
à ipotesi che incremento della positività fosse solo in parte giustificato dalla vittoria in sé, e andasse invece attribuito all’aumetato peso degli americani all’importanza della politica estra in quel periodod storico
à la politica estra sarebbe divenuto il tema più saliente perché è stato il tema dominanate nei media
à a) prima della guerra del Golfo = importanza uguale delle tre linee estera-interna-questioni economiche
à b) dopo la guerra del Golfo = l’apporto della politica estra era di molto aumentato
à a parità di peso dei tre temi l’incremento della positività del giudizio di Bush dal 56 al 65% (+9%)
à invece l’incremento rilevato è stato del 20% (+11%) per via del maggior peso dei media per l’estera
à tale incremento sarebbe variato in funzione del grado di conoscenza politica, interesse politico e fruizione dei media = l’influenza dei media non solo esiste, ma non è nemmeno limitatat alle persone con absse conoscenze politiche
· [“effetto terza persona”] = sappiamo che i media ci influenzano ma pensiamo che a usbirla siano gli altri
· DAVISON 1983 = conferma che si sovrastima l’influenza su terze persone e si sottostima sulla propria = forte bisogno di avere un pieno controllo sulle propeie azioni, in modo di accrescere la propria autostima =>
· mantenimento di un’immagine positiva di sé (anche per es. con iil fatto di vedere sé stessi come la causa dei propri successi, e gli altri dei propri fallimenti)
· la mia positività risulterà enfatizzata dalla negatività degli altri
· in più l’effetto terza persona è influenzato da tre fattori =
1) la fonte della comunicazione è percepita come tendenziosa o inaffidabile
2) il messaggio è percepito come dannoso o socialmente indesiderabile
3) gli altri sono percepiti come categoria molto ampia e come distanti
· DUCK-HOGG-TERRY 1993 = hanno indagato influenza dei media nella campagna elettorale Australia 1993 = il grado di differenziazione sull’influenza varia in funzione di quali altri si parla e quindi del loro grado di identificazione col partito o meno: una più forte identificazione coincide col fatto di giudicare i membri del proprio partito meno influenzati
=> ciò è coerente con i presupposti Tajfel-.Turner sulla teoria dell’identità sociale o categorizzazione del sè
à valutare influenza nel periodo elettorale di una serie di trasmissioni televisive, su a) sé stessi b) gli elettori in genere c) le persone pro-partito laburista d) le persone pro coalizione liberale-nazionale
à nelle situazioni in cui i soggetti vedono sé stessi come membri di gruppi tendono a fare confronti intergruppo che favoriscono il proprio ingroup
à influuenza in ordine crescente: sé stessi, ingroup, outgroup, elettori in genere
· nella realtà politica il linguaggio gioca una parte determinante
· la politica è in buona misura pianificazione, strategie e anticipazione della realtà futtura = le parole non hanno referente concreto attuale anche sde potrebbero averlo in futuro
· SEARLE-GRICE = studi sulla componente pragmatica dle linguaggio = la possibilità di disambiguare un testo è favorita dall’esame del contesto e comunque resta sempr un’area di opacità del linguaggio
· tale opacità è resa ancora più difficile dalla presenza di scopi e sovrascopi non sempre identificabili =>
· la linguistica e la semiotica hanno pèosto l’accento sulle patologie, sulle carenze e sulel deviazioni del linguaggio = l’uomo politico è colui che nasconde invece di mostrare
· negli studi c’è preoccupazione normativao etica che non si accorda con i presuupposti descrittivi della psicologia = questo fa sì che l’attenzione non è più rivolta la testo in quanto tale ma alle produzioni discorsive => espressione di un soggetto mosso da scopi che quando usa un linguaggio presuppone una presenza altra
· in questo, come dimostrano i CARON, anche la situazione del monologo può essere studiata come dialogo
· se è vero che il tema dle potere è centrale per la politica, e che le relazioni di potere microlocali hanno un’eco a livello macrosociale, c’è il rischio di panpoliticismo = rischio di estendere i confini della sfera politica fino a includere tutta la realtà sociale, e perdendo la specificità politica =>
· perciò non si tratterà di studiare il linguaggio tout court, am di studiralo in quanto attori della politica
· studiare il linguaggi significa studiare un canale privilegiato con il quale i soggetti entrano in relazione
· uno dei canali per lo studio del linguaggio sono le interviste agli uomini politici, con le diverse startegia che si possono adottare nel formulare la domanda per otteenre i propri scopi, o per rispondere a domande
· bisogna tenre conto delle risposte ma anche delle non-risposte
· BULL-MAYER 1993 = ricerca su otto interviste della Tatcher e di Kinnock, nelle quali la % di non risposte era stata per entrambi superiore al 50%
à obiettivo descrittivo e classificatorio di offrire una tipologia di non risposte
à più che costituire un prodotto finale di un perocrso è una tappa perliminare, necessarie per ricerche sucessive, per indagre come l’uso delle non-risposte può variare in funzione dei ruoli degli interlocutori
à a) ignorare la domanda b) riconoscere la domanda senza rispondere c) rispondere con un’altra domanda d) attaccare la domanda e) rifiutare di rispondre f) affrontare una questione politica g) dare una risposta incompleta h) ripetere la risposta a una precedente domanda i) implicare che la domanda ha già avuto una risposta j) scusarsi
· importanza dei faccia a faccia politici perché non vi è uomo politico dsenza avversario politico
· la dimesnione conflittuale è tipica della politica = i soggetti spesso ricordano le informazioni a sostegno della propria posizione ma anche quelle contrarie
· ciò è essenziale per prevedere le mosse ed essere persuasivi, e per rendere chiaro il proprio punto di vista
· l’obiettivo diretto è quello di convincere il proprio interlocutore, ma in relatà i destinatari del massaggio sono molti, e il vero obiettivo è convincere loro (publico comunque protagonista)
· lo scopo principale è quello di ottenre il consenso degli elttori, ma ci sono anche sottoscopi: 1) difendere la propria immagine, 2) attaccare quella dell’altro, 3) dimostrare la propria coerenza come fosse prova generale dell’azione politica governativa
· l’analisi oltre che alla compnente semantica del discorso può estendersi anche ai giochi interattivi: ad una o più rappresentazioni della realtà, cioè alla componente pragmatica del discorso
· l’ambivalenza del linguaggio fa sì che conclusioni attendibili non si possono tarre su singoli indicatori
· CONVERSO-DEPICCOLI = Analisi Proposizionale del Discorso – ADP = la proposizione (costituita da argomento e predicato, ciò che si afferma sull’argomento) viene assunta come unità di base per individuare i referenti nodali (punti principali) dle discorso; si utilizzano poi diverse categoriae di analisi come indicatori delle strategie discorsive, come verbi, avverbi, congiunzioni
à ricerca su lezioni politiche 1994 faccia faccia Occhetto-Berlusconi
à le aree tematiche toccate sono state le stesse
à a ciascuna di esse è stato dedicato spazio simile
à si sono differenziati non tanto per ciò che hanno detto ma per il modo in cui lo hanno detto
à il contesto è dichiaratamente conflittuale, quindi è normale che ci si riferisca sia a sé stesso sia all’altro
à l’obiettivo era di vedere dse si sarebbero differenziati per numero di riferimenti positivi a sé stesso e negativi all’altro
à il pronome “io” è il più frequnete,e maggiore in Berlusconi; gli avverbi affermativi sono più frequenti in Berlusconi e quelli negativi in Occhetto
à tutti e due hanno una presa in carica delle proprie affermazioni e quindi una messa in evidenza della propria identità (credo, ritengo,..)
à Occhetto però critica più frequentemente Berlusconi, come se l’affermazione della propria identità non potesse passare sre non attraverspo la negazione di quella dell’interlocutore => Occhetto attacca di più l’avversario più che proporre in prima persona i propri argomenti
· il discorso politico di fornte a un auditorio è l’essempio più calssico e viene spesso ampliato dai media
· REICHER-HOPKINS 1996 = studiano i discorsi di Tatcher-Kinnock nei loro Conressi, incentrati sulo scipero dei minatori inglesi 1984-85 = l’azione collettiva è vista in buona misura come derivante dallo sviluppo di una identità collettiva, e perciò è imporatnte vedere come nasce questa identità => si ricercano tracce nelle produzioni discorsive dei soggetti con rifermiento a Tajfel-Turner =
1) si cerca di creare identità consonante con orientamento del prorpio partito e dissonante con orientamento del partito opposto
2) definire il contesto in modo da includere il maggior numero possibile nell’ingroup
3) definire le proposte politiche in mdoo che siano onsonanti con l’ingroup
à sia Tatcher sia Kinnock cercano di indurre chi li ascolta a defiunirsi in termine di identità collettiva che sia coerente con l’uomo politico che pronuncia il discorso
à la Tatcher crea una cornice nella qual i minatori che non hanno partecipato a sciopero hanno tratti di personalità forti, positivi e tipici degli inglesi (riporta l’esperienza di una moglie di un minatore minacciata dagli scioperanti): non include solo una parte di minatori ma tutti coloro che “si sentono” inglesi
à anche Kinnock parlando degli sciopernati, arriva ad includere prima i laburisti, poi tutti coloro che si vogliono difendere dalla Tatcher
à dopo entrambi propongono un futuro coerente con le “cornici” e quindi con l’inrgroup
· eventi = altra ricerca di REICHER 1996 sull’esame del libguaggio = modificazione delle percezioni ingroup ed outgroup nel corso degli eventi =
à episodio della “battaglia di Estminster 24.nov.1988: Unione Nazionale Studenti contro la proposta di sostituire i sussidi agli studenti con prestiti agevolati
à indagine sia su studenti sia usu poliziotti con resoconto dettagliato
à si è proposto di risalire alle dimnamiche di percezione reciproca e di definizione di identità che hanno precedeuto e accompagnato quella specifica azione collettiva
à la definizione come mebro di una categoria sociale è precondizione essenziale
à la modificazione nel corso degli eventi si è avuta con analisi espressioni linguistiche: categorizzazione del sé e degli altri e come questa è mutata, e come tutto ciò è collegato all’azione =>
à a) ingroup studentesco eterogeneo con uan parte che vuole il confronto un'altra no
à b) compattazioe omogenea ingroup pro-scontro, quando c’è la precezione della polizia outgroup
à c) il fatto di aiutarsi reciprocamente diviene il crieterio di appratenenza ingroup per l’inreo svolgersi del’azione collettiva
· politica parlata dai cittadini nella vita quotisiana
· ricerca di COLUCCI-CAMUSSI 1996 = “senso comune” = analogia con la rappresentazione sociale di Moscovici 1961 = netrambe le nozioni riguardano il modo di ragionare della gente comune e della vita quotidiana (con i relativi processi di elaborazione e semplificazione), ma non dstudiati nella prospettiva intraindiviaduale cognitiva ma in un contesto interattivo => torna l’effetto terza persona
à analisi della campagne elettorali politiche 1994 e amministrative 1996
à analisi materiale discorsivo, diari, interviste: valorizzazione dell’articolazione e della contraddittorietà tipiche del linguaggio naturale
à “effetto terza persona” rilevato non attraverso questionari, ma all’interno del discorso
à in questo contesto la tv viene vista come una presenza intrusiva e minacciosa dalla quale è difficile difendersi
à a parte gli specialisti, gli intervistati operano distinzione tra le persone bene informate che includono loro stessi e le persone a loro vicine, e la gente comune (tutti gli altri) => la vulnerabilità della gente comune viene spiegata come mancanza di competenza
· se per l’uomo politico la preoccupazione maggiore è la definizione di sé stesso e dell’ingroupcontro l’uotgroup, per i cittadinic’è una duplice direzione = 1) definizione di sé stessi contro il proprio avversario 2) definizione di sé stessi in relazine agli “specialisti” (uomini politici e media)
· i fattori che influenzato o sono influenzati dal contesto interattivo vengono indagati proprio nel mentre di quel contesto dialogico e discorsivo = dilemma cornuto =
1)se si chiede ai soggetti di autovalutare i propri atteggiamenti si hanno situazioni lontane dalla realtà mma che mettono in campo variabili e verifica di ipotesi
2)se si entra nel monmento interattivo, anche con lo studio del linguaggio, si avrà un tipo di indagine più vicina alla realtà, ricca, ma con materiale ambiguo e forse incompleto dal punto di vista empirico
· anche per questo si devono creare strumenti statistici adeguati
La partecipazione politica
· il riferimento all’azione non ha caratteristiche astratte ma è smepre inserito in un arete di relazioni
· l’accento è sulle determinanti psicosociali, soprattutto Tajfel-Turner (e su partecipazione più diffusa: voto)
· TAJFEL-TURNER 1986 = [“teoria dell’identità sociale”] = nel corso dello sviluppo ciascun individuo comprende di essere una 1) unità distinta dagli altri (soggetti non indifferenziati ma con propria unicità) e 2) continui e stabili nel tempo (con costanti e loro possibilità di mutamento) => ma il soggetto è riginariamente sociale: è sin dalla nscita inserito in una rete di rapporti con gli altri e parte della sua identità sarà determinata dall’appartenenza a gruppi (già date ed altre)
· l’dentità sociale è “quella parte dell’immagine che un individuo si fa di sé stesso che deriva dalla consapevolezza di appartenere ad un gruppo sociale, unita al valore e al significato emozionale associati a tale appartenenza
· ciascuno di noi è alla ricerac di una identità sociale positiva, per mantenere alto il nostro livello di autostima, bisogno primario => obiettivo raggiunto mediante confronto ingroup-outgroup
· gli sviluppi proposti dagli alliievi di Tajfel riguardano la [“categorizzazione del sé”] = minore accento sul perseguimento dell’identità positiva e maggiore sulla componente cogniticva dell’identità = esigenxza primaria di definirsi in modo chiaro e distinto, autodefinizione che sarebbe ancora più presante di avere connotati positivi => il soggetto potrebbe preferire di sentirsi appartenente ad un gruppo non connotato positivamente ma ben definito [ABRAMS-HOGG 1988]
· caratteristiche per una buona definizione di sé =
1) dimensione del gruppo di appartenenza = secondo la “teoria della distintività ottimale” di BREWER 1991 i gruppi intermedi sarebbero più distinti di quelli troppo picoli o troppo grandi
2) contesto (es. definizione di impiegato di banca coi clienti e di sindacalismta coi colleghi)
· identità e azione si influenzano reciprocamente = una forte identità di gruppo indurrà il soggetto a partecipare attivamente all viat del gruppo e a favorirne la continuità ed il consolidamento « a sua volta il fatto di partecipare contribuirà a rafforzare il senso di appartenenza
· non solo l’identità politica, ma anche quella sociale (ad es. regionale) può giocare un ruolo nel determinare le modalità di partecipazione politica
· il voto non è la forma più importante di parteciapzione politica, ma è la più facilmente analizzabile = spiegazioni del comporatmento di voto di KINDER-.SEARS 1985 =
1) identificazione col partito = prima spiegazione storica a valenza psicologica
· “The American Voter” di CAMPBELL 1960 parla di identificazione del partito, che è variabile psicologica e soggettiva, e non oggettiva
· deciso cambio di interpretazione rispetto a quella prevalente di LAZARSFELD-BERELSON-GAUDET 1948 = la scleta di voto poteva essere predetta sulla bese di variabili sociodemografiche
· l’insufficienza di tale interpretazione fu dimostrata proprio dagli eventi USA 1948: cambiamenti dei risulati elettorali nonostante stabilità della sociodemografia
· la nozione di identificazione col partito è mutuata dalla teoria psicanalitica = nel corso dell’età evolutiva vi sono diverse forme di identificazione, tra cui quella col partito, con ruolo importante dell’ambiente e in particolare della famiglia => svilupop precoce di questa scelta e perciò con notevoile stabilità
· l’identificazione col partito coincide per CAMPBELL la scarsa conoscenza e l’incoerenza in ambito politico = i osggetti non si impegnano in un esame razionale perché le loro scelte sono di matrice affettiva
· i dati offerti sono ignorati, e selezinati e trasformati per risultare coerenti con la scelta fatta a priori
· CAMPBELL mette in evidenza il tema dell’influenza familiare ma anche il fenomeno: il votare sempre per lo stesso partito
· ma la nozione di identificazione col partito ha limiti di tipo metodologico = viene vista come causa del voto, ma operazionalmente viene misurata attraverso il voto: è la stabilità nel voto che viene assunta come misura dell’identificazione => non viè distinzione sufficiente fra variabile dipendente e indipendente
· Campbell non appare così diverso dagli altri sociologi da cui si voleva distinguere, nel senso che rimanada alla famiglia e alla classe sociale la determinanate del voto
· e infatti alla fine anni ’60 si mette in evidenza l’inadeguatezza delle spiegazioni del voto = declino immagine e senso di appartenenza dei partiti e “tiscket splinning” (voto partiti diversi in elezioni di tipo diverso)
· lecritiche al Michigan model di Campbell conducono a nuyovi modelli e l’accento si sposta dall’etàa evlutiva alla realtà politica vissuta dal soggetto nell’età adulta con effetti mutevoli nel tempo
2) voto basato sui candidati = si ricordi la ricerca NES si MILLER-WATTEMBERG-MALANCHUK 1986: i tratti attribuiti ai candidati sono il fattore più spesso ricorrente nei commenti
3) voto basato sulla prestazione = valutazione del comporatmento di un partito/governo nel passato più o meno recente, importante per poter effettuare previsini => ma KINDER-SEARS 1985 ci dicono che un simile criterio può essere adottato solo in momenti particolari =
A) un voto di protesta
B) una situazione di emergenza
4) voto basato su temi politici = panorama di informazioni più ampio rispetto al voto di prestazione perché si riferisce non solo al passato ma anche ai programmi
· modelli sviluppati in questo ambito contrapposti nella fase iniziale al pessimismo del Michigan model
· A) [“modello del consumatore”] di HIMMELWEIT 1985 = ricerca sul comportamento di voto in UK dove si rileva sostanziale coerenza tra le posizioni dei cittadini sui temi e suyi programmi = il voto è sempre più spesso determinato dall’accordo contingente con le posizioni di un partito piuttosto che dall’identificazione con il partito, che trasforma l’elettore in consumatore perché sceglierebbe in funzione dell’esigenza del momento
· B) [“modello ideologico”] di HEAT-JOWELL-CURTICE 1985 = sempre UK, per loro non c’è tanto accordo su temi specifici, quanto condivisione di credenze più generali => delineate in 2 dimensioni =
a) uguaglianza VS disuguaglianza
b) conservatorismo VS progressismo
· nei modelli 3)-4) prestazione-temi l’assunto è che la scelta di voto è vbasata sull’imnteresse personale e la teoria ultima di riferimento è quella della scleta razionale (massimizzazione benessere economico)
· ma è impensabile che solo il mio voto possa codurmi benefici immediati, e perciò è difficle spiegare il comportamento di voto in questo senso => per questo viene in aiuto la teoria dell’identità sociale = il benessere derivante dall’appartenenza a un gruppo può essere complementare al benessere individuale: benessere derivante dall’appartenenza in competizione/affiancamento al benessere economico individuale immediato
· 1) negli approcci sociologici iniziali c’è influenza unidirezionale della società sull’individuo (Campbell)
· 2) poi appare il soggetto in quanto singolo, svincolato dalla realtà sociale
· 3) infine, appare l’interazione tra fattori psicologici individuli e fattori sociali strutturali = il soggetto agisce in quanto per sua natura essere sociale, realtà parte integrante della sua setssa identità (appunto sociale)
· ABRAMS-EMLER 1992 = la scelta di voto si basa su valori espressivi come quello di esprimere la proprià identità, piuttosto che su valori strumentali come trarre benefici
=> questa ipotesi è stata formulata per spiegare le differenze regionali
=> la rilettura dei due studiosi è psicosociale = la sociologia ha precisato i termini della relazione regione-voto, la psicologia sociale indaga i fattori psicologici sottesi a questa relazione
a) motivazione strumentale (benefici a proprio favore, crescita settoriale,…)
b) motivazioni espressive (esprimere identità regionale ocme Lega Nord o PDS,…) => non è ipotizzabile sempre, ma solo in ambito regionale, percheè il soggetto deve ritenere di possedere quegli attributi tipici
à prendono le mosse da differenza storica UK = nord povero e laburista, sud ricco e conservatore
à indagine su vasta scale nelle città UK sud e nord, perfino Scozia
à come misura dell’identità regionale vi è grado di accordo su una serie di affermazioni
à misura messa in relaizone con la preferenza di voto dei soggetti
à nel nord c’è maggiore identificazione con la propria regione per i laburisti, nel sud contrario
à nel nord laburista c’è anche una minore tendenza alla mobilità
à per il campione scozzese c’era anche grado di accordo su affermazioni per stabilire la percezione di discriminazione del governo UK: il voto laburista del nord è dato anche da questa discriminazione => ciò comporta rafforzamento identità di gruppo e scelta di voto: l’identità sociale e le motivazioni espressive prevaricano le motivazioni strumentali individuali
· ricerca SIMON-KULLA-ZOBEL 1995 sul regione tedesca Saarland =
à partito leader SPD vs opposizione CDU, a livello nazionale invece era l’opposto
à sostenitori regionale SPD hanno identità più forte di quelli per la CDU
à e ciò anche se le caratteristiche idelologiche avrebbero potuto far pensare a risultato diverso perché la CDU è attento a famiglia e comunità locale come in Saaarland; mentre SPD progressista, internazionalista, universalità q uindi squilibrato rispetto al praticolarismo regionale
· ABRAMS 1994 ipotizza che i valori espressivi di identificazione col partito, siano maggiori quando il partito è di minoranza e strumentali con partito di maggioranza , secondo la teroia della distintività ottimale di Brewer 1991 (gruppo medio) = se il gruppo ottimale è in minoranza manca l’identità positiva perché la mancanza di potere non è positiva, però non va dimenticato che il gruppo “ben definito” più importante di quello “positivo”
à a un gruppo di giovani sono state chieste le intenzioni di voto e il motivo da scegliere su una lista
à se è vero che alcune ragioni prevalgono su latre, è vero che si distinguono anche in base al votare partiti di maggioranza o minoranza
à a) maggioranza = 1) qualità del leader 2) programmi politici 3) legame con la famiglia
à b) minoranza = ideali di partito
· il passaggio da partito di minoranza a maggioranza potrebbe essere accompganato da variazioni nella forza dell’identificazione col partito = i bisogni di identificazione in un primo tempo soddisfatti non potrebbero esserlo più per vai delle dimensioni accresciute del partito
· i nuovi modi di dare risposta del partito potrebbero formare correnti e sottogruppi più adatti per dimesnione
· ricerac SMITH-TYLER 1996 = dimostrano come l’interesse di gruppo può coimpetere o prevalere su quello individuale =
à non si occupano del comporatmento di voto ma degli atteggiamenti sulle politche del governo
à campione di bianchi sul potere dfel Congresso di emanare leggi su assunzioni e licenziamento nell’impresa privata di favorire un soggetto di razza nera, con scala 1-7
à la m isura era valevole anche per altre cose: a) valutazioni relazionali del Congresso (onestà e preoccupazione per il cittadino medio) e strumentali (leggi antidiscrimaznione), b) identificazione con l’ingrup di razza bianca, c) identificazione con gli americani in generale
à le valutazioni relazionali del Congresso sono altrettanto predittive di quelle strumentali, ed è anzi addirittura superiore nei soggetti con basso senso di identificazione ingroup e alto grado di identificazione con gli americani in generale
à quanto più l’appartenenza a un gruppo è importante per il soggetto tanto più cercherà di perseguire gli interessi del gruppo
à lo scopo è sempre quello di perseguire un interesse, che da personale diventa però collettivo => nel caso specifico significa aspirare ad avere un governo che si ocmporti con giustizia e imparzialità di tutti i gruppi
· se ci si colloca nell’ambito della teoria della “distintività ottimale” non è facile pensare che l’identificazione col gruppo nazionale possa prevalre su quella di un gruppo più ristretto => il dato di Smith-Teyler andrebbe sottoposto ad ulteriore verifica
· bisognerebbe vedere se gli effetti significativi rilevati a livello di atteggiamenti si ripdrodurrebbero anche a livello di decisioni di voto/comportamenti politici
· conclusioni provvisorie =
1) il bisogno di consolidare la propria appartenenza ingroup può essere più forte di quello di perseguire i propri interessipersonali
2) quando il gruppo è avvantaggiato/di maggioranza è difficle distinguere se la scelta politica è fatta per l’interesse collettivo ingroup o l’interesse personale (anche perché coincidono)
à può essere invece semplice quando il grupp oè senza potere o svantaggiato
à nelgruppo svantaggiato è possibile che il soggetto possa pensare che perseguire l’interesse del gruppo significhi aumentare le probabilità che si possa perseguire anche il proprio interesse in futuro
à ma nell’immediato l’interesse personale potrebbe essere perseguito tramite una scelta diversa
3) l’identità sociale di un soggetto può essere costituita dall’appartenenza contemporanea a più gruppi = quanto più il soggetto deciderà sulla base della sua appartenenza ad un gruppo aovraordinato inclusivo di più gruppi sottoordinati, tanto più aumentarà la probabilità che la sua scelta si allontani dal semplice perseguimento del proprio interesse [vedi ricerca su “americani in generale di Smith-Tyler
· certo, il bisogno di confermare la propria identità, sia pure sociale, è un bisogno egoistico => ma nell’ambito immediato è bisgno in quanto essere sociale e non in quanto interesse personale
· la partecipazione politica ulteriore al voto sempbra essere andata in crisi =>
· BREAKWELL = le indagini condotte suoprattutto su giovani nei paesi occidentali rilevano un’evidente tendenza a non coinvolgersi nella vita politica
· BYNNER-ASHFORD = l’associano a fenomeno più generale di cirsi delle ideologie e dei partiti, e dal ricercare modalità di coinvolgimento nella vita pubblica non mediate dall’appartenenza partitica => il quadro include sindacati, ambientalisti, gruppi di categoria, volontariato
· spsso più che di movimenti si può parlare di gruppi che nascono introno a problemi specifici: solo in un secondo tempo possono formare gruppi o confluire in movimenti già esistenti
· definizione di partecipazione politica sufficientemente ampia = ciclopedia del Novecento di Giuliano Urbani 1980 = “comportamento autonomo di chi, essendo e sentendosi parte di una qualche collettività, concorre in vario modo al processo delle decisioni che la riguardano” =>
· un lettura in chiave psicologica mette l’accento su tre fattori =
1) c’è l’appartenenza oggettiva ad una collettività, ma anche una appartenenza soggettiva che non può identificare quella collettivaù
2) il soggetto che partecipa stabilisce delle relazioni con altri, per risultati diffusi e noon limitati a sé stesso
3) il fine è qiuello di esercitare un’influenza più o meno diretta sulle decisioni che riguardano la collettività
=> nella relatà questa influenza potrà esserci o non esserci ma in chiave psicologica è imporante sottolinearne la presenza
· lo stesso Urbani dell’Enciclopedia riòleva le diverse forme e gradi di partecipazione
· MILBRATH 1965 = rileva il continuum che va da un livello minimo di attività (essere esposti a stimoli politici) ads uno massimo (detenere cariche pubbliche o di partito) => in questa scala gerarchica le attività superiori includono quelle inferiori
à un modo semplice di ottenere una misura della partecipazione è quello di chiedere quali attività della lista Milbarth fanno e prendere il numero citato
à ma Milbrath ha previsto di raggruppare le sue attività in 3 categorie nell’ipotesi che la scal non abbia intervalli equivalenti, ma ci sia un salto qualitativo e quantitativo = a) attività da gladiatore (esposizione in prima persona) b) di transizione (esposizione relativa) c) da spettatore(prende le parti di un gladiatore)
à all’interno di ciascuna categoria ci sarebbero attività molto correlate fra loro
à il passaggio da una categoria all’altra implica un cambiamento di prospettiva e non avviene in maniera automatica all’aumentare del coinvolgimento
· comunque tutte le ricerche che hano evidenziato più dimensioni della partecipazione sono state sottoposte da KELLOWAY-BARLING 1993 alla critica metodologicadi accentuare differenze che in realtà non sarebbero così rilevanti => l’utilizzo di uan scala gerarchica su dimensione unica di Milbrath (non divisa) sembra nella maggior parte dei casi adeguata
· l’approccio psicosociale ha anche studiato quali condizioni favoriscono od ostacolano l’esistenza di grupp politici e come questi evolvono nel tempo
1) teoria della mobilitazione delle risorse =
· derivazione dalla sociologia dell’organizzazione di MCCARTHY-ZALD = in molte circostanze lke persone possono acquisire la consapevolezza di avere interessi in comune con latri ma che al momento non si ha e si ritiene di aver diritto (es. migliore riconoscimento economico per una categoria di lavoratori)
· per ottenere ciò i soggetti sono costretti a unire i loro sforzi, per disporre delle risorse appropriate =
A) persone B) mezzi economici C) organizzazione
· un’organizzazione funziona quando è in grado di garantire a chi ne fa parte un adeguato equilibrio costi-benefici e fa da cerniera tra due elementi =
a) vincoli e opportunità offerti dal sistema
b) comportamenti degli attori visti con la teoria della sleta razionale
· in anni ’60-70 le persone sono state studiate, ma solo in quanto parte di un’organizzazione, indipendentemente dalle loro motivazioni, a parte quella dell’interesse personale
· negli anni successivi le critiche rivolte a ciò si sono concentrate nei due punti di KELLY =
a) l’accento sulle organizzazioni ha condotto ha sottacere il come e il perché nascono e si sviluppano
b) la teoria della scelta razionale ha fatto pensare solo e sempre alla motivazione dell’interesse individuale => si è giunti da un individualismo radicale svincolato dal rapporto con gli altri e dal contesto in cui agisce
2) approccio sociocotsruttivista =
· per questo si sono sviluppati nuovi approcci rivolti allo studio dell’azione collettiva =
1) i significati si creano e si costruiscono socialmente = prima della costruzione delle organizzazioni c’è lo sviluppo di significati condivisi
2) il soggetto dell’azione collettiva è collocato nel contesto sociale per mezzo di vari gruppi che ha il suo peso nela formazione dell’identità del soggetto
· ciò rimanda direttamente a MOSCOVICI 1961 e alla “teroia delle rappresentazioni sociali”, e all’accento che da questa viene posto sulla costruzione socialre dei significati e sulla loro condivisione, ma anche a TAJFEL-TURNER
· l’azione collettiva per molto tempo è stata vista come guidata da processi irrazionali e automatici, derivanti solo dalla psiche individuale => LE BON, “La psicologia delle folle” =ù
à comportamentei9 generici e standardizzati
à caratteristiche invarianti proprie della folla
à circostaze che evocano reazioni ewmotive come la paura, reazioni violentre e incontrollate che si manifestano sempre nello stesso modo
· Le Bon trova conferma anche nell’approccio psicanalitico di FREUD, “Psicologia delle masse e analisi dell’Io” 1921 = il cokmportamento pubblico in situazioni di questo tipo non è che un modo di proiettare verso oggetti esterni un’aggressività rivolta inizialmente verso oeggetti intern, e quindi potenzialmente molto pericolosa per la salute mentale e l’incolumità della persona
· Le Bon e Freud hanno avuto notevole impatto sullo studio dell’azione collettiva
· SMELSER nel “Manuale di sociologia” 1981 individua nell’azione collettiva 3 principali cambiamenti =
1) spostamento di attenzione dall’esame dei processi irrazionali a quelli razionali e nintenzionali
2) spostamento da attivazione di processi auotmatici a influenza complessa di più eventi concatenati
3) passaggio dall’approccio psicologico all’approccio sociologico => che vede nelle condizioni sociali e non più individuali la causa scatenanate dell’azione collettiva
· l’approccio individuale di Le Bon sulla folla viene riletto in chiave psicolosociale, come dimostra la ricerca di REICHER 1996 sulla “battaglia di Westminster” = l’origine del comportamento della e nella folla è da ricerfcare non nei processi individuali o irrazionali ma nel contesto sociale in cui si manifesta
· breve rassegna dei fattori o costrutti psicologici per spiegare partecipazione individuale a azione collettiva =
1) locus of control
2) efficacia politica
3) orientamento individualista/collettivista
4) deprivazione relativa = è l’unico che rimanda al soggetto in quanto essere sociale e non solo come gli atri tre in quanto singolo
· nessuno dei 4 fattori elencati, da solo, è sufficiente a spiegare la partecipazione politica
1) locus of control = ROTTER 1966 = aspettativa generalizzata in base alla quale il soggetto può essere orientato o meno a riteneree che la propria azione sarà determinante o meno per il conseguimento dei propri scopi
· A) interno = soggetti che percepiscono gli eventi come una conseguenza del proprio agire
· B) esterno = soggetti che percepiscono gli eventi come estranei al proprio agire
· quale delle due condizioni sia più correlata all’azione collettiva non è stato ancora chiarito
à alcuni dati hanno confermato che quello interno sia più orientato alla partecipazione politica per la credenza di poter controllare gli eventi con il proprio comportamento
à però con i risultati contraddittori si è pensato a quello estrno per il fatto chew chi non crede di poter influenzare gli eventi fa di tutto per ottenere quel potere che gli permette di influenzarli
· tale dicotomia fa sì che sia impossibile prevedere la relazione locus of control/azione collettiva
2) efficacia politica = CAMPBELL-GURIN-MILLER 1954 = sensazione che l’azione politica individuale abbia un impatto sul processo politico, che valga la pena di compiere il proprio dovere di cittadino
· non è chiaro se l’accento sia posto sul sistema politico o sull’individuo
· di conseguenza l’efficacia politica è stata vista da BALCH-SHINGLES come costituita da 2 dimensioni =
A) esterna = percezione di efficacia che deriva da componenti esytrene all’individuo => vi rientra la “fiducia nel sisetma”, la convinzione che il governo possa e voglia rispondere ai bisogni dei cittadini
B) interna = efficacia che deriva dalla propria forza o debolezza => “autoefficacia”: rapporto tra motivazione/azione che usa il modello valore-aspettativa di BANDURA 1977 (previsione del soggetto per esiti futuri)
à a) espettative di competenza = capacità di mettere in atto una certa azione politica; basate su una valutazione delle difficoltà dello scopo rispetto alle risorse cognitive del soggetto
à b) aspettative di risultato = probabilità che l’azione politica abbia successo; basate sul risultato
· si ricordino anche i rapporti conoscenza/azione: l’autoefficacia gioca un importanet ruolo di mediazione => importanza della competenza cognitiva, ma anche possesso o percezione del possesso del potere di compiere quell’azione
· può lasciari perplessi che il soggetto valuti solo la propria autoefficacia e non quella dei soggetti vicini a lui, perché l’azione collettiva deriva dal coinvolgimento di più persone =>ANDREWS-KLANDERMANN parlano infatti di “efficacia di gruppo” = apsettative sia di competenza che di risulatto (a e b) che il soggetto ha verso gli altri potenziali o effettivi parteciapanti all’azione politica
à valutazione della probabilità che gli altri oltre a me compiano l’azione
à valutazione della competenza degli altri ad agire
à valutazione della probabilità che l’azione abbia successo se molti parteciperanno
3) orientamento individualista/collettivista = sviluppato soprattutto nell’ambito della ricerca crossculturale di TRIANDIS, effettuate su persone di vari paesi e diversi temi = c’è un denominatore comune all’interno di una setssa cultura, che tende a stabilizzarsi nel singolo fino a trasformarsi in una vera e propria caratteristica della personalità
· costrutto indagato per le differenze fra le varie culture ma non fra gli individui di una stessa cultura
· si può ipotizzare che dato per scontato un livello base di individualismo o collettivismo in una cultura, i singoli individui possano conformarvisi o differenzirvisi in gradi diversi
· nello studio della relazione con l’attività politica HINKLE-BROWN 1990 indicano che chi ha un orientamento collettivista ha più probabilità di partecipare e impegnarsi nell’azione collettiva
4) deprivazione relativa = una delle determinanti principali dell’azione politica sembra essere la percezione del soggetto di subire ingiustizie, discriminato, privato di qualcosa di cui ha diritto, non in termini assoluti, ma relativi, rispetto ad altri individui o gruppi
· alla fine degli anni 40 alcune ricerche di STOUFFER hanno indagato le relazioni fra classe sociale/status e deprivazione relativa
· FOLGER-ROSENFIELD-ROBINSON 1983 = 3 condizioni per parlare di deprivazione relativa =
1) desiderare qualcosa che non si ha e che si ritiene importante
2) sentirsi in diritto di avere questo qualcosa
3) non attribuire a sé stessi la colpa di non averlo, ma anzi avere la percezione che altri abbiano determinato questa carenza
· distinzione = a) deprivazione “egositica” = l’individuo sente di essere discriminato, b) deprivazione “collettiva” = l’indivisduo sente che l’ingroup è discriminato =>
· è la deprivazione collettiva che può essere una determinante dell’azioen collettiva = una carenza individuale può essere risolta in vari modi, ma uan di gruppo può percorrere le vie istituzionali
· c’è una componente cognitiva: l’ampiezza della deprivazione + componente affettiva: percezione dell’intensità della deprivazione
· il fatto che la deprivazione deriva dal contesto sociale ha affinità con la teoria di Tajfel-Turner
· ma un aforte identità sociale non si traduce necessariamente in azione in generale o azione politica
· come rilevano HINKLE-BROWN 1990 può dipendere dal tipo di gruppo perché ve ne sono alcuni ad orientamento individualista ed autonomo (pesca sportiva, tennis, golf, trekking,…)
· è quando il grupop si basa su orinetamento collettivista e relazionale che sorge il problema
· anche TAJFEL-TURNER individuano gruppi caratterizzati da status differente =
1) che detengono il potere [high status] = benefici materiali, ma anche identità sociale positiva ed alto livello di autostima
2)caratterizzati da mancanza di potere [low status] = l’appartenenza dovrebbe essere più problematica perchè non derivano vantaggi immediati
· risposta degli individui low status per modificare la situazione ad high status =
1)mobilità individuale = possibile solo nel caso di un certo grado di permeabilità
2)creatività sociale = cerco dimensioni di confronto con l’outgroup che non siano penalizzanti con la mia identità => ricerca di VAN KNIPPENBERG 1978 =
à l’istituo tecnico meno prestigioso per riallinearsi spostava il confronto con quello più prestigioso su temi diversi dalla pura competenz scientifica, come la competenza pratica
à non veniva negata l’evidenza, ma al tempo stesso si salvaguardava l’identità sociale positiva
à al contarrio della mobilità individuale questa è una soluzione di gruppo che però mantiene invariate le posizioni dei gruppi
3)competizione e cambiamento sociale = cerco di cambiare lo status quo ingroup => TAJFEL-TURNER sottolineano che è solo questa strategia a creare conflittualità, e viene messa in atto quando si percepisce instabilità e illegittimità della gerarchia sociale attuale = c’è perciò una deprivazione relativa ed è qquesta quindi che può condurre all’azione collettiva
à anche se l’azione collettiva è solo una delle possibili azioni =>
· modello TAYLOR-MCKIRNAN 1984 = si ipotizza una sequneza di svilupop delle relazini intergruppo in 5 stadi (riiassumibili in tre) =
A) condizione di stratificazione sociale iniziale con chiara identificazione gruppi low e high status
B) gli individui dei gruppi low status tentano di inserirsi nei gruppi high status per avere un’identità sociale positiva => soluzione indivuidualistica!
C) se il tentativo fallisce per impermeabilità il low status ha piena coscienza delal sua posizione, e ciò lo indurrebbe a intraprendere un’azione collettiva allo scopo di modificare la situazione di potere del gruppo stesso => anche se inizialmente non lo scopo non era cambiare l’ingroup ma l’outgroup
· il merito di Taylor-McKinnarn è stato quello di aver indicato una possibile catena causale, anche se si sono state ricerche equivoche =>
· critiche sul fatto che l’azione collettiva è sempre una soluzione di ripiego dopo il fallito tentativo dell’azione individuale di lasciare il gruppo
· di fatto nei gruppi reali le cose non sembrano andare in questo modo
· comunque si può affermare che = 1) l’influenza sociale ha un effetto diretto sull’azione collettiva 2) ha un effetto moderatore dell’influenza di altri fattori su tale azione
· ricerca KELLY-KELLY 1994 = l’identità di gruppo è ruisultata il predittore più importante in assoluto, (e solo per la partecipazione “facile” è stato importante l’orientamento collettivista e la percezione stereotipata dell’outgroup)
à questionario a campione di sindacalistri per indagare i fattori associati alla volontà di parteciapre all’azione collettiva
à è misurata la prevista partecipazione alel prossime 10 attività sindacali
à poi c’erano uan serie di possibili determinanti: identificazione ingroup, orinetamento collettivista o individualista, percepito conflitto intergruppo, percezione stereotipata outgroup, deprivazione relativa individuale o collettiva, efficacia politica
à distinzione tra partecipazione “facile” e “difficile”
· ricerca KELLY-BREINLINGER 1996 = anche qui l’identità di genere è il migliore predittore
à obiettivi uguali alla ricerac Kelly-Kelly ma questa riferita alla donna
à prima è indagata l’intenzione di partecipazione, poi quella effettiva
à 4 forme di partecipazione: gruppi femnministi, protesta collettiva, partecipazione informale, protesta individuale
à le determinanti erano: identità di genere, deprivazione relativa, efficacia politica, orientamento collettivista in generale o di genere
· inoltre KELLY-BREINLINGER hanno infdagato l’eventuale effetto moderatore = ipotesi che
A) dove c’era identità di gruppo forte la partecipazione sarebbe maggioramente determinata da fattori sociali come la percezione di disuguaglianza o la deprivazione relativa
B) con identità di gruppo debole la determinante era data da fattori individuali come l’efficacia personale
à distinziaione in due gruppi a seconda della alta o bassa identità sociale
à la deprivazione relativa è predittore inmportante per gruppi a forte identità, mentre tutti gli altri fattori per gruppi a debole identità
· ancora molto resta da indagare
· ricerca CATELLANI 1996 = confronto fra determinanti psicosociale dell’attività sindacale con quelle dell’attività di partito = gli attivisti sindacali hanno a) identità b) efficacia c) conflitto outgroupdi gruppo molto più alte =>sia nel partito sia nel sindacato hanno peso fattori connotati socialmente ma certe caratteristiche del sindacato come l’agire localmente fa sì che la determinante principale diventi l’identità di gruppo
Fonti:
Psicologia Politica, Patrizia Catellani, il Mulino, Bologna, 2006.
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