Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Critone, Platone

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CRITONE È presto, sì.
SOCRATE Che ora è, di preciso?
CRITONE Manca poco all'alba.


C'e' un costante riferimento al momento poco prima dell'alba. Ovviamente puo' significare il momento prima di vedere la luce della Conoscenza; ma anche che proprio quel momento, di interscambio tra notte e giorno, luna e sole, sia veramente importante.


SOCRATE Mi meraviglio che la guardia della prigione abbia acconsentito ad aprirti.
CRITONE Ormai mi conosce bene, Socrate: vengo qui spesso, e gli ho pure fatto qualche favore.
Che cos'è la prigione per Socrate, se non il corpo fisico?

SOCRATE E allora perché non mi hai svegliato subito, e te ne stai seduto lì in silenzio?
Importanza del silenzio. Che e' anche il silenzio dell'apprendista che impara l'arte, che sta in silenzio perche' non conosce.

CRITONE No davvero, Socrate! Neanch'io vorrei vegliare insonne in tanta sventura. Peraltro sono rimasto meravigliato a vedere come dormivi tranquillamente, e lungamente, non ti svegliavo apposta per farti continuare così, nella massima tranquillità
"Continuare nella massima tranquillita" quello che stava facendo, perche' anche la tranquillita' e' necessaria.

SOCRATE Perciò non penso che arriverà questo giorno che viene, bensì domani. Lo deduco da un sogno che ho fatto questa notte, poco fa: direi che hai fatto bene a non svegliarmi.
CRITONE Che sogno era?
SOCRATE Mi veniva incontro, pareva, una donna bella e di nobile aspetto, vestita di bianco, che mi apostrofava con queste parole: "O Socrate, il terzo giorno giungerai a Flia ricca di zolle".
A Socrate e' apparsa una sacerdotessa? E proprio il terzo giorno, "andra' a morire", proprio quel terzo giorno in cui il Cristo resuscita.

SOCRATE Ma, caro Critone, perché preoccuparci dell'opinione della gente? Tanto più che i migliori, dei quali vale più la pena di darsi pensiero, capiranno che le cose sono andate precisamente come sono andate.
I migliori, i filosofi, gli iniziati sono pochi e hanno la Conoscenza, sanno. L'opinione, individuale, e' contingente e profana.

SOCRATE Magari, Critone, la gente fosse capace di fare i mali peggiori! Sarebbe allora capace anche del più gran bene, e sarebbe bello. Ma non sono capaci né dell'una né dell'altra cosa, non sanno far diventare un uomo né saggio né stolto, e si muovono invece come capita.
L'Uomo nella normalita' e' mediocre, viaggia tra alti e bassi, ma relativi, mai assoluti. I Bianchi o i Neri sanno come raggiungere gli estremi, e devono scegliere l'estremo giusto; per il resto tutto quello che coinvolge l'uomo e' subito, "accade" direbbe Ouspenski.

CRITONE Ebbene, abbandona questi timori: non è che chiedano tanto per salvarti portandoti via di qui, e poi non vedi come sono a buon mercato questi sicofanti? Neanche per loro ci vorrà molto... Le mie sostanze, che presumo sufficienti, sono a tua disposizione
La paura (la meditazione di oggi) non esiste, esiste solo nella mente.
La corruzione e' un altro vizio, sinonimo dell'attaccamento materiale, che va combattuto.
Le sostanze vanno lasciate, abbandonate, cosi' come va abbandonata la scorza impura del corpo fisico e spirituale.

I figli, o non bisogna farli, o bisogna faticarci, a tirarli su ed educarli: ma tu, mi sembra che stai scegliendo la strada più comoda! 
L'educazione del figlio e' importante, dice Socrate, ma senza esagerare e non limitando il carattere unico e peculiare che attribuisce al nato una determinata funzione. Il conformismo alla societa' e la non valorizzazione delle aspirazioni e' sbagliata. E per il figlio anche la famiglia puo' diventare un vizio, una dipendenza.

Deciditi una buona volta ( a quest'ora, a dire il vero, dovremmo non decidere ma aver già deciso), e la decisione sia una sola. Tutto dev'essere fatto entro la prossima notte: se indugeremo ancora, ogni possibilità verrà meno.
La decisione, molto spesso, non puo' che essere unica, alto o basso. Deve essere presa con determinazione e velocemente; il pentimento e' insicurezza e paura. In talune operazioni incertezza e non velocita' di pensiero puo' essere "fatale".

SOCRATE Unito a una corretta visione delle cose, Critone, il tuo zelo sarebbe anche apprezzabile: ma in caso contrario, quanto più è vivace e tanto più si fa fastidioso. È perciò opportuno esaminare se dobbiamo o no imbarcarci in questa impresa
Lo zelo eccessivo e' anch'esso un difetto, bisogna distaccarsene. Puo' portare alle passioni, che non servono.

SOCRATE Si tratta dunque di apprezzare le opinioni buone, ma non quelle cattive?
SOCRATE Ora, ci è mai possibile vivere con un corpo malandato e corrotto?
CRITONE Assolutamente no.
SOCRATE E ci sarebbe invece possibile vivere se fosse corrotta quella parte di noi che viene guastata dall'ingiusto, mentre dal giusto riceve giovamento?
Guardando sempre al Bene tutti i tipi di corpo non si guastano, e sono avvantaggiati da vibrazioni vicine e dello stesso livello e forza.
Cosi' quelle negative; per questo bisogna allontanarle.

SOCRATE Dovrà allora comportarsi, e far ginnastica, e mangiare e bere, seguendo le direttive di quell'unico che è esperto e ci capisce, piuttosto che di tutti gli altri? 
Importanza dell'operativita', dei digiuni, del mangiato e del bevuto, ma non a caso. L'esperto, l'iniziatore, la tradizione e' specifica su tempi, pasti sacri e tutto il resto.

E se non daremo retta a lui, finiremo per corrompere e guastare quella parte di noi che per opera di ciò che è giusto diventa migliore, e con l'ingiusto si deteriora.
Il discorso e' piu' sottile: non si tratta solo di seguire il Bene, e le indicazioni dell'iniziatore, della ritualita'. Le operazioni, ad esempio di ingestione, o lavorazione, vanno fatti nei tempi e nella maniera giusti, e con gli "strumenti" giusti, puri, purificati. Qualsiasi elemento estraneo e non ben lavorato precedentemente rovina l'Opera.

SOCRATE E resta vero o no, che vivere bene e con onestà e giustizia è la stessa cosa?
CRITONE Resta vero.
SOCRATE Sulla base di quanto abbiamo ammesso, esaminiamo ora se sia giusto o ingiusto che io cerchi di evadere senza il consenso degli Ateniesi
La correttezza e' imprescindibile, ma non quella relativa che deriva dalla morale storica e dalla contingenza umana, ma quella dettata da norme superiori e divine. Non e' l'uomo di per se' che stabilisce cosa e' giusto e ingiusto; nella sua "interiorita'" lo puo' sentire, ma anche cio' a vari livelli: che ha lavorato piu' e meglio si avvicinera' tanto piu' alla vera onesta' e giustizia.

E se ci apparirà chiaro che di un'azione ingiusta si tratta, cerchiamo di non preoccuparci di dover morire o di subire qualsiasi altra pena (e restiamo con tranquillità al nostro posto), dandoci pensiero, piuttosto, di non commettere un'ingiustizia. 
Pena non e' inferno, ma karma.

SOCRATE Dunque in nessun caso va commessa ingiustizia.
CRITONE Assolutamente no.
SOCRATE E dal momento che in nessun caso va commessa ingiustizia, neanche chi la subisca dovrà ricambiarla, come pensa la gente.
La vendetta e' un altro vizio, e significa che si e' ancora impastoiati fra i bassi demoni.

Poniamo che mentre siamo lì lì per fuggire di qui (o comunque vogliamo chiamare questa cosa) venissero le leggi e la città tutta, si piazzassero davanti a noi e ci chiedessero: "Dimmi, Socrate, che cosa hai in mente di fare? O pensi che possa sopravvivere, e non essere sovvertita, una città in cui le sentenze pronunciate non hanno efficacia, e possono essere invalidate e annullate da privati cittadini?". Preferiremo forse dare loro una risposta del tipo "la città ci ha fatto un'ingiustizia, emettendo una sentenza scorretta"? Diremo questo, o che altro?
La "fuga", l'andare contro le Leggi non e' possibile. Cio' che sembra a noi ingiusto e' una percezione soggettiva basata sul nostro Se' e non sul nostro Io. In realta' abbiamo quello che meritiamo. Noi, allo stato in cui siamo, non possiamo cambiare queste Leggi, e ne dobbiamo rispettare le "sentenze": non c'e' un significato di Male nella Legge, ma ogni cosa viene per il nostro Bene e progresso spirituale.

O con tutta la tua sapienza non ti rendi conto che la patria è più preziosa sia della madre che del padre e di tutti gli antenati, e più sacra, e più venerabile, più degna di considerazione da parte degli dèi e degli uomini assennati; e che le si deve obbedire e servirla anche nelle sue ire, più che un padre
"La patria fa le Leggi": e la cosa piu' importante e' la Gerusalemme celeste, il regno divino, questa patria che va al di la' della famiglia terrena, contingente e al di la' di tutto. E che si puo' raggiungere, superando le "Leggi", ma con un giusto metodo tradizionale.

 Se è un'empietà usar violenza contro il padre e la madre, tanto più lo sarà contro la patria." Cosa potremo replicare a questo discorso, Critone? Che le leggi dicono la verità, o no?
CRITONE Mi pare di sì.
E questa patria e' percio sacra, superiore alla famiglia terrena, ma anche superiore ai nostri principi maschili e femminili, che devono essere superati e ricomposti nell'Uno androgino.

SOCRATE "Ora, Socrate" potrebbero soggiungere le leggi "giudica se è davvero ingiusto, come andiamo affermando, il trattamento che ci riservi in questo momento. Noi infatti ti abbiamo messo al mondo, e allevato, ed educato, e abbiamo distribuito fra te e i tuoi concittadini tutti i beni di cui disponevamo:
I filosofi, gli iniziati educano l'iniziando, distribuiscono Conoscenza a seconda del livello, senza possessivita' ne' avarizia, purche' il futuro adepto se lo meriti.

le leggi, non ci trova di suo gradimento, può benissimo prendere le sue cose e andare dove preferisce. E nessuna di noi leggi pone ostacoli o vieta di andare con le proprie cose, dove gli pare
 E se tenendoti alla larga da questi luoghi te ne andassi in Tessaglia, dagli amici di Critone? Certo che lì regnano il più gran disordine e lassismo, e non è escluso che starebbero ad ascoltare volentieri come sei ridicolmente evaso dal carcere mettendoti addosso qualche travestimento (una pelle d'animale, o altre cose che usano per travestirsi i fuggiaschi) per rendere la tua fama irriconoscibile.
Le leggi non pongono ostacoli al libero arbitrio umano, che sembra infinito. Ma la sua infinitezza e' apparente, perche' sempre all'interno di quello Leggi stiamo; che ci permettono pero' di scendere se stare nella mediocrita', scendere in basso, o ascendere in alto.

E se chiedessi perché mai, forse a ragione mi assalirebbero rimarcando che proprio io, più di tutti gli Ateniesi, sono stretto a loro da questo patto. Ecco quel che direbbero: "Abbiamo buone prove che ti piacevamo, Socrate, noi e la città. In questa città non avresti soggiornato enormemente più a lungo degli altri Ateniesi, se non ti fosse enormemente piaciutanon ne sei mai uscito per una celebrazione sacra, tranne una volta per andare all'Istmo
Piu' si e' saliti in alto piu' forte e' la responsabilita' nei confronti delle gerarchie superiori. Ecco che il patto, nero o bianco, e' un legame indissolubile. E bisogna restare nella "citta'", nell'ordine e continuare ritualita' ed operazioni.

e un bel po' di tempo hai avuto
L'opera e' lunga, l'impegno deve essere a vita e perseverante.

Non vi sarà nessuno a rilevare che vecchio come sei, verosimilmente con poco tempo ancora da vivere, hai spinto il tuo tenace attaccamento alla vita al punto di trasgredire le leggi più importanti?
Finche' uno non capisce che la morte e' una Pasqua, un Passaggio non si va molto avanti. E l'iniziazione, le varie iniziazioni tradizionali devono essere vissute, interiorizzate.



Socrate fa notare a Critone come non bisogna curarsi dell'opinione della gente, poichè tale gente, la gente comune, i dormienti, non conoscono.
Critone ribadisce però che tale opinione è pur importante poichè la gente è capace di far "non poco male"; il nostro filosofo però ammonisce come la gente non è in grado di fare i mali peggiori, poichè allora sarebbe in grado di fare anche il bene migliore.

Per Socrate infatti la gente comune non può fare volontariamente il male, ma al tempo stesso deve scoprire come fare il bene, e questa scoperta è la più grande virtù.
Infatti, direbbe Eraclito (frammenti), la gente non può andar oltre le proprie capacità, ma nonostante questo influenza il mondo in cui è, ed è per questo in grado di "far la guerra".

Ciò è un dispendio di energie, poichè, così facendo, l'uomo si muove "solo come capita". Il compito del filosofo-iniziato è quello di concentrarsi verso un alto scopo e seguirlo fino in fondo, senza distogliersi dal cammino, pur usando gli strumenti che la natura umana ci ha messo a disposizione.

La vera opinione da tenere in conto è quella "buona", quella del saggio, l'unica che conta e che non porta alla rovina.
Se si tiene conto anche di altre opinioni, e le si segue, l'impuro si mescola con il puro, e non è dato all'impuro di toccare il sacro. Così il migliore con l'ingiusto si deteriora, e il corpo con l'impuro si corrompe.

Critone accusa Socrate di arrendesi alla morte e di non volersi far aiutare.
Socrate richiama Critone ad una corretta visione delle cose. E' il Giusto, colui che giustizia conosce, che bisogna seguire.
Non solo non bisogna agire con ingiustizia, ma nemmeno contro ingiustizia, e subirla è comunque molto meglio che farla.
Chi sa subire un'ingiustizia ha capito infatti che tale ingiustizia, per quanto umanamente ingiusta possa sembrare, fa parte anch'essa dell'Amore divino, e si riflette nel karma.
Non bisogna mai fare del male o commettere un'ingiustizia per vendetta.
La Giustizia e l'Ingiustizia riflettono infatti la Legge, che in nessun caso va trasgredita: noi siamo infatti nati e cresciuti sotto la Legge, e sarebbe ridicolo andarvi contro.

Rispettando la Legge, conoscendola e non trasgredendola si acquisisce la vera Sapienza, tramite virtù e che corrisponde esattamente al rispetto per la patria, per tutte quelle leggi con cui siamo messi al mondo, le stesse leggi che ci permettono di vivere in questo mondo.
Ciononostante nessuna "pone ostacoli o vieta di andare con le proprie cose, dove gli pare": ciò riflette il libero arbitrio umano, la capacità di scelta, inizialmente limitata di seguire le passioni o andare verso l'alto; capacità che si ingrandisce enormemente per gli iniziati.
Infatti tale discorso vale a maggiore ragione per Socrate, il filosofo, che, proprio perchè tale, ha responsabilità accresciute nei confronti della "comunità".

"Non dare ai figli, alla vita, a null'altro più valore a ciò che è giusto, affinchè al tuo arrivo nell'Ade tu possa richiamare tutto ciò in tua difesa, presso colore che lì comandano": le nostre azioni sensitive sono importanti in quanto emanazioni formali in questo mondo, ma non bisogna dargli più importanza del dovuto, bensì vanno vissute con distacco e moderazione, come strumenti dell'anima atti a compiere una giusta scelta quando quaggiù, nell'Ade, le passioni prevalgono: e tenere così, scegliendo giustamente, sempre il Bene in primo piano.

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