Lo Stato più piccolo d’Europa è un paesetto di 300 abitanti
IL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO FA LA DROGHIERA
Nell’Italia nordoccidentale sorge lo Stato più piccolo d’Europa: il Granducato di Seborga, in origine un normale paesetto agricolo, che nel 1963 si proclamò indipendente e si costituì in “Stato sovrano”. Pur avendo soltanto 362 abitanti, è dotato di una costituzione, di una moneta, di francobolli e perfino di un esercito; a tutto il 2009 ha “relazioni diplomatiche” con 46 nazioni. Ciò nondimeno, lo Stato italiano considera il granducato una cosa da ridere.
IL PAESETTO DI MONTAGNA SI È PROCLAMATO STATO INDIPENDENTE
A quanto si sa, in origine il granducato era un normale paesetto agricolo della Liguria, nell’Italia nordoccidentale, su un monte vicino al confine francese. A circa trenta miglia da una meta turistica, la riviera ligure, confina con il Principato di Monaco, un piccolo Stato indipendente e autonomo. Nel 1963, il ventisettenne capo dei fiorai della zona, Giorgio Carbone, nello sfogliare la storia locale scritta dal vecchio parroco del paese, scoprì che il paese era sorto nel 954 d.C. e che dal 1079 al 1729 era stato un granducato sottoposto al Sacro Romano Impero. Nel 1861 però, dopo l’unificazione italiana a opera dei Savoia, il granducato non fu elencato nell’elenco delle proprietà del Regno d’Italia dei Savoia. Il Carbone ritenne così che il granducato non fosse mai entrato a far parte dell’Italia moderna!
Dopo che ebbe espresso la sua sorprendente opinione, il Carbone ottenne subito il sostegno unanime dei compaesani. Con un plebiscito, la comunità lo elesse “granduca”, col nome di Giorgio I.
Nel 1963, il Carbone proclamò ufficialmente l’indipendenza del granducato e donò un passaporto stampato con tutti i crismi ai turisti che vi giungevano, proclamando ufficialmente la “fondazione dello Stato”. Nel 1995, lo Stato promulgò la costituzione.
LO STATERELLO HA “RELAZIONI DIPLOMATICHE” CON 46 NAZIONI
In quanto Stato più piccolo d’Europa, il granducato ha una superficie di circa km 2,4 e una popolazione di soli 362 abitanti, ma è dotato di una costituzione, una moneta, francobolli, di un esercito ecc., e nel 2009 aveva “relazioni diplomatiche” con 46 nazioni.
Dal 1994 al 1996, il Granducato di Seborga ha battuto moneta, il luigino. La moneta circola localmente ed è riconosciuta dalle banche internazionali; un luigino si cambia a 6 dollari americani e può a buon diritto vantarsi di essere la valuta circolante di valore più alto al mondo. Tuttavia, fuori del granducato, il luigino non ha valore legale e il governo italiano è il primo a non riconoscerlo. Il granducato emette anche francobolli, che però hanno solo un valore collezionistico e non possono essere usati sulle buste.
IL MINISTRO DEGLI ESTERI FA L’OSTE
A quanto risulta, le poste e telegrafi, le scuole e gli altri servizi del Granducato non differiscono in nulla da quelli delle altre parti d’Italia. Alle porte del paese montano la guardia alcuni “militi”, in uniforme napoleonica del XIX secolo. Le pratiche d’ingresso non sono affatto complicate, basta riempire qualche modulo e mostrare un documento d’identità e si otterrà dalle mani del “funzionario locale” un “passaporto” turistico. Tuttavia è un passaporto che funziona solo nel granducato, a livello internazionale è totalmente ignorato.
Comicamente, il “presidente del parlamento” del granducato fa la drogheria, mentre il “ministro degli esteri” fa l’oste. Quest’ultimo ha dichiarato ai giornalisti di aver sostenuto vari “negoziati” con l’Italia in rappresentanza del granducato.
LO “STATO NELLO STATO” NON È MAI STATO RICONOSCIUTO
PRINCIPATO DI SEBORGA
Anno 1079
Anno 1118
Anno 1263
Anno 1666
Anno 1729
Anno 1748
Anno 1782
Anno 1786
Anno 1815
Anno 1939
Anno 1946
Anno 1079
Anno 1118
Anno 1263
Anno 1666
Anno 1729
Anno 1748
Anno 1782
Anno 1786
Anno 1815
Anno 1939
Anno 1946
Tuttavia, il governo italiano non ha mai riconosciuto il Granducato di Seborga come Stato indipendente. Per molti italiani, la presunta “indipendenza” del granducato è solo uno scherzo per attirare turisti. I servizi sociali del granducato sono forniti dall’Italia e le leggi, il sistema sanitario, le comunicazioni, il regime scolastico ecc. sono identici a quelli delle altre parti d’Italia. I sudditi del Granducato di Seborga pagano regolarmente le tasse al governo italiano e votano alle elezioni nazionali e locali italiane.
Nel 2005, la BBC ha incluso il Granducato di Seborga e altri “Stati” fondati privatamente in un documentario comico intitolato “Come fondare il proprio Stato”.
Si ringrazia vivamente l’Ill.mo Barone Jean-Philippe Arnotte per il prezioso aiuto nella ricostruzione.
Cronistoria a cura del
Gruppo di Amici di Seborga di Milano e Provincia
Anno 954
-Il Conte Guido di Ventimiglia, per testamento, lega (“dono et lego”, sic) inalienabilmente al Monastero di Lérins
(Lerino):
>I suoi diritti signorili con piena sovranità (“cum mero et libero imperio”) su Seborga, il suo castello e il territorio circondante di circa 14 km2.
>I suoi diritti di proprietà, senza sovranità, su ampi terreni dell’arco intemelio, con specialmente la Chiesa di San Michele in Ventimiglia-nord e le sue vaste proprietà.
-Elevazione congiunta della Signoria di Seborga a Principato Imperiale da parte delle due potenze supreme dell’epoca: la Santa Sede e il Santo Impero.
-L’Imperatore conferma la piena sovranità di Seborga: “Cum mero et libero imperio”, “tam in Spiritualibus quam in Temporalibus” (religiosa e politica) e persino “et Mixto Imperio cum Gladii Protestate”.
-Per la nomina dei primi Cavalieri Templari non ci sono al momento riscontri documentari su Seborga.
-Invece sulla presenza dei Cavalieri Templari a Seborga si può precisare:
-Nel 1159 Papa Alessandro III, constatando la brutta gestione del Monastero di Lérins, confida la gestione del Principato di Seborga ai Cavalieri Templari, ben installati in Liguria e che avevano persino un loro porto privato
a Monaco (niente di sorprendente in quanto i Cavalieri Templari hanno anche gestito la Contea di Namur in Belgio durante la prigionia del Conte Guy Dampierre).
-Fino al loro scioglimento, all’inizio del Trecento I Templari disponevano disponevano del Principato di Seborga,
(poco popolato, di difficile accesso ed anche da trovare!) come di un loro Stato sovrano “privato”.
-E’ questo il solo caso conosciuto.
L’inalienabilità originale del feudo viene confermata nel 1263 e già nel 1267 i suoi Statuti Comunali vengono modificati.
-Ciò prova che sono anteriori ai più anziani della regione, quelli di Apricale dello stesso 1267.
-Apertura ufficiale della Zecca di Seborga, ma la coniazione sembra aver funzionato già dal 1630.
-Su pressione del Re di Francia con la promessa, non mantenuta, di un risarcimento finanziario, viene chiusa verso il 1688.
-La Zecca di Seborga coniò una grande quantità di “Luigini” di cui restano oggi una dozzina di esemplari conosciuti.
-Vittorio Amedeo II di Savoia tenta l’acquisto dei diritti signorili sul Principato sovrano di Seborga dal Monastero di Lérins, (acquisto impossibile perché il feudo di Seborga è inalienabile sin dall’inizio) e malgrado:
>L’interdizione imperiale (lettera di diffida seria già nel 1679!)
>L’assenza del consenso del Papa
>L’opposizione del Principe di Seborga dell’epoca, l’Abate Biancheri (solo detentore di procura generale di Lérins per tutti gli affari del Principato)
>L’opposizione della popolazione di Seborga.
-La bozza di acquisto, redatta a Parigi (prepotenza sabaudo-francese anche se la Francia non c’entrava nulla
nella sovranità di Seborga), non è mai stata registrata da nessuna parte e resta nell’archivio privato del Re
di Francia fino al 1787.
-I Savoia, comunque, occupano militarmente Seborga e tentano di neutralizzare le opposizioni.
-Con il Trattato di Aquisgrana finisce la guerra di successione Austriaca, funesta anche in Liguria.
-Essendo nel frattempo morto (1746) il Principe di Seborga, l’Abate Biancheri (che i Savoia avevano lasciato in posto dopo la loro occupazione militare del 1729) la Santa Sede accorda ai Savoia nel 1749 lo “Jus Patronatus”
che loro immediatamente trasformano in Protettorato privato di fatto.
-Re Carlo Emanuele III se ne diceva “Protettore” e ancora oggi a Seborga c’è un monumento del sec.XX con l’iscrizione “alla dinastia protettrice”.
-Cominciava così l’usurpazione (che, in Diritto Internazionale, non è annessione in nessun modo).
-Tranne la parentesi dell’occupazione francese, i Savoia hanno amministrato Seborga fino al 1946, tentando di fare dimenticare la realtà della “Sovranità di Seborga”, raggruppandola con la provincia vicina (prima Sanremo, poi Imperia).
Anno 1759
-I Savoia fanno rifissare per iscritto tutte le frontiere del Principato di Seborga, contraddittoriamente con la Repubblica di Genova.
-Seborga perde un po’ di territorio a sud e sud-ovest (Giairini, Massatorta) a favore del Comune di Vallebona, ma il territorio essenziale è salvo.
-Anche la frontiera tra Seborga e il Piemonte viene riprecisata; questa è la prova provata che non c’e mai stata
alcuna annessione.
-Il Papa e l’Imperatore annullano il tentativo d’acquisto di Seborga del 1729.
-Il Papa sopprime il Monastero di Lérins.
-Al Congresso di Vienna, il Principato di Seborga non viene neanche citato ma viene restaurato simultaneamente con Monaco, dall’art.89 dei Trattati di Parigi (Nb/ Il Congresso di Vienna ha fatto due trattati nei quali è precisato che gli ex Feudi Imperiali della Liguria vengono dati ai Savoia per annessione a condizione che abbiano fatto parte dell’effimera “Repubblica Ligure” giacobina installata dai Francesi a Genova.
-Questo ne esclude due, che non ne hanno mai fatto parte : Monaco e Seborga (facevano parte del primo Dipartimento delle Alpi Maritime francese, che si estendeva fino a Sanremo).
-Pare che esistano un documento dove Benito Mussolini scrive che il Principato di Seborga non appartiene all’Italia
ed una sua nota alla Santa Sede dove dichiara di estendere la coscrizione militare italiana ai giovani Seborghini.
-Si riferisce ad una faccenda italo-vaticana: il Concordato del 1929 vieta le Diocesi transfrontaliere e siccome Seborga non è Italia non può fare parte della Diocesi di Ventimiglia.
-Seborga, per di più, gode del “Nullius Diocesis” (confermato nel 1749) che implica il riconoscimento diplomatico perchè è una condizione per ottenerlo.
-Dal 1946, per la facilità, Seborga è raggruppata “de facto e non de jure” con la Diocesi di Ventimiglia.
-In sostanza nessun evento ha mai cambiato lo Statuto Internazionale di Seborga: né lo Statuto Albertino, né l’unificazione italiana, né il cambio di nome del Regno di Sardegna in Regno d’Italia, né la Tregua Costituzionale, né la proclamazione della Repubblica Italiana (Nb/fatta senza precisarne le frontiere!)…
-Ma nel 1946 la caduta dei Savoia ha anche provocato la fine del loro Protettorato su Seborga, perché in Diritto Canonico si perde lo “Jus Patronatus” (sorgente dal Protettorato di fatto) quando si perde una condizione per ottenerlo,
in questo caso la posizione di Regnante del Regno di Sardegna poi d’Italia ed inoltre in Diritto Internazionale l’usurpazione, anche lunga, non crea mai annessione!
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