Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Esoterismo guenoniano e mistero cristiano: Jean Borella e Rene' Guenon

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Esoterismo guénoniano e mistero cristiano, il testo di Borella qui.

Con la nuova Alleanza, Cristo guarda all'interiorizzazione della religione di Dio, e al superamento delle forme esteriori.
Gli insegnamenti per un primo periodo sono segreti e coperti da silenzio, ma annuncia che "non c'e' nulla di nascosto che non debba essere manifestato" (Lc. 8, 17).
In questo contesto rientra il discorso del battesimo.
Il battesimo dato ai bambini per Guenon non ha il valore di un'iniziazione poiche' non si possono determinare nei bambini le qualificazioni adatte ad essere iniziati: e' per questo un segno dell'essoterizzazione dei sacramenti.
Secondo gli Atti degli Apostoli, il battesimo e' dato a una folla, tra cui bambini; Cristo stesso diceva: "Venite che i bambini vengano a me" (Lc. 18, 16); prima dell'Ascensione: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt. 28, 19).
Percio', per Borella il battesimo dei bambini e' legittimo e non ha a che fare con una essoterizzazione del sacramento. Al limite si puo' pensare che alle origini ci fosse un doppio battesimo, essoterico "dell'acqua" e iniziatico "dello Spirito".
E credo vi rientri, proprio per questo, la concezione cristiana di liberazione dal peccato originale.

Giovanni XXIII: "occorre che la dottrina certa e immutabile sia studiata ed esposta con i metodi che la congiuntura presente esige": una è la sostanza dell'antica dottrina, altra la forma, la formulazione del rivestimento che spetta alla Chiesa.
Ma "il punto del Concilio non è la discussione di tale o talaltro tema della dottrina fondamentale della Chiesa": il concilio è pastorale e non dogmatico, e la forma non viene rivista.

La formulazione dogmatica è voluta e garantita dallo Spirito Santo ed è un segno per l'intelligenza teologica, dice Borella.
Ma non discendono dal cielo già formate, ma tratte dalle culture umane (sono rari infatti i casi il cui lo Spirito Santo parla per bocca dei profeti).
Di conseguenza c'è la necessità di spiegare con autorità i punti controversi del deposito della fede, quindi la Chiesa inizia una ricerca e basandosi anche sulle proprie esperienze. I "modi di capire" diventano "modalità canoniche di esposizione.
Quindi il mistero dato dallo Spirito santo viene interpretato in una formulazione dogmatica, di origine umana.

Originariamente però il dogma ha accezione neutra, e (oltre che decreto) significa "opinione" e viene ad applicarsi alle "verità che sono oggetto di fede".
E' solo nel XVIII sec. che la parola assume accezione negativa.
La chiesa non ha mai dogmatizzato a suo piacimento, ma sotto pressione degli avvenimenti e delle eresie.

- "religione" significa nella essenza "ristabilimento di un legame" (Alleanza);

- la trascendenza dell'assolutamente ineffabile permette la pluralità delle Tradizioni metafisiche, una pluralità possibile permessa dopo la caduta adamitica. Con verginità intellettiva e facendo tabula rasa si possono apprendere sprazzi di linguaggio metafisico (mai conoscibile integralmente).
Questo era chiaro; e Borella dice che la Chiesa di Cristo (non la sua emanazione profana, si badi bene) ha il linguaggio adatto per far intuire la Rivelazione.
Il cristianesimo è un insegnamento esoterico in riferimento anche all'interpretazione delle Scritture, alle parabole del NT, e ai simboli della fede;

- l'aggettivo "esoterico" fa la sua comparsa in ambienti aristotelici, mentre il sostantivo "esoterismo" compare solo nel XIX secolo in ambienti socialisti.
"Ciò che in comparazione ha la qualità di essere più all'interno": per noi uomini decaduti il divino e il sacro sono interiori e all'interno, e implica il superamento delle apparenze esteriori, dice Borella. Ma dobbiamo volgere il nostro cuore allo Spirito, che opera per e con noi;

- comprendere autenticamente la Rivelazione divina è interpretare la Parola divina in tutti i suoi significati, ma anche obbedire ai comandamenti, compiere i riti, realizzare nel nostro cuore la Volontà del cielo;

- la Tradizione non si esaurisce come dice Guenon in aspetto essoterico ed esoterico, ma la dimensione è triangolare: il terzo aspetto è dato dalla Rivelazione, dall'oggetto rivelato, che li supera ed è essenziale (essenza) di per sè, come manifestazione della Verità divina.
Anche l'esoterismo è infatti una pratica umana, che trasforma la nostra Intelligenza, considerando il superamento dei "concetti" umani (Gurdjieff è chiaro su questo) e fa sì che non sia l'uomo che conosce, ma l'anima dell'Uomo; ciò che è intuito non è il concetto, ma il significato fondamentale.
L'esoterismo è per Guenon la parte interiore di una forma tradizionale, ma è il revelatum ciò che illumina. E la manifestazione, proprio perchè manifestata presuppone un non-manifestato;

- l'uomo è l'unico essere per il quale esiste anche tutto ciò che non è se stesso (a differenza di minerali, vegetali e animali che esistono solo nel loro mondo);

- nello stato dell'uomo attuale, "normale", conosciamo le cose solo per gli effetti materiali, tangibili, che producono; l'illusione sta nella convinzione che il nostro essere sia all'altezza della visione presumibilmente intuita. Anche per questo si dice che dormiamo di più quando siamo svegli che quando dormiamo veramente (Ouspenski docet).
(Colui che contempla, dimentica momentaneamente tutto quello che fa la sua individualità, Schopenhauer);

- Borella afferma: "vanno distinti due tipi di esoterismo formale: uno di ordine religioso, ordinato all'ermeneutica spirituale del revelatum, l'altro di ordine cosmologico che ingloba le scienze del macro e del microcosmo". E' una distinzione legittima?

- la leggenda del graal si rifà alla tradizione celtica (e non cristiana come sostiene Guenon): è infatti una gerarchia iniziatica al di fuori della successione apostolica.
Ma fuori da tale successione apostolica non vi è possibilità di avere accesso alla dottrina di Cristo, fatta salva la grazia divina.
Non esiste traccia di una fantomatica successione extra-apostolica cristiana cui Guenon fa riferimento; tutt'al più Giuseppe d'Arimatea è la figura che si innesta in una tradizione cavalleresca proprio perchè la dimensione arturiana ha perso la sua dimensione sacerdotale e "langue nell'attesa del principio spirituale che potrà rivivificarla";

- Cristo è il depositario della coppa dato che lui è la coppa stessa (sangue di Cristo); con la sua morte ha dato tutto il sangue, non ha tenuto nulla per sè;

- i riti religiosi permettono la salvezza e quelli iniziatici il raggiungimento di stati superiori, sino alla liberazione (su questo Guenon è chiaro).
Per Guenon il cristianesimo delle origini è però un esoterismo giudaico di derivazione essena, per poi essoterizzarsi per non privarsi di ogni influenza spirituale a seguito del contatto col mondo greco-romano. I riti iniziatici mantengono la forma ma possono dare solo salvezza.
Questo per Borella è totalmente sbagliato: il cristianesimo non nasce in seno al giudaismo, e lo si capisce già dagli Atti degli Apostoli quando lo Spirito Santo scende su tutti i presenti nel momento in cui Pietro parla col centurione Cornelio. (Eusebio conferma);

- il cristianesimo non è proposto ad una elite ma è riservato a tutti (l'essoterizzazione guenoniana diventa perciò inutile): Cristo ha espressamente voluto una nuova alleanza e "la religione cristiana è fondata nuovamente ogni volta che si compie liturgicamente il sacrificio della nuova alleanza";

- Guenon dice che l'essoterizzazione presunta del cristianesimo si sancisce con Nicea e col battesimo dato ai bambini e le verità esoteriche non rappresentano da quel momento misteri, ma vengono proposte come dogmi; in realtà una "regola di fede" è presente molto prima di Nicea, e affermava la trinità e la successione apostolica, così come si parlava prima di Nicea di "consustanziazione" (homoousios). Il concilio voleva solo quindi fissare punti che già esistevano;

- inoltre con Nicea si era presa una posizione forte contro l'arianesimo che rifiutando la consustanziazione e la divinità di Cristo, rifiutava l'arcano di battesimo ed eucarestia. Da Nicea, infatti, le condizioni per l'accesso al battesimo e agli altri sacramenti saranno più severe;

- molto prima di Nicea, anche la verginità di Maria, l'incarnazione e la redenzione sono considerati misteri; ciò conferma ancor più come la nuova alleanza sia esoterica e come guardi all'interiorizzazione della religione di Dio e al superamento delle forme esteriori e delle prescrizioni della legge mosaica.
Il velo è squarciato: ma a squarciarsi è stato il primo, quello che separava il Santo (liturgie ordinarie), mentre il secondo che separa il Santo dei Santi no.
Sembra che sia l'abolizione della separazione fra un ordine esterno ed un ordine interno, anche se il velo che copre il Santo dei Santi ci dice che la Conoscenza può essere allo stato delle cose attuali parziale e imperfetta, velamento del grado supremo della gnosi, dei misteri ultimi.
Origene sul secondo velo aggiunge: "tuttii hanno la possibilità di diventare figli di Dio; solo alcuni cambiano la possibilità in realtà" (lui poi distingue tra fede, gnosi e sapienza);

- se la Chiesa di Cristo si fosse essoterizzata come sostenuto da Guenon perchè non ha confezionato nuovi riti invece di mantenere i 7 sacramenti? Per esempio perchè l'eucarestia "maggiore" è rimasta e quella "minore" (le agapi) sono scomparse? Perchè insomma ha mantenuto i riti più sacri?
Una essoterizzazione perciò non c'è stata.
La grazia sacramentale è immutabile ed è sempre comunicata all'essere che la riceve; questa era la volontà di Cristo, e perciò la Chiesa non può cambiarla; è un dono divino immediato e permanente. L'ordine sacramentale non può essere perciò degradato in alcuna maniera.
I sacramenti sono le 7 modalità con cui ci è comunicata la grazia;

- secondo s. Tommaso i sacramenti ci guariscono dal peccato e ci fanno membri della Chiesa di Cristo;
per Guenon sono riti iniziatici battesimo, cresima e ordinazione, poichè il sacerdozio dell'ordine di Melchisedek di Cristo comporta la funzione regale (battesimo), del Profeta (crisma) e del Sacerdote. Tutto il culto della religione cristiana deriva dal sacerdozio di Cristo.
Secondo s.Tommaso d'Aquino il sacerdozio di Melchisedek è superiore a quello di Aronne (Levi) perchè è senza genealogia, non si trasmette per nascita: così come infatti è il sacerdozio cristiano che non si trasmette per sangue ma per Spirito Santo

- Guenon sostiene che del sacramento non si può cambiare la forma, in quanto data da Cristo, ma si può modificare l'interno, la realtà di grazia.
In realtà è l'esatto contrario: la forma (ad es. la lingua) è modificabile, ciò che non lo è, è la sostanza.
Ciò che è immancabile comunque è:
1) il rito (fissazione di un gesto, "permanente attualità di un atto compiuto una volta per tutte")
2) la valida ordinazione di chi amministra il sacramento e legittimamente autorizzato.
3) l'intenzione oggettiva di amministrare, cioè non nella sua intenzione e convinzione personale, ma nell'intenzione della Chiesa di Cristo.
4) la volontà del soggetto ricevente di ricevere il sacramento (anche senza una conoscenza esplicita e completa della natura della grazia comunicata). La grazia è proporzionata alle disposizioni del soggetto;

- San Paolo condensa tutto il cristianesimo nella parola mysterium, "azione divina";
nei misteri si tratta più di sperimentare che di conoscere (Aristotele);

- "christos" = "machiah" = "unto", messia: Gesù è l'incarnazione stessa della grazia; il sacerdote-la vittima-l'atto sacrificale non sono che una cosa sola.

-          la Chiesa non ha il potere di istituire nuovi sacramenti.

eso = interno
ter =comparativo
ikos = specificità dell'aggettivo
"ciò che in comparazione ha la qualità di essere più all'interno".
Interno è il divino, il sacro dice Borella, e l'"esoterico" dà un idea di movimento, di superamento permanete "lasciando che lo spirito operi in noi, convertendo l'esterno in interno", compiendo un "passaggio", la Pasqua del Signore.
esoterikos fa la sua comparsa in ambienti aristotelici per indicare la classe degli scritti che riservava ai dotti (come indica Clemente), dopo il "superamento" della parola "acroamatico" ("relativo ad un insegnamento orale").
Con "esoterico" si indicano anche i discepoli ammessi alla scuola di Pitagora.

Mi sembra che Borella faccia un discorso piu' sottile, dicendo che il cristianesimo si emancipa progressivamente dal giudaismo, cosa che invece Guenon non ha saputo riconoscere in maniera adeguata.
Il collegamento col giudaismo è chiaro, infatti dopo aggiunge:
-si deve tener conto del radicamento della ritualità cristiana nella sacralità ebraica: è nel campo dell'organizzazione del culto che il marchio giudaico-cristiano è persistito più profondamente nella Chiesa cristiana;
- l'esoterismo di Cristo visse in seno al giudaismo rabbino e si sviluppa intorno a due argomenti:
1) la conoscenza del mistero della creazione attraverso la rivelazione del libro della Genesi (bereshit)
2) la rivelazione dei segreti dell'ascensione spirituale dell'anima mediante l'interpretazione della visione del carro (merkabah) (Ezechiele).
Di questo esoterismo si trovano tracce nella mishna, che trasmette l'insegnamento della Torah.
Essi corrispondono ad un esoterismo cosmologico ed angelologico, che spiega la realtà manifestata e gli stati superiori dell'essere, e anche le gerarchi spirituali.
Tale conoscenza, dice san Paolo, deve essere data in mano solo a chi a padronanza di sè.
-          infatti le gerarchie angeliche, così anche come nella Lettera ai Colossesi, sono date per riaffermare come Cristo sia il primogenito della creazione, e come da lui tutto fu formato

- i mysteria pagani erano coperti dall'obbligo del silenzio, anche se l'iniziazione misterica pagana non era riservata ad una cerchia ristretta di persone (anche i bambini ad es.). I misteri pagani dice Borella erano veri e propri riti pubblici;
Macrobio stesso però dice che "i misteri stessi sono però nascosti nei meandri di una espressione figurata".
Secondo Borella, comunque, i misteri pagani non comportavano insegnamenti metafisici. Don Casel dice che "i misteri pagani danno una realtà ma è prigioniera delle forze cosmiche", anche se non scevri di magia ed estasi;

- i misteri eleusini presentavano la rivelazione con i dromena ("le cose fatte", i drammi liturgici), i legomena ("le cose dette", le parole pronunciate), i deiknumena ("le cose dimostrate", piccoli oggetti sacri che dovevano provocare una illuminazione). Ma si tratta di vera rivelazione???

- non vi è nulla di simile tra i misteri pagani e l'ekklesia cristiana ("radunare con la voce"): è la parola di Dio che fa l'ecclesia e travalica tempo e spazio, e comprendere iniziatori (clero) ed iniziati;

- battesimo ed eucarestia sono imitazione delle liturgie misteriche pagane? Nonostante le forme sembrino le stesse (come il bagno nei misteri, nel taurobolo, o nel battesimo cristiano) la differenza fondamentale sta nella morte e resurrezione di Cristo, cui il cirstiano partecipa attraverso il battesimo cristiano stesso.
Lo stesso vale per i pasti rituali dei misteri (ad es. mitraici), che sono superati dalla vivificazione spirituale del pasto cristiano, concezione unica, in cui si mangia la carne di Dio.
L'apparenza modesta delle liturgie sacramentali cristiane è che operano su un altro piano, spirituale, e non psichico (come spesso accadeva);

- quando gli evangelisti parlano di misteri nei Vangeli conoscono bene la parola in termini pagani, ma gli danno un senso nuovo (che non è il mistero = segreto, come l'intendiamo oggi) e che significa "realtà sacra, trascendente", messa in atto da Cristo.
San Paolo parla addirittura di Mistero per eccellenza, il Mistero della rivelazione di Cristo che è universale, aperto a tutti;

- a parte "mistero", san Paolo non utilizza mai il vocabolario misterico pagano: non appare "iniziazione", "iniziato", "iniziatore", "contemplazione";

- l'iconografia rappresenta spesso Cristo con un libro in mano: basta leggere per venire a conoscenza, nelle Scritture c'è tutto. Ma è il piano di lettura (e di comprensione) che è diverso:
un piano di lettura per tutti
uno per i battezzati
uno riservato, soprattutto - dice Origene - per quanto riguarda Apocalisse e parabole di Cristo, e vangelo di S. Giovanni.
Cristo conosce l'esegesi rabbinica, a cui le parabole stesse si rifanno;

- "... le componenti del mysterion dottrinale cristiano, i tre ambiti ai quali tale denominazione fu effettivamente applicata: la Scrittura, oceano dei Misteri, il Canone di verità, mistero della fede, l'interpretazione delle scritture e l'intelligenza della fede, mistero della gnosi. Il primo mistero può essere riferito al Padre, il secondo al Figlio-Logos, conoscenza del Padre, il terzo allo Spirito Santo, l'ermeneuta per eccellenza, colui che fa intendere la Parola del Padre e la illumina; è in effetti mediante questo mistero della gnosi che si uniscono il mistero della Scrittura e quello della fede." Sta a significare che il disvelamento progressivo della Trinità avviene su più piani sino alla gnosi e passa per la fede?

- simbologia sacra, elementi del mondo, cosmologia, gerarchie angeliche, sono per Borella "esoterismo formale", il cui insegnamento è riservato, se non altro per la sua natura "tecnica", che conduce alla gnosi, ma non è gnosi, cioè la Gnosi di san Paolo, la rivelazione vera.
Filone di Giudeo stesso afferma che la conoscenza più elevata non dipende dalla contemplazione del mondo, ma dal cogliere l'essere divino in se stesso;

Clemente:
- in un frammento degli Hypotyposes afferma che oltre ai 12 apostoli Cristo designò altri 72 discepoli (fra cui Barnaba);
- parla di scienza gnostica della natura, una fisica intesa come contemplazione dell'Invisibile a partire dal sensibile, anche per mettere a frutto le realtà fisiche con azioni sacre.
I precetti a cui deve obbedire il vero gnostico sono le 3 virtù teologali: fede, speranza, carità;

Origene:
- la gnosi per lui è conoscenza del soprannaturale;
- è uno dei primi a definire il battesimo teletè = iniziazione;
- riprende i 3 gradi di svelamento delle realtà divine: il cristiano va dall'ombra dell'AT, all'immagine del NT, sino alla realtà della conoscenza del Vangelo eterno, la "conoscenza perfetta della beatitudine";
- per lui il Verbo incarnato è l'origine di tutti i misteri: nella Trinità il mistero dei misteri è la generazione del Verbo;
- "il sommo sacerdote mangia il pane nel Santo dei Santi con la porta chiusa", "il pane che il Figlio riceve dal Padre lo mangia da solo": l'ho interpretato comerichiamo alla solitudine del pasto che è sacro perchè viene consumato nel Santo dei Santi; il "pane" viene dal Padre, ma Padre e Figlio sono la stessa persona;
- poi, dice Borella, c'è un pane che il Logos condivide con le creature, angeliche e umane;
- sebbene Origene attinga molto dall'esegesi rabbina, la conoscenza data dal cristianesimo è direttamente data all'anima da Dio, e non da un maestro umano;
- i misteri possono essere insegnati soltanto "nel silenzio della casa";
- pericolo di trasmissione della Verità: una verità mal compresa può essere omicida, "gli stessi alimenti che nutrono i buoni soffocano i cattivi";
- "Gesù spiegava ai suoi discepoli in privato la parola di Dio, in solitudine, e le sue parole non sono state scritte" (trasmissione orale);

- "All'interno di te stesso, c'è il principio di acqua viva, vi sono dei canali inesauribili e fiumi colmi di senso intelligibile, purchè essi non siano ostruiti dalla terra e dallo sbancamento... Purifica dunque anche tu il tuo spirito, perchè un giorno tu possa bere dalle tue fonti e attingere l'acqua viva dal tuo pozzo. Infatti se hai ricevuto in te la parola di Dio, se hai ricevuto da Gesù l'acqua viva, e se l'hai ricevuta con fede, essa diventerà in te fonte di acqua zampillante per la vita eterna".

Ma come può pretendere Guenon che ogni volta che si parla di salvezza si tratti esclusivamente di quello che lui stesso considera con il termine? [...] Non vi è in lui dubbio alcuno: dal momento che si parla di salvezza, si tratta del mantenimento postumo dello stato individuale. Che significa allora il nome Jesus ("salvezza"), invocazione alla quale tutte le ginocchia si flettono?
Poi: "il mistero di Cristo che è il dono dell'adozione filiale per tutti quelli che, battezzati nel suo sangue sono "nati da Dio": la salvezza in Gesù Cristo è la grazia della deificazione. Non c'è una riga del NT che non vada in questa direzione".

- le chiavi della gnosi sono state consegnate solo ai 3 testimoni della trasfigurazione Pietro, Giacomo, Giovanni + Paolo, beneficiario dell'illuminazione sulla via di Damasco.
Gli è stata affidata perchè la trasmettano agli altri apostoli e poi a tutti i discepoli di Cristo: tutti i discepoli ricevono un revelatum, ma non tutti possiedono ugualmente la gnosi, poichè non hanno le "medesime qualificazioni intellettuali e carismi".
La rivelazione data ai 4 è tenuta segreta sino alla Resurrezione, che "non hanno fatto altro che intravedere la luce accecante, subito coperta dalla Nube" (ne parla anche S. Giovanni della Croce) ma che basta per apri loro l'occhio del cuore.
La gnosi, fatta di principi tra i più semplici ed universali che vi siano, è trasmissibile con lo spuntare della stella del mattino: "E la stella del mattino si levi nei nostri cuori" (2 Pt I, 17-19), una parte del rituale. Ma non è trasmissibile a coloro che non hanno fede, poichè la gnosi è subordinata alla fede. "La gnosi è una dimostrazione salda e stabile di quello che si è ricevuto con la fede" (Clemente)
"Nessuna scrittura profetica va soggetta a provata spiegazione" (2 Pt I, 20)

- quando i detentori della gnosi si moltiplicano, non è facile mantenerne il segreto.
Comunque anche una conoscenza segreta ha uno svantaggio: si può essere ingannati da pseudo-sette gnostiche; è un motivo che Borella individua nella loro proliferazione;

- una delle cause della decandenza dell'arte sacra (almeno in architettura) è la scomparsa della Mass operativa nel XVIII sec;

- nessun teologo, nemmeno s.Tommaso, può essere qualificato teologo ufficiale della Chiesa, nel senso che la sua opera ha valore dogmatico per la fede cattolica.
Viceversa, ogni fedele che insegna la dottrina della Chiesa è infallibile: l'infallibiltà infatti non è solo quella attiva del papa, ma anche quella passiva del fedele o del sacerdote che insegna tale dottrina;

- Borella vede l'apocrifo Vangelo di Tommaso un falso tardo (II-IV sec.). Che ne pensi?

- i cristiani, così come Romani e adepti di Mitra, hanno trasposto il sacramentum militiae di tipo militare nell'ambito religioso.
Tertulliano assimila il battesimo al giuramento militare;

- all'epoca si S. Giovanni Crisostomo l'iniziazione battesimale (come avviene ancora oggi con gli ortodossi) constava dei tre riti di battesimo, cresima ed eucarestia;

- Gustav Bardy: "dal V sec. in poi si può continuare a dire che i battezzati sono degli iniziati, ma questa parola ha perduto il suo senso proprio", che sta a significare un senso del sacro;

- cambiamento della terminologia sacramentale nel IV sec (Nicea).
E: "è un dato di fatto che questa esoterizzazione si produce esattamente nel momento in cui Guenon afferma che l'essoterizzazione del cristianesimo visibile è compiuta".
Le conversioni di quel periodo non derivano da una politica di evangelizzazione, ma da una esplosione spontanea della fede.
Il termine "mistero" passa ad essere dall' "essenziale" della dottrina, la Rivelazione del Cristo, a significare "azioni rituali e delle liturgie sacre".
Si inizierà a usare l'aggettivo "mistico" per indicare la partecipazione ai misteri dei sacramenti cristiani e al culto liturgico.

- La parola latina "sacramentum" aveva lo stesso significato del "mysterion" greco; fra le altre traduzioni possibili di "mysterion" sta "arcanum". Ma la parola sacramentum aveva un'idea di "atto sacro";
Significato che viene ad assumere "arcanum" (segreto, mistero) = era una parola usata come "disciplina arcani" = "regole misteriche che la Chiesa si impone in quanto società istituita".
Il motivo del segreto non risiede più nella presenza di una qualità soprannaturale, ma nella situazione sacramentale del fedele: riguarda l'accesso alle forme liturgiche del culto e alle parole ad esso collegate.
Un catecumenato istituzionale non si forma prima del 200 d.C., che durava sui 3 anni (e dura almeno fino al V secolo in questo modo: non c'è l'essoterizzazione di cui parla Guenon).
La stretta osservanza della disciplina arcani segreta prima del battesimo era legittimata dal fatto del dover risvegliare prima lo spirito del battezzando, e poi dal fatto che le verità potevano essere comprese solo per fede, che viene data dal battesimo.
I catecumeni venivano avviati alla traditio symboli, la trasmissione orale del credo.
La Tradizione segreta riguardava principalmente il "Simbolo degli apostoli" (Credo) e l'"Orazione domenicale";

- Tradizione per san Basilio:
1) "trasmissione" (es. tradizione del simbolo) (senso attivo)
2) "quello che è trasmesso" (senso passivo)
I segreti della Tradizione li chiama "dogmi" (per Guenon è invece il segno di una essoterizzazione di massa).

- la pace non deve essere data prima del compimento dei misteri;

- l'arcano non è legato all'istituzione del catecumenato.
Tale catecumenato si attesta fra il 150 dC e il 500 dC, salvo modificazioni successive, e il congedo dei catecumeni dal Credo si è continuato a praticarlo in Occidente sino al XII-XIII sec;

- l'arcano si diffonde dapprima in seno a poche Chiese domestiche (famiglie);

-l'assenza di lingua sacra per il cristianesimo sottolinea la Trascendenza del suo messaggio: la lingua è quella dello Spirito;

- nessuna Chiesa può mettere in discussione il battesimo, dato da Cristo a Nicodemo di notte.
Il rito opera due generazioni dall'alto: dell'acqua e dello Spirito.
L'acqua è quella della notte pasquale che celebra le epifanie salvifiche (si veda Noè, Mosè, Giona).
Non è semplicemente un rito di "integrazione religiosa" di cui parla Guenon, anche se - dice Borella - la rinascita seguente il battesimo riguarda anche la rigenerazione degli elementi psichici;
ma soprattutto, riparando la natura ferita, vi appone un sigillo di grazia: "non è rimozione di sporcizia dal corpo, ma invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della resurrezione di Gesù Cristo" (1Pt, 3, 21).
Alla benedizioni delle acque battesimali il cero pasquale è immerso 3 volte nell'acqua affinchè lo spirito ne penetri la sostanza come ha fecondato la sostanza mariana, formando il sangue di Cristo; poi il sacerdote soffia in forma di lettera Psi (psykhe = anima) sull'acqua, che è divenuta acqua animica e trasformata in acqua di vita eterna;

- sia il battesimo che il peccato originale hanno un sigillo;
il peccato originale è un peccato di natura (e non personale e nemmeno un peccato in potenza, che riguarda la libertà individuale).
Esso riguarda la presenza del rifiuto dell'amore di Dio nella nostra natura (è un habitus, dice Borella, allo stesso modo della grazia, che invece è un habitus entitativo, che perfeziona l'essere conferendo un nuovo stato).
Il sigillo del peccato originale predisporrebbe la natura al disordine e la mette in relazione con le forze diaboliche: una sorta di strumento scordato che l'uomo ha la possibilità (o meno) di suonare.
Il peccato originale fa parte della natura (per via della nostra natura decaduta a priori), allo stesso modo in cui anche le potenze diaboliche fanno parte del Tutto, o il Mefistofele del Faust fa parte di Dio;
Il battesimo pone rimedio a ciò stabilendo una relazione reale fra l'essere umano e gli stati celesti, Dio e i santi; questo non vuol dire che guarisce la natura, non restaura sino allo stato primordiale, ma concede di partecipare al soprannaturale, al divino.
Quali limiti assegna Cristo alla rigenerazione battesimale? "A dire il vero, sembra non ne assegni nessuno";

- La grazia battesimale non è potenziale, che si attua progressivamente (non esiste battesimo "virtuale"): è il battezzato stesso che è invece in potenza, agire in concreto per operare quella trasformazione che la grazia permette ("ritorna figliol prodigo, il perdono del Padre è su di te!");

- per quanto riguarda i morti senza il battesimo, secondo il Pastore di Erma "gli apostoli sono discesi agli inferi per battezzarvi i giusti morti senza il sigillo di Cristo (ad es. i bambini);

Dionigi Aeropagita (mi sembra molto interessante):
- la liturgia che descrive non è quella dell'età apostolica, ma successiva: ma ciò non invalida quello che dice, che è "attualizzato" all'epoca in cui vive. La sua intenzione è quella di rifarsi alla vera Tradizione;
- la teletè assume il significato di "liturgia iniziatica", caratterizzata dall'importanza della gerarchia e dalla sacralità del rito. La sua liturgia coinvolge tutte le creature, dalle celesti alle terrestri;
- il progresso spirituale si divide in 3 tappe: purificazione, illuminazione, perfezione e ad ognuno di essi è legata una funzione della gerarchia (anche se la divisione non è troppo sistematica). Il fine dell'attività gerarchica è la deificazione.
Ciò è ricollegabile anche con la tradizione neoplatonica (così come in Origene o Plutarco, secondo cui l'etica purifica le anime, la fisica la conoscenza della natura corporea, e la teologia si riferisce alla contemplazione di Dio).
Le corrispondenze con gli iniziatori sono:
ministri-opera di purificazione
sacerdoti-illuminazione
vescovi (pienezza del sacerdozio)-perfezione e unione
Gli iniziati sono anch'essi di 3 categorie: purificati non iniziati, popolo dei battezzati, monaci consacrati;
anche tra i purificati vi sono 3 categorie: catecumeni (che devono ricevere il battesimo), posseduti (battezzati, ma caduti sulla via del demonio), penitenti (iniziati sulla via del ritorno);
- al di sopra dei vescovi, Dionigi chiama Pietro "capo dei discepoli", "il più perfetto fra gli iniziatori";
- riconosce come sacramenti: battesimo, cresima, eucarestia, consacrazioni sacerdotali, monastiche, riti funebri;
- battesimo, cresima ed eucarestia erano conferiti spesso insieme;
- battesimo: è purificazione ma anche nascita divina e illuminazione, poichè per agire e avere l'effetto dell'illuminazione bisogna essere inseriti in una modalità divina.
Il battezzato diventa soldato di Cristo, poichè è lui che per primo ha combattuto contro satana;
riti battesimali: imposizione battesimale, iscrizione del nome, esorcismo, denudazione, rinuncia a Satana, professione di fede, unzione prebattesimale, triplice immersione, nuova vestizione;
"molti misteri sacri rivelati nel battesimo sono pienamente compresi solo dagli angeli o da Dio";
- cresima: unzione con olio profumato, corona e perfeziona tutti gli altri riti gerarchici;
è in rapporto con lo Spirito Santo, diffuso dall'olio santo;
- eucarestia: ci fa partecipare realmente, in maniera momentanea e rinnovabile, alla realtà dell'Uno, che entra in noi: perfeziona e unisce non in base al rito del sacramento di per sè come la cresima, ma al suo significato;
è in rapporto con Cristo, per divisione del suo corpo e del suo sangue;
ogni rito raduna nella conformità divina ciò che è diviso, ed è l'eucarestia che realizza l'unione totale, anche con gli altri sacramenti;
- monaci consacrati: per via della loro perfezione e unione gli sono proibite molte azioni non condannabili per i battezzati;
anche se perfetto rimane sottomesso alla gerarchia e non può giudicare nè condannare la gerarchia sacerdotale: non ha funzione sacerdotale nè direttiva;
il termine corrisponde più a uno stato di vita che non a uno stato spirituale, che può essere lo stesso di altri grandi iniziati;
quello della consacrazione monastica è infatti un rito secondario, di competenza del sacerdote e non del vescovo;
parlando archetipicamente, Dionigi non parla di un monachesimo storicamente determinabile; per Borella è comunque "il luogo per eccellenza in cui si mantiene viva la tradizione misterica";
- i canti sacri mettono all'unisono con i canti divini;

- la Chiesa riconosce l'insegnamento delle opere di Dionigi Aeropagita;

- la Didachè parla anche di battesimo per infusione, e non solo immersione;

- usanza latina di recitare il canone della messa in silenzio (introdotta, pare, dopo la comparsa del catecumenato).

- l'intelletto mistico di cui parla Origene è un orientamento globale di tutto l'essere che si eleva nella luce dello spirito.
Anche per questo "mystikos" non può essere un semplice sostituto di "sacramentale".
Lo stesso Dionigi parla di una Conoscenza che è una "non conoscenza": la Nube mistica è il Nulla, il mistero divino, lo stesso Mosè "liberatosi degli oggetti e degli organi stessi della contemplazione, penetra nella Tenebra veramente mistica della non conoscenza".
In sostanza Borella dice: per parlare di vero misticismo bisogna guardare alla sua triplice veste 1) sacramentale 2) scritturistica 3) spirituale; si può parlare anche di "teologia mistica", ma nel senso attribuito da Dionigi a tale parola, e riferito ad eucarestia e al segreto del Verbo incarnato;

- interessante anche la definizione che ne dà S. Giovanni d.Croce: "scienza segreta e saporosa di Dio";

- la conoscenza ha un legame con l'essenza: per conoscere bisogna conoscere prima sè stessi.

- nel X-XIII il senso di corpo mistico passa da un senso eucaristico ad un senso ecclesiale: il Corpo di cristo assume la duplice valenza di corpo visibile (cibo e bevanda mistici) e invisibile (la Chiesa);

- la "psicologizzazione della via mistica": Borella ne parla come distoglimento da realtà dogmatiche e misteri liturgici per concentrarsi nell'anima stessa; parla anche di umanizzazione del culto di Cristo.
Ciò mi sembra un nonsense, come dice anche l'autore: non solo per la degenerazione del sacro, ma anche perchè quando si parla di psicologia, suggestione, fenomeni psichici, estasi, "miracoli" o fenomeni (i tuoi trucioli) si ritorna alla dimensione limitata umana, individuale, non più divina.
Anche se ad es. visioni sono possibili (vedi Teresa d'Avila), comunque: "quando un'anima è veramente umile, una visione, quand'anche venga dallo spirito delle tenebre, non può causarle alcun danno; invece, quando manca l'umiltà, perfino una visione che abbia dio per autore non gli porterà alcun profitto";

- Cristo non è l'avatar guenoniano insomma... anche perchè Cristo non è una manifestazione del divino nell'umano, ma è il Verbo che si è fatto carne: Dio non si manifesta per sè stesso e per manifestare la sua potenza, ma per salvare gli uomini;

- il mistico possiede in sè gli stati angelici, acquisiti nella sua unione con Cristo;

- per Borella, Aristotele indebolisce la virtù gnostica dell'intelletto in quanto propone un nuovo modello di processo cognitivo: lui analizza l'atto della conoscenza, vi è astrazione della cosa mediante il concetto.
Mentre in Platone non c'è questa analisi, ma vuole solo sapere se quanto si conosce è veramente reale, se l'Intelligenza arriva a toccare l'essenza dell'oggetto conosciuto.
Per la conoscenza "saporosa", seguendo Platone, non bisogna focalizzarsi sull'oggetto e sulla sua astrazione, ma bisogna tenere in considerazione anche l'Intelligenza che va a conoscere quella cosa, e il "sapore" che ne percepisce.
(non analizzare solo l'apparato digerente e la cosa mangiata, ma anche le sensazioni di chi la mangia);

- con Cartesio c'è un risveglio neoplatonico e una nuova noetica e filosofia della natura, ritrovando "nel contenuto dell'idea di Dio qualcosa che trascende l'ordine mentale e che è capace di collegare ontologicamente il concetto all'essere infinito";

- Contemplazione: semplice intuizione della verità divina (s.Tommaso d'Aquino).
Essa non prescinde dalla grazia divina, l'unica cosa fondamentale; eventuali esercizi servono solo ad acquisire un habitus contemplativo;
Cristo "è la Via", ed il gesto cristico è composto da: crocifissione, discesa agli inferi, resurrezione, ascensione.
La passività dei mistici è solo apparente e il mistico mira alla spoliazione delle potenze dell'anima, ed a entrare nella morte e nella nudità;

- San Bonaventura: "il nostro spirito è gerarchizzato nei suoi gradi di elevazione. Assomiglia allora ai 9 cori angelici, dei quali assume uno dopo l'altro le funzioni", sino ai Troni (ammissione pronunciata da Dio all'estasi ultima), Cherubini (conoscenza diretta delle più alte realtà metafisiche), Serafini (induzione e entrata nel Settimo Giorno). Le tenebre sono silenzio e rinuncia a tutte le conoscenze sconfitte nell'amore.
Si arriva a ciò per rinuncia "cercate prima il regno di Dio e la sa giustizia, il resto vi sarà dato in sovrappiù".
Dio opera l'unione nel segreto dell'essere: "il Maestro che ne insegna la sapienza risiede sostanzialmente nell'anima, dove nè il demonio nè il senso nè l'intelletto naturale possono giungere";

- Canfeld distingue le tre volontà di Dio: 1) esteriore, della creazione 2) interiore, della grazia 3) essenziale, Dio stesso nella sua essenza.
Possiamo essere solo nulla poichè Dio è infinito: se fossimo qualcosa Dio avrebbe fine dove comincia il nostro essere.
La nostra vita non è che il prolungamento della fede.

1 commento:

  1. L'esoterismo è quell'insieme di pratiche che sono volte a dare rilevanza all'aspetto interiore e quindi riguarda quelle dottrine filosofiche e religiose di cui solo gli adepti ne fanno parte. Poi ci sono vari tipi di pratiche esoteriche: volte al bene e al male. Io sono pratico discipline volte a portare Dio nel mio cuore. Non mi interessa null'altro. Questo tipo di discipline aiuta davvero tanto e sono dei veri e propri gioielli per la mente. Ciao!!!!!!!

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