Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Il "Fedro" di Platone e il mito dell'auriga

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L'anima è funzionale.
La sua struttura quindi varia a seconda del veicolo con cui si trova a "convivere": essa come parte razionale guida il Carro e deve comandare la tensione la parte irascibile e la ancor più disordinata parte concupiscibile.
C'è da mettere a posto questo disordine.

L'anima in quanto "ente" separato che vivifica la corporeità ("se l'anima è vita, non può contenere il suo opposto, la morte; perciò è immortale") è però Triplice: sembra perciò che il dualismo del Fedone sia superato.
La dualità nel mondo materiale è molto difficile da superare, perchè in un certo senso connaturata proprio alla struttura materiale.

L'ala ha il significato di alzare ciò che è pesante, e avvicinarlo tramite Intuizione ed Intelligenza alle Idee (reminescenza).
Perdere le ali da parte dell'anima è attaccarsi alla materialità.
Ci deve essere una tensione costante alla contemplazione: per questo si riconoscono vari gradi (il deficit contemplativo porta alla "caduta"):
1 ricercatore della sapienza, musico, esperto d'amore (filosofo)
2 re rispettoso della legge
3 uomo di stato
4 atleta, medico
5 indovino, iniziato
6 artista
7 operaio, contadino
8 demagogo
9 tiranno

Riprendendo l'orfismo, l'anima nel momento della reincarnazione, sceglie con volontà dove reincarnarsi, ma sempre in base alla Giustizia compiuta nella vita passata ("ad essere uomo non potrà mai giungere un'anima che non abbia contemplato la verità").

Permane la differenza fra oralità e scrittura: mito di Toth.
La scrittura non aiuta la memoria, ma produce dimenticanza, perchè non si memorizzano più le cose dall'interno, ma le si leggono dall'esterno e al massimo si possono ricordare ma non interiorizzare. Ciò è erudizione, apparenza di sapienza.
La scrittura è utile senz'altro per la trasmissione dell'informazione, ma dipendendo da un oggetto esterno non aiuta la memorizzazione (inclusa la reminescenza), l'associazione di idee, nè lo sviluppo del sapere in maniera collettiva tipico delle culture orali.
Perciò ciò che è scritto è qualcosa di impersonale e non realmente condivisibile, oltre che manipolabile rispetto al senso originario dell'autore. Solo nel caso che l'originaria idea dell'autore non sia manipolata, che sia usufruibile collettivamente con la giusta interpretazione, e la giusta interconnessione di idee, la scrittura è utile.
Per questo Platone predilige dialoghi o monologhi.

Che cosa suscita la preghiera rivolta a Pan?

"O caro Pan e voi altri dèi che siete in questo luogo,
concedetemi di diventare bello di dentro,
e che tutte le cose che ho di fuori siano in accordo
con quelle che ho dentro.
Che io possa considerare ricco il sapiente
e che io possa avere una quantità di oro
quale nessun altro potrebbe né prendersi né portar via,
se non il temperante".



Eros per sua natura non allontana il logos, ma lo cerca.


La preghiera presenta quattro richieste agli dei:
1) Socrate chiede di diventare bello dentro di sè
2) chiede che le cose che possiede al di fuori siano in armonia con quello che ha dentro
3) chiede di considerare come vero ricco il sapiente
4) chiede di poter possedere tanto “oro” quanto solamente il temperante potrebbe prendersi e portarsi via
Le prime due richieste riguardano ciò che è “interiore “ ed “esteriore” e il loro giusto rapporto. Le ultime due richieste riguardano invece la vera ricchezza.

1) La bellezza interiore che Socrate chiede è senza dubbio la bellezza morale, ovvero la Virtù. Sappiamo che la virtu' per eccellenza, con Abbagnano e Platone, riguarda cio' che e' Giusto, che si puo' arrivare a distinguere con la vera Conoscenza (che e' anche sapienza nel distinguere tra Bene e Male).

2) L’accordo che Socrate chiede di poter realizzare fra ciò che è interiore e ciò che è esteriore significa il rispetto e l’attuazione della gerarchia dei valori: il “corporeo” e “l’esteriore” devono restare subordinati allo “spirituale” ed “interiore” .
Accordo non significa quindi corrispondenza simmetrica, accordo significa rispetto dei ruoli e delle priorità.

3) la terza richiesta identifica ricchezza con la sapienza-filosofia, ed e' ricorrente nel pensiero socratico-platonico.
Le anime grazie alla reminescenza possono tornare sulla via della Verità stessa, graduale, attraverso il metodo dialettico.

4) La quarta richiesta è quella più problematica. In essa Socrate chiede di poter avere una quantità di “oro” , tale quale nessun altro “potrebbe prendersi e portarsi via se non il temperante” .

“prendersi e portarsi via” = ha un significato opposto a quello che una tale interpretazione esigerebbe: questa espressione infatti non indica il prendersi un minimum, bensi’ un maximum, ossia quanto più è possibile.
La “temperanza” e il “temperante” non esprimono la stessa cosa della “sapienza” e del sapiente di cui parla la frase precedente.
Nel Fedone la Temperanza e’ guardare con distacco alle passioni, e si accompagna sempre al Coraggio di lottare con giustizia.

Sembra quindi che il temperante e' colui che si avvicini il più possibile all'autodominio, autocontrollo, moderazione fondate sulla ragionevolezza.

Il temperante sa quali sono i giusti limiti per l’uomo e chiede quindi tutta quanta la Sapienza che è possibile avere per un uomo. La sapienza che Socrate chiede è pertanto il maximum che l’uomo possa avere, proprio perche' la vera sapienza e’ divina.

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