C’è nelle opere del Maestro Ciabani un sentore di mistero: non è solo mistero dei colori, ma anche significante e significato espresso dai tratti impressi sulla tela.
V’è un sottofondo d’Alchimia espresso: dalla Terra all’Acqua, dall’Aria al Fuoco, attraverso il Mercurio. Un’Opera che dal Nero passa per il Bianco sino ad arrivare alla Rossa Fenice in alto, perchè così come si esprimeva nella Tavola di Smeraldo Ermete Trismegisto “Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli della cosa una” [ma in senso contrario].
Ce lo dice la Stella di Davide, ma anche la trasmutazione del Bagatto in Matto, passando per la Morte e attraverso la purificazione del Diavolo e la solitudine dell’Eremita, sino al levarsi della Stella del Mattino nei nostri Cuori.
Mistero è anche quello del Trilume Trinitario o della dualità della Natura sensibile (Jakin e Boaz, o alternanza di bianchi e neri, che dir si voglia) ben rappresentata nel Fedone e nel Fedro platonici, epperò a nessuno è negata la Via del Cuore e la Luce che fu anche di Pinocchio.
Certo, Fuoco è anche sacrificio, ma tant’è: la Fortezza è infatti espugnabile se il nocciolo duro dell’Anima – anzi durissimo – racchiuso in noi, si rompesse.
Poi si nota la chiave dell’Ouroboros, lo disse anche il Marchese Palombara.
Lo stile del Maestro Ciabani è fresco, sembra che riecheggi Goethe e la sua teoria dei colori, con dei contrasti che denotano il confine fra Luce ed Ombra, e i mille chiaroscuri della realtà.
Ci sta dicendo il Maestro: che si nasconde nella dimensione onirica (e talvolta surreale) del Cavallo di Troia?
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