Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Le opere di Zhang Shunchuan

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Osservando la collezione di Zhang Shunchuan risulta da subito evidente un filo conduttore fra le diverse opere. L’artista fa proprio e rappresenta attraverso i suoi dipinti la tematica del “Passaggio”, simbolicamente rappresentata da conchiglie, spiagge e rocce. Tema ricorrente nall’esperienza artistica, non solo pittorica, ma anche letteraria sin dai tempi più antichi. Indimenticabile l’interpretazione dantesca, metaforicamente rappresentata nella “Commedia” con il viaggio attraverso i tre regni dell’aldilà. Per il poeta fiorentino il viaggio ha una duplice valenza, personale e universale, e descrive le diverse fasi di un passaggio: oltre gli ostacoli di questa vita e verso una vita ultraterrena. Nella sua interpretazione allegorica il viaggio non presenta limitazioni temporali o spaziali; per questo è potenzialmente estendibile ad ogni anima che voglia giungere alla redenzione dello spirito da ogni peccato (dalla “selva oscura” alla pienezza del Paradiso), in ogni tempo. A distanza di oltre sette secoli dalla stesura dell’opera di Dante, l’ispirazione artistica di Zhang ripropone quel viaggio, riportato all’essenziale attraverso il richiamo ad elementi primari. I soggetti rappresentati, la scala cromatica utilizzata e gli stessi titoli attribuiti alle singole opere testimoniano come la ricerca di un senso da attribuire al pellegrinaggio quotidiano sia costante nella vita di ogni uomo. E’ forte il richiamo a concetti assoluti e primitivi, rappresentati soprattutto con l’utilizzo di colori freddi, solo talvolta stemperati da colpi di sole, simboli di vita, con sfumature calde su paesaggi inanimati. Da un lato, sono dipinti luoghi silenziosi, solitari e privi di vita. D’ altra parte, alla ricerca del significato della vita e della morte, si intravvedono sentieri, valichi, raggi di luce rappresentanti l’energia, la vita e i diversi percorsi possibili. La percepibile quiete e immobilità dei paesaggi riprodotti, simili a paesaggi lunari, viene spezzata così dal fragore delle onde che si infrangono sugli scogli o modificata dalla presenza di rari simboli di intervento umano.

Le opere dell’artista sembrano richiamare quelle del Morandi e dei suoi “Paesaggi”, rappresentazioni silenziose di nature morte, che proprio per il loro realismo rinviano a concetti che vanno al di là della realtà che riproducono. Grazie al sapiente utilizzo dei colori e delle tecniche, l’autore richiama le opere della tradizione del “trompe d’oeil”, riuscendo a trasmettere all’osservatore la percezione di profondità e di ampiezza visiva e spaziale che conduce ben oltre i confini di una tela. Allo stesso modo, ogni immagine di Zhang trasmette un senso di vuoto, di solitudine con valenza non solo fisica ma quasi misticoreligiosa. Interpretando le opere sulla base della tradizione buddista e nella filosofia taoista cinese, si individua in questi paesaggi scarni l’elemento essenziale ad ogni forma di vita, elemento guida di ogni percorso e fondamento di ogni passaggio. Il “Qì” o energia vitale ripropone in chiave orientale quella trasposizione dall’individuale all’universale propria di molte opere occidentali soprattutto del Medioevo (come ad esempio la poetica dantesca e il richiamo, in questa, all’esperienza personale e artistica di Pier delle Vigne, autore della scuola siciliana, “incontrato” dal Poeta nel suo viaggio fra i gironi dell’Inferno). I paesaggi rappresentati, in una alternanza fra vita e morte, richiamano l’insegnamento taoista secondo cui solo nella solitudine e nella quiete il singolo può raggiungere la pienezza dell’essere e compiere il passaggio all’universale. Reinterpretati in chiave moderna, però, questi concetti sono per Zhang Shunchuan estremamente semplificati nella rappresentazione, riportati all’essenziale e al necessario. I colori utilizzati appartengono solo ad una limitata gamma della scala cromatica e i soggetti sono ricorrenti. Tuttavia, il viaggio dell’esistenza umana è rappresentato sapientemente dall’autore nella sua vastità e diversità.

1 commento:

  1. Zhang Shunchuan’s Collection

    Admiring Zhang Sunshuan’s Collection, a leitmotiv among the paintings immediately comes to evidence. The artist embodies and represents with his work of art the theme of “Passage”, symbolic represented by sea shells, beaches and rocks. Recurrent theme in all artistic experiences, not only in paintings but also in literature since the most ancient times. Unforgettable the interpretation given by Dante, metaphorically represented in his “Commedia” by the journey through the three kingdoms of the spirit. For the poet from Florence the journey has a double meaning, personal and universal, and describes different steps of a passage: how to overcome the struggles of every day’s life to reach the eternal living. In his allegoric interpretation the journey has no limits related to time nor space;therefore it is potentially applicable to any soul who wants to reach the redemption of his spirit from any past sin (from the “dark forest” to the fullness of Paradise), at any time. After more than 7 centuries since Dante’s work of art, Zhang’s artistic inspiration realizes the same journey again, driving it back to the essential through the recalling of primary elements. The subjects represented, the range of colors and even the titles given to the single paintings, demonstrate how the research of a meaning to give to every day’s struggles is constant in the life of each man. Strong is the reference to absolute and primitive concepts, represented especially with cold colors, only rarely softened with rays of light, symbols of life, the only warm nuances on dead landscapes. On one hand, he paints silent places, lonely and lacking in life. On the other hand, as if searching for the true meaning of life and death, it is possible to notice pathways, passes, sunbeams representing energy, life and its different possible ways. The perceivable stillness and immobility of the painted landscapes, similar to lunar scenes, it is thus broken by the noise of waves crashing on to the cliffs or by the presence of rare symbols of human intervention. The artist’s paintings seam to recall those by Morandi and his “Paesaggi”, quiet representations of still life, which because of their crude realism actually recall many concepts that fall far beyond the reality they reproduce. Thanks to the masterly use of colors and techniques, the work of the author recalls those of the “trompe l’oeil” traditional painting, managing to pass on to the observer the perception of a depth and wideness, both visual and spatial, which brings a lot farther than the narrow borders of a canvas. On the same way, every image painted by Zhang spreads a sense of emptiness, of loneliness, not only in a physical way but even with a more spiritual-religious implication to it. By interpreting the paintings according to the Buddhist tradition and to the Chinese Taoist philosophy, it is easy to see in these nude landscapes the essential element to any form of life, guide to any route and founding element of any passage. The “Qi” or “vital energy” re-proposes with an oriental key that transition from the individual dimension to the universal one, proposed by a lot of occidental works of art especially in the middle ages (as for example in Dante’s poetry and his reference to the personal and artistic experience of Pier delle Vigne, author of the Sicilian School, “met” by Dante in his journey through the circles of hell). The landscapes, interchanging from life to death, make reference to the Taoist thought for which only through loneliness and quietness the single one might reach the top of his essence and actually reach the universal. Reinterpreted in a modern key, though, these concepts are for Zhang Shunchuan extremely rarefied in representation and reported to the essential and barely needed. The colours used by the author only belong to a limited chromatic range and the subjects of the paintings are recurrent. Through the mastery of his art, the journey of life is skilfully pictured by the author in all its diversity and vastness.

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