Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Affinità fra Alchimia e Cabala

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“L’Uno diventa Due e il Due diventa Tre, e per mezzo del terzo il quarto ottiene l’Unità; quindi il Due diventa l’Uno.” Maria l’Ebrea

ovvero:
“L’Uno [l’uomo] diventa Due [la donna] e il Due diventa Tre [il figlio], e per mezzo del terzo il quarto [la Pietra filosofale] ottiene l’Unità [l’androginia]; quindi il Due diventa l’Uno [la coppia, attraverso l’amore, realizza la sua duplice natura].”

Uno dei testi di riferimento su Alchimia e Cabala, qui.

Sia cabala che alchimia posso essere definite una mistica del risveglio della dimensione spirituale dell’individuo, ed entrambi esaltano l’amore e la consapevolezza, dove l’agente della trasformazione e unificante è il fuoco dell’amore.
Allo stesso modo, anche la morte rappresenta un passaggio da uno stato ad un altro.

Le direttrici della mistica ebraica si sono sviluppate su due fronti: il primo su un’attenuazione dell’importanza della polarità sessuale, e l’altra dove la polarità sessuale, corporea, dell’anima, sino al mondo divino, è centrale.
L’autore si appoggia alla seconda direttiva, ed è anche la concezione evoliana.
Tale polarità si ricollega anche agli stati mistici dove le poralità maschile e femminile sono equilibrate.
In questo caso si va oltre la dualità della polarità terrena e c'è una trasmutazione dello stato di coscienza, che non è più basato sull'individualità.

> Si intende come Cabala la fede nel credere che sia possibile riuscire ad avere una intuizioni mistica della natura del divino, ed essa si pogga principalmente (ma non solo) sull’interpretazione esoterica dell’Antico Testamento e che si sviluppa anche attraverso l’idea di sephira come canale mediatore per la manifestazione della divinità.

> Per quanto riguarda l’Alchimia, Patai afferma che la “fondatrice” dell’alchimia occidentale fu Maria l’Ebrea, che visse nell’Egitto ellenistico; ma Moshe Idel dimostra anche come l’interesse degli ebrei per l’alchimia risalisse a molto prima, e fosse intrecciato all’osservanza religiosa.
Inoltre, Schwarz afferma che l’alchimia in India risale ai tempi dei Veda.

I quattro fondamentali aspetti che hanno contribuito ad evidenziare le correlazioni fra alchimia e cabala sono i seguenti:


1) come già detto, impulso al risveglio spirituale e alla conoscenza di sé;

2) la concezione dell’En to pan (nell’Uno è il Tutto), che presuppone l’unità dell’universo dove l’individuo si lega armonicamente ad esso;

3) la concezione di advaita, che nell’Induismo esprime il concetto di “non-dualità della dualità”, poiché i due poli di una polarità sono complementari e non conflittualità (come anche, ad esempio, nel simbolo del Tao). La polarità maschile-femminile è il modello base per tutte le altre polarità: in questo senso il Rebis è inteso come un doppio androgino frutto delle nozze alchemiche di zolfo e mercurio. L’adroginia non comporta quindi la neutralizzazione delle polarità sessuali.
La differenziazione nel mondo materiale delle due polarità è dovuto da una loro opposizione, cui deve seguire un lavoro di congiunzione.
Schwartz, nel suo testo “Cabala e Alchimia”, dice che consapevolezza e androginia sono le due qualità essenziali della divinità.
Nella pratica alchemica il fuoco del crogiolo rappresenta il potere mentale, che nasce proprio dall’unione della natura maschile e femminile, e lo stesso rapporto sessuale è un riflesso dell’unione mistica fra Tiferet (sposo) e la Sekhinà (sposa).

4) L’amore come strumento di conoscenza, che porta dunque alla consapevolezza.

Anche se Schwartz dice che la visione cristiana (nell’inibire la sessualità e con la concezione di peccato) e islamica (la donna come strumento di piacere) riconoscono un peccato mortale nell’amore e nella consapevolezza. Tale pensiero dell’autore, in questo caso è molto superficiale, o perlomeno si riferisce all’aspetto più superficiale delle due religioni.
Tutti questi aspetti, comunque, implicano il desiderio di cabbalisti ed alchimisti che la teoria non sia solo sterile, ma venga applicata alla pratica.




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