· Gioia viene proclamato unanimemente vincitore dalla Commissione il 26 giugno 1797: il testo, benché non immune da enfasi retorica ed incertezze dottrinali, dichiarava tre obiettivi:
1) una rappresentanza nazionale
2) una repubblica indivisibile su una grande estensione
3) un potere limitato in estensione e durata
· nel rispetto della volontà e dell’eguaglianza individuale, nonché della sicurezza, libertà di opinione e possesso della proprietà; la sovranità risiede essenzialmente nell’universalità dei cittadini, che devono scegliere i propri rappresentanti che si occupino degli affari politici, poiché “il popolo deve entrare ne’ solchi delle campagne, ne’ banchi di commercio, nel campo di Marte per alimentare la patria, vestirla e difenderla”
· il governo libero di Gioia era la repubblica unitaria, differenziandosi notevolmente dalle due interpretazioni più auspicate a) federazione di repubbliche sul modello Usa o Svizzero b) sistema federato di monarchie costituzionali (al posto dei vecchi Stati principeschi): il problema era quale forma dare al potere politico
· l’autore piacentino pensa al rischio del dispotismo di uno solo anche nella repubblica: per questo insiste fortemente sulla rappresentanza ma anche sul binomio libertà-uguaglianza; il parlamento deve essere monocamerale con deputati liberi ed indipendenti (di gran lunga preferibile al bicameralismo)
· serve una conversione democratica dei cittadini tramite una loro adeguata formazione: con questa rigenerazione sono tenuti a prestare soccorso ai rappresentanti, che comunque devono avere delle competenze specifiche perché devono sapere di legge e della sua esecuzione vi devono essere piani di riforma della società per istruire il popolo, rendere indipendente la pubblica opinione, domare un’aristocrazia difficile
· il discorso di Gioia, rimaneggiato nel 1797, viene dato alla stampa solo nel 1798, quando l’esperienza del Triennio giacobino in Italia stava per concludersi con la caduta di molte speranze ed illusioni; le contraddizioni e le reticenze di Gioia sul discorso dei rappresentanti, sono causate anche dai controlli personali sulle nomine effettuati da Napoleone
· comunque, nel nuovo linguaggio politico suscitato da quegli eventi, come nelle repubbliche via via elette (Cispadana, Cisalpina, ligure, romana, partenopea), la parola “rappresentanza” assunse un ruolo di primo piano
· Gioia pensa ad escludere – grazie a Condorcet e ai sostenitori della rivoluzione Usa – anche la questione della proprietà come criterio per il suffragio e per essere eletti
· Gioia diffonde una nuova mentalità scientifica, essendo economista e statistico. Elabora tipologie e classifiche, proporzioni e relazioni, attento allo sviluppo della società – in base a leggi osservabili e con procedura sperimentale, con la quale studiare i diversi contesti specifici fisico-sociali, e quindi col rifiuto di modelli perfetti
· in definitiva, la libertà dei moderni, per definirsi tale non può prescindere dalla centralità de tema della rappresentanza
1) una rappresentanza nazionale
2) una repubblica indivisibile su una grande estensione
3) un potere limitato in estensione e durata
· nel rispetto della volontà e dell’eguaglianza individuale, nonché della sicurezza, libertà di opinione e possesso della proprietà; la sovranità risiede essenzialmente nell’universalità dei cittadini, che devono scegliere i propri rappresentanti che si occupino degli affari politici, poiché “il popolo deve entrare ne’ solchi delle campagne, ne’ banchi di commercio, nel campo di Marte per alimentare la patria, vestirla e difenderla”
· il governo libero di Gioia era la repubblica unitaria, differenziandosi notevolmente dalle due interpretazioni più auspicate a) federazione di repubbliche sul modello Usa o Svizzero b) sistema federato di monarchie costituzionali (al posto dei vecchi Stati principeschi): il problema era quale forma dare al potere politico
· l’autore piacentino pensa al rischio del dispotismo di uno solo anche nella repubblica: per questo insiste fortemente sulla rappresentanza ma anche sul binomio libertà-uguaglianza; il parlamento deve essere monocamerale con deputati liberi ed indipendenti (di gran lunga preferibile al bicameralismo)
· serve una conversione democratica dei cittadini tramite una loro adeguata formazione: con questa rigenerazione sono tenuti a prestare soccorso ai rappresentanti, che comunque devono avere delle competenze specifiche perché devono sapere di legge e della sua esecuzione vi devono essere piani di riforma della società per istruire il popolo, rendere indipendente la pubblica opinione, domare un’aristocrazia difficile
· il discorso di Gioia, rimaneggiato nel 1797, viene dato alla stampa solo nel 1798, quando l’esperienza del Triennio giacobino in Italia stava per concludersi con la caduta di molte speranze ed illusioni; le contraddizioni e le reticenze di Gioia sul discorso dei rappresentanti, sono causate anche dai controlli personali sulle nomine effettuati da Napoleone
· comunque, nel nuovo linguaggio politico suscitato da quegli eventi, come nelle repubbliche via via elette (Cispadana, Cisalpina, ligure, romana, partenopea), la parola “rappresentanza” assunse un ruolo di primo piano
· Gioia pensa ad escludere – grazie a Condorcet e ai sostenitori della rivoluzione Usa – anche la questione della proprietà come criterio per il suffragio e per essere eletti
· Gioia diffonde una nuova mentalità scientifica, essendo economista e statistico. Elabora tipologie e classifiche, proporzioni e relazioni, attento allo sviluppo della società – in base a leggi osservabili e con procedura sperimentale, con la quale studiare i diversi contesti specifici fisico-sociali, e quindi col rifiuto di modelli perfetti
· in definitiva, la libertà dei moderni, per definirsi tale non può prescindere dalla centralità de tema della rappresentanza
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