Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Simpson, Grindhouse, Festivalbar 99, Frozen, Don't cry for me Argentina, Gea

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Appuntamento serale coi Simspon. 5 nuovi episodi [se cliccate sul collegamento andate a lunedì 10, Italia1], inediti, dei gialli: carini ma non esaltanti; lo stereotipo della famiglia media americana (e non solo) in TV, con piccoli grandi problemi, e – di soppiatto – impegnati politicamente. Consiglio Grindhouse come film, di Quentin Tarantino, del 2006, e col suo slito stile attendista, atmosfere e personaggi calibrati, pronti ad esplodere, e pieni di discorsi preparatori alla sequenza successiva.
Tagli e sequenze perfette. In questi giorni è stato in proiezione il seguito, Planet Terror, non l’ho visto ma lo farò, dove credo ritorni anche il mitico “stuntman Mike”, ma pensa tu. Intanto mi sono riascoltato la vecchia compilation di Festivalbar (1999), edizione blu CD 1 e 2, devo dire un po’ nostalgica, ma comunque bella; Frozen e Don’t cry for me Argentina di Madonna, e qualche musica dance anni ’90 trasmessa da Radio Italia Network a suo tempo. Ma che orrore risentire quell’m2o strapieno di musica techno-house-dance spinta al massimo: non è proprio il mio genere. Il fumetto del giorno è Gea: se site appassionati di esoterismo non lasciatevelo scappare; bonelliano di nascita – e semestrale – è la storia di un baluardo “figlio” di Luca Enoch che, devo dire, ha una interessante cultura in campo esoterico, misterosofico e musicale. Un genere da intenditori, secondo me.

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