Quanto più il discorso pittorico è elaborato e profondo, quanto più mette in scena una riflessione sul linguaggio e sulla tradizione che lo costituisce, tanto più le parole trovano difficoltà ad afferrarlo, a costringerlo dentro un vocabolario che inevitabilmente lo tradisce.
Tentare di parlare della pittura di Nicita ci mette difronte a questa difficoltà; ci ricorda, nonostante i limiti valicati dalle avanguardie e dai nuovi media, che ogni arte ha un proprio linguaggio e propri criteri espressivi fra loro irriducibili. E’ il coinvolgimento, la suggestione che la pittura di Nicita esercita sull’osservatore a farci dimenticare questa difficoltà, a invogliarci ad entrare nella sua poetica.
Il colore innanzitutto, il suo rapporto con l’oggetto, con la rappresentazione, la capacità di interpretare il reale attraverso scale e toni, ricostruire infine un oggetto che non ha più nome se non quello che si vede, direttamente e senza mediazioni. Per entrare nel campo poetico di Nicita possiamo scegliere alcune sue pitture che dire più rappresentative sarebbe sbagliato,tanto il concetto di rappresentazione ne costituisce un punto critico.
In “Cerniera”(pag.96) è una chiusura-lampo che ci apre lo sguardo, teatralmente,al materiale pittorico. E’ l’azione stessa dell’aprire qualcosa a farci riflettere sulla centralità del colore. La chiusura-lampo, oggetto concreto, nel proprio aprire svanisce, si fa elemento concettuale: apre al colore, anzi apre alle diverse tonalità di colore. Rosso e non a caso, perché ciò che la lampo svela e che il rosso indica è un corpo e uno sguardo erotico. Il corpo e il suo campo magnetico infatti, in Nicita sono elementi importanti, trattati come rapporto relazionale con la realtà, quasi di natura indicale, senza nessun facile voyeurismo.
Così in “Ombra” (pag. 97) , il soggetto effettivo che Nicita ci fa toccare e al tempo stesso sognare e indovinare è il gioco sull’oggetto-corpo: su indefinite variazioni tonali di blu troviamo, irreale, un pezzo di corpo che cita e rimette in discussione pratiche fuori-cornice quali il collage. Il corpo è senza nome, senza viso perché sottratto dall’identità più vera che il quadro ricerca, vale a dire il fare pittura stesso (ancora è il colore rosso a dircelo,quasi a suggerire un rapporto “carnale”, vivo, con il quadro).
“Identità” è certo un termine molto forte che segna appartenenze precise, spesso limitanti. In Nicita invece l’identità è resa nei suoi aspetti dinamici e processuali, ben visibile in “Grande ragno (ragnatela)” (pag.98). Qui, la rete e il ragno che la fila e disfa, che tesse e trama sulla tela, suggeriscono una costruzione in cui il colore e la distribuzione degli spazi lasciano l’osservatore irretito: da quale parte della rete siamo, quale realtà vediamo e costruiamo? Il lavoro sul colore che costruisce immagini e oggetti propri solo alla dimensione linguistica pittorica, ha una meta precisa, un programma stabilito a priori oppure è il segno di un continuo farsi e disfarsi,di una continua interrogazione?
Le domande essenziali che l’artista pone a se stesso e all’osservatore non hanno il peso e la sofferenza di tanta pittura novecentesca. Sebbene ne condivida le tensioni e gli affanni, all’osservatore vengono date con quella leggerezza calviniana che a giusto titolo può dirsi far parte della tradizione culturale italiana più alta.
L’esempio è costituito da due opere “musicali”, “Violino” (Pag.99) e “Armonia/e del verde” (Pag.100). In “Violino” l’oggetto è una traccia, un pretesto attraverso cui il colore, in una originale dialettica (competizione?) col fotografico, riesce a farci ascoltare una musica composta da variazioni tonali. Come non si può ridurre la musica allo strumento che la compone, così non si può appiattire la pittura alla rappresentazione di un oggetto. Il modo con cui Nicita affronta tale questione è leggero come la musica che ci fa ascoltare. “Melodia del verde” è il migliore esempio della capacità poetica e pittorica dell’artista. Le figure rappresentate non sono altro che espressioni, indici della musica cui la pittura si riferisce anche quando non compaiono direttamente. Se poi la musica che ascoltiamo riesce a renderci il lavoro del pittore che modella la propria realtà e il proprio linguaggio artistico attraverso le variazioni tonali del colore, ecco che il critico si trova costretto a chiudere il proprio vocabolario per non rischiare di interrompere la delicata armonia che dalle pitture di Nicita emerge.
Questa armonia affonda certo la proprie radici nel “locale”, la Toscana e Firenze, dell’artista. Ma si tratta di un locale capace di relazionarsi con la dimensione internazionale che del resto a Firenze e alla Toscana viene riconosciuta da secoli. Vedere Nicita e le sue opere in Cina, a Shanghai, nella “Chinese-Italian Oil Painting Exhibition” nel settembre del 2006, non solo ha conferito ulteriore prestigio alla cultura italiana e a chi lavora affinchè essa abbia la visibilità e lo spazio che le è proprio, ma ha anche affermato che la pittura è un’arte senza confini e dal futuro radioso.
(c) Dott. Paolo Sabbatini, Direttore IIC Shanghai.
对安德列•尼其达作品的评论
RispondiElimina绘画艺术的表达越精致越深邃,它自身的传统和构成的语言就越引人深思,非言语所能涵盖。
评论安德列•尼其达的作品就让我有这种感觉。他让我们忆起20世纪前卫派和现代艺术冲破的桎梏,每一种艺术形式都有自身独特的表达方式和信念,这是优秀艺术作品所不可缺少的。安德列•尼其达的绘画邀请我们进入到他诗般的世界。
色彩,首先是色彩,和画中物体的关系,和画中景象的关系。安德列成功地通过颜色的运用和色调的明暗对比,重新塑造现实生活中的事物。我们看到的,不再是物体平素的面目,而是安德列创造出的诗意盎然的艺术。
为了更好地使读者理解,我们选择几幅作品:
《拉链》(“中国•意大利名家油画展”画册 第96页),作者戏剧性地用闪电般的速度将拉链拉开,紧紧抓住我们的目光。色彩作为画面的重要组成部分,使人们的注意力不由自主地集中到拉开这一瞬间的动作。用颜色刻画动感,动作却在人们想象空间中的下一时间段消逝。以色彩开始,以色调结束。红色,绝对不是偶然,在速度之外,还隐藏有感性的诱惑。在安德列•尼其达的绘画中,人体的艺术表达和画境中的氛围紧密相关,画家以非常自然的方式,使之与现实连接,不会让人有过份的轻浮之想。
*《身影》(“中国•意大利名家油画展”画册 第97页),在数不清的蓝色色调变换中,艺术家给我们猜想的空间,给我们梦想的可能。画面在寻找它自己,红色带来的是活力。一切突然变得不真实,仿佛超出画框之外还有无穷无尽的故事。
“特点”一词可以很好地概括事物的特性,却难免有它的局限。安德列作品的“特点” 在于他画中的动态和动作的持续性。《大蜘蛛》(第98页)这幅作品中,蜘蛛在网中织网,网和蜘蛛构成一个整体。色彩和空间的交织使观众身临其境:我在网中的什么地方?我在什么样的现实和空间中?多重色彩的运用使画中的景象以独特的方式倾诉着自己的故事。线条不断地伸缩,不断地缠绕,人们的思绪也随着画中的动态不停地变化。
艺术家希望自己,希望观众深思的问题,没有20世纪美术作品中的那般痛苦和压抑,但是却有张力和忧虑。以加尔文式的轻描淡写(Italo Calvino),给人们以思考。这是意大利文化传统的最经典表达。
最有说服力的是两幅有关音乐的作品:《提琴》(第99页)和《绿色的旋律》(第100页)。《提琴》的主体其实是条线,通过颜色,演奏着由色调谱写的乐章。(是和摄影语言的比较,对话,还是竞争?)音乐不能够被演奏它的乐器所局限,就像绘画不能够被画中的景象所桎梏,安德列•尼其达解决这个问题的方式如他画中的乐曲般轻松。《绿色的旋律》是艺术家把绘画和诗歌结合起来的最佳范例。在画中被精心描绘的是人物的表情,用表情来演奏乐曲,多重色调组成的旋律是艺术家用自己的艺术语言塑造现实的方式。点评至此,为了不打扰安德列的作品中诗般的和谐,评家们不得不轻轻关上词典。
安德列的文化根源造就了这般的和谐:托斯卡纳,佛罗伦萨,多少世纪以来,在国际艺术舞台上一直扮演着重要的角色。2006年9月在中国上海的“中国•意大利 名家油画展”上,欣赏到安德列•尼其达的作品,不仅仅又一次肯定了意大利源远流长的艺术文化,也表明绘画是没有国界的世界性语言,灿烂且充满前途。
倪波路 博士Dott. Paolo Sabbatini
意大利驻沪总领事馆文化处 处长
Direttore
Istituto Italiano di Cultura, Sezione di Shanghai
翻译:杨培烁(适时国际艺术海外部负责人)
Traduzione: Peishuo Yang ( Present International MultiForm Art)
*译者注:《身影》已由天津大学冯骥才文学艺术研究院收藏。