Nuovo corso di scienza politica, qui.
[2 fattori dei sistemi maggioritari] = 1) meccanico = sottorappresentanza del 3° partito (eccezione dell’India) 2) psicologico = votazione al menopeggio se l’elettore preferito non è dato vincente ð i Paesi maggioritari sono dualisti e i Paesi dualisti sono maggioritari” => ma ciò non è vero perché ciò che spezza il bipartitismo sono minoranze irriducibili e concentrate
“la proporzionale tende ad un sistema di partiti a) multipli b) rigidi c) indipendenti d) stabili”
il fenomeno delle organizzazioni partitche può iniziare a) all’interno del Parlamento 2) extra-parlamentare (reti sociali pre-esistenti)
[distinzione partiti + o – come Weber] = a) di quadri (notabili) b) di massa (radicato)
[distinzione sistemi di partito con criterio numerico] 1) monopartitici 2) bipartitici 3 multipartitici
[evoluzione dei sistemi di partito in 4 tipi] = 1) alternanza 2) divisione stabile (assenza di variazioni per lungo periodo di tempo: Italia) 3) predominio (partito che sta davanti a tutti e non imporat che occasionalemnte perda un’elezione: India fino al 1990) 4) sinistrismo (slittamento, lento ma regolare, verso sinistra: Italia 1968-79)
[conseguenze dei sistemi elettorali] = 1) il sistema maggioritario a un turno tende al dualismo dei partiti 2) quello a doppio turno e il proporzionale tendono al multipartitismo [effetti “moltiplicativi”]
ð critica: non stabilisce le modalità di cconteggio dei partiti
osservò il doppio turno della IV Rep. Fr. E siccome era frammentato quanto la III lo assimilò ad una forma di proporzionale (anche se osservando la V Rep ne diviene strenuo difensore tanto da raccomandarlo anche all’Italia)
“c’è meno chiarezza nelle prerogative del P. della V Rep. Fr. (art. 11-12-16-52) perché i principali poteri hanno carattere discontinuo, non sono prerogative ordinarie, né poteri di decisione”
riconosce Austria-Irlanda-Islanda come regimi semi-presidenziali, ma lui stesso dice che è fuorviante perché è solo la definizione della loro Costituzione
[semi-presidenzialismo] = non è una sinetsi tra presidenziale e parlamento, ma un avvicendamento tra le due fasi 1) è presidenziale quando le due maggiornaze sono consonanti 2) è parlamentare quando sono dissonanti
ð non è vero 1) quando presidenziale il P. non è Gov 2) quando parlamentare il P. ha ancora le sue prerogative
ð non c’è avvicendamento perché non c’è spostamento da una cosa all’altra, ma all’interno stesso sistema
[MOSCA, 1986] = “Elementi di SP”, insieme a [PARETO e MICHELS]
[POPPER] = “La teoria può essere la migliore interpretazione della realtà, ma non complessa come essa”
[BOBBIO] = approccio statocentrico della politica = Stato come unico detentore politico e unico legittimato all’uso della forza
“non c’è teoria politica che non parte dalla definizione e dall’analisi del fenomeno del potere”
i 3 attributi differenziali del potere politico sono 1) esclusività (monopolio) 2) universalità (erga omnes) 3) inclusività (legittimazione d’intervento in ogni attività con la legge)
[le promesse non mantenute della democrazia potrebbero diventare potenzialità per il futuro, anche se la maggior complessità della società è un problema] = società di eguali, eliminare interessi particolaristici, porre fine alle oligarchie, diffusione della democrazia negli apparati burocratici e militari, distruzione dei poteri invisibili, elevare livello di educazione politca dei cittadini
[LASCH] = in aggiunta a Bobbio vorrebbe [l’autorealizzazione delle persone] (+ o – educazione politica)
[WEBER, 1974] = “lo Stato ha la pretesa del monopolio della coercizione fisica legittima”
forme storiche di potere legittimo = 1) tradizionale 2) legale-razionale 3) carismatico
“per politica si deve intendere la lotta per il potere, l’aspirazione ad influire alla sua ripartizione”
metodo storico comparato + sociologia comprendente (punto di vista soggettivo)
[definizione classica di partito] = i partiti sono organizzzazioni liberamente create e miranti ad un recluatmento libero, ed il loro fine è sempre la ricerca di voti per elezioni e cariche politiche”
[distinzione partiti] in base all’obiettivo e individuazione di trasformazione a) di notabili (temporanei, solo per elezioni) b) di massa (permanenti) [+ o – stessa distinzione di Duverger]
[analisi del patrimonialismo] = che porterà alla classificazione di Linz/Stepan dei regimi sultanistici = con il sorgere di un apparato amministrativo e militare puramente personale non c’è raziocinio oggettivo, ma estremo sviluppo del libero arbitrio e delle grazie
[FRIEDRICH] = [regola delle reazioni previste] = un attore sconta anticipatamente il potere di un altro soggetto senza l’effettiva intenzionalità (es. studente che percepisce potere sul professore anche se non lo usa)
dce che il metodo “democratico operativo” di Schumpeter va collegato alla sua regola delle “reazioni previste” e con le modalità di partecipaione politica = i cittadini attivamente partecipanti obbligheranno l’intera squadra di governanti a essere maggiormente ricettivi e responsabili
[WRIGHT MILLS] = “Le èlite del potere” = èlitismo
per lui gli USA non sono pluralistici ed aperti ma hanno una sola èlite (sfera pubblica-economia-militare) con persone simili e intercambiabili che governa una massa informe e manipolata
[ROBERT DAHL, 1961] = elitista anche lui, però vede la politica come competizione di èlite
ricerca settoriale nel New Even con conclusioni opposte a Mills: non c’è concentrazione verticistica ma diffusione policentrica di èlite in competizione
[5 frammenti in cerca di unità] = 1) quantificazione 2) SP empirica 3) uso della storia 4) uso della teoria politica in rapporto agli studi politici del passato 5) speculazione teorica
[“Who governs?”] = il problema democratico consiste nel far girare le minoranze organizzate e impedire l’erigersi di oligarchie
[2 dimensioni di paertura alla democrazia] = 1) contestazione verso le autorità (liberalizzazione: da regimi chiusi a ligarchie competitive) 2) partecipazione influente (inclusività: allargamento della partecipazione: che non vuol dire regimi competitivi, ma poliarchie di élite dominanti che però non sono in grado di egemonizzare il potere)
[2 tipi di democrazia] = 1) in entrata (sesoddisfa i requisiti di Dahl in termini di garanzie e diritti, e le preferenze espresse, è conseguita 2) in uscita: grado di controllabilità delle decisioni prese dai governanti
prendendo le mosse da Bobbio sulle potenzialità della democrazia delinea [3 possibili cambiamenti] = 1) aumento significativo del numero delle democrazie 2) minori limiti e maggiori potenzialità del processo democratico 3) più equa distruibuzione roisorse/possibilità politiche
ð comunque l’ordine economico non riguarderà più beni e servizi ma ampia gamma di valori
ð critica Bobbio quando dice che tutet le organizzazioni devono essere democratiche
ð ci può essere riduzione del diavrio Governo del popolo/delle èlite per mezzo di un [minipopulos]
[DAHL e LINDBLOM, 1979] = hanno continuato ad interrogarsi sugli inconvenienti del capitalismo per la democrazia
[EASTON] = comportamentista = i comportamentisti sono feticisti del numero
[analisi sitemica della politica, da Lasswell, 1975] = basata su a) inputs (D e sostegni) e b) outputs (R e decisioni) che riguardano 1) comunità politica (esposta al regime) 2) regime (procedure, norme, regole, istituzioni) 3) autorità (detentori del potere politico)
ð dagli outputs derivano gli outcomes, da cui deriva il feedback
“la politica non determina le politiche pubbliche, ma sono le politiche pubbliche che detreminano la politica”
la politica non può esere espressa unicamente come potere = “assegnazione imperativa di valori per una società”
“la ricerca non guidata dalla teoria può essere insignificante, la teoria non sostenibile con dati può essere improduttiva”
[ALMOND e POWELL, 1966] = con loro c’è la fine del comportamentismo
[3 critiche alla SP] = 1) provincialista (analizza solo USA/UK/Fr) 2) descrittiva (poche generalizzazioni) 3) formalista (eccessiva attenzione a istituzionei e procedure e poca alla realtà)
suggerivano di andare verso idiosincrasia (analisi comparate) e sivluppo politico
[classificazione gruppi] = 1) anomici (interessi nuovi, drammatizzazione della loro situazione, ricorso a dimostrazioni, presenza di illegalità, presenti in era pre-moderna, ma anche oggi) 2) non associativi (appratenenze primarie o tradizionali, diffusione capillare, creazione d’identità) 3) associativi (autoprotezione e auto promozione, professionalizzazione, entrata e uscita libera, legittimazione nella società) 4) istituzionali (stabilità, difesa privilegi, persistenza, burocratizzazione => militari, burocrati)
ð i due autori non incorrono nell’errore di Bentley di dare la stessa potenzialità a tutti i gruppi, anche Stato
[modalità d’azione] = quella classica è la “pressione”, ancora maggiore se congruente con le norme culturali della società => 6 rapporti fra gruppi e cultura politica = armonia con norme culturali generali, accettazione graduale delle D delle lobbies, negoziazione, proimozione nella indifferenza, promozione nel lungo periodo, conflitto fra valori culturali/interessi delle lobbies
[ALMOND e VERBA, 1956] classificazione di 4 sistemi politici in base a 2 variabili A) cultura politica B) la struttura di ruolo =
1) sistemi angloamericani = CP omogenea SR differenziata, diffusione di potere
2) sistemi europei continentali = CP eterogenea SR differenziata, ad altà siostituibilità, esposta ad interventi cesaristici
3) sistemi pre-industriali = CP tradizionale carismatica SR scarsa differenziaione, sovrapposizione di ruolo [è – inammisibilmente – un sistema residuale per Almond] => impossibilità di collocare Paesi scandinavi e Paesi Bassi
4) sistemi totalitari CP sintetica SR dominio di ruoli coercitivi
“La cultura Civica” = studi comparati sulla cultura politca dei cittadini di 5 Stati (US, UK, Germ, It, Messico) studiando 1) ruolo cittadini (provinciali, sufdditi, partecipanti) 2) orientamenti (cognitivi affettivi valutativi, lelatà, apatia, alienazione) 3) democrazia (stabile = lealtà, statica = apatia, sfidata = alienazione)
[VERBA] = applicazione metodo sperimentale = studi degli effetti idella leadership sugli obiettivi di un piccolo gruppo = 1) non esiste leadership ottimale in assoluto 2) sei componeneti sono “partecipanti” non vogliono una leadership autoritaria
per lui negli USA la partecipazione elettorale è bassa perché la partecipazione politica è dei più privilegiati, e dunque anche le politiche del Governo
con Nie, 1975 = [relazione curvilinea della ricettività del leader] = 1) leader più ricettivo nelle comunità ad alta partecipazione (dove però, per selezione si diminuisce l’uguaglianza: a) benefici per free riders b) esplosione lobbies e movimenti) 2) ricettivo nelle comunità a bassa partecipazione, in quanto si sfroza di capire le preferenze 3) meno ricettivo nelle comunità a bassissima partecipazione, dove interpreta le perefernze dei pochi
con Nie e Kim, 1978 = “la semplice esistenza di partiti i sinistra produce livelli più elevati di partecipazione nei settori più bassi, anche per ridurre le disuguaglianze sociali”
per loro la partecipazione politica è, in modo troppo ristretto = 1) prendere parte a campagne elettoriali 2) essere attivi collaboratori in gruppi 3) votare 4) prendere contatti con dirigenti politici e partitici, si aper problemi personali che sociali
“i cittadini più attivi influenzeranno di più sia sulla comunicazione delle loro preferenze, sia sulla selezione dei leaders, creando una dostorsione” [ricerca comparat sul caso jugoslavo]
ð per ridurre tale dostorsione vi sono imporatnti organizzazioni come a) partiti b) sindacati, ma anche all’interno di ese si può creare uno suilibrio di risorse dei partecipanti
con Lehman e Brady, 1995 = [modello del volontariato civico]= per la partecipazione politca sono indispensabili 2 elementi 1) l’impegno derivante da norme sociali 2) l’esietnza di strutture di reclutamento
[MACHIAVELLI e HOBBES] = crezione dell’ordine politico
[LOCKE] = Stato pluralista
[TOCQUEVILLE] = Stato democratico
ha individuato il “capitale sociale” di cui parlerà Putnam più sulla società che sulle istituzioni
“il momento più difficiale dei regimi conservatori è quando cominciano a riformarsi” = i detentori del potere saranno schiacciati tra mobilitazione e contro-mobilitazione
[KELSEN, 1929] = Stato come compromesso fra calssi sociali
“la democrazia non è possibile senza partiti politici perché il pluralismo si esprime anche in organizzazioni stabili”
è stato spesso contrapposto a Schumpeter e alle sue “democrazie operative” dai suoi critici
[SCHMITT] = Stato come decisore in situazioni d’emergenza
[NEURATH] = spinta all’unificazione di tutte le scienze intorno a un metodo condiviso
[MITCHELL] “la teoria diventerà sempre più logico-deduttiva e matematica; i modelli saranno costruiti in asenza di dati empirici, poi sopraggiungeranno criteri non specialistic, come in economia”
suggerisce di seguire la strada della politica economica
ha ragione su un solo aspetto = la compenetrazione politica/economia
[HABERMAS] = GERMANIA = teoria generale della società; lavora dopo la diaspora dei tedeschi in USA
[CROCE] = ITALIA = “Elementi di politica” = influenza delle filosofia idealista in politica
[DEWEY] = USA = filosofia empirica e pragmatica
[KAPLAN] = è contrario a Weber = vede la teoria come sistema di leggi a) concatenate (pattern) e b) gerarchiche (le leggi sono deduzioni da un piccolo insieme di principi fondamentali)
[CARDOSO] = “ i poliologi odierni hanno in maggiornaza un orientamento alla democrazia”
[LIJPHART, 1971] = olandese poi andato in California
pluralità di metodi di analisi nella SP = 1) sperimentale (piccoli gruppi, poche variabili) 2) statistico (portata ampia: molti casi e moltissime variabili) 3) comparato (analisi dei sistemi, molte variabili, selezione dei casi) (“non è altro che il metodo statistico in condizioni sfavorevoli ma migliorabili”)
interveiene ad integrare la classificazione dei sisitemi di Almond e Verba per Paesi Bassi e Scandinavi = integrazione A) cultura politica B) comportamento èlite = [4 democrazie] = 1) centripeta (omogenea+competitiva, anglosassone) 2) cetrifuga (frammentata+competitiva, Fr-Germ-It) 3) consociativa (frammentata+coesa, Au-Belgio-Ol) 4) spoliticizzata (omogenea+coesa, Sv-Rep.-Ceca-Ungh-Spagna del desencanto 1979-82)
ð il contributo importnate è della democrazia consociativa, ma andrebbe prestata maggiore attenzione anche alla spoliticizzata
riferimento alle [democrazie consociative] in base al livello di tensioni e conflitti = le èlite polictiche decidono consapevolmente accordi di vertice per bloccare le spinte disgregative, in cui l’elemento centrale è il pluralismo (“società plurali”)
[2 logiche di funzionamento per le istituzioni] = 19 democrazie maggioritarie (sistema maggioritario, valorizzano i conflitti) 2) democrazie proporzionali (sistema proporzionale, conflitto politico limitato)
=> per Lijphart nelle democrazie “consensuali” c’è “maggior rendimento delle democrazie”
coerentemente con Huntington, ha spiegato la [peristenza della democrazia con presenza di una leadership capace] (es. India)
[modello maggioritario Westminster] = Governi monopartitici a maggioranze risicate, predominio esecutivo, sistema bipartitico, maggioritario, pluralismo, flessibilità Cost [solo per UK!], BC controllata dall’esecutivo [oggi Bank of England autonoma!], vconcentrazione del Legislativo nell’Assemblea Monocamerale [oggi “devolution” per Scozia e Galles”!]
[modello consensuale] = garndi coalizione, balnace of power, multipartitismo, proporzionale, corporativismo gruppi d’interesse [e non pluralismo!], Governo decentrato, bicameralismo forte, Cost. rigida, indipendenza BC
lo stesso Lijphart riconosce l’inadeguatezza dei suoi modelli (uk-New Zealand uno, It-Svizz-Belgio l’altro) ampliandolo in una quadripartizione c) “federali maggioritarie” (tra cui USA, Germ, Austria) d) “consensuali unitarie” (tra cui V Rep FR.)
[voto limitato] = a) se il voto limitato prevede un voto per tutti i seggi in palio si può chiamare “voto singolo non trasferibile” b) il voto limitato è simile al maggioritario relativo perché i vincitori sono quelli che raccolgono il più ampio numero di voti c9 il voto limitato ha i vantaggi del maggioritario, come il voto alla persona
[8 caratteristiche delal democrazia] = 1) condivisione del potere tra maggioranza e minoranza (grandi coalizioni) 2) dispersione del potere (tra Esecutivo, Legislativo, numerosi partiti) 3) distribuzione del potere tramite la rappresentanza proporzionale 4) limite formale del poter mediante un diritto di veto delle minoranze
ð promozione spirito di divisione (proporzionale e poter di veto minoranze)
[“il maggioritario massimizza i conflitti”] (il realtà la gestione del consenso è problema tipico)
[sistemi presidenziali = “Esecutivo di una persona] (formula troppo forte)
“il biacameralismo perfetto non va bene solo se ci sono maggioranze minime nella prima camera, ma se c’è una grande coalizione, non ci sono problemi”
ð la grande coalizione può essere una soluzione, ma modesta, perché di solito è litigiosa
[PASQUINO] = aggiunge alla classificazione di Lijpahrt un 4° metodo = 4) osservazione partecipante (raro, analisi dei sottosistemi, “visione diretta delle cose”, lo studioso rischia di essere coinvolto politicamente ed emotivamente, avalutatività)
non è d’accordo con la maggior parte degli autori che sostiene che la partecipazione elettorale è distinta dall parteciapzione politica
“meno Governo può significare meno Governo democratico” (togliere tasse significa togliere servizi; perché non togliere apparati militari e polizieschi?)
è contrario all’affermazione di >Easton sulla derivazione della politica dalle politiche pubbliche
la critica dei diversi autori a Lowi sull’aggiunta delle 5) politche simboliche è meramente complementare e non altera l’eleganza della proposta di Lowi
in base a quanto dice Sartori contrapposto a Lijpahrt = [distinzione democrazie con 2 criteri] = 1) strutturale a) maggioritarie b) proporzionali, e 2) comportamentale c) consensuali d) conflittuali
=> magg + cons = UK 1945-79 / magg + confl = US, UK dopo Tatcher / proporz + cons = Scandinavia / proporz + confl = It 1947-93
[MICHELS, 1911] = analisi SPD tedesca = esempio più famoso dell’osservazione partecipante con 3 premesse 1) la democrazia contemporanea è fondata sui partiti 2) se i partiti non sono democratici è improbabile la democrazia 3) è cruciale che il partito democratico, che combatte per la democrazia, abbia una struttura democratica
nell’analisi appare: i funzionari sono specialisti e hanno una posizione centrale, legge ferrea dell’oligarchia, le oligarchie sono competitive, personale a tempo pieno che si specializza e controlla una plurralità di rirsorse e infos
compie un errore ingiustificabile = generalizzare da l partito al sistema politico
[SARTORI] = “ è la competizione elettorale fra una pluralità di partiti, a prescindere dalla loro democraticità interna, che rende particabile la democrazia politca” (in risposta a Michels)
sul metodo comparato = “paragonare serve a controllare se una generalizzazione tiene a fronte dei casi ai quali si applica”
[elemente per sistema bipartitico in sitema maggioritario] =1) partiti maggiori consolidati 2) dispersione dei voti nei collegi limitata e non cencentrazione dei voti del terzo partito
[definizione di partito] = “il partito è un qualsiasi gruppo politico identificato da una etichetta ufficiale che si presenta alle elezioni, libere o meno, ed è capace di collocare candidati alle cariche pubbliche
ð rispetto a Weber aggiunge “etichetta ufficiale”
ð rispetto a Weber aggiunge che le elezioni possono essere “libere o meno”
ð rispetto a Weber toglie la “ricerca di voti”
[distinzione del sistema partitico] con * criterio numerico * rilevanza del partito più piccolo = utilità nel formare coalizioni di Governo (potenziale di coalizione o di ricatto) * distanza ideologiac fra partiti = polarizzazione
(A) sistemi non competitivi (elezioni non decisive o assenti) = 1) monopartitci (ideologici e pragmatici) 2) a partito egemonico (Guinea, tanzania)
(B) sistemi competitivi = 1) a partito predominante (Gov. monopartitico: Cina, Vietnam, Corea del Nord) 2) bipartitici (due partiti, sempre glistessi, hanno > ass. dei seggi, Gov monopartitico, il partito vittorioso decide di governare da solo, l’alternzanza è aspettativa credibile: UK, Australia, Canada, Austria 1945-66) 3) multipartitici limitati (pluralismo moderato, centripeto, alternzanza: Germania) 4) multipartitici estremi (pluralismo polarizzato, centrifugo, alternanza impraticabile, opposizione con programmi irresponsabili: scaricabarile, scvalcamento, partiti antisistema: fascisti, comunisti: Weimar, IV Rep. Fr. 1945-58, Italia 1945-93, Cile 1958-73) 5) atomizzati (multipartitici , ma non stabilizzati e fluidi, non duraturi, no % di voti consistente: Polonia, Russia, Ucraina)
alle funzioni dei Bagehot sulla Camera dei Comuni ne introduce una 7) negoziale (tentavivo di riconciliazione interessi)
[7 tipi di rappresentanza] = 1) teoria elettorale (parziale, preliminare, insufficiente) 2) teoria della responsabilità (dei governanti) 3) del mandato (istruzioni dai governati) 4) dell’idem sentire (popolo in sintonia con lo Stato) 5) teoria consensuale (popolo consensuale alle decisioni del governante) 6) teoria partecipazionista (popolo partcipante, mira a completare la teoria elettorale) 7) teoria come somiglianza/specchio (governanti come campione rappresentativo dei governati, impraticabile perché servirebbe riequilibrio donne e minoranze etniche)
[distinzione Governo 1) ricettvo (risponde per ciò che fa) 2) responsabile (efficiente)]
“è necessario collocarisi in un equilibrio instabile fra gli ideali della democrazia teorica e la pratica delle democrazie reali”
“le democrazie consociative di Lijphart hanno una cultura non frammentata ma segmentata, con distanza ideologica relativamente contenuta”
[ambiguita “democrazia consensuale” di Lijphart] = tutti i sistemi si basano sul consenso, non può essere migliore iin toto, tutt’al più è un rimedio a sistemi segmentati
in contarsto con Lijphart, non crede che il voto singolo non trasferibile sia una varietà del voto limitato
[proposta di “riforma Italia”] = 1) sistema elettorale: maggioritario a doppio turno con accesso dei 4 partiti più votati, facoltà dei due secondi di ritirarsi in cambio di seggi basati sul recupero proporzionale nel collegio nazionale, divieto di apparentamenti elettorali 2) adozione della sfiducia costruttiva per il Governo 3) fiduzia delParlamento al suo Primo Ministro, il quale può scegliere e cambiare come vuole i Ministri
[HELLMAN] reazioni del PCI al compromesso storico con la DC 1976-78 = come si trasforma la struttura di lotta del PCI in struttura flessibile, ha aperto crisi “di transizione e di trasformazione”
[LISPET, Trow, Coleman] = caso deviante del potente sindacato USA ITU rispetto alla legge ferrea dell’oligarchia di Michels =modalità di funzionamento democratiche, no rinnovo per cooptazione, non esistono privilegi particolari => limitazione dell’applicabilità della legge di Michels
compie una delle più grandi generalizzazioni tra livello di benessere ed esistenza della democrazia = nasce dove 1) la distribuzione delle risorse socio-economiche è equilibrata 2) gli indicatori economico-sociali (Y e istriuzione) ìsono medio alti [eccezioni: Singapore e India]
[MAYNZ, 1961] = caso deviante della CDU Berlino 1950-60 rispetto alla legge ferrea dell’oligarchia di Michels = saldamente al potere ma non a Berlino, struttura relativamente permeabile ( a differenza dell’SPD di Michels), non aveva molto potere da conquistare né da distribuire, le lotte interene erano inesistenti, in apparenza all’interno c’era democrazia => ma se democrazia significa anche a) apertura all’esterno e b) sanzionamento dell’operato, allora non c’era (accordi sulle cariche fra dirigenti, efficienza instabile e ambigua)
[TSEBELIS, 1995] = insoddisfatto della bipartizione sistemi presidenziali/parlamentari, li ha calssifricati in base alla presenza di veto players (istituzionali o partitici)
[DOWSE, 1969] = per il metodo comparato, ricerca fattori politici influenzati la dinamica di due Stati diversisimi: URSS e Ghana = in comune 1) esistenza del partito unico 2) modernizzazione intervenuta dall’alto
[ECKENSTEIN, 1975] = ha suddiviso i vari studi comparati, analizzandone vataggi e svantaggi = la maggior parte sono ideografico/descrittivi
studia le condizioni per una democrazia stabile ed efficace [UK vs Weimar] = non conta tanto il numero dei gruppi presenti, che erano tanti a Weimar, ma 1) la loro organizzazione interna 2) la congruenza fra modelli di autorità e quelli democratici =>
tale [teoria della congruenza] porta a 3 modelli = A) consensuale [UK] (la democraticità interna ia grupi è la stessa esterna di Governo) B) integrato [USA] (interazione fra divisioni politiche) C) di comunità [Norvegia] (senso di solidarietà)
[PALOMBARA] = profondo conoscitore del sistema politico italiano, dice che la democrazia italiana è una variante peculiare che non va cambiata
[GEERTZ] = la sua è una “descrizione densa”, inclusiva di tutti i possibili particolari
[PUTNAM] = studio delle Regioni italiane, fra l’euristico e l’interpretativo fa una comparazion diacronica fra Regioni del Sud e del Nord = le tradizioni civiche che conducono alla cooperazione influenzano il rendimento istituzionale, che è maggiore al Nord (maggio “capitale sociale” = fiducia + reti di aasociazionismo civico)
si rifà allo studio di Tocqueville che non vuole confermare, ma dire che le tradizioni italiane, civiche o no, vengono da molto lontano
[FISHKIN] = [“sondaggio deliberativo”] =discussione di un campione rappresentativo (metodo sperimentale)
allliveo di Dahl, parla anche di [democrazia deliberativa]
[ROKKAN, 1970] = rational choice
se si ricollega [la partecipazione alla democrazia ci sono 4 soglie istituzionali] = 1) legittimazine della partecipazione 2) incoprporazione dell’opposizione 3) rappresentanza dei movimenti 4) influenza Parlamento sull’Esecutivo
[4 clevages] = le prime 2 in a) fase di costruzione dello Stato-Nazione, le altre 2 in b) fase post-Riv. Ind = 1) centro-periferia (disponibilità risorse e potere, peculiarità culturali) 2) Stato-Chiesa (ideali del centro-ideali della periferia) 3) interessi agrari e industrali (partito liberale-conservatore) 4) interessi dei proprietari dei mezzi di produzioni-lavoratori subalterni industriali (comporsa del partito dei lavoratori dipendenti)
con Lipset = [la strutturazione partitica dell’Europa Anni ’60 è di freezing]
ð a) lo scongelamento avverrà tra il 1965 e il 1975 B9 la volatilità di questa decade viene contrastat dal successo dei partiti tradizionali c) gli anni ’90 rilevano un nuovo scongelamento che sembra più profondo
[DEUTSCH, 1961] = mobilitazione sociale che ha permesso maggiore partecipazione politica e maggiore interazione tra sfera politica e sfera economica = a) spostamenti campagna-città b) spostamenti settore agricolo-industriale-terziario c) aumento popolazine e mutamento composizione d) alfabetizzazione e) esposizone a mezzi di comunicazione di massa
[GINO GERMANI, 1975] = [tipi di mobilitazione] 1) primaria (rottura dei tradizionali schemi di comportamento= 2) secondaria (rilancio dell’attività di gruppi già mobilitati) 3)smobilitazione (opposizione che crea conflitti e si oppone alla mobilitazione) (es. smoboilitare i sostenitori di Peron Argentino 1950-60) => ma non riesce ad avere il sopravvento nell’era della partecipazione, dove è temporanea e sporadica
[MILBRATH, 1965] = “le persone vicino al centro della società sono più inclini a partecipare in politica rispetto a quelle in periferia, erchè legati dal desiderio di mantenere le proprie risorse e posizioni”, dove centro = Y, istruzione, lavoro non manualoe, inserimento nella società
descrive la partecipazione politica con un lenco troppo ampio, di cui non convince per nulla l’inclusione dei decision-makers
[PIZZORNO, 1978 e 1983] = “la partecipazione è maggiore quanto è maggiore la coscienza di classe, e si accrescono a vicenda [circolarità]”
la maggior parte degli autori vede nelle organizzazioni il maggior strumento di partecipzione politica, ma ciò non è vero se esse al loro interno hanno stratificazione, burocratizzazione e disuguaglianze, frutto delle pre-esistenti differenze di status
[studio sull’autunno caldo italiano 1968] = in accordo con le tesi di Melucci = a) non inizia con operai del sud giovani, ma militanti di sindacato e partito b) è solo l’allargamento che si ha con gli operai
[il partito è ancora vitale] perché 1) mantengono il consenso 2) coordinano il personale politico 3) sondano le opinioni dei cittadini 4) riducono i problemi della PA
mentre i gruppi di pressione non sono mai riusciti a farsi garanti di uno scambio duraturo
[BARBAGLI e MACCELLI, 1985] = elenco organico della partecipazione politica che ha 2 caratteristiche = 1) valutare l’influenza dei partiti (+ UE –USA) 2) giudicare comporatmenti partecipativi non convenzionali come istituzionalizzati 8aderire a boicottaggio, rifuitare di pagare l’affitto e le tasse, occupare edifici e fabbriche, fare sit-in, aderire a sciopero selvaggio, bloccare il traffico con dimostrazione stradale)
[KAASE e MARSCH] = analisi comparata in 5 Stati (USA, UK, RFT, Austria, Olanda) e indiviaduano 5 tipi di partecipanti = 1) inattivi (al massimo leggono di politica e firmano petizioni) 2) conformisti (forme convenzionali di partecipazione) 3) riformisti (forme di protesta) 4) attivisti (forme non legali) 5) contestatori (riformisti o attivisti, ma non prendono parte alle forme convenzionali di politica)
[OLSON, 1965] = [free riders] = “l’individuo razioneale nel gruppo numeroso non è disposto a sacrifici per conseguire gli obbiettivi che condivide con gli altri. Lo sarà solo in caso di a) gruppi piccoli b) benefici selettivi” => quindi non è detto che gli interessi individuali spingano agli interessi di gruppo
[reazione neo-conservatrice] = vede i gruppinon come espressione della complessità della democrazia, ma come ostacolo al raggiungimento del bene comune = 1) nelle società stabile non aumenta la competizione ma solo le colluzioni 2) le collusioni riducono efficienza e Y aggregato (abbassamento capacità di creare nuove tecnologie e di collocare nuove risorse) e aumentano conflittualità politica
[HIRSCHMAN, 1970] = [3 direttive dell’agire di gruppo] = 1) motivazioni individuali con “cicli di coinvolgimento” (oscillazione a causa delle delusoine di non riuscire a raggiungere la felicità) 2) agire individuale e di gruppo (massimizzare accrescende l’attività, ma si rischia a) impegno eccessivo b) sotto-coinvolgimento) 3) incentivi selettivi
[3 modalità per influenzare le deicisioni di un’organizzazione da parte degli iscritti] = 1) protesta 2) defezione (costosa) 3) lealtà attiva
[CLARCK e WILSON] = [spiegazione incentivi selettivi di Hirschman] = A) materriali (tangibili, variano nel tempo e nello spazio) B) di solitarietà (senso d’identità) C) orientati allo scopo (intengibili, ideali o ideologici)
[MANNHEIMER e SEBASTIANI, 1981] = analisi PCI e interazione incentivi/partecipante, riprendendo Calrck e Wilson = partecipante molto attivo [militante] = 1) partito-strumento (concezione debole e particolaristica + incentivi materiali) 2) partito ideale (concezione totalizzante partito + incentivo di solidarietà) 3) partito-progetto (concezione con obiettivi di trasformazione sociale + incentivi orientati allo scopo)
[LINZ, 1964 e1966] = [riformula tesi di Michels] = [individuazione motivi per tendenze oligarchiche] = 1) professionalità leadership 2) burocrazia 3) centralizzazione autorità 4) fini strumentali 5) rigidità ideologica 6) impossibilità dei membri ordinari di influenzare le decisioni 7) base elettorale classista 8) differenza di interessi fra leadership e membri (ND – non democratica) 9) cooptazione (ND- non democratica)
con riferimento alla Spagna franchista, [definizione regimi autoritari] = 1) pluralismo politico limitato e non competitivo (legittimazione delle org,ni del eader, poca autonomia, immobilismo, no sovrapposizioni che scatenerebbero competizione) 2) la classe politica non rende conto del proprio operato (cooptazione dei dirigenti, militari e Chiesa Cattolica con funzionamento autoritario) 3) mentalità specifica e non ideologia articolata (componenti tradizionali, di solito triade Dio-patria-famiglia)
1985 = “ il rimedio non è migliorare il presidenzialismo, ma lasciarlo e adottare una forma parlamentare”
con Stepan = di recente [classificazione ancora più parsimoniosa dei regimi non democratici] = (I) autoritari (II) totalitari (III) post-totalitari (iniziale: cambiamnet quasi nulli, congelato: tolleranza di alcune attività che porteranno alla creazione di gruppi e scongelamento del controllo del partito sulla società, maturo: soltanto il ruolo del partito non viene ancora messo in discussione) (IV) sultanistici (non hanno ideologie o mentalità distintiva, distruggono il pluralismo esistente, cancellano la differenza tra pubblico e privato, scompaiono con la morte del sultano)
ð sono tratti dall’analisi di Weber che fece del patrimonialismo
[transizione dei regimi autoritari] = dipende dall’organizzazione militare al Governo = 1) gerarchicamente intatta (transizione controllata e morbida, negoziazione con i civili, sceglie le categorie cui affidare il potere) 2) gerarchia militare sovvertita dagli ufficiali al Governo (nessuna garanzia di transizione controllata, non si è in grado di negoziare: Grecia 1967-74 e Portogallo 1974)
[BENTLEY, 1908] = [attenzione sul lato informale dei processi politici rispetto alle istituzioni giuridiche] = “quando i gruppi sono adeguatamente definiti, ogni cosa è definita”
[DELLA PORTA, 1992] = parla di risorse finanziarie per la corrucione
[HIX, 1999] = le lobbies sono più permeabili in UE che in USA perché in USA i sindacati sono potenti
con Gozi, 2001 =
[modello della comitologia per la produzione delle politiche pubbliche, politiche pubbliche UE] = 1) pluralità dic omitati internazionali, sovra-nazionali enazionali 2) sovrapposizion di compiti e attori 3) opacità dei procedimenti approvativi 4) autorità centrale ma incerta
[REAGAN, 1980 E TATCHER, 1979-90] = hanno tentato di ridurre competizione e aumentare collusione, ma con 2 rischi a) vantaggi per gruppi più organizzati b) accordi fra grandi organizzazioni
[SCHMITTER, 1983-84] = [modello neo-corporativo] per comprendere il policy making di Governi di sinistra = A) sindacati accentrati e verticistici (accettano più accordi neo-corporativi, ma anche maggiore partecipazione e rappresentatività) B9 trinagolazione di interessi fra partito di sinistra al Governo / sindacati (si sentono tutelati dal partito di Governo) / ass.ni imprenditoriali (hanno poco spazio di negoziazione
ð basso livello di conflitto sociale (Svezia, Norvegia, Austria, Germania)
[4 tensioni del neo-corporativismo] = e una volta che gli assetti neo-corporativi si disgregano riprende la politica della partecipazione = (I) rivolta della base delle org.ni (II) mobilitazione di classe contro interessi troppo sacrificati (III) nuovi interessi non neo-corporativisti (IV) movimenti monotematici non gegoziabili a fini specifici
[definizione classica di democrazia] = Governo 1) dal popolo (libero voto) 2) del popolo (partecipazione+accessibilità alle autorità) 3) per il popolo (feedback governanti e loro valutazione)
1979, altri autori Williamson, 1989, Pappalardo e Gualmini =
[modello neo-corporativo per la produzione di politiche pubbliche] = tentativo di trovare nuova forma democratica 1) contano solo 3 gruppi disponibili all’accordo a) Governi b) ass.ni sindcali c) ass.ni imprenditoriali 2) emarginazione del Parlamento 3) arco ampio di politiche pubbliche, soprattutto economico-sociali
=> difficoltà a manetenere assetti neo-corporativi con * diversificazione delle dueassociazioni * pressioni del sistema internazionale
[ALBERONI] = [distinzione fenomeni collettivi] = 1) di gruppo (varietà all’interno) 2) di aggregato (temporanee come mode, boom, panico,…)
ð “lo Stato nascente è un momentodi discontinuità e trasformazione che fa nascere movimenti collettivi” a) lo Stato nascenete è solo l’inizio del proceso storico b) classi da declassare e classi in scesa hanno in comune la medesima delusione per l’ordine costituito c) distinzione fra coloro che danno inizio al movimento e coloro che se ne avvantaggiano
“lo sbocco del movimento dipende da molti fattori e non può avere rapporti col progetto iniziale” (ad es. non si sa se il movimento dei no global si istituzionalizzerà o no)
[meccanismi per controllare i movimenti] = impedimento della nascita dello stato nascente, riconduzione dello stato nascente in grglia pre-costituita già istituzionalizzata o in un fondamento del passato, non si concede la generalizzazione del movimento, si impedisce la mobilitazione, si costringe il movimento alla competizione, si inflitra, la leadership viene cooptata, repressione con la violenza
come Touraine e Melucci = finisce per eseere a favore a priori dei movimenti disattendendone esiti concreti
i movimenti che vincano o che perdano, introoducono comunque sia significativi cambiamenti sociali
[MARX] = “si mobilitano per primi gli emarginati e gli alienati”
[MELUCCI, 1977] = contro Marx = non si mobilitano per primi gli emrginati percheè non hanno risorse, ma tutt’al più sono coloro che se ne avvantaggiano => si mobilitano per prime le organizzazioni in conflitto con la loro identità collettiva (chi ha già esperienza di lotta, leader forte, mezzi, rete di comunicazione e interessi comuni)
[classificazione più chiara di movimenti] = 1) rivendicativi (vogliono imporre mutamenti nelle norme/ruoli/procedure) 2) politici (incidere nelle modalità di partecipazione politica e nei rapporti di forza) 3) di classe (capovolgere l’assetto sociale)
ð la loro trasformazione nel corso dell’azione dipende dal feedback dello Stato
ð cambiamento odierno dei terreni di scontro da ambito nazionale a trasversale (globalizzazione)
la sua teoria non sa collocare, adifferenza di Tilly, i movimenti fondamentalisti, che andrevbbero a cavallo fra politici e di classe
[TOURAINE] = “i movimenti sono i processi di una società attiva storicamente e che passa per conflitti e trasformazioni politiche, basandosi su 3 principi: 1) di identità 2) di opposizione 3) di totalità (sistema d’azione storica per il dominio e la vittoria)”
e a differenza di Smelser = “il movimento fa scoppiare il conflitto ma non nasce da esso”
[SMELSER] = “il movimento nasce dal conflitto”
[TILLY, 2003] = il movimento nasce dal naturale squilibrio della distribuzione del potere” = [teoria a medio raggio] = 1) l’organizzazione, elemento dinamico che accresce o diminuisce l’identità collettiva, è in grado di mobilitare risorse 2) la mobilitazione delle risorse crea l’azione collettiva 3) a seguito dell’azione collettiva c’è il riequilibrio del potere
ð [sembrerebbe teoria meglio adeguata]
“qualsiasi Rivoluzione è invece una azione a lungo raggione, fino a distruzione dei detentori politici” => è l’unico che cita i movimenti ricoluzionari!
[TARROW, 1994] = intende colmare la lacuna sui movimenti fondamentalisti di Melucci = [“struttura delle opportunità politiche”] = “il movimento fondamentalista è di tipo integralista, è tipico di ogni religione, ed ha un feedback altamente conflittuale”; “è invece l’ambiente politico che crea le <
ð importanza del feedback = rapporto fra a) cicli di protesta (movimenti) e b) cicli di riforma (istituzioni) = 1) feedback pacifico (movimenti riformisti e comunitari) 2) feedback conflittuale (movimenti espressivi ed integralisti)
il difetto è che anche in lui sono assenti i movimenti rivoluzionari
[JAMES DAVIS] = [teoria delle aspettative crescenti] = “una volta iniziata, nessuna riforma può soddisfare completamente”
ð ma per fare uan Rivoluzione ciò non basta: serve un peggioramento sia della situazione sia delle aspettative
ð gli attori che iniziano il movimento sono di solito intellettuali sradicati
[FISICHELLA, 2002] = confuta tesi di Duverger sul doopio turno che crea partiti multipli, flessibili relativamente stabili = 1) il doppio turno di per sé non predispone a formato specifico (no effetti moltiplicativi o riduttivi) 2) ha notevole efficacia dis-rappresentativa per i partiti estremi
[Universo Concentrazionario] = è la caratteristica fondante dei regimi totalitari = struttura politica per lo sradicamento del tessuto sociale e la cancellazione dei gruppi
“con un’abilità di contrattazione quasi perfetta, il doppio turno non può ridurre il numero di partiti”
con Pitkin = “la rappresentanza è un fenomeno complesso, stratificato e dinamico”
[HERMENS , 1941] = “la proporzionale frammenta il sistema di partiti”
[STUART MILL, 1861] = “Considerazioni sul Governo rappresentativo” = i sistemi elettorali proporzionali sono preferibili perché danno rappresentanza nche alle minoranze
[NEUMANN, 1956] = [distinzione di partiti] = 1) di rappresentanzo individuale (si attiva solo in accasioni elettorali e non è diverso da comitato elettorale) 2) di integrazione sociale (permanente, influenet, di partecipazione
[OTTO KIRCHHEIMER] = trasformazione verso catch-all party (piglia-tutti) = non è la prropensione dei partiti di massa ad acquisire risorse o cariche, ma la volontà dei dirigenti di partito di ricercare tutti gli elettori e sostenitori possibili
ð [caratteristcihe] = riduzione bagaglioideologico, riduzione ruolo iscritto, rafforzamento dirigenti e loro valutazione tramite efficienza, generalista per composizione, apertura a diversi gruppi di interesse
ð [aspetti sottovalutati] = 1) alto numero di iscritti 2) diffusa rete territoriale, soprattutto a sinistra
[DOWNS, 1957] = “i partiti formulano proposte politiche per vincere le elezioni, e non di certo vincono le elezioni per formulare proposte politiche”
[SCHUMPETER, 1947], economista austriaco = [mercato della politica] = “i fondatori dei partiti sono imprenditori politici e gli elettori consumatori insoddisfatti e disponibili” = sono i partiti che cercano gli elettori, e non questi che cercano un partito specifico
[definizione di democrazia operativa] = “il metodo democratico è quell’assetto istituzionale che porta a decisioni politiche nel quale alcune persone acquistano il potere di decidere mediante una lotta competitiva per il voto popolare”
=> critiche = *riduzione delle democrazie a competizione elettorale **potere enorme del team acquisito con mandato elettorale ***potere non conrollabile per tutta la durata della carica
[KATS e MAIR, 1995] = [« partito cartello »] = 1) collusione fra partiti per limitare la concorrenza 2) sfruttamento delle risorse statali, spostando il focus dalla società allo Stato
[KATS, CASTELS e WINDLEMANN , 1986-87] = i Governi nel futuro continueranno ad essere “Governi di partito” con uomini e donne in carriera
[KATS, 1987] = [5 requisiti della partiticità] = 1) decisioni prese da personale di partito 2) politiche pubbliche decise all’interno dei partiti 3) coesione per politiche pubbliche 4) detentori delle cariche reclutati dal partito 5) detentori delle cariche mantenuti responsabili attraverso il partito
ð amplificazione se combinati tutti insieme e con A) lavoro di squadra B) tentativo di avere tutto il potere politico C) fondare le pretese di legittimità sul successo elettorale
[focus sulla competizione intra-partitica]
[KITSCHELT, 2000] = critica il modello di “partito cartello” di Kats e Mair perché non si è formato e poi = a) i dirigenti di partito di oggi sono più attenti a iscritti ed elettori b)9 la competizione è aumentata c) non c’è collusione ma maggior rappresentanza
[LAAKSO e TAAGEPERA, 1977] = [distinzione sistemi di partito con criterio della % di voti] = distorsione analitica
[IGNAZI, 1996] = [indicatori di cambiameto a livello partitico] = a) variazione iscritti, b) variazione % di voto c) strutturazione dei programmi d) selezione del personale politico govrnativo e) agenda politica
[BAGEHOT, 1867] = [sempre riferito al modello Westminster] = 1) il Parlamento deve “eleggere bene” un Governo 2) deve anche costringere a dimettere il premier (funzioni poi espropriate)
[funzioni della Camera dei Comuni] = 1) esecutivo-legislativa (fare leggi, in connessione col gabinetto) 2) espressiva (esprime l’opinione degli inglesi 3) pedagogica (utilizzo del question time come momento per migliorare la società) 4) informativa (comunicare quello che fa e perché attraverso partiti, TV, stessa struttura parlamentare) 6) legislativa (è meno importante e distingue fra leggi e leggine)
“la Camera dei Comuni non è in realtà capace di governare, ma lo è il Governo di partito, che è il “segreto efficiente””
ð contrarietà al trasformismo
ð presuppone che i partiti ottengano disciplina dai parlamentari senza scambi impropri di risorse
[KARPS e EULAU, 1986] = [ricettività di un parlamentare a 4 livelli] = 1) sulle politiche (soluzioni generali su grandi temi in base alla preferenza degli elettori) 2) sui servizi (vantaggi per gruppi di elettori nella circoscrizione) 3) sulle risorse (fondi e I per la propia circoscrizione) 4) sui simboli (fiducia all’elettore su visioni del mondo)
[PLOSBY, 1975] = [Parlamenti “arena”] = il Governo non riesce a controllare l’attività parlamentare
[WILSON, 1885] = professore di Princetown, definì la forma di governo USA “Congressional Government” rilevando, la contrario di Bagehot, una preminenza del Congresso/Legislativo sulla Presidenza
[RIKER, 1962] = [teoria generale della decisione]
[teoria delle coalizioni] = i partiti cercano di massimizzare il loro potere attraverso la conquista di cariche ministeriali [office-seekers] in coalizioni più piccole possibili [minime vincenti]
[LAVIER e SCHOFIELD, 1991] = considerati i Governi di minoranza, la teoria dell’office-seeking di Riker non basta e va integrata da quella del [policy-seeking] = ricerca costante di attuazione di determinate polictiche
[GOLDSTONE, 2003] = [test di congruenza] per gli avvenimenti storici di più tempi
[STROM, 1990] = “ i Governi di minoranza e le coalizioni sottodimensionate possono servire come veicoli di alternzanza al potere in sistemi di bipartitismo o bipolarismo imperfetto, obbligando l’opposizione ad essere leale, o isolando i partiti anti-sistema”
[RICHARD ROSE, 1984] = [Big Government] 1) interventi classici di Governo minimo (mantenimento della legge e dell’ordine politico interno, protezione dei cittadini da interferenze esterne) 2) ampliamento nella società e nella economia (Stato sociale)
la sua teoria è stata criticata dai neo-cons, cu lei risponde = leggi non aumentate, l’aumento delle tasse ha seguito l’inflazione, i funzionari forniscono servizi diretti ai nuclei familiari, il numero delle istituzione è in realtà diminuito, espansione dei programmi pubblici efficaci e non quelli incerti
individua la differenza di seggi tra attribuzione con sistemi maggioritari e sistemi proporzinali in un 7% = “addirittura alcuni paesi che votano con il maggioritario relativo sono più proporzionali di quelli che votano con la proporzionale” (es USA + o – stessi seggi con le due)
[il doppio turno della V Rep. Fr. È una variante del voto alternativo] e le differenze con il sistema australiano sono limitate
ð ma il sistema australiano lascia decidere le proprie preferenze secondo un ordine una volta sola, mentre il doppio turno offre una seconda iniziativa dopo che il voto è stato dichiarato
[PERASSI, 1947] = affronta il problema di meccanismi correzinali per i governi parlamentari, ma non se ne fece niente
[ANDERSON, 1990] = [definizione di politiche pubbliche] = sono quelle messe in atto da funzionari e organismi di Governo
[MENY e THOENIG, 1989] = [definizione di politiche pubbliche] = sono il prodotto di un’autorità provvista di potere pubblico e di legittimità istituzionale
ð critica 1: ma non tutte le attività dell’autorità pubblica sono politiche pubbliche!
ð critica 2: non specifica chi sono gli attori pubblici ed esclude gli attori non pubblici
ð Non sono solo politici e governanti a produrre politiche pubbliche!
[JORDAN, 1981] =
[modello dei triangoli di ferro per la produzione delle politiche pubbliche, no modello UE] = 1) le politiche pubbliche più importanti vengono prodotte in 3 gruppi a) gruppi di interesse b) agenzie burocratico-amm.ve c) commissioni parlamentari 2) “di ferro” perché solidità nel rapporto 3) talli triangoli possono essere numerosi, diffusi e sparsi 4) continuità = capacità reciproca di rispettare gli impegni per convenienza
[HECLO, 1978] =
[modello delle reti tematiche-isue networkso per la produzione delle politiche pubbliche, USA e UK] = 1) interazioni occasionali 2) esposizione al pubblico 3) lasciano irrisolti molti problemi, politiche pubbliche instabili e mutevoli
“le issue networks hanno ottima salute quando soppesano sempre soluzioni alternative, e non quando accettano che qualcosa sia fatto”
[LASSWELL, 1956] = [7 fasi per realiazzare una politica pubblica] = 1) informazione (raccolta notizie e pianificazione) 2) iniziativa (promozione di politiche alternative) 3) prescrizione (emanazione di regole generali) 4) invocazione (qualificazioni provvisorie sulla base delle prescrizioni) 5) applicazione 6) valutazione 7) cessazione
[SIMON, 1979] = [razionalità limitata *] = no massimizzazione di dati ma soddisfazione di esigenze con raccolta di un numero adeguato di informazioni (il decisore si arresta quando ritiene che è in grado di decidere)
[LINDBLOM, 1965] = [incrementalismo sconnesso **] = si procede per tentativi, attraverso accodi e scambi, “crescendo” su decisioni già prese e modificandole (aggiustamenti particolaristici)
ð Lindblom se n’è discostato, am rappresenta processi di routine odierni dove vi siano attori stabili
[MARCH e OLSEN, 1976] = [bidone della spazzatura ***] = la maggior parte delle decisoni ha un’insopprimibile complessità: ci si affida alla casualità per le scelte
[LOWI, 1964], politologo USA con l’intenzione di confutare i 2 paradigmi dominanti del pluralismo e dell’élitismo = [4 classificazioni per le politiche pubblcihe] = 1) distributive (di risorse e finanziate tramite le tasse, prodotte da assemblee elettive e attuatre da burocrazie governative) 2) redistributive (notevole intervento Esecutivo e attuazione governativa) 3) regolative (prodotte da assemplee legislative e attuate da burocrazie locali) 4) costitutive (pongono in essere strutture dell’autorità stessa, relativamente rare)
ð alcuni autori criticano Lowi per non parlare delle 5) politiche simboliche (rafforzare identità collettiva e legittimità)
[ARENDT, 1951] = A) la legalità è l’essenza del Governo non tirannico B)l’illegalità è l’essenza della tirannide C) il terrore è l’essenza del regime totalitario
[GRAMSCI] = [“sovversivismo delle classi dirigenti” e “panico di status”] = sentendosi minacciati dall’ascesa della classe operaia e pur di salvaguardare i suoi privilegi, la classe drigentepermise il rovesciamento della nascente democrazia
ð i regi8mi autoritari sono il frutto di una democratizzazione troppo rapida
[R. DE FELICE] = “fintanto che il fascismo italiano si mantenne come movimento aveva tutte le potenzialità per diventare totalitario”
[HUNTINGTON, 1993] = [pretorianesimo] = i pretoriani, alla periferia della Roma Imperiale, insorgevano per far diventare Imperatori i loro comandanti = [3 fasi, tutte includenti i militari] = 1) oligarchica (partecipazione limitata a cricche e clan, obiettivo di acquisire privilegi e status, temporaneo, basso livello di violenza) 2) radicale (partecipazione delle classi medie, i militari condividono gli obiettivi delle classi medie, durano il tepo di preparare le elezioni, che sono frequenti, livello medio di violenza o più elevato se le classi spodestate sono organizzate) 3) di massa (regimi militari: masse organizzate in partiti di sinistra o movimenti populisti, i militari intervengono per bloccare l’accesso la Governo delle masse, lunga durata, violenza elevata, colpi di Stato possibili solo se i militariagiscono come corpo unitario)
[analisi comparata individua 3 ondate di Democratizzazione e 2 di riflusso] =
[D] = 1) 1828-1926 =29 da condizioni socio-economiche (comparsa industrie, città, classe media e operaia, riduzione disuguaglianze economiche) 2) 1943-62 = 36 da fattori politici (vittoria Alleati e decolonizzazione) 3) 1974-in corso = 58 (anche se stessa % 45% della seconda!) da fattori di apprendimento da altri Paesi democratici (crisi regimi autoritari, crescita economica, Chiesa post-CV II, CEE, diritti umani, ex-comunismo)
[R] = 1) dalla fine della 1° alla fine della 2° GM (1922-42) = 12 2) 1958-75 = 30
ha previsto la transizione della Rep. Sudafricana che si è puntualmente verificata
ha riadattato l’analisi di Lipset alle sue ondate democratiche, misurando lo sviluppo economico in PNL pro-capite, estraplando dati così cogenti da dare scientificità causa-effetto di Lipset = [previsione di futura democrazia = Paesi fra 1000 e 300 $]
[MOORE, 1966] = [3 strade alla modernizzazione] = a) democrazia b) fascista c) comunista
[HUNTINGTON e MOORE, 1970] = “i sistemi monopartitici sono diversi da altri sistemi perché sono partiti-Stato”
[O’DONNELL] = studioso argentino, teorizza la nascitra dei [regimi burocratico-amministrativi] che durano più a lungo dei predecessori = base sociale borghesia oligopolistica e transnazionale, ruolo decisivo dei militari, esclusione settori popolari, assenza di istituzioni democratiche e diritti di cittadinanza, presenza del capitalismo che accentua disuguaglianze, struttura produttiva transnazionalizzata, le tematiche salienti vengono spoliticizzate tramite criteri “tecnici”, accesso alla rappresentanza chiuso
ð A) processo di industrializzazione senza interferenza delle classi popolari B) obiettivo di crescita economica grazie al capitalismo (anche se prouce disuguaglianze => in questo sono diversi dai regimi autoritari!
Meriti: attenzione sul rapporto sviluppo economico/partecipazioe politica/azione di Governo
Critiche: a) sottovalutazione della vitalità di gruppi forti (partiti, sindacati, confessioni,…) b) sopravvalutazione della compattezza delle classi militari e coincidenxz dei loro interessi con quelli delle oligarchie c) esagerando l’esclusione totale delle classi popolari
[COLLIER] secondo lui i regimi autoritari-burocratici di O’Donnell sono inutili essendo stati usati per descrivere il sistema di una data area di un dato Periodo (USA latina), con relative critiche sopra dette
[RUSTOW, 1970] = è anticipatore, e descrive le [fasi di transizione verso una democrazia] =1) gli attori devono essere d’accordo sull’appartenenza ad una comunità politica (es. no ex-.URSS) 2) fase preparatioria (lotte prolungate e vincitore attraverso il compromesso, che serve anche a riconoscere le diversità) 3) fase della decisione (creazione di strutture e procedure che preservino le diversità e le valorizzino) 4) assuefazione alle norme e alle procedure democratiche (NB. Il compromesso democratico non può e non deve porre termine al conflitto politico)
ð A) non esiste rapporto causa effetto fra associazionismo/capitalismo/democrazia
ð B) il sistema internazionale, anche se non decisivo, è facilitante o debilitante della democrazia
[PRIDHAM, 1991] = in accordo con Rustow sul sistema internazionale, dice che quantomeno c’è contaminazione positiva fra Paesi vicini (quella negativa è più difficile)
[LIPSET] = “ i sistemi socio-economici più sviluppati sono quelli che riescono a creare e mantenere un regime democratico”; indicatori socio-economici: Y pro-capite, tasso di istruzione, tasso di urbanizzazione, industrializzazione, esposiozne ai mezzi di comunicazione
ð problema mnetodologico di fondo: Lipseto vuole stabilire una correlazione (probabilità statistica) o relazione causa-effetto (legge statistica)? Sicuramente lui vuole una causa-effetto (legge), come dimostrato anche da Huntington
con Schneider, 1983 = [nascita della politica dell’anti-politica] = riferivano del gap di fiducia tra cittadini e rappresentanti
[PRZEWORSKI e LIMONGI] = [riformulazione della tesi di Lipset] = 1) la nascita dei regimi democratic non è influenzata dalle condizioni socio-economiche 2) non è lo sviluppo rapido a far entrare in crisi le democrazie, ma sono le crisi e le cattive prestazioni economiche 3) nei Paesi ricchi c’è più possibilità di sopravvivenza della democrazia solo perché hanno maggiori risorse economiche per fronteggiare le crisi
[NORRIS] = riprende easton nella tripartizione a) comunità b) regie c) autorità e va oltre =”i cittadini possono dare notevole sostegno ai principi della democrazia ma essere critici sul suo funzionamento”
[GRUMM, 1958] = concluse l’analisi di Duverger sostenendo che la proporzionale è una conseguenza piuttosto che una causa del sistema partitico [???]
[BOGDANOR] = “ogni teoria che fa del sistema elettorale un fattore causale è insostenibile” [???]
[elezione premier Israele] = è uno dei fautori della riforma del sistema israeliano a elezione diretta del premier, che la voleva assimilare al sistema di Governo della V Rep Fr, ma non cojnnta che nel sistema francese il P. ha sempre una maggioranza parlamentare e che viene cambiato se la maggioranza cambia;
sostiene inoltre che debba essere eletto prima dell’elezione del Parlamento in modo che l’elettore può sceglere o meno di dargli una maggioranza
[NOHLEN] = “i sistemi elettoarli non si possono costruire deliberatamente e non si possono cambiare a piacimento” [???]
ð ma lui e altri studiosi fanno riferimento all’UE-post-2GM dove solo la Fr. Era passata da proporz a magg
[RAE] = sottopone la prima legge di Duverger a verifiche correlazionali, atbilenso una significatività dell’89,7%, associazione forte, ma “leggeremente più debole” di una legge sociologica
[indice di frazionalizzazione – F] = indica la probabilità che 2 membri di un Parlamento appartegano a partiti diversi
ð 0-1 (un partito-tanti partiti quanti sono i parlamentari)
ð 2 difetti tecnici a) sopravvaluta partiti grandi e sottovaluta piccoli b)è insensibile alle linee di cleavage
[TAAGEPERA e SCHUGART, 1929] = [lavoro-quantittativo-matematico] = [effetto numero dei partiti – indice HH] = determinano i partiti rispetto alle quote dei voti (peso relativo)
ð no cleavage, non conta gli astenuti
ð risultati simili all’indice di Rae
riformulano le teorie di Duverger in una [“regola generalizzata di Duverger”] = “il numero effettivo dei partiti elettorali è di solito entro l’unità ± derivata da N = 1,25 ( 2 + log M )
ð ma non è una legge esplicativa!
[SCHUGART e CAREY, 1992] = introducono il 4° criterio dei sistemi presidenziali = 4) [il Presidente deve avere una qualche autorità legislativa costituzionalmente garantita]
ð per Sartori è assumibile come criterio anche se troppo vago
Irlanda nei sistemi parlamentari (a ragione), Weimar e Sri Lanka nei sistemi presidenzial-parlamentari (a torto)
[FARQUHARSON, 1969] = “il sistema proporzionale postula un voto sincero perché permette all’elettore di esprimere liberamente la sua prima preferenza, laddove il maggioritario richiede un voto strategico, cioè la concentrazione del voto su vincitori probabili
[MAINWARING] = “dal 1967 ci sono state 31 democrazie ininterrotte e di queste solo 4 presidenziali (USA, Costa Rica, Venezuale, Colombia)
il multipartitismo noon c’entra né con la stabilità della democrazia né con i problemi dl presidenzialismo
[RIGGS] = “di 76 sistemi politici i 33 presidenziali hanno avuto un tasso di fllimento del 91% (30) contro il 31% dei sistemi parlamentari”
[NEUSTADT] = “i Padri Fondatori non crearono un Governo di poteri separati, ma un Governo di istituzioni separate che condividono il potere” VS [JONES] = “Governo di istituzioni separate che competono per un potere condiviso”
[MAYHEW] = è uno dei pochi studiosi per cui la separatezza dei poteri USA non espongono al rischio di paralsi, perché nella normale produzione legislativa non c’è differenza
ð è sempre difficile valutare la produzione legislativa
ð non contabilizza le omissioni (progetti di legge neppure presentati perché non verranno approvati)m
[POLSBY, 1993] = 1) si deve xostreuire una coalizione che attraversi i partiti per tessere gli accordi localistici 2) approvare una legislazione che comporat sacrifici è rischioso per i rappresentanti, lo fanno solo se si condivide la responsabilità
ð le sue coalizioni sono accordi occasionali questione per questione, senza un minimo di stabilità
[DEBRE’] = estensore della Cost. V Rep Fr non voleva certo un P. imperiale!
[MENCKER] = “per ogni problema umano c’è un asoluzione che è semplice, chiara, e sbagliata”
[GORDON SMITH] = sbaglia nel sostener che le Camere Alte sono corpi obsoleti e anacronistici
[BURKE] = [rappresentante indipendente]
ð però come può un Parlamento atomizzato di membri indipendenti o all’opposto collegio-serventi, essere un Parlamento che funziona?
[MADISON e HAMILTON] = si opposero all’inserimento del Bill of Rights nella Costituzione perché dicevano che “i diritti non erano protetti da dichiarazioni, ma dalla struttura stessa del Governo costituzionale”
[FILMER, 1648] = [difensore della monarchia di Carlo I] = “ogni potere legislativo deve essere arbitrario, pouchè fare una legge secondo legge è una contradictio”
ð e il costituzionalismo rappresenta proprio il superamento di questa presunta contraddizione
[JON ELSTER] = [teroia “Costituzioni come strumenti di giustizia”] = “è impossibile prevedere con certezza o con probabilità quantidficata le conseguenze di un cambiamento costituzionale , tanto da considerare la Costituzione come obiettivo di giustizia”
ð ma lo stesso allora vale per la prevedibilità dei motivi di giustizia, e, in termini più generali, tale imprevedibilità compromette la capacità di riformare!
ð La sua tesi si basa su 2 premesse = 1) imprevedibilità di modifiche istituzionali 2) la ingegneria sociale fatta pezzo per pezzo non è di aiuto
[CECCANTI] = parla dell’elezione diretta del premier attraverso il modello svedese e non inglese = [disegno di legge Tonini DS 2001 e Galan FI] = unica scheda di voto per candidato del collegio uninominale cui è collegato il candidato a premier, con il collegamento diventa premier senza fiducia parlamentare, il premier può presentare le dimissioni o in alternativa richiedere elezioni anticipate, le sole dimissioni comportano la sua sotituzione senza ricorso al voto (cioè senza un premier da elezione popolare)
ð modello d’esempio sbagliato: in Svezia il premier può dimettersi perché non è eletto direttamente (e quindi non c’entrano niente le elezioni)
ð scelta senza libertà di scelta data dal collegamento
ð problema di frenare la tirannide della maggioranza tramite maggioranze qualificate per il maggioritario, e non più assolute, che andavano bene con la proporzionale
[SARTORI, BOBBIO, DAHL] =
1) nella democrazia rappresentativa il demos non decide in proprio le questioni, ma si limita a scegliere chi le deciderà
2) per ottenre di più, ogni incremento di demo-potere deve essere sostenuto da un incremento di demo-sapere, per evitare il “direttismo” gestito da incompetenti
“il doppio turno tende ad essere un sistema di partiti a) multipli b) flessibili c) relativamente stabili” = tesi sbagliata, studio sulla III Rep FR. 1870-1940 che non aveva soglie per il secondo turno
Fonti: Pasquino Gianfranco, Nuovo Corso di Scienza Politica, Il Mulino, Bologna.
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