Sull’individuo
libero
Tutte le nostre azioni e i nostri desideri sono legati all'esistenza degli altri uomini.
L'individuo lasciato solo fin dalla nascita resterebbe, nei
suoi pensieri e sentimenti, simile agli animali.
Il valore di un uomo, per la comunità in cui vive, dipende
anzitutto dalla misura in cui i suoi
sentimenti, i suoi pensieri e le sue azioni contribuiscono
allo sviluppo dell'esistenza degli
altri individui.
E tuttavia solo l'individuo libero può meditare e conseguentemente creare nuovi valori.
Senza personalità creatrici capaci di pensare e giudicare
liberamente, lo sviluppo della società in senso progressivo è altrettanto poco
immaginabile.
Sulla brama e sulle
ambizioni
L'Europa ospita all'incirca una popolazione tre volte
maggiore di quella di cento anni fa. Ma il numero di uomini dotati di
temperamento geniale è diminuito senza proporzione.
In una certa misura l'organizzazione ha sostituito le
qualità del genio.
La divisione razionale del lavoro diverrà una necessità
sempre più imperiosa e porterà alla sicurezza materiale degli uomini. E questa
sicurezza unita al tempo e all'energia che resterà disponibile, può essere un
elemento favorevole allo sviluppo della personalità.
[Ma il pericolo
maggiore sono le] possenti aspirazioni, provocate dalla corsa troppo rapida
della civiltà.
Solo l'esempio di
personalità grandi e pure può condurre a nobili pensieri e ad elette
azioni.
Il denaro suscita
soltanto egoismo e spinge sempre, irresistibilmente, a farne cattivo uso.
Siamo qui per gli altri uomini. Io devo sforzarmi di dar
loro, in eguale misura, ciò che ho ritenuto e ciò che ancora ricevo. Sento il
bisogno di condurre una vita semplice.
Le differenze di classe sociale non sono giustificate e, in
fin dei conti, trovano il loro
fondamento nella violenza; ma credo anche che una vita modesta sia adatta a chiunque, per
il corpo e per lo spirito.
Il mio ideale politico è l'ideale democratico. Ciascuno deve essere rispettato nella sua
personalità e nessuno
deve essere idolatrato.
Per me l'elemento prezioso nell'ingranaggio
dell'umanità non è lo Stato, ma è l'individuo creatore e
sensibile.
…la peggiore fra le creazioni, quella delle masse Armate…
Sull’esistenza e
sul connubio tra fede e scienza
Qual è il senso della nostra esistenza, qual è il significato dell'esistenza di tutti gli esseri
viventi in generale? Il saper rispondere a una siffatta
domanda significa avere sentimenti religiosi.
Chiunque crede che la sua propria vita e quella dei suoi
simili sia priva di significato è non soltanto infelice, ma appena capace di
vivere.
Difficilmente
troverete uno spirito profondo nell'indagine scientifica senza una sua
caratteristica
religiosità. Ma questa
religiosità si distingue da quella dell'uomo semplice: per
quest'ultimo Dio
è un essere da cui spera protezione e di cui teme il castigo
è un sentimento
elevato della stessa natura dei rapporti fra figlio e padre.
Il passaggio dalla religione-terrore alla religione morale
costituisce un progresso importante nella vita dei popoli.
Ogni religione è in fondo un miscuglio dell'una e dell'altra
con una percentuale maggiore tuttavia di religione morale nei gradi più elevati
della vita sociale.
In ogni caso vi è
ancora un terzo grado della vita religiosa, sebbene assai raro nella sua
espressione pura ed è quello della religiosità cosmica. Essa non può essere
pienamente compresa da chi non la sente poiché non vi corrisponde nessuna idea
di un Dio antropomorfo.
I geni religiosi di tutti i tempi risentono di questa
religiosità cosmica che non conosce né
dogmi né Dei
concepiti secondo l'immagine dell'uomo. Non vi è perciò alcuna Chiesa che
basi il suo insegnamento fondamentale sulla religione cosmica.
Secondo considerazioni storiche, si è propensi a ritenere
scienza e religione antagonisti inconciliabili. In realtà non è cosi.
Sulla causalità e
sulla prigione dell’Io
Il sapiente è compenetrato dal senso della causalità per tutto ciò che avviene.
Per lui l'avvenire non comporta una minore decisione e un
minore impegno del passato; la morale non ha nulla di divino, è una questione
puramente umana.
Tutto ciò che è fatto
e immaginato dagli uomini serve a soddisfare i loro bisogni e a placare i
loro dolori.
L'individuo è cosciente della vanità delle aspirazioni e
degli obiettivi umani e, per contro,
riconosce l'impronta sublime e l'ordine ammirabile che si
manifestano tanto nella natura quanto nel mondo del pensiero.
L'esistenza
individuale gli dà l'impressione di una prigione e vuol vivere nella piena
conoscenza di tutto ciò che è.
Il vero valore di
un uomo si determina esaminando in quale misura e in che senso egli è
giunto a liberarsi
dall'io.
Questa convinzione legata al sentimento profondo della
esistenza di una mente superiore che si manifesta nel mondo della esperienza,
costituisce per me l'idea di Dio.
Sull’orgoglio e la
superbia nel concepire un’immagine del mondo errata
L'uomo cerca, in
maniera adeguata alle sue esigenze, di formarsi un'immagine del mondo,
chiara e semplice, e di trionfare cosi
sul mondo della esistenza sforzandosi di rimpiazzarlo, in una certa misura, con
questa immagine.
Di questa immagine e della sua conformazione, egli fa il
centro di gravità della sua vita sentimentale.
L'estrema nitidezza,
chiarezza, certezza, non si ottengono che a spese dell'incertezza.
La missione più alta
è la ricerca di queste leggi elementari, le più generali, dalle quali si
parte per raggiungere, attraverso semplici deduzioni, la immagine del mondo.
Nessun cammino logico conduce a queste leggi elementari: l'intuizione sola, fondata sull'esperienza, ci può condurre ad esse.
Nessuno di coloro che hanno approfondito realmente il
problema saprebbe negare che il mondo delle osservazioni determina
praticamente, senza ambiguità, il sistema teorico.
Lo stato
sentimentale che rende idoneo a simili azioni rassomiglia a quello dei
religiosi o degli amanti: lo sforzo giornaliero non deriva da un calcolo o da
un programma, ma da un bisogno immediato.
Non ascoltate i loro discorsi, ma attenetevi alle loro
azioni. Perché a colui che crea, i prodotti della propria immaginazione
sembrano cosi necessari e naturali che non considera, e non vorrebbe che
fossero considerati, come invenzioni del pensiero, ma come realtà
concrete.
Sulla struttura
razionale del sistema e sulla sua inafferrabilità
Il pensiero logico,
da solo, non ci può fornire conoscenze sul mondo dell'esperienza e termina in
essa. Le proposizioni puramente logiche sono vuote davanti alla realtà.
La ragione dà la
struttura del sistema.
Le idee e i principi fondamentali, che non si possono
logicamente rendere più elementari,
sostituiscono la inevitabile parte, razionalmente
inafferrabile, della teoria.
I concetti e le leggi
fondamentali non sono, dal punto di vista della logica, creazioni dello spirito
umano.
La via giusta esiste e che possiamo trovarla.
Un altro sentimento d'ammirazione e di venerazione che va
non più a un essere umano, ma all'armonia
misteriosa della natura nella quale siamo nati.
Sembra che la natura umana sia tenuta a costruire
indipendentemente le forme prima di
poterne dimostrare l'esistenza nella natura.
Occorre il paragone fra ciò che lo spirito umano ha
concepito e ciò che ha osservato.
La fede in un mondo
esterno indipendente dall'individuo che lo esplora è alla base di ogni
scienza della natura.
I concetti non
acquistano un fondo interiore se non sono legati, sia pure indirettamente, con
le esperienze dei sensi. Ma questo vincolo non si può scoprire attraverso
la ricerca logica, esso può soltanto essere lo scopo di un'azione vitale.
Significa rappresentarsi il contenuto dell'esperienza al
quale corrispondono queste parole. Questo problema al di fuori della logica
costituisce il problema dell'esistenza reale.
Soltanto in questo caso si può porre razionalmente il
quesito dell'esistenza di una cosa rappresentata in astratto.
Le idee si
riferiscono alle esperienze dei sensi, ma non possono mai derivarne
logicamente.
Per quanto concerne l'idea di spazio, quella dell'oggetto
corporeo sembrerebbe doverla precedere, ma non è cosi.
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