Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Paura del traffico, pranzo intoccabile anche se più "salato", dormitori...

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Traffico a Shanghai,
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La lentezza del traffico fa sì che i cinesi abbiano una paura folle della velocità, e tutti, taxisti compresi, hanno paura di andare, anche a strade vuote, a più di 50 km/h. E così l'ambulanza, che utilizza solo la sirena, senza sbrigarsi per nulla. Intoccabile è anche la lentissima pausa pranzo a mezzogiorno e mezzo, 30 minuti in cui il tempo si ferma, i taxi non circolano più, Shanghai sembra immobilizzata e –solo per un po' – smette di correre. E ciò, nonostante il rialzo dei prezzi. In tutto il mondo non si fa altro che parlare del rialzo delle derrate agricole, e qui se ne vedono gli effetti diretti: Saizeriya, una catena di ristoranti economici dove si può comprare un piatto di pasta a un euro o carne + patate + brocco li + uovo a 1,60 euro, ha rivisto al rialzo il prezzo del riso, che da quei 10 centesimi di prima, proprio questi giorni è raddoppiato, passando a 20.
Dico circa perchè c'è un altro fatto: la rivalutazione dello yuan (la moneta cinese), che sta diventando più "forte" di prima: se a gennaio 1000 yuan equivalevano a circa 90 euro, oggi equivalgono (11 mesi dopo!) a 120 euro.
E anche se sta succedendo questo, il costo della manodopera continua a restare basso, e i lavoratori in qualche modo non appagati: proprio l'altro ieri, camminando per strada di sera, ho visto degli operai che dormivano in un dormitorio alquanto strano. Il loro posto di lavoro: finita la loro mansione di muratori, hanno allestito delle brandine con delle coperte sudicie, e si son messi a dormire lì, nella casa in cui lavoravano, forse per 5-6 ore, per poi riprendere a lavorare il giorno successivo e martellare per 18 ore consecutive.
Ma, ripeto, va sempre apprezzato lo sforzo del governo cinese che sempre più sta adottando misure per risolvere situazioni disagiate, sempre attento com'è alle esigenze della crescita (anche culturale) della propria popolazione.

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