Che la nostra vita e il “sapere” vengano affidati ad un
algoritmo è una nuova forma di condizionamento e di dipendenza, come ne abbiamo
a centinaia e da cui dobbiamo distaccarci consapevolmente.
Il cosiddetto “algoritmo google” sceglierà e
selezionerà ciò che dobbiamo sapere e conoscere al posto nostro, ci dirà cosa
trovare e cosa no, e penserà per il nostro cervello. Certo, l’uomo
comune potrebbe essere anche contento perché troverà e farà senza sforzo ciò
che prima richiedeva volontà e determinazione.
Questo porterà prima alla parziale, e poi alla completa,
incapacità di ragionare, memorizzare (dove sono finiti “i
palazzi della memoria” di Camillo, Bruno e Ricci?), riscoprire cose non
conosciute, e collegare le cose e i pensieri fra di loro.
Il Critone
di Platone è esempalare: le nostre azioni e il nostro modo di pensare sono
sempre più dettate dall’opinione della gente, dalle mode, dalla mancanza di
ragionamento e confronto con noi stessi e con gli altri. Se i condizionamenti
nella vita vi sono sempre stati (famigliari, sociali, culturali, economici),
ora si sono inaspriti e ed è sempre più difficile decidere e scegliere per
nostra coscienza e convinzione, nel pieno rispetto delle leggi dell’uomo e
della natura.
La rete come la conosciamo ci condiziona da relativamente
poco, da una ventina d’anni o poco più: internet, alla stessa stregua dei libri
da leggere, dovrebbero essere usati come un mezzo, e con la consapevolezza di discernere ciò si legge e ciò che si “trova”.
Nessun commento:
Posta un commento