Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

L'Egitto illustrato da Ippolito Rosellini

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Disegno originale dei Monumenti Civili.
La scena raffigurata nel disegno è situata nell'angolo sud della tomba tebana di Sennefer, vissuto durante il regno di Amenofi II.
Il disegno raffigura un vasto complesso di giardini situato lungo un corso d'acqua e chiuso da un recinto di protezione. Al centro si trova un vigneto a pergolato, circondato da un viale di palme di datteri, palme dum, persee e sicomori, in mezzo al quale sono sistemati quattro laghetti artificiali con anatre, fiori di loto, piante di papiro ed altra vegetazione palustre.

Ippolito Rosellini e gli inizi dell'Egittologia. Disegni e Manoscritti originali della spedizione in Egitto.

Disegno originale dei Monumenti Civili.
Il disegno è tratto da una delle tombe rupestri di Beni Hasan: esso era stato completamente ignorato dalla spedizione napoleonica, ma la spedizione Franco-toscana di Rosellini ha voluto dare una nuova linfa all'Egitto.
Il disegno riproduce una scena molto vivace della raccolta dei fichi, mentre tre scimmiette si arrampicano sui rami e si nutrono dei succulenti frutti.
Assieme al cane, la scimmia era l'animale verso cui gli egiziani dimostravano maggior affetto e indulgenza.



La scena è tratta dalla decorazione della parete ovest di una sala della tomba del visir Rekhmira.
Vi sono raffigurati degli scultori nell'atto di rifinire una statua colossale, probabilmente in granito rosa, di un sovrano stante. Uno scriba traccia sul pilastro dorsale della statua l'iscrizione che dovrà essere incisa da uno scalpellino.

La scena di macellazione qui riprodotta venne usata da Rosellini per la descrizione delle abitudini alimentari degli antichi egiziani. Esse provengono da una delle camerette laterali della tomba di Ramses III nella Valle dei Re.
In questo disegno si vede un macellaio sgozzare un bue e far colare attentamente il sangue entro un catino, due lavoranti portano dei vasi pieni di sangue, mentre in secondo piano un uomo sembra intento alla cottura del sangue in una grossa pentola.

Sempre da una delle camerette della tomba di Ramses III: la raffigurazione di una barca con vela spiegata.
L'imbarcazione ha un'ampia vela colorata in rosso, blu e verde e finemente decorata con motivi geometrici ed una teoria di uccelli rekhit e avvoltoi.
Il doppio remo-timone termina con teste di sfingi coronate.

Il Colosso di Ramses II a Menfi, scoperto dal capitano Giovan Battista Caviglia tra il 1820 e il 1828.
Esso doveva presumibilmente decorare la porta meridionale del recinto del grande tempio di Ptah.

Una vignetta del Libro della Vacca Celeste: la dea Nut come mucca è la rappresentazione mitologica dei cieli.
La vacca, sul cui ventre sono rappresentate le stelle in fila, è sorretta da dio Shu. In aiuto del dio vengono da lui create otto divinità Heh, che sorreggono a coppie le quattro zampe della vacca.
Il dio Heh è la personificazione dell'infinito, dell'eternità e il geroglifico con la sua forma rappresenta il numerale 100.000.

Prospetto di uno dei colossi di Memnon.

Veduta del monumento rupestre presso Beni Hasan, databile al tempo di Alessandro IV, figlio di Alessandro Magno e Rossane. Nel fregio superiore si ripetono i cartigli del re macedone incorniciati dai simboli dell'Alto (fiore di loto e ovvoltoio) e Basso (papiro e cobra) Egitto.
Nel fregio inferiore, sotto una fila di stelle, Alessandro IV è rappresentato sei volte di fronte a diverse divinità.


Colosso meridionale ("vicino al Nilo") del tempio rupestre di Ramses II ad Abu Simbel (1829).

Parte del quadro militare della parete meridionale del pronaos del grande tempio di Abu Simbel.
Nella scena completa, il faraone Ramses II attacca una fortezza siriana (qui rappresentata): tutti sono trafitti dalle frecce scagliate.

Scena di battaglia tratta dalla grande decorazione della parete settentrionale del tempio rupestre di Abu Simbel, in cui è ritratta la famosa battaglia di Qadesh.
Gli arcieri egiziani montati su carri e disposti in compatte schiere sulla sinistra bersagliano i lancieri hittiti sulla destra.
Mentre gli hittiti ospitano tre soldati (lanciere, porta scudo e auriga) per cocchio, gli egiziani fanno a meno dell'auriga legandosi le redini alla vita e risultando più leggeri, e quindi più agili nei movimenti.

Ritratto di Seti I, che illustra i canoni tipici dei faraoni del tempo.
Il faraone indossa una parrucca dell'età ramesside, con l'ureo, il cobra simbolo della regalità e un ricchissimo collare.

Ritratto di Ramses III, ornato della corona atef, copricapo piumato del dio Osiride.
Le corna tortili richiamano il dio creatore Khnum; il falco sulla nuca è il dio Horus, protettore della regalità; i cobra rappresentano la dea Uadjet,associata alla regione del Basso Egitto.

Dea Pakhet, così come rappresentata sulla parete destra del portico dello Speos Artemidos, a Beni Hasan.
La dea, a testa di leonessa, regge due menat e due scettri a forma di fiore di loto con cobra, che rappresentano l'Alto e il Basso Egitto.
Divinità protettrice, attacca con forza i nemici, e chiamata in difesa dell'ingresso degli wadi.

Ipostasi tebana di Khonsu raffigurata nella porta della grande cinta di Amon, che attraverso il viale degli Arieti connetteva il tempio di Khonsu con il viale di Sfingi che si dirigeva a sud di Luxor.
Il dio è "Colui che conta il tempo della vita".

Rappresentazione di Anubi, da uno dei pilastri della camera "F" della tomba di Seti I nella Valle dei Re.

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