Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Riflessioni di Saint-Martin

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> tutta l’esistenza dell’uomo deve trasformarsi in un interrotto succedersi di azioni vive e consequenziali (non solo esteriori, ma prevalentemente interiori). La preghiera è da intendersi come forma vitale del pensiero.

> il Riparatore, il Cristo Cosmico, ha sostituito le antiche espiazioni.
Concetto questo importante ma la domanda è: come riportare il principio immateriale che ci permea allo stato originario se questo ora si è sensibilizzato in forme materiali disordinate?


> “l’uomo, preso per soggetto, non concepisce né scorge l’oggetto astratto del suo pensiero; egli lo riceve, ma da una sorgente diversa da quella delle impressioni sensibili. Inoltre, l’uomo che si raccoglie e che fa abnegazione, di sua volontà, di tutte le cose esteriori, opera ed ottiene la conoscenza intima del principio stesso del pensiero o della parola […] L’essere divino si rivela così allo spirito dell’uomo; e nello stesso tempo si manifestano le conoscenze che sono in rapporto con noi stessi.
La conoscenza delle cose divine è diretta e non passa per i sensi; essa implica la conoscenza vera ma anche la sua relazione con la nostra più intima interiorità. Dobbiamo cacciare tutte le cose esteriori… dobbiamo ricevere (e non cercare di comprendere con la mente!) questo oggetto astratto del pensiero… Ma allora la chiave di volta è tutta lì, nel pensiero, nell’astrazione massima del pensiero svincolato dalla concezioni che crea la mente, un oggetto astratto inconcepibile dalle nostre menti umane allo stato attuale.

> “devo dire a colui che cercasse di vedere gli spiriti che non adempirebbe al principale scopo dell’opera, e potrebbe essere ancora molto lontano dal meritare d’essere al rango degli operai del signore”.
“Gli osservatori oziosi e i cabalisti speculativi non trovano nulla: è perché parlano sempre e non verbano mai”.

> L’opera della preghiera è l’azione stessa, la generazione viva dell’ordine divino che si trasferisce in lui.
Con la forza e la perseveranza nella preghiera, si ottiene o la convinzione esteriore (che è la testimonianza) o quella interiore (che è la fede).
“Cerca che tutto diventi vivo nella tua preghiera, non di quella vivacità che consiste nella lunghezza dell’orazione, né nella moltitudine delle parole, ma di quella vivacità che fa che tutto ciò che la nostra anima genera divenga un fuoco divorante che dissolve tutte le nostre brutture.”

> l’opera particolare dell’uomo è un’imitazione dell’opera generale; che così non otterrà lo scopo delle sue opere, se non comincia col ripetere in lui l’immolazione dell’agnello, perché l’opera particolare dell’uomo deve anche partorirgli un mondo, vale a dire una universale operazione spirituale.

> Ma quest’opera è così importante che devi guardarti dal desiderarla prima che le tue sostanze siano abbastanza pure e forti per sopportarla, poiché non può esservi simpatia che tra esseri analoghi. Importanza dell’attesa e del giusto periodo di purificazione.

> L’uomo prega sempre, anche quando egli non ne sa nulla; e le preghiere che fa con conoscenza sono solamente la produzione di quelle che ignora: esse non sono che il flusso di quel fiume eterno che s’ingenera in lui: esse non hanno per scopo che di vivificare tutte le sue membra, tutti i suoi sentieri e mediante lui tutte le regioni, affinché la vita sia dappertutto. Tuttavia, se a questa preghiera segreta e sconosciuta, egli non unisce le sue preghiere attive e volontarie, questa preghiera segreta non gli serve a nulla.

> Le emanazioni dei miei pensieri, delle mie volontà e delle mie azioni, non alterano in nulla la nostra essenza.
Come nell’emanazione generale il cui dipanamento non altera l’essenza divina, anche tutto quello che l’uomo fa e produce all’esterno con pensieri, parole e azioni non altera la propria essenza;

> “la morte dev’essere guardata solamente come una posta di cambio nel nostro viaggio. Noi arriviamo a questa posta con i cavalli affaticati e sfiniti, e vi veniamo per prenderne che siano freschi ed in condizione di condurci più lontano. Ma bisogna anche pagare tutto ciò che si deve per la corsa che è stata fatta; e fin quando i conti non sono saldati, non veniamo messi in cammino per la corsa successiva” […] per cui, dopo la vita terrena esistono più tappe di purificazione tra la morte e la reintegrazione.

> Noi riceviamo quaggiù il battesimo dell’acqua che ci dispone ai combattimenti dell’ordine fisico, dandoci delle armi contro questa regione; bisogna dunque che la nostra anima venga pure a nudo un giorno, in una regione che le sia analoga, affinchè vi faccia le sue prove […] alla morte, i criminali restano sotto la propria giustizia, i saggi sotto la giustizia di Dio, e i riconciliati sotto la sua misericordia.

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