Prendo spunto da questo
articolo di Esopedia per parlare un po’ degli Ordini Illuministici.
Innanzitutto, l’articolo in oggetto, scritto dal martinista Papus
è in linea generale ben fatto, ma ci sono dei punti da chiarire perché tutti
gli autori hanno dei punti deboli e dei punti di forza.
- La società
d'Illuminati è legata all'invisibile da uno o più capi. Il suo principio di
esistenza e di durata ha dunque la sua origine in un piano superumano e il suo
governo avviene dall'alto in basso, con l'obbligo, per i membri della
Fratellanza, di obbedire ai capi. La
società dei massoni non è per nulla legata all'invisibile. Il suo principio di
esistenza e di durata ha origine dai suoi membri e soltanto dai suoi membri;
tutto il suo governo si svolge dal basso verso l'alto con selezioni successive
per elezione. Ne segue che quest'ultima forma di fratellanza non può produrre
per fortificare la sua esistenza che le carte e i documenti amministrativi
comuni ad ogni società profana; mentre gli Ordini Illuministici si riferiscono
sempre al Principio invisibile che li dirige.
Su questo punto mi vengono in mente due cose: una riguardo a
Guenon e al fatto che lui era ossessionato da centri spirituali occulti;
l'altra è il manifesto dei R+C.
Rigettando l'ipotesi guenoniana, non si può rigettare per
intero il fatto che delle fratellanze spirituali.
- Agli sforzi incessanti dei Fratelli Illuminati della
Rosa+Croce, l'invisibile recò un contributo considerevole con l'illuminazione
di Swedenborg, il celebre sapiente svedese.
Mi sembra che Swedenborg, al di là della presunta
"illuminazione" rosacruciana, fosse molto influente, organizzò un
Ordine che dice Papus essere per nulla affine alla Massoneria. Sul fatto che
abbia iniziato o meno Martinez, credo sia tutto da vedere, data la grande
carenza di dati sulla vita di quest'ultimo.
- Senza dubbio c'è una grande virtù in questa vera
pronuncia, tanto centrale che orale, di questo gran nome e di quello di Gesù
Cristo che ne è il fiore. La vibrazione della nostra aria elementare è cosa
molto secondaria nell'operazione con cui questi nomi rendono sensibili le cose
che non lo sono. La loro virtù sta nel fare oggi e in ogni momento ciò che
hanno fatto all'inizio delle cose per dare origine ad esse; e poiché esse hanno
prodotto ogni cosa prima che esistesse l'aria, senza dubbio sono ancora al di
sopra dell'aria, quando adempiono le stesse funzioni; e non è impossibile a
questa divina parola farsi sentire, anche da un sordo e in un luogo privo
d'aria, come non è difficile alla luce spirituale rendersi sensibile ai nostri
occhi anche fisici, quand'anche fossimo ciechi e sprofondati nella prigione più
tenebrosa.
Mi interessa l'importanza che si dà alla Parola, al
centro della parola e alla sua vibrazione, ma anche all'importanza di sentire
la divina parola con la vera comprensione, al di là dei sensi fisici.
- Come ogni Illuminato, Saint-Martin insiste sul pericolo
delle comunicazioni con gli astrali.
Mi interessa il fatto che mette ben in guardia
dall'attaccarsi (come farebbero in molti) al piano astrale e psichico, che non
può essere il fine ultimo della iniziazione.
- Se il Willermozismo si appoggiava, per il reclutamento dei
quadri inferiori, sulla massoneria, non era lo stesso per il movimento
individuale di Saint-Martin. Questi non ricercava che la qualità senza mai
preoccuparsi del numero ed ha sempre nutrito un disprezzo misto di pietà per i
piccoli intrighi, le piccole cabule e le meschinerie delle logge massoniche… Non
chiedendo alcun compenso, né diritti di ammissione, non esigendo alcun tributo
se non un esiguo contributo alle spese generali, il Martinismo è rimasto fedele
al suo spirito ed alle sue origini facendo della povertà materiale la sua prima
regola.
Mi interessa l'affermazione del Martinismo come movimento
nato in povertà per una vera crescita spirituale e dove si guarda alla qualità
dei membri. Anche l'opera di Willermoz, sebbene rivolta alla Massoneria con
la sua RER mi pare in buona fede.
- Il Martinismo
costituisce dunque una Cavalleria d'altruismo opposta alla legge egoista
degli appetiti materiali, una scuola nella quale si impara a ridare al denaro
il suo vero giusto valore di sangue sociale, e a considerarlo un influsso
divino, infine un centro nel quale si impara a restare impassibili di fronte ai
turbini positivi o negativi che sconvolgono la società. Formando il nucleo
reale di questa università vivente che rifarà un giorno il matrimonio della
scienza senza divisione con la fede senza epiteto, il Martinismo si sforza di
rendersi degno del proprio nome creando scuole superiori delle scienze
metafisiche e fisiogoniche sdegnosamente escluse dall'insegnamento classico con
il pretesto che sono occulte.
Mi sembra che questa frase sia un'ottima sintesi fra
spiritualità e appetiti materiali, e che collimi anche con l'insegnamento
di Platone della Repubblica del saggio.
Concludo dicendo che è chiaro che Papus risponda con questo scritto a
degli attacchi (materialisti atei e clericali) che furono rivolti al
martinismo, ma proprio per questo l'ho reputato interessante: per capire la sua
posizione a tali attacchi e la sua posizione in merito al martinismo, di cui fa
una discreta sintesi.
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