Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze, Norberto Bobbio

Papus e la società d'Illuminati

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Prendo spunto da questo articolo di Esopedia per parlare un po’ degli Ordini Illuministici.
Innanzitutto, l’articolo in oggetto, scritto dal martinista Papus è in linea generale ben fatto, ma ci sono dei punti da chiarire perché tutti gli autori hanno dei punti deboli e dei punti di forza.

La società d'Illuminati è legata all'invisibile da uno o più capi. Il suo principio di esistenza e di durata ha dunque la sua origine in un piano superumano e il suo governo avviene dall'alto in basso, con l'obbligo, per i membri della Fratellanza, di obbedire ai capi.  La società dei massoni non è per nulla legata all'invisibile. Il suo principio di esistenza e di durata ha origine dai suoi membri e soltanto dai suoi membri; tutto il suo governo si svolge dal basso verso l'alto con selezioni successive per elezione. Ne segue che quest'ultima forma di fratellanza non può produrre per fortificare la sua esistenza che le carte e i documenti amministrativi comuni ad ogni società profana; mentre gli Ordini Illuministici si riferiscono sempre al Principio invisibile che li dirige.

Su questo punto mi vengono in mente due cose: una riguardo a Guenon e al fatto che lui era ossessionato da centri spirituali occulti; l'altra è il manifesto dei R+C.
Rigettando l'ipotesi guenoniana, non si può rigettare per intero il fatto che delle fratellanze spirituali.

- Agli sforzi incessanti dei Fratelli Illuminati della Rosa+Croce, l'invisibile recò un contributo considerevole con l'illuminazione di Swedenborg, il celebre sapiente svedese.

Mi sembra che Swedenborg, al di là della presunta "illuminazione" rosacruciana, fosse molto influente, organizzò un Ordine che dice Papus essere per nulla affine alla Massoneria. Sul fatto che abbia iniziato o meno Martinez, credo sia tutto da vedere, data la grande carenza di dati sulla vita di quest'ultimo.

- Senza dubbio c'è una grande virtù in questa vera pronuncia, tanto centrale che orale, di questo gran nome e di quello di Gesù Cristo che ne è il fiore. La vibrazione della nostra aria elementare è cosa molto secondaria nell'operazione con cui questi nomi rendono sensibili le cose che non lo sono. La loro virtù sta nel fare oggi e in ogni momento ciò che hanno fatto all'inizio delle cose per dare origine ad esse; e poiché esse hanno prodotto ogni cosa prima che esistesse l'aria, senza dubbio sono ancora al di sopra dell'aria, quando adempiono le stesse funzioni; e non è impossibile a questa divina parola farsi sentire, anche da un sordo e in un luogo privo d'aria, come non è difficile alla luce spirituale rendersi sensibile ai nostri occhi anche fisici, quand'anche fossimo ciechi e sprofondati nella prigione più tenebrosa.

Mi interessa l'importanza che si dà alla Parola, al centro della parola e alla sua vibrazione, ma anche all'importanza di sentire la divina parola con la vera comprensione, al di là dei sensi fisici.

- Come ogni Illuminato, Saint-Martin insiste sul pericolo delle comunicazioni con gli astrali.

Mi interessa il fatto che mette ben in guardia dall'attaccarsi (come farebbero in molti) al piano astrale e psichico, che non può essere il fine ultimo della iniziazione.

- Se il Willermozismo si appoggiava, per il reclutamento dei quadri inferiori, sulla massoneria, non era lo stesso per il movimento individuale di Saint-Martin. Questi non ricercava che la qualità senza mai preoccuparsi del numero ed ha sempre nutrito un disprezzo misto di pietà per i piccoli intrighi, le piccole cabule e le meschinerie delle logge massoniche… Non chiedendo alcun compenso, né diritti di ammissione, non esigendo alcun tributo se non un esiguo contributo alle spese generali, il Martinismo è rimasto fedele al suo spirito ed alle sue origini facendo della povertà materiale la sua prima regola.
Mi interessa l'affermazione del Martinismo come movimento nato in povertà per una vera crescita spirituale e dove si guarda alla qualità dei membri. Anche l'opera di Willermoz, sebbene rivolta alla Massoneria con la sua RER mi pare in buona fede.

-  Il Martinismo costituisce dunque una Cavalleria d'altruismo opposta alla legge egoista degli appetiti materiali, una scuola nella quale si impara a ridare al denaro il suo vero giusto valore di sangue sociale, e a considerarlo un influsso divino, infine un centro nel quale si impara a restare impassibili di fronte ai turbini positivi o negativi che sconvolgono la società. Formando il nucleo reale di questa università vivente che rifarà un giorno il matrimonio della scienza senza divisione con la fede senza epiteto, il Martinismo si sforza di rendersi degno del proprio nome creando scuole superiori delle scienze metafisiche e fisiogoniche sdegnosamente escluse dall'insegnamento classico con il pretesto che sono occulte.

Mi sembra che questa frase sia un'ottima sintesi fra spiritualità e appetiti materiali, e che collimi anche con l'insegnamento di Platone della Repubblica del saggio.

Concludo dicendo che è chiaro che Papus risponda con questo scritto a degli attacchi (materialisti atei e clericali) che furono rivolti al martinismo, ma proprio per questo l'ho reputato interessante: per capire la sua posizione a tali attacchi e la sua posizione in merito al martinismo, di cui fa una discreta sintesi.

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