“L’Uno diventa Due e il Due diventa Tre, e per mezzo del
terzo il quarto ottiene l’Unità; quindi il Due diventa l’Uno.” Maria l’Ebrea
ovvero:
“L’Uno [l’uomo] diventa Due [la donna] e il Due diventa Tre [il figlio],
e per mezzo del terzo il quarto [la Pietra filosofale] ottiene l’Unità [l’androginia];
quindi il Due diventa l’Uno [la coppia, attraverso l’amore, realizza la sua
duplice natura].”
Uno dei testi di riferimento su Alchimia e Cabala, qui.
Sia cabala che alchimia posso essere definite una mistica del risveglio della dimensione spirituale dell’individuo, ed entrambi esaltano l’amore e la consapevolezza, dove l’agente della trasformazione e unificante è il fuoco dell’amore.
Allo stesso modo, anche la morte rappresenta un passaggio da
uno stato ad un altro.
Le direttrici della mistica ebraica si sono
sviluppate su due fronti: il primo su un’attenuazione dell’importanza della polarità
sessuale, e l’altra dove la polarità sessuale, corporea, dell’anima, sino
al mondo divino, è centrale.
L’autore si appoggia alla seconda direttiva, ed è anche la concezione
evoliana.
Tale polarità si ricollega anche agli stati mistici dove le
poralità maschile e femminile sono equilibrate.
In questo caso si va oltre la dualità della polarità
terrena e c'è una trasmutazione dello stato di coscienza, che non è più
basato sull'individualità.
> Si intende come Cabala la fede nel credere che sia
possibile riuscire ad avere una intuizioni mistica della natura del divino,
ed essa si pogga principalmente (ma non solo) sull’interpretazione esoterica
dell’Antico Testamento e che si sviluppa anche attraverso l’idea di sephira
come canale mediatore per la manifestazione della divinità.
> Per quanto riguarda l’Alchimia, Patai afferma
che la “fondatrice” dell’alchimia occidentale fu Maria l’Ebrea, che
visse nell’Egitto ellenistico; ma Moshe Idel dimostra anche come l’interesse
degli ebrei per l’alchimia risalisse a molto prima, e fosse intrecciato all’osservanza
religiosa.
Inoltre, Schwarz afferma che l’alchimia
in India risale ai tempi dei Veda.
I quattro fondamentali aspetti che hanno contribuito
ad evidenziare le correlazioni fra alchimia e cabala sono i seguenti:
1) come già detto, impulso al risveglio spirituale
e alla conoscenza di sé;
2) la concezione dell’En to pan (nell’Uno è il Tutto),
che presuppone l’unità dell’universo dove l’individuo si lega armonicamente ad
esso;
3) la concezione di advaita, che nell’Induismo
esprime il concetto di “non-dualità della dualità”, poiché i due poli di una
polarità sono complementari e non conflittualità (come anche, ad esempio,
nel simbolo del Tao).
La polarità maschile-femminile è il modello base per tutte le altre polarità:
in questo senso il Rebis è inteso come un doppio androgino frutto delle nozze
alchemiche di zolfo e mercurio. L’adroginia non comporta quindi la
neutralizzazione delle polarità sessuali.
La differenziazione nel mondo materiale delle due polarità è
dovuto da una loro opposizione, cui deve seguire un lavoro di congiunzione.
Schwartz, nel suo testo “Cabala e Alchimia”, dice che
consapevolezza e androginia sono le due qualità essenziali della divinità.
Nella pratica alchemica il fuoco del crogiolo rappresenta il
potere mentale, che nasce proprio dall’unione della natura maschile e
femminile, e lo stesso rapporto sessuale è un riflesso dell’unione mistica fra Tiferet
(sposo) e la Sekhinà (sposa).
4) L’amore come strumento di conoscenza, che porta dunque
alla consapevolezza.
Anche se Schwartz dice che la visione cristiana (nell’inibire
la sessualità e con la concezione di peccato) e islamica (la donna come
strumento di piacere) riconoscono un peccato mortale nell’amore e nella
consapevolezza. Tale pensiero dell’autore, in questo caso è molto superficiale,
o perlomeno si riferisce all’aspetto più superficiale delle due religioni.
Tutti questi aspetti, comunque, implicano il desiderio di cabbalisti ed
alchimisti che la teoria non sia solo sterile, ma venga applicata alla pratica.
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Affinità fra Alchimia e Cabala
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